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Guelfi, Ghibellini, e il papato di Innocenzo III, Appunti di Storia

Lalotta tra Guelfi e Ghibellini per la successione al trono di Enrico 5, della pacificazione di Federico Barbarossa tra le due fazioni e del suo tentativo di rinnovare il potere imperiale in Italia. Si parla anche della Lega Lombarda, dell'alleanza con il Papa e della contrapposizione tra guelfi e ghibellini. Infine, si tratta della crisi dell'impero dopo la morte di Federico Barbarossa e della successione di Enrico IV e Federico II.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 26/03/2023

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_vincenzo.femia_ 🇮🇹

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Scarica Guelfi, Ghibellini, e il papato di Innocenzo III e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity!  GUELFI E GHIBELLINI: Prima di parlare di Fede Barbared (Federico barbarossa) dobbiamo parlare di Enrico 5 che insieme a Callisto II danno una prima soluzione alle investiture con il concordato di Worms. Nel 1125 muore Enrico 5 senza lasciare eredi, nascono allora lotte tra le maggiori casate del tempo, ma quelle che spiccano maggiormente e che a quel tempo lottarono tanto per questa successione al trono furono i Baviera (Guelfi, che deriva da WELF fondatore dei duchi di Baviera) e gli Svevia (Ghibellini, da Waiblingen, nome dell’antico castello della famiglia degli Svevi). La pace giunse infine con Federico Hohenstaufen o Federico Barbarossa. Veniva chiamato così per il colorito che egli aveva nei capelli e nella barba. Quest’ultimo risultò da paciere tra le due fazioni in quanto era di Padre Svevo e di Madre Baviera. Il lavoro di Federico Barbarossa è stato importante per il rinnovamento del potere imperiale, visto che il potere era ormai scarsissimo. Lo scopo di quest’uomo era quello di formare un impero tale che comprendeva persino la parte normanna dell’Italia, ovviamente riuscire a sottomettere i normanni era abbastanza difficile. Nel frattempo l’autorità imperiale in Italia era diventata talmente scarsa che i comuni ormai avevano preso potere ed erano diventati autonomi, tra queste spicca Milano che avanza notevolmente alla conquista di nuovi territori. Federico parte allora dalla Germania e arriva fino all’Italia, arrivato in Italia fu desiderato sia dai ricchi feudatari che volevano combattere i comuni che ormai si stavano appropriando di grandissime quantità terriere sia dal Papa che si sentiva minacciato dalla potenza Normanna. Il potere papale fu messo in discussione a Roma, qui infatti una rivolta guidata da Arnaldo da Brescia, che sosteneva che la Chiesa doveva occuparsi solo dei poteri spirituali e abbandonare quelli temporali.  FEDERICO I IN ITALIA: Scendendo dalla Germania, di cui era re, arrivò in Italia dove, precisamente a Pavia, viene proclamato Re d’Italia. Convocò poi un concilio a Roncaglia, dove andrà a sospendere tutte le regalie che ormai i comuni avevano. Nascono da qui i primi problemi, diversi comuni infatti si ribellarono, ma Fede non intervenne militarmente. Scendendo a Roma venne poi incoronato imperatore nel 1155 da Adriano IV a San Pietro. Arnaldo da Brescia venne condannato poi al rogo. Scoppia ora una rivolta in Germania che costrinse Federico a tornare per occuparsi delle questioni che erano in guerra lasciando così senza conclusione la questione normanna. Si rovinarono di nuovo i rapporti tra papa e imperatore, tanto che Adriano IV appoggiò i normanni dicendogli di occupare tranquillamente la parte meridionale dell’Italia. Alla morte di Adriano IV salì al potere papale Alessandro III acerrimo nemico di Federico I che gli nomino a sua volta un Antipapa.  LA LEGA LOMBARDA E L’ALLEANZA CON IL PAPA: Nel 1158 Federico scende nuovamente in Italia dove ordina una seconda dieta, stavolta però, elimina tutte le regalie a favore dei comuni. Ora a capo dei comuni venivano messi solo uomini di fiducia di Federico. Milano, Crema si opposero e vennero rase al suolo. Con l’aiuto del papa Alessandro III, 22 comuni della Lombardia si allearono per creare una Lega, la lega lombarda, che nel 1167 a Pontida giurò di combattere contro l’imperatore. Viene poi costruita una città di nome Alessandria che è stata appunto fatta per Alessandro III. L’introduzione del Papa nella lotta portò alla contrapposizione tra guelfi e Ghibellini. Guelfi sostenitori del papa, Ghibellini, coloro che sostenevano l’imperatore. Lo scontro decisivo fu nella Battaglia di Legnano (1176). L’esercito Lombardo fu in vantaggio in quando, con l’introduzione del carroccio (un carro attorno al quale combattevano le fanterie dei comuni e sopra questo carro era presente un insieme di sbandieratori, trombettieri e persino il sacerdote che sosteneva la croce) si aiutavano e motivavano i guerrieri a combattere per la propria parte. Questa guerra fu vinta dai comuni. Nel 1176 Federico strinse un accordo con Alessandro III, questo accordo è la cosiddetta “pace di costanza”, dove Federico rinunciava qualsiasi conquista e lasciava i comuni autogovernarsi, invece il papa ritirava la scomunica. I comuni dovevano però sottoporsi al comando di Federico I e i magistrati dovevano essere eletti da Federico stesso. Federico Barbarossa morì nel 1190 In Asia Minore, durante la terza Crociata. Prima di morire però, l’imperatore riuscì a combinare il matrimonio del proprio figlio Enrico VI, con Costanza D’Altavilla, erede del regno Normanno in Sicilia, questa fu la mossa più astuta in quanto la sua politica aveva fatto successo con la continuazione della sua dinastia con la possibilità che uno dei suoi eredi potesse essere imperatore del regno normanno. IL PAPATO DI INNOCENZO III:  LA CRISI DELL’IMPERO: Nonostante il matrimonio con Costanza, Enrico dopo essere salito al trono, trova difficolta nell’includere a sé il regno normanno, in quanto un fratellastro di Costanza vuole il trono Normanno. (Fratellastro= Tancredi). Tancredi era anche favorito dal papa, ma comunque l’imperatore non ebbe bisogno di richiamare il proprio diritto militarmente in quanto Tancredi muore nel 1194 e Enrico IV venne incoronato re a Palermo. Enrico concretizza così il volere del Padre, unendo a sé sia corona italiana e tedesca che quella siciliana. Enrico vorrebbe conquistare anche i territori Bizantini, ma faceva fatica già a limitare le pretese quindi era un po' difficile riuscirci. Comunque questo sogno si conclude alla prematura morte di Enrico IV nel 1197 seguito poi dalla morte della moglie Costanza nel 1198. Enrico lasciò un erede di 3 anni che diventerà poi Federico II. Alla morte dell’imperatore vi fu una tremenda crisi, ora vi è un nuovo scontro tra guelfi e ghibellini che vogliono eleggere i propri imperatori: I Guelfi tentano di eleggere il fratello di Enrico IV, FILIPPO DI SVEVIA, invece i ghibellini vollero eleggere OTTONE DI BRUNSWIK. In Italia, contemporaneamente, i comuni cacciavano i Il papa si rese conto che non bastava e quindi decise di bandire una crociata contro gli albigesi nel 1208, definiti da lui peggiori dei saraceni. Risposero numerosi feudatari attratti dalla possibilità di impadronirsi dei terreni degli albigesi. Per due anni massacrarono la popolazione e saccheggiarono le ricchezze. A questo punto l’eresia venne estirpata.  RIFORME E REPRESSIONE: IL IV CONCILIO LATERANENSE Innocenzo III ebbe chiaro che per sconfiggere l’eresia bisognava soddisfare quell’esigenza di rinnovamento spirituale diffusa tra i fedeli. Bisognava attuare una riforma dimostrando che all’interno della chiesa si potevano vivere quegli ideali sostenuti dagli eretici. Nel 1215 ci fu il IV Concilio Lateranense che fu il momento culminante finale dell’opera del pontefice: parteciparono 404 vescovi e 800 abati. Il concilio approvò ben 70 decreti riguardanti i problemi della vita della chiesa. Stabilì che i signori dovevano impegnarsi a estirpare le eresie dalle proprie terre, e chi si rifiutava si beccava una scomunica. Tutti i fedeli dovevano denunciare sospetti di eresia. Pochi anni dopo papa Gregorio IX istituì l’inquisizione. Bastavano le chiacchiere di un vicino, le voci di paese o dei semplici sospetti per aprire indagini ed essere interrogati. L’accusato si doveva difendere solamente con le sue mani e doveva dimostrare le falsità delle accuse verso di lui. Venivano torturati fino alla confessione, e molte volte confessavano colpe non commesse pur di non essere torturati. Agli occhi del pubblico l’inquisizione risultava infallibile. L’intervento più importante di Innocenzo III fu l’approvazione di ordini mendicanti, cioè ordini religiosi che facevano della povertà il loro ideale di vita. I più importanti sono quelli dei domenicani e dei francescani.  DOMENICANI L’ordine dei domenicani fu fondato dal sacerdote Domenico di Guzman che durante un viaggio nel sud della Francia rimase colpito dall’eresia catara e decise di rimanere in quella terra a predicare il vangelo. Il futuro San Domenico disse: le eresie si diffondevano a causa dell’ignoranza dei cristiani che non conoscevano a fondo la loro religione. Per questo egli volle che i suoi seguaci avessero una profonda conoscenza della teologia, così avrebbero potuto controbattere alle affermazioni degli eretici.  I FRANCESCANI Fu fondato da Francesco d’Assisi. Figlio di un ricco mercante, si spogliò di tutti i suoi bene per seguire una vita di povertà assoluta e di predicazione del vangelo. Si costituì un movimento di religiosità popolare rivolto ai più poveri. I francescani si chiamavano anche frati minori in senso di umiltà. Nel 1210 Francesco si recò dal papa per chiedere l’approvazione per predicare e gli fu concessa. Nel 1223 papa Onorio III approvò la regola dell’ordine francescano inserendolo nell’organizzazione della chiesa. Nel 1226 morì e due anni dopo venne santificato da papa Gregorio IX. I francescani erano diventati così numerosi che il loro esempio raggiunse le donne infatti nel 1212 si era costituito il gruppo delle clarisse attorno a Chiara d’Assisi. Dopo la morte di Francesco si confrontarono due tendenze: - Quella rigorista che condannava qualsiasi cedimento rispetto all’ideale della povertà, i francescani dovevano vivere solo dei frutti del loro lavoro manuale. - Quella moderata che interpretava meno severamente la regola Francescana e concedeva lo sviluppo di attività intellettuali all’interno dell’ordine. Anche grazie all’appoggio del papato si affermò la seconda tendenza e ai conventi fu consentito di possedere beni. I rigoristi diedero quindi vita a tendenze eretiche
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