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grammatica inglese, Appunti di Lingua Inglese

Corso di grammatica inglese

Tipologia: Appunti

2010/2011

Caricato il 10/07/2011

simonabrancaccio
simonabrancaccio 🇮🇹

4.4

(11)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica grammatica inglese e più Appunti in PDF di Lingua Inglese solo su Docsity! THE SENTENCE 1. L’ordine della frase Il soggetto va posto prima del verbo, il complemento oggetto dopo. Gli avverbi sono utilizzati prima del verbo o dopo il complemento oggetto; ma nel caso del riferimento al tempo può essere posto a inizio frase. Quindi, si ha: Sogg. + verbo + comp. Ogg. + avv. Yesterday + sogg. + verbo + comp. Ogg. 2. Oggetti diretti ed indiretti Si possono usare due tipi di complementi oggetto: • give the book to me • give me the book Alcuni verbi vogliono solo la prima forma, questi sono: explain, confess, admit, announce, declare, demonstrate, describe, entrust, introduce, mention, propose, prove, repeat, report, say, suggest. 3. Pronomi relativi Who, which e that sono soggetti di una “relative clause”. Usiamo who o that per riferirci ad una persona; mentre which o that (al posto di it) per riferirci ad animali e cose. Usiamo whom o that in riferimento ad una persona al posto di un altro pronome: • She’s the woman whom/that I met Usiamo whose al posto degli aggettivi possessivi che si riferiscono a persone: • They’re the people whose cars were stolen NOUNS 1. Countable and uncountable nouns a) se un nome è countable: • usiamo a/an prima di esso; • ha un plurale e può essere usato in frasi con domande tipo How many? • Possiamo usare un numero prima di esso. b) se un nome è uncountable: • non usiamo a/an prima di esso, ma preferiamo le espressioni come some, any • non ha un plurale ed è usato con domande tipo How much? • Non usiamo un numero davanti ad esso. N.B.: alcuni nomi sono countable o uncountable a seconda della circostanza in cui sono utilizzate. Particolarità: • i nomi di bevande sono generalmente uncountable; • i nomi di materiali prodotti (olio, plastica, …) sono uncountable; • alcuni nomi plurali vogliono il verbo singolare : news, hair… 2. Forma plurale La maggior parte dei nomi al plurale vuole l’aggiunta di –s; mentre altri nomi vogliono l’aggiunta di –es, questi ultimi sono quelli che terminano con o (potato- potatoes); s (class- classes); x (box- boxes); ch (match- matches); sh (dish- dishes). I nomi che terminano con la –y ma sono preceduti da consonante trasformano il suffisso in ies (country-countries; strawberry-strawberries). I nomi che terminano con –y preceduta da vocali assumono la s (day-days; key-keys). I nomi che terminano con –f o –fe assumono il suffisso –ves (leaf-leaves; knife-knives); da ricordare, però, che in certi casi come roof-roofs non va l’aggiunta di ves. N.B.: altri nomi non vogliono il plurale “particolare”; es.: • bamboo- bamboos; • child- children; mouse- mice; tooth- theeth; man- men (sono nomi detti irregolari); • trout- trout; salmon- salmon ( nomi il cui plurale è uguale al singolare); • Alcuni nomi, come people, vogliono il verbo solo alla forma plurale. • Alcuni nomi esistono solo al plurale, perciò vogliono il verbo al plurale: trousers, jeans… 3. Genere dei nomi Non esiste una vera e propria regola per individuare il genere dei nomi, ma si vuole usare she in riferimento a persone di sesso femminile, he per il sesso maschile e it per le cose (qualsiasi sia il loro genere). Ci sono però alcune forme particolari: • waiter/waitress; lion/lioness; man/woman. 4. Il genitivo Il genitivo serve per mostrare il possesso. Mettiamo il genitivo dopo il nome cui l’oggetto si riferisce (es.: Frank’s car). Nel caso il nome sia plurale e finisca per –s si aggiunge solo l’apostrofo (es.: My parents’ room). ARTICLES 1. Gli articoli indefiniti A e An hanno lo stesso significato ma si usano in casi diversi: a davanti a nomi che iniziano con consonante e an davanti a nomi che iniziano con vocale. La forma plurale di a/an è zero (0), cioè: • A cat is a domestic animal; • Cats are domestic animals. Quando si riferiscono a quantità, il plurale di a/an è costituito da some/any. N.B.: alcuni nomi sono utilizzati solo con l’articolo davanti: He’s a doctor. La differenza tra a/an e one è che a/an viene utilizzato per indicare un oggetto in forma generale (I’d like a coffee); mentre one per indicare un oggetto particolare (It was one coffee on the desk). 2. Gli articoli definiti The si usa nei casi: • nomi plurali determinati ( I love the flowers in your garden); • nomi di cose uncountable davanti ai quali è impossibile mettere un numero ( the milk in this cup…); • nomi astratti determinati (The life of Mr Smith…); • nomi dei pasti, se determinati, altrimenti si omette (I enjoyed the dinner he gave us); • nomi di nazionalità nel caso non sia seguito da people (The English love…); • in riferimento ad una determinata stagione (I was here in the spring of…) altrimenti si omette (summer is my favourite season); Usiamo since con il present perfect per riferirci ad un periodo di tempo non ancora terminato (I haven’t seem it since Januar). Usiamo for+periodo di tempo per riferirci a periodi di tempo sia nel passato che nel futuro e con l’uso del present perfect. Usiamo la locuzione “periodo di tempo+ ago” per indicare l’inizio di un periodo lontano da adesso (I arrived here two months ago). Usiamo till e until per indicare un periodo sviluppato fino a quel punto e non dopo (I’ll wait here until 5 o clock). During acquista il significato di durante inteso come periodo di tempo compreso dall’inizio alla fine (during December= per tutto il mese di dicembre). 2. Avverbi di frequenza I più comuni sono: always, generally, often, usually, normally, frequently, sometimes, ever, never, seldom… La loro posizione all’interno della frase è diversa a seconda dei casi: • dopo il verbo essere se è l’unico verbo della frase (I am always late); • dopo il primo ausiliare quando ce n’è più d’uno (I would always been late); • prima del verbo quando ce n’è uno solo (You never tried hard enough). Le stesse cose valgono per le frasi al negativo con la sola annotazione dell’aggiunta di – not. Per dare enfasi possiamo posizionare l’avverbio di frequenza all’inizio della frase. PREPOSIZIONI 1. Preposizioni di moto a) usiamo to/from e into/out of per indicare direzione con movimento (She has gone to Paris); b) usiamo at, in, on per indicare la posizione dopo il movimento (I’ll meet you at the airport); N.B.: utilizziamo at per: • posti pubblici e palazzi; • indirizzi; • nomi senza articolo; • eventi. Utilizziamo in per: • grandi aree; • città e parti di città; • aree esterne; • stanze; • nomi senza articoli. 2. Preposizioni di tempo • usiamo at per: orario esatto (at 10 o clock), pranzi (at dinner), periodi della giornata (at night), festività (at Christmas), età (at the age of 11); • usiamo on per: i giorni della settimana (on Monday), parti del giorno, date, occasioni particolari (on that day), anniversari (on your birthday), festività (on New Year’s day). • Usiamo in per: parti della giornata (in the evening), mesi (in May), anni (in 2000), stagioni (in spring), secoli (in 20th century), periodi (in ramadan). 3. Verbi frasali I verbi frasali sono dei verbi la cui forma è combinata con preposizioni ed avverbi. Possono avere significati idiomatici o non idiomatici. Possiamo definire quattro tipi di verbi frasali: • verbo + preposizione (es.: Listen to this record); • verbo + particella [transitivo] (es.: Take off your hat); • verbo + particella [intransitivo] (es.: Hurry up!; Sit down!); • verbo + particella + preposizione [transitivo] (es.: We’ve run out of matches). VERBI 1. The simple present and present progressive tenses Es.: (I love, you love, He/She/It loves, We love, You love, They love). Ci sono 7 usi del simple present tense: • verità permanenti (Summer follows spring); • il periodo attuale (My sister works in a bank); • azioni abituali (I get up at 7); • informazioni future (The concert begins at 10); • osservazioni e dichiarazioni (I hope so); • istruzioni (Go ahead); • commenti (Becker serves to Agassi). Alcuni verbi, come love, non hanno un inizio né una fine: in questi casi si utilizza solo il simple present; in altri casi, in verbi come make, che descrivono azioni in progresso si può utilizzare la forma continuata, cioè il present progressive, che si costruisce così: sogg. + to be + verbo + ing (es.: I’m making a cake). Per le caratteristiche delle elisioni o di raddoppio di consonanti all’aggiunta di ing valgono le prescrizioni viste in precedenza. Ci sono 4 usi del present progressive: • azioni in corso al momento in cui si sta parlando (He’s working at the moment); • situazioni temporanee, non necessariamente in corso quando si sta parlando (My daughter is studying English at the university); • azioni pianificate (We’re spending next winter in USA); • azioni ripetute con avverbi come always, forever (She’s always helping people). 2. The simple past tense Il simple past fa assumere ai verbi regolari il suffisso –d, ma non produce tale suffisso sempre allo stesso modo, infatti alcuni verbi acquisiscono –ed (play-played). I verbi irregolari hanno, invece, una forma preimpostata per tale tempo verbale: to hit - hit – hit to smell – smelt- smelt to leave – left – left Il simple past viene utilizzato per parlare di eventi, azioni o situazioni che sono successe nel passato e, nel momento in cui si parla, sono finite. Si deve dire sempre quanto l’azione è successo e quindi si utilizzano yesterday, ago, last summer… Usiamo il passato per: • descrivere azioni successe in un recente o distante passato (Sam phoned a moment ago); • descrivere un passato abituale (I smoked 40 cigarettes a day till I gave up); Se non vengono espressi i momenti in cui l’azione è accaduta, questi si ritengono impliciti. Il past progressive tense si forma con: sogg. + to be al passato + verbo al pres. + ing I was walking around Ed ha 5 usi fondamentali: • azioni temporanee in corso nel passato (It was raining all night); • azioni in corso mentre qualcosa stava succedendo (When I was leaving the telephone rang); • azioni in corso nel medesimo tempo (While I was reading, Jane was playing the piano); • azioni ripetute nel passato (When I worked here, I was always making mistakes); • affermazioni formali. 3. The simple present perfect Tale tempo serve ad indicare azioni passate, che hanno rapporto con il presente: azioni o stati di cose che hanno avuto inizio nel passato e, senza aver subito interruzioni, continuano ancora nel momento attuale (es.: I have only been in England for twenty minutes). Il present perfect viene usato anche in riferimento ad azioni o stati passati, quando il tempo in cui accaddero non è indicato esplicitamente né implicitamente. Se il tempo è indicato si usa il simple past. Il present perfect si usa con certi avverbi riferentisi a tempo passato, ma indeterminato (I’ve often seen him in the street). Il present perfect si compone: sogg. + to have al simple present + verbo al participio [She has spoken with us]. 4. Future simple Si costruisce: sogg. + will + verbo al pres. [It will rain tomorrow] La forma negativa di will, pari a will not è won’t. Si usa la forma futura composta da “going to” al posto di “will” quando: • si fa una predizione futura (Look out! It’s going to rain); • si vuole indicare un’intenzione (I’m going to practice the piano…); • si vuole indicare un’azione pianificata (We’re going to spend our holidays in USA). 5. Imperativo Usiamo l’imperativo per: • offrire qualcosa (Have another sandwich); • impartire qualcosa (Take the second street on the left); • proibire (Don’t walk on this side of the street); • dire qualcosa con enfasi (Look out!). MODALI c) Can e could Come gli altri modali, can non vuole la –s alla terza persona singolare, non vuole il to dell’infinito che segue e nelle forme interrogative e negative non richiede l’ausiliare do;
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