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GUELFI E GHIBELLINI- Due fazioni in lotta per il potere., Sintesi del corso di Storia Medievale

Nella prima metà del 12° secolo due fazioni si contesero il trono in Germania: i guelfi e i ghibellini. I ghibellini volevano rafforzare la monarchia contro l'invadenza del Papa e contro il particolarismo feudale, i guelfi invece erano favorevoli a Roma. L'elezione di Federico I Barbarossa pacificò la scena tedesca, ma la contrapposizione tra guelfi e ghibellini si fece allora viva in Italia, assumendo caratteristiche del tutto nuove.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 16/10/2023

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Scarica GUELFI E GHIBELLINI- Due fazioni in lotta per il potere. e più Sintesi del corso in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! GUELFI E GHIBELLINI- Due fazioni in lotta per il potere. Nella prima metà del 12° secolo due fazioni si contesero il trono in Germania: i guelfi e i ghibellini. I ghibellini volevano rafforzare la monarchia contro l'invadenza del papa e contro il particolarismo feudale, i guelfi invece erano favorevoli a Roma. L'elezione di Federico I Barbarossa pacificò la scena tedesca, ma la contrapposizione tra guelfi e ghibellini si fece allora viva in Italia, assumendo caratteristiche del tutto nuove. Waibling e Welfen Alla morte dell'imperatore Enrico V, nel 1125, la Germania si spaccò in due partiti, che si contesero la successione al trono. Da una parte erano gli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il termine ghibellini) e di Svevia, ostili alle ingerenze papali, dall'altra i Welfen (guelfi), duchi di Baviera, favorevoli a un'intesa con Roma. L'elezione nel 1152 di Federico I Barbarossa, seguita alla morte dello zio Corrado III, pacificò la Germania: l'imperatore Hohenstaufen era infatti imparentato anche con i Welfen. La sua forte contrapposizione al papato trasformò tuttavia il contrasto di potere essenzialmente tedesco tra guelfi e ghibellini in un aperto conflitto tra i due poteri universali. Scenario di questa nuova fase fu l'Italia, dove Federico scese più volte per lottare contro il papato e i Comuni, che si schierarono perciò inevitabilmente col fronte guelfo. Guelfi e ghibellini in Italia La contrapposizione tra filo- e anti-imperiali si intensificò però soprattutto nel tempo di Federico II di Svevia. Ma se lo scontro tra guelfi e ghibellini ‒ così presero ora a essere definite le parti in lotta ‒ si riaccese, esso andò a coprire una conflittualità locale. Infatti nell'uno o nell'altro fronte si identificarono, a volte alternativamente, fazioni, famiglie, città concorrenti non per adesione ideale alla parte imperiale o a quella papale, ma per contrasti politici, economici, sociali, religiosi del tutto particolari. I Comuni erano in una fase delicata della loro evoluzione, segnata dalle lotte tra città e città e tra queste e i loro territori, dallo scontro tra gruppi oligarchici e popolari all'interno di ciascuna realtà. Le parti contendenti ebbero allora la possibilità di schierarsi ora con l'imperatore ora col papa. La lotta tra filo- e anti- imperiali si riadattò dunque alle particolari condizioni italiane. Sotto la copertura della divisione tra guelfi e ghibellini ci si affrontò in Italia per questioni di campanile, vale a dire di interessi locali. LA FORMAZIONE DEGLI STATI Nel XIII secolo Filippo IV il Bello convoca per la prima volta gli «stati generali» del regno di Francia. La corona del regno d'Ungheria perviene a un ramo degli Angiò su pressione dei pontefici francesi. Gli scozzesi conquistano l'indipendenza dagli inglesi, con la vittoria di Bannockburn. Il parlamento inglese viene istituzionalizzato in una camera alta (House of Lords) e in una camera bassa (House of Commons). Tra il 1336 e il 1396 è un periodo di guerra tra il regno di Castiglia e quello di Aragona e 1337 e, nel 1453 Guerra dei Cent'anni tra Francia e Inghilterra. Qualche spiegazione della guerra dei Cent'anni: Nel 1328, alla morte del re di Francia Carlo IV, il nipote Edoardo III, re d'Inghilterra, ne rivendica la successione, ma la guida del regno viene affidata a Filippo VI di Valois che confisca i feudi francesi di Edoardo III. Edoardo muove dunque guerra alla Francia, puntando alla conquista della zona strategica delle Fiandre. Grazie alla fanteria e all'uso delle bombarde sbaraglia più volte la lenta cavalleria francese a Crécy e a Poitiers, conquistando il sud-ovest francese. Nel 1358 i contadini francesi insorgono contro la nobiltà mentre a Parigi si sollevano i mercanti. Nel 1360 viene firmata la pace di Brétigny che sancì la sovranità inglese su circa un terzo dei territori francesi. Nei decenni successi scoppiano disordini anche in Inghilterra e i francesi ne approfittano, riuscendo a conquistare nel 1380 quasi tutti i domini inglesi in terra di Francia. In seguito all'incapacità di governare del re francese Carlo VII, il re inglese Enrico V con l'appoggio del duca di Borgogna, riprese le ostilità e conquistò tutta la Francia settentrionale, dove Enrico V ottenne la reggenza. Prese corpo una reazione anti-inglese per iniziativa dei contadini che trovarono in Giovanna d'Arco un simbolo importante, che guidò l'esercito di Carlo VII alla liberazione della città di Orleans. Nel 1435 il duca di Borgogna si riconcilia con il re francese Carlo VII, in cambio però dell'indipendenza. Questo riavvicinamento portò al re francese una seria di vittorie decisive che posero fine al conflitto. Dal 1453 agli inglesi rimase, in territorio francese, solo il porto di Calais. Dopo la guerra entrambi i regni assunsero una fisionomia territoriale stabile, simile a quella odierna. La guerra inoltre stimolò il processo di concentrazione fiscale e di rafforzamento delle strutture di governo, a cominciare da quelle fiscali e militari. In Francia, già Filippo IV, fu capace di attuare decisi interventi di rafforzamento patrimoniale e fiscale, come il potenziamento degli uffici periferici con funzionari pagati dalla corona.”. Quando Carlo VI non fu più capace di governare emersero 2 fazioni: una Guidata di Luigi d’Orléans, fratello del re, che assunse la reggenza del regno, sostenne la continuità della politica fiscale e amministrativa a favore dei nobili. L’altra Guidata dal duca di Borgogna nonché zio di Carlo, Luigi d'Orleans, che promuoveva una riforma antifiscale a sostegno della popolazione. Vennero chiamati armagnacchi quando prese la guida il conte d'Armagnac che fece precipitare il paese in una guerra civile. Inoltre appoggiò gli inglesi nella guerra dei cent'anni. La perdita delle rendite e dei beni posseduti in Francia schierò contro il sovrano la grande nobiltà alla fine del regno di Enrico IV. Gli aristocratici si divisero in due fazioni, i Lancaster e i York, dando vita alla guerra delle due rose. Quando
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