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Rousseau, Condorcet e Ferry: Un Pantheon per la Scuola Repubblicana, Sintesi del corso di Italiano

La filosofia educativa di rousseau, condorcet e ferry, tre pensatori francesi che hanno lasciato un'impronta duratura nella scuola republicana. Rousseau critica la civiltà e l'educazione formale, promuovendo invece l'autentica educazione basata sulla natura e la libertà. Condorcet, invece, crede nell'istruzione pubblica e nella ragione, vedendo in essa un obiettivo nazionale. Ferry, politico francese, cerca di consolidare l'ordine repubblicano attraverso un progetto coerente di insegnamento primario. Le loro idee, pur contrapposte in diverse occasioni, formano una triade complementare: educare, istruire, scolarizzare.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 30/09/2021

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Scarica Rousseau, Condorcet e Ferry: Un Pantheon per la Scuola Repubblicana e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! IEP ®© ©» Fu un filosofo, scrittore, pedagogista e musicista svizzero (1712). La sua filosofia presenta un'aspra critica della civiltà come causa di tutti i mali e le infelicità della vita dell'uomo, con il corrispondente elogio della natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone. La questione educativa compare in numerose opere di Rousseau, ciò che lo ha reso famoso in questo ambito è sicuramente la sua opera L’EMILIO o DELL'EDUCAZIONE, in cui non si prefigge di stabilire un programma di insegnamento ma in cosa potrebbe consistere un’autentica educazione intellettuale, fisica e morale. L’EMILIO è un’opera basata sul il riconoscimento dell’infanzia, definendo così questo importante momento della vita: l'infanzia ha il proprio posto nell'ordine della vita umana: bisogna considerare l’uomo nell'uomo e il bambino nel bambino. Riconoscere il bambino non sarebbe nulla senza l’idea fondamentale, fulcro della sua antropologia, che caratterizza l’uomo rispetto all'animale sulla base della sua libertà e sul fatto che l’uomo non è programmato a priori e che ha la facoltà di perfezionarsi. A questo riguardo parla della perfettibilità, concetto che fu ripreso da Condorcet. Educare un bambino significa confidare nella natura, non imporgli prima del necessario il sapere e le regole di una società corrotta. Rousseau teorizza ciò che a più riprese, chiama metodo inattivo, che deve permettere che la natura abbia il tempo di compiere la propria opera su un bambino messo di fronte alle cose e non di fronte all’universo artificiale delle parole. Per far sì che ciò accada bisogna saper perdere del tempo anziché bruciare le tappe, bisogna lasciare che abbia luogo la lezione delle cose corrisponde ai primi 10 anni di vita. ® Relazione tra sensazioni e cose (primi 12 anni di vita) e Età più attiva, essere razionale e Pubertà, relazioni con gli altri, diventa un essere sociale e morale. Riconoscere il bambino e i suoi ritmi, rispettare la sua natura, educare negativamente, su questo si basa la pedagogia di Rousseau, la cui influenza sarà immensa. Rousseau afferma che il vero sapere è quello che il bimbo comprende da solo, che è importante imparare a pensare con la propria, testa padroneggiare metodi, ad essere “istruibile” piuttosto che istruito. Come Rousseau crede nella perfettibilità, che secondo lui è l’esercizio che l’uomo fa della propria libertà. Rousseau, diffida da un’istruzione prematura che influenzerebbe lo sviluppo del bambino. Condorcet, invece, costruisce un sistema d’istruzione pubblica, crede nella virtù del sapere e nello sviluppo della ragione e ne fa un obiettivo della politica nazionale. Non bisogna opporre radicalmente educazione e istruzione, l'educazione pubblica deve limitarsi all'istruzione, distinguendo educazione e istruzione, il che però non impedisce che l’istruzione abbia una dimensione educativa. Condorcet richiama più volte la necessità di tener separata l'istruzione tra autorità religiose e politiche. Condorcet afferma che l’insegnamento non è solo un processo di trasmissione dei saperi e che non si padroneggia veramente un sapere se non si è appropriati dello stesso. “Non è affatto ciò che si è imparato che è utile, ma ciò che si è trattenuto, e soprattutto ciò che si è reso proprio sia con la riflessione, sia con l'abitudine.” L'ISTRUZIONE PER TUTTI, tutti i talenti e tutti i contributi sono necessari allo sviluppo del sapere, ogni uomo è il collaboratore di un’opera
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