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GLOTTOLOGIA DISPENSE, Sintesi del corso di Glottologia

Riassunto manuale Fanciullo integrato ad appunti presi durante le lezioni.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020
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Caricato il 19/03/2020

ady05
ady05 🇮🇹

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Scarica GLOTTOLOGIA DISPENSE e più Sintesi del corso in PDF di Glottologia solo su Docsity! LINGUISTICA STORICA PARENTELE LINGUISTICHE  La linguistica che ci permette di capire come sono legate tra loro le lingue esiste dal 1700 Momento in cui sono aumentate le scoperte geografiche e popolazioni diverse sono entrate in contatto.  FILIPPO SASSETTI fu tra i primi europei a studiare il sanscrito, l'antica lingua indiana. Nel 1585, notò similitudini tra alcune parole sanscrite ed italiane EX: deva/dio, sarpa/serpe, sapta/sette. Le sue osservazioni hanno anticipato la scoperta della famiglia linguistica indoeuropea.  WILLIAM JONES era un funzionario inglese al quale venne assegnato il compito di Giudice della corte suprema del Bengala, compito che gli permise di studiare il sanscrito, lingua della cultura letteraria indiana. Nel18° secolo lo confrontò con le lingue germaniche, latine e greche soprattutto a livello fonologico. Nel 1783 a Calcutta tenne una conferenza sulla linguistica moderna dalla quale si capì che esisteva una parentela tra queste lingue.  La parentelalinguistica presuppone che le lingue possano essere raggruppate come membri dell’albero genealogico di una famiglia. ☆ Lingue-madre che generano lingue-figlie che a loro volta diventeranno lingue-madre etc… ☆ Lingue indoeuropee o Sviluppate tra l’Europa e l’Asia o Si sono diffuse prima dell’invenzione della scrittura o Non conosciamo il modo in cui pronunciavano tutte le parole ma solo quelle più frequenti EX: “mare” non lo usavano per questo le lingue figlie lo pronunciano in modi diversi “cavallo” = “ekwos” = “eques” (latino) = “equino” (italiano) o Iniziano a diffondersi nel 3000 a.C. in Europa e India o 1000 a.C si sviluppa il Tocario (A-B) o Ne sono derivate quelle neolatine o romanze (latino, greco), uniche di cui si conosce la lingua madre o Sanscrito, nel 1700 scompare perché l’India viene colonizzato dalla Gran Bretagna ☆Linguegermaniche, si pensa derivino dal Gotico del 4°secolo d.C tra queste troviamo: o Inglese, tedesco, olandese, danese, svedese, norvegese ☆ Lingue slave o Polacco, ceco, slovacco,russo, ucraino, bulgaro ☆ Lingue baltiche o Lituano, lettone, antico prussiano  Lingue madri di cui non abbiamo conoscenza sono gli elementi condivisi dalle lingue derivate LESSICO CONDIVISO 1)CORRISPONDENZE FONETICHE  Lingua madre = latino  Lingue figlie = italiano e francese  Simili a livello grafico più che a livello fonetico, hanno quindi una % di lessico condiviso (in comune) EX: FRANCESEpied pronuncia[pçe]mentre ITALIANO piede pronuncia [‘pj£de]  Tra queste due lingue possiamo trovare anche parole completamente diverse EX:charivari = baccano – montre = orologio –galet = ciottolo  ITALIANO occlusiva velare sorda [K]davanti [a] cavallo, [o] colla FRANCESE digramma CH[š]davanti [a] champed[ə] senza accento cheval, in sillaba aperta bouche Mentreha [k] davanti [o] [u] o Ad ogni k + a corrisponde un š + a->chanter = cantare o Ad ogni k + o/u corrisponde un k + o/u -> collection = collezione  Entrambe le lingue hanno avuto = punto di partenza poi: il francese ha modificato la sequenzak + amentre l’italiano no 2) CORRISPONDENZE MORFOLOGICHE  ITALIANO [‘a] tonica FRANCESE [‘a] tonica, se in ITALIANO[‘a] è in sillaba chiusa ->champ = campo, gras = grasso FRANCESE [‘e]/[‘£], se in ITALIANO [‘a] è in sillaba aperta ->mer =mare, chen = cane, sel = sale  Questo che il francese partendo da una struttura sillabica usata ancora dall’italiano abbia poi applicato delle modifiche  La struttura sillabica di partenza e quella Latina CAM.PU MA.RE SA.LE  ITALIANO [t] mercáto FRANCESE [/] marché  Le desinenze -áto -è si sono evolute in modo diverso dal latino -ĀTU  Desinenza che ritroviamo nella 1° coniugazione al participio passato étudié = studiáto  FRANCESE in [Y] vocale alta anteriore arrotondata, cioè -u in ITALIANO abbiamo -uto EX: voulu = voluto, lu = *leggiuto – letto  FRANCESE in [‘i] corrisponde ITALIANO -ito dormi = dormito, fini = finito Anche se esistono eccezioni queste sono irrilevanti accompli = compiuto  Si può dire che se due lingue hanno un certo numero di corrispondenze sistematiche sono già legate daparentela linguisticaorizzontale, cioè sono lingue sorelle.  Una conferma ulteriore è data dalla morfologiaovvero dalla corrispondenza tra morfemi flessivi, quelli più propri ad una lingua, difficili da trasmettere e meno soggetti al cambiamento.  Esistono patentalelinguisticheverticali tra lingua madre e lingue figlie EX: italiano e latino  A livello fonetico-fonologico ne troviamo moltissime  LATINO -pl in posizione finale ha in ITALIANO [-pj] PLanta = Pianta, PLumbum = Piombo  LATINO -j intervocalica ha inITALIANO -gg maJu = maGGio, maJore = maGGiore  LATINO -u breve e accentata ha in ITALIANO [-ó] vUlpe = volpe  LATINO -vj ha in ITALIANI -bbi gaVIa = gaBBIano Ci saremmo aspettati che pioggia derivasse da pluvia, mentre arriva da una forma popolare di *ploJa MUTAMENTO FONETICO  Cosa diventa cosa indipendentemente dalle conseguenze fonologiche, ne esistono diversi tipi:  Assimilazione due elementi continui si avvicinano dal punto di vista articolatorio, può essere: o Regressiva, il secondo elemento [t] condiziona il primo [k] LAT. Fa[ct]u ITA. Fa[tt]o o Progressiva Il primo elemento [n] condiziona il secondo [d] LAT. Mu[nd]u NAP. Mú[nn]ə o Bidirezionale a condizionare [k], sorda e non continua, prima sonorizzandola in [g] e poi mutandola in [ɣ], sonora e continua, è l'azione congiunta delle due vocali, sonore e continue, quella prima e quella dopo l'elemento modificato LAT. Am[i:ku] SP. ami[ɣ]o. o In turco l’assimilazione è riducibile al fenomeno dell’Armonia vocalica Vocali alte, lingua sopra la posizione di riposo i u(non palatali) ı ü (palatali) Vocali basse, senza innalzamento della linguaa o(non palatali)e ö(palatali). Assimilano la vocale, all’ultima vocale della parola con la quale vengono unite EX: il suffisso plurale è -ler , segue le parole che terminano con vocale palatale göl-ler (laghi) Suffisso plurale è -lar , segue le parole che terminano con vocale non palataleyol-lar (strade) Caso complesso del suffisso derivativo -ci per indicare Benzin (benzina) + ci (benzinaio) /C/ diventa [ğ] applicata palatale sonora se preceduta da elemento sonoro [benzin’ği] /C/ diventa affricata palatale sorda [ç]sempre ceduta da elemento sordo [iš’çi] lavoratore /i/ palatale alta non arrotondata è: ~ [i] palatale alta non arrotondata,se unita a una palatale non arrotondata cioè [i] o [e] ~ [u] velare arrotondata, se unità a una velare arrotondata [u] o [o] ~ [ü] palatale arrotondata se unità a una palatale arrotondata [ü] o [ö] ~ [ı] velare non arrotondata se unita a una velare non arrotondata [ı] o [a]  Metafonia o metafonesi appartiene ai dialetti italiani,escluso Toscano. Per effetto di vocali alte [i] [u], derivano dal LAT. -Ī -U(M), in posizione finale di parola, le vocali accentate si modificano così: o medio-chiuse(alte) [‘e] [‘o]si innalzano di un grado e passano alle alte [i] [u] o medio-aperte (basse) [‘ɛ] [‘ɔ]si innalzano di un grado diventando medio-alte[‘e] [‘o]o dittonghi [‘je] [‘wo] EX: LAT.Socrum (suocero) PORTO-ROMAMZO (post latino) *s[‘ɔ]kru ROMANZE s[‘o]kru o In salentino [‘wɛ] è l’esito metafonico di [‘ɔ] in quanto *[o] *[u] sono confluite solo in [u] S[‘ɔ]nu = io suono, non compare la metafonia - s[‘wɛ]nu = suono sostantivo, compare o In napoletano la natura assimilatoria non è più riconoscibile, tutte le vocali finali sono confluite in [-ə] EX: m.s caratterizzato da [‘u] o[‘i] russə = russo f.s caratterizzato da [‘o] o [‘e] rossə = russa n.s caratterizzato da [‘o] nepotə = nipote n.p caratterizzato da [‘u] neputə = nipoti ! Si tratta di morfologia non concatenativain quanto i monemi, morfema + lessema, si incastrano Uno dentro l’altro all’interno della parola!  Dissimilazione, due elementi continui e articolati uguali si diversificano EX: GRECO ANTICO [pt] occlusiva + occlusiva NEOGRECO[ft] fricativa + occlusiva EX: FRANCESE [kt] occlusiva velare [k] è diventata fricativa [x] In seguito è passata alla mediopalatale [ç] per poi diventare legamento [j] LAT. Lakte > laxt* > laçt* >lajt (scritto lait)  Inserzione vede l’aggiunta di materiale fonico non giustificato  Cancellazionevede la sottrazione di materiale fonico che invece dovrebbe essere presente EX: LATINO mense ITALIANO mese [n] cancellata  Metatesi spostamento di materiale fonico in un punto diverso della catena EX: ITA. DIALETTALE cRapa ‘capra’dal LATINO capra, indica una persona di scarso comprendonio EX: ITA pioppo deriva dal LATINO *ploppu *popplu, oggi pŏpulu  Coalescenza fusione di due elementi fonici continui in un terzo elemento diverso che presenta caratteristiche di ciascuno degli elementi di partenza EX:ITALIANO viňňa ‘vigna’ dal LATINO PARLATO *vinja Il fono palatale [ňň] è dato dalla fusione della nasale [n] con il legamento [j] EX: ITALIANO fiʎʎo ‘figlio’ dal LATINO PARLATO *filju Il fono laterale palatale[ʎʎ]è dato della fusione di laterale dentale [l] con il legamento palatale [j]  Scissione elemento fonico si scinde in due elementi distinti EX:/ɛ/ (LAT. ĕ) ->[jɛ]/ɔ/ (LAT. Ŏ) -> [wɔ] LATINO lĕve– bŏnu ITALIANO ljɛve - bwɔno EX: FRANCESE [y] vocale alta anteriore arrotondata ITALIANO [y] = [iu] o [ju] Men[‘y] diventa per noi men[‘ju]  Analogia è un mutamento indipendente dal contesto  Etimologia Popolare consente nella modificazione fonica di un significante A per effetto di un altro significante B al quale il parlante associa il significante A. Ciò significa che il parlante medio ha familiarità con un lessico ridottoed associa i significati A, più rari, con significativi B che rientrano maggiormente nelle sue conoscenze EX: ITALIANO “vedetta” vuol dire ‘luogo elevato da cui vigilare’e‘chi sorvegliadalla vedetta’ Nasce da ‘veletta’ vela più piccola dell’albero maestroda cui il marinaio vigilava. L’italiano vi ha aggiunto una [d] per legare l'idea al verbo ‘vedere’.  Tabù linguistico significati noti vengono distorti o alterati perché il parlante non vuole articolarli in maniera corretta. Lavoce che non si vuole più pronunciare è rimpiazzata da un sostituto inoffensivo, eufemismo. EX:‘Accidenti’ per indicare qualcosa che non va è stato soppiantato da ‘accidempolina’ EX: ITALIANO orso dal GRECOarkos LATINO ursus ->sono forme tra loro legate. In alcune lingue germaniche orso è stato sostituito da “il grigio” in riferimento alla pelle dell’animale o nelle lingue slave da“mangiatore di miele” RUSSO medved. EX: malattie mortali per essere meno spaventose vanno sotto la parola di origine greca neoplasia. MUTAMENTO FONOLOGICO  Fonologizzazionerealizzazionidiverse dello stesso fonema(2 fonemi distinti) NON condizionati dal contesto.  SANSCRITO prima usava [k] + a, o, u [č] + e, i. Poi *e *o sono divenute tutte [a]cosicché la scelta fra [K] e [č] non è più rapportabile al contesto. Ha acquistato valore fonologico Karati = egli faccia, čarati = egli si muove.  Defonologizzazione due o più fonemi diversi diventano varianti combinatorie di uno stesso fonema ed è il contesto a decidere quale usare.  LATINO vocali brevi e lunghe hanno funzione di fonemi - In sillaba aperta lĕvis = lieve, lēvis = levigato - In sillaba chiusa ŏs = osso, os = bocca - In posizione tonica rosa = rosa fiore, rosa = rosa pianta - In posizione atona rosa = la rosa nom., rosa = con la rosa abl.  ITALIANO abbiamo solo /a/ che si realizza come [a] o [a:] a seconda del contesto. La vocale si presenta lunga se rispetta tre condizioni: - Accentata - In sillaba aperta - In penultima sillaba Altrimenti è breve. Siccome ha dipendenza dal contesto questa opposizione non ha valore fonologico.  Rifonologizzazionecambia la sostanza fonica con cui i fonemi sono realizzati.  Legge di Grimm descrive mutamenti delle occlusive indoeuropee nel passaggio al Germanico. *p *t *k (occlusive sorde) > f, p, h (fricative sorde) *b *d *g (occlusive sonore) > p, t, k (occlusive sorde) *bh *dh *gh (occlusive sonore aspirate) >b, d, g (occlusive sonore non aspirate) Il numero di fonema iniziale è rimasto invariato. DIVERSA VARIABILITÀ NEI MUTAMENTI  Un mutamento può diffondersi in qualsiasi punto è momento di una lingua  Può anche bloccarsi a metà EX: TOSCANO ha la sonorizzazione di occlusive sorde poste fra vocalisu modello settentrionale, provenzale. Il prestigio dei suoi modelli è venuto a meno prima che la regola potesse chiudere il suo ciclo per questo ad oggi non tutte le occlusive sorde sono sonorizzate. a[k]uto = a[g]uto, ri[p]a = ri[v]a, abbiamo a volte P > V, T > D, C > G EX: GRECO *j in posizione iniziale di parola è diventata: - [h], fricativa laringale - [dz], affricata sonora - In tutte le lingue, escluso il Greco [h] si è indebolito, [dz] si è rafforzato EX: LATINO [ʧ] facio, è in ITALIANO[čč] faččio, corrisponde al SALENTINO [tts] fattso LATINO manucja SALENTINO manuttsa, ITALIANO mannuccia, piccola mano. Fa eccezione se il suffisso -u [čč]u è attaccato ad antroponimi ‘Ntunucciu’ = Antonio. A partire dal ‘300 il Regno di Napoli conquistò il Salento e il dialetto napoletano portò l’Italiano [čč]. Con il tempo l’affricata palatale [čč] ha preso il posto dell’affricata dentale [tts] tranne nelle parole in cui l’affricata dentale [tts] corrispondeva sia il salentino che al napoletano. VELARI PALATALIZZATE E VELARI PURE  Centum = velari  Satem = articolazioni anteriori,MA troviamo articolazioni velari anche qui EX CENTUM: LAT cruor “sangue da ferita” e crūdus “carne al sangue” GR kre(v)as A.A.T hrõ ING raw EX SATEM: LITU kraujas RU krov SSCR kravis EX CENTUM: LAT jugum GR dzygon “giogo” GOT juka TED joch EX SATEM: SSCR: yu[g]am SPIEGAZIONE, esistono:  Velari palatalizzate si sono conservati tali nelle centum e si sono anteriorizzate nelle satem  Velari pure sono rimaste tali nelle centum (dove confluiscono nelle palatalizzate) e nelle satem  Ci sta che l’esistenza di due tipi velari sia stata presa dal consonantismo semitico EX: ARABO opposizione tra:  occlusiva velare sorda /k/ kabal “cane” (per l’I.E sarebbero le velari palatalizzate)  occlusiva uvulare sorda /q/ qualb “cuore” (per l’I.E sarebbero le velari pure)  Esistono anche altri due tipi di occlusive uvulari molto più rare: o Occlusive uvulari sonore [G] o occlusive uvulari sonore aspirate [G^h]  Considerando queste articolazioni rarissime è inverosimile che appartenessero alle lingue I.E LE LABIOVELARI  Articolazioni consonantiche complesse,dove:  l’apparato fonatorio si chiude totalmente  La massa della lingua viene accostata al velo palatino  Con arrotondamento delle labbra  Il suono viene percepito come un occlusiva velare seguita da un’appendice di legamento o ITA lin[gw]a-cin[kw]e sono labiovelari il cui elemento labiale da appendice è diventato autonomo  Le Labiovelari sono state attribuite alle lingue I.E perché: o Presenti in epoca storica in alcune di esse o Unico modo per spiegare la semplificazione in velari e labiali  Le troviamo in: o Greco miceneo o Ittita kwis = LAT cuis “chi?” o Fasi antiche lingue celtiche, lingue-Q con gruppo gaelico, in forma di labiali pump< CELT kwonkw o Lingue germaniche in cui si sono scisse in velare + labiale o LATINO conserva la labiovelare sorda [k^w] scritta <qu> EX: quinque <*kwenkwe “5” o LATINO labiovelare sorda [k^w] si riduce a [k] se:  Seguita da consonante lictus < *likwtos “abbandonato”  Dissimilazione davanti a [j] socius < *sokwjos “compagno” o LATINOlabiovelare sonora [g^w]:  Esiste se preceduto da nasale EX: in[g^w]en “inguine”  Altrimenti diventa [w] scritta <u> o <v> EX: uenio “io vengo” < gwenjo o LATINO labiovelare sonora aspirata *[g^w+h] è diventato se:  A inizio parola [f], formus <*[g^w+h]or “caldo”  All’interno di parola tra vocali [w], niuem <sni*[g^w+h]- “neve”  All'interno di parola dopo nasale [g^w], ninguit < snin*[g^w+h]- “nevica” ESITI DELLE LABIOVELARI  Labiovelari sono diventate velari semplici in: baltico, slavo, armeno, gruppo indoiranico  Da qui sono state ulteriormente semplificate fino a coincidere con le velari pure EX:da I.E *k^w *k (velare pura)troviamo in SSCR:  [k] davanti a vocale non palatale EX: paňča <*peňče <*penke <*pen[k^w]e “5”  [č] davanti a vocale palatale [a] < *e, [i] EX: rocăte < *lew[k]etai “risplende”  Labiovelari sono diventate labialiin: lingue-P del celtico tra cui il Gallico parlato oggi in FR e ITA NORD EX:LAT petorritum “ caso equestre a quattro ruote” ripreso dal GALLICO petor- dal LAT quattuor “4” EX: LAT eporedia, in qui epo- arriva da I.E *k^w ed è il corrispettivo GALLICO di equus con [k^w]  Prevalenza elemento labiale anche nell’Italia antica  LAT [k^w] “quis”, “quinque”diventa OSCO [p]“pis”, anche UMBRO “*pompe”  LAT [g^w]/[w] “vivi”<I.E ”*gwiw”, ”convenient” è un composto di venio<*gwenjo Diventano ANTICO ITA [b]“bivus”, ”kumbenent”  Essendo stati per molto tempo a contatto voci fonetiche italiche sono entrate in latino e viceversa EX: LAT pompēii, contiene OSCO “pompe” EX: LAT bös “bue”< I.E *g^wow presenta una [b] e non [w]  Il greco va distinto in:  Miceneo dal 1500 al 1200 a.C. scritto in alfabeto sillabico lineare B o Le labiovelari sono conservate o G.M [k^w+e] scritta qe in LAT -que SSCR -ča < *[k^w+e] EX: G.M qetoro “4”, [g^w]asileus o qasireu GRECO TRAD. basileus “re” (in G.M non si distinguono consonanti sonore da sorde e vengono confuse l e r) o Nelle labiovelari l’appendice labiale si semplifica in semplice velare se nelle vicinanze c'è una [u] EX: G.M qoukoro = [g^w]ou “buoi” + [k^w]olos “pastore” GRECO TRAD. boukolos  Tradizionale scritto nell’alfabeto tradizionale documentato dall’VIII secolo a.C fino ad oggi o Labiovelari sorde, sonore e sonore aspirate danno tutti e 3, tre esiti diversi: LABIOVELARE SORDA o A.Consonante labiale [+grave],se la vocale è non palatale [a], [o] EX: *[k^w]+ol > polos‘asse terrestre’ Ai-polos ‘capraio, che va intorno alle capre’Naopolos ‘custode del tempio’ o B. Consonante dentale [-grave], se la vocale è palatale [e], [i] EX: *[k^w]+eljo> tello ‘io mi muovo’ EX: *[k^w]+is > tis ‘chi?’ o C. Velare semplice EX: *[k^w]+u >ko, boukolos‘pastore di buoi’ LABIOVELARE SONORA o A.*re[g^w]+a> è re[b]os‐re[b]os ‘oscurità’(GOT riqiz ‘crepuscolo’SSCR raganí TOC.A orkäm ‘eclisse’) o B. *n[g^w]+en > a[d]en ‘ghiandola’,(LAT inguen) o C. *[g]+wij‐re[b]os ‘vita’ > hy[g]iés ‘sano’ (->GR vita = bíos‘labiovelare è qui labiale’ LAT vivus SSCR ğīva) LABIALE SONORA ASPIRATA o A.*[g^w+h]+on‘uccisione’ >[f]onos o B. *[g^w+h]+en ‘uccidere’ > Ɵéino ‘io uccido’ per metatesi da *Ɵenjo, (SSCR hanti ‘egli uccide’) o C. *[g^w+h]+u> elakhys ‘piccolo’ (LAT levis SSCR laghú) INTERAZIONI TRA VELARI PALATALIZZATE – PURE – LABIOVELARI  Nell’I.E le consonanti occlusive sorde, sonore e sonore aspirate possono essere:  Labiali  Dentali  Velari palatalizzate A. B. C.  Velari pure  Labiovelari  Prendiamo le occlusive sorde in successione: *p(labiale) *t (dentale) *ḱ(v.pal) *k (v.pura) *k^w (labiod.)  3 della zona posteriore dell’ apparato fonatorio VS 2 della zona anteriore dell' apparato fonatorio  Dovrebbero essere maggiori quelle pronunciate nella zona anteriore poiché più semplici da articolare  Ipotizziamo che I.E abbia avuto inizialmente solo VELARI e LABIOVELARI (senza pal.)  Le labiovelari restano comunque un’articolazione complessa che tende ad essere semplificata EX: LAT *cin[k^w]e SPcinco [‘Ɵinko] FR cinq [sek] Troviamoin ITA cin[kw]e molto più vicino alla forma LATINA  Nelle CENTUM le labiovelari:  Si sono conservate più a lungo evitando di far spostare le velari originarie  Poi si sono semplificate in modi diversi senza coincidere con le velari originarie  Labiovelari ≠ velari originarie  NelleSATEMle labiovelari: • In epoca antica abbiano avuto la tendenza a ridurre le labiovelari a VELARI semplici; • Nel mentre le vecchie velari hanno variatoluogo diarticolazione anteriorizzandosi dando [š] [s] [Ɵ]  Labiovelari > nuove velari (velari pure)  vecchie velari >velari palatalizzate  Troviamo però,velari nel gruppo satem che possono dare insieme velaripure e palatalizzate EX: o FORME CENTUM LAT pecū ‘ricchezza/bestiame’ GOT faíhu ‘ricchezza’ TED vieh ‘bestiame’ -><h> è [x] o FORME SATEM REGOLARE SSCR pašu ‘bestiame’ – IRREGOLARE LITU peskus PRUS pecku -><k> e <ck> = [k] EX: o CENTUM ->TED garten ING garden o RU ha(o)zoród LITU žařad ‘struttura per seccare il fieno’ SATEM o RU gorod ‘città’LITU gářdas ‘recinto’ CENTUM EX: o I.E *kleu- dà in: CENTUM -> GR kle(w)os LAT clueo ‘buona fama’ e IRREGOLARE SSCR karəna ‘orecchio’ SATEM -> SSCR sraotu ‘egli ode’  Avendo nelle lingue satem velari pure, palatalizzate e labiovelari vuol dire che era così anche perl’I.E I.E X = SATEM x  Il doppio esito deriva da: I.E X = SATEM x – y  B. – C. Regolare applicazione della legge  A. – D. per -s-, morfema sing. e futuro,*khs *phs sono diventati -ks- -ps-prima che la legge avesse effetto  I suoni più marcati tendono a restare tali in posizione antevocalica  I suoni più marcati tendono a semplificarsi in meno marcati in posizione anteconsonantica o a fine parola  LAT [k^w] pre vocalico = coquo‘io cuocio’ si semplifica in [k] davanti a consonante coctus ‘cotto’  SSCR la legge di Gassman si applica prima del semplificarsi di:  gh in h davanti a *e > a, i  *ģh in h,sempre*ģhuģhewti > L.G *ģuģhewti > Semplificazione finale ģuhewti> *ew=o ģuhoti  GR la legge di Gassman si applica:  Dopo il passaggio delle occlusive sonore aspirate a sorde aspirate*gheghyks > *khekhyka >keχyka  Alla [h] esito dell’I.E iniziale *s- EX: TED *ségho > assorbimento della sonora aspirata *sékho >semplificazione kh davanti s *sékso >aspirazione della s hekso > caduta di [h] per la legge di Grassmann ekso > esito finale éχo PRIMA ROTAZIONE CONSONANTICA DELLE LINGUE GERMANICHE O LEGGE DI GRIMM  In I.E le occlusive sonore non aspirate restano perlopiù intatte  Eccezione LAT dove la dentale sonora [d] passa a [l] EX: odor ‘odore’ diventa olēre ‘aver odore’  Nelle lingue germaniche le occlusive sorde, sonore e sonore aspirate si oppongono alle lingue I.E  *p *t *k (occlusive sorde) > f, p, h (fricative sorde) o *pEX: I.E *penkwe >ING five,TED fünf o *tEX: I.E *tu > GOT pu ANTICO ING thou TED du ‘tu’ o *kEX: I.E *lewk > INGlightTEDlicht ‘splendere/luce’  *b *d *g (occlusive sonore) > p, t, k (occlusive sorde) o *bEX: I.E*dhewb > ANTICO ING dēop ING deep TED tief (f da germanico *p) GOT diupo o *dEX: I.E *osdos > GOT fotus ING foot TED fuß [s(s)] (da antico germanico *t) o *gEX: I.E *ģombhos > ING comb A.A.T kamb TED kamm ‘dente’  *bh *dh *gh (occlusive sonore aspirate) > b, d, g (occlusive sonore non aspirate o *bhEX: I.E *lewbh- ‘amore/caro’ > GOT liuba ‘piacevole’ A.A.T liob TED lieben o *dhEX: I.E *dhwer> GOT daur ING door TED tür < *d RU dver o *ghEX: I.E *weģh >ING wag(g)on TED wagen ‘carro’ A Capello B. Capelli C. Io nutroD. Io nutrirò ECCEZIONI ALLA LEGGE DI GRIMM: LA LEGGE DI VERNER  La legge di Grimm viene bloccata se:  L’occlusiva sorda è preceduta da una fricativa che non diviene fricativa sorda, ma resta occlusiva EX: I.E *esti ‘egli è’ > GOT e TED is[t] -> non is[p] perché i-s(fricativa)-t(occlusiva) L’occlusiva può essere a sua volta il prodotto di una rotazione consonantica EX: GOT ahtau ‘8’ con <h> = [x] < I.E *okto  Con Grimm occlusiva velare di *kt = fricativa xt che ha bloccato il passaggio da *t a *p  Al posto di I.E occlusive sorde, le lingue germaniche presentano fricative sonore (e non sorde) EX: LAT GR pater SSCR pitar -> GOTatteso *faθ] ar, ma abbiamo fadar<d> =[ð ] TED vater t=ðING father EX: LAT septem GR hepta SSCR septa con [p] -> GOT sibun ING seven TED siben con [b]/[v]  L’anomalia fu spiegata a metà 800 da Verner  Determina gli esiti Sordi e sonori evidenziando:  L’importanza del contesto in cui le antiche occlusive sorde si trovavano e il ruolo dell’accento mobile o Accento mobilenon ha un posto fisso nella parola, in italiano possiamo trovarlo in: o Ultima sillaba città, penultima amore, terzultima Brindisi, quartultima complicano o Il significato di una parola può variare da l’accento c[‘a]pitano, capit[‘a]no, capitan[‘o] o La posizione dell’accento I.E può essere ricondotta al concordarsi della posizione in GR e SSCR o GR patér SSCR pitár <I.E*pətér  Secondo LEGGE DI VERNER nelle lingue germaniche le occlusive sorde I.E diventano fricative sorde.  Troviamo però fricative sonore quando:  Le occlusive sorde si trovano fra elementi sonori {vocali liquide nasali}  Le occlusive sorde non erano immediatamente precedute dalla gente I.E EX: o I.E *bhráter, accento su penultima >SSCR bhrát GR fráter > GOT broþar,viene rispettata la legge di Grimm, infatti<þ> = [Ɵ] o I.E *pətér accento in ultima > GR patér SSCR pitár >GOT fadar o ING father, con [ð] = <t> SI APPLICA VERNER perché la dentale sorda ricade tra due vocali *ə *ē o ING broðer deve il suo irregolare [ð] al regolare [ð] di broðer e di moðer  Sono 3 casi di bisillabi accentati in 1° sillaba - fricativa dentale a inizio della 2° sillaba  Ad un certo momento, tutte le fricative sordegermaniche sia I.E che derivate da Grimm, se mantenevano questi due parametri diventavano sonore. EX: I.E *s > *z > r EX: I.E *(s)nusó > GERM *snuzó (per Verner) >ANGLOS snoru A.A.T snur (rotacizzazione di *z) SSCR snuşa GR nyós (*s scompare) LAT nurus (*s > r) RIASSUNTINO  Il Germanico si stacca dall’I.E conservandone l’accentazione mobile  Con la legge di Grimm: *p *t *k (occlusive sorde I.E) > f, p, h (fricative sorde) affiancate da *s I.E  Arriva la legge di Verner che colpisce tutte le fricative sorde germaniche, qualunque sia la loro origine  L’accento del Germanico comune da mobile diviene fisso sulla prima sillaba EX: GOT bróþar (accento protosillabico originario) ≠ GOT fádar (protosillabico in seguito) <fadár  Questo è il motivo per cui alcune lingue germaniche hanno effetti della legge di Grimm e altre di Verner  Il nuovo accento protosillabico con caduta delle vocali non accentateoscura le motivazioni di Verner EX: TED alt ING old TED jung ING young ->di per sé non si capisce perché è presente la legge di Verner pur trovandosi in posizione finale e non fra elementi sonori. LA TEORIA DELLE CONSONANTI GLOTTIDALI  Fatta da Gamkrelidze e Ivanov circa nel 1970  Di norma, in una lingua l’esistenza di un elemento marcato implica il corrispettivo non marcato EX: FR vocale [y] ma in casa in quanto alta anteriore e arrotondata ‘ly = letto p.p, scritto lu’ FR [i] corrispettivo non marcato alta e anteriore ‘lit = letto sost.’ e [u] vocale alta e arrotondata ‘loup = lupo’  Nel caso delle occlusive I.E l’esistenza delle sonore non aspirate implica la presenza dei sorde non aspirate  L’esistenza di sonore aspirate dovrebbe implicare quella delle sorde aspirate ma non è così  G & I hanno ipotizzato che il sistema tripartito I.E (sorde, sonore e sonore aspirate) si sviluppa nelle altre lingue del mondo con: • Le occlusive sorde continuano occlusive sorde originarie • Le occlusive sonore continuerebbero occlusive sorde glottali (o glottidali o eiettive): *p’ *t’ *k’ L’aria per produrre il fono è data dalla contrazione e spinta verso l’alto della laringe. • Le occlusive sonore aspirate continuerebbero originarie occlusive sonore  Viene creato per tanto un sistema tripartito di occlusive sorde da cui ne derivanosorde eiettive, sonore.  Sorde semplici e sonore hanno ALLOFONI nelle corrispettive aspirate  PROBLEMA IRRISOLTO DI QUESTA TEORIA: Perché in Germanico e dialetti armeni: occlusive glottidali sono rimaste sorde e inaltre lingue I.E sono divenute sonore? LA SORTE DI I.E *S *J *W IN GRECO E *S IN LATINO(casi -s- già analizzati)  GR ANTICO *s iniziale diventa fricativa laringale [h] letta come aspirazione segnata con ‘ GR [h]epta  In alcuni dialetti GR ORIENTALI la *s diventata [h] si azzera, fenomeno di psilosi  Se intervocalica *s > h in GR TRAD si è azzerata *géusomai > géuomai ‘io gusto’  Davanti ad occlusiva il GR conserva la *s EX: staθ] mós ‘fermata’  Radice *sta- per raddoppiamento fa da base al verbo GR histemi ‘stare’ LAT stāre  GR TRAD. ha comunque a inizio parola [s]+vocale, prestito di altre lingue EX: sýkon ‘fico’  Da prestiti anche -s- NON intervocaliche EX: euston ‘vittima sacrificale’ LAT uro < *éuso  *j *w legamenti che se posti intervocalici scompaiono EX: GR treîs > *trees > *trejes ‘3’ – GR kelos > *kelwos ‘fama’  *j inizio parola davanti a vocaleè scritto [h-]ed è aspro EX: hos m./hēf f./ho n. ‘pronomi relativi’ > SSCR yah/yā/yad  *w a inizio parola davanti a vocale o si azzera o è scritto F(digramma) EX: *wojk-> oîkos o Foîkos ‘quartiere’ EX: hos m./hēf f./ho n. ‘pronomi relativi’  LAT se s- è iniziale antevocalica rimane EX: sex, septem, sāl  LAT se -s- tra vocali diventa sonora *z per poi passare a [-r-] EX: aurora < *ausosa – uro < *euso ‘io brucio’ - amare < *amase - legere < *legese  Caso di rotacismo in quanto si alternano [r], [s] in casi di paradigmi flessivi o processi derivativi  Il rotacismo si è imposto anche in casi in cui non avrebbe dovuto esserci EX: nom./acc. = robur, gen. roboris, dat. robori, etc.. ‘la forza’ usato da Catone come robus EX: alternanza nel paradigma tra honos (nom. Onore, da cui honostus ‘onorevole) e honor, honoris, honori IL MECCANISMO APOFONICO IN ALCUNE LINGUE  L’apofonia la troviamo maggiormente in:  GR e SSCR (per il confluire in [a] di [e] e [o] troviamo grado a-/â-/∅)  Nelle lingue I.E alcune evoluzioni apofonichesono a noi ignote  Soprattutto per il grado , dove la vocale si cancella e le consonanti estreme entrano in contatto. Da qui o:∅, dove la vocale si cancella e le consonanti estreme entrano in contatto. Da qui o:  Si appoggiano alle sillabe vicine facendole azzerare, si distinguono due casi: o Consonanti in contatto che non si modificano ulteriormente) EX: LAT clam ‘di nascosto’ GR pterón ‘ala’ o Consonanti vanno incontro a fenomeni assimilatori e mascherano la situazione iniziale EX: GR epibda ‘giorno dopo la festa’ < *pd- [p] occ. Sorda si è assimilata a [d] occ. Sonora = [bd] 2 sonore LAT nīdus ‘nido’ da < *nisdos dove *sd (sorda+sonora) ha dato *zd (2 sonore) Per grado e- ha dato verbo sedeo ‘sedere’ GR la stessa base con *s > h-, i sostantivi hedos, hedra ‘seggio, sedile’ Per grado o- LAT solium < *sodium ‘soglio, seggio, trono’  Ricreano la sillaba e uno dei due si trasforma in: o Lg [w], [j] -> i quali si vocalizzano come [i] o [u] e la sillaba si salva o Liquida [l], [r] o Nasali [m], [n] ->si vocalizzano e diventano sonanti EX: LAT tentusGR tatos SSCR tata < *tn̥tos Nasale troppo lontana da *o è l’elemento + aperto in *tnt e fa da sillaba con la precedente *t tn.̥tos LA TEORIA DEGLI ŠVÀ  I.E *ə o švà giustifica la ă di molte lingue e ĭ del sanscrito e di altre lingue indoiraniche.  ‘padre’ LAT păter GR pătérGOT fădar SSCR pĭtar  ‘che è stato posizionato’LAT stătusGR stătos GOT staps SSCR sthĭta‐re[b]os  Seppur GR e SSCR concordino nella sede dell’accento, perché il SSCR risponde con ĭ?  La spiegazione più quotata è che ă e ĭ siano state generate da una terza vocale, laəo švà  Švànon è una vocale né alta né bassa né anteriore ne posteriore  Švàè l’elemento che può avere più esiti  GR a volte presenta ĕ oppure ŏ dove il LAT continua ad avere ă e il SSCR continua ad avere ĭ EX: GR Ɵĕtos ‘posto’ LAT făctus SSCR dhĭta ‘posto’ – GR dŏtos ‘dato’ LAT dătus SSCR dĭta ‘dato’  Questo ci porta a considerare l'esistenza nell’ I.E di 3 ≠švà:  Tendente ad a, e, o  Mantenuti solo dal GR mentre LAT e GERM hanno continuato solo la ă, mentre le INDOIRANICHE solo la ĭ  Nel 1878,Ferdinand Saussure pensò che fosse stato lo švà ad originare le vocali lunghe EX: I.E *dhə (grado ∅)> LAT făcio ‘faccio’ -> fēce ‘feci’ TEORIA DELLE LARINGALI  Si suppone quindi che*dhə1‐re[b]os e *dheə1 :‐re[b]os  Al grado ridotto da I.E alle lingue discendenti lo ə si sia evoluto nei tre šva  Al grado normale (grado e) lo šva si sia fuso con la precedente *e‐re[b]os allungandola in ā, ē, ō  Questo è parallelo a:  *tn̥(grado ∅) *ten (grado e)‐re[b]os  In cuial grado ∅ la sonante si vocalizza e al grado e‐Ɵ rimane consonante nasale  Lo šva di *dhə1 al grado - *dheə1 al grado e,‐re[b]os ∅, dove la vocale si cancella e le consonanti estreme entrano in contatto. Da qui o: ‐re[b]os eralo stesso?  O si deve ipotizzare che 1° avesse valore vocalico e 2° consonantico parallelamente al discorso sulle sonanti?  Vengono introdotte le articolazioni LARINGALI che possono svolgere entrambe le funzioni  Sono presenti nelle lingue semitiche  Prodotte a livello della laringe e danno parte dei legamenti  [h] fricativa laringale sorda EX: ARB huwa ‘egli’, TED haben ‘avere’ ING to have  [Ɂ] occlusiva laringale, colpo di glottide EX: MLT Ɂattus ‘gatto’ o il lingue amerindiane  Si pensa che I.E avesse tre articolazioni laringali H1 H2 H3 colorate ad a,e, o  Erano non vocaliche al grado e e vocaliche al grado ‐re[b]os ∅.  *dhə1‐re[b]os e *dheə1 <*dhH1‐re[b]os ‐re[b]os e *dheH1‐re[b]os  L’identificazione degli *ə con le laringali si impose con la scoperta dell’Ittita, dove sonoattestate le laringali. GLI ESORDI DELLA GRAMMATICA COMPARATA  Nel 1786,William Jones funzionario della compagnia inglese delle Indie  Tenne a Calcutta una conferenza, dalla quale nacque lalinguistica storica  Dichiarò che per lui latino, greco e sanscrito, lingua di cultura indiana, presentavano corrispondenze  Per questo sarebbero potute discendere da una antica lingua comune  l'idea di Jones si colloca tra 700 e 800 periodo di:  Grandi scoperte geografiche  Colonialismo  Movimento culturale romantico a promuovere lo studio delle lingue orientali, tra cui il sanscrito  In seguito, Friedrich Von Schlegelgettò le basi della linguistica comparata  Affermò che la lingua madre, di quelle che poi saranno definite indoeuropee, è il sanscrito.  Jacob Grimm e Rasmus Rask  Identificheranno corrispondenze fra lingue indoeuropee e stipuleranno la legge di Grimm  Franz Bopp si occupa invece di morfemi grammaticali.  August Scheleicher affermò che la lingua è un organismo naturale  Fornita all’uomo dalla natura  È sottoposta a leggi immutabili alla volontà dei singoli parlanti  Stipulò la teoria dell’albero genealogico  Alla base vi erano le lingue indoeuropee che poi si sono ramificate ed hanno portato a nuove lingue  Teoria che criticata perché ti mostra la lingua madre ma non i rapporti interni tra le varie lingue  Schmidt e Schuchardt, allievi di August Pier creano la teoria delle onde  Innovazioni linguistiche si diramano da centri che possono essere di volta in volta diversi  Si diffondono nello spazio geografico come le onde concentriche da caduta di un sasso nello stagno  Di Schuchardt il vocabolismo del latino volgare, che si concentrava sullo studio di fase linguistiche Si concentra su società e storia che portano ad un incrociarsi e sovrapporsi di correnti linguistiche.  Ad August va la suddivisione delle lingue in isolanti, agglutinanti e flessive.  Flessive ad un morfema sono vincolati più significati EX: LATINO cattīs is = abl. Dat. ITALIANO gatto o = m. s.  Agglutinanti ogni morfema ha uno e solo un valore EX:ARABO adam (uomo) lar (uomini) im (i miei uomini) da (dai miei uomini)  Isolanti senza morfologia Il significato è scandita dall'ordine degli elementi nella frase EX: CINESE e INGLESE i can, you can, we can  Incorporanti tutta la frase in una sola parola (non ideata da August) EX: INGLESEHorse + ride (correre) = horseriding, andare a cavallo/equitazione Le lingue si sviluppano e variano con il tempo per esempio l’inglese prima era solo flessiva ora è flessiva agglutinante e incorporante. INIZI ‘900 E LA SVOLTA DI DE SAUSSURE  Nel 1916 fu pubblicato a ParigiIl corso di linguistica generaledi De Saussure  Inizialmente cominciò con la ricostruzione di problemi, EX: vocale a del Sanscrito  Poi iniziò ad occuparsi deiprincipi generali delle lingue, stabilendo le dicotomie e della linguistica moderna:  Ogni elemento linguistico esiste in quanto si oppone al suo contrario  Esistono varie dicotomie:  Articolatorie, ciò che produciamo con gli organi fonatori  Acustiche, ciò che percepiamo con l’udito EX: [p] acusticamente ha più in comune con [k], anche se articolate in luoghi opposti [p]acusticamente ha meno in comune con [t], anche se articolate in luoghi vicini  Significante, stringa fonica data da un insieme di suoni che ci danno un significato  Significato, senso veicolato da una stringa fonica EX: FRANCESE significante böf, veicola il significato di bue, anche se si scrive Boeuf  Sintagmatico, rapporto interno ad una sequenza  Paradigmatico (associativo), rapporto che un elemento intrattiene con i suoi paradigmi EX: la penna è sul tavolo, la f.s penna f.s (r. sintagmatico), penna f.s penne f.p (r. paradigmatico)  Diacronico  Sincronico  Langue (lingua), insieme di segni e regole di una comunità linguistica  Parole, uso effettivo che fa un individuo della propria lingua EX: Langue è la lingua italiana, nella quale tutti gli italofoni si riconoscono. Le parole sono l’uso le reale che il parlante fa dell’italiano. Variano da parlante a parlante, la lisca, glianglicismi, [z] invece di [s], consonanti geminate a inizio parola [bb]ari. Un’insufficiente padronanza della langue porta a storpiare le parole. Usare questo, al posto di codesto (vicino a chi ascolta). EX: DIALETTO LORETO (Abruzzo) ha al posto di [o] -> [u], [u] -> [ü], [e] -> [/], [ɛ] -> [e], [ɔ] -> [o] Notiamo che [e] e [o] si presentano in caso di [e] e [o] in sillaba apertae in [‘ɛ] [‘ɔ] in sillaba chiusa.  Le vocali che + risentono del condizionamento sillabico (aperto/chiuso) sono le vocali medie [e] e [o]. [e] e [o] in sillaba chiusa,[‘ɛ] [‘ɔ]in sillaba aperta.  Le vocali che – risentono del condizionamento sillabico sono le vocali alte [i] e [u]. Tendono a conservare la stessa articolazione tanto in sillaba aperta quanto in sillaba chiusa. La [a], è una vocale bassa ed è la più stabile di tutte. GEOLINGUISTICA E SOCIOLINGUISTICA: LA VARIABILITÀ  Nel 1870 GeorgWenkercreò il primo Atlante linguistico  Attraverso un questionario posto ai parlanti di ogni località identificò caratteristiche:  Fonetiche, morfologiche, lessicali e sintattiche  Per il concetto di ineccepibilità delle leggi fonetiche i confini linguistici devono essere netti  EX: L1 e L2 confinanti e originate da L0, si distinguono per 2 modi fonici diversi dell’elemento a0  Si presuppone che mutamento sia generalizzato a tutti i parlanti  Allora non dovrebbero esserci parlanti in zone L1 che pronunciano a2 e in L2 che pronunciano a1  Invece gli atlanti mostrano che è possibile verificare ciò LA GEOGRAFIA LINGUISTICA  Esistono due varietà di tedesco uno parlato nelle zone:  Collinari e montuosi del Sud(possiamo considerarvi anche inglese, poiché non ha la 2° mutazione)  Grandi Pianure del Nord, caratterizzato dalla seconda mutazione consonanticache prevede: o Le occlusive sordedelle lingue germaniche realizzarsi in: 1. Affricate, a inizio parola o all'interno dopo liquide e nasali 2. Fricative, altrove Germanico Tedesco Inglese *P Pf P *T dz T *skipa ‘neve’ Schi [ff] Shi[p] *hwat ‘che cosa’ Wa [s] Wha [t] *makon ‘fare’ Ma [ch]en Ma [k]e  Si fermeranno quindi tre diversi confini, che formano ventaglio renano, lungo il corso del Reno:  Confine sud, separa [p] mantenuto di appel da [pf] di apfel ‘mela’  Confine nord, separa [k] mantenuto di maken da [x] di machen ‘fare’  Territorio interno in cui [k] [p] [t] sono soggette alla seconda mutazione ma non tutte le voci mostrano la stessa diffusione geografica. EX: Ich ‘io’ è dell’alto tedesco, ma lì viene usata anche la voce del basso tedesco ik ‘io’  Questo perché tra fine medioevo e inizio età moderna la libertà di movimento era piuttosto disomogenea  Le Isoglosse segnanocon una linea immaginaria il confine linguistico su una carta geografica, sono date da:  Barriere naturali  Barriere sociali (religiose, politiche) EX: DIALETTI MERIDIONALI (dalle Marche fino alla Sicilia) -nd di mondo diventa [nn] di munnə In Salento, Calabria e nord-est Sicilia è stata bloccata da fenomeni anti assimilatori del greco. EX: Allontanamento degli arabi dalla Sicilia vide la lingua araba mantenersi solo a Malta e in Pantelleria: o PANTELLERIA: l’arabo diventa siciliano o MALTA: l’arabo rimane fino ai giorni nostri, questo perché:  Dal 1530 è stata sotto i Cavalieri dell’ordine di Malta  Promosse il cristianesimo VS l’islamismo  Creò una lingua locale per gli immigrati EX: omm, madre dall’arabo e missier, padre dall’italiano  Esistono forme normali e alternative, giudicate dal parlante come arcaiche o moderne  Atlante Italo Svizzero AIS, riguardo le variazioni linguistiche tra 1928 e il 1940 mostra:  CALABRESE passaggio da [f] a [x], velarefricativa, ancora oggi in uso, ma al tempo poco elegante  SALENTINO, giugno è ‘messi’, mese delle messi, oggi usato solo dai più anziani o CAROVIGNO myéssu o AVETRANA e SALVE miessi o VERNOLE ğğúňu, oggi di uso comune LINGUISTICA STORICA E ROMANZA  La geografia linguistica è possibile solo con le lingue vive, quindi a contatto con i parlanti  Altrimenti non avremmo forme popolari o colloquiali EX: LATINO non potremmo farla perché non conosciamo: o VARIABILITÀDIATOPICA, tipi di latino differenziati per zona o VARIABILITÀDIASTRATICA, tipi di latino della stessa zona diversi per stato sociale o Di entrambe il poco che sappiamo ci arriva da: 1. Cicerone che aveva modificato: Cum nobis, pronunciato con assimilazione della -m finale nella -n iniziale -> cunnobis In nobiscum, poiché cunnobis era simile a cunnus, genitale femminile 2. Ai tempi di Sant’Agostino, nelle zone vicino Cartagine veniva parlato il punico al posto del latino, ma della lingua in campagna e città non si sa niente 3. Abbiamo solo a grandi linee, quindi, un quadro standardizzato degli usi del latino. Questo ci farebbe pensare a un’ineccepibilità delle leggi fonetiche regolare, mentre in realtà è fallace. GLI INDOEUROPEI: COME USARE DATI LINGUISTICI PER RICOSTRUIRE IL LORO AMBIENTALE, SOCIALE E CULTURALE  Se in un momento x dell’I.E, questo era parlato concretamente devono esserne esistiti anche i parlanti  Ciò che ci arriva ci è stato fornito dalla lingua stessapoiché loro non hanno lasciato testimonianze scritte EX: GREOENLANDESE ha voci specifiche per indicare diverse qualità di neve, AMAZZONI per diverse qualità di verde, SOMALO per qualità di acqua. Questo ci dà informazioni sul TERRITORIO: o Più qualità di neve = ambiente nevoso, di verde = desertico, di acqua = piovoso. EX: SALENTINO frutto del fico, ha nomi diversi per ogni qualità  Inizio III millennio, INGLESE distingueva l’animale vivo con quello da macello, preso da FRANCESE EX: Ox-beef-F.boeuf ‘bue’, Calf-veal-F.veau ‘vitello’, sheep-mutton-F.mouton ‘ovino’, pig-pork-F.porc ‘maiale  Si potrebberofare + supposizioni tra cui che FR vendessero in UK i loro animali macellati  La verità sta nel fatto che: o 1066 UK fu conquistata da FR  Quando prestiti di una lingua entrano in contatto con voci indigene si possono avere 3 casi: 1. I prestiti rimpiazzano gli indigenismi EX: LAT. Bellum eliminato dal germanismo werra da cui ITA.SP.PORTO. guerra FR.guerre 2. Voci indigene riescono ad averla vinta su voci di prestito EX: ANGLOAMERICANO jet ‘aereo a reazione’ viene favorito in ITA. al posto di aereo a reazione 3. Voci indigene e prestiti convivono nella POLARIZZAZIONELESSICALE EX: ING. Drink in ITA. Indica bevanda alcolica, mentre la bibita quella non alcolica !! Ecco spiegato il caso del III millennio inglese  In un certo numero di lingue I.E, c’è una base sicura attribuibile con sicurezza all’I.E e ricostruibile come: *Bhā(w)ģ/bhūģ->LAT. Fāgus ‘faggio’ e GERM. *bokaz/boko, GREC. Fāgos ‘quercia’ RU.UCR. Buzina ‘sambuco’ Poiché dalle lingue successive è il prevalente, si pensa che il significato I.E sia ‘faggio’  Da qui ne deriva che gli I.E vivessero in una zona ricca di faggio come la Prussia Orientale SIAMO SICURI PERÒ DI QUESTO SIGNIFICATO? Abbiamo qui due problemi: 1. Conciliare faggio latino con quercia e sambuco 2. Nella fitonimia (studio delle piante) è difficile accostare significato1 a significato2 EX: zenzero e peperoncino sono 2 spezie ma completamente diverse  Essendo faggio, quercia e sambuco tre pianteda frutto potremmo affermare che la base I.E riguardasse uno di questi da loro utilizzato.  Di altre parole come ad esempio ‘mare’ non conosciamo la traduzione  Questo forse perché gli indoeuropei si trovavano in una zona interna non bagnata dal mare  Lebasi *mar-/*mor-non avevano significato di mare ma di palude,acquitrino EX: FR mâr, stagno TED moor ING moor = palude, come in SLAVO e CELTICO  Ad origine non indoeuropea due altri tipi lessicali per dire ‘mare’: EX: ING sea OLAND zee TED see NEOGRECOθ] άλασσα, thalassa (etimologia misteriosa) GRECO pelagos, da distesa, il mare lo è d’acqua  L’assenza di terminologia funeraria è associabile ad un tabù linguistico  Così come la mancanza di lessico Mediterraneo fa pensare che si trovassero altrove EX: LAT rosa GREC. Rodon non sono a base I.E perchéla loro:  [d] viene mantenuta da entrambi e la [s] intervocalica, GRC. Si annulla LAT. Diventa [r]  Rosa e Rodon derivano perciò da una lingua che: o In posizione intervocalica doveva contenere un fono interdentaleassimilato LAT con [s] GRC [d] EX: LAT pampinus GRC ampelos = etimologia, la [p] del LAT iniziale ci sta che derivi dal prefisso (l’) Questo possiamo dirlo perché I.E [p] iniziale viene mantenuta sia da LAT pater GRC patēr METODO LESSICALE E METODO TESTUALE  Per alcune parole tutte le lingue indoeuropee hanno la stessa base EX: I.E *ówis ITA ovino SSCR áviLAT ovis RU ov-tsá = per bue/vacca la cui base è *g^wous  Con il metodo lessicale, si analizzano i lessemi, in questo caso ci ha permesso di capire che: Nella maggior parte delle parole sono collegabili ad uno stesso campo semantico, quello del bestiame  Ciò ci fa capire che gli indoeuropei ne erano in possesso  Con il metodo testuale si confrontano contenuti semantici di tradizioni scritte delle varie lingue  Per risalire a ciò che li ha prodotti EX: Eschilo, Agamennone ‘tenere il toro dalle nere corna lontano dalla vacca’ Stabilisce l'equazione Toro = marito, vacca = moglie EX: Antica letteratura irlandese ‘le vitelle devono essere audaci quando i tori non lo sono‘  Questo metodo va comunque considerato con attenzione perché non è detto che ci dia risultati certi. GLI INDOEUROPEI E GLI INDIOMEDITERRANEI  Mentre conoscevano nuove realtà:  creavano nuovi termini  Si adattavano a quelli di popolazioni preesistenti. o I termini PRE I.E dei quali siamo sicuri hanno in comune a livello fonologico caratteristiche formali o TOPONIMI, nomi di luoghi,derivano daAPPELLATIVI, nomi comuni, persistono anche quando quest’ultimi sono ormai passati di uso EX: Gello, nome città toscano deriva antico Toscano *Gello campicello< LAT. Agellus, piccolo campo EX: NON I.E sono le voci TOPONIMICHE che terminano in -ss- ITA. *Suessa<Sessa in Campania  Sostrato indomediterraneo, popolazioni affini in cultura e lingua situate tra Mediterraneo, India e Medio Oriente. Per loro non è indoeuropeo il lessico legato a: o Confort domestico EX: LAT cantinus ‘cantino’ SSCR kathina ‘pentola di coccio’  Oggi di questo gruppo sono rimasti: o Lingue caucasiche, come il Giordano a confine tra Europa e Asia o Basco estremo Ovest europeo. È caratterizzato da una vocale d’appoggio in parole inizianti per liquida o nasale. Ciò viene fatto anche in Greco e Sardo.EX: LAT rosa in BASCO arrosa. Caratteristica che sembrerebbe NON I.E ma che probabilmente deriva da PRE I.E DATAZIONE INDOEUROPEA DI MINJMA E DI MASSIMA  Gli indoeuropei non possono essere state popolazioni nomadi che hanno conquistato linguisticamente quelle sedentarie (troppo complesso)  La centralità del cavallo era fondamentale infatti questo continua nella maggior parte di lingue derivate I.E ek^wos TOC.A yuk TOC.B yakwe LAT equus ITA-OSCO Epius ITA OGGI equino  Mancano fonti scritte per rilevarne una loro datazione  Ci troviamo prima dell’invenzione della scrittura comparsa a fine IV millennio a.C. in Egitto e Mesopotamia  Datazione minima è quella che la diaspora sia iniziata dopo il III millennio a.C  Datazione massima basata sulla archeologia fa cominciare la loro diaspora:  Tra ilVI e III millennio a.C, per l’archeologa lituano americana Maria Gimbutas  Periodo della cultura kurgan, voce turca, quindi russa che indica i tumuli funerari  Propria di una zona collocata a nord del Mar Nero e del Mar Caspio  Avrebbero raggiunto l’Europa da una parte e l’Asia sud-occidentale dall’altra o VIII millennio a.C per l'archeologo Colin Renfrew o Identifica gli indoeuropei con gli agricoltori neolitici partirono o Dall’Anatolia e si mossero verso l'Europa  Ab inizio per Mario Alinei con la teoria della continuità  Gli indoeuropei si identificano con la specie Homo Sapiens arrivata in Europa. ROMÀNIA OCCIDENTALE E ORIENTALE  Romània è la totalità del territorio in cui si sono sviluppate e persistono le lingue romanze  La linea la Spezia-Rimini divide dialetti italiani settentrionali da quelli centro-meridionali  Nord-ovest vi troviamo le parlate romanze occidentali  Conservano la -s finale Latinaalla 2° sg. 1°/2° pl. Dei verbi e nei nomi EX: SP llegas ‘tu arrivi’ llegamos ‘noi arriviamo’ llegais ‘voi arrivate’ – amigos ‘amici’  Sud-est parlate romanze orientali  Italiano con il Tosco (Corso,Sassarese e gallurese)  Dialetti italiani centro meridionali  Rumeno  Estinto dalmatico  Occlusive sorde latine intervocaliche  Conservate nelle romanze orientali(sardo alterna occlusive conservate a sonorizzate)  Indebolite nelle romanze occidentali, dalla sonorizzazione, alla fricativa fino a farle cadere  Romània nuova = territori extra europei in cui sono state portate e ora parlate lingue romanze:  Brasile ~ PORT  Cile, Argentina, Perù, Colombia, Messico ~SP  Qubec, in Canada e numerosi Paesi dell'Africa ~FR  Romània sommersa = aree dentro i confini dell’impero romano dove il romanzo è stato soppiantato:  Valli della Mosella e della Saar in Germania, Svizzera meridionale, Tirolo, Alto Adige ~ TED  Coste e isole della Dalmazia, locale il dalmatico è stato assorbito da Veneto e ora ~ CROATO  Africa a nord-ovest, Marocco fino alla Tripolitania, Afro-romanzo è ora ~ BERBERO e ARABO  Per determinare la Romània sommersa sono importanti:  Testimonianze dirette EX: nel Medioevo geografi arabi dissero che in nord Africa vi erano popolazioni infedeli di cristiani parlanti lingue solo a loro comprensibili, si pensa fossero state romanze  Prestiti delle lingue romanze sommerse alle sopravvissute EX: BERB ekiker ‘cece’ dal LAT cicer, BARB ariâto ‘arato’ dal LAT aratrum  Toponomastica (studio dei nomi dei luoghi) EX: Nord Africa, dopo stretto Gibilterra“Capo Spartel” < LAT *spartellu diminutivo spartum ‘sparto’ LINGUE GERMANICHE (CENTUM)  Derivano dal Germanico comune giunto a noi con iscrizioni del III secolo d.C, divise in:  Germaniche settentrionali o Danese+ Feringio varietà parlata nelle isole Fær o Svedese o Norvegese (= lingua della campagna, +dano-norvegese, Norvegia era sotto la Danimarca) o Islandese  Germaniche occidentali o Tedesco, diviso in alto e basso(Germania,Austria, zone dellaSvizzera e Alto Adige) o Frisone (coste del Mare del Nord, isole fra Germania e Olanda) o Olandese/Nederlandese(ne è varietà l’Afrikaans portato dai coloni nel sud AfricaXVII sec.) o Fiammingo (Belgio dove c’è anche FR) o Inglese ( Gran Bretagna, 2° lingua dell’Irlanda, unica ad essere arrivata sulla Luna) o Yiddish, tedesco parlato dagli ebrei in fuga mantenuto negli Stati Uniti  Germaniche orientali o Nessuna è sopravvissuta o Gotico + importante, risale IV secolo d.C, scomparso tra 1500-1600 anche in Crimea  Lingue germaniche caratterizzate dalla prima mutazione consonantica o legge di Grimm  Dove le occlusive sorde, sonore, sonore aspirate diventano fricative sorde occlusive sorde e occlusive sonore  Nelle varietà di alto tedesco di conseguenza del tedesco standard vi è la seconda mutazione consonantica  Basso tedesco più simile al frisone e olandese  In Italia è lingua ufficiale dell’Alto Adige  Parlato in Prealpi Venete, tra Piemonte e Valle d’Aosta, nelle valli del Monte Rosa (Gressoney, Anzasca) LE LINGUE SLAVE (SATEM)  Derivate dallo Slavo comune del quale non abbiamo documentazione, si dividono in:  Slave occidentali o Polacco o Sòrabo superiore/inferiore (est Germania) o Ceco o Slovacco, lingua della Slovacchia  Fino a fine 900->Serbo + Ceco= Cecoslovacco – Serbo + Croato = Serbocroato  Slave orientalicon alfabeto cirillico o Russo (Russia + Repubblica ex sovietiche dal Baltico all’oceano Pacifico) o Russo Bianco o Bielorusso o Ucraino  Slave meridionali o Sloveno (alfabeto latino, in minoranza a Gorizia e Trieste) o Croato (alfabeto latino, in minoranza in Molise, Adriatico, croati fuggivano dai turchi) o Serbo (Serbia e Montenegro, alfabeto cirillico) o Macedone (Bulgaria, alfabeto cirillico) o Bulgaro (alfabeto cirillico, 1° lingua slava messa per scritto da monaci Cirillo e Metodio per traduzione della Bibbia. Infatti da Cirillo nasce l’alfabeto) LINGUE BALTICHE (SATEM)  Derivano da Baltico comune, non sono state documentate e comprendono: o Lituano o Lettone o Antico prussiano (estinto 700 per Tedesco, noto per la traduzione dei 3 Catechismi luterani)  Alessandro e i suoi uomini parlavano Macedone, di cui conosciamo pochi fonemi di base non greca  Occlusive sonore aspirate I.E> occlusive sonore MACEDONE > NON fricative sorde = GRECO EX: MACEDONE *bh > b gebalē ‘testa’ --- GR *bh > *ph > f kefale  *-s- intervocalica> sonorizza MACEDONE > NON aspira e cade = GRECO EX: aliza ‘pioppo bianco’ < *alisā I.E LATINO  Risale a VI-V secolo a.C  Territorio limitato tra basso corso del Tevere e Aniene –foce del Tevere al Circeo  Inizialmente lingua dei pastori e agricoltori  Dopo diventa lingua di Roma > Occidente Mediterraneo> umanità  Latino Scrittodi Virgilio e Cicerone≠Latino Parlato o volgare colloquiale (≠tra le zone, Roma≠Cartagine) EX: LPvalia ≠ LS valeat > cade la -t >ea diventa i  È da questa varietà di latino parlato, di raro messo per scritto, che nascono le lingue romanze  Essendo solo orali è difficile legare le varietà latine parlate alle lingue romanze LINGUE NON INDOEUROPEE IN EUROPA  Nel II millennio d.C in Europa sono arrivate lingue≠ NON I.E da varie parti del mondo  Esse si suddividono per appartenenza a rami, tra cui:  Ugro-Finnico, della famiglia uralica con:  Lappone (Scandinavia e penisola di Kola)  Finlandese  Estone  Ungherese (Ungheria, ex jugoslavia)  Turcico, della famiglia uralo-altaica con:  Turco (arrivato in Europa con i Turchi Ottomani, stabili dal 1453, presa di Costantinopoli) (Parlato in Turchia, Tracia Turca e Istanbul, Montenegro, Macedonia, Grecia, fino al 1918, fine impero ottomano anche nella penisola balcanica)  Calmucco, della famiglia uralo-altaica  Parlato nel bacino del basso Volga dal ‘600, ma iniziato nell’Asia  Famiglia semitica con:  Maltese(arabo occidentale, alfabeto latino + Siciliano + Inglese,colonia GB 1815-1964)  Ebraico (in Europa dalla diaspora del I secolo d.C come lingua della religione)  Basco, lingua isolata  Parlato a cavallo dei Pirenei tra Francia e Spagna  Non ha parentele linguistiche  Forse per alcuni esiti potrebbe essere stato anticamente imparentato con sardo e corso EX: BASCO chakur ‘cane’ SARDO gagliaru CORSOghjacaru L’ARABO IN EUROPA  Espansione islam, l’arabo arriva in Europa e giunge:  VIII secolo in Spagna, vi dura fino al 1492 quando Ferdinando e Isabella espulsero gli infedeli  IX secolo in Sicilia, vi dura fino al XI secolo con l’arrivo dei Normanni o Con Federico II vennero isolati a Lucera in Puglia o Divennero fedeli del figlio del re, Manfredi o Furono sconfitti dagli Angioini o Anche a Pantelleria l’Arabo fu oppressodal siciliano tra XVII e XVIII, mentre a Malta rimase  La presenza dell’arabo ha influito in queste due zone EX: SP alcazar ‘fortezza’ SIC cassaru ‘via principale’<ARB qaşr ‘fortezza’ EX: TOPONIMI SIC Mongibello, altro nome dell’Etna - ARB ğibâl ‘monte’SIC Caltanissetta ARB qualcat ‘Calta+’SIC Palermo LAT Panhormus GR Panormos <ARB Balarm EX: ITA arsenale ‘edifici x costruzione navi’ FR SP PORTO ‘arsenal’ <ARB darsinaca ‘fabbrica’ EBRAICO IN EUROPA  Lingua della religione, attraverso le parlate locali è giunto fino a noi  EX: EBR fasullo ITA falso EBR tògo ITA figo EBR gadollo TOSC ben fatto/bello LINGUE INDOEUROPEE FUORI DALL’EUROPA  Ittita (centum) parlata in Anatolia tra XVII-XIII scolo a.C  Usava un alfabeto cuneiforme  È insieme al Greco la lingua I.E più antica  Fa parte delle lingue anatoliche con Palaico,Luvio, Licio, Lidio, Cario  Armeno(satem) parlata in Armenia, Turchia e Iran dal V secolo d.C  Lingue indoiraniche(satem) parlate tra altopiani iranici è subcontinente indiano, divise in:  Iraniche attestate nel VI secolo a.C, comprendono: o Avestico lingua di Zarathustra o Antico/medio/moderno persianolingua dell’Islam con Arabo e Turco o Curdo parlato in Iran (EX: Afghanistan)  Indoarie o Vedico, lingua della tradizione vedica risale al 1000 a.C o Sanscrito,‘ben fatto’ lingua letteraria indiana per eccellenza codificata nel V-IV secolo a.C o dialetti Pracriti,dal III secolo a.C, lingue d’uso letterario tra le quali il Pāli, lingua buddista  Da questi derivano le lingue I.E dell’India moderna come:  Hindi parlato a Nuova Delhi da popolazione induista con alfabeto sillabico  Urdu parlato in Pakistan da popolazione musulmana con alfabeto arabo  Tocario A-B,la più orientale delle lingue I.E, tuttavia CENTUMe non satem o Parlata nell’attuale Sinkiang cinese o Lo conosciamo grazie a testi buddisti risalenti al I millennio d.C. LINGUISTICA STORICA DI ELISABETTA MAGNI  Aspetti del mutamento morfologico si chiariscono in relazione al piano fonologico, sintattico e semantico  Il morfema è l’unità di prima articolazione ha significante, significato ed altre funzioni complesse  Esistono mutamenti che producono:  Regolarità cioè modificano in modo coerente una classe di morfemi  Irregolarità cioè modificano occasionalmente i singoli morfemi o un numero limitato INTERAZIONI TRA MUTAMENTO FONOLOGICO E MORFOLOGICO  L’interazione tra questi due mutamenti può portare a creazione o eliminazione di morfemi  Morfologizzazione un mutamento fonologico ha conseguenze nella struttura interna della parola e riflettere su quello morfologico. In alcune lingue l’alternanza vocalica del morfema lessicale ha funzione morfologica. EX: TED gast ‘ospite’ TED gäste ‘ospiti’ EX: NAP russə ‘russu’ NAP russə ‘rosso/rossa’  Demorfologizzazioneun mutamento morfologico ha conseguenze sulla struttura a fonetica delle parole. Il morfema che perde significato si trasforma in segmento fonico o viene eliminato. EX: Eliminazione degli elementi proverbialiin IRLND *fo-ad-gab ‘sotto a prendere’> fog ‘andare via’*fo-gab ‘sotto prendere’>faigh ‘ottenere’ I PARADOSSI DI EDGARD STURTEVANT  Mutamento fonetico è regolare e produce irregolaritàEX: complicazione dei paradigmi all’inizio lineari  Mutamento morfologico è irregolare ma produce regolarità EX: eliminazione di allomorfi di morfemi lessicali  Pertanto, il mutamento morfologico ripara il danno delle leggi fonetiche  I due meccanismi principali di un mutamento morfologico sonoAnalogia e Grammaticalizzazione. ANALOGIA  Tende a conformare gli elementi di un sistemacorrelando in morfologia, sintassi e campo semantico  Il grado di regolarità indotto dai processi analogici varia secondo il tipo di meccanismo  Gli effetti finali dipendono dai parametri di riferimento e dalle categorie di morfemi interessati o Analogia proporzionale estende modello morfologico ad una forma che non lo prevedeva EX: ING stone : stones = cow : X -> X = cows‘regolazione morfemi flessionali’ EX: LAT novus ITA*novissimo ->alto : altissimo = nuovo : X -> X= nuovissimo ‘m. lessicali’ o Questo Porta molti errori dei bambini piccoli EX: noi leggiamo : voi leggete = noi diciamo : X -> X = voi dicete o Analogia non proporzionale (livellamento paradigmatico) porta alla completa o parziale eliminazione di alternanze allomorfiche nella flessione. Spesso sono prodotte dalle leggi fonetiche. o Viene attuato dai parlanti il processo di isomorfismo: One meaning - One Form o EX: legge di Verner vede[s] finale, [z] intervocalica, [r] pretonicanell’ANTICO ING choose trasformarsi in [z] per tutto il paradigma del MODERNO ING Presente *cēo[z]u > choo[z]en -Passato 1-2 sg. *cēa[s] > cho[z]e - 3 pl. *cu[r]on> cho[z]e o Se si creano doppioni possono formarsi forme relittuali EX: ING Was Were  Alcune volte analogia proporzionale e paradigmatica non sono facili da distinguere *lang > long *lengra > longer - *eald >old *ieldra>older (livellamento alternanze metafoniche)  Altre volte analogia proporzionale e livellamento collaborano EX: analogia espande -r disoro[r]‘sorella’ a *hono[s]‘onore’ > hono[r] Livellamento elimina l’alternanza nella declinazione soror, soror-is / honor, honor-is Ci sono eccezioni come il sostantivo corpu[s], corpo[r]is  Retroformazione ha carattere proporzionale e crea un modello di relazione morfologica dove la base di derivazione è il prodotto di una rianalisi, e il processo derivativo e in senso inverso rispetto ad uno esistente.  EX: ANT ING sg. pise, pl. pisan, ‘pisello/i’ poi usato solo al sg. come collettivo, tipo rice ‘riso’ Dopo pise detto [pe:z] e scrittopeas, viene interpretato come pea-s, creando un nuovo sg. Analogico bean-s : bean = pea-s : X ->X = pea  Contaminazione coinvolge forme semanticamente correlate, di cui una diventa foneticamente più simile all’altra. EX: ITA ha 2 aggettivi simili, grave e greve, l’ultimo deriva dainflusso LAT gravis + levis → grevis EX: FR femelle + male = ING female  Discrezione/concrezioneda un morfema lessicale se ne crea uno grammaticale EX: ITA l’usignolo<LAT luscinius - ANTICO ITA ninferno (Boccaccio Dec.) ITA in inferno  Etimologia popolare, rende trasparenti gli elementi opachi di un composto tramite associazioni con lessemi indipendenti simili e/o compatibili nel significato. EX: ham/burger: cheese/burger EX: LAT postumus post ‘dopo’ + humus ‘terra’ viene interpretato come ‘dopo la sepoltura’. GRAMMATICALIZZAZIONE  Fenomeno, osservato per la prima volta da Meillet nel 1912  Un elemento lessicaleperde gradualmente il suo significato e in certi contestiassume funzionegrammaticale  Una volta grammaticalizzato, può quindi continuare a sviluppare nuove funzioni grammaticali  Gli elementi lessicali appartengono a classi aperte (nomi, aggettivi, verbi etc..)e denotano oggetti/eventi  Gli elementi grammaticali appartengono a classi chiuse(congiunzioni, pronomi, articoli etc..) EX: LAT clarā mente ‘con mente chiara, perde significato lessicale’ >ITA chiaramente FR clairement ‘avverbi’  Simile è la formazione di suffissi inglesi i quali somigliano ad antichi vocaboli: EX: ANT ING hād ‘condizione’, dōm ‘ambito, dominio’, e līc ‘somiglianza, aspetto’ NUOVO ING cīld-hād > childhood, frēo-dōm > freedom, man-līc > manly ‘virile’ FENOMENI DI RIDUZIONE  La trasformazione delle entità lessicali nella grammaticalizzazione implica una progressiva diminuzione di autonomia su tre livelli:  Riduzione semantica,indebolimento semantico EX: verbo ‘avere’ usato come ausiliare diventa mezzo flessivo che veicola informazioni morfologiche non dà l’idea di possesso ITA ho scritto una lettera  Riduzione morfologica perdita di proprietà morfosintattiche EX: In forme verbali usati come avverbi o preposizioni ITA tranne, imperativo presente o avverbioING that, proposizione o aggettivo dimostrativo  Riduzione fonetica diminuzione di peso e sostanza fonica  EX: LAT futuro = [infinito + habēre] ‘cantare habēo’ITAcanterò. PERCORSI DI ESPANSIONE  Gli elementi coinvolti nella grammaticalizzazione vedono un crescente ampliamento di funzioni e sono impiegati in relazione a processi cognitivi:  Interferenze pragmatiche in contesti particolari condizioni semantiche e comunicative innescano interferenze pragmatiche che portano alla reinterpretazione delle forme EX: ING ‘go’ usato nella forma BE GOING TO per esprimere il futuro o movimento in atto He is going to London ‘sta andando a Londra’ / He is going to do the best to win ‘farà del suo meglio’  Metafora i percorsi di estensione semantica più diffusi procedono dal dominio concreto ad astratto “persona> oggetto> attività >spazio>tempo >qualità” EX: ING I can ‘posso capire’ [abilità mentale] > ‘sono capace’ [abilità fisica] > ‘posso’ [possibilità]  Il passaggio di natura metaforica da parti del corpo ad locuzioni EX: In front of the house / ai piedi del monte  Metonimia relazione di continuità che il parlante percepisce in contesti specifici EX: ING while, connettivo temporale ‘mentre ti aspetto mangio’ Oppure, opposizione ‘ieri c’era il sole mentre oggi piove’  Stratificazione di livelli o elementi che conservano l’esito lessicale originario + il grammaticalizzato EX: ITA avere, funzione di possedere o di ausiliare o Coesistenza tra strutture in uno stesso ambito EX: in inglese ci sono tre tipi di futuro be going to / shall / will  Ciclicità e rinnovamento gli elementi perdono trasparenza e sostanza fonetica, vengono affiancati e poi sostituiti da altri in un nuovo ciclo di grammaticalizzazione EX:ING ANTICO god-ly ING god-like EX: TOSC mica < LAT mica ‘briciola’ assume ruolo di negazione ‘non ho mica fame’ GLI EFFETTI DEL MUTA,ENTO MORFOLOGICO  I fenomeni evolutivi che interessano le strutture morfologiche di una lingua possono produrre:  Mutamento nell’inventario o nella funzione dei morfemi EX: GR ha perso l’ablativo mentre LAT lo conserva  Mutamento nell’inventario o nella struttura delle classi flessionali EX: LAT 5 classi di declinazione > L. ROMANZE le hanno perse  Mutamento nell’inventario o nella struttura delle categorie flessionali EX: LATsistema tripartito maschile, femminile e neutro, modificato dalle L. ROMANZE MUTAMENTI INNOVATIVI E CONSERVATIVI  INNOVATIVImodificano le strutture di una lingua causando scomparsa o nascita di elementi formali  EX: LAT futuro = [infinito + habēre] ‘cantare habēo’ ITA canterò.  CONSERVATIVI sostituzione di forme e strutture con altre nella medesima funzione  Aggettivo comparativo LAT altior, viene rimpiazzato dal sintagma [avverbio+ aggettivo] ITA più alto NEUTRO NELLE LINGUE ROMANZE  ITA - f. (a/e) - m. (o/i) - n. senza preferenze al genere (e/i) EX: madre/padre  Esistono plurali “NON MARCATI” in -a che rimangono dal latino. Vengono utilizzati a partire dai plurali delle parti del corpo duali, ma non solo. EX: LAT pl. ossa, brachia, ova, milia >ITA pl. le ossa, le braccia, le uova, le miglia Possono derivare anche da maschili pl. del LAT digiti ITA le dita. IL PASSATO REMOTO IN ITALIANO  Deriva dal perfetto latino, categoria eterogenea con 4 tipi di formazione:  allungamento della vocale radicale, facio -> feci  Raddoppiamento cade = cecidi  Suffissi -s, dico -> dixi /-u, amo -> amaui, danno vita al passato remoto rizotonico e arizonico  In forme arizoniche la flessione è regolare l’accento e fisso sull’ultima desinenza EX: amai, amasti  In forme rizotoniche è presente una consonante geminata,spesso spiegata come allungamento davanti [w] EX: LAT scripsi >ITA scrissi – LATaqua>ITA acqua  In base a questa spiegazione gli studiosi hanno ricostruito una serie di forme mai attestate per dare origini a passati remoti EX: ITA ruppi < LAT *rupui < LAT rūpi – ITA venni < LAT *venui< LAT vēni  Questa forma Viene riconosciuta se si individuano somiglianze di famiglia del tipo: o -s-per entrambi LAT risi > ITA risi o -s- solo per l’italiano LAT fudi > ITA fusi o -Cs- per entrambi LAT arsi> ITA arsi o -Cs- solo per l’italiano LAT pupugi> ITA punsi o -ss- per entrambi LAT afflixi> ITA afflissi o -CC- per entrambi LAT iacui> ITA giacqui o -CC- nuova marca dell’italiano per risalire alla base LatinaITA ruppi < LAT *rupui < LAT rūpi LA GRADUALITÀ DEL MUTAMENTO MORFOLOGICO  I casi analizzati richiamano l’importanza del mutamento morfologico attraverso categorie con nucleo prototipico che si espande a membri sempre più marginali consomiglianze di famiglia EX: ITA plurale in -a, nasce dal prototipo delle membra corporee doppie fino a coppie naturali, nomi collettivi  Anche nella nascita e diffusione diinnovazioni si cerca di creare connessioni tra forme con l’organizzazione del paradigma flessionale che riflette un livello di autonomia EX: passato remoto rizotonico è basato su famiglie -s- -ss- -Cs- -CC- DIREZIONALITÀ, MARCATEZZA E ACQUISIZIONE  L’acquisizione è il fenomeno che vede l’apprendimento spontaneo di una prima o seconda lingua  La direzione è verso un gradiente di marcatezza che privilegia le categorie più semplici e frequenti  A variare saranno prima le categorie non marcate EX: il verbo cambierà prima il presente poi il passato, prima l’orale poi il parlato  Nell’acquisizione si tende a creare sistematicità e a ridurre  Nelle fasi di passaggio gli stranieri tendono a:  Introdurre nuovi elementi e strutture ordinate EX: Per gli stranieri problem-o mogli-a  Omologare analogicamente le classi di forme e di paradigmiEX: Per gli stranieri il passato ITA è in -to UNIDIREZIONALITÀ VS DEGRAMMATICALIZZAZIONE  grammaticalizzazione di ciò che era lessicale EX: genitivo sassone deriva da costruzioni pronominali possessive ‘the king, his castle’ = ‘the king’s castle’  Lessicalizzazione di ciò che era grammaticale EX: suffissi derivazionali -anta-ismo in ITA esistono come parole indipendenti ‘ho passato gli anta’ EX: participio presente utilizzato come nome ‘calmante, cantante’/infiniti sostantivati ‘lavorare stanca’
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