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Gli Strumenti del Comunicare - McLuhan, Sintesi del corso di Scienze Sociali

"Gli Strumenti del Comunicare", saggio di Marshall McLuhan del 1964.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 10/03/2020

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arianna-tilotta-1 🇮🇹

4.2

(29)

26 documenti

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Scarica Gli Strumenti del Comunicare - McLuhan e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Sociali solo su Docsity! 1 Il Medium è il messaggio In una cultura come la nostra è forse sconcertante sentirsi ricordare che, per quanto riguarda le sue conseguenze pratiche, il medium è il messaggio. Le conseguenze individuali e sociali di ogni medium derivano dalle nuove proporzioni indotte nelle nostre questioni personali da ognuna di tali estensioni o da ogni nuova tecnologia. Ad esempio,l'automazione, la nuova organizzazione della società umana tende a eliminare posti di lavoro (conseguenza negativa), ma crea anche dei ruoli e ricostruisce così una profondità di partecipazione nel lavoro e nella società umana che la tecnologia meccanica precedente aveva distrutto. L'essenza della tecnologia dell'automazione è integrale e al tempo stesso decentratrice, come la macchina era invece frammentaria, accentratrice e superficiale nel suo modellare i rapporti tra uomini. In questo contesto può risultare illuminante l'esempio della luce elettrica. Essa è informazione allo stato puro. è medium senza messaggio, a meno che non lo si impieghi per formulare annunci verbali o nomi. Questo fatto comune a tutti i media indica che il contenuto di un medium è sempre un altro medium. Il contenuto della scrittura è il discorso, la parola scritta è il contenuto della stampa ecc. Alla domanda "Qual è il contenuto del discorso, si deve rispondere "è un processo mentale, in se stesso non verbale." Perchè il messaggio di un medium o di una tecnologia è nel mutamento di proporzioni, di ritmo o di schemi che introduce nei rapporti umani. La ferrovia non ha introdotto nè il movimento, nè il trasporto, nè la ruota,ma ha accelerato e allargato le proporzioni di funzioni umane già esistenti creando città di tipo totalmente nuovo e nuove forme di lavoro e svago. La luce elettrica non appare a prima vista come medium di comunicazione proprio perchè non ha "contenuto". Soltanto quando viene usata per diffondere il nome di una marca ci si accorge che la luce elettrica è un medium. Ci si accorge, cioè, non della luce ma del suo "contenuto", ovvero di quello che è di fatto un altro medium. Luce ed energia sono due cose diverse per gli usi che se ne fanno, ma nella società umana eliminano fattori di tempo e di spazio esattamente come la radio, il telegrafo e la tv, creando una partecipazione in profondità. I più recenti metodi di studio dei media prendono in considerazione non solo il "contenuto", ma il medium stesso e la matrice culturale entro la quale esso agisce. Il generale David Sarnoff fece questa osservazione: "Siamo troppo propensi a fare degli strumenti tecnologici i capri espiatori dei peccati di coloro che li maneggiano. I prodotti della scienza moderna non sono nè buoni nè cattivi: è il modo in cui vengono usati che determina il valore". O anche "Le armi da fuoco in se stesse non sono nè buone nè cattive, è il modo in cui vengono usate che ne determina il valore". Se le pallottole colpiscono le persone giuste, le armi da fuoco sono buone. Il paradosso della meccanizzazione è che, benchè essa sia la principale causa di sviluppo e mutamento, il principio della meccanizzazione esclude la possibilità stessa dello sviluppo o la comprensione del mutamento. La meccanizzazione non è mai stata così intensamente frammentata o sequenziale come ai tempi in cui nasceva il cinema. Il film, con la semplice accellerazione della componente meccanica, ci ha introdotti a passare dal mondo della sequenza e delle connessioni a quello della configurazione e della struttura creativa. Il messaggio del medium consiste nella transizione dalle connessioni lineari alle configurazioni. Il cinema parve un mondo di dimensioni trionfanti e di sogni che il denaro era in grado di comprare. A questo punto arrivò il cubismo: esso presentava simultaneamente tutte le facce di un oggetto, anzichè il "punto di vista" ovvero la faccio dell'illusione prospettica. Al posto dell'illusione funzionale della terza dimensione era posto, esso propone un gioco di piani e una contraddizione o conflitto drammatico di schemi, luci e di tessuti che "manda" a destinazione il messaggio attraverso un coinvolgimento. E questo è considerato da molti un esercizio di pittura, non di illusione. Il cubismo, mostrndo in due dimensioni l'interno e l'esterno, il sopra e il sotto, il davanti e il dietro ecc. rinuncia all'illusione della prospettiva a favore dell'immediata consapevolezza sensoria del tutto. Il cardinale Newman diceva che Napoleone "aveva capito la grammatica della polvere da sparo". Ma Napoleono si era accorto di altri media, specialmente delle segnalazioni telegrafiche che gli conferiano un grande vantaggio sui nemici. "C'era da avere più paura di tre giornali che di mille baionette." Tocqueville aveva spiegato in quale modo la parola stampata aveva reso omogenea la nazione francese durante la Rivoluzione. I francesi del nord e sud erano lo stesso popolo; la Rivoluzione era stata fatta da intellettuali: gli avvocati e i nuovi letterati. In inghilterra invece la forza delle antiche tradizioni orali della common law era tale che l'uniformità e la continuità della nuova cultura visiva della stampa non poteva prendere del tutto il sopravvento. Di conseguenza l'avvenimento più importante della storia inglese non avvenne: non ci fu mai una rivoluzione inglese sulle righe di quella francese. 2. Media caldi e freddi C'è un principio base che distingue un medium caldo come la radio e il cinema da un medium freddo come il telefono o la tv. è caldo il medium che estende un unico senso fino a un'"alta definizione": fino allo stato, cioè, in cui si è abbandantemente colmi di dati. Il telefono è invece un medium freddo, o aa bassa definizione, perchè attraverso l'orecchio si riceve una scarsa quantità di informazioni, e altrettanto dicasi per ogni espressione orale rientrante nel discorso in genere perchè offre poco ed esige un grosso contributo da parte dell'ascoltatore. Viceversa i media caldi non lasciano troppo spazio che il pubblico debba colmare o completare, comportano perciò una limitata partecipazione, mentre i media freddi implicano un alto gradio di partecipazione o di completamento da parte del pubblico. E' naturale quindi che un medium caldo come la radio abbia sull'utente effetti molto diversi da quelli di un medium freddo. Il principio che distingue i media caldi da quelli freddi è perfettamente espresso dal detto popolare: "è raro che gli uomini abbordino ragazze con gli occhiali." Gli occhiali infatti pongono l'accento sulla visione rivolta verso l'esterno e in genere riempiono eccessivamente l'immagine femminile 3. Capovolgimento del medium surriscaldato La decisione di usare il medium caldo della stampa anzichè quello freddo, partecipazionale, del telefono è stata deplorevole e suggerita dalla passione occidentale per la forma stampata, ritenuta più impersonale del telefono. Ma questa forma a Mosca ha implicazioni parecchio diverse che a Washington, e lo stesso vale per il telefono. L'amore dei russi per questo strumento, così congeniale alla loro tradizione orale, è dovuto alla grande partecipazione di tipo non visivio che esso permette. Sia il telefono sia la telescrivente, in quanto amplificazioni degli inconsci preconcetti culturali rispettivamente di Mosca e Washington, preannunciano fraintendimenti mostruosi. I russi trovarono naturale installare microfoni nelle stanze e mandare spie a origliare, ma si scandalizzano per il nostro spionaggio visivo. A un altro livello abbiamo assistito in questo lo era assai più di qualunque altra università. In altre parole la scuola migliore era già uscita prima che qualcuno ne facesse oggetto di riflessione. E ciò vale anche per i nostri media. Sono stati immessi sul mercato molto tempo prima che diventassero argomenti di meditazione. E il fatto che siano collocati fuori di noi tende a eliminare la possibilità stessa che vengano pensati. Tra le grandi unioni ibride che generano scatenamenti di energia nessuna è più importante dell'incontro tra culture letterarie e orali. La prospettiva immediata dell'occidente alfabeta e frammentato che si scontra con l'implosione elettrica all'interno della sua stessa cultura, è la sia trasformazione rapida e continua di una persona complessa e strutturata in profondità che si rende emotivamente conto dei suoi rapporti di interdipendenza con il resto della società. La luce elettrica pose fine al regno della notte e del giorno, degli interni ed esterni. Ma l'energia ibrida si sprigiona quando la luce incontra schemi di organizzazione umana preesistenti. Le auto viaggiano di notte, i calciatori giocano di notte e si possono costruire edifici senza finestre. Ovvero, quello della luce elettrica è un messaggio di mutamento totale. E' informazione pura, senza un contenuto che ne limiti il potere di informare e trasformare. Se lo studioso dei media mediterà sulla capacità della luce elettrica di trasformare ogni struttura di tempo, spazio, lavoro e società avrà la chiave per capire il potere comune a tutti i media di rifoggiare tutto ciò che toccano. Tranne la luce, tutti gli altri media arrivano a coppie, nelle quali l'uno funge da "contenuto" dell'altro, confondendolo l'operato di entrambi. E' un preconcetto diffuso tra tutti coloro che fanno funzionare i media per conto dei loro proprietari, del giornale o del film. Ai proprietari invece interessano di più i media in quanto tali e per il resto non vanno oltre qualche formula vaga come per esempio "ciò che vuole il pubblico". Essi sanno che i media sono un potere e che questo potere ha poco a che fare col "contenuto", cioè i media che stanno all'interno dei media. Quando, dopo la rivoluzione del telegrafo, la stampa cominciò ad interessare gli uomini, il giornale uccise il teatro, come la tv sferrerà un colpo duro al cinema e ai locali notturni. Il cinema poi assorbì romanzo, giornale e palcoscenico. La tv infine invase il terreno dei film e restituì il teatro al pubblico. I media, in quanto estensione dei nostri sensi, quando agiscono l'uno sull'altro istituiscono nuovi rapporti non solo tra i nostri sensi ma tra di loro. Sono stati poeti e pittori a reagire ai nuovi media come radio e tv. Radio, grammofono e magnetofono ci hanno restituito la voce del poeta come dimensione importante dell'esperienza poetica. Ma la tv, con il suo linguaggio di partecipazione profonda, spinse i giovani poeti a presentare i loro versi nei caffè, parchi, dappertutto. L'ibrido, ossia l'incontro tra due media, è un momento di verità e di rivelazione dal quale nasce una nuova forma. Ogni volta che si stabilisce un immediato confronto tra due strumenti della comunicazione anche noi siamo costretti a un urto diretto con le nuove frontiere che vengono a stabilirsi tra le forme: ovvero siamo trascinati fuori dal sonno ipnotico in cui ci avava trascinati la narcosi narcisista. Il momento dell'incontro tra due media è un momento di libertà e di scioglimento dello stato di trance e topore da essi imposti ai nostri sensi 6. I media come traduttori La tendenza dei bambini nevrotici a perdere i loro tratti nevrotici quando telefonano è sempre stata un enigma per gli psichiatri. Certi balbuzienti perdono la balbuzie quando si metto a parlare in lingua straniera. Il fatto che le tecnologie siano modi per tradurre un tipo di conoscenza in un altro è stato espresso da Lyman Bryson nella formula "la tecnologie è chiarezza." La traduzione è dunque un'espressione semplificata delle forme della conoscenza. Quella che noi chiamiamo "meccanizzazione" è una traduzione della natura, e delle nostre nature personali in fomre amplificate e specializzate. Tutto si riassume in un detto popolare derivato da una frase di Robert Browning. "La portata dell'uoo deve andare oltre la sua presa, altrimenti a che serve la metafora?" Tutti i media sono metafore attive in quanto hanno il potere di tradurre l'esperienza in forme nuove. La parola parlata è stata la prima tecnologia grazie alla quale l'uomo ha potuto lasciare andare il suo ambiente per afferrarlo in modo nuovo. Le parole sono una forma di recupero d'informazione che può estendersi a gran velocità alla totalità dell'ambiente e dell'esperienza. Sono complessi sistemi di metafore e simboli che traducono l'esperienza nei nostri sensi. Sono una tecnologia della chiarezza. Grazie alla tradizione in simboli vocali dell'immediata esperienza sensoriale, è possibile evocare e recuperare in ogni istante il mondo intero. L'uomo è la forma d'espressione dalla quale ci si aspetta per tradizione che ripeta se stessa ed echeggi l'elogio del suo creatore. Inserendo con i media elettrici i nostri corpi fisici nei nostri sistemi nervosi estesi istituiamo una dinamica mediante la quale tutte le tecnologie precedenti saranno tradotte in sistemi d'informazione. Con i nuovi media è possibile immagazzinare e trasformare tuto, e quanto ala velocità non esistono più problemi. Non sono possibili ulteriori accellerazione senza superare la bariera della luce. 7 Sfida e crollo La nemesi della creatività E' stato Bertrand Russell a dire che la grande scoperta del XX secolo è la tecnica del giudizio sospeso. Dal canto suo A.N. Whitehead ha sostenuto che la grande scoperta dell'800 era stata la scoperta della tecnica della scoperta. Cioè la tecnica di partire dalla cosa da scoprire e di risalire passo passo, come lungo una catena di montaggio, sino al punto da cui è necessario partire per raggiungere l'oggetto desiderato. Nelle arti ciò equivale a partire dall'effetto e inventare poi una poesia, un quadro o edificio che produca proprio quell'effetto e nessun altro. Ma la "tecnica del giudizio sospeso" va più in là. Anticipa l'effetto che potrà avere su un adulto un'infanzia infelice e gli s'oppone prima che esso possa aiutarsi. E' una cosa ben diversa dall'intorpidimento, o effetto narcotico, della nuova tecnologia. Ora la tecnica del giudizio sospeso offre la possibilità di respingere il narcotico e di rimandare all'infinito l'operazione d'inserimento della nuova tecnologia nella psiche sociale. Si prospetta la possibilità di una nuova stasi. I nuovi media e le nuove tecnologie con cui amplifichiamo ed esstendiamo noi stessi costituiscono una sorta di enorme operazione chirurgica collettiva eseuita sul corpo sociale con la più totale assenza di precauzioni antisettiche. Se le operazioni sonon necessarie deve essere presa in considerazione la possibilità di infettare l'intero sistema nel corso dell'intervento. Quando si opera nella società con una nuova tecnologia non è infatti l'area incisa quella che viene maggiormente toccata. La zona dell'urto e dell'incisione è intorpidita, quello che cambia è l'intero sistema. L'effetto della radio è visivo, quello della fotografia auditivo. Ogni nuovo trauma sposta i rapporti tra i sensi. Cerchiamo un modello per evitarli completamente. Ma nessuna società è mai stata così cosciente delle proprie azioni da arrivare all'immunità di fronte alle sue nuove estensioni o tecnologie. Oggi abbiamo incominciato a intuire che questa immunità può esserci offerta solo dall'arte. Nell'arte sperimentale gli uomini trovano informazioni precise sulla violenza che sta per abbattersi sulla loro psiche partendo dai propri revulsivi o dalla tecnologia. Quelle parti di noi stessi che espelliamo in forma di nuove invenzioni sono infatti tentativi di controbattere o neutralizzare le pressioni e le irritazioni collettive. Ma di solito il revulsivo si dimostra un flagello più grave dell'irritazione iniziale, come accade con gli stupefacenti. Ed è qui che l'artista può insegnarci come "reagire ai pugni" anzichè "prenderli sul mento." Si potrebbe sostenere che la storia umana è una sorta di "pugni presi sul mento". Forse la più ovvia conseguenza psichica di una nuova tecnologia sta nel fatto che ne insorge una domanda. Nessuno ha bisogno dell'auto fincheè non ci sono auto e nessuno interessa la tv finchè non ci sono programmi televisivi. Questa capacità della tecnologia di crearsi una sua domanda non è senza rapporti col fatto che essa è anzitutto un'estensione dei nostri corpi e dei nostri sensi. Quando siamo privati della vista, gli altri sensi se ne assumono in certa misura le funzioni. Ma la necessità di usare i sensi disponibili è persistente quanto il respiro, ed è questo che ci induce a tenere quasi continuamente in funzione radio e tv. Questo impulso a un uso continuo è abbastaza indipendente dal contenuot dei programmi o dalla vita sensoriale dell'individuo, essendo piuttosto una testimonianza del fatto che la tecnologia è parte dei nostri corpi. La tecnologia elettrica è in diretto rapporto con i nostri sistemi nervosi centrali, ed è perciò ridicolo parlare di ciò che il pubblico "vuole" sentir risuonare sui propri nervi. Sarebbe come chiedere quali vedute e quali suoni si prefirebbe avere in una metropoli. Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e nostri sistemi nervosi alla manipolazione di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, orecchie e nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere ciò a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata. qualcosa del genere è già accaduto con lo spazio esterno, per le stesse ragione che ci hanno portato a cedere il nostro sistema nervoso a diverse società. Fin quando resteremo legati a un atteggiamento narcisistico e considereremo le estensione dei nostri corpi qualcosa di esterno e indipendente da noi, non riusciremo ad affrontare le sfide della tecnologia se non con le piroette di una buccia di banana. La specializzazione dell'industria meccanizzata e l'organizzazione del mercato hanno presentato all'uomo occidentale la sfida della manifattura mediante monofrattura. Questa sfida ha permeato tutt gli aspetti della nostra vita e ci ha permesso di espanderci trionfalmente in tutte le direzioni SECONDA PARTE 8. La parola parlata Fiore del male? La parola parlata coinvolge drammaticamente tutti i sensi, anche se le persone più alfabete tendono a parlare il più coerentemente e naturalmente possibile. I caratteri estremamente diversi della parola parlata e di quella scritta sono facili da studiare oggi che i contatti con le società analfabete sono sempre più stretti. Un indigeno, il solo membro alfabeta di un intero gruppo, narrò come gli accadesse di fungere da lettore quando gli altri ricevevano corrispondenza e si sentì obbligato a tapparsi le orecchie per non violare la segretezza delle lettere. La parola parlata non fornisce l'estensione e l'amplificazione del potere visivo necessario all'individualismo e alla privacy. La scrittura fonetica è rozza e lenta, non si può scrivere "stasera" in molti modi diversi, ma si possono dare toni e modi diversi di pronuncia, notando poi le differenze di significato e sentimento. La parola scritta espone chiaramente in sequenza ciò che la parola parlata è rapido e implicito. Se l'orecchio umano può essere paragonato a una radio ricevente capace di decifrare L'estensione della nostra pelle Il vestiario, in quanto estensione della pelle, può essere visto come una meccanismo per il controllo della temperatura e come un mezzo per definire socialmente la persona. La differenza tra alloggio e vestiario e che l'alloggio estende i meccanismi interni per il controllo della temperatura del nostro organismo, il vestiario è un'estensione più diretta della superficie esterna del nostro corpo. Oggi gli europei hanno cominciato a vestirsi per dare nell'occhio proprio quando gli americani cominciarono a staccarsi dal loro stile visivo tradizionale. Durante la seconda guerra mondiale l'Europa ha iniziato a porre l'accento sui valori visivi, viceversa l'America hanno incominciato a a ribellarsi contro i valori uniformi del consumatore. A fine 700 gli europei furono protagonisti di una specie di rivoluzione nel campo dei consumi. Venne di moda abbandonare tra le classi superiori i ricchi abiti di corte per adottare stoffe più semplici. Prima di allora il sistema feudale aveva imposto le classi superiori a vestire come parlavano, in uno stile raffinato e diverso da quello della gente comune. Oggi in America i vestiti e le acconciature delle donne hanno rinunciato allo sforzo visuale per quello iconico, o scultoreo e tattile. La donna si presenta come una persona da toccare e maneggiare, non solo guardare. 13. Gli alloggi Nuovo aspetto e nuova prospettiva Se il vestiario è un'estensione della nostra pelle personale per immagazzinare e incanalare calore ed energia, l'alloggio è un mezzo collettivo perchè la famiglia o il gruppo possano prevenire allo stesso fine. L'alloggio è un'estensione dei nostri meccanismi per il controllo della temperaturoa del corpo, una pelle o un indumento collettivo. Le città sono un'ulteriore estensione degli organi fisici per soddisfare i bisogni di gruppi più vasti. L'uomo alfabeta e civilizzato tende a restringere e a rinchiudersi in uno spazio nonchè a separare le funzioni, mentre l'uomo tribale aveva liberamente esteso la forma del suo corpo in modo da includere in essa l'universo. Nel pensiero religioso indiano il corpo umano era messo ritualmente in rapporto con l'immagine cosmica, assimilata a sua volta nella forma della casa. Per le società tribali e non alfabete l'alloggio era un'immagine del corpo e insieme dell'universo. L'edificazione della casa era ritualmente associata all'atto di creazione. Nel mondo tribale le città e la casa erano considerate incarnazioni iconiche della parola, del mito divino, dell'aspirazione universale. La casa è un tentatio di estendere il meccanismo di controllo della temperatura del corpo. Il controllo della temperature è un elemento fondamentale dell'alloggio come del vestiario (es. le igloo degli eschimesi). Vestiario e alloggi sono media di comunicazione nel senso che plasmano e modificano i modelli di associazione umana. Le diverse tecniche di riscaldamento e illuminazione sembrano dare solo una nuova flessibilità e una nuova portata a quella che è la natura fondamentale di questi media, cioè all'estensione dei nostri meccanismi per il controllo della temperatura per creare un equilibrio termico. L'illuminazione elettrica ha inserito nel complesso culturale delle estensioni dell'uomo nell'ambiente e nella città una flessibilità organica ignota a qualsiasi altra epoca. L'illuminazione come estensione delle nostre possibilità ci offre l'esempio più evidente di come queste estensioni modifichino le nostre percezioni. In questo campo il medium è il messaggio, e quando la luce è accesa esiste un mondo dei sensi che sparisce appena la luce si spegna. 14. Denaro La credit card del povero Nelle culture non alfabete il denaro nasce in forma di merce, in quelle alfabete può accadere che le circostanze restituiscano a certe merci un valore monetario. Il denaro conserva sempre qualche traccia del suo carattere di merce. All'inizo la sua funzione di allargare la portata dell'uomo dai prodotti e dalle derrate vicine a quelle più lontante era minima, perchè scarso era l'incremento della mobilità dei commerci. E' un po'come quando un bambino comincia a parlare. All'inizio egli tende a prendere gli oggetti e tenerseli, ma verso la fine del primo anno acquista la capacità di lasciarli di volontariamente. Subentra poi la parola, che gli conferisce il potere di staccarsi dall'ambiente e quindi una grande mobilità nella conoscenza dell'ambiente stesso. E' ciò che accade quando il concetto del denaro come circolante si sostituisce a quello del denaro come merce. Il circolante è un modo di lasciare andare i prodotti e le meci che si hanno sotto mano e che in un primo tempo sono serviti come denaro, per estendere i traffici a tutto il complesso sociale. Il commercio monetario si basa sostanzialmente su un ciclo oscillatorio tra l'afferrare le cose e lasciarle andare. Il denaro è materia prima, una risorsa naturale. In quanto forma esteriore e visibile dell'impulso di cambiare e scambiare, è un'immagine collettiva il cui status istituzionale dipende dalla società. La merce usata come denaro dai primitivi può essere una riserva di potere e ha spesso caustao una febbrile attività economica. Un'applicazione al produrre può essere seguita dalla deliberata distruzione dei prodotti al fine di conquistare un prestigio morale (potlatch) Il denaro, come mezzo sociale per estendere e amplificare il lavoro in una forma facilmente accessibile e portatile perse parte del suo potere con l'avvento della moneta rappresentativa o cartacea. Il denaro come medium sociale, o estensione di un desiderio o diuna motivazione interna crea valori sociali e spirituali come la moda nell'abbigliamento femminile. "Il denaro parla" perchè è una metafora, un biglietto, un ponte. Ma è anche una tecnologia specialistica come la scrittura, e come la scrittura intensifica l'aspetto visivo della parola e dell'ordine. Se consideriamo la natura e l'uso del denaro nelle società non alfabete possiamo capire meglio come la scrittura abbia contribuito alla nascita della valuta circolante. L'uniformità delle merci, unita a un sistema di prezzi fissi che noi ora consideriamo normale, diventa possibile solo quando il terreno è stato preparato dalla stampa. Le società non alfabete mancano delle risorse psichiche necessarie per creare e mantenere quelle enormi strutture d'informazione statistica che noi chiamiamo mercati e prezzi. E' molto più facile organizzare la produzione che addestrare intere popolazioni all'abitudine di tradurre in termini statistici i loro desideri, con il meccanismo della domanda e dell'offerta e con la tecnologia visiva dei prezzi. L'automazione, che è elettrica, non simboleggia tanto il lavoro fisico quanto la conoscenza programmata. Man mano che il lavoro è sostituito dal puro movimento d'infomazione, il denaro cme magazzino del lavoro si fonde con le forme informazionali del credito e con la credit card. Dalla moneta alla banconota alla credit card c'è un progresso verso lo scambio commerciale come movimento d'informazione. Questa tendenza a un'informazione onnicompresniva è l'immagine espressa dalla credit card e s'avvicina al carattere della moneta tribale. La società tribale infatti. non conoscendo specializzazioni d'impegno o lavoro, non specializza neppure il denaro. Le folle di persone e le pile di soldi non solo tendono all'accrescimento, ma generano inquietudine sulla possibilità di una disintegrazione e di una deflazione. Il movimento in due sensi dell'espansione e della deeflazione sembra la causa del nervosismo delle folle e dell'inquietudine che s'accompagna alla ricchezza. 15. Orologi Il profumo del tempo Come il lavoro incominciò con la divisione della mano d'opera, così la durata incomincia con la divisione del tempo e in particolare con quelle suddivisione mediante le quali gli orologi meccanici impongono al senso del tempo una successione uniforme. Come strumento tecnologico, l'orologio è una macchina che produce ore, minuti e secondi secondo lo schema della catena di montaggio. L'orologio meccanico contribuisce a creare l'immagine di un universo numericamente quantificato e mosso da forze meccaniche. Nel Medioevo l'orologio del comune permetteva nelle piccole comunità una grande coordinanza di energie. Nel Rinascimento l'orologio si associò alla rispettabilità uniforme della tipografia per estendere il potere dell'organizzazione sociale su scala quasi nazionale. Nell'800 esso poteva offrire una tecnologia coesiva inseparabile dall'industria e dai trasporti e in grado di far agire un'intera metropoli quasi come un automa. Ora, nell'era elettrica del potere e dell'informazione decentrati incominciamo a dolerci dell'uniformità del tempo scandito dall'orologio. Cerchiamo una molteplicità di ritmi anzichè una ripetitibilità. Oggi non è soltanto il tempo scandito dall'orologio ad essere antiquato, ma anche la ruota stessa, che già si contrae in forme di animale sotto l'impulso di velocità sempre maggiori. L'orologio moderno, meccanico, include in sè la ruota. Ma ha cessato di avere il significato e le funzioni di un tempo. All'uniformità del tempo è succeduta la pluralità dei tempi. Non fu l'orologio, ma l'alfabetismo rafforzato dall'orologio, a creare un tempo astratto e a far si che gli uomini mangiassero non quando avevano fame ma quando era "ora di mangiare". L'orologio asportò l'uomo dal mondo dei ritmi e delle ricorrenze stagionali con la stessa efficacia con cui l'alfabet olo aveva liberato dalla risonanza magica della parola parlate e dalla trappola tribale. 16. La stampa Come capirla In tempi antichi, quando i marinai tornavano dai loro viaggi, i funzionari della corona facevano di tutto per procurarsi copie originali delle mappe durante le traversate, instaurando anche una specie di mecato nero di vendita di mappe clandestine. Molto prima che Gutenberg inventasse la stampa a caratteri mobili già si sapeva molto su carta mediante xilografie. L'uomo del Medioevo e del Rinascimento ignorava quella separazione e specializzazione che si instaurarono in un periodo successivo. I manoscritti e i primi libri stampati erano letti ad alta voce e le poesie venivano cantate o recitate. La principale caratteristica della stampa ci sfugge in quanto appare ovvia e casuale. Consiste nell'essere una dichiarazione pittorica che può venire ripetuta con precisione all'infinito, o finchè dura la matrice. Con la tipografia, il principio del carattere mobile mostrò come meccanizzare qualunque lavoro manuale con la segmentazione e la frammentazione di un'azione totale. Ciò che cominciò con l'alfabeto, inquanto separazione dei gesti, della vista e del suono nella parola parlata raggiunse, prima con la xilografia poi con la tipografia, un nuovo livello d'intensità La stampa fu accolta con entusiasmo come mezzo per impartire informazioni nonchè come incintiva alla pietà e alla meditazione, ma l'uso della xilografia continuò per alri 200 anni. E' ovvio che il medium freddo coinvolge lo spettatore, mentre il medium caldo no. Ma può contraddire le Fratelli Wright prima erano meccanici ciclisti). La reazione dell'aumento di potenza e di velocità dei nostri corpi estesi genera nuove estensioni. Ogni tecnologia crea nuove tensioni e nuovi bisogni negli esseri umani che l'hanno generata. Il nuovo bisogno e la nuova risposta tecnologica nascono dal fatto che ci siamo impadroniti della tecnologia già esistente: è un processo ininterrotto. La ruota produsse la strada e spostò più rapidamente le merci dai campi ai villaggi. L'accelerazione creò centri sempre più vasti, specializzazioni sempre più chiuse, incentivi, agglomerati e aggressioni sempre più intensi. E' per questo che il veicolo a ruote appare all'inizio come carro di guerra nello stesso modo in cui il centro urbano, creato dalla ruota, nasce come fortilizio aggressivo. La fusione e il consolidamente delle capacità specialistiche, resi possibili dall'accelerazione della ruota, bastano a spingere il crescente livello della creatività e della potenza distruttiva dell'uomo. La ruota e la strada sono sccentratrici perchè accelerano a un limite che la nave non può raggiungere. Ma al di là di un certo punto di accelerazione, quando prodotta dall'automobile e dall'aereo, crea un decentramento all'interno dell'accentramento preesistente. E' questa l'origine del caos urbano della nostra epoca. La ruota, spinta oltre una certa intensità di movimento, non accentra più. E tutte le forme elettriche hanno un effetto decentrante in quanto tagliano trasversalmente gli antichi schemi meccanici come una cornamusa introdotta in una sinfonia 20. La fotografia Il bordello senza muri Una delle caratteristiche di questo medum è quella di isolare nel tempo momenti singoli. Il potere della macchina fotografica di essere ovunque e stabilire rapporti tra cose è espresso nell'affermazione "Oggi una donna, senza uscire dal proprio paese, può avere nel proprio armadio il meglio di cinque o più nazioni: cose belle e in armonia come il sogno di un uomo di stato". Per questo nella fotografia la moda è divetnata simile a quello che, in pittura, è il collage. Nessuno può fare della fotografia da solo. E' possihbile avere almeno l'illusione di leggere e scrivere nell'isolamento, ma la fotografia non permette ciò. Se ha qualche senso deplorare lo sviluppo di forme d'arte collettive come il cinema e il giornale, lo ha certamente in rapporto con le precedenti tecnologie individualistiche che da queste forme vengono corrose. Tuttavia senza stampe, xilografie e incisioni, la fotografia non sarebbe mai esistita. Dire però che la fotografia non può mentire equivale a sottolineare le frodi che vengono compiute in suo nome. Al punto che il cinema, preparato dalla fotografia, è divenuto sinonimo di fantasia e illusione. Se l'alfabeto fonetico era un mezzo tecnico per "scindere" la parola parlata dai usoi aspetti di suono e di gesto, la fotografia, e il cinema che ne è uno sviluppo, hanno "restituito" il gesto alla tecnologia umana dell'esperienza registrata. Ma forse il settore più radicalmente rivoluzionario fu quello delle arti tradizionali. Il pittore non poteva più dipingere un mondo fotografato. Passò allora, con l'espressionismo e l'arte astratta, a rivelare il processo interno della creatività. Similmente il romanziere non poteva più descrivere oggetti o avvenimenti a lettori che già sapevano ciò che accadeva da foto, giornali, film e radio. L'arte passò dalla creazione del mondo esteriore a quella del mondo interiore. E' impossibile capire il medium della fotografia senza rendersi conto dei suoi rapporti con altri media vecchi e nuovi. I media infatti in quanto estensioni del nostro sistema fisico e nervoso, contribuiscono un mondo di interazioni biochimiche che deve cercare un nuovo equilibrio ogni volta che sopraggiunge una nuova estensione. I mondi della fotografia e della visibilità sono i solidi regni dell'anestesia. 21. Giornali Governare lasciando trapelar notizie Il grosso tema della stampa quotidiana e periodica può essere affrontato solo attraverso un contatto diretto con gli schemi formali del medium in questione. Il libro è una forma di confessione personale che presenta un "punto di vista". Il giornale è una forma di confessione di gruppo che presenta una partecipazione collettiva. Può "colorare" gli avvenimenti usandoli oppure non usandoli affatto. Ma è la quotidiana esposizione collettiva di una serie di dati giustapposti che da al giornale la sua complessa dimensione d'interesse umano. La forma "libro" non è un mosaicol della comunità o un'immagine collettiva, ma una voce privata. Sia il libro che il giornale hanno carattere di confessione in quanto la loro forma è da sola sufficiente, indipendentemente dal contenuto, a creare l'effetto di una "storia segreta". Come le pagine del libro contengono la storia segreta delle avventure mentali dell'autore, così quelle del giornale contengono la storia segreta della comunità nelle sue azioni e nelle sue interazioni. L'accelerazione nella raccolta e nella pubblicazione delle informazioni creò nuove forme di disposizione del materiale a uso del lettore. Il primo grande mutamento stilistico avvenne nel 700 con la tecnica dell'"equitono": consiste nel mantenere un tono e atteggiamento unico nei confronti del lettore. Le inserzioni e i bollettini di borsa sono alla base del giornale. il quale crollerebbe se si trovasse un'altra fonte di facile accesso a questa varietà d'informazione quotidiane. La radio e la tv possono presentare gli sport, le notizie, i fumetti e le fotografie. L'editoriale è stato ignorato per molti anni se non nella forma della notizia o del comunicato a pagamento. Il giornale non ha la stessa funzione in tutti i paesi. In Russia sono lo strumento principale per l'incremento dell'industria, dove le notizie politiche hanno la stessa serietà aggressiva che nell'inserzione americana ha la voce del finanziere. Libro e giornale sono entrambi, per il loro stesso formato, adibiti al compito di rivelare una storia segreta. Sono la forma stampata del sicorso pubblico e l'alta intensità della sua precisa uniformità di ripetizione che danno al libro e al giornale un carattere di confessionale pubblico. Le prime notizie che cerchiamo sul giornale sono quelle che già conosciamo. Perchè per le persone razionali vedere o riconoscere la propria esperienza in una nuova forma materiale è un dono che non costa nulla. L'esperienza trasferita in un nuovo medium ci regala letteralmente una deliziosa replica di ciò di cui già siamo consapevoli. La stampa ripete l'eccitazione che abbiamo provato nel servirci della nostra intelligenza, ed è servendoci di essa che possiamo trasportare il mondo esterno nel tessuto della nostra persona. In origine i giornali aspettavano che le notizie giungessero da loro, ma ben presto essi capirono che non dovevano soltanto riferire le notizie ma raccoglierle e anche fabbricarle. Tutto ciò che entrava nel giornale era notizia, il resto no. Ma il giornale è un'azione e una finzione quotidiana, composta di tutto ciò che esiste nella comunità. Attraverso la forma del mosaico diventa una sua immagine o un suo spaccato. Il mosaico è la forma dell'immagine collettiva e impone una partecipazione in profondità che è della comunità più che dell'individuo e inclusiva più che esclusiva. Se teniamo ben conto del fatto che il giornale è una forma o un'organizzazione a mosaico, cioè partecipazionale, e un mondo autonomo, possiamo capire perchè sia stato necessario a un governo democratico. Nel suo studio sulla stampa Douglas Carter è sconcertato dal fatto che, nonostante l'estrema frammentazione dei dipartimenti e dei settori governativi, i giornali riescono in qualche modo a conservare un rapporto tra loro e la nazione. egli sottolinea il paradosso che il giornale ha come fine primo la depurazione della società mediante la pubblicità benchè, nel mondo elettronico costituito da una rete di avvenimenti senza giunture, la maggior parte delle questioni debbano rimanere segrete. L'estrema segretezza si trasforma in partecipazione e responsabilità pubblica grazie alla flessibilità delle notizie che si lasciano scientemente trapelare. Il giornale è stato inoltre una potente arma di propaganda soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda. Libro e giornale, in quanto forme o media, sembrano essere incompatibili quanto possono esserlo due media. I padroni dei media si sforzano sempre di dare al pubblico ciò che esso vuole perchè sentono che il loro potere è nel medium e non nel messaggio o nel programma. 22. L'automobile La sposa meccanica E' forse fondata l'affernazione che l'americano è una creatura a quattro ruote, nonchè la costatazione che per l'americano è più importante arrivare all'età in cui può ottenere la patente che a quella in cui può votare. Le automobili sono diventate la vera popolazione delle città. Esse vengono a volte considerate come abbigliamento, senza le quali ci sentiamo nudi e incompleti. L'automobilista è tecnologicamente superiore al cavaliere in armatura, ma può darsi che i mutamenti della tecnologia elettrica s'apprestino a smontarlo di sella e a restituirci proporzioni pedonali. Andare al lavoro può essere soltanto una fase transitoria come "andare a far compere". Come molti altri strumenti tecnologici però, anche la macchina subirà trasformazioni fino, forse, ad arrivare a sparire del tutto. L'auto farà la fine del cavallo, prima principale mezzo di trasporto, ora tornato a galla come mezzo di svago. Negli ultimi anni sono stati compiuti molti sforzi per snellire l'automobile. Ma se qualcuno domandasse "durerà l'auto?" sorgerebbero subito dubbi. La risposta è No. Anche la ruota è antiquata nell'era elettrica. Il fatto che la ruota sia antiquata non implica che debba sparire, ma semplicemente che, come calligrafia e tipografia, finirà per assumere un peso secondario. Nel 1986 Ford costruì la prima auto e 7 anni dopo fondò la Ford Motor Company. Fu la scintilla elettrica che permise al motore a benzina di prevalere su quello a vapore. Fu però la tv a sferrare un colpo decisivo all'auto americana. L'auto e la catena di montaggio erano divenute espressioni estreme della tecnologia gutenberghiana, cioè dei processi uniformi e ripetibili appplicati a tutti gli aspetti del lavoro e della vita. La tv mise in dubbio i presupposti meccanici dell'uniformità e della standardizzazione, nonchè i valori del consumo. L'auto è, più del cavallo, un'estensione dell'uomo che lo trasforma in superuomo. E'un medium caldo di comunicazione sociale. L'auto lavorò al livellamento sociale soltanto con la potenza dei suoi cavalli a vapore. E creò strade e stazioni che non soltanto sono molto simili in tutte le regioni del paese, ma sono disponibili per tutte. Confondere l'auto con un suo status symbol solo perchè si chiede di considerarla qualsiasi cosa tranne che un'auto significa fraintendere il significato di questo tardissimo prodotto dell'era meccanica che sta ora perdendo la propria forma di fronte alla tecnologia elettrica. L'auto è uno splendido esempio di meccanismo uniforme standarizzato, in perfetto accordo con la tecnologia gutenberghiana e l'alfabetismo che hanno creato la prima società senza classi che sia mai esistita. L'auto ha ucciso la campagna sostituendola con un nuovo che non il cinema o il teatro. E la partecipazione ai quiz era tale che gli organizzatori dello spettacolo furono perseguitati come truffatori. I giochi sono estensioni delle nostre persone sociali, non di quelle private, e sono media di comunicazione. Alla domanda "I giochi sono mass media?" la risposta è si. I giochi sono situazioni escogitate per permettere la partecipazione smultanea di molte persone a qualche schema significante delle loro vite collettive 25. Telegrafo L'ormone sociale I media elettrici tendono a creare una sorta di interdipendenza organica tra tutte le istituzioni della società. Ma, mentre con le comunicazioni elettriche le istituzioni politiche e commerciali assumono un carattere biologico, oggi sono molti i biologi che considerano l'organismo fisico una rete di comunicazioni: "L'ormone è un particolare meccanismo-sostanza chimico prodotto dalla ghiandolq endocrina e secreto nel sangue per regolare e coordinare le funzioni di organi distanti." Questa particolarità della forma elettrica ha una spiegazione: mentre tutte le tecnologie precedenti, salvo la parola, avevano esteso parti del nostro corpo, l'elettricità ha esteriorizzato il sistema nervoso centrale, cervello compreso. L'incapacità di comprendere il carattere organico della tecnologia è visibile nelle nostre preoccupazioni per i rischi della meccanizzazione nel mondo. Noi viviamo oggi nell'era dell'informazione e della comunicazione perchè i media elettrici creano istantaneamente e costantemente un campo totale di eventi interdipendenti ai quali partecipano tutti gli uomini. Ora questo mondo di azioni reciproche pubbliche ha la stessa interdipendenza onnicomprensive e integrale che aveva sinora caratterizzato soltanto i nostri sistemi nervosi individuali. Questo perchè l'elettricità ha carattere organico e rafforza il legame sociale organico mediante il suo impiego tecnologico nel telegrafo, nel telefono, nella radio ecc. La forma elettrica è profondamente tattile e organica in quanto dota ogni oggetto di una specie di sensibilità unificata, come aveva fatto un tempo la pittura rupestre. Nella nuova era elettrica l'obiettivo inconscio del pittore consisteva nell'elevare questo fatto al livello della consapevolezza. All'inizio il telegrafo era subordinato alla ferrovia e al giornale, estensioni della produzione e dei commerci. Fu nel 1844 che Samuel Morse inaugurò un collegamento telegrafico tra Washington e Baltimora. Appena risultò redditizio, nessuna tecnologia si sviluppò con maggiore rapidità. Con il telegrafo venne rivoluzionato il modo di fare notizie. Con esso l'uomo aveva dato inizio a quell'estenione o esteriorizzazione del proprio sistema nervoso che sta ora per diventare un'estensione della coscienza con le trasmissioni via satellite. Asportare dal sistema nervoso i propri nervi e metterci dentro i propri organi significava dare inizio a una situazione di angoscia. Tutti i nuovi medium producono inizialmente situazioni di disagio causate dallo sconvolgimento di tutto il sistema della vita. Da quando si è unita all'elettricità, l'intera tecnologia meccanica del mondo occidentale è stat vista tendere a velocità sempre più alte. Le notizie hanno superato sempre più le opinioni come agenti di formazione dell'opinione pubblica. Ma niente è stato più frainteso del potere del telegrafo in questa direzione, che è forse la sua caratteristica più decisiva. La dinamica naturale di libro e giornale consiste nel creare una prospettiva nazionale unitaria su uno schema centralizzato. Tutti i letterati hanno il desiderio di estendere le opinioni più illuminate alle "aree più arretrate". Il telegrafo ha distrutto questa speranza. Ha decentrato il mondo giornalistico al punto di rendere praticamente impossibile una visione nazionale Uniforme. Un'altra conseguenza del telegrafo in America fu di attrarre al giornalismo, anzichè al medium del libro, i letterati di talento. Una delle innovazioni meno trascurabili del telegrafo è stata la rubrica delle previsioni del tempo, che tra tutti gli elementi di interesse umano contenuti nella stampa quotidiana è forse quello che ottiene la più vasta partecpazione popolare. Il telegrafo ha dato avvio a una vera e propria rivoluzione tecnologica la cui portata non è ancora oggetto di esatta valutazione 26. La macchina da scrivere L'età del ferreo capriccio Nel 1882 la pubblicità affermava che la macchian da scrivere poteva essere usata come sussidio per imparare a leggere, a scrivere, nonchè per apprendere l'ortografie e la punteggiaturo. Oggi essa non è più praticamente utilizzata. Un potere di creare autonomia e indipendenza venne attribuito allo stesso congegno dalla donna indipendente di 50 anni fa. Quando le macchine d ascrivere furono messe in vendita a quel prezzo si disse che le donne inglesi avevano acquistato un "aspetto da dodici sterline". Era un aspetto che aveva più di un rapporto con il gesto vikingo della Nora Helmer ibseniana, quella che sbattè la porta della propria casa di bambola e partì alla ricerca di una professione e di un'esperienza più autentica e profonda. Era iniziata l'età del capriccio di ferro. Quando la dattilografia invase gli uffici i fabbricanti di sutacchierie compresero che era arrivata la loro ora. Inoltre le schiere uniformi delle eleganti dattilografe resero possibile una rivoluzione nell'industria dell'abbigliamento. Tutti volevano indossare ciò che la dattilografia indossava, in quanto essa era simbolo popolare di iniziativa e abilità. Ma i suoi effetti non sono tutti di questo tipo. Ha dato un grande contributo alle forme più comuni di quello specialismo omogenizzato e di quella frammentazine che sono tipiche della cultura tipografica, ma ha anche prodotto un'integrazione delle funzioni e una grande indipendenza del singolo individuo. G.K. Chesterton considerava questa nuova indipendenza un'illusione, osservando che "le donne, rifiutatesi di subire gli altrui" dettami", hanno finito per darsi alla stenografia. Poeta e romanziere compongono ora la macchina. E la macchina fonde la composizione con la pubblicazione determinando un atteggiamento del tutto nuovo verso la parola scritta e stampata. Seduto davanti alla macchina da scrivere, il poeta improvvisa come il musicista jazz, vive l'esperienza dell'esecuzione quale composizione. Davanti ad essa il poeta ha a disposizione le risorse della pressa tipografica. In quanto acceleratore, la macchina da scrivere stabilì una stretta associazione tra scrittura, discorso e pubblicazione. Pur essendo una forma meccanica, ebbe sotto certi aspetti effetti implosivi anzichè esplosivi. Per la parte esplosiva, essa ha avuto un effetto immediato nel regolare ortografia e grammatica. Ha provocato un incremento enorme nella vendita di dizionari e creato schedari ricolmi di carte che a loro volta hanno dato origine a organizzazioni specializzate alla pulizia degli schedari. Ma all'inizio essa non era considerata indispensabile all'andamento degli affari. Si dava importanza al tocco personale della lettera scritta a mano che le persone escludevano la macchina da scrivere dall'uso commerciale. Fu il telefono ad accelerarne il successo commerciale con frasi come "Mi mandi un promemoria" ripetuta in milioni di apparecchi. Piramidi di incartameti si elevarono sulla base della piccola rete telefonica in una sola azienda. 27 Il telefono Tromba squillante o simbolo tintinnante? Con il telefono si ha un'estensione dell'orecchio e della voce che è una forma di percezione extrasensoriale. Una delle più inattese conseguenze sociali del telefono è l'eliminazione delle case di piaceri e della ragazza squillo. Per i ciechi tutto è inatteso. La forma e il carattere del telefono, come di tutta la tecnologia elettrica, appaiono in questa clamorosa innovazione. La prostituta era una specialista, la ragazza squillo no. Il bordello non era una casa mentre la ragazza squillo vive a casa. Nel caso della ragazza squillo il telefono è come la macchina da scrivere, che fonde funzioni della composizione e della pubblicazione. La ragazza deve saper conversare e stare in società. Se la macchina da scrivere aveva staccato la donna dalla sua casa per trasformarla in una specialista d'uffcio, il telefono l'ha restituita al mondo dei dirigenti come strumento d'armonia. Macchina da scrivere e telefono sono due gemelli che non si somigliano ma che insieme hanno attuato il rinnovamento della ragazza americana. Noi non riusciamo a "visualizzare" quando telefoniamo. Mole persone non riescono inoltre a parlare al telefono con amici senza irritarsi. Perchè il telefono, a differenza della pagina scritta e stampata, esige una partecipazione completa. L'uomo s'infastidisce di questa richiesta per l'attenzione totale poichè è abituato a un'attenzione frammentaria. Molte persone, mentre telefonano, tendono a fare "ghirigori" per far partecipare tutti i sensi e facoltà. L'invenzione del telefono fu un episodio accidentale del grande sforzo compiuto nel secolo scorso per rendere visibile la parola e migliorare le condizioni dei sordi. Ciò indusse padre e figlio Bell a studiare un nuovo congegno elettronico che fu all'origine del telefono. La parola telefono entrò nell'uso nel 1840 e serviva a definire un congegno per trasmettere note musicali mediante bacchette di legno. Una delle più impressionanti conseguenze del telefono fu l'introduzione di una "rete senza giunture" di schemi intecciati nell'apparato direttive e amministrativo delle aziende. Non è possibile esercitare la delega d'autorità mediante il telefono. La struttura piramidiale della suddivisione dei compiti e della delegazione dei poteri non poteva resistere alla velocità con la quale il telefono scavalca tutte le strutture gerarchiche e coinvolge profondamente le persone. Il telefono è un intruso capace di penetrare ovunque in qualsiasi momento, al punto che gli altri dirigenti sono immuni dal suo richiamo a malapena quando fanno uno spuntino alla tavola calda. Per sua natura il telefono è una forma intensamente personale che ignora tute le pretese di privacy visiva dell'uomo alfabeta. 28. Il grammofono Il giocattolo che ha contratto il petto della nazione Il grammofono ha manifestato la sua forma e la sua funzione sostanzialmente elettriche solo quando il magnetofono lo ha liberato dei suoi orpelli meccanici. Il fatto che il mondo dei suoni sia un campo unificato di relazioni sostanzialmente istantanee determina una sua omogeneità con il mondo delle onde elettromagnetiche. Da ciò deriva il precocissimo rapporto instauratosi tra radio e grammofono. John Philip Sousa capì che il nuovo oggetto era un'estensione e un'amplificazione della voce e avrebbe potuto ridurre l'attività vocale degli individui come l'automobile aveva ridotto la loro attività pedonale. Esso è un medium caldo come la radio. Esso andò incontro a diversi nomi: l'apparechcio per suonare dischi era immaginato come una specie di registratore delle conversazioni telefoniche, di qui i nomi "fonografo" e "grammofono". Alla base dell'immediato successo del fonografo fu l'insieme dell'implosione elettrica che diede tanto peso e importanza ai programmi alla televisione. È stata però tentata una nuova stategia, quella del film di grande impegno finanziario. Perchè il colore è il mezzo con il quale il cinema può avvicinarsi di più all'effetto dell'immagine televisiva. Esso riduce notevolmente l'intensità fotografica e crea, in parte, le condizioni visive per una partecipazione dello spettatore. Nel mondo antico le storie pià popolari erano quelle che raccontavano la caduta di un principe. Con l'avvento del medium caldissimo della stampa, la preferenza si spostò verso ritmi ascendenti e vicende di persone che hanno successo e si fanno improvvismanete strada nel mondo. Sembrava che il nuovo metodo tipografico della segmentazione minuziosa e uniforme dei problemi potesse condurre a tutto. Fu con lo stesso medoto che vennero poi fatti i film. La forma cinematografica era la realizzazione totale del grande potenziale della frammentazione tipografica. Ma l'implosione elettrica ha ora colto l'intero processo dell'espansione mediante frammentazione. Ha restaurato il freddo mondo a mosaico dell'implosione, dell'equilibrio e della stasi. Nell'era elettrica l'espansione a senso unico dell'eroe individualista avviato al vertice suggerisce un'immagine macabra di esistenze calpestate e armonie distrutte. Questo è il messaggio subliminale del mosaico televisivo con il suo campo totale di impulsi simultanei. Il film non può che inchinarsi a questa potenza superiore. I giovani hanno assorbito il messaggio televisivo rifiutando con l'atteggiamento del beatnik le norme della società dei consumi e il mito del successo personale 30. Radio Il tamburo tribale L'inghilterra e l'America erano state vaccinate contro la radio dall'essere rimaste a lungo esposte all'alfabetismo e all'industrialismo. Le culture europee, più terrene e meno visive, non ne furono invece immuni. Per loro la magia tribale della radio non andò perduta e l'antico tessuto della stirpe tornò a risuonare sulla nota del fascismo. Il potere che questo ha questo medium di coinvolgere le persone è dimostrato da come se ne servono i ragazzi quando fanno i compiti a casa e da molte altre persone che si portano appresso apparecchi a transitor per crearsi un mondo tutto loro anche quando sono in mezzo a una folla. Uno dei molti effetti della televisione sulla radio è stato di trasformarla da medium di svago in una specie di sistema nervoso d'informazione. I notiziari, i segnali orari, le informazioni sul traffico e, soprattutto, i bollettini meteorologici hanno ora la funzione di accentuare l'originario potere di coinvolgere le persone. Coloro che ascoltavano alla radio i dibattiti tra Kennedy e Nixon arrivarono a concludere la superiorità di quest'ultimo. Il guaio di Nixon fu di offrire un'immagine netta e ad alta definizione, di un medium freddo come la tv che conferiva a questa immagine un'impressione di falsità. Forse anche Roosvelt non sarebbe andato bene alla tv, ma egli sfruttò il medium caldo della radio per le sue fredde conversazioni al caminetto. La radio tocca intimamente, personalmente, quasi tutti in quanto presenta un mondo di comunicazioni sottintese tra l'insieme scrittore-speaker e ascoltatore. È questo il suo aspetto immediato: un'esperienza privata. Le sue profondità subliminali sono cariche degli echi risonanti di corni tribali e antichi tamburi. Ciò è insito nella natura stessa del medium, per il suo potere di trasformare la psiche e la società in un'unica stanza degli echi. La radio fornì la prima grande implosione elettronica, cioè di un totale capovolgimento diegli indirizzi e dei significati della civlità alfabeta occidentale. Per i popoli tribali, cioè per quelli la cui esistenza sociale è una estensione della vita familiare, la radio continuerà a essere un'esperienza violenta. Le società ad alto livello d'alfabetismo che da tempo subordinavano na vita familiare all'individualismo sono riuscite ad assorbire e a neutralizzare questa mplosione senza scosse rivoluzionarie. Non così le comunità che dall'alfabetismo hanno avuto soltanto un'esperienza breve o superficiale. Per loro la radio è profondamente esplosiva. La radio, come ogni altro medium, ha un suo manto che la rende invisibile. Ci si presenta apparentemente in una forma diretta e personale che è privata e intima, mentre per ciò che più conta è una subliminale stanza degli echi che ha il potere magico di toccare corde remote e dimenticate. Tutte le nostre estensioni tecnologiche devono essere subliminali, altrimenti non potremmo resistere alla loro suggestione. Più del telefono, la radio è un'estensione del sistemanervoso centrale alla quale può essere accostato soltanto il discorso umano. La radio provocò grandi mutamenti nei giornali, nelle pubblicità, nella poesia e nel teatro. Ha creato il disc jockey e ha fatto dell'autore di gag un personaggio a livello nazionale. Con l'avvento della radio la gag ha sdoppiantato la facezia, non soltanto per merito dei suoi autori ma perchè la radio è un medium caldo e rapido che ha anche razionato lo spazio a disposizione del reporter per le sue storie. La radio provoca un'accelerazione dell'informazione che causa anche un accelerazione di altri media. Restringe il mondo alle dimensioni di un villaggio e crea un insaziabile gusto paesano per i pettegolezzi, le voci e gli attacchi personali. Ma non omogeneizza i diversi quartieri del villaggio. Anzi in India, dove la radio è la prima fonte di comunicazione, esistono oltre una dozzina di lingue ufficiali e altrettante reti radiofoniche. L'unione della radio col fonografo, che costitusisce il programma radiofonico medio, crea uno schema assai pià potente di quella combinazione tra radio, giornale e telegrafo che ci fornisce i notiziari e i bollettini meteorologici. E' curioso constatare come alla radio o alla tv questi ultimi siano assa pià seguiti delle notizie. Non è forse perchè il "clima" è ora interamente una forma d'informazione elettronica mentre le notizie conservano in gran parte gli schemi della parola parlata? Le pressioni commerciali, più che l'intuizione artistica, conferiscono una febbrile vitalità alle imprese americane equivalenti. 31. Televisione Il gigante timido Forse l'effetto più noto e patetico della tv è la posizione che assumono ormai i bambini nei primi anni di scuola. Dall'avvento del nuovo medium, indipendentemente dalle condizioni dei loro occhi, si pongono ad una distanza media di 16 cm dalla pagina stampata. Si sforzano insomma di riportare su di essa quello stesso coinvolgimento di tutti i sensi che è proprio dell'immagine televisiva, della quale eseguono gli ordini con abilità psico-mimetica. La tv è un medium che respinge le personalità marcate e preferisce presentare procedimenti di lavorazione piuttosto che prodotti perfettamente finiti. Questa tendenza al procedimento anzichè al prodotto ben confezionato spiega le frustrazioni provate da molti che hanno cercato di utilizzare politicamente questo medium. Edith Efron definiva la tv "il gigante timido" perchè inadatto alle questioni scottanti e agli argomenti controversi. Sono molte le cose che dopo l'avvento della tv hanno cessato di funzionare. Non solo i film ma anche le riviste a diffusione nazionale sono state colpite da questo medium. È stato grande il declino dei fumetti. L'immagine televisiva non ha nulla in comune con il cinema o la fotografia se non il fatto di offrire una Gestalt, o una disposizione di forme, non verbale. Con la tv lo spettatore è lo schermo. L'immagine televisiva è visivamente scarsa di dati. Non è un fotogramma immobile. Non è una fotograia ma un profilo in continua formazione di cose dipinte da un pennello elettronico. L'immagine televisiva offre allo spettatore circa 3 milioni di puntini al secondo, ma egli ne accetta solo qualche dozzina per volta e con esse costruisce un'immagine. L'immagine cinematofrafica offre ogni secondo molti milioni di dati in più e lo spettatore, per formarsi un'impressione, non deve effettuare la stessa drastia riduzione, ma accettarla in blocco. Viceversa lo spettatore del mosaico televisivo, dove l'immagine è controllata tecnicamente, riconfigura inconsapevolmente i puntini in un'astratta opera d'arte. Con qualunque altra forma a mosaico, anche la tv non conosce la terza dimensione, che può però esserle sovrimposta. Alla tv l'illusione della terza dimensione è data, sino a un certo punto, dalla scenografia costruita in studio, ma l'immagine in se stessa è un piatto mosaico bidimensionale. L'illusione tridimensionale è in buona parte un residuo dell'abitudine di guardare film e fotografie. La telecamere infatti non ha una propria angolazione visuale come la cinepresa. L'immagine televisiva ci chiede in ogni istante di "chiudere" gli spazi del mosaico con una convulsa partecipazione dei sensi che è profondamente tattile e cinetica, perchè il tatto è un rapporto tra tutti i sensi e non il contratto isolato tra pelle e oggetto. Molti registi dicono che l'immagine televisiva è a bassa definizione in qunato presenta pochi particolari de scarse informazioni. Un primo piano della tv fornisce informazioni quanto una piccola parte di un campo lungo sullo schermo cinematografico. Non essendosi resi conto di questo aspetto fondamentale dell'immagine televisiva, i critici contenutistici hanno detto molte sciocchezze sulla "violenza della tv". Se poi si renderssero conto in tutti i casi che il medium è il messaggio, cioè la fonte prima degli effetti, anzichè cercare di controllare il contenuto, proporrebbero la soppressione dei media in quanto tali. Un altro capovolgimento d'atteggiamenti si verificò con l'avvento del libro stampato. La cultura del manoscritto o dello scrivano non aveva molto interesse per la vita privata dello scrittore. Nonostante il successo del fumetto, non c'è grande interesse sulla vita privata dei suoi artisti, come del resto su quella degli autori di canzoni di successo. Con la stampa, medium caldo, i lettori incominciano a interessarsi moltissimo della vita privata degli scrittori. Proietta l'autore sul pubblico come faceva il cinema. Il manoscritto è invece un medium freddo che non si preoccupa di proiettare l'autore. E tale è anche la tv. Lo spettatore è coinvolto e partecipe. Per questo il ruolo del divo televisivo sembra più affascinante della sua vita privata. Un medium freddo, la parola parlata, il manoscritto o la tv, lascia molto più spazio all'ascoltatore e all'utente che non uno caldo. Se il medium è ad alta definizione, la partecipazione è bassa, mentre è alta se il medium è a bassa intensità. La tv è un medium freddo, il cinema è caldo. La tv, maglia a mosaico, come non favorisce la prospettiva nell'arte, così non favorisce la linearità nel modo di vivere. Con il suo avvento è sparita dall'industria la catena di montaggio, come sono scomparse tutte le strutture gerarchiche e lineari dai quadri direttivi delle aziende. Con la tv è finita anche la politica, l'era del blocco dei candidati, una forma di specialismo e di frammentazione che oggi non funziona più. Invece del blocco abbiamo l'icona, l'immagine inconclusiva. Invece del punto di vista o del programma, una posizione politica onnicomprensiva. 32. Armi
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