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Giuseppe Ungaretti Esame Maturità, Appunti di Italiano

Vendo riassunto completo della Vita e Opere di Giuseppe Ungaretti che ho usato per la mia tesina di maturità 2023

Tipologia: Appunti

2023/2024

In vendita dal 29/03/2023

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davide-cipolleschi 🇮🇹

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Scarica Giuseppe Ungaretti Esame Maturità e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Giuseppe Ungaretti La Vita Giuseppe Ungaretti è stato un poeta e scrittore italiano, nato ad Alessandria d'Egitto il 10 febbraio 1888 e morto a Milano il 2 giugno 1970. La sua vita è stata caratterizzata da numerosi spostamenti e cambiamenti, sia a livello geografico che esistenziale. Ungaretti trascorre la sua infanzia ad Alessandria d'Egitto, dove frequenta la scuola italiana. Nel 1912 si trasferisce a Parigi per lavorare come corrispondente del quotidiano "Il Tempo". Qui entra in contatto con i maggiori esponenti dell'avanguardia artistica e letteraria del tempo, come Guillaume Apollinaire, Paul Valéry e Pablo Picasso. A Parigi scrive le prime poesie, che verranno raccolte nella prima edizione di "Il porto sepolto" nel 1916. Nel 1915, a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia, Ungaretti decide di tornare in patria e arruolarsi volontario nell'esercito. L'esperienza della Grande Guerra sarà determinante nella sua poetica, segnando il passaggio dalla fase ermetica e simbolista della prima produzione a quella della "poesia della guerra". Dopo la fine della guerra, Ungaretti si stabilisce a Roma, dove diventa docente di lettere in un liceo. Nel 1922 pubblica la raccolta "Sentimento del tempo", che segna un ulteriore passo avanti nella sua poetica, caratterizzata da una maggiore immediatezza espressiva e da un linguaggio più semplice e colloquiale. Negli anni Trenta, Ungaretti diventa una figura di spicco della cultura italiana, partecipando alla fondazione della rivista "La ronda" e stringendo amicizia con importanti intellettuali del tempo, come Eugenio Montale e Carlo Emilio Gadda. Nel 1936 viene nominato docente di letteratura italiana all'Università di San Paolo in Brasile, dove rimane fino al 1942. Al suo ritorno in Italia, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Ungaretti viene nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Enrico De Nicola. Nel 1957 pubblica la raccolta "Un grido e paesaggi", che segna il passaggio a una fase più serena e pacata della sua poetica. Negli ultimi anni della sua vita, Ungaretti si dedica alla traduzione di opere letterarie straniere e alla scrittura di memorie e diari. Muore a Milano nel 1970, lasciando un'opera poetica di grande importanza per la letteratura italiana del Novecento. La Grande Guerra L'esperienza della Prima Guerra Mondiale ebbe un forte impatto sulla vita e sulla produzione letteraria di Giuseppe Ungaretti. Nel 1915 si arruolò volontario nell'esercito italiano e partì per il fronte. Qui visse sulla propria pelle gli orrori della guerra e assistette alla morte di molti compagni. Fu proprio in questo contesto che Ungaretti cominciò a scrivere poesie. Le prime opere che Ungaretti compose durante il conflitto furono raccolte in "Il porto sepolto", pubblicato nel 1916, una raccolta di poesie in cui l'autore rappresenta il dolore e la sofferenza dell'uomo moderno di fronte alla morte e alla guerra. Tra le poesie più celebri di questo periodo vi sono "Soldati" e "Mattina". Dopo aver combattuto sul fronte italiano, Ungaretti fu inviato in Africa, dove rimase fino alla fine della guerra. Durante questo periodo scrisse poesie che sarebbero state raccolte in "Vita d'un uomo", pubblicato nel 1919, in cui emerge una maggiore attenzione alla vita e alla natura. Il periodo di guerra fu determinante per la poetica di Ungaretti, che da questo momento in poi si caratterizzò per una forte attenzione all'essenzialità del linguaggio e alla ricerca di una forma poetica capace di esprimere il senso della vita e dell'esistenza umana di fronte alla morte. 1 Appunti di Davide Cipolleschi La Crisi Religiosa La crisi religiosa è uno dei temi centrali della poesia di Giuseppe Ungaretti, che ha influenzato la sua vita e la sua produzione poetica. Ungaretti era profondamente religioso da giovane, essendo cresciuto in una famiglia cattolica, ma la sua fede fu messa in crisi durante la prima guerra mondiale, quando assistette alla morte e alla sofferenza dei suoi compagni di trincea. Questa esperienza traumatica lo portò a interrogarsi sulla natura di Dio e della fede. In seguito, durante gli anni '20 e '30, Ungaretti si allontanò progressivamente dalla Chiesa cattolica e si avvicinò a forme di spiritualità più personali e intime, influenzato anche dal pensiero di filosofi come Nietzsche e Bergson. La sua crisi religiosa è evidente in molte delle sue poesie, che esplorano la difficoltà di trovare significato e speranza in un mondo in cui la sofferenza e la morte sono onnipresenti. Tuttavia, la crisi religiosa di Ungaretti non lo portò ad abbandonare del tutto la fede, e la sua poesia rimase segnata da una profonda spiritualità che, sebbene distante dall'ortodossia cattolica, si esprimeva attraverso una sorta di misticismo personale. In alcune poesie, come "Mattina", Ungaretti esprime il desiderio di tornare alla fede della sua infanzia, pur riconoscendo che questa fede non può essere riacquistata attraverso la ragione. In generale, la crisi religiosa di Ungaretti è un esempio della difficoltà che molti artisti e intellettuali hanno incontrato nel periodo tra le due guerre mondiali, in cui il mondo stava subendo profondi cambiamenti culturali e sociali. La poesia di Ungaretti riflette questa crisi, e al tempo stesso cerca di trovare un senso di significato e speranza in un mondo che sembrava privo di entrambi. Il Periodo Brasiliano Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Giuseppe Ungaretti intraprese un lungo viaggio verso l'America Latina, dove risiedette per alcuni anni. Nel 1946, infatti, il poeta fu invitato a tenere delle conferenze presso l'Università di San Paolo, in Brasile, e decise di accettare l'offerta. In Brasile, Ungaretti ebbe modo di approfondire la conoscenza della cultura e della lingua portoghese, imparando a conoscere molte delle più grandi personalità della cultura brasiliana dell'epoca. In particolare, il poeta entrò in contatto con il gruppo dei poeti conosciuto come "Generazione del '45", tra cui spiccavano João Cabral de Melo Neto e Carlos Drummond de Andrade. Durante il suo soggiorno brasiliano, Ungaretti scrisse numerose poesie, tra cui "Veglia" e "Morte delle stagioni", che riflettono l'esperienza della solitudine e della disperazione, tipica della sua produzione postbellica. Nel complesso, però, il periodo brasiliano di Ungaretti fu molto fecondo e gli permise di arricchire la propria poesia di nuove suggestioni e influssi. Nel 1950, Ungaretti lasciò il Brasile per fare ritorno in Italia, dove riprese l'attività di docente universitario e scrittore. L'esperienza brasiliana, tuttavia, non fu destinata a essere dimenticata dal poeta, che continuò a nutrire un forte legame con il Paese e la sua cultura per tutta la vita. L’Esperienza con il Fascismo Durante la prima guerra mondiale, Ungaretti partecipò come soldato alla campagna di Libia e poi al conflitto europeo. Le sue esperienze di guerra lo segnarono profondamente, come dimostrato dalla sua opera più famosa, "L'allegria". In questi versi, l'autore descrive la violenza e l'orrore della guerra, ma anche il senso di fratellanza e solidarietà tra i soldati. In questo periodo, Ungaretti si avvicinò al Futurismo, un movimento culturale che celebrava la tecnologia, la velocità e la modernità. Tuttavia, la sua poesia si distingueva per la profonda introspezione e per la capacità di esprimere emozioni universali. 2 Appunti di Davide Cipolleschi
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