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GORDON CRAIG - G. Attolini, Schemi e mappe concettuali di Storia del Teatro e dello Spettacolo

L'autore in questa presentazione traccia il percorso dell'attività teatrale di Craig, sia teorica che pratica, e propone una nuova lettura interpretativa delle sue teorie, in particolare di quella della Supermarionetta.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

Caricato il 10/05/2019

FRAMARTINALLI
FRAMARTINALLI 🇮🇹

4.6

(8)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica GORDON CRAIG - G. Attolini e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia del Teatro e dello Spettacolo solo su Docsity! GORDON CRAIG attore, regista, scenografo, disegnatore, teorico ARTE TOTALE - nuova concezione della scena - dotare il teatro di un nuovo e autonolo linguaggio tre personalità attive nel teatro tra - padre Edward William Ottocento e novecento che lo influenzarono Godwin (architetto e scenografo) - madre Ellen Terry (grande attrice) - Henry Irving (più grande attore vittoriano) scena nella seconda metà del XIX sec. scenografia non funge più solo da cornice ma diventa parte integrante della pratica teatrale introduzione di elementi praticabili dagli attori (relazione tra spazio e azione) prospettiva - metodo di rapp. scenografico non più adatto a un modo nuovo e diverso dell’agire dell’attore sulla scena - le proporzioni del corpo umano in movimento sottolinea le discrasia tra figura in azione e spazio agito attore: costretto a rimanere davanti alla scena scena: funge puramente da sfondo inutilizzato dall’attore necessità di un nuovo assetto scenico 1874 compagnia dei Meininger - esempio di un nuovo modi di fare teatro - regista è il direttore di scena faceva si che le componenti dell’evento teatrale rispettassero il senso del testo letterario rappresentato attore: - vero e proprio dominatore della scena - successo dello spettacolo in relazione alla sua fama e capacità attoriale - funzione di eseguire correttamente la rappresentazione, la “parola in azione” regista: - colui che opera la trasposizione di un dramma sulla scena - punto di partenza del processo creativo - mediatore tra il dramma e l sua traduzione scenica - deve confrontarsi con il problema dell’unità formale del prodotto teatrale ricerca dell’interpretazione personale Antoine il compito del regista è molto vicino a quello del critico- esegeta che cerca di far emergere dal testo l’”idea dell’autore” sulla traccia della quale dovrà modellarsi la recitazione degli attori regista non è più un anonimo organizzatore - assume un’identità artistica - sviluppa la messa in scena attraverso il suo punto di cambiamento del ruolo del regista vista porta a un inevitabile cambiamento - capacità di percezione e della funzione dell’attore creatività - talento per la sintesi e la resa scenica creazione di un linguaggio artistico secondo Craig il regista è l’unico in grado di realizzare, secondo un criterio di fantasia e scientificità, l’Opera d’Arte L’ARTE DEL TEATRO: UNA RELIGIONE saggio “l’attore e la supermarionetta” rapp. il cardine di una nuova proposta di messa in scena la rinascita del teatro deve basarsi su un rifiuto senza compromessi del realismo - abbandonare l’idea che esistano azioni naturali o innaturali - suddividere le azioni in necessarie e inutili creatività alla base della riflessione di Craig universale - deve tornare a teatro per ristabilire l’espressione visibile della mente - deve essere una creazione non una copia Di maschere passate, antiche recupero del passato e del suo teatro non nei modi della passività acritica ma nei modi della creatività principi di poetica simbolista - rifiuto di ogni condizionamento di codici estranei alla scena - progetto di riteatralizzazione del teatro - ricerca di una perfezione per dar senso al suo ideale “Se un uomo rinunciasse all’intera sua vita per il lavoro, solo questo potrebbe far rinascere l’Amore per il teatro. Null’altro potrà farlo” Craig come immagine di artista solitario e incompreso progettava in solitudine per realizzare ogni cosa in modo perfetto - ha sempre avuto bisogno di mostrare un’immagine ideale di se - maschera come emblema che lo rappresenta (“The Mask” era la rivista con la quale diffondeva tensione verso le sue idee rivoluzionarie sul teatro) l’assoluto - materiali inorganici concezione di tetro per Craig e - progettazione “scientifica” “poetiche” che di li a poco sarebbero - idea di purezza state teorizzate dai diversi movimenti \\ d’avanguardia l’idea di teatro (e di marionetta) per Craig trova fondamento in una intensa religiosità momento di desacralizzazione della parabola craighiana marionetta e della degradazione del teatro “due donne durante una cerimonia religiosa, spinte dall’ambizione vollero farsi uguali alla Divintà. Vestendosi delle migliori vesti e creando meravigli negli animi degli spettatori riuscirono solo a farne la parodia” Ellen Terry e Edy (sorella): figure che negli anni della giovinezza di Cragi dominarono la sua vita affettiva Edward William Godwin Craig consulta gli scritti di architettura del padre e comprese l’importanza di quest’arte per il suo lavoro di ricerca teatrale ha sempre avuto per il figlio un aspetto mitico ma minore rispetto alle due donne scompare la marionetta e a questa evento che determina l’originarsi si sostituisce la donna della confusione e del disordine, della vita - ridimensionamento, riduzione della sacralità della marionetta - ridursi della cerimonia a un’esteriore Rappresentazione del reale Teatro realista - svanire del burattino e comparsa delle due donne che facevano mostra di sé sul palcoscenico - imposizione dello spirito del Caos - trionfo delle personalità turbolente - personalità esuberante dell’attore (gli uomini credono di potersi riconoscere) considerata una deviazione della vera arte prima (teatro dell’Avvenire) ora(teatro realista) - mondo empirico - passiva imitazione del reale - verità assolute e universali - semplicistica parodia dell’ - arte come concatenamento di esistenza immagini, di visioni catartiche del - aspetti superficiali che ne sovrannaturale impediscono lo spazio dell’immaginaz ione - riproduzione della realtà priva di un fondamento etico e estetico - gli artisti non sono più in grado di attingere la verità e l’autenticità della vita tesi craighiana: innalzare l’artificio della finzione scenica al livello superiore di puro ideale influenze dell’ideale di Craig estetica romantica cultura orientale arte ha la funzione di scoprire il vero - aspetti religiosi e culturali attraverso la concretezza dei linguaggi - forme di spettacolo allegoriche artistici e la loro specificità simboliche che si avvicinano alla stilizzazione scenica orientale - amore per il simbolo equazione divinità-regalità senso ultimo dell’idea craighiana di teatro peccato originale ha determinato una forma di dissociazione, uno stato di disarmonia nella sua personalità indebolimento prima e annullamento poi delle sue capacità percettive e creative “avviamo perso l’abilità perché stiamo perdendo l’antico potere dei nostri occhi e degli altri sensi. I nostri sensi si sono ribellati. Così ne è conseguito che noi abbiamo perso la regalità.” - incapacità di riconoscere il “Dio davanti a noi - incapacità di suscitare visioni con la forza della nostra immaginazione - incapacità di idealizzare ogni cosa e porre possibile qualora un limite alla vanità l’uomo, l’artista avrà recuperato l’antico potere degli occhi - considerarlo come un’esperienza - accentrare il pubblico su di sé - creare l’autocoscienza nello spettatore recupero di un immagine attraverso la precisione tecnica altra, di un significato altro per l’evento Spettacolo L’ITINERARIO DI G. CRAIG - nasce a Stevenage (Inghilterra) nel - madre Ellen Terry (attrice) e Edward William Godwin (architetto) - fin da subito si diletta in ambito teatrale (piccole apparizioni negli spettacoli della madre) - inizia a studiare recitazione nel 1889 - Henry Irving (maggior attore e capocomico inglese dell’Ottocento) come maestro - a 26 anni smette di fare l’attore per dedicarsi al disegno e all’incisione Craig nel ruolo di Amleto (teatro Parkhurst 1896) - “Ha dei tratti fini, espressivi e si muove con grazia e disinvoltura. E’ un serio rapp. della nuova scuola di recitazione e si contrappone all’eloquio pomposo e declamatorio e ai procedimenti spesso meccanici della scuola tradizionale” - “stile decisamente moderno, che esce fuori dalla tradizione” - “idee nuove e interessanti per quel che riguarda i particolari dell’interpretazione e il movimento scenico 1899 Dido and Aeneas: prima rapp. con G. Craig come direttore di scena spazio - piattaforma rialzata che si estendeva per tutta la lunghezza della sala - sul fondo più file di ripiani a gradinata scena già esistente (sala del Conservatorio musicale di Hampstead) scena - crea un impianto di luci provenienti dall’alto - elimina le luci nella ribalta - proiettori in fondo alla sala sopra le teste del pubblico - innovazioni sceniche per creare una profondità infinita alla scena (schermo grigio di garza davanti al fondale blu) - sensazione di spazialità della scena - continuità e armonia di movimento (luci, scene…) - tutto lo spazio di un color caldo grigio neutro per creare una sensazione di unicità - armonia tra i costumi e ciascuna scena (legame tra attori, musica, azione, scena e costumi - uso di filtri alle luci per modificarne i colori (creazione di diverse atmosfere) - Craig si occupa di scena, illuminazione, constumi, movimenti degli attori… messa in scena innovativa e antirealistica destinata a rivoluzionare il modo di fare teatro 1901 the Masque of Love secondo esempio di scena rivoluzionaria scena - lineare, semplice, armonica - fondale sul pavimento e una tela tagliata sul davanti - tutto dipinto di un grigio di tono uniforme interesse di Craig per lo studio del movimento, del valore figurativo allegorico de ritmico del corpo umano 1902 Acis and Galatea ultima opera del Purcell Operatic Society scena - semplificata al massimo - costumi di gusto geometrico - elementi negli abiti che accentuavano il valore ritmo di ogni singolo elemento e movimento - grande abilità nell’utilizzo delle luci (ingrandire le figure, ombre profonde, illuminazione duplice , luci stroboscopiche - studio del rapp. di luci e movimento in un complesso gioco chiaroscurale - uso di pochi elementi ripetuti collaborazione di Craig con Ibsen Craig trascura le indicazioni precise (romanzo Guerriri a Helgeland) di ogni atto per creare scene e costumi utilizza solo le immagini che nascono nella sua fantasia leggendo i dialoghi lavoro di Craig apprezzato molto di più fuori dall’Inghilterra - si trasferisce in Germania (Berlino) - inizia la collaborazione con grandi figure del teatro (E. Duse, M. Reinhardt, I. Ducan) 1905 “The art of the Theatre” testo nel quale afferma la sua idea di teatro Rosmersholm (di Ibsen a Firenze) rimane uno dei miti del teatro italiano scena - unica, di tinta uniforme (color dell’indaco) - molto alta con due sole quinte laterali - pochi elementi d’arredo al centro della scena (ampio tavolo con sedie, divano, lampada…) - luci che cadevano dall’alto e creavano una leggera penombra spazio semplice, misterioso, affascinante Craig usa la luce psicologica, atemporale, posta solo in funzione degli stati d’animo dei protagonisti spazio di C. - cogliere l’essenza spirituale attraverso uno studio rigoroso delle proporzioni e della protettiva scenica - ricerca dell’equilibrio - ricerca dell’intera realtà spaziale e poetica degli oggetti “Hamlet” al Teatro d’Arte di Mosca - personaggi si muovono secondo linee con Stanislavskj non naturali - non naturale, soprannaturale (modi di parlare, gesti) Collaborazione tra C. e S. per l’Hamlet Che durò diversi anni (studi, ricerche, sperimentazioni…) “C. ampliava moltissimo il contenuto spirituale di Amleto” scena - utilizzo degli screens (pannelli) - elementi praticabili aggiuntivi (scale, cubi, parallelepipedi…) - movimenti di screens ed elementi per cambiare la scena - sistema di illuminazione a “raggi e macchie” appunti di regia e immagini visive per offrire una chiave interpretativa del proprio innovato approccio al teatro C. voleva attraverso scena e luci creare un contrasto stridente tra i due mondi (quello di Amleto e quello della corte) separati sul palcoscenico da un vero enorme trasparente - grande carica espressiva - dualismo di spirito e materia, vita e morte - rendere il pubblico cosciente di essere a teatro (libero di giudicare e gustare ciò che vede) https://www.bta.it/txt/a0/03/bta00393.html - mai diminuire l’efficacia scenica con i cambiamenti - mediante il movimento si può restituire il senso della passioni e i pensieri - realismo, precisone dei dettagli sono inutili in scena scene non nascono solo sulla base del testo da rapp. ma anche sulla base di pensieri che il testo tesso hanno evocato nell’artista/scenografo (interpretazione personale) - utilizzo dell’immaginazione consultare manuali in un secondo momento (limitano la creatività e incentivano l’imitazione) - creare in modo semplice e spontaneo - evitare il naturalismo ha creato negli anni un'artificiosità (movimenti, scene e costumi) pedante, insipida, insignificante - non ci sono azioni naturali o innaturali, ma sono azioni necessarie e utili (se un’azione è necessaria si può dire che in quel momento è naturale) - è difficile però che vi sia un azione giusta, un azione naturale - l’azione è un mezzo di distruzione) - distinzione tra azione di massa e azione individuale bello - ciò che ha il massimo equilibrio concetto vasto che - visione completa e perfetta contiene in sé tutto - spinta ricerca dell’effetto (ricerca assidua che C. critica) - sistemi innovativi per usare le luci artificiali l’avvenire – una speranza mediate le parole si può rivelare la realtà rivelare con il movimento le cose meraviglioso e divino invisibili, quelle che si vedono dentro Movimento paragonato alla musica (infinitamente nobile) movimento tutti i teatri si sono evoluti a partire dal movimento, dal movimento del corpo umano uomo utilizza la propria persona come strumento attraverso il quale rendere con il movimento la bellezza (figura del danzatore nell’teatro) due e quattro: - quadrato - virilità, mascolinità due tipi di movimento uno e tre: - circolo - morbidezza, femminilità uomo deve inventare uno strumento al di fuori della sua persona, e attraverso questo strumento comunicare il suo messaggio con la mente può concepire, inventare strumenti per raggiungere ogni traguardo (con la sola persona può raggiunger solo piccole cose) utopia: creare opere d’arte a teatro senza l’uso di testi, senza servirci di attori ma solo attraverso strumenti in grado di portare il movimento dinanzi ai nostri occhi L’ATTORE E LA SUPERMARIOETTA (1907) all’ arte si giunge unicamente di proposito per produrre un opera d’arte qualsiasi, possiamo lavorare soltanto con quei materiali che siamo in grado di non è il caos, l’irrazionalità controllare uomo/attore: non può essere controllato - tende alla libertà - aspetto dell’accidentale - azioni fisiche, espressione del volto, suono, tutto dipende non è mai in una condizione di dalle emozioni equilibrio razionale la mente dell’attore non riesce a controllare sempre le passioni/emozioni vanno a impadronirsi e cambiare l’espressione del volto dell’attore - mente diventa schiva dell’emozione, ne consegue che all’attore debbano capitare continui inconvenienti corpo umano - è per sua natura assolutamente inutilizzabile come materiale artistico - schiavo della mente, delle emozioni creare una nuova forma di recitazione che consiste essenzialmente in gesti simbolici l’attore non deve riprodurre fotograficamente un momento ma cogliere e trasmettere lo spirito, l’essenza dell’idea, del gesto non deve riprodurre la natura, ma sforzarsi di creare utopia/sogno del teatro - reintegrare l’arte - bandire dal teatro quest’idea della personificazione - eliminare l’aspirazione alla riproduzione totale rifiuto della realtà della natura in tutti gli aspetti (azione, scena, recitazione…) - gli attori devono eliminare il desiderio di mettere vita nel loro lavoro (gesti eccessivi, mimica sforzata) - non una figura viva nella quella siano percettibili debolezze, emozioni Flaubert: “l’artista dovrebbe essere nel suo lavoro simile a Dio nella creazione: invisibile e onnipotente; si dovrebbe sentire la sua presenza dovunque senza vederlo in nessun luogo” supermarionetta figura inanimata che deve andare a sostituire la figura dell’attore (identità diversa dal burattino) - non competer con la vita ma andrà oltre - il suo ideale sarà il corpo il catalessi - vestita di una bellezza simile alla morte (corpo inanimato) ma emana uno spirito di vita - è imperturbabile (hanno il potere di trattenere nel volto e nella forma quelle espressioni belle e lontane)
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