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globalizzazione: globale, locale e alternativo, Appunti di Sociologia dei Consumi

appunti lezioni sociologia dei consumi

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 24/05/2021

eleonoraa28
eleonoraa28 🇮🇹

4.3

(11)

14 documenti

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Scarica globalizzazione: globale, locale e alternativo e più Appunti in PDF di Sociologia dei Consumi solo su Docsity! GLOBALE, LOCALE, ALTERNATIVO Con il termine globalizzazione si indica il fenomeno di crescita progressiva delle relazioni e degli scambi di diverso tipo a livello mondiale in diversi ambiti osservato a partire dalla fine del XX secolo Ritzer: “una serie di processi che comportano crescenti flussi multidirezionali di beni, persone e informazioni in tutto il pianeta” Quindi il fenomeno della globalizzazione è legato sia alla compressione del mondo in un unico luogo sia all’intensificata coscienza del fatto che il mondo è sempre più unito. Ci troviamo infatti in un villaggio globale dove la dimensione nazionale non esiste più tutto viene inglobato in questo villaggio globale. La globalizzazione è un processo molto complesso, analizzato dai vari teorici con varie prospettive (economica, politica, culturale) e anche con pareri positivi o negativi. Per coloro che considerano la globalizzazione come un qualcosa di positivo guardano a questo fenomeno come portatore di progresso dell'umanità, di emancipazione (prospettiva ottimista), secondo altri invece la globalizzazione rappresenta un rischio, un impoverimento culturale e umano. Il fulcro è comunque l'idea di un cambiamento che interessa davvero tutto il mondo 360°. Quando si parla di globalizzazione spesso si usa un detto: “un battito d'ali in Africa può essere sentito in America” Globalizzazione economica Non c'è solo l'internazionalizzazione dei mercati finanziari, ma anche l'internazionalizzazione nei circuiti delle merci, dei prodotti e dei servizi. Questo è dovuto allo sviluppo delle imprese transnazionali, cioè di catene globali di merci che hanno origine in un determinato paese ma la cui distribuzione della merce avviene su scala globale Esempio: la storia di della catena di moda H&M. Ha origine svedese nel 1947, nasce come negozio femminile (Hennes) e poi si espande in tutto il mondo, con una propria quota sul mercato. Nell'arco di soli 10 anni Hennes apre un nuovo punto vendita in Norvegia e contemporaneamente acquisisce un negozio di abbigliamento uno store di caccia che si occupava di abbigliamento maschile e del bambino. Con l'acquisizione di questo nuovo business nel settore maschile il nome dell'azienda cambia e diventa quello che noi chiamiamo adesso H&M. In 10 anni l'ascesa di scende é notevole tanto da arrivare a una quotazione in borsa e successivamente all'apertura dei primo store a Londra poi in Francia, in Germania, in Spagna, fino all'inizio del 2000 quando la catena aprì lo store negli Stati Uniti. Ancora qualche anno dopo inizia le vendite online e questo è un altro passo verso la globalizzazione del brand. H&M diventa un gruppo davvero globale che inizia ad acquisire non solo catene distributive in tutto il pianeta ma anche nuovi brand, tra cui COS Globalizzazione politica 1989 fine della guerra fredda e della contrapposizione tra le due grandi potenze. Nascono quindi dei particolarismi locali, le nazioni, che a loro volta non riescono a far fronte alla complessità del nuovo mondo e si sviluppa così una nuova governance globale. Nasce la comunità europea che va a federare una serie di stati come Italia, Francia, Germania, che individualmente non avrebbero alcuna capacità economica, politica, finanziaria per far fronte al nuovo modo che si va delineando. Invece in un’unione hanno un peso completamente diverso e possono dialogare facilmente con la superpotenza americana. Cambia anche dal punto di vista politico il concetto di cittadinanza stesso: noi stessi faremmo fatica a definirci come cittadini italiani, cittadini europei e lo dimostra il fatto che quando ci muoviamo da uno stato all'altro dell'Europa non abbiamo bisogno di un passaporto ma c'è la libera circolazione delle persone e delle merci. Questo è importante prerequisito politico che favorisce lo sviluppo della globalizzazione e ne determina tutta una serie di conseguenze anche a livello culturale. Globalizzazione culturale Moltissimi teorici hanno affrontato il tema della globalizzazione culturale ognuno secondo una prospettiva diversa. Passeremo dal concetto di differenzialismo culturale di Huntington che fa riferimento anche a un fenomeno di natura politica alla tesi di Ritzer relativa alla Macdonaldizzazione che ha un approccio più pessimista nei confronti della globalizzazione, vede la globalizzazione come un fenomeno di convergenza culturale che va ad appiattire le identità locali Altri teorici come Roberson o Appadurai, nell'ambito dei media, parlano invece di un fenomeno di ibridazione culturale in grado di realizzare una serie di benefici e mix produttivi a livello culturale ma anche economico. Infine il fenomeno dell'eterogeneizzazione, dell'affiancamento di più elementi in maniera che a livello culturale ci sia una sorta di ricchezza di punti di vista. Differenzialismo culturale di Huntingoton Per capire questa la sua posizione dobbiamo far riferimento a tutta una serie di differenze profonde e irrisolvibili che riguardano il periodo della guerra fredda. • Bipolarismo tra l'occidente e l'oriente à oriente comunista, l'occidente capitalista. Questa opposizione appiattiva tutte le differenze culturali presenti tra i due blocchi contrapposti. Non che queste differenze culturali non esistessero, semplicemente erano controllate ed evitavano il confronto diretto tra queste differenze culturali, cosa accade nell’89. • Quando cade questo bipolarismo emergono le differenze culturali dei vari popoli. • Huntingoton parla proprio di civiltà che emergono, civiltà che sono costituita dall’insieme di tratti culturali identitari di questi popoli che riporta sostanzialmente alle caratteristiche religiose. Huntingoton quindi fa riferimento alla civiltà occidentale, alla civiltà islamica, alla civiltà cinese, a quella giapponese, quella ortodossa. • Quindi il declino della civiltà occidentale secondo Huntingoton è dovuto proprio al riemergere di queste civiltà asiatiche, islamiche che in precedenza erano controllate dal blocco del dell'oriente comunista. Secondo questa teoria la fine del mondo bipolare non ha segnato la fine della storia anzi, al contrario, ha rimesso in moto delle storie che erano rimaste bloccate dall'esistenza di questo ordine bipolare. Gli attentati dell'11 settembre 2001 alle torri gemelle hanno rappresentato secondo Huntingoton proprio una conferma di questa tesi, cioè l’emergere di differenze culturali che portano ad un vero e proprio scontro di civiltà. La civiltà islamica, che in precedenza era sopita quando c'era un bipolarismo, trova la sua forza di espressione e innesca un vero e proprio scontro con la civiltà occidentale perché non si riconosce negli stessi valori. Queste identità culturali sono alla base di un processo, per un verso di coesione, dall’altra parte di disintegrazione, di conflittualità che secondo Huntingoton caratterizza tutto il periodo post-guerra fredda e quindi di conseguenza il fenomeno della globalizzazione. L'elemento importante di questa teoria che riguarda il nostro mondo dei consumi è la tesi secondo cui la democrazia e la modernizzazione non necessariamente portano verso l'occidentalizzazione o l’omogeneizzazione del mondo, anzi portano verso l'emergere di particolarismi culturali identitari che poi trovano sfogo in vario modo globale. Quindi questi particolarismi inglobati nel fenomeno globale trovando una propria collocazione esempio: polemica hijab copricapo che viene utilizzato dalle donne islamiche come elemento identitario della propria cultura (connotazione simbolica livello religioso). Questo indumento non è accettato dalla cultura europea, perché velando il capo e gran parte del volto si viene sostanzialmente a perdere quello che per gli europei è un elemento di riconoscibilità dell’individuo. Si è creato un vero e proprio scontro legato a questo prodotto di moda che ha un forte valore identitario. Quello che è un elemento di differenzalismo culturale ha trovato una sua collocazione anche nel mondo dei consumi: lo hijab èvenduto tramite zalando e wish, ma anche adidas e nike che hanno il loro fulcro commerciale negli Stati Uniti. Questo prodotto tipicamente legato alla civiltà musulmana di fatto è diventato globale, perché venduto da tutti i paesi, perché c'è una capillare diffusione di queste persone islamiche in tutto il mondo. Quindi all'interno del fenomeno della globalizzazione c'è anche la possibilità di indifferenzialismo culturale, di una particolarità. Convergenza culturale di Ritzer Approccio di Ritzer nel suo testo relativo alla Mcdonaldizzazione Ritzer afferma la convergenza della cultura globale, l’unificazione degli stili di vita e dei simboli culturali, l’unificazione dei modelli di consumo, a partire da elementi e che sono tipicamente americani: il capitalismo, l’americanizzazione e la Mcdonaldizzazione sono un po’ il fulcro di questo processo di globalizzazione. Da questa concezione di globalizzazione emerge l'idea di un mondo unico omologato in cui le culture locali perdono significato, sono completamente sradicate e la globalizzazione quindi assume una connotazione piuttosto pessimistica. Il modello McDonald's rappresenta una metafora per descrivere un modo di agire standardizzato da parte delle aziende e viene applicato a tutti gli ambiti possibili (lavoro, famiglia, viaggi, tempo libero). La tesi della convergenza culturale vede un processo di convergenza culturale di globalizzazione e allo stesso tempo un processo che appiattisce le differenze in virtù di un unico punto di convergenza. esempio: prodotti globalizzati Nutella, crema di nocciola che viene prodotta ad Alba ma venduta in tutto il mondo perdendo quindi la sua connotazione locale. IPhone, prodotto di punta della Apple, è stato progettato in America ma assemblato in un'altra parte del mondo e divenuto un simbolo della globalizzazione. Coca Cola Coca Cola è stato concepito proprio come prodotto globale pronto che doveva essere venduto in tutti i paesi eppure ha tutta una serie di accezioni localizzate, ad esempio in alcuni paesi è più dolce. All'inizio del 2000 si è diffusa la mecca cola, prodotta nei paesi di origine islamica, aveva un sapore simile alla Coca Cola ma quello che è importante era il fenomeno di possibilità di creare un'alternativa simbolica ad un prodotto così globalizzato.
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