Scarica GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA Apparteneva all’aristocrazia palermitana e aveva una spiccata vocazione internazionale INFATTI era particolarmente legato alla cultura letteraria francese e inglese E IN PARTICOLARE a Proust, da cui derivò la concezione della memoria come fenomeno che nasce da percezioni sensoriali. La vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa fu segnata dalla partecipazione alla guerra (Prima) e dal fatto che durante la Seconda Guerra Mondiale la sua dimora fosse stata bombardata e rasa al suolo: CIO’ ebbe un significato simbolico per lui OVVERO significava la distruzione del ruolo che la sua classe, quella aristocratica, aveva svolto. INFATTI per secoli l’aristocrazia era stata la classe dirigente MA a partire dall’Ottocento perse la sua funzione di guida, assunta dalla borghesia. NONOSTANTE la percezione di questa distruzione fosse dolorosa e NONOSTANTE Giuseppe Tomasi di Lampedusa provasse nostalgia nei confronti di quel passato, TUTTAVIA egli era consapevole del fatto che si potesse solo accettare il corso della storia. DUNQUE egli sapeva che il passaggio del potere dalla nobiltà alla borghesia fosse necessario e inevitabile. Tomasi di Lampedusa era dichiaratamente fascista e vedeva il fascismo come una forma di garanzia di un modello di società basata sul privilegio, come quella aristocratica. Egli è celebre per il romanzo Il Gattopardo. Pubblicò gli scritti solamente in età matura, dopo essersi reso conto del valore del suo lavoro. Mandò il manoscritto alla casa editrice Mondadori che nel 1956 aveva Vittorini come direttore: le scelte di quest’ultimo erano fortemente influenzate dalla sua ideologia politica di sinistra e PER QUESTO il Gattopardo fu rifiutato, essendo basato su idee fortemente aristocratiche. SOLO nel 1959, quando Tomasi di Lampedusa era già morto, Bassani (Scrittore) pubblicò il romanzo con la Feltrinelli. L’opera ottenne un successo straordinario in tutto il mondo TANTO CHE fu tradotta in ben 28 lingue. Dietro una storia apparentemente semplice, ambientata all’interno della famiglia aristocratica del principe Fabrizio di Salina, si nasconde una vicenda profonda, ambientata nell’animo del principe. INFATTI quella che viene raccontata è la metafora di una condizione esistenziale che è dominata e schiacciata dalla presenza della morte. La matrice della storia è autobiografica: INFATTI il principe (come Giuseppe Tomasi di Lampedusa) si sente quassi impotente di fronte alla realtà, allo scivolamento verso la morte. Egli osserva la fine di quella realtà con malinconia, il passaggio al Regno di Italia. Nel brano appartenente alla prima parte del romanzo, il principe di Salina è affiancato dal nipote Tancredi, giovane, lucido, intento non a difendere il suo mondo aristocratico MA si unisce ai garibaldini AVENDO CAPITO che “se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi” OVVERO che il passaggio al Regno di Italia, il cambiamento e la trasformazione, sono necessari e inevitabili MA in realtà sono solamente un mutamento esteriore perché il potere rimane comunque nelle mani delle classi dirigenti e PER QUESTO quelle classi devono impegnarsi nella rivoluzione: PER QUESTO Tancredi si unisce ai garibaldini. Nel brano emerge la differenza tra i due personaggi: il principe è vigoroso, spinto da una forza vitale MA è colpito interiormente da un incombente senso di morte, dalla decadenza della sua classe. QUINDI egli rappresenta un mondo vecchio, fisso, immobile e chiuso, ancora ancorato ai privilegi del passato. TUTTAVIA il principe, uomo intelligente, è perfettamente consapevole della realtà, della disgregazione del suo mondo; MENTRE Tancredi, giovane, rappresenta la parte
