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GIROLAMO SAVONAROLA SBOBINA, Sbobinature di Storia Moderna

lezione su girolamo savonarola

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 31/05/2024

cherry281
cherry281 🇮🇹

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Scarica GIROLAMO SAVONAROLA SBOBINA e più Sbobinature in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Lezione 4 Lo stesso anno in cui iniziano le guerre d’Italia (nel 94) si avvia a Firenze l’esperienza di Girolamo Savonarola, viene stravolto il contesto politico fiorentino esattamente come avvenuto con la morte di Lorenzo de’ Medici. Girolamo Savonarola domina la scena fiorentina per 4 anni, verrà condannato a morte e bruciato vivo in piazza della Signoria nel 1498 con due dei suoi uomini. Nel 1494 è il momento in cui due movimenti * intrecciati l’uno con l’altro, da un lato viene sconvolto il sistema degli antichi stati italiani, così come veniva chiamato dagli storici. L’Italia non esisteva, era un territorio governato da un’infinità di poteri e formato da diversi stati e 5 stati più grandi: Ducato di Milano, Regno di Napoli, la Repubblica di Firenze, la Repubblica di Venezia e lo Stato Pontificio e sono stati il cui potere deriva dall’assoggettamento e dominio sul territorio circostante. L’Italia, per così dire, costituisce un’eccezione in termini di primato perché ancora prima che si costituissero quelli che noi chiamiamo STATI MODERNI, aveva già dei piccoli stati caratterizzati da una dimensione urbana. Non sono nient’altro che strutture politiche che derivano da questi rapporti di forza che queste grandi città sono riuscite ad esercitare sul territorio circostante. Quest’eccezione italiana si trasformerà però in un ritardo, nel senso che gli italiani arrivano prima degli stati moderni ma poi quando arrivano gli stati moderni, come dirà uno storico francese Braudel: “l’emersione dello stato moderno se facciamo una comparazione tra l’Italia e gli altri stati appare come una gara fra una lepre ed una tartaruga, le lepri cioè le città italiane arrivano prima e si dotano di queste strutture politiche, ma quando sarà il momento delle tartarughe (come la Francia e altri grandi stati moderni) le lepri dovranno soccombere e le lepri mostrano la loro grande fragilità proprio nel momento in cui nel 1494 la grande monarchia francese testa la propria forza e la propria capacità politica e militare invadendo l’Italia e nel momento in cui invade l’Italia * e nel momento in cui accade l’Italia diventa teatro bellico senza che gli italiani siano intenzionati ce questo accada. Le guerre d’Italia sono combattute da stranieri ma subite dagli italiani, questi due movimenti: uno viene sconvolto per un equilibrio precario che teneva insieme questo sistema degli antichi stati italiani, tutti erano fragili ma tutti erano sufficientemente forti per evitare che uno di loro potesse alzare la testa ed imporsi sugli altri, quindi questo sistema viene stravolto e le guerre d’Italia saranno gestite dagli eserciti stranieri e questi staterelli italiani saranno coinvolti in delle alleanze in guerra per almeno mezzo secolo. Le guerre d’Italia finiranno solo nel 59 con la Pace di Cateau-Cambrésis con l’affermazione della monarchia spagnola e la sua influenza sulla gran parte dei territori italiani. Quando nel 700 i primi illuministi leggeranno il proprio destino e il destino della propria Italia diranno “il nostro ritardo, e il fatto che noi abbiamo vissuto in un posizione isolata rispetto al resto d’Europa, lo dobbiamo da un lato alla Spagna, da un lato alla presenza della Chiesa”, quindi quel ritardo e quell’isolamento culturale saranno causa del ritardo in termini economici. 1 Le guerre d’Italia cominciano con la Passeggiata di Carlo VIII, viene chiamata passeggiata perché questi stati italiani, come dirà Machiavelli, non hanno un esercito, non sono in grado di difendersi e opporsi alle strategie militari. Infatti Carlo VIII non morirà, non ci sarà spargimento di sangue. Quindi i due contendenti, francesi e spagnoli, condividono il fatto che questi sistema degli antichi stati italiani era una coda del Medioevo che la modernità aveva ereditato, da un lato era in disfacimento, dall’altro era in crisi ma era straordinariamente fragile. C’è da dire che per gli Asburgo (impero), il territorio lombardo era un territorio che poteva avere una funzione socio- politica strategica, perché se osserviamo dal punto di vista geografico, la saldatura fra gli stati tedeschi e i territori spagnoli, in mezzo c’è il Nord Italia. L’impero finisce quando Carlo non solo perde questa partita e quando perde il tentativo di tenere unito culturalmente e religiosamente il suo impero. La pace di Augusta nel 1555 non è nient’altro che il momento in cui viene sancita la pluralità religiosa dell’impero. D’altro canto davanti al tentativo di unire queste due grandi zone europee (spagnola e tedesca) poteva essere impedito soltanto dall’altro grande impero cioè la monarchia francese. Carlo si rassegna solo alla metà del 500, fino a quel momento l’Italia sarà devastata dagli eserciti stranieri. Emarginata e subordinata politicamente, l’Italia doveva diventarlo anche dal punto di vista sociale, economico e culturale. Se all’inizio delle guerre d’Italia la Penisola Italiana gode di una posizione centrale dal punto di vista sociale ed economico, in seguito doveva diventare area periferica, quindi da un lato subisce tutto questo, dall’altro subisce che l’Europa volge il proprio sguardo verso l’Atlantico, volgendo le spalle al Mediterraneo. Tutto questo determina il ritardo, l’isolamento, l’emarginazione e la subordinazione dell’Italia nei secoli successivi. Un intero sistema politico in disfacimento: i Medici cacciati da Firenze, gli Sforza da Milano, gli Aragona da Napoli, il duca d’Este costretto a scappare, Venezia che fino a qualche decennio prima aveva dominato con la sua forza economica buona parte dei traffici del Mediterraneo, è costretta a combattere per la propria sopravvivenza. Gli uomini davanti a tutto questo sono da un lato meravigliati, dall’altro terrorizzati. Carlo VIII quando arriva a Firenze porta con sé un esercito di 9000 soldati in una città che conta 40 mila persone (più di 1/5) e sono terrorizzati perché non sanno cosa vuole e perché è lì. Poi il destino di Firenze si compie perché quando Carlo arriva, Lorenzo è morto e suo figlio non è capace di governare. In questo momento di passaggio emerge la figura di Girolamo Savonarola, come politico di governo. Oltre questi 5 stati maggiori, di dimensione regionale, c’è un pulviscolo di poteri che non fa altro che dominare lo scenario politico di città (la dimensione URBANA dev’essere sempre tenuta in considerazione). Tutti questi staterelli sono governati o da consorterie oligarchiche (cioè famiglie che gestiscono il potere) o da una sola famiglia. Tutti questi poteri sono cresciuti e riusciti a sopravvivere grazie alla complicità dei 2 grandi poteri: il Papa e l’imperatore, soggetti riconosciuti in termini politici. Particolarismo e difesa della propria economia erano le 2 logiche che caratterizzavano questo 2 delle cose che non possono fare perché non c’è scritto da nessuna parte nei testi sacri di questa salvezza di cui il papa può disporre” perché queste indulgenze venivano spiegate ai fedeli dicendo loro che il papa era il custode di una sorta di tesoro di salvezza che poteva elargire i fedeli sulla base delle elemosine che ricevevano, garantire salvezza ai fedeli a proprio piacimento. Lo stato francese aveva un territorio compatto, sotto il profilo politico, aveva un esercito serio e il territorio italiano diventa il campo di prova dove testare questa forza. Nel momento in cui arriva Carlo e iniziano le guerre d’Italia tutti sono meravigliati e al contempo terrorizzati. Machiavelli ha un doppio ruolo: grande intellettuale di quel momento e uomo politico della scena fiorentina. Tutto quello che succede diventa materia di riflessione e Machiavelli le prime tre cose che dice: “Da un lato questo sistema degli antichi stati italiani è straordinariamente fragile, che non c’era stato in Italia e dice che paradossalmente il nostro decadimento politico e la nostra debolezza derivano anche dal nostro decadimento morale.” I libri di Machiavelli vengono messi all’Indice, Machiavelli si scaglia ferocemente contro la Chiesa di Roma perché secondo Machiavelli non c’era nessuna istituzione politica che potesse reggere senza un’impalcatura, struttura morale che la supportasse. Machiavelli ed altri come Erasmo, Guicciardini se la prenderanno ferocemente con la Chiesa constatando che il paradosso che stanno vivendo gli italiani, cioè che pur avendo la Chiesa in casa stanno diventando il popolo meno religioso di tutta Europa. In molti luoghi viene riservata un’accoglienza da trionfatore al re francese e da lui molti cominciano ad aspettarsi pace e giustizia ma soprattutto questi piccoli stati italiani cominciano ad immaginare che dalle guerre d’Italia possono guadagnarci qualcosa, proprio perché tutti pensano in termini particolaristici in propria autonomia, di fare le scarpe agli altri, utilizzando la forza politica ma soprattutto la forza militare degli altri. Machiavelli dirà nell’Arte della Guerra “Siete 4 miserabili” e d’altro canto Machiavelli osserva meravigliato, interessato e Il Principe è un grido disperato dell’uomo che sta vedendo che il sistema politico degli antichi stati italiani si sta sbriciolando. Lui immagina il Principe come un processo che possa fermare o smentire tutto questo, facendo sì che Machiavelli fornisca con questo libro grandi riflessioni ma è al contempo un manuale utilizzato dai principi per far sopravvivere il proprio stato, potesse esser costruito. Machiavelli racconta tutto questo fino alla morte di uno stato. L’ossessione o/e la passione di Machiavelli è la corruzione degli stati, non in termini morali ma il deterioramento delle istituzioni politiche. L’unica cosa che è chiamato a fare il principe è cercare di ritardare il più possibile questo processo di deterioramento dello stato. La scena fiorentina Machiavelli vive a Firenze ed avrà un ruolo politico quando finisce l’esperienza savonaroliana, quando nel 98 viene condannato Savonarola, la Repubblica cerca qualcuno che gestisca i rapporti 5 diplomatici dello Stato fiorentino con gli altri, viene nominato Machiavelli, comincia così la carriera politica che termina nel 1512 quando torneranno i Medici. Quando arriva Carlo nel 94 viene cacciato Piero, figlio di Lorenzo de’Medici che aveva preso il posto del padre ma non era minimamente all'altezza del ruolo che il padre aveva svolto tanto all'interno di questo territorio fiorentino quanto nei rapporti con gli altri antichi italiani, tanto che per Machiavelli e anche per Guicciardini il destino italiano si compie nel momento in cui muore Lorenzo. In ogni caso arriva Carlo e li comincia l'esperienza di cui parliamo ora. Girolamo non era fiorentino, era di Padova era nato nel 1452 figlio di una famiglia borghese, imprenditori in realtà caduta in bassa fortuna e Savonarola studia a Bologna, uno dei più grandi centri della cultura italiana, studia storia, filosofia, letteratura e per un periodo anche medicina pensando di seguire le orme del nonno. Abbiamo detto che studia a Bologna, uno dei più grandi centri universitari europei che attira molti studenti da ogni dove, dopo la laurea approfondisce gli studi teologici e nel 1482 (a 30 anni) l’Ordine lo invia a Firenze li doveva svolgere le funzioni di istruttore capo di teologia. Come sappiamo i Domenicani avevano la missione di mescolarsi con le persone, non è che era un ordine che semplicemente studiava le dottrine e formava degli studiosi. Firenze era molto diversa da Ferrara, che invece è una città super tranquilla dominata dagli Este. Firenze ufficialmente era una Repubblica ma di fatto non lo era più, nel momento in cui Lorenzo de’Medici (che muore nel 1490, 4 anni prima che cominci l’avventura politica di Savonarola) era riuscito a diventare in 10 anni il capo politico supremo ma Firenze era comunque una città che continuava a parlare e vivere di politica e che prima che arrivassero i Medici era una città abituata a governare se stessa, laddove la partecipazione popolare al governo della città era qualcosa di rilevante sotto il profilo politico. Oltre ad essere una città che parlava di politica e che lasciava che il suo popolo governasse politicamente la città, era uno dei più importanti centri industriali e manifatturieri. L’industria non esiste, esiste l’artigianato e i fiorentini avevano acquisito un ruolo fondamentale nella finanza, quindi era una città di banchieri. Quando Savonarola arriva a Firenze è più o meno un disastro quello che riesce a fare e ottenere, non è in grado di svolgere il suo lavoro, un po’ perché fisicamente e caratterialmente non si trova col contesto fiorentino, un po’ perché la sua abilità retorica è alquanto scarsa, non aveva mai predicato e così viene ritrasferito a Ferrara. Ritorna a Firenze nel 1490 quando muore Lorenzo, tra i due fatti non c’è legame ma c’è una coincidenza: adesso ha 40 anni ed è un uomo maturo. Abbiamo detto che le città italiane sono dei contesti alquanto unici sotto il profilo economico, culturale e politico e il Rinascimento italiano è il Rinascimento delle città, un movimento che passa per tutte le città, una dimensione urbana e il tratto caratteriale di questa Italia di cui stiamo discutendo. 40 mila anime, una classe di cittadini abituati a governare le loro sorti politiche, quindi le istituzioni delle città ma che ha un rapporto assai spinoso con la famiglia de’Medici, famiglia di banchieri che di fatto aveva trasformato questo 6 sistema politico in un sistema clientelare che assomigliava molto ad una tirannia perché di fatto era stata annientata qualsiasi forma di malcontento, chi non era d’accordo con il sistema politico dei Medici era costretto ad andarsene, c’erano molti ESILIATI. Stranamente e sorprendentemente quando lui arriva a Firenze viene invitato a predicare nel Duomo per i sermoni quaresimali del 91 e le prediche, con grande sorpresa nel clero fiorentino, sono un assalto al clero permissivo impreparato ma soprattutto corrotto. Prende di mira l’immoralità dilagante, la politica, la morale, gli usurai, i sodomiti, l’avarizia dei possidenti e prende di mira Roma, parla del clero, di quel gruppo di persone a cui lui stesso appartiene e dice che è impreparato e che non è in grado di fare il suo mestiere, dice che è corrotto. Lorenzo non è contento di quelle prediche, Savonarola viene avvicinato e gli viene detto di stemperare le sue invettive e gli viene detto con gentilezza di cambiare il tono delle sue prediche. Guicciardini scrisse nella sua Storia di Firenze che Lorenzo non era soddisfatto della predicazione di Savonarola ma che non aveva intrapreso nessuna azione perché non lo toccava, finché Savonarola rimaneva nel generico si poteva passare sopra. Nelle prediche successive ritorna sull’immoralità del clero, su una religione basata esclusivamente sulle cerimonie, sull’ avidità dei preti, sul fatto che fossero dediti alla sodomia, che avessero donne in casa e figli e sorprendentemente Savonarola comincia ad ottenere il consenso del pubblico e sempre più persone ascoltavano le sue prediche e dice che la Chiesa così com’era non poteva funzionare, andava purificata e rinnovata. Ancora prima di Lutero, già Savonarola mette in chiaro una serie di cose che poi verranno dette in un’altra maniera e riconfermate qualche anno più tardi. Savonarola se la prende con le famiglie più ricche e potenti fiorentine, oltre che col clero, nessun governo era mai stato trattato così male da qualcuno. Savonarola comincia a dire nelle sue prediche che non è lui stesso a parlare, ma è Cristo che parla attraverso la sua voce quindi si pone come un profeta, qualcuno che sta raccontando qualcosa che poi sarebbe successo e la Passeggiata di Carlo VIII viene presentata da Savonarola come la punizione che Dio infligge ad un popolo corrotto e la spada di Carlo diventa il simbolo di quel momento di giustizia. Machiavelli dirà che però è un profeta disarmato. Savonarola quando continua con le sue prediche si muove già su un doppio binario perché è un binario di natura morale-religiosa e un binario politico, lui insulta la Chiesa e i potenti fiorentini, se la prende con i preti e con le famiglie che hanno fiancheggiato i Medici in quell’ esperienza tirannica. Nel frattempo, fa carriera, diventa priore in San Marco e raccoglie intorno a sé un gruppo di seguaci, persone che fiancheggiano questa sorta di nuova opinione pubblica guidata da questo “”frate””. La cosa che non viene ricordata è che non è soltanto il popolo fiorentino credulone, preparato ed incolto ma uomini del calibro di Marsilio Ficino, Angelo Poliziano seguono quello che dice Savonarola, uomini intellettuali e artisti si lasciano convincere di quell’azione che è di natura culturale, morale e di natura politica. Muore Lorenzo, molti dubbi di Piero, subito dopo 7 quella di dare rigore all’anima repubblicana dello stato fiorentino, un’anima che era stata calpestata e stravolta dalla presenza dei Medici. E in questo momento Savonarola finisce in pericolo di vita e al tempo stesso raccoglie intorno a sé gli uomini che hanno il governo della città, il partito di Savonarola. Lui gioca due partite: a livello nazionale e a Firenze quindi un rinnovamento che poi si sarebbe espanso nel resto del territorio. L’altro protagonista è papa Alessandro. Il nome di Rodrigo Borgia era sinonimo di simonia e di corruzione ed è rappresentante di quella Chiesa di cui abbiamo parlato prima e incarna esattamente quell’anima lì. Rodrigo era di Aragona, spagnolo, nato all’inizio degli anni 30 a Valencia, dotato di grandi doti intellettuali e beneficiava del fatto che suo zio Alonso, fratello della madre, diventa papa. Era un esperto di diritto canonico, era stato vescovo a Valencia, poi cardinale. Siamo nella metà del 400. Rodrigo segue lo zio in Italia, che lo favorisce in tutti i modi nominandolo in varie istituzioni ecclesiastiche, lo fa studiare a Bologna diritto canonico e una volta diventato papa suo zio per l’altro Borgia non aveva importanza fare carriera. Quindi l’individuazione di un cardinal nipote. Tutte le elezioni coinvolgono politica, corruzione, soldi, rapporti diplomatici perché bisognava in tutti i modi eleggere un papa. Rodrigo ci prova nell’84 ma ci riuscirà solo nel 1492, nel frattempo si farà strada in questa chiesa. E inizialmente Savonarola venne sottovalutato, le cose iniziano a farsi serie nel momento in cui la Chiesa diventa il regista della Lega Santa (1495) per cacciare i francesi quindi si conferma ciò che predicava Savonarola perché nel momento in cui il papa chiama a raccolta quasi tutti gli stati italiani e Firenze (che dice: noi siamo alleati di Carlo; quindi, in termini politici e militari si vede Firenze schierarsi con i francesi e così si spezzano i rapporti fra Roma e Firenze). Si comincia a vociferare l’interdetto↓, non giunge ma il frate viene invitato a interrompere le sue prediche, viene invitato a Roma e sa che lo volevano a morte così si rifiuta di recarsi a Roma per varie ragioni. Viene annullato l’ordine di recarsi a Roma però vengono sospese le censure nei confronti delle città ma viene ripetuta l’intimazione a interrompere le prediche fino a quando il suo caso non fosse esaminato a fondo. Fra il 95 e il 96 Savonarola tace e fu la città a chiedere a Roma di riconoscere la libertà al frate di predicare i suoi sermoni; quindi, ha dalla sua parte gran parte della città e il suo partito sta governando la città. Nel 96 torna con le sue invettive e comincia a parlare di CONCILIO (la Chiesa di adesso è una Chiesa dove la figura del papa domina il Concilio) Savonarola dice convochiamo un concilio, mettiamo in discussione la chiesa e vediamo cosa ne esce fuori. Fra il 96 e il 97 sfortunatamente per il frate arriva una ferocissima crisi economica, i raccolti, Roma fa sentire il suo peso e le 10 SCOMUNICA: quando un fedele viene espulso dalla comunità dei fedeli, non può beneficiare dei sacramenti, i fedeli non gli devono parlare. È diretta verso un unico soggetto. INTERDETTO: È diretto verso un’intera comunità. monarchie che fiancheggiano le istanze romane fanno sentire la propria voce perché vengono espulsi i mercanti e i banchieri fiorentini da varie città europee; quindi, un ricatto che Roma esercita nei confronti di Firenze, che era una città di mercanti, d’affari, di banchieri e di industriali. Quindi l’alleanza con i francesi ha un posto politico grandissimo. Savonarola viene trasformato in una sorta di icona che però la città di Firenze risente tantissimo di questa grande crisi economica. Nel frattempo, Savonarola commette un errore, viene scoperta una congiura nei confronti del governo che controlla le istituzioni politiche fiorentine e Savonarola chiede che queste persone vengano giustiziate, se aveva prima detto richiamate gli esiliati e riconciliamoci e ricostruiamo una comunità politica a sostegno dello Stato, adesso che vengono scoperti coloro che vogliono mandare all’aria il governo fiorentino, Savonarola si mostra intransigente in termini politici. E nel momento in cui fa eseguire le condanne di questi uomini, Machiavelli dirà “questo è un momento di non ritorno” ed è lì che si compie il destino di Savonarola. Nel frattempo, si prodiga come cuoco, cura gli ammalati, si legge le Scritture, invia lettere ai corrispondenti, continua a monitorare la sua campagna a Roma. Il papa continua ad accusare Savonarola ma soprattutto la svolta arriva nel 98 quando la città attraverso l’istituzione della Signoria non è più dominata dal partito vicino al frate. E’ successo che Roma fa sentire il suo peso politico anche in termini economici perché un INTERDETTO nei confronti della città avrebbe avuto un impatto devastante non solo in termini religiosi, ma soprattutto in termini economici e sociali. La minaccia dell’INTERDETTO si fa sempre più reale e si comincia a parlare di ORDALIA. I domenicani cadono in un agguato architettato dai francescani per cui dice facciamo la prova del fuoco, chi resisterà vincerà. Poi l’ordalia non si farà ma intanto il sostegno che Savonarola aveva ricevuto fino ad ora comincia a sgretolarsi, Firenze comincia a tradire Savonarola perché stremata da una crisi economica che viene attribuita al partito di Savonarola. L’attacco arriva l’8 aprile del 1598, è la Domenica delle Palme, dopo un lungo assedio, inizialmente i frati provano a resistere, poi vengono catturati, Savonarola viene condotto al palazzo di governo, viene preso a calci, sputi. L’appoggio politico fiorentino si sgretola ma molti gli rimarranno fedeli. Guicciardini dirà che quell’uomo aveva avviato un vero e proprio rinnovamento culturale e politico. Firenze voleva processare gli uomini rimasti (Roma diceva di mandarli via) ma purché vengano prima degradati dal loro status di uomini appartenenti alla Chiesa e poi processati. A maggio verrà prima fatto il processo di degradazione e poi esecuzione, al patibolo e poi bruciati in cenere Savonarola e due uomini. 11
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