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GUARDARE L'ARTE CONTEMPORANEA, MARY ACTON - Riassunto, Sintesi del corso di Storia dell'Arte Moderna

Riassunto completo con immagini del testo "Guardare l'arte contemporanea" di Mary Acton.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

In vendita dal 15/03/2020

giusy.longa
giusy.longa 🇮🇹

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Scarica GUARDARE L'ARTE CONTEMPORANEA, MARY ACTON - Riassunto e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! GUARDARE L’ARTE CONTEMPORANEA Mary Acton Giusy Longa, IULM LES DEMOISELLES D’AVIGNON, PABLO PICASSO (MoMa), 1907 Les Demoiselles d'Avignon è uno dei più celebri dipinti di Pablo Picasso; è un quadro radicale, dinamico ed eccitante, che può essere considerato espressione di tantissimi nuovi orientamenti, sebbene sia molto tradizionale, dato che riprende nuovamente il tema del nudo, così come i dipinti mitologici di Rubens e Tiziano. Il quadro mostra cinque prostitute in un bordello di calle Avignon, a Barcellona. Sicuramente Picasso avrà osservato il nuovo studio sulle figure nude che stava compiendo Cézanne in quel periodo ed era influenzato dalla scultura africana, che egli interpretava come una tradizione alternativa. Il Cubismo fu elaborato da Picasso e Braque e ciò comportò un cambiamento nel trattamento della forma e dello spazio. Picasso cerca evidentemente di presentare in una forma nuova un modello visto e stravisto, ovvero il nudo femminile. Se si confronta il quadro di Picasso con quello di Rubens, ovvero “Il giudizio di Paride” si vedrà che la composizione ha un’organizzazione simile con due figure sulla destra e due sulla sinistra. Nel dipinto di Picasso le figure non riescono ad avere una propria distanza poiché l’interrelazione tra sfondo e primo piano è sparita, poiché le figure vengono collocate sulla superficie del dipinto piuttosto che essere collocate in un paesaggio tridimensionale. Cézanne, nel tempo, aveva realizzato diverse figure di bagnanti esplorando il soggetto in diverse direzioni sperimentali, nelle “Grandes Bagneuses” osserviamo una figura che sembra avere soltanto un piede ed una donna misteriosa sul fondo. Picasso ha giocato con l’idea di proporzione ed ha usato le figure per esprimere le forme e lo spazio. Proprio come Cézanne, Picasso parte da dei soggetti tradizionali per arrivare alla sperimentazione sulla costruzione pittorica. Picasso comprese molto chiaramente l’idea del feticcio (oggetto di religiosità primitiva): il volto è piatto, gli occhi sono due cilindri rotondi, il naso è un triangolo ed è stato progettato per trasmette un messaggio tramite un’immagine viva e potente, ma non naturalistica. Il cambiamento della nostra sensibilità incide particolarmente sul nostro modo di percepire la realtà, spostandoci dalla sfera del visibile a quello dell’invisibile, tutto ciò grazie alle scoperte compiute in quel periodo. – Einstein, con la teoria della relatività e con l’esistenza della quarta dimensione, ovvero il tempo in cui lo spazio diventa relativo ed instabile. La scoperta dell’esistenza dei cromosomi, della radio in cui una materia inerte è capace di produrre energia, della radiografia e della teoria quantistica in cui prima di essere osservata la realtà permane per così dire in una condizione di indecisione tra diverse possibilità, l’interpretazione dei sogni di Freud in cui la persona che conosciamo non è esattamente ciò che è almeno all’apparenza. Inoltre Nietzsche con la sua idea del Dio morto ha fatto capire all’artista di poter essere molto di più, in cui l’artista è la persona capace di offrire sè stesso e le sue creazioni sostituendosi a Dio. Ovviamente anche Picasso fu influenzato da tale idea. Picasso lavorò a stretto contatto con Braque per lo sviluppo del cubismo: i due lavoravano molto duramente ed intuitivamente e possedevano le stesse idee. Picasso utilizzò sicuramente del materiale fotografico e nella sua collezione si trova una fotografia di donne africane che si trovano in una composizione simile a quella creata nell’opera delle Demoiselles. Picasso prese una semplice fotografia e ne sovrappose un’altra mediante una doppia esposizione. La seconda fotografia, in questo modo, diventa molto simile ad un’opera cubista: ambiguità che viene convertita anche nei dipinti che Picasso e Braque stavano creando. Picasso vedeva se stesso come l’erede di una lunga tradizione pittorica, in particolare della raffigurazione del nudo femminile. - Nl quadro del Botticelli “La primavera” le figure femminili sono slanciate ed eleganti, specialmente quella della Venere. I nudi sono collocati in un contesto irreale che si suppone debba essere apprezzato emotivamente, proprio come quando si legge una poesia. Con Baudelaire si sottolinea come l’artista debba esprimere gli aspetti della vita cittadina dal punto di vista dell’uomo che si aggira per la città, in cui è incluso anche il bordello - le figure di Picasso non sono mitologiche e non raccontano una storia, danno una nuova interpretazione ad un soggetto tradizionale. Con modernismo si intende che la pittura debba riflettere la vita moderna ed in particolare quella della città. Courbet scelse di dipingere in modo che rivelava le qualità astratte della pittura, ma allo stesso tempo cerca di dipingere ciò che voleva ed è assente dunque ogni tentativo di voler raccontare una storia. Allo spettatore non rimane che apprezzare i vari movimenti ellittici presenti nell’opera delle “Stacciatrici di grano”. - l’effetto è quello di farci pensare alle qualità astratte dell’opera, ma non al soggetto stesso. Manet fu un altro autore che con “Colazione sull’erba” riuscì ad affermare la propria autonomia ed indipendenza facendo presente la dinamica di un nudo che diventa provocatorio. - l’osservatore arriva a percepire qualcosa di più rispetto alla bellezza classica del nudo e all’osservatore si chiede di decidere che cosa realmente stia guardando , dato che il quadro di per sé non ha una vera e propria storia da raccontare. Successivamente Ingres stesso aveva presentato delle versioni straordinarie del nudo che assumevano si delle posizioni contorte, ma a livello di descrizione erano molto definite nei dettagli e sarebbero potute essere anche accettate dalla critica dell’epoca. Picasso trasmetteva sempre un’appassionata intensità nelle sue opere - ciò prendeva spunto dall’espressionismo tedesco che sicuramente aveva attecchito anche in Spagna - lo scopo era proprio quello di creare delle forti emozioni. Intenzione di voler esprimere un’idea che diventa sempre più urgente rispetto all’importanza del naturalismo. FUTURISMO E LA VISIONE DINAMICA L’accettazione entusiastica della modernità da parte del futurismo, ha essenzialmente a che fare con il mondo dell’industriale, della fabbrica, della velocità e dell’automobile. L’influenza del pensiero di Bergson è stata fortissima; la concezione del mondo come dinamico invece che statico è stata molto importante per il futurismo. Sia con il futurismo che con il Vorticismo si impose l’importanza del manifesto e più in generale il collegamento tra scrittura ed arti visive per spiegare verso quale direzione l’arte si stava orientando. MATERIA DI UMBERTO BOCCIONI, 1912 (collezione privata Peggy Guggenheim, Venezia) modello presentato come diviso in atomi e molecole, sebbene la tecnica sia ampiamente di stampo cubista qui ci sono molte più diagonali, come si vede nella sezione superiore del dipinto. L’uso del contrasto tra colori primari e complementari concede all’opera una potenza espressiva che intensifica il pathos e quindi la bellezza della superficie. La parte più scura si trova nella parte inferiore dell’opera ed è decisamente più opaca, mentre nella parte superiore del dipinto è brillante e traslucido. La composizione appare caotica, mani che sembrano provenire verso di noi mentre la testa sembra retrocedere. La figura rappresentata è la madre dell’artista; le sue mani, che in proporzione sembrano più grandi, sembrano quasi essere viste attraverso una lente fotografica. Boccioni era interessato ad alcuni aspetti della fotografia e della cinematografia e in particolare nella loro applicazione sull’espressionismo del movimento. Molte delle sue opere, infatti, includono nel titolo la parola dinamismo e molte tecniche del colore prendevano ispirazione dall’impressionismo e dal neo impressionismo. Marinetti enfatizzava con il suo manifesto come fosse necessario entrare a contatto con la realtà industriale e dunque necessario per l’artista andare avanti, come un rappresentate delle avanguardie. L’aspetto dinamico diventa ancora più importante nel Manifesto tecnico di Boccioni. Enfasi di Boccioni sulla fluidità, il movimento e sul cambiamento in un reciproco sovrapporsi di immagini e in tutto ciò riflette le idee di Bergson che credeva che la nostra comprensione del mondo fosse in continuo mutamento e si trovasse sempre in uno stato di dinamico flusso. Dunque è chiaro che il futurista di sentiva parte di un grande flusso di nuove idee. BOULEVARD DI GINO SEVERINI: il soggetto di questo quadro è essenzialmente impressionista, in cui l’autore sovrappone forme geometriche di colori primari e complementari e sono disposti in modo da creare del movimento e cambiamento sulla superficie del dipinto. Gli assi principali del quadro sono diagonali e le zone bianche sono usate per aprire la composizione, mentre i neri sono incorporati per dare peso alla rappresentazione. Si pensa che lui abbia visto una serie di dipinti realizzati da Pissarro a Parigi, in cui l’intento era realizzare una serie di dipinti con lo stesso soggetto caratterizzato da diversi punti come il clima o la prospettiva. Tutto ciò ha comunque un collegamento con le idee di Bergson che affermava che ogni uomo è influenzato per ciò che vede nel presente dalla sua memoria, dunque la realtà è completamente influenzata dalle nostre immagini mnemoniche che la rende instabile, dinamica e misteriosa. Bergson paragona la nostra coscienza ad una melodia in cui il colore può mediare la nostra esperienza percettiva e il battito ritmo della nostra coscienza. “La dance” in cui i corpi sono distorti presenta un tema molto simile in cui è visibile il corpo di una donna attraverso due fori realizzati su una porta. Gli organi sessuali si affacciano sfacciatamente davanti allo sguardo dello spettatore, si tratta di una forma di pornografia, che nuovamente incoraggiano lo spettatore a porsi delle domande. Non se ne può vedere la testa, ma se ne possono vedere le parti femminili. Il corpo è costituito da una pelle di suino per darle un aspetto più soffice. L’intera composizione comunica un’aura di mistero e quiete ed è enigmatica quanto qualunque cosa Duchamp aveva realizzato antecedentemente. In tutto ciò sembra avere una mancanza di fede in qualunque cosa, una sorta di permanente scetticismo che farebbe capo alla filosofia di Nietzsche. Uno dei principali teorici dell’arte concettuale fu Kosuth che vuole riportare a galla il significato dell’arte rifuggendo dalle considerazioni estetiche. Qualunque cosa che si scelga può essere considerata come arte così che il giudizio estetico diventi irrilevante. ET IN ARCADIA EGO DI FINLAY si propone di creare echi della tradizione classica ed in gran parte ciò è ottenuto tramite la realizzazione di placche che recano delle scritte, che nel particolare si collegano con la tradizione pastorale della poesia classica come quella di Virgilio ed Orazio, che creano una visione idealizzata e arcadica della campagna. L’idea che l’esperienza di un quadro possa essere poetica era già stata introdotta da artisti come Giorgione e Tiziano, cioè che esso potesse suscitare emozioni quanto una poesia. Vi è un evidente associazione tra testo ed immagine. La placca scolpita ha dei rilievi su diverso livello e reca nella parte inferiore la scritta del titolo dell’opera stessa. Anche lo stile di Poussin è scultoreo in quanto le figure sono talmente definite da risultare anch’esse dei rilievi. Il paesaggio è reso in modo molto più morbido per accentuare la tridimensionalità del primo piano. La composizione è simile in entrambe le opere, eccetto che l’opera di Finlay è priva di personaggi. Crea dei collegamenti con l’idea di Arcadia, ovvero l’ideale di un mondo naturale dove tutto è bello e non può accadere nulla di brutto. Ma la tomba centrale rappresenta l’idea che la morte ci accompagna dappertutto, in particolare Finlay si riferisce alla forza distruttiva della guerra, specialmente alla capacità dell’uomo di distruggere gli altri. Capovolge le idee tradizionali e le porta scomodamente nel nostro mondo. Ci costringe a pensare alla reinterpretazione di queste idee classiche. THE PARTHENON/ MARCH Questo è ciò che viene definito come installazione, è composta da oggetti già pronti ed è installata da un’artista e dai sui assistenti in un luogo specifico e lasciata lì per un periodo limitato di tempo, è fotografa e successivamente smantellata. Non è pensata per resistere permanentemente. Quest’opera è costituita da spazzatura e dai detriti del mondo contemporaneo. Potrebbe essere considerata come un’opera di performance art, nel senso che i materiali vengono raccolti per poi costituire successivamente l’opera stessa. Il prodotto non esce dalla mano del solo artista, ma vengono coinvolti anche i suoi assistenti. Ovviamente fa riferimento all’edificio più importante dell’antica Atene, ma di certo non viene chiesto di guardarlo come se fosse una semplice rappresentazione del Partenone: è progettato per suscitare domande nello spettatore. Ci suggerisce che sia una replica dell’icone che costituiscono il mondo occidentale poiché è realizzata con pneumatici, siamo dunque controllati dalle istituzioni che governano il petrolio? Una volta preparata l’installazione essa viene lascia in quel luogo per un tot di tempo affinché la gente possa visitarla, poi dopo essere stata fotografata viene rimossa. Il modo in cui la luce si posa sugli pneumatici creando diverse sfumature di grigio dona all’opera una sensazione opprimente e sinistra. Essa non ha a che fare con qualcosa che percepiamo sensorialmente, tuttavia affascina la nostra mente. LIGHT SENTENCE DI MONA HATOUM Il rapporto è ambientale con questa installazione perché si deve letteralmente camminare dentro per sperimentarne l’effetto completo. Sono una serie di armadietti che appaiono come delle gabbie che si potrebbero trovare in un allevamento di polli. Creano un’atmosfera claustrofobica e traslucida. In alto è accesa una lampadina che viene fatta oscillare, creando una sensazione di disorientamento spaziale nell’osservatore. Si fa riferimento alle prigioni, al maltrattamento degli animali. La lampadina ha un motore che le permette di oscillare. Quando ci si allontana è percepibile un forte turbamento emotivo e ci si sente provati senza capirne chiaramente la ragione. L’opera si riferisce indirettamente alla sofferenza, così che quando la contempliamo ne rimaniamo commossi. THE GREETING /BILL VIOLA è un altro tipo di installazione che comporta l’uso del video e lui ne è un emerito rappresentante. Prendendo dipinti dell’antico maestro Pontormo (nell’immagine a sx) e donandogli colori, movimento e composizione, lo pongono nel nuovo contesto della modernità. Opera con l’idea di creare un’immagine in movimento e non un’immagine statica e questo non sarebbe possibile senza l’aiuto del movimento di immagine su pellicola. William Blake è un artista che da sempre ha cercato di far sembra una cosa piuttosto che un’altra e ciò è rimasto espresso nelle su opere d’arte come “Il grande drago rosso e la donna vestita di sole” in cui in principio la figura appare come un uomo, ma salendo si vede che è caratterizzata da squame e da canini ed ai suoi piedi vediamo una donna sdraiata che sarebbe il simbolo di Israele e della Chiesa che ha appena dato alla luce un figlio. Anche Odilon Redon riuscì a costruire nei suoi quadri delle figure molto strane “L’occhio come un pallone bizzarro si dirige verso l’infinito”. Questa è un’immagine che potrebbe verificarsi solamente in sogno, stimola la nostra immaginazione, lasciando da parte la nostra logica. Dalì anche ha una splendida visualizzazione di un immaginario onirico in cui è impossibile scorgere una qualunque logicità nella rappresentazione. Tutto ciò infatti simboleggia molto bene la guerra civile spagnola . Andre Breton che fu un teorico del Surrealismo rimase affascinato dalla psicoanalisi freudiana, infatti questo movimento proveniva dall’influenza del dadaismo e di Duchamp. Uno dei temi ricorrenti è che non si prefigge come scopo un’iconografia determinata, ma lo spettatore deve essere in grado di farsi una propria opinione dell’opera. ESPRESSIONISMO ED ESPRESSIONE DI Sè L’Espressionismo è un tema che attraversa tutta l’arte del XX sec. In America dopo la seconda guerra mondiale, divenne espressionismo astratto nell’opera di Pollock e dei suoi contemporanei. Una fase leggermente più tarda, poco dopo la seconda guerra mondiale fu quella dei Der Blaue Reiter, ovvero del Cavaliere azzurro, all’interno del quale Kandinskij condusse i suoi compagni alla comprensione sul come comunicare direttamente con l’anima dello spettatore, mediante l’uso espressivo del colore. Essa concerne la connessione emotiva e spirituale che avviene tramite l’artista e lo spettatore, perciò non vi è necessariamente bisogno di un soggetto. La relazione con la musica è qui molto importante. Alcuni tipi di opera sono ancora intensamente autobiografici, ma questo aspetto riguarda quelle donne artista appartenenti al movimento del femminismo. KANDINSKIJ il paesaggio di Murnau-Staffelsee (Museo di Stato, San Pietroburgo) si basa sulla potenza espressiva del colore, l’intensità del colore è dato dall’utilizzo di colori complementari e primari forti, quasi saturi. L’esecuzione è vigorosa e la pennellata è distesa, con forme libere e scarsa cura per il dettaglio. L’interno dipinto ha lo scopo di trasmettere emozioni, ed ha poco a che fare con quello che concerne la realtà. A parlare allo spettatore è dunque il colore. Il soggetto di “Nell’oscurità” che è un’opera posteriore, è completamente astratto, si tratta di triangoli simili a squadre posti l’uno dietro l’altro che si muovono verso l’alto, alcune sono prive di qualche segmento, mentre altre sono complete. Il quadro è eseguito con l’acquerello per tanto nel complesso l’opera acquista un aspetto più delicato.- colore spruzzato attraverso un vaporizzatore. L’artista grazie a questa tecnica ci fa credere che le forme si stiano muovendo nell’oscurità, proprio come afferma il titolo. Colloca colori più freddi nella parte superiore e colori più caldi nella parte inferiore. Kand. stava lavorando alla Bauhaus ed arriva a paragonare la pittura con la musica. Arriva a rappresentare qualche nota della quinta sinfonia di Beethoven Pone la sua enfasi non su ciò che sta in superficie, ma sul collegamento sentimentale che l’artista vuole creare con lo spettatore. Egli era stato influenzato dalla teosofia di Madame Blavatskij e Steiner, filosofie che credevano nella dimensione divina e spirituale aldilà dei fenomeni ricorrenti. Indubbiamente egli arrivò ad influenzare anche Klee e Macke. LA DANZA DELLA FALENA DI PAUL KLEE: Klee elabora una tecnica mista che viene chiamata acquerello e ricalco ad olio. Essa consiste nel copiare un disegno su carta lucida, coprire un pezzo di carta giapponese con inchiostro china e lasciarlo fino a quando diventa quasi asciutto e tracciare su di esso il disegno in modo che assorba l’inchiostro di china uniformemente. Si crea così un effetto di linea discontinua che dà un effetto di sbavatura. Lo sfondo, caratterizzato da diverse sfumature di acqua marina, era stato preparato antecedentemente. - Colori che hanno un lieve passaggio di tonalità. La creatura attraverso questa tecnica sembra librarsi nella luce e l’acquerello fa sembrare lo sfondo simile a chiffon o a qualche altro materiale semitrasparente. Se ci si avvicina all’opera si può osservare che essa non è ha tutti gli effetti una falena, ma ne richiama le somiglianze. Come i surrealisti Klee elabora un’immagine che richiama nello spettatore tutta una serie di associazioni. Egli aveva studiato l’arte dei bambini e dei malati di mente perché credeva che le loro opere fossero maggiormente in grado di esprimere un messaggio, ovvero quello che era nascosto dietro l’opera come avvenne nel Messaggero dell’autunno. SONNIGER WEG DI MACKE: faceva parte del movimento del cavaliere azzurro, però morì nella prima guerra mondiale e non riuscì a far parte della Bauhaus. In quest’opera egli ci mostra la sua capacità di utilizzare il colore per donare all’opera un’aurea di mistero. Il bianco ed il giallo sono i due colori utilizzati per creare l’effetto della luce che passa attraverso i rami, tuttavia non abbiamo una chiara percezione dell’ora in cui l’opera è rappresentata. le chiazze blu entrano in contrasto con i giallo, e l’abbondanza di bianco opaco fa risaltare la lucentezza dell’opera. La poeticità dell’opera sta nel comunicare con l’osservatore in maniera obliqua e non diretta. L’idea mistica di una comunicazione diretta con l’anima dello spettatore è presente e prende sicuramente ispirazione da ciò che aveva introdotto Kandinskij. DONNA INCINTA DI OTTO DIX: esprime sensazione di speranza per le generazioni future introducendo questo tema della fertilità. Le velature di colore danno intensità e ricchezza all’opera stessa. é un dipinto prodotto subito dopo la prima guerra mondiale. La figura è sia madre che bambino e rievoca tutta quella passata tradizione medievale, specialmente quella delle finestre con vetro colorato. ECLISSI DI SOLE DI GROSZ Emin fu un’artista che riuscì a coniare nell’opera “My Bed” con questo letto sfatto destò scandalo quasi come Duchamp con la Fontaine. Fu in grado di rappresentare molte ansie delle donne nell’epoca del post-femminismo. Riuscì sicuramente a rompere le barriere della criticità grazie alla sua influenza mediatica. L’attenzione mediatica per l’arte però ha rovinato anche il senso di alcune mostre che avevano per soggetto temi che riguardavano tutti noi. THE PHYSICAL IMPOSSIBILITY OF DEATH IN THE MIND OF SOMEONE LIVING DI HIRST, 1991 Si può considerare lo squalo come un simbolo di morte. Sembra imbalsamato come in un museo, ma in realtà se lo si osserva attentamente egli è inserito all’interno di una sostanza di formaldeide come se fosse un campione biologico e lo fa sembrare nel mare. é messo in diagonale così se si cammina attorno sembra che lo squalo ci venga incontro, inducendoci a pensare alla morte e a confrontarci con tale possibilità. TRAGIC ANATOMIES DI JAKE E DINOS CHAPMAN colloca una serie di manichini bambini in posizioni strane ed allusive. Ovviamente tale opera si riferisce palesemente alla violenza su minori. Portano lo spettatore a capire il tema a cuore più di quello che potrebbero fare i media televisivi. Sono tutte opere che si portano a riflettere apposta su tali argomenti, c’è il desiderio di comunicare allo spettatore tutta una serie di idee e sentimenti personali, politici o sociali. NUOVI CONCETTI COMPOSITIVI Per composizione si intende l’organizzazione complessiva di un’opera d’arte e l’esplorazione di differenti tipi di composizione è stato il punto focale di tutta l’arte contemporanea. Prendendo in considerazione il “collage” si può dire che l’opera in questo caso non è dipinta tradizionalmente, ma è costituita da un’unione di pezzetti di carta ed oggetti vari che vengono organizzati ed assemblati nella composizione. L’idea di una rottura di piani della loro ricomposizione in modo alternativo diede origine a delle nuove concezioni di spazio e forma. Il collage prevedeva l’inserito dei cosiddetti objet trouvé, per poter far risaltare nell’opera i piani sovrapposti. Rauschenberg riuscì in tale modo a realizzare delle opere che non potevano essere collocate in nessuna sottocategoria. Contemporaneamente al surrealismo si sviluppò la tecnica del fotomontaggio, specialmente in Russia e Germania, in cui le fotografie erano sovrapposte per poter comunicare dei messaggi. SPARTAKIADA/MOSCA DI KLUCIS ne è un esempio in quanto la S del titolo crea intorno al calciatore una prospettiva dinamica e dietro alla sua figura sono sovrapposte varie foto sportive che riguardavano il calcio e lo stadio. Sul retro di tale poster si trovavano degli slogan che esaltavano i successi della Rivoluzione Russa. Questo è sicuramente uno degli esempi dell’utilizzo del collage nella propaganda politica. Dunque la fotografia non fu più vista come solamente il mezzo per registrare il mondo visibile, ma come mezzo per comunicare dei significati (anni 20 del 900). Dopo il 1945 gli artisti incominciarono a ribellarsi con l’introduzione della peinture informelle di Fautrier e Dubuffet. Respinsero la forma, lo spazio e la composizione in senso tradizionale, per accumulare il materiale sulla superficie dell’immagine ed usare le tecniche più semplici e grezze dei graffisti. Il minimalismo poi arriva a rompere ancora di più perché vuole discostarsi da quell’idea dell’arte come consumo che stava dilagando. Essa deve essere controllata dall’artista come se ne fosse un architetto ed un progettista, dunque generalmente tali opere venivano realizzate grazie all’aiuto di collaboratori. BOUTEILLE, JOURNAL,PIPE ET VERRE DI BRAQUE è definito collage in quanto non è dipinto in senso tradizionale: oggetti di carta a caso vengono raccolti per arrivare a creare una composizione, dunque quest’opera considerata un “papier collé” ovvero vari pezzi di carta incollati su una superficie di carta e l’effetto è simile a quello del collage. I pezzi di carta sono stratificati l’uno sopra l’altro secondo angolazioni ben distinte e studiate. Poi è usato il disegno a carboncino per aumentare l’effetto formale e spaziale. La contrapposizione tra opacità e trasparenza è l’effetto fondamentale dell’opera stessa. L’idea dello scegliere a caso dei pezzi di carta fa diventare l’opera come se fosse caratterizzata da una composizione omogenea ordinata e piacevole alla vista. L’artista gioca in modo molto sottile con la tridimensionalità, perché da una parte la bottiglia appare nascosta, dall’altra sembra che si diriga verso di noi. Ci appare sulla sinistra un trafiletto di Monteruil, ma non sembra ci sia richiesto di leggerlo in quanto esso risolta abbastanza coperto in modo da non apparire troppo evidente. Un aspetto importante che caratterizza il collage è sicuramente l’idea della plasticità casuale introdotta da Apollinaire: le cose congiungono accidentalmente per venire poi successivamente ordinate al fine di esprimere un’idea, come avviene nella poesia “il pleut” in modo da poter comunicare direttamente con l’anima dello spettatore. Secondo Shattuck questa nuova teoria introduceva la libertà dai canoni tradizionali ed era lo scopo principale del collage per poter costruire delle nuove composizioni. L’opera dell’artista SCHWITTERS semplifica molto bene l’influsso che ebbe il collage. I suoi quadri sono chiamati “assemblages” che in realtà è solamente un altro termine per poter identificare il collage o il papier collé. Lo stesso artista arrivò a chiamarli “Merz” che indica la combinazione per motivi artisti di tutti i possibili materiali. La composizione in questo caso è fatta da fogli di carta e biglietti che appaiono come scelti a caso. DOOR DI RAUSCHENBERG utilizzata la tecnica del “Combine painting”, anch’essa è una sorta di collage nel senso che vengono amalgamate parti diverse per poter arrivare a formare il tutto, l’opera è meno focalizzata sul contenuto rispetto ad altri collage ed inoltre viene lasciato libero spazio allo sguardo dello spettatore di muoversi lungo tutta l’opera. L’idea è quella di suscitare una fantasticheria nello spettatore. Poter pensare e sentire ciò che gli pare ed ogni volta che si accosta all’opera di poter percepire qualcosa di diverso. La sua “combine painting” contiene una selezione di oggetti amplissima. E l’opera stessa sembra progettata per poter rimanere posata sul pavimento piuttosto che essere appesa alla parete. Ogni opera realizzata dunque sembra non poter essere categorizzata perché in questo caso l’opera di Rauschenberg appare come una scultura, ma è anche dipinta ed incorniciata e dunque ciò la rende diversa dalle opere della tradizione che potevano essere categorizzate in modo preciso a seconda della tecnica utilizzata. L’equilibrio tra tono, colore e composizione è perfetto. LA PITTURA SURREALISTA CANZONE D’AMORE DI DE CHIRICO: in quest’opera De Chirico stabilisce i canoni della pittura surrealista. Essa è interamente dipinta e al suo interno vengono colorati degli elementi che creano una sensazione di mistero, per questo egli stesso chiama i suoi quadri “Enigmi”: un busto, un guanto rosso, una palla verde sullo sfondo di un cielo color acquamarina. Vi è un forte contrasto tra luce e buio e tra colori primari e complementari. La tecnica è quella di una dislocazione degli oggetti da un contesto logico, per poi inserirli in una composizione illogica- sono messi insieme comunque in modo ordinato e disegnati in modo molto dettagliato ed è proprio questo che stupisce nell’opera. Egli influenzò molti membri del movimento surrealista come ERNST, che lasciò il segno negli anni 20, quando ormai la teoria della psicanalisi di Freud aveva preso piede. Nel 1924 Breton pubblicò il manifesto in cui spiegava come utilizzare la tecnica della libera associazione nella scrittura. LA FORESTA DI ERNST Ernst introdusse la tecnica del “Frottage” in cui usa l’accostamento di diverse superfici pittoriche per la composizione. Utilizzando questa tecnica crea un’atmosfera misteriosa, i trucchi degli alberi sono alti e hanno pendenze diverse. I diversi piani sono ottenuti grattando la vernice con diverse intensità, definendo i contorni delle forme. Il contrasto sembra presentare un paesaggio al chiaro di luna e questo effetto di seghettato e di quasi spezzato sembra rappresentare l’idea di un paesaggio violentato dalla guerra. L’idea è quella di far pensare allo spettatore tramite la libera associazione ad un’idea di foresta. Sembrerebbe essere un chiaro di luna oppure un’improvvisa eclissi solare. LA PEINTURE INFORMELLE ORADOUR-SUR-GLANE DI FAUTRIER è un dipinto in cui si cerca di indagare il rapporto tra forma e spazio in cui la stessa tinta viene usata come se fosse gesso bagnato. Il titolo dell’opera si riferisce ad un villaggio francese deliberatamente distrutto dai nazisti, che ne uccisero tutti gli abitanti. La superficie verde ricorda quelle foto aree e la superficie densamente impastata vi spicca contro. Osservandola si osserva una serie di volti di profilo in rosa che sono ammucchiati come se fossero i corpi di una fossa comune. Fautrier utilizzò anche le sue abilità pittoriche e scultoree per creare una serie di teste chiamate “Ostaggi” che servono ad esprimere in maniera diversa il dolore e la sofferenza. Esse probabilmente hanno ispirato il nuovo tipo di pittura, in cui l’impasto pittorico è molto denso e poggia su uno sfondo colorato a strati. DUBUFFET sviluppò la sua personale visione della pittura informale. I suoi effetti competitivi vennero chiamati come “hautes pates” ovvero come strati densi e pastosi i tinta. I suoi soggetti sono vittime di tortura, che rappresentano i tremendi ricordi dell’occupazione nazista, la serie fu intitolata “Materia e Memoria”. Sovente vi sono collegamenti tra pittura informale e l’esistenzialismo francese che si sviluppò nella Parigi postbellica grazie a Bergson.- ebbe un’ampia ed importante influenza, grazie all’idea che la cosa essenziale è la sfera individuale, in un certo senso siamo liberi, ma ad un certo punto possiamo trovarci nel vuoto senza qualcosa a cui aspirare. LA POP ART JUST… DI HAMILTON (1956) Gli artisti riconobbero che il mondo urbano era stato fortemente influenzato dalle nuove tecnologie mediatiche: la televisione, la pubblicità, il cinema e dunque ciò doveva riflettersi nei musei e nelle mostre. Hamilton utilizza la tecnica del collage per poter trasmettere un messaggio. Utilizza una serie di fotografie di personaggi ed oggetti tipici della vita moderna. Diventa interprete dei segni della vita moderna. Anche ANDY WARHOL lo è con ONE HUNDRED CAMPBELL’S SOUP CANS (1962) è chiamata immagine multipla perché lo stesso oggetto è rappresentato molte volte. La cornice che è collocata ai bordi delle scatole, non ha per nulla una funzione decorativa. Non si sa che cosa guardare in primo piano e gli spazi sembrano uniformi, fino a quando non si inizia ad osservare l’opera dettagliatamente e guizzano all’occhio degli spazi vuoti, dato dal fatto che le scatole sono realizzate con dimensioni differenti. Per dare l’dea di essere perfettamente simmetrica vengono collocate 10 lattina in orizzontale e 10 lattine in verticale. I medaglioni delle scatole sono privi di decorazioni ed in alcuni punti l’etichetta risulta difficile da leggere. Non appena si osservano questi particolari, lo spettatore è indotto a soffermarsi per poter osservare meglio l’opera, in modo diverso da come avrebbe fatto al supermercato. Siamo talmente abituati ai beni di consumo impilati che ci appaiono tutti uguali e non ci soffermiamo mai a considerarli. Egli era affascinato dal mondo del consumismo, e cercò di sperare la separazione tra il mondo delle belle arti e la pubblicità. Warhol fotografa e serigrafava tutte le immagini su tela, rifinendole poi a mano utilizzando la pittura ad olio. Non realizzava queste opere da solo, ma si faceva aiutare da degli assistenti, proprio come gli antichi maestri. I suoi ritratti multipli come quello di Marilyn fu progettata come torre per la comunicazione ne sono stati costruiti dei modelli, ma nell’effettivo questa torre non venne mai costruita. Il modello era costruito in legno ed in fili metallici, messi a forma di spirale su un asse diagonale. Tali spirali erano progettate per muoversi in tempi diversi: la sezione superiore doveva compiere un giro intero una volta al giorno, quella in mezzo una volta al mese e l’ultima una volta l’anno. Sarebbe servita ad ospitare congressi e per inviare bollettini a tutta la popolazione. Artisti come Tatlin credevano che l’arte astratta sarebbe diventata famosissima in uno stato democratico, perché non presupponeva nessuna conoscenza classica per poter essere apprezzata. Il lato utopistico lo si percepisce in maniera chiara nei progetti “LA CITTÁ NUOVA” di ANTONIO SANT’ELIA in cui viene incanta la città ideale, proiettandola nel futuro. Il disegno mostra dei blocchi di torri con una faccia piatta ed una rientrante. Gli ascensori ed i servizi sembrano essere collocati sulla parte frontale dell’edificio: questo perché lo scopo dell’artista non è quello di nascondere l’innovazione, ma di farla risaltare. Vi è anche una linea ferroviaria che entra nell’edificio. Il progetto appare come potente, opprimente e disumanizzato. é percepibile la tecnologia, ma nessuno vorrebbe vivere al suo interno. In tutto ciò si possono percepire le vaghe relazioni che Sant’Elia ebbe con i futuristi. Non c’è alcun dubbio che le evoluzioni dell’ingegneria andassero di pari passo con l’evoluzione dell’architettura. Come avvenne a Chicago nel XX sec. I progetti semplici, privi di decorazione che puntavano in alto, divennero ben presto il simbolo della nuova industrializzazione. LUCE E COLORE IMPRESSIONISMO; il fascino suscitato dalla luce in termini di colore è un fenomeno ampiamente 800centesco, che si vede al meglio nelle opere di Turner e degli impressionisti. Turner fu molto favorito dalle sue abilità nell’uso dell’acquerello e nell’uso della carta bianca sullo sfondo per creare la luce e consentire agli edifici di profilarsi in avanti in un modo sorprendentemente tridimensionale, che sembra galleggiare sulla superficie dell’acqua. Il colore divenne quindi l’elemento principale e gli artisti poterono incominciare a dipingere l’involucro di luce che circonda l’oggetto piuttosto che il suo colore specifico. Ciò è chiarissimo nei dipinti neoimpressionisti di Seurat, Monet, Manet… Seurat i “Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte” , 1883-85 la composizione è costruita a partire da macchie e puntini di colore primario e complementare, come se si trattasse di atomi di materia; si pensa che questa nuova concezione provenisse dalle teorie sulla fotografia a colori, che vennero pubblicate più o meno in quel periodo. I fotografi Cros e Ducks de Hauron avevano proposto l’idea che la pittura di paesaggio ha piuttosto a che fare con una pittura di campo visivo. Oggi il quadro è conservato all’Art Institute di Chicago. “LA YOLE” DI RENOIR raffigura una gita in barca sulla Senna e mostra un chiaro uso di colori primari e complementari in diverse parti dell’immagine. I colori sono più brillanti e forti di quello che è possibile vedere. ESPRIMERE LA LUCE IN TERMINI DI COLORE; “SOLEIL COUCHANT” DI MONET grandi dipinti di stagni di ninfee nel giardino di Monet sono appesi alle pareti ricurve di due stanzi ovali dell’Orangerie di Parigi. Non ci sono orizzonti e neanche i bordi: non si può vedere dove comincia e dove finisce il soggetto raffigurato. Poiché la tela è ricurva, si ha la sensazione che la tela si estenda a circondare con entrambi i lati l’osservatore stesso, che comincia così a sentirsi parte di esso. La composizione serve a descrivere la composizione dell’acqua, i fiori infatti sono solamente l’accompagnamento, l’essenza è lo specchio dell’acqua il cui aspetto muta ogni istante, grazie alle macchie di cielo che vi si riflettono dandogli luce e movimento. I riflessi sulla superficie di diversi colori sono dati da un uso sapiente delle pennellate e creano anche un campo visivo per lo spettatore più grande rispetto a quello che si vedrebbe normalmente. é una fedele registrazione fatta sulla scena, con gli effetti smaterializzanti della luce. Egli offrì questa serie di quadri a coloro che morirono durante la Prima Guerra Mondiale e alle più generali sofferenze della Francia. Tali dipinti diventarono molto famosi per il loro influsso sull’espressionismo astratto degli artisti americani, in particolare su Jackson Pollock. “INTERIEUR BLANC” DI BONNARD La prima cosa che colpisce sono le differenti sfumature di bianco adoperate dell’artista. La luce penetra attraverso la porta mezza aperta e risplende anche sotto di essa e sul muro giallo. Sembra esserci anche un’altra luce che penetra dalla finestra aperta, qui c’è senz’altro più di una fonte di luce. Si è anche sostenuto che la luce elettrica fosse rimasta accesa, il che spiegherebbe l’illuminazione dorata sulla porta. La moglie è in primo piano china intenta a nutrire il gatto, che ci guarda al di sotto della teiera. Il giallo colpisce la parte superiore della testa della moglie, ma non si capisce con certezza da dove essa provenga a meno che non arrivi da una luce elettrica che non riusciamo a vedere e che è collocata sopra il tavolo. È interessante come l’artista adoperò il colore e la luce per farci vedere l’opera in un certo modo, in maniera che non notiamo né la moglie né il gatto per lungo tempo. Egli spiegò di aver registrato il momento in un diario e quindi di aver lavorato nel suo studio a partire da quell’idea. - cose che per lui devono avere un fascino particolare. Realizza l’opera tramite un richiamo immaginativo. che egli avrebbe realizzato nello studio mesi e anni più tardi. Imprime ai suoi soggetti un che di trascendente e di visionario, che deriva dall’osservazione momentanea di un particolare effetto luminoso. COLORE E MOVIMENTO; “UN FENETRE:ETUDE POUR LES 3 FENETRES” DI DELAUNAY qui è evidente l’uso del colore per esprimere la luce e come se i colori fossero stati spezzati prismaticamente e ci venissero mostrati i lati di un cubo di vetro. I colori primari e complementari sono tutti qui, per rivelare la chiarezza, la traslucidità ed il contrasto dei colori. Le diverse sezioni del dipinto sono divise in sfaccettature, alcune più traslucide altre più opache. Le zone bianche servono anch’esse per trasmettere luminosità. é presente un influsso della teoria dei colori del 19° sec., ma le angolature sfaccettate ed i diversi punti di vista offrono sensazioni molto simili a quelle offerte da un dipinto cubista, una sensazione di cubismo realizzata con il colore. Influenzato da Kandinsksij, che era molto interessato alla relazione tra colore e musica. È presente anche l’idea di simultaneità che senza dubbio proviene dalle idee futuriste. DIPINGERE L’ARCHITETTURA; “RENISHAW” FACCIATA NORD DI PIPER è l’espressione di quella che viene definita illuminazione teatrale, infatti è un tipo di illuminazione che può provenire da qualsiasi parte per creare l’atmosfera richiesta dall’artista stesso. L’edificio è in parte illuminato dal retro così che i pinnacoli ed i merluzzi profilano contro il cielo. Una luce bianca splende sul lato sinistro mentre andando verso destra si arriva a colori caldi come il rosso e l’ocra. Le caratteristiche architettoniche dunque sono tracciate dai colori. La casa sembra perdere la sua solidità e diventare una scenografia. Le semplificate macchie di colore, trama ed il modo in cui sono ordinate ricordano moltissimo il collage. ma i suoi quadri sono anche legati alle tradizioni pittoriche del paesaggio inglese e alla pittura topografica. è possibile enfatizzare alcuni elementi del paesaggio per creare un’atmosfera speciale, sicuramente lui intendeva comunicare molto di più rispetto alle caratteristiche architettoniche dell’edificio. l’idea di utilizzare l’architettura e il paesaggio per esprimere uno stato d’animo faceva parte del movimento romantico del primo 800 inglese, uno dei suoi maestri era sicuramente Turner. IL DESIGN TRIDIMENSIONALE DELLA LUCE; “UNTITLED” DI DAN FLAVIN Dan Flavin era un artista minimalista autore di installazioni realizzate con comuni lampade al neon da parete. Questi lavori, da lui chiamati "icons", sono comunemente riconosciuti come iniziatori del movimento minimalista del 1963. Utilizza la luce reale in tubi elettrici fluorescenti: ha creato un’installazione. Ha rifiutato le arti tradizionali a favore dell’uso di materiali già pronti. L’installazione è composta da colori primari e secondari che si riflettono sulle parti dell’angolo e successivamente dissolversi. Pertanto quest’opera è contemporaneamente una scultura perchè trasforma la parete in un’opera a parte, ma allo steso tempo a caratteristiche architettoniche e perciò non si è sicuri di come classificarla. I tubi hanno dimensioni e colori standard e quando l’opera è spenta sembra che non sia nemmeno lì presente. - si riconosce l’influenza del minimalismo, ma vi è anche l’influenza di Pollock e di Duchamp. Egli non sentiva di dover rifiutare il passato, ma di accostarsi in maniera differente alle arti visive. La sua maggiore fonte d’ispirazione furono i costruttivisti russi, particolare di Tatlin - “Omaggio a Tatlin”. Le opere di Flavin hanno un grande carattere architettonico ed è per questo che vengono chiamate “architetture della luce”. ESPERIENZA DELLA LUCE REALE; “THE OTHER HORIZON” DI TURRELL L’opera fa parte di una serie di spazi celesti. Colloca l’osservatore all’interno di un contenitore in cui le mura ed il soffitto sono inclinati. Nel soffitto e ritagliato uno spazio per consentire di vedere il cielo i cui margini sono trattati in modo molto accurato di modo che lo spazio di apertura appaia quasi come un pezzo di materiale teso sopra l’apertura. Quando ci si siede a diverse ore del giorno, i colori cambiano come il cielo e le pareti anche cambiano di colore. influenzato dal senso di disorientamento di Ganzfeld. Turrell è interessato all’esperienza dello spazio vuoto. Il cielo e la sua luce diventano il tema principale dell’opera. SCULTURA E COLORE; “AT THE EDGE OF THE WORLD” DI KAPOOR anche lui ha una visione cosmica, ma i suoi lavori sono molto più solidi e scultorei e li ricopre con colori saturi. Il rosso è saturo e la forma è sospesa dal soffitto come una grande campana. Appena si alza lo sguardo ci si sente spinti verso il centro, dentro il nulla di modo che si possa sperimentare il confine del mondo. Vuole portare lo spettatore a perdersi nell’opera in modo da avere un’esperienza spirituale o almeno poetica. Lo spettatore deve diventare conscio di un’altra dimensione della nostra esistenza. Ciò sembra contenuto nella cultura orientale dato che il colore dell’opera non è veronica, ma è un pigmento in forma di polvere di gesso Incarnato che giunge nel nostro mondo. Oppure è il mondo che non comprende e la luce non può portare Dio alle persone che vivono nelle tenebre. La religione qui diventa una confusione, proprio come lo è nel nostro mondo moderno. LA PITTURA STORICA TRITTICO DI RICHTER racchiude la storia della banda terroristica di Baader-Meinhof i cui leader furono trovati morti nelle celle per cause ignote, alcune fonti affermano che si siano suicidati, altre affermano che essi siano stati uccisi dalle loro guardie carcerarie. Richter possiede una serie di foto riguardo a tale banda, dunque la fotografia è alla base dei suoi dipinti. Secondo Richter, attraverso la pittura possiamo fare esperienza dei significati più complessi che giacciono nell’immagine fotografica. Le forme sembrano muoversi. Questi quadri catturano l’ambivalenza e la vulnerabilità che caratterizzò questa banda, si dice che l’artista stesso abbia avuto sentimenti ambivalenti riguardo questa storia. Questa banda faceva fare di un movimento di protesta tra gli anni 60/70 che era contro il coinvolgimento dell’occidente nelle guerre come quella del Vietnam e criticava la disparità che si era creata tra la Germania dell’est e dell’ovest. Richter simpatizzava per loro, tuttavia non poté supportarlo dato che i loro attacchi coinvolsero un sacco di gente innocente. La giovane donna è uno dei membri della banda, in un momento in cui si trovava di fronte alla stampa ed ai fotografi nella prigione dove era rinchiusa. Nella prima foto appare incerta sul da farsi, nella seconda c’è un momento di riconoscimento, nella terza disillusa dell’atteggiamento, se ne va. Il controllo del contrasto cromatico è molto sottile. Le sfumature di grigio della blusa ì, contribuiscono a dar forma al corpo, mentre il volto è più netto sul lato sinistro che nel destro. Il dipinto finale è molto più definito per trasmettere l’idea di un atteggiamento risoluto. PAESAGGIO “WE ARE MAKING A NEW WORLD” DI NASH I primi dipinti riportano vivamente gli orrori della guerra in particolare i sui effetti sul paesaggio. Il titolo fa riferimento al coraggio di tutti quegli uomini che andarono a combattere per i loro rispettivi stati e come le migliori opere egli non prende posizione su tale tema. La campagna è devastata in cui gli alberi sono ridotti a tronchi spogli, nulla cresce in questo territorio pieno di criteri creati dalle granate e dalle mine. Le colline sullo sfondo sono dipinte di rosso sangue. Il sole sorge su questa scena, generalmente è inteso come speranza per il sorgere di un giorno nuovo, ma qui rivela una scena in cui la morte è presente in modo schiacciante. “TOTES MER” DI NASH questo è ciò che Nash dipinse al culmine della 2 guerra mondiale. é come se si trattasse di un paesaggio marino in cui le fusoliere e le ali spezzate degli aerei si estendessero all’orizzonte. Vede tali aerei come un mare di relitti. “A CERTAIN TRAIL” DI ED RUSCHA Quest’immagine di oggetti indistinti che si muovono lungo un pendio occupa l’intera tela come farebbe uno schermo cinematografico. Molte delle sue opere manifestano un’influenza diretta o indiretta con il cinema. L’immagine è grande ed estesa, ma occupa soltanto un terzo della tela. è stata realizzata con un aerografo e ricorda moltissimo una scena tratta da un film in bianco e in nero. Appare in movimento attraverso la sfocatura dei contorni. Questa sensazione di superficie granulosa ricorda moltissimo i vecchi film in bianco ed in nero. Molti temi di Ruscha provengo dal mondo dei cartelloni e degli annunci pubblicitari. NATURA MORTA “STILL LIFE ON A GLASS TABLE” DI HOCKNEY La composizione è collocata su uno spesso tavolo di vetro e gli oggetti sono disposti ad intervalli scelti accuratamente per rapportarli esteticamente allo spazio. I colori sono freddi, specialmente se si osserva la brocca dell’acqua con le sue trasparenze ed i suoi riflessi. Questo quadro è contemporaneo al minimalismo e la sua influenza si vede: la freddezza dei colori, il carattere sobrio e semplificato del design e l’enfasi sul fatto che l’opera stessa sembra essere stata generata da una macchina. La pittura è un incrocio tra acquerello ed olio perché è stato realizzato con colori acrilici. è moderna perché appartiene al gusto estetico dell’epoca. RITRATTI “SELF-PORTRAIT” D CHUCK CLOSE rappresenta soltanto la testa e ne tocca i margini. L’immagine ricorda un primo piano televisivo e cinematografico, perché non c’è sfondo e l’uomo appare come se fosse intervistato per un telegiornale mentre osserva che si trova ad una distanza che supera l’osservatore. I punti di colore sono gradi come pixel di una fotografia a colori, ma le sue opere sono realizzate interamente attraverso l’uso del pennello e della pittura sula tela. La realizzazione non parte del computer, ma dalla fotografia in cui scompone l’immagine in quadratini su una griglia compositiva tradizionale, ovvero il blu magenta e giallo dai quali possono essere ricavati gli altri colori. Sembrano tessere di un mosaico, si ha quasi l’impressione di osservare l’immagine attraverso un vetro appannato, o attraverso il pluriball. Utilizza l’aerografo o la pistola a spruzzo per riempire tali quadrati. Ammette di essere stato influenzato da Andy Warhol, ricorda anche il puntinismo di Seurat. SOGGETTI DI GENERE “TRIPTYCH” DU PAULA RIEGO si tratta di scene di vita quotidiana, per questo viene chiamata pittura di genere. Mette in luce però ciò che è triste e dispiacevole di tale vita. Racconta la difficoltà per le donne in Portogallo di abortire, ciò riguarda in particolare tutti quegli stati considerati come cattolici. Dunque queste donne sono costrette ad abortire nella clandestinità. Una donna appare a disagio, impaurita ed abbassa lo sguardo in solitari agonia, come se non volesse essere vista. la sedia di plastica nera ed il secchio sembrano essere un brutto presagio. Nell’immagine centrale la donna sembra sdraiata su un lettino operatorio, pur rimanendo in un ambiente anonimo. La terza ragazza con l’uniforme scolastica è seduta con un secchio ed uno sguardo di rassegnazione e sconforto. Sebbene la donna sembra essere sempre la stessa, essa indossa abiti differenti come se stessimo osservando una fuga simbolica. L’immagine più intensa è quella studentessa ed il fatto che la donna possegga tratti più anziani sottolinea l’intrappolamento in cui la donna è costretta a vivere a causa di tale società. Corpi delle donne sotto il domino della chiesa e dallo stato. Essa è stata influenzata dalla Walt Disney., infatti Ruego è soprattutto una disegnatrice, che realizza tantissimi disegni preparatori. I colori sono acidi ed i contorni sono estremamente definiti. CINEMA,FOTOGRAFIA E BELLE ARTI IL SURREALISMO ED IL CINEMA “SEQUENZA INIZIALE DI UN CHIEN ANDALOU” DI BUNUEL E DALì. Bunuel continuò a dirigere film in cui continuavano a comparivano aspetti del movimento surrealista. L’aspetto fondamentale è la dislocazione, in virtù della quale oggetti familiari compaiono in contesti insoliti, come può capitare in un sogno. Abbiamo visto come De Chirico utilizzasse questo effetto nei suoi quadri, che non a caso erano intitolati “Enigmi” e l’interesse di Bunuel è simile. In un capitolo della sua autobiografia descrive un certo numero di sogni che contengono questo genere di esperienza. L’idea è quella di spiazzare le nostre aspettative, proprio il fatto stesso di entrare in una sala buia e vedere immagini che scorrono davanti ai nostri occhi, proprio come se ci trovassimo in un sogno, per questo i film spesso vengono chiamati “sogni di celluloide”. Il registra che comprese al meglio questo aspetto fu sicuramente Hitchcock. è un maestro nell’utilizzo della visione dell’inconsueto nel consueto per creare un’atmosfera minacciosa ed incerta. è meno noto che lui stesso abbia collaborato con artisti come per esempio Dalì. SCENOGRAFIA CINEMATOGRAFICA “NIGHTHAWKS” DI HOPPER E IL SET DI “PENNIS FROM HEAVEN” PROGETTATO DA KEN ADAM Nel quadro di Hopper ogni cosa è nettamente definita, in particolare ai margini della tela. Ciò che colpisce di più in tale opera è sicuramente l’atmosfera creata tra l’uomo e la donna, non si capisce bene quale sia la relazione tra i due, ma sicuramente non sono marito e moglie, possono essere considerati o come compagni di una serata oppure estranei. Nel disegno preparatorio Hopper aveva inserito una maggiore intimità tra l’uomo e la donna, ma del dipinto aumentò la distanza per creare un’atmosfera enigmatica e fredda. Egli era stato affascinato dal simbolismo francese. Tale quadro si dimostrò di grande aiuto nel momento in cui Ken Adam si ritrovò a dover realizzare il set per la serie tv “Pennies from heaven”. Il set è composto da molti generi diversi di quadri, come si potrebbero trovare in un collage, ma invece di rimanere semplicemente giustapposti sono collocati in uno spazio logico. DISEGNO PER LA WAR ROOM DI KEN ADAM nel DOTTOR STRANAMORE è meglio noto come progettista di set e oggetti per la sceneggiatura, come la celebre Aston Martin per il film di James Bond. Parla di rendere la realtà immaginaria convincente per la narrazione, proprio come avevano fatto i pittori del passato quando volevano raccontare una storia. Bisogna creare un ambiente immaginariamente convincente, che deve essere percepito come reale, ed è questo l’aspetto fondamentale di tal scenografico. La stanza è in gigantesco soft con il tetto inclinato. Il lato destro è coperto da enormi mappe, al centro si trova il tavolo rotondo della stanza dei bottoni, illuminato dall’alto da un lampadario circolare che crea una pozza di luce al centro dello spazio. Lo stile di Adam è stato paragonato a quello di Piranesi e Boullé. Questi disegni sono realizzati per prendere vita nel film, infatti molti credevano che tale stanza esistesse nella realtà. Adam riteneva che lo strumento perfetto per ottenere tale effetto fosse il pennarello, perché poteva raffigurare l’atmosfera con ampi tratti enfatizzando il contrasto tonale, come se avesse utilizzato la penna e l’inchiostro. Il dottor Stranamore ci mette difronte alle nostre angoscia e paure che nascono dall’invenzione della bomba atomica, più le paure del fascismo e del nazismo. Fa ridere il pubblico, ma lo induce a pensare ad una seria riflessione morale sulla vita contemporanea. Il pubblico dunque non si fa solo una propria idea su quanto faccia ridere il film, ma anche di quale sia il suo messaggio serio.
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