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Guerra di liberazione, guerra fredda, il 68, boom economico e concetto di totalitarismo , Appunti di Storia

Questo documento contiene una sintesi completa e ben organizzata degli argomenti riportati sopra, adatti ad una preparazione ai fini della terza prova di maturità (o delle relative simulazioni). Ogni argomento è riassunto in poco più di dieci righe.

Tipologia: Appunti

2016/2017

Caricato il 30/11/2017

Giulia.Bongiorno
Giulia.Bongiorno 🇮🇹

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Scarica Guerra di liberazione, guerra fredda, il 68, boom economico e concetto di totalitarismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! GUERRA DI LIBERAZIONE Dal Giugno del 1944, dopo lo sbarco in Normandia e la liberazione di Roma da parte degli alleati, il Re Vittorio Emanuele III si convinse a dimettere e ad arrestare Mussolini. Badoglio, salito al potere, il 3 settembre 1943, firma un armistizio con gli alleati, reso pubblico solo l'8 settembre. Mussolini riesce a fuggire aiutato dall'esercito nazista, così in Italia nasce un movimento di Resistenza all'esercito nazifascista. Per molti anni la resistenza coincideva con la lotta armata. Non è costituita solo da partiti comunisti ma da persone di qualsiasi età, estrazione sociale, sesso, religione, provenienza geografica e politica, membri effettivi dell'esercito italiano (Nuto Revelli) e i disertori della repubblica sociale, uniti nell'Antifascismo. Si creano Gruppi Armati Partigiani (GAP) che agiscono nelle città e nelle fabbriche con atti quasi terroristici. Si iniziò poi a parlare di lotte partigiane non armate: gli IMI (internati militari italiani), gli uomini che finita la guerra non combattono più e la maggior parte vengono internati in Germania come traditori; infine le donne, non combattevano ma spesso mandavano messaggi (chiamate “staffette”). Circa 30.000 di loro fece parte della lotta armata e ne caddero circa 1000. Grazie anche al loro contributo, gli Alleati, nella primavera-estate del 1944, riuscirono a sfondare la linea Gustav, portando prima alla liberazione dell’Italia Centrale, fino a parte del Piemonte poi alla liberazione dell'Italia intera. GUERRA FREDDA Usciti vittoriosi dalla seconda guerra mondiale, Unione Sovietica e Stati Uniti, costituivano ormai le due maggiori potenze del mondo. A causa della diversità dei loro sistemi politici ed economici, non potevano però riuscire a trovare un accordo anche se l'intento era quello di dividersi equamente il mondo per far sì che non si verifichi una terza guerra mondiale. Fu anche creato l'ONU che doveva mantenere la pace. Questo cosiddetto “bipolarismo” è quindi nato con i migliori intenti ma sfocerà poi nella guerra fredda. Due fatti militari influenzarono l'inizio di questa guerra: La battaglia di Stalingrado (fonda il mito dell'URSS che è però una potenza continentale) e lo sbarco in Normandia (fonda il mito degli USA, potenza mondiale). È una guerra che non è combattuta in Europa ma solo nelle ex colonie come Corea o Vietnam (asia, africa). Si può definire come "guerra fredda" tutto l'assetto mondiale dall'immediato dopoguerra fino alla fine degli anni ottanta. Questo lungo periodo, però, ha avuto 3 fasi: la prima di "guerra fredda"vera e propria, durata dal 1947 (quando la guerra fredda diventa un atto politico esplicito) ai primi anni sessanta; la seconda, detta la fase di "distensione", negli anni sessanta e nei primi anni settanta; quindi, dopo il 1973, una nuova fase di tensione internazionale basata però su strumenti in parte nuovi. Il 1949 fu un anno importante, Mao Zetong, salito al potere in Cina, fa un'alleanza con l'URSS e da quell'anno l'URSS dispone della bomba atomica. IL 68 Tutto inizia negli Stati Uniti alla metà degli anni ‘60 per raggiungere il suo apice in Europa e in Italia, in quello che sarà chiamato dalle generazioni future “il '68” e che segnerà l'affermazione definitiva dei giovani sulla scena sociale, politica e culturale. Ha origine dai giovani e dagli operai per protestare contro la nuova società dei consumi, che propone l’unico valore del denaro; mentre nel blocco orientale mira a denunciare la mancanza di libertà e l’invadenza della burocrazia di partito. Diffuso in tutto il mondo, dall’occidente liberale all’est comunista, ha come nemico comune l’autorità: nelle scuole si contesta l’autorità dei professori, della cultura ufficiale e del sistema scolastico obsoleto; nelle fabbriche si rifiuta l’autorità del potere economico e dell’organizzazione del lavoro; nella famiglia si contesta l’autorità dei genitori. Si voleva quindi riorganizzare la società sulla base del principio di uguaglianza, rinnovare la politica in nome della partecipazione di tutti alle decisioni, eliminare ogni forma di oppressione sociale e di discriminazione razziale, estirpare la guerra come tipo di relazione tra gli stati. In Italia le prime occupazioni universitarie iniziano nel 1966: gli studenti vogliono partecipare alla gestione degli atenei e rifiutano la proposta di riforma del ministro Gui, considerata classista. Il 27 aprile 1966 alla Sapienza giovani di destra uccidono lo studente Paolo Rossi. Nel 1967 il movimento cresce, manifesta apertamente contro la società dei consumi e contro la guerra del Vietnam. In autunno, alla riapertura dell'anno accademico, le grandi occupazioni di Trento, Milano e Torino aprono la strada al '68. BOOM ECONOMICO Come per molti stati, anche in Italia, dopo la Seconda Guerra Mondiale, seguì un periodo di profonde trasformazioni sociali, economici e culturali. Già nella prima metà degl’anni ’50, si ebbe una fase di crescita economica; si svilupparono specialmente l’industria meccanica, elettromeccanica e siderurgica. A fianco dell’impresa privata, si ampliò anche il settore dell’industria a partecipazione statale, e in questo modo crebbero molto l’industria chimica, siderurgica e il settore cantieristico. L’Italia divenne una nazione decisamente industriale, mentre prima era un paese prevalentemente basato sull’agricoltura. Lo sviluppo dell’industria venne favorito da una grande quantità di manodopera a basso costo, spesso fornita da lavoratori meridionali, che in questo periodo iniziavano a emigrare in moltissimi, verso le regioni industrializzate. Il basso costo, consentì di mantenere bassi i prezzi dei prodotti italiani, che risultavano così molto competitivi sul mercato. I risultati raggiunti dall’economia italiana fecero parlare di miracolo economico: il benessere cominciava a diffondersi; i suoi simboli erano le automobili di piccola cilindrata, gli elettrodomestici e il turismo di massa. Lo sviluppo industriale fu rapido e travolgente, ma anche pieno di squilibri e di limiti. L’agricoltura non era più in grado di produrre i generi alimentari necessari, che dovettero essere importati, sottolineando la dipendenza italiana dell’estero. L’emigrazioni di molti meridionali verso il Nord spopolò alcune zone del Sud; inoltre la questione
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