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Graziadio Isaia Ascoli e l'ipotesi del sostrato, Sbobinature di Sociolinguistica

Appunti sull'ipotesi del sostrato

Tipologia: Sbobinature

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Scarica Graziadio Isaia Ascoli e l'ipotesi del sostrato e più Sbobinature in PDF di Sociolinguistica solo su Docsity! Graziadio Isaia Ascoli e l'ipotesi del sostrato Graziadio Isaia Ascoli è stato un importantissimo studioso, linguista e dialettologo italiano. È stato anche un importante indoeuropeista, quindi studioso di lingue indoeuropee antiche (greco, latino, sanscrito, lingue germaniche) e soltanto nella seconda parte della sua vita di studioso si è dedicato di più a studiare i dialetti italiani e in generale la situazione linguistica italiana. Ha dato un contributo importante anche al momento dell'Unità politica d'Italia (1861) al dibattito sulla questione della lingua e quindi sull'opportunità o meno di diffondere una varietà linguistica parlata in Italia all'epoca (varietà parlata a Firenze) parlata in tutta la penisola. Graziadio Isaia Ascoli nasce a Gorizia nel 1829 e muore a Milano nel 1907. Ascolti nasce a Gorizia che è una città che oggi si trova in Friuli Venezia Giulia ed è al confine con la Slovenia, quindi è una città di confine che all'epoca in cui Ascoli è nato non faceva parte dell'Italia ma era una zona dell'impero austro-ungarico, quindi era una città estremamente ricca dal punto di vista linguistico e culturale, perché vi confluivano l'italiano, il friulano, lo sloveno, il tedesco. Ascoli vive i primi anni della sua vita e della sua formazione in questo ambiente molto ricco di spunti culturali e linguistici. Ascoli impara fin da piccolo, oltre alle lingue vive che facevano parte della sua Gorizia, il latino e il greco. Dedica quindi la prima parte della sua vita di linguista allo studio delle lingue antiche, entra quindi in contatto con studiosi tedeschi, con la scuola dei neogrammatici con i quali ha anche degli importanti scambi epistolari. Nella seconda parte della sua vita Ascoli scopre un interesse per i dialetti italiani; dialetti che conosceva anche personalmente. Si trasferisce poi a Milano perché diventa professore all'Università di Milano e partecipa alla vita culturale e ai dibattiti culturali che agitano l'Italia soprattutto al momento dell'unificazione politica (1861) e che portano gli studiosi e gli intellettuali dell'epoca ad interrogarsi sulla questione linguistica. SI è fatta poi l'Unità politica dell'Italia, quindi l'Italia è diventata uno stato unitario e adesso si pone il problema di quale lingua dare a questa nuova entità politica. Archivio Glottologico Italiano, 1873 (di Ascoli) è una rivista linguistica (primo numero della rivista) molto importante che ancora oggi è attiva. Con la parola «glottologico» Ascoli vuole sottolineare la tendenza di questa rivista ad ospitare lavori di linguistica storica. La parola «glottologia» per la disciplina che si occupa di linguistica storica è proprio un termine coniato da Ascoli. In questa rivista Ascoli pubblica due importantissimi contributi: il Proemio della rivista, quindi il testo introduttivo in cui viene presentata questa nuova impresa editoriale che fino a quel momento non esisteva e che riporta il pensiero di Ascoli in merito alla questione della lingua; i Saggi Ladini, degli studi compiuti da Ascoli sul ladino (alcune varietà linguistiche parlate sia in Italia sia in Svizzera tra le quali c'è anche il suo friulano), in cui Ascoli dà forma per la prima volta alla sua ipotesi relativa al sostrato linguistico. PROBLEMA DELLA ROMANISTICA L'ipotesi del sostrato cerca di rispondere ad un problema che riguarda in generale i romanisti, cioè quegli studiosi che si occupano della costituzione, della formazione e della differenziazione tra le lingue romanze (cioè tra le lingue derivate dal latino). o Le varietà dialettali italo-romanze (come le gallo-romanze, ibero-romanze e daco- romanze) sono esito di una continuazione ininterrotta del latino -> questi dialetti italo- romanzi si sono formati per evoluzione naturale della lingua parlata dal latino fino ad arrivare ad oggi. o Ma, se il latino era uno ed era unitario, come descrivere e spiegare la grande differenziazione linguistica presente nell'area italo-romanza? Se era uno e unitario com'è possibile che si siano create nel corso dei secoli questi diversi sistemi? Ipotesi del sostrato e classificazione dei dialetti Ascoli formula un'ipotesi che prende il nome di ipotesi del sostrato. Ascoli stabilisce una relazione tra questa ipotesi di sostrato e la sua classificazione dei dialetti italiani, quindi per Ascoli l'ipotesi del sostrato è la base per la classificazione dei dialetti. L'ipotesi del sostrato «spiega i fenomeni linguistici osservati in varietà moderne come determinati da fenomeni linguistici propri delle varietà prelatine» (Loporcaro 2009: 33). Gli effetti (o reazioni) di sostrato sarebbero dunque reazioni "etniche" già presenti nelle diverse varietà di latino parlate nella Penisola e continuate nelle singole varietà italo- romanze (cioè nei dialetti). Nella definizione di Loporcaro sono presenti due momenti, l'oggi dei dialetti e un momento storico che precede la diffusione del latino in tutta la penisola italiana, quindi precede la romanizzazione. Quando parliamo di varietà prelatine parliamo di quelle lingue che erano parlate in Italia prima della romanizzazione, cioè prima di quel processo storico che ha portato i romani a occupare militarmente e politicamente tutta la penisola italiana (e anche oltre) e a diffondere, attraverso l'occupazione politica e militare, anche la loro lingua; quindi al processo di romanizzazione (fa riferimento all'ambito politico e militare) si associa poi il processo di latinizzazione (che fa riferimento agli aspetti di diffusione culturale e linguistica. Ascoli dice che oggi osserviamo una grandissima differenza sul territorio italiano, una differenziazione linguistica, ci sono tanti dialetti diversi l'uno dall'altro. Se ci riferiamo alla situazione latina, quindi ad una situazione di presunta unità linguistica, non possiamo spiegare tutta questa variazione. Quindi Ascoli fa riferimento alla fase prelatina (4 sec. a.C.), cioè al fatto che prima della romanizzazione e della latinizzazione la Penisola fosse abitata da popoli diversi (che parlavano ognuno lingue diverse). Questi popoli, apprendendo il latino e quindi latinizzandosi, hanno in qualche modo introdotto nella loro espressione latina dei tratti presenti nelle loro lingue di partenza e questi tratti, che Ascoli chiama reazioni etniche o reazioni di sostrato, sarebbero stati osservabili già nel modo in Scendendo verso il meridione d'Italia abbiamo le coste del meridione grecofone perché lì c'erano i Greci che si erano insediati, avevano colonizzato le coste dell'Italia meridionale fino ad arrivare a Napoli (Napoli è una città nea polis, di fondazione greca). Nella parte centrale d'Italia ci sono gli Umbri e gli Osci, popolazioni di stirpe italica che occupavano un'area molto ampia prima della romanizzazione e saranno tra i primi ad essere inglobati al momento della romanizzazione. In Puglia ci sono i Messapi. Seconda immagine: la distribuzione geografica cambia molto se facciamo riferimento al IV sec. a.C. C'è stata la discesa dei celti, delle popolazioni galliche. I Galli erano una delle tribù che facevano parte del gruppo celtico. La parte circondata in verde (nell'immagine) è la parte di espansione massima che i Celti hanno avuto. Sono arrivati fino ad occupare la parte settentrionale delle Marche. La città di Senigallia (oggi è una cittadina di mare sulla costa nord delle Marche) è una città di fondazione gallica. I celti si sono espansi e questo ha provocato una necessario riduzione del territorio etrusco, si sono espansi a scapito degli etruschi che nel frattempo si erano indeboliti, avevano avuto un indebolimento non solo sul piano politico ma anche sul piano economico, fattori che poi hanno favorito anche la romanizzazione dell'area etrusca. In questa mappa sono rappresentati con maggiore dettaglio tutte le diverse popolazioni che abitavano l'area centrale della penisola italiana e che sono state le prime ad essere oggetto dell'espansione romana. Queste due mappe danno la dimensione dell'estrema varietà di popolazioni e quindi anche di lingue parlate sul territorio italiano prima della romanizzazione. Ovviamente tra queste lingue ci sono alcune lingue indoeuropee (es. lingue celtiche, italiche parlate dalle popolazioni degli osci, umbri etc., greco) e lingue non indoeuropee (es. etrusco), quindi una ricchezza linguistica ampia che poi sarà in qualche modo ridotta drasticamente con la romanizzazione e che però nella prospettiva dell'ipotesi del sostrato di Ascoli lascerà delle tracce nel modo in cui nelle diverse aree romanizzate (e quindi a seconda dei diversi popoli conquistati) si parlerà latino, quindi il latino parlato nelle diverse aree lascia, secondo Ascoli, delle spie delle lingue parlate in quelle aree in precedenza. Metodi per accertare gli effetti di sostrato (detti da Ascoli "reazioni etniche") (Sostrato fa riferimento a sub stratum, quindi 'messo sotto': Con lingue di sostrato si parla di quelle lingue che in una situazione in cui c'è un popolo che ne conquista un altro (non soltanto in riferimento alla romanizzazione ma anche ad altre situazioni che nel corso dei secoli hanno portato ad un'espansione politica e militare di un popolo a scapito di un altro), la lingua del popolo sottomesso è chiamata lingua di sostrato ed è una lingua che anche si continua ad usare va incontro ad una serie di processi e di fenomeni che sono tipici effetti del sostrato. In questo caso, quando si parla di effetti di sostrato, parliamo di queste spie che riguardano soprattutto l'aspetto fonetico che si sarebbero prodotte in questa particolare situazione, cioè nella situazione della romanizzazione e della latinizzazione.) Ascoli era un linguista e per dare forza e appoggio alla sua ipotesi propone di verificare tre prove. Per affermare che un certo fenomeno è un fenomeno di sostrato bisogna che siano verificate queste tre prove: 1. Prova COROGRAFICA (dal greco: regione, territorio): consiste nel fatto che bisogna verificare che ci sia una coincidenza della diffusione geografica del fenomeno nelle due lingue (la lingua antica e la lingua moderna). Se affermo che un certo fenomeno è un fenomeno di sostrato devo verificare che l'area in cui oggi (cioè nel dialetto odierno) il fenomeno è diffuso coincide con l'area in cui anticamente era presenta il popolo a cui viene imputato quell'effetto di sostrato. (Es. Se dico che un certo fenomeno è effetto del sostrato celtico devo fornire la prova che la diffusione geografica nei dialetti odierni del fenomeno coincide con il territorio che anticamente era abitato dai celti). 2. Prova INTRINSECA: fa riferimento al fenomeno linguistico e all'identità strutturale del fenomeno linguistico nella lingua antica e nella lingua moderna. Il ricercatore deve dimostrare che il fenomeno imputabile al sostrato presente nel dialetto di oggi, dal punto di vista strutturale quindi dal punto di vista del contesto in cui ricorre e del tipo di processo che strutturalmente rappresenta, deve essere uguale a quello della lingua antica, quindi in questo caso a quello della lingua di sostrato. 3. Prova ESTRINSECA: fa riferimento all'esterno, al fatto che devo verificare la presenza dello stesso fenomeno in lingue diverse (rispetto al dialetto odierno) ma con lo stesso sostrato. (Es. sto descrivendo un fenomeno di un dialetto settentrionale, fenomeno che imputo al sostrato celtico. Se osservo che lo stesso fenomeno è presente anche in altre lingue (un caso di questo tipo c'è ed è presente nel nederlandese, lingua parlata nei Paesi Bassi) devo verificare se quello stesso fenomeno in nederlandese possa essere imputato o no allo stesso sostrato. Nel caso specifico quel fenomeno del nederlandese può essere imputato al sostrato celtico perché il nederlandese è una lingua germanica ma in quell'area era presente sostrato celtico prima dell'arrivo delle popolazioni germaniche. Quindi in questo caso la prova estrinseca è verificata). Sono prove che combinate insieme, dice Ascoli, permettono di accertare che un determinato fenomeno di una varietà linguistica odierna è imputabile ad un effetto di sostrato.
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