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La propaganda e la guerra: il ruolo dei media nella prima e nella seconda guerra mondiale , Appunti di Storia del Giornalismo

Il ruolo dei media nella prima e nella seconda guerra mondiale, analizzando come la propaganda e l'assistenza materiale siano state utilizzate per influenzare l'opinione pubblica e il comportamento dei soldati. Anche della differenza tra le guerre limitate e le guerre totali, e delle dinamiche dei media nelle guerre limitate come corea, vietnam e afghanistan.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 15/03/2024

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Scarica La propaganda e la guerra: il ruolo dei media nella prima e nella seconda guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia del Giornalismo solo su Docsity! Guerra e mass media De Angelis Lezione 19 (30/12/23) Dopo il 2003 esemplifica quello di cui andremo a parlare. Statua della libertà che punta il dito con scritto “smettila di fare domande, o sei con noi o sei con i terroristi, un messaggio del ministero della sicurezza interna” Interessante come with Us, sia scritta cosi, doppio gioco di parole per indicare anche Stati Uniti. Immagine che si diffonde in un periodo di guerra in ogni stato, il sentimento che si diffonde quando la popolazione pè convinta di essere in una guerra decisiva è la dicotomia, se fai domande sei con il nemico, o sei con il governo e se osi porre domande allora stai con il nemico. Obbiettivo della comunicazione in guerra, ci sono poche eccezioni nella storia contemporanea in cui non è cosi, in cui i mass media riescono a non farsi coinvolgere da questo sentimento e sono i casi in cui le guerre sono periferiche, lontane. Es: guerra di Corea, guerra di Vietnam L’immagine originale della statua della libertà con il dito puntato risale alla prima guerra mondiale. Il volume è basato sulla storiografia anglosassone, sia britannica che americana, pur essendo De Angelis italiano. (Parti verdi delle slide non sono funzionali per l’esame, sono approfondimenti) 3 citazioni che vanno a esemplificare cosa significa studiare il rapporto tra guerra e mass media Clausewitz: Generale prussiano che determina il modo di pensare della società dell’800, ‘900 e in alcuni paesi, afferma ”la guerra come la continuazione della politica con altri mezzi.” Radice: pedagogista, studioso dell’educazione nazionale, padre di una parte della riforma gentile il quale afferma “la propaganda deve essere azione di guerra” Lo dice mentre era uno degli ufficiali P Lasswel: padre della storia della scienza della comunicazione, che unisce i due citati prima “La propaganda è una guerra, si differenzia soltanto per gli strumenti usati, è una forma di violenza all’Interno della società” Introduzione Non è possibile individuare un modello valido opere analizzare in ogni guerra e ion ogni luogo i rapporti tra guerra e mass media, sono troppo vari, difendono dal contesto economico, sociale, culturale, e dipende da quale mezzo viene usato e tuttavia ci rassicura dicendo che ci sono alcune costanti, sono 4: 1. In guerra i mass media dipendono dalla politica, molto piu rispetto in tempi di pace Nelle guerre i mass media so no più spesso agenti di propaganda che strumenti al servizio del diritto all’informazione 2. Le tecnologie mediatiche e le tecnologie militari si usano e si evolvono a vicenda: - Giornali= guerre di trincea - Radio= guerre aeree (tra cui la seconda guerra mondiale ) - Televisione= guerre a distanza o limitate, ovvero la guerra fredda (guerra fredda e decolonizzazione) - Internet= guerre del XX secolo 3. Paradossò: più modi ci sono per raccontare una guerra piu è difficile raccontarla, dunque comprenderlo - complessità dell’evento - Logica della spettacolarizzazione e dell’intrattenimento “infotainement ” - Strategie di gestione dell’informazione da parte del potere politico militare - Più un evento è vicino nel tempo più è ai nostri occhi complesso 4. In guerra sono piu intensi i rapporti tra governi e mass media - i media indipendenti riescono a veicolare una comunicazione diversa da quella del governo, in questo modo influenzare l’opinione pubblica, nelle democrazie questo rapporto puo essere di scontro - Rapporto dialettico, nelle democrazie puo anche essere di scontro, tra apparati politico-militari e industria dell’informazione In democrazia i media hanno un ruolo centrale nella comunicazione politica - sistema pel prodoste si ambia, citari trattre attori dello spazio pubblico: - Paradosso: nelle democrazie mature (sicure di se stesse) in guerra il ricorso alla censura è minore rispetto alle dittature - dove l'opposizione non esiste, per definizione • Le dittature hanno più timore del giudizio della popolazione Censura Ci sono vari gradi di censura, Controllo ex-ante delle notizie che vengono fornite ai giornalisti - Si vieta (o si cerca di evitare) che i reporter trovino notizie autonomamente - In alcuni casi storici i giornalisti hanno comunque la possibilità di trovare e pubblicare notizie diverse (es. guerra del Vietnam) Controllo ex-post: avviene dopo il lavoro del giornalista, prima di permettere la pubblicazione - Se non passa l'esame si vieta la diffusione Chi diffonde informazioni (anche reali) è denunciato - In guerra spesso alla corte marziale - L'accusa è di favorire in nemico Spessissimo in guerra i giornalisti si autocensurano Esempio di censura di un giornale ⁃ Per timore dell'azione repressiva, qualche volta ⁃ Perché si immedesimano nel "destino della nazione", nelle guerre totali • Dalla fine del Novecento è l'obiettivo di ogni democrazia in guerra (ovviamente la censura non riguarda soltanto il tempo di guerra, spesso è su questioni di moralità pubblica Capitolo 1: mass media e la guerra totale Inizia quando i rapporti tra guerra e mass media i rapporti si fanno molto stretti, un giornalista segue i soldiate in zona di guerra, prima della guerra di Crimea, sui giornali si parlava di guerra, ma avevano come fonte delle informazioni il bollettino di guerra, ancora oggi e emesso dal vertice dell’apparato militare e che racconta in un breve comunicato l’andamento della giornata o una azione particolare, quindi i giornali piu ricchi pagavano la collaborazione di qualche ufficiale che raccontava dall’interno le dinamiche dall’interno. Lezione 20 (1/12/23) TRA LA FINE DEL XIX E INIZIO XX SECOLO Tra la fine del XIX e inizio XX secolo il ruolo dei mass media diventa sempre più importante e anche i mass media assumono caratteristiche nuove, sono fondamentali per la costruzione della società di massa, prima nei paesi capofila della II rivoluzione industriale. Sappiamo quanto la società di massa abbia cambiato il mondo di pensare: cambia il modo di lavorare, di pensare alla famiglia, il luogo di lavoro passa dai campi alla fabbrica. Sono i mass media gli strumenti per la costruzione di quei valori, come idea di patria (fratellanza) e nazione (patria superiore alle altre), nei paesi liberali. Mass media sono fondamentali per la maturazione dell’idea di nazione, diverse dal potere civile e religioso. Dal punto di vista tecnologico il cavallo del secolo si iniziano a diffondere il telegrafo e il cinema, importante nel corso del novecento. Infine le guerre diventano guerre di massa e totali, ciò significa che tutti sono coinvolti in guerra, non solo la società militare e quelli direttamente collegati a loro, ma anche i civili, come le donne, i bambini, tutta l’economia viene riorganizzata per finalità belliche, c’è una forte attenzione alla dimensione psicologica (all’epoca definita mortale). De Angelis scrive seguendo la storia britannica che è nel ventesimo secolo che si diffonde la coscrizione, ciò significa che tutti i maschi sono chiamati a imparare il mestiere delle armi seppur per un motivo piu breve, nell’Europa continentale c’è gia nell’ottocento, non tutti vengono reclutati, come disabili e come quelli che per sorteggio o acquisto riescono a evitare la guerra. (Verga nei malavoglia). NEL XX SECOLO Nuovo rapporto tra guerra e mass media, la prima in particolare si sviluppa la necessita dei mass media. 1. la necessita da parte dei governi per diffondere il loro messaggio, se consideriamo una popolazione fatta da sudditi non c’è bisogno, ma con la cittadinanza si, quindi comunicare con la popolazione diventa fondamentale per: - mantenere alto il morale del fronte interno - Per galvanizzare la società militare - Per convincere i paesi neutrali ad intervenire o a fornire capitali 2. La popolazione ha bisogno di dare un senso ai sacrifici che deve patire: - aumento della domanda di informazione - Quindi di vendite commerciali e profitti economici, ci sono importanti numeri che dimostrano che i giornali vengano venduti in piu in tempo di guerra e crisi. [paradosso: da una parte il governo utilizza i mass media come propaganda, ma dall’altro lato c’è la necessita di verità da parte della popolazione, questo crea una dialettica.] Le tecnologie e le guerre si caratterizzano a vicenda, ma se i mass media creati e pensati fino al 900 erano nati per altre esigenze, es: religiose (primo libro stampato è la bibbia di Gutenberg), la fotografia, il cinema nascono non pensando la guerra ma per finalità artistiche e altre esigenze, nel XX secolo gli strumenti piu importanti nascono e si sviluppano sempre a partire da strumenti realizzati per finalità militari, come la radio pensata per comunicare meglio tra i repoarti, la televisione deriva dalla tecnologia del radar, internet nasce da un progetto della difesa degli Ù.S.A. 1.2 INFORMAZIONE E PROPAGANDA NELLA GRANDE GUERRA Definizione di propaganda: che è un termine neutro, che non ha la connotazione negativa attribuita normalmente, ma in alcuni contesti può addirittura avere una connotazione positiva. Nasce come terminologia con la rivoluzione francese, ma sappiamo che persino i discorsi di cicerone possono essere considerati propagandistici, ma una attenzione alla propaganda nasce con la rivoluzione francese. Utilizza mezzi diversi, a noi interessano i mass media, ma cerimonie e riti pubblici, statue, toponomastica, istituzioni statali come la scuola e l’esercito, che sono 2 fenomenali mezzi di propaganda per crepare una coscienza nazionale. Nei conflitti totali la propaganda diventa essenziale per la vittoria, il fronte interno è fondamentale per sostenere la società militare, per la dimensione morale, economica e quindi diventa vitale per mobilitare i cittadini, ha un ruolo per deprimere i nemici sia militari che morali. È fondamentale capire che durante la prima guerra mondiale si crea un modello, se ne creano almeno 2 di gestione della comunicazione pubblica, ma emergerà un modello vincente, in questi anni si capisce quanto sia importante la propaganda, informazione e mass media oltre che affidarsi a specialisti. Durante la prima guerra iniziano i primi studi scientifici sulla scienza della comunicazione. 2 modelli di gestione di informazione che possiamo individuare: 1. Germania De Angelis ci dice che inizialmente funziona meglio degli altri paesi europei, la grande protagonista europea della seconda rivoluzione industriale,avevano una tradizione autoritaria rispetto quella britannica e quindi in qualche modo anche nella gestione delle informazioni in guerra mette in atto prima (1915), centralizza la gestione delle informazioni: crea un ufficio presso il ministero degli affari esteri e uno presso lo stato maggiore dell’esercito, questo genera dei litigi gravi in quanto genera rapporti di conflittualità tra i poteri civili e militari, oltre al fatto che la mancanza di coordinamento veicola messaggi contraddittori. Prevalgono i militari dal luglio 1917 Nel comando supremo dell’esercito tedesco un unico ufficio articolato in 3 sezioni: - censura - Informazioni per i propri cittadini - Informazioni per l’estero Viene anche riorganizzato un sistema di propaganda per i soldati chiamato “servizio di insegnamento patriottico”, cosa che avremo anche in Italia 2. Gran Bretagna (modello piu efficace) Aveva una tradizione liberale e quindi all’inizio della guerra lascia ai privati la libera iniziativa, perché quando i paesi europei entrano nella prima guerra mondiale sono tutti convinti ch el agguerra durerà poco, massimo qualche mese, persino il pessimista Giolitti dice che sarebbe durata qualche mese. Quando ci si rende conto che la guerra sarà lunga si capisce che si deve ripensare alla veicolazione dell’informazione, i primi sono i tedeschi, i secondi i britannici; nel 1916 quasi un anno dopo i tedeschi nasce un ufficio creato all’intero degli affari esteri che is chiama Willington House, che viene creato solo per materiali di propaganda, diventerà sempre più importante nel 1917 è un ministero delle informazioni, che viene affidato a un civile, in particolare un editore, proprietario di mass media Beaverbrook, viene chiamato all’interno del governo e. E cosa ancora piu significativa questi chiama a collaborare il suo principale concorrente Northcliffe (proprietario del times), costoro sono esperti di gestione dell’informazione, facevano dell’informazione il proprio business e utilizzano per il loro lavoro esperti del settore. Utilizza anche giornalisti e scrittori come Kipling e Wells. Esperti di comunicazione, civili, messi all’opera per la propaganda nazionale, in Germania sono i militari, che sono educati e istruiti in tempi di pace, per avere una sensibilità diversa rispetto la comunicazione e i civili. La dimensione della propaganda la troviamo in tutti i paesi ed è particolarmente forte nel Regno Unito in quanto fino al 1916 si affida ai volontari ed è necessario convincere i volontari, in Italia e Germania non c’era questa necessita ma ci si affidava agli stessi mezzi. Un capolavoro di propaganda è quello utilizzato dai britannici che prende il non è di “rapporto Bryce”, un ambasciatore britannico a Washington che pubblica prima dell’entrata in guerra dell’Italia un rapporto sui crimini commessi dai tedeschi in Belgio, diffuso in 30 lingue in tutto il mondo, quasi tutta l’Africa e Asia erano colonie e usavano la lingua dei colonizzatori, si avrà l’idea di arricchirlo con illustrazioni tipo: “Seduzione”—> soldato tedesco (elemento a punta) che minaccia una fanciulla imbavagliata e legata a un palo vestita solo della camicia di notte e con il piede nudo (in una società che quando vedeva una caviglia nuda vedeva particolari erotici) I soldati tedeschi tagliassero le mani ai bambini belgi, cosi che una colta cresciuti non potessero prendere i fucili e contro attaccare. Propaganda straordinariamente efficace basata su testimonianze anonime non verificabili, il rapporto Bryce è la testimonianza della propaganda grigia. Ci sono 3 colori con i quali si etichetta il modo di fare propaganda: 1. Bianca : diffusioni di informazioni vere e verificabili 2. Nera: opposto della bianca, notizie false come se fossero vere (fake news) 3. Grigia: con varie sfumature, fonti non verificate e non verificabili Ad oggi il primo strumento contro le notizie false è porre la domanda come fai a sapere queste cose ?, quali sono le fonti?. Attraverso esse possiamo sapere che il dato è oggettivo. 2 modelli di gestione di informazione diversi tra Germania e Inghilterra e questo lo vediamo molto bene quando si confrontano nel campo di battaglia propagandistico più importante: Stati Uniti. Nel 1914 dichiarano la neutralità e dino al 17 restano neutrali, in tutti questi anni britannici e tedeschi competono per avere finanziamenti e tra chi voleva gli Stati Uniti e chi no. vediamo che la propaganda tedesca è basata su argomentazioni logiche e razionali (inefficace perche è riconoscibile, si rivolgono direttamente alle masse e si riconosce che è propaganda), invece quella britannica è bastata sull’ emotività e sulle storie che raccontano e colpiscono, quella piu efficace è quella emotiva verso l’opinione pubblica. Gli emigranti tedeschi negli usa erano molti, i britannici operano una propaganda indiretta e convincono delle personalità influenti ad esempio un regista importante chiamato Griffid. I britannici sono favoriti da una azione che decidono di compiere all’inizio della guerra: tranciare i cavi telegrafici tra Berlino e gli usa, i britannici hanno il monopolio verso le Americhe e questo fa si che l per i mass media americani la fonte piu veritiera a cui attingere è quella britannica. Il pretesto che gli Stati Uniti e Wilson, vinto le elezioni del 1914 con una maggioranza relativa, non era stato il piu votato, c’erano 3 candidati: 2 repubblicani e un democratico, Roosevelt era stato presidente degli usa in precedenza e toglie molti voti al partito repubblicano, Roos let era interventista e voleva entrare con l’intesa, Wilson è isolazionista e nella campagna della rielezione insiste sulla necessita che gli usa escano dalla guerra, nel 1916 vince le elezioni dicendo che gli usa sarebbero stati fuori dal conflitto, mentre nel 1917 entrano in guerra. Fondamentale il fato che l’intesa sembrava stesse per perdere il conflitto, rivoluzione in Russia, ammutinamenti in Francia, Caporetto. Il modello piu efficace alla fine non è ne il britannico ne il tedesco ma bensì quello statunitense che all’inizio verra studiato meno in Europa, in realtà oggi non ci sono paragoni, alcuni studiosi nella campagna di propaganda statunitense sono Lippmann. 3. Stati Uniti d’America Negli Stati Uniti, nel momento in cui Wilson capisce che gli Stati Uniti devono entrare in guerra, viene creato un comitato per l’informazione pubblica (commissione creel), al suo interno aveva 3 uffici: - uno affidato a un civile - Uno affidato a un militare dell esercito - Uno affidato a un militare della marina Un esempio di autonomia e specializzazione del personale, De Angelis tralascia di dire quanto sia stata criticata questa commissione anche da alcuni dopo la guerra, propaganda violenta a livello I mass media contribuiscono a diffondersi all’indifferenza verso al morte di massa, alla violenza verbale e politica. Perche e quanto i soldati erano arrabbiati? Perche nel dopo guerra il malcontento dei reduci porta ad azioni violente? Modello ideale delle trincee, è tutto molto asettico, in realtà la trincea era molto diversa, molti soldati tornavano con una patologia chiamata “piede da trincea”, restare per molto tempo con i piedi bagnati fa manifestare questa malattia. L’attività di svago preferita in trincea è la caccia ai ratti, i quali nelle buche scavate nelle trincee assaggiavano i soldati che dormivano, in Francia viene pubblicato su un giornale una foto di un ufficiale che inventa la gabbia anti ratto affinché si potesse dormire tranquilli. Le testimonianze della prima guerra mondiale ci dicono che la guerra mondiale è la piu terribile per un soldato non direttamente coinvolto nella battaglia, la quotidianità in essa è qualcosa che stentiamo possa essere stata sopportata. Significa vivere settimane, mesi in buche scavate nel terreno, al freddo senza la possibilità di pasti caldi, con popolazione animale che nella terra vive quotidianamente. A leggere la propaganda diffusa nel fronte interno lord Northcliffe, protagonista del ministero dell’informazione britannico, scrive un best seller, cosa spedire ai soldati, dice cosa si sarebbe dovuto mandare in trincea per aiutare i soldati: “(...) "Caramelle alla menta, perché (...) hanno un effetto digestivo, anche se ha poca importanza al fronte, dove la salute e cosi buona e ben difficilmente si sente parlare di indigestione. la vita all'aria aperta, il vitto abbondante e regolare, l'esercizio e la mancanza di preoccupazioni o responsabilità rendono i soldati straordinariamente forti e soddisfatti” Le fonti ci dicono che circa dopo mezza giornata in prima linea hanno la dissenteria I soldati si arrabbiavano non solo perché non vedevano riconosciuti i loro sacrifici, ma anche perché quando tornavano a casa e raccontavano la loro storia nessuno gli credeva, da questi scritti si immagina un resort. In Italia la battaglia di Caporetto, 25 ottobre la stampa dice: “l’urto nemico ci trova saldi e ben preparati. “ Possiamo giustificare la stampa per la censura e per il fatto che il giorno dopo è difficile che si abbiano idee chiare. Ben piu difficile è giustificare la copertina del corriere del 4 novembre, sono passati 10 giorni, Cadorna decideva a quanti km ritirarsi, la copertina raffigura le truppe italiani all’attacco contro i soldati Austro-Ungarici. 1.3 IL CINEMA DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE È interessante il paragrafo che de angeli dedica al cinema durante la prima guerra mondiale, è la prima volta che il cinema viene usato come strumento di informazione, anche se è la stampa in tutte le sue variabili a essere la grande protagonista della comunicazione e propaganda. Il cinema pero ha un suo ruolo, al cinema un tempo c’era il cinegiornale, prima e dopo il film, in Italia c’è persino dopo gli anni 50 poi sostituito dal telegiornale, finche non c’è una diffusione capillare della televisione. Ovunque ci sono pochissime immagini crude, quando ci sono, sono soldati che vestono la divisa del nemico, e sempre bilanciate da narrazioni eroiche, la maggioranza delle immagini ci racconta di soldati allegri, abbiamo anche molte immagini di soldati all’attacco, o sono riprodotte negli studi cinematografici, o sono foto di addestramenti. Il cinema di intrattenimento è diffuso nelle masse, sono interessanti le testimonianze di soldati che hanno la possibilità di entrare dentro il cinema, gratuitamente, in quanto pagato dall’esercito, e raccontano e si fanno scrivere le lettere dicendo di aver visto il cinema che era una cosa bellissima. Certamente la propaganda britannica si distingue, perché arruola il migliore registra statunitense Griffith, nome imprescindibile per la storia del cinema, autore di “nascita di una nazione”, campione di incassi, discutibile, ma grande capacita di attirare spettatori, i britannici lo chiamano a Londra per far girare dei film di cui non abbiamo più testimonianza, e ne fanno uno dei rappresentati della loro propaganda quando il registra tornerà a Hollywood, è interessante come lo stesso Hollywood dopo l’entrata in guerra si autoproclama attore fondamentale patriottico e realizzerà film chiaramente di propaganda di cui oggi abbiamo solo piu il titolo. Lezione 21 (2/12/23) 1.4 I MASS MEDIA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE Tra le 2 guerre ci sono delle importanti novità tecnologiche, passi in avanti di mass media che gia si conoscevamo, il cinema diventa di efficace e fruibile per quella parte di popolazione europea che aveva ancora difficolta a leggere. Per quanto riguarda l’analfabetismo i dati che ci giungono dagli studiosi ci dicono che nella prima guerra mondiale i 2/3 della bassa forza dell’esercito erano analfabeti o semi alfabeti, livello di arretratezza in cui era l’Italia, e importanza della riforma di Giolitti. Nuova tecnologia è la radio, ha in tutta Europa un trattamento giuridico rispetto alla stampa, se la stampa è lasciata relativamente libera, la radio come la televisione è un monopolio, solo l’azienda di proprietà statale può produrre e diffondere programmi, questo vale in tutta Europa, sia nei paesi in cui ci sono dittature che democrazie, non vale negli Stati Uniti, dove ci sono 3 network privati. Il monopolio statale di radio e tv, durerà un bel po, verra superato nell’ultimo quarto del novecento, malgrado i limiti e costi, la radio si diffonde molto in fretta soprattutto nei paesi più ricchi e sviluppati, l’Italia fa un po’ piu di fatica, paese arretrato legato all’agricoltura. Il vero boom industriale in Italia, solo dopo il “miracolo economico”, che va dalla metà degli anni 50 agli anni 60, la maggior parte degli italiani lavorano nell'agricoltura (primario), fino alla fine degli anni 70, per un breve periodo la maggioranza lavora nelle industrie, quindi l’Italia è industrializzata da quegli anni, molto rapidamente l’Italia diventerà un paese post industrializzato, maggioranza degli italiani lavorano presso i servizi (terziari). Una grande novità che va tenuta presente per ragionare tra i rapporti tra guerre e mass media è la modernità di alcune nuove forme di regime politico, quelle che probabilmente sono state presentate come tonalismi: nazifascismi e comunismo sovietico. Hanno una forte attenzione verso i Mass media, importanti per raggiungere quell’obbiettivo comuni: - creare una società nuova - Creare un uomo nuovo - Mobilitare la popolazione in senso passivo e farla partecipare a cerimonie nazionali della nuova religione politica, sia essa fascista, nazista, comunista. Non sono solo loro a usare la radio, roosvel negli usa ha l’idea degli incontri al caminetto, per cui ogni settimana parla agli ascoltatori, ovviamente in maniera meno marziale rispetto ai leader in divisa militare e paramilitare. L’esperienza piu significativa di questo periodo per quanto riguarda la manipolazione dei media è quella di GOEBBES; le idee del nazismo e del suo ministro della propaganda GOEBBES sono l’esempio seguito dall’Italia che ha l’idea di creare un ministero ad oc (MINCULPOP= ministero della cultura popolare) Goebbes organizza un ministero attento alla dimensione mass mediale, in guerra, quando scoppia la II guerra mondiale, Berlino è estremamente attenta ad aiutare i corrispondenti di guerra dei paesi neutrali, e organizza una rete capillare di capillare di propagandisti tedeschi, anche arruolando giornalisti con uno scatto qualitativo rispetto alla prima guerra mondiale, crea degli interi reparti dedicati alla propaganda, hanno persino una divisa particolare. È interessante vedere come la propaganda tedesca presenti la II guerra come se hitler fosse stato l’aggredito dai francesi, inglesi, statunitensi e sovietici, dopo l’operazione Barbarossa. Propaganda ch sei dimostra efficace fin quando le truppe nazifascite sono vincenti in Europa, per alcuni anni sembra che nessuno riesca a fermarli, quando dopo stalingrado la situazione si complica in maniera significativo iniziano a dover spiegare delle sconfitte ed ecco che la propaganda è meno efficace; ci sono anche dei contasti tra le pretese di hitler di inventare e diffondere notizie false, le armi segrete erano state sviluppate da scienziati tedeschi, ma immissione di armi segrete era lontana rispetto a quanto hitler non diceva ai tedeschi. Goebbes aveva una propaganda piu vicina ai fatti Da una parte c’è il ministro GOEBBES in persona, bisogna capire la narrazione e la contro narrazione che si può fare, e vere de come la propaganda sia oggetto di riflessioni significative. La narrazione di questa fotografia: Perche i tedeschi decidono di diffondere questa immagine? Da una parte ci sono gerarchi e dall’altra soldati, il messaggio è che si sarebbe resistito fino alla fine, le caratteristiche che vengono in mente guardando i soggetti è il fatto che il soldato è molto giovane, mentre quello vicino è in là con gli anni: resisteremo fino all’ultimo uomo. Contro narrazione: ormai sono alla stremo e sono costretti a ricorrere a persone anziane e bambini, siamo a un passo dalla vittoria. È interessante vedere il caso britannico, GOEBBES aveva capito che la propaganda piu efficace è quella credibile, e gli inglesi sono maestri in questo, in particolare nel corso della guerra, all’inizio mentre i totalitarismi avevano sviluppato un controllo della comunicazione sia in tempo dio pace che in tempo di guerra. La Gran Bretagna invece era un paese democratico e la stampa era libera, quanod scoppia la guerra inizialmente scatta la censura, la propaganda è contraddittoria e lasciata ai provati, presto ci si accorge che funziona bene l’autocensura e quindi ai giornalisti viene lascia una sorta di discrezionalità, quasi sinonimo di libertà. Vengono messi sotto censura non tanto i giornali o le radio, bensì le fonti che usano i giornali in particolare, ciòe le agenzie di stampa, solo i cinegiornali vengono censurati a posteriori, dopo essere stati realizzati devono essere approvati. Durante la seconda guerra mondiale si diffonde il mito della BBC con il suo motto: “verità, nient’altro che verità e se possibile il più vicino possibile tutta la verità” Questo da una grande credibilità alla BBC. Radio Londra, cioè l’emissione che la BBC sviluppa per l’estero, ogni lingua aveva la propria emissione nella lingua nazionale, è la radio piu seguita all’estero in maniera clandestina, era • Stringers, collaboratori a tempo determinato, giornalisti reclutati per il periodo della guerra tra la popolazione locale • Freelance, giornalista pubblicista e professionista che non è storto contratto presso nessun editore, trova le notizie, costruisce il suo servizio, e poi lo vende al migliore offerente. De Angelis dice che i freelance possono non essere professionisti e possono essere improvvisati, tuttavia ci sono casi di fantastici giornalisti di questo tipo. Il compito affidato ai mass media dalla politica, in particolare da quella del governo è quella di motivare un intervento armato, necessario spiegare il conflitto limitato, quello totalitario si capiva da sè, era anche evidente ai siciliani che accolgono gli anglo americani che sbarcano che erano dei liberatori. Guerre limitate, giornalisti devono motivare il fronte interno e legittimare l’intervento Esempio: decisione italiana di partecipare all’invasione dell’Afghanistan e poi ricostruzione dell Iraq, 2001-2003, i giornali dovettero spiegare perche era necessario e opportuno perche gli italiani partecipasse, non significava solo inviare dei soldati all’estero, con il rischio che vengano uccisi, ma significa anche spese, accettare di aumentare le tasse e destinare a queste spese risorse che sarebbero potute essere destinate ad altre cose. Nel contesto della guerra fredda, evidente sia nella guerra in Corea che quella del Vietnam, dove a combattere sono le forze armate statunitensi, si cerca una continuità tra seconda guerra mondiale è periodo della guerra stessa, si cerca di raccontare il pericolo staliniano, come si raccontava il pericolo hitleriano, popoli liberi vs dittatura. Ad aiutare è anche Hannah Arendt, che scrive un capolavoro politologico “Totalitarism”, concetto interpretativo nasce in questo periodo della prima guerra fredda, l’autrice durante il Maccartismo, unisce nazismo e comunismo. 2.1.1 LA GUERRA DI COREA De Angelis sceglie di aprire la sua presentazione dicendo che la guerra di Corea è la prima a essere stata raccontata dalla televisione, nuovo mezzo di comunicazione, pero non è considerata, nè considerabile una guerra televisiva, cioè non ha quegli effetti psicologici sull’opinione pubblica che avrà la guerra televisiva vera e propria, cioè dagli anni 60 in pii sono tutte guerre raccontate principalmente dalla televisione che è il mezzo immediato che arriva a tutti. Durante la guerra di Corea sono poche le famiglie americane che hanno al televisione, in Italia non ce l’ha nessuno, in Italia la ti arguiva dopo la fine della guerra di Corea, sono poche le famiglie, ma sono quelle più ricche e influenti a livello politico, tuttavia possiamo essere che non sia una guerra televisiva, perche anche in quelle famiglie l’effetto psicologico è minore rispetto a quello che ha la guerra raccontata dai i giornali. Questo perche la televisione a quei tempi narra eventi gia noti, da carta stampata e quotidiani, mentre dopo gli anni 60 la televisione arriva sempre prima della carta stampata. Oggi è difficile che un quotidiano della cronaca nazionale, nera,.. arrivi prima della televisione o internet, all’epoca, nei primi anni 50 i servizi dei reporter televisivi erano su videocassette che erano spedite via aerea ai network che poi le avrebbe spedite, quindi l’effetto psicologico dei telegiornali è molto più simile ai cinegiornali che a quelle dei servizi ti successivi. È evidente che la fiducia verso il nuovo mezzo di comunicazione in grado di cogliere la vera realtà della guerra è del tutto vano, neanche la televisione riesce a cogliere la vera guerra. È molto interessante il caso della Corea, il caso dei rapporti tra guerra e mass media in Corea, oggetto di domanda all’esame, così interessante perche i giornalisti in Corea si comportano in maniera diversa rispetto i corrispondenti di guerra nella II guerra minimale, i giornalisti americani in Corea continuano a fare i giornalisti, non si sentono investiti della necessita di far sui propagandisti, ma rispettano la correttezza del loro mestiere, seguono le forze arate, individuando le criticità al fine di risolverle. Attenzione: molto spesso erano gli stessi giornalisti che nel 1945 raccontavano la guerra Americana come una vittoria dopo l’altra e il generale MacArthur come l’eroe della guerra contro il Giappone, ora lo stesso generale, capo delle truppe americane diventa uno scherzo sbaglia spesso e volentieri, quasi un inetto, uno che non fornisce abbastanza maglioni alle truppe, che soffrono il freddo, sbaglia il collegamento delle parti, lasciando soldati a combattere da soli. Riceve delle critiche importanti dagli stessi giornalisti che lo avevano lodato in maniera eccessiva,e questo è uno shock per lui è per i vertici militari che si attendevano la corsa attorno alla bandiera, si attendevano che i corrispondenti di guerra facessero i propagandisti, non raccontassero le difficolta e non facessero i giornalisti. Quindi hanno una reazione verbalmente violenta, accusano i giornalisti di favorire il nemico, minacciano i di deferirli alla corte marziale, e qui troviamo una contro risposta dei reporter di guerra, che di fronte all’accusa di favorire il nemico e alla consapevolezza che loro stavano facendo correttamente il loro mestiere, sono proprio loro che chiedono delle linee giuda, ovvero quali sono gli argomenti che è meglio che non trattino, queste sono delle linee di censura, che limitano la libertà del giornalista stesso, è quasi un paradosso il fatto che siano i giornalisti stessi a chiedere delle linee. Ma questi giornalisti sono certi del loro patriottismo, non sono li per criticare in senso distruttivo qualsiasi cosa faccia il generale e il suo comando, ma sono li per aiutarlo e arrivare più velocemente alla verità, non c’è mai una critica sulla opportunità di essere a combattere in Corea, c’è una critica sull’organizzazione, e magari questa contribuisce a creare dei miti patriottici, la meravigliosa difesa dei marines. È interessante vedere che malgrado una narrazione che in genere non dubita mai della necessita del fatto che i soldati americani combattano, presso l’opinione pubblica americana i dubbi ci sono, ed ecco che la guerra in Corea può essere un esempio di come i media possano essere distanti dall’opinione pubblica, non è vero che l’opinione segue sempre passivamente i media. La guerra in Corea: approfondimento La guerra di Corea è una guerra che scoppia nel 1950 è ufficialmente dura ancora oggi, perche è vero che nel 1953 si arriva a una tregua, ma le condizioni di pace sono ancora oggetto di negoziato, è una guerra che coinvolge Corea del Nord e sud. Il dittatore comunista della Corea del Nord dopo aver chiesto il permesso a Stalin, invade la Corea del Sud, che coinvolge chiedendo aiuto agli Stati Uniti in primis, e l’Onu decide di intervenire, quindi c’è una coalizione di 18 paesi che inviano dei soldati per rispettare la risoluzione dell’Onu, gli usa hanno 88% delle truppe straniere, comando e quindi evidentemente è una guerra che coinvolge prima gli Stati Uniti, la Corea sud e nord. L’Italia in quegli anni non faceva parte dell’ONU, e quindi non manda militari, ma manda personale tecnico ospedaliero. Il generale MacArthur, grande eroe della guerra del pacifico, della II guerra mondiale, il grande protagonista della guerra in Europa è Eisenhower che diventerà presidente degli USA nel 1953. Truman stesso allontana MacArthur nel comando in Corea, lo allontana perche da militare dice ch e non esistono guerre limitate, dice che l’obbiettivo di un militare è raggiungere la vittoria nella maniera piu rapida e meno costosa (vite umane ed economica) possibile. Ragionando da militare dice che la via piu veloce per vincere è l’arma atomica, Truman si rende conto che questo non è possibile quindi lo dimette e lo richiama in patria. Dal punto di vista storica c’è un dibattito sul perche nell’Onu, l’unione sovietica non abbia esercitato il suo diritto di veto in sede di consiglio di sicurezza, l’ambasciatore sovietico è assente nella seduta in cui si vota che poi dara origine alla coalizione presieduta degli Stati Uniti. Sempre riflettendo sull onu, la guerra di Corea e il suo esito dimostra i limiti operativi della forza armata a disposizione dell onu stesso, si dimostrerà piu utile nel ruolo di mediatore rispetto a quello di risolutore dei conflitti. La guerra di Corea in qualche modo non cambia di fatto gli squilibri della zona: - Corea del Nord vs. Corea Sud, poi anche Cina vs. Usa e 17 paesi sotto egida Onu • Dagli Usa 88% delle truppe internazionali • Italia (non in Onu) manda un Ospedale militare e personale 1951-55 - Fondamentale per la decisione strategica della guerra limitata – IlcomandanteDouglasMacArthursostienecheogniguerrasiatotale • Quindi propone l’utilizzo dell’arma atomica, ma è sostituito nel 1951 L’Onu autorizza il primo intervento armato in nome della sicurezza collettiva • sovietici assenti alla seduta – Onu dimostra anche i suoi limiti operativi • Sarà più efficace nel ruolo di mediatore. Cause: - 1905: Giappone occupa la penisola coreana - 1943: Alleati prevedono una futura gestione internazionale del territorio e rimandano al dopoguerra la definizione delle modalità - 8 agosto 1945: invasione sovietica, il 15 resa giapponese in Corea (2 settembre resa definitiva) • 38° parallelo separa le zone di occupazione sovietica e americana • 1948: due nazioni distinte. All'epoca Nord industriale, Sud commerciale → Invasione delle truppe nordcoreane dopo numerosi incidenti di frontiera e migliaia di morti nelle repressioni delle rivolte comuniste al sud • anche al nord numerose rivolte - qui anticomuniste-represse nel sangue – inizia con il consenso di Stalin, che fornisce solo materiali – dopo l’offensiva Usa è la Cina di Mao a supportare la Corea del Nord con uomini e mezzi Conseguenze internazionali: - 5 milioni di morti - Riarmo: carri armati e caccia Mig25 sovietici si dimostrano superiori al materiale Usa - Dopo il 1953: nuovo equilibrio nella guerra fredda (muore Stalin) - Cina potenza militare riconosciuta (terzo attore di primo piano) - La Nato, sorta nel 49 dopo Blocco di Berlino, si struttura e si dota di comandi unificati • PossonoriarmarsiGermaniaOvest(Rft)eGiappone In Corea: - Coree ancora oggi in regime di armistizio, con frequenti crisi - dittatura personale al Nord: dal padre al figlio al nipote, con ideologia comunista - dittature al Sud fino al 1987, poi democrazia - Forti investimenti Usa nel Sud (e in Giappone) in funzione anti Urss e anti Cina - Dissidi tra Urss e Cina, allontanamento della Corea del Nord da Mosca Truman parla del containment, mentre eisenhower propone una dottrina ancora piu radicale quella del Roll Back, laddove c’è un governo comunista è bene tronare alla situazione precedente. La guerra per gli Stati Uniti inizia nei primi anni 60 quando il presidente kennedy decide di mandare migliaia di osservatori e addestratori (consiglieri militari), nel 1961 sono pochi, alla fine della sua presidenza (ucciso nel 1963) saranno 16 mila, numero consistente ma non determinate, sara il suo successore Jonson a portare una massa di militari americani in Vietnam in una escalation che arriva a mezzo milione di militari. Per questa decisione viene fortemente criticato, tanto piu per le dinamiche, il cases belli che determina l’entrata in guerra desti Stati Uniti è che una nave militare americana era stata oggetto di speri da parte di una nave nord vietnamita chiamata Maddox. Per rafforzare questa legittimità viene inventato che il giorno dopo ci sarebbe stato un altro scontro armato in marina, in questo modo si evita il processo parlamentare, oggi possiamo dire che è stato pianificato a tavolino, E va a macchiare la memoria di una presidenza che per quanto riguarda la politica interna ha fatto molto per i diritti civili. Nel 1968 non si ricandida consapevole che avrebbe perso le elezioni, Nixon vincerà le elezioni denunciando Jonson e che gli usa avrebbero vinto la guerra, vince anche le elezioni del secondo mandato sempre promettendo una vittoria, pochi mesi dopo ritirerà le truppe. Trattando con Mao e con la Cina e non lasciando da parte il governo del sud Vietnam, cosi come in Corea il grande alleato al nord è la Cina, che da le armi, infatti è con la Cina che si tratta per uscire dalla guerra. La svolta della guerra è l’offensiva nord vietnamita del tet, tet= capodanno buddista, il 31 gennaio 1968 inizia una un offensiava nord vietnamita e Vietcong che dura circa un mese, vede combattimenti anche nelle grandi città e capitale, alla fine dal punto di vista militare tattico la vittoria statunitense è netto, dal punto di vista politico è una clamorosa disfatta per gli statunitensi. Questo avviene perche c’è una clamorosa disfatta nonostante dal punto di vista militare non ci sono dubbi che l’offensiva nord vietnamita fallisce, con questa offensiva il nord Vietnam aveva dimostrato di essere forte e di combattere una grande offensiva che aveva impiegato le truppe americane per un mese. La narrazione dettata dal senso comune che o prevedeva una nazione come gli stati unti sarebbe stata in grado di vincere facilmente contro un piccolo paese povero e arretrato era del tutto squilibrato il rapporto di forza: da un lato la piu grande super potenza contro un paese povero e indipendente da 10 anni. Era impensabile che gli Stati Uniti non vincessero velocemente, si diceva massimo qualche giorno. La contro offensiva del tet dimostra che non era cosi, e che non solo non sono sul punto di perdere, ma sono addirittura in grado di elaborare una offensiva, su larga scala, mette in crisi le forze armate statunitensi, l’attenzione globale dei mass media statunitensi aumenta esponenziale, prima del tet c’erano 20 corrispondenti di guerra, ora ce ne sono 600, molti di questi sono nella capitale nei giorni in cui c’è una insurrezione e l’immagine che raccontano in questo mese è quella di una crisi militare, il fango della giungla vietnamita è quella di una guerra che non si riesce ad uscire e in cui e complicato farlo. Per questo è una vittoria strategica del nord Vietnam e una sconfitta politica. La guerra per i viet cong e nord vietnamiti 500 mila a 4 milioni tra morti e feriti, loro se ne fregano della teoria del domino, per loro è una guerra per l’indipendenza nazionale, anti colonialista, gli americani sono vissuti come i giapponesi e i francesi, questo senso è anche una guerra combattuta per il comunista, contro i collaborazionisti e corruzione del cover o sud vietnamita. Per i vietnamiti oggi quella che chiamiamo al guerra del Vietnam è la fase americana di una lunga guerra per l’indipendenza, quella combattuta con i giapponesi, i francesi e gli americani, che non terminerà con il 1975, perche di li a poco saranno attaccati dai cinesi, vecchi alleati, attaccheranno il Vietnam in una guerra breve, e tante scaramucce per molti anni fino al 1889, che pero provocano 10 mila morti, non un numero irrisorio, sappiamo pochissimo di questo in quanto il Vietnam è una dittatura comunista come la Cina, e come tutte le dittature c’è la censura. Oggi sappiamo che nel 1984 c’è una battaglia importante e che ci sono continue scaramucce. Le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti ricominceranno nel 1975, nel 2000 la prima volta del presidente statunitense, oggi l’economia vietnamita è estremamente dinamica, forse più in salute di quella cinese. Esempio: telefoni Samsung sono prodotti in Vietnam ed è presente una delle fabbriche piu grandi al mondo. Perché gli Stati Uniti hanno perso? Il ruolo dei media Cause della sconfitta: • Per gli Stati Uniti era una guerra limitata, lontana geograficamente e spiritualmente, non li riguardava, per i vietnamiti era una guerra totale, per la quale si potevano sopportare perdite ingenti, come 4 milioni. • Malgrado le perdite rimangono cosi motivati da organizzare grandi offensive • Stati Uniti non potevano usare armi atomiche e occupare paesi vicini A essere accusati della sconfitta sono i media, in qualche modo hanno plagiato l’opinione pubblica e costretto Nixon a ritirarsi. È evidente che è una motivazione che è autogiustificatoria da parte del governo e dell’esercito. Oggi sappiamo che i fatti contano piu delle rappresentazioni mediatiche e che ogni volta che tornavano i cadaveri dei soldati statunitensi l’opinione pubblica era contraria alla guerra, è difficile legittimare le morti per una guerra limitata, e quando si scoprirà il motivo legittimante è stato costruito ad arte e la seconda volta è del tutto inventata, l’opinione pubblica è arrabbiata e in questo centrano poco i mass media. L’esito di quasi tutti gli studi fatti dagli studiosi della comunicazione per la guerra del Vietnam è che all’inizio i media sono favorevoli alla guerra del Vietnam, quando criticheranno nei primi anni 70 la guerra non si porranno mai la domanda se fosse giusto o meno essere li, ma criticheranno il modi in cui verranno combattuti. Approfondimento: • Vengono posti sotto accusa anche i soldati “di leva”, la società Usa si sarebbe “rammollita” - polemica contro “hippies”, sessantottini che rifiutano la guerra es. Cassius Clay/Mohamed Alì il più forte pugile di tutti i tempi molti sarebbero tornati dal Vietnam tossicodipendenti cultura del Sessantotto incentiva l’uso di droghe leggere Nel Sud-Est asiatico è facile trovare droghe pesanti l’istituzione militare somministra farmaci stimolanti ad alcuni reparti diversi dalle droghe “di evasione”, ma danno anch’esse dipendenza → Difficile reinserimento dei reduci in una società che li guarda con sospetto es. il primo film Rambo • - L’esperienza della guerra in Vietnam stimola molti studi in numerose materie di storia militare, sulle nuove forme di guerriglia ,di sociologia: questionari (es. per la coesione dei “piccoli gruppi”), di medicina sull’effetto di droghe e farmaci sul Dpts, Disturbo post-traumatico da stress Viene riconosciuto ufficialmente dalla medicina di scienze della comunicazione: sono studiati a fondo i media Tutti i mass media sono legati alla ideologia della teoria del domino, c’era la necessita di combattere per evitare la diffusione del comunismo. È stato fatto un sondaggio chiedendo agli statunitensi se fosse stato un errore mandare la truppe in Vietnam, nel 1965 molti dicono di no, e che era giusto essere li, questo cambia nel 1973, prevalgono chi pensa che fosse stato un errore. Lo studio sistematico dei mass media, i quali vengono messi sotto indagine e si evince che viene criticata la conduzione della guerra e non l’opportunità, questo nasce dal fatto che possano uscire notizie come quello del massacro, non è che nelle altre guerre non ci fossero state atrocità, ma nelle guerre limitate è molto piu difficile imporre la censura ai giornalisti, ci sono 15 linee guida Esempio: non bisogna pubblicare notizie sugli spostamenti delle truppe Pero non si può imporre una rigida censura e qui io di troviamo un grande sforzo da parte dell amministrazione politico militare statunitense per cercare di direzionare l’informazione e di elaborare delle strategie di comunicazione, ecco che in Vietnam troviamo alcuni canoni della narrativa militare, alcuni punti e argomenti che torneranno in tutte le guerre successive in cui ci sono forze armate occidentali, non solo americane. Innanzitutto la presentazione della guerra come una impresa condotta da professionisti, mito: ci sono dei professionisti, ma che tanti soldati di leva (coscrizione obbligatoria), pero il racconto è legato alla narrativa dei professionisti Altro tema forte che troviamo nei racconti delle guerre successive, è la tecnologia, poi un avanzata disposizione,la piu precisa e rispettosa delle vittime civili, oggi sappiamo che non è cosi, in Vietnam ne abbiamo coscienza, a causa dei massacri, ma all’epoca evviva raccontato in questo modo, e fa aumentare le fotografie del massacro di MYLIE. In questo racconto di professionismo e tecnologia è centrale la figura del pilota di caccia,per pilotare un aereo militare non ci si può improvvisare, non abbiamo dubbi fossero professionisti. Inoltre è molto piu facile costruire una storia legata al pilota rispetto a una storia legata a 100 uomini. Il pilota è il “cavaliere del cielo”, persiano un nemico come il barone rosso, nella prima guerra mondiale è entrato nella coscienza collettiva. Areerò tedesco pitturato di rosso che abbatte tanti nemici, il suo mito arriva fino a noi, caso italiano “baracca”, il cavallino rampante che poi viene riproposto in Ferrari. La figura del pilota da caccia è perfetto per le rappresentazione per la narrativa, un altro fattore che ci fa ricordare la prima guerra mondiale è che il fango in cui devono combattere la fanteria di terra, in Vietnam non è verso dal fango delle trincee, e fotografare un soldato sporco di fango non è estetico, mentre un pilota può essere rappresentato come un eroe nazionale. Ci sono delle differenze tra la narrazione tra la guerra del Vietnam tra carta stampata, quotidiani riviste, e le televisioni, malgrado le televisioni non avessero il monopolio in USA. Nelle riviste si può essere piu critici, con il governo civile e governo militare, sono molto piu frequenti i reportage sui massacri Attenzione: le fonti dei corrispondenti di guerra della carta stampata e della televisione sono le stesse, soldati americani ai politici. Tuttavia sempre nel contesto di una critica sulla conduzione della guerra i giornali sono piu radicali, le televisioni sono sempre piu a favore della amministrazione militare e politica, anche quando una parte consistente della politica stessa è a favore di una critica alla guerra in Vietnam, la narrazione delle televisioni è sempre più favorevole al governo. Le proteste pacifiste in televisione sono raccontate come qualcosa di anti patriottico e filo comunista, De Angelis ci dice che le televisioni in qualche modo vogliono farsi interpreti e custodi della tradizione familiare, la nazione non deve essere sconvolta, ma protetta, e quindi le immagini veicolate dalla televisione di scontri, perdite americane sono pochissime. Nel 1969 si cerca di rendere giusta la leva, quindi si va per sorteggio, questo dara origine a studi di medicina e sociologia importanti. Mentre nel 1973 con il ritiro delle truppe dal Vietnam la leva obbligatoria negli Stati Uniti viene abolita. In Italia dobbiamo aspettare qualche decennio in piu. La crisi mossa ai giornalisti di voler plagiare l’opinione pubblica trova le sue origini nelle guerra del Vietnam, e l’accusa di anti patriottismo e di aver sabotatolo sforzo bellico, rimane uno degli allarmi principali agitati da politici e militari in ogni tempo di guerra. Capitolo 3: guerre invisibili e media diplomacy Guerre cieche nel senso di invisibili, ovvero che non vengono raccontate o viene raccontata con molte limitazioni da mass media. L’informazione si globalizza, i satelliti per le telecomunicazioni si diffondono, e permettono di raggiungere l’opinione pubblica in pochi minuti. Queste guerre cieche sono guerre che negli anni 80 e successivamente, fanno si che i governi impongano un rigido sistema di censura, perche il mito della colpevolezza dei media in Vietnam era fortissimo, e questo porta a elaborare una attenzione alla strategia di comunicazione maniacale, che porta a pianificare insieme le azioni militari e le azioni di comunicazione. Domanda di esame: Guerra delle Falklands /Malvinas Questa guerra che dura qualche mese, è così importante per la storia del gionalismo perche diventa l’esempio da seguire per la gestione dell’informazione, è una guerra che limita fortemente il diritto all’informazione britannica: Regno Unito vs argentina. In nome della sicurezza nazionale i britannici avranno pochissime notizie, che vengono fornite dal governo, dall’apparato politico militare, impossibile ottenere notizie da altre fonti, che non siano del nemico, in questo caso in argentina cera una dittatura pseudo fascista, quindi il nemico non è una fonte affidabile. I giornalisti sono costantemente controllati e osservati da personale militare. IMPORTANTISSIMO: La teoria della colpevolezza dei media in Vietnam è strumentale e persistente: (Risposta domanda d’esame: “i media sono responsabili per la sconfitta in Vietnam”) 1) permette ai responsabili politici e militari di trovare una giustificazione esterna per una sconfitta contro un nemico sulla carta molto più debole 2) fornisce un pretesto per proporre strategie di gestione dell'informazione che, nei successivi conflitti, subordinino i giornalisti e limitino la libertà di stampa. 3) rimane molto popolare, i media sono spesso accusati di essere “antipatriottici” e sabotare lo sforzo bellico anche in guerre successive Viene presentata come una guerra totale, in cui gli argentini sono sbarcati e hanno occupato un territorio curatore e britannico a tutti gli effetti, non in una regione in cui cerano una decina di militari e poche centinaio di abitanti. All’epoca le falklands erano un peso per Londra, che voleva anche cederlo all’argentina, ma poi la mossa del ministero degli Esteri di quel governo era stata bocciata dal parlamento. Se è una guerra totale tutti i giornalisti hanno il dovere di collaborare con il governo e non devono assolutamente veicolare narrative diverse rispetto a quelle del governo, quindi sono accreditati solo 29 corrispondenti di guerra, tutti ospitati sulle navi della marina militare britannica per raggiungere la zona di guerra, sono divisi in gruppo, cosi hanno tutti le stesse informazioni. I giornalisti non possono fare il mestiere del “buon giornalista”, prima cosa che deve fare è cercare la notizia e darla per prima, qui non possono trovarsi autonomamente una notizia, in piu funziona il minder traducibile come CENSORE, una figura che legge e guarda i servizi di guerra e decide se possono o non possono essere resi pubblici. Fattore fondamentale è il governo militare che è l’unica fonte, vengono anche diffuse notizie false per depistare gli argentini, insomma il racconto della guerra è monopolizzato, quando la BBC usa immagini della televisione Argentina perche era esasperata dalla pochezza delle informazioni che aveva viene fortemente criticata dal governo. Il ragionamento sul giornalismo di guerra nelle Falkland deve tenere presente il fatto che vengano combattute su isolette in cui non c’erano giornalisti corrispondenti dei mass media di Londra e quindi l’altro fattore era che non esistevano telefoni satellitari, con la possibilità di inviare immagini in maniera autonoma rispetto ai mezzi di comunicazioni militare. I reporter britannici per trasmettere i servizi si devono affidare alla tecnologia delle navi militari che li ospita, e quindi alla benevolenza del comandate, a un certo punto viene vietato alle televisioni l’uso del satellite militare, si pensa possa interferire sui sistemi di sicurezza. Le cause: in argentina c’è una dittatura militare feroce e sono in crisi perche gli anni 70 sono anni di crisi, l’amministrazione Carter ha tagliato le risorse, quindi questa dittatura pseudo fascista cerca di ottenere favore dell'opinione pubblica invadendo le MALVINAS. Dall’altra parte abbiamo il governo toucher, in crisi che investe nella guerra stessa e riuscirà trionfare dal punto di vista politico grazie a questa guerra. Una carriera che sembrava finita diventa una eroina della destra neo conservatrice occidentale e potrà mettere in atto una serie di privatizzazioni che vanno a incidere su ben piu della sua epoca. L’idea che il liberalismo fosse la dottrina economica vincente sarà egemone fino al 2008. Lezione 25 (15/12/23) Sara il modello di riferimento per conflitti più importanti nei conflitti successivi, ha delle conseguenze significative, è stata rivalutata dalla storiografia italiana oltre che britannica, perche dara enorme popolarità alla Thatcher, per quanto riguarda l’opinione pubblica, era un politico destinato secondo tutti e il proprio partito a essere silurata di li a poco, ma che invece investe molto capitale nella guerra e le va bene. Questo darà origine al Thatcherismo, insieme alla reaganomics, dottrina economica e sociale di Ronald Reagan, cambieranno i punti di riferimento economici e sociali, nel senso di privatizzare molte aziende sociali, eliminare il Walfere state. Invasione di Grenada Isolotto dei Caraibi, molto piccolo, regan decide l’invasione di questa isola perche un gruppo di studenti di medicina statunitense sarebbero stati oggetto di rapimento delle giunte marxiste, e in qualche modo molto della decisione è di superare la sindrome del Vietnam. Superiorità netta di 7:1 e questo permette la vincita degli Stati Uniti, rapida vittoria non indolore. Sappiamo poco di questa guerra, non ci sono corrispondenti di guerra. Il dato sul quale deangelis ragiona molto è il fatto che non viene data comunicazione alla popolazione statunitense e al resto del mondo, se non quando l’invasione è gia in atto. Inoltre sappiamo poco perche tutti quelli che sono coinvolti in questa guerra, devono firmare un contratto di riservatezza, non possono parlare con nessuno. Sappiamo il numero delle vittime e che il generale si scusa per la perdita. Il dato che a noi interessa è che l’opinione pubblica statunitense non reagisce in maniera negativa difronte alla soppressione di un suo diritto, anche per il quale aveva manifestato in maniera visibile nei primi anni 70. Sia nelle Flankland britanniche che negli Stati Uniti il popolo accetta una limitazione del proprio diritto di informazione, questo è anche dato dal fatto che sono guerre molto brevi. 3.2 MASS MEDIA E TERRORISMO Terrorismo degli anni 70-80, deangelis ragiona sul fenomeno del terrorismo prima del 2001. Ci dice qualcosa che è assolutamente accertato, il fatto che il termine terrorismo ha contorni sfocati, esprime un giudizio di valore piuttosto che un fatto concreto. Esempio: può essere un atto terroristico fare esplodere di notte una macchina, davanti a una sede istituzionale, ma può anche essere u atto terroristico far schiantare un aereo su un edificio pieno di persone. Sono 2 atti completamente differenti tra di loro, uno non causa vittime civili, l’altro migliaia quindi descrive un atto generico che può essere efferato, ma è un giudizio di valore ed è complicato trovare una definizione chiara di cosa sia il terrorismo e questo aumenta la sua malleabilità e il suo facile uso per screditare l’avversario. A livello di diritto internazionale non c’è una definizione condivisa: 1. Ue (2001/931/PESC): atto intenzionale (...) commesso con il proposito di: – intimidire seriamente la popolazione – costringere indebitamente i poteri pubblici o un'organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto – destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche, costituzionali, economiche o sociali fondamentali «Astrattamente (...) dovrebbe includere tre elementi essenziali: a) violenza (attuale o minacciata); b) obiettivo 'politico' comunque concepito;—> destinatario dell’atto c) 'audience' tipicamente anche se non esclusivamente vasta» Difficile definire il terrorismo: 1. Senso comune:l’obiettivodelterrorismoècreareterrore (colpendo popolazione inerme, considerata nemica) 2. Studiosi del t.: l’obiettivo è creare un’azione clamorosa, che “risvegli” le masse alla lotta (dimostrando che il debole può battere il più forte) • l’obiettivo non è terrorizzare i nemici ma mobilitare gli amici “oppressi” • l’obiettivo è creare un scenario di guerra “noi vs. loro” Per noi definiamo chi parteggi per il terrorista, ed ecco che ragionando su questo dato possiamo capire quello che dice De Angelis, ovvero che: Il terrorismo può quindi esser considerato una forma di comunicazione → Propaganda col fatto (propaganda of the deed) per ottenere visibilità – da anarchici Petr Kropotkin e Paul Brousse (già Pisacane a Sapri 1857) » De Angelis: “gli attacchi sono coreografie” 3. Può anche essere la continuazione della politica con mezzi esplosivi (es. stragi di piazza Fontana, di Bologna...) ovvero un mezzo per attori statali e non statali, che usano il terrore (e il contro-terrore) come strumento di politica interna e/o internazionale La pubblic diplomacy si ha quando vi è una comunicazione diretta ai popoli di un altro paese da parte di un membro del governo. Un mento autorevole, ministro, capo del governo che in qualche modo veicola dei messaggi tramite mass media alla popolazione di altri paesi Obbiettivo: incidere sull’opinione pubblica e agire in maniera diretta sull’altro governo. Il dialogo tra governi si fa tramite la diplomazia e il ministro degli affari esteri, noi ragioniamo su come i mass media vengono messi direttamente in campo Il media diplomacy ha come differenza sostanziale il fatto che il messaggio non parte da nessun membro delle istituzioni, non c’è un coinvolgimento ufficiale. È un insieme di mezzi che vengono posti in atto per testare l’avversario e vedere come reagisce di fronte a questa possibilità senza palesarsi. Un esempio che deangelis ci porta di pubblic diplomacy porta come protagonista Kissinger, uno dei più influenti della sua epoca, era segretario di stato negli Stati Uniti, numero due a livello di potere dopo il presidente nella gerarchia dell’esecutivo statunitense. Nella guerra arabo-istraelina 1973, che porterà alla decisione dei produttori di alzare il prezzo il prezzo del petrolio. Avviene lo SHUTTLE DIPLOMACY, continuo movimento tra capitali coinvolte nella guerra. Molto nota una dichiarazione che Kissinger fa dopo aver incontrato il leader egiziano, dice che ha avuto molte concessioni dal Cairo e si aspetta Loi stesso da Israele, questo fa si che questo governo sia quasi costretto a fare queste concessioni, tutti se lo aspettavano compresi gli israeliani. Un esempio di media diplomacy è un esempio limite, Cronkite, coinvolge nella sua trasmissione porta contemporaneamente i leader di Israele ed Egitto, siamo nel 1977, non sono in guerra, ma sono in contrasto, è lo stesso giornalista che gioca un ruolo di mediatore. Eventi mediatici Gli eventi mediatici sono uno dei modi in cui i mass media possono esercitare la loro influenza per risolvere un conflitto: creano un clima di aspettativa, ci si aspetta che alla fine dell’incontro si arrivi alla pace, agiscono come strumenti di pressione. De Angelis ci dice che è un’azione utile, davvero agiscono per una pace duratura se si arriva alla risoluzione di un conflitto. Esempio: Favoriscono la fine della guerra fredda, finita il 26 dicembre 1991, Gorbachev firma la define della esperienza sovietica. De Angelis ci avverte che l’azione di pressione svolta dai mass media può essere negativa, posson favorire uno scoppio di violenza se gli accordi non risolvono un conflitto, De Angelis cita gli accordi di Oslo del 1993 (ce ne sono anche altri nel 1995, 1996), sono accordi che non vengono condivisi dalla popolazione israeliana nè palestinese, nel 2000 scoppierà la prima entifada, poi quello che stiamo vivendo oggi. Capitolo 4: i media e le guerre degli altri Dato contro intuitivo: dal 1945 ad oggi, per gli italiani ci sono state poche guerre lontane, in realtà le guerre sono tante. Grafico interessante perche differenzia le guerre civili e guerre tra Stati Contesto: dopo l’implosione dell’urss, e caduta del muro di Berlino, scoppiano delle guerre che De Angelis definisce periferiche. La guerra dell’ex Iugoslavia da noi non è considerabile periferica, ma da Washington può essere considerata lontana e periferica, cosi come in africa considerata estranea così come gli italiani. Per quanto riguarda la tecnologia e la storia della tecnologia dei media è interessante notare 2 fattori: 1. Si formano delle media corporation che sono transnazionali, hanno proprieta fuori da dove sono nate (es: berlusconiani aveva canali televisivi sia in Italia che in Spagna). Un dato da tenere presente è quando nel 1980 si vuole fondare la CNN; canale noto che per primo viene pensato come esclusivamente dedito alla informazione, non ci sono show, serie tv, film,.. solo informazione 24/24. Diventa un modello globale e diventa un modello tale che gli studiosi di appropriano di questo termine per dare un etichetta a qualcosa di meno generale rispetto la CNN. La CNN effect: in assenza di una linea geopolitica chiara da parte della politica, i media hanno il Potere di dare visibilità ai conciliati oppure no: possono decidere di influenzare se, quando e dove far intervenire diplomazia e armi 4.1 MEDIA E LE NUOVE GUERRE Nella seconda meta degli anni 90 si parlava di nuove guerre, l’osservazione condivisibile: globalizzazione e crollo comunismo favoriscono una globalizzazione che erode il potere dello stato nazione in particolare del fattore che il sociologo Weber indica come fattore decisivo dello stato nazione: monopolio violenza legittima Lo stato si definisce tale dove c’è una amministrazione che può legittimamente mettere azioni violente sulla popolazione es: arrestare qualcuno. In questi anni non è solo piu il governo che ha questa possibilità, c’è un sistema di potere che si ritaglia questo dirimetti, economie mafiose, che spesso sono signori della guerra che hanno la possibilità di armare milizie locali: bambini strappati ai genitori, oppure arruolano mercenari. Inoltre c’è attenzione verso nuove politiche di identità, grandi narrazioni che diventano centrai in alcuni stati che individuano il nemico in una parte della società, gruppi interni sono nemici della nazione, uso politico della storia finalizzata a dividere una società. Il fattore sottolineato da De Angelis è che in queste nuove guerre la propaganda non è diretta verso il nemico straniero, come nelle guerre totali, queste nuove propagande vogliono dividere la società, che prima era unita, ora viene indicata come estremamente pericolosa, creano una minaccia incombente e tramite la creazione di un altro nemico si ridefinisce la propria identità. Esempio piu cruenti sono le guerre della ex Iugoslavia (La tv serba trasmette servizi sull'Olocausto e la Seconda guerra mondiale, quando i croati ustaša avevano collaborato con i nazisti allo sterminio dei serbo- ortodossi (oltre che degli ebrei) la tv croata e quella bosniaca-musulmana mitizzano il passato asburgico e ricordano il terrorismo dell’allora Serbia) e genocidio del Ruanda, alcuni giornalisti vengono condannati per l’uso spregiudicato dei media per incitare odio e violenza civile. La nuovissima guerra degli anni 2000 - Guerra ibrida: prevede tattiche di guerra convenzionale, irregolare e cibernetica - Nuove tecnologie permettono azioni ostili al di sotto della soglia della guerra - Grey Zone Warfare: utilizza strumenti non (esclusivamente) militari - mira ad influenzare e manipolare lo spazio della politica • fonte: United States Special Operations Command, White Book (P. Kapusta) 2015 Spazio fondamentale dell’uso spregiudicato dei media e social per diffondere una propaganda che favorisce la sfiducia dell’opinione pubblica verso il governo e divisione della popolazione stessa. - Information Warfare: propaganda, soprattutto con i Social media • favorita dalla diffusione del populismo politico – riduce la fiducia nelle istituzioni e nell’informazione professionale - Cyber Warfare: azioni contro le infrastrutture critiche, per paralizzare il nemico • utilizza elettronica ed informatica • primi obiettivi: le comunicazioni del nemico (server, banche dati, collegamenti satellitari), ma anche centrali elettriche, banche, servizi idrici, trasporti ecc. - Utilizzata con successo in guerra dai russi nel 2008 in Georgia e nel 2014 in Ucraina (Crimea) - dottrina Gerasimov: rapido colpo di mano, con mercenari e forze speciali - Fallimento in Ucraina 2020: invasione su larga scala, utilizzando migliaia di soldati 4.2 LE GUERRE BALCANICHE Dal 1918 c’è una realtà stature, che si chiamerà Iugoslavia (slavi del sud), dal 1945 è uno stato federale diviso in 6 repubbliche piu 2 province autonome in serba. La federazione aveva il diritto si secessione, di andarsene dallo stato stesso, oggi vediamo che da questa cartina abbiamo 7 realtà statuari, tutte le 6 repubbliche sono indipendenti e il kosssovo che non veniva riconosciuti da tutti. Il processo di indipendenza nazionale, nel caso di Montenegro è pacifico, nel caso della Slovenia è una guerra che dura pochi giorni, nel caos della Croazia lunga, Bosnia ezegovina è efferata. 1992-1995: guerra in bosnia-erzegovina De Angelis riflette soprattutto su 2 guerre che riguardano l’ex Iugoslavia: 1. 1992-1995 2. 1999 Unica guerra che possiamo ascrivere all’effetto CNN, anche la prima guerra umanitaria, la legittimità di una parte della comunità internazionale è data dalla necessita di salvaguardare i civili. I media veicolano la narrazione della guerra civile in cui l’accento è posto verso la sofferenza dei civili, è anche un modello che fa dire quanto abbiano fallito nella loro azione, veicolano una narrazione appiattita sulle atrocità, in qualche modo accontentandosi a una narrazione legata a un nazionalismo tradizionale quasi etnico, dimenticandosi che nella stessa regione avevano vissuto pacificamente. È una sconfitta dei media perche vengono divulgate notizie fase e perche spesso c’è lo spettacolo del dolore che non fa onore. La grande criticità di questo conflitto è che ci siano 3 attori: - croati: cattolici - Serbi: ortodossi - Bosniaci: islamici 3 attori tutti protagonisti di efferatezze. Caschi blu dell'Onu e “No fly zone” mostrano gravi limiti - 4 febbraio 1994: bombardamento del mercato di Sarajevo - 11 luglio 1995: massacro dei musulmani di Srebrenica - 30 agosto–20 settembre 1995: attacchi aerei della Nato sulla Serbia - Novembre 1995: Accordi di Dayton, fine del conflitto Guerra del Kosovo 1999 Territorioi serbo a maggioranza musulmana, luogo della memoria, la Gerusalemme serba. Nella Iugoslavia di Tito (dittatore comunista), che era riuscito a mantenere unito il suo paese, aveva dato autonomia al Kosovo, ma un nuovo governo riduce l’autonomia del Kosovo e nel 1991 inizia una pulizia etnica (5 mila morti e 900 mila deportati) Nel 1996 si fonda UCK, eserciro liberazione dei kossovari (albanesi) —> repressione serba, antiguerriglia —> migliaia di profughi I fattori che portano i media a ignorare una guerra: 1. Mancanza di interesse da parte della politica internazionale 2. Disinteresse del pubblico, assuefatto alle guerre periferiche 3. Mancanza di immagini con cui costruire una narrazione 4. Assenza giornalisti per un calcolo dei corsi, dove ci sono le notizie ci sono, in alcuni luoghi c’è sempre un corrispondente, sono i press-beat Se è presente un giornalista, è facile io verificarsi della sindrome del domino: ne arrivano altri per non rischiare di perdere la notizia a favore della concorrenza: c’è il rischio della omologazione della narrazione Si verifica un effetto CNN quando: 1. I media creano empatia con la sofferenza 2. I media sono critici verso al politica governativa 3. Soprattutto: manca una linea politica chiara e forte da parte dell’esecutivo Nel XX secolo solo il conflitto in Bosnia Erzegovina sembra rispondere a tutti questi requisiti, - in Kosovo è chiara la linea anti serba - In Ruanda è chiara la linea del non farsi coinvolgere Nel ‘800 c’è una guerra che potrebbe essere iscritta nel modello cnn, nonostante non esistesse, non c’entra la cnn come network, ma la cnn diventa un sinonimo stesso di mass media: guerra ispano americana—> esempio dei mass media che costringono un governo a intervenire in guerra Come dimostra il caso somalo l’intervento voluto dall’Onu, i governi mantengono la capacita di influenzare i mass media, il caso della Somalia è interessante perché in qualche modo vediamo tornare il mito della colpevolezza dei mass media per giustificare una sconfitta. La guerra in Somalia (3 dicembre 1992-25 marzo 1995) 1992 l’Onu si convince della necessita in intervenire per fra terminare la guerra civile e la carestia 1995 si ritira sconfitta La guerra civile era stata generata contro il governo di said barre, oggi guerra civile, la Somalia diventa uno stato fallito Clinton decide di intervenire sul mandato dell’Onu, attenzione dei mass media aumenta in maniera significativa, l’amministrazione organizza conferenze per attirare l’attenzione pubblica. - 2 luglio 1993: battaglia del pastificio: 3 caduti italiani e 36 feriti, ma anche altri morti, compresa la giornalista Ilaria Alpi - 3-4 ottobre 1993: battaglia di Mogadiscio: abbattuti 2 elicotteri Usa, 18 caduti e 74 feriti; perdite anche tra gli alleati malesi e pakistani. Malgrado lo shock per l'opinione pubblica quando vede le bare (body-bag effect), l'impegno continua per un anno e mezzo • Nel 1995, quando viene filmato uno scempio su un cadavere Usa, Clinton aveva già deciso il ritiro Difficile giustificare lo shock del body-bag- effect, quando tornano le bare dei morti, ci sono le immagini delle bare con le bandiere dagli aerei, e questo è sempre una immagine che shocca le opinioni pubbliche. Lezione 27 (21/12/23) Capitolo 5: I media e le “guerre degli altri”: guerre vecchie, guerre nuove Il contesto storico Anni Novanta: 1. Usa unica superpotenza, garanti della legalità e della stabilità internazionale - Si propongono come il braccio armato dell’Onu - Urss/Csi/Russia in crisi; Cina ancora marginale - Principali conflitti presentati nel testo di De Angelis: • 1991: Prima guerra del Golfo: liberazione del Kuwait • 1992: Intervento in Somalia • (1994: Mancato intervento in Ruanda) • 1995: Intervento in Bosnia • 1999: Intervento in Kosovo Anni Duemila: 1. 11 settembre 2001 – Risposta Usa: Global war on terror • Guerra in Afghanistan (su mandato Onu, senza delega comando) • Seconda guerra del Golfo: l’invasione dell’Iraq (senza mandato) – Usa criticati da storici alleati → Conseguenze: - Usa riducono sensibilmente la loro egemonia globale - forte riduzione del soft power statunitense - emergono nuove potenze economiche (Eu, “brics”) e militari (Russia, Cina) La (prima) guerra del Golfo L’apogeo della guerra come forma di comunicazione 2 agosto 1990 (17 gennaio 1991) – 28 febbraio 1991 Saddam Hussein dittatore in Iraq dal 1979 – 1979: Approfittando della rivoluzione khomeinista, attacca l’Iran • Aiutato da Occidentali, Sovietici e Sunniti nella guerra 1980-88 • Utilizza armi chimiche 2/8/1990: Invasione irakena del Kuwait – per liberarlo: guerra di coalizione, su mandato Onu – partecipano 35 paesi, tra cui Italia. Usa 700.000 militari su 950.000 ca. • Paesi Nato, più 3 del Patto di Varsavia (Pol, Cec, Ung) e 9 arabi 17/1/1991: intervento armato Onu: circa 100.000 bombardamenti – 24/2: attacco via terra, “offensiva delle 100 ore” – 28/2 fine della guerra → no invasione via terra in Iraq → Saddam Hussein rimane – Può operare una radicale repressione di oppositori politici, curdi e sciiti Criticità: - Reduci con Sindrome della Guerra del Golfo. Cause riconosciute dagli Usa: – Utilizzo di armi con uranio impoverito (poi anche in Kosovo) • Conseguenzeanchepericivili – Vaccinazioni contro antrace – Altre: parassiti, esposizione al fumo dei pozzi, Dpts → 26% dei reduci Usa sono dichiarati invalidi entro 10 anni (http://www.ngwrc.org/) - Bombardamenti di uomini in fuga sull'“Autostrada della morte” - 500 caduti della coalizione; 100.000 ca. irakeni - 300 Usa (25% per fuoco amico). 0 Ita (due piloti prigionieri, poi liberati) → In Italia inizia a modificarsi la percezione del ruolo delle FFAA Importante per il coordinamento tra media ed operazioni militari Obiettivo Iraq: - ampliare il territorio e le risorse petrolifere, scommettendo che la vittoria della guerra fredda e la posizione periferica avrebbero persuaso Usa a non intervenire militarmente Obiettivi Usa: 1. creare e mantenere il consenso dell'opinione pubblica (interna ed internazionale) 2. dimostrare la potenza militare Usa - Superare i “Fantasmi del Vietnam” (troppo breve Granada, 25/27 ott. 1983): – mito della colpevolezza dei media nella sconfitta porta la massima attenzione dei vertici civili e militari verso i mass media → la pianificazione tattica tiene conto dell'azione mediatica → determina l'impressione che la strategia di gestione dell'informazione venga prima delle scelte strategiche militari De Angelis: “l'effetto mediatico è il vero (...) obiettivo strategico dell'azione militare” → lettura superficiale ma radicata anche in Usa e persistente Prima dell'intervento In Usa: campagna di marketing professionale – Il governo kuwaitiano in esilio assolda agenzie di p.r. Accento sull'emotività: - notizie non confermate – incubatrici rovesciate dai soldati irakeni - finti “testimoni” oculari – Nayirah testimonia al Congresso → perdita di credibilità dei mass media nel dopoguerra Contenuti narrativi prima dell’intervento: la guerra immaginata 1. intervento rapido, ad alto contenuto tecnologico: → scontro di macchine, non di uomini → la tecnologia “intelligente” colpisce soltanto obiettivi militari • infrastruttureemezzimilitari → non colpisce i civili → garantisce l'incolumità dei soldati Usa (e Onu) 2. demonizzazione del leader nemico, Saddam Hussein: → psicopatico → odiato dai suoi sudditi e dagli altri paesi arabi → ecoterrorista che incendia i pozzi petroliferi 3. focus sulla questione morale, non su quella economica → liberare il popolo kuwaitiano, non il petrolio Durante l'intervento Strategia di gestione dei giornalisti sul modello della guerra delle Falklands, - differenze più significative: – deve accettare sacrifici economici, morali e riduzioni dei propri diritti • Passo fondamentale che prepara il “capitalismo della sorveglianza” (Shoshana Zuboff) 2. Guerra asimmetrica Intervento militare basato su una superiorità strategica assoluta RMA/NCW: Revolution in Military Affair o Network centric warfare Collega sistemi d'arma di grande gittata e una rete informativa capillare con l'impiego di nuclei di forze speciali (equipaggiati con designatori laser o satellitari); in seguito: attacchi a distanza, con droni – Obiettivo: distruggere il nemico con il fuoco a distanza – “Mantenendosi al di fuori del raggio d'azione delle armi avversarie, si paralizza l'avversario con bombardamenti convenzionali e con attacchi elettronici e informatici, annientandone i sistemi di comando, controllo, comunicazione e informazione” (Carlo Jean) ATTENZIONE La categoria “guerra asimmetrica” può fare riferimento a contenuti diversi, come in Quiao Liang, Wang Xiangsui, Guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione, 1999 – dove si trattano anche conflitti condotti per mezzo della manipolazione di media e web 3. Scontro di civiltà Visione manichea: o con noi o contro di noi Il discorso di Bush jr. su “L'Asse del Male” (2002) accomuna realtà diversissime come Corea del Nord (comunista ateo), Iran (sunnita) e Iraq (sciita) – Il Male contro il Bene, i barbari contro i civilizzati: si presenta il conflitto come culturale, non economico o sociale o ideologico • Implica lo sfumare delle distinzioni tra civili e combattenti – Si rendono lecite misure altrimenti moralmente inammissibili • tortura, rapimenti, omicidi mirati senza processo (non solo utilizzando droni) Intervento in Afghanistan battezzato inizialmente “Crusade” “crociata” – presto cambiato in “Enduring Freedom” • gli alleati arabi non apprezzavano il riferimento alle Crociate cristiane in terra santa, commisero atrocità molto gravi nei confronti della popolazione locale e di fede diversa da quella cristiana, viene messa a ferro e fuoco la città di costantinopoli e la fine di questa città inizia da questo evento Da Samuel Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale 1996 – Sviluppa un articolo: The Clash of Civilizations?, “Foreign Affairs”, 1993 • Scritto in risposta all'opera di un altro politologo: Francis Fukuyama, La fine della storia – Libro spesso letto parzialmente ed utilizzato strumentalmente Huntington (1927-2008) politologo neoconservatore – Importanti studi sullo Stato e sui i rapporti tra i poteri civile e militare – Fondamentali le sue critiche al paradigma della modernizzazione e alle analisi basate solo sulle dinamiche economiche a scapito di quelle sociali e culturali Scritto in risposta a: Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, 1992, - Sviluppa un saggio The End of History?, pubblicato su “The National Interest” nell'estate 1989, prima della caduta del Muro di Berlino - Sostiene che in breve tempo sarebbero caduto il Muro di Berlino e le barriere ideologiche ereditate dal Novecento - La caduta dell’Urss avrebbe segnato il trionfo della democrazia liberale, del capitalismo globalizzato e del modello di vita occidentale • Nessuna altra alternativa ideologica sarebbe rimasta valida (1989: ca. 15 sbarramenti fisici – muri di acciaio, cemento, filo spinato... 2023: ca. 45: Usa, Spagna, Ungheria, Marocco, Cina/Nord Corea, Botswana...) → il “bushismo”, o l’idea che la democrazia si possa imporre con la forza, è anche frutto di questa concezione Entrambi i testi sono ridicolizzati dalla comunità scientifica ma Hungtington viene riscoperto dopo l'11 settembre, perché: - gli attentati sembrano convalidarne la tesi - è funzionale ad una semplificazione delle cause del terrorismo e ad essere utilizzato politicamente - fornisce uno schema interpretativo facile e autogiustificatorio Principali critiche alla categoria dello scontro di civiltà 1. definizione di “civiltà” come entità coerente, astorica e basata sulla religione → Non considera fattori fondamentali come la nazionalità → Sottovaluta eterogeneità interne e capacità ad accogliere elementi esogeni • es. nel medioevo i filosofi arabi leggono e conservano i testi dei filosofi greci, poi fondamentali per il Rinascimento → Trascura l’appartenenza etnica (es. arabi, turchi, curdi, indonesiani...) 2. gli individui hanno identità multiple, non necessariamente la dominante è quella religiosa o “di civiltà” → Non considera i numerosi i matrimoni misti 3. il rapporto tra prassi (comportamento) e assiologia (valori) è complesso: → Le azioni non sono sempre dettate dal sistema di valori 4. ha scarsissima considerazione degli Stati nazionali 5. i conflitti infraciviltà sono (e sono stati) di gran lunga più numerosi di quelli tra civiltà diverse 6. scarsa considerazione delle divisioni interne alle civiltà → per l'Islam: sciiti vs. sunniti; sunniti wahabiti vs. sunniti salafiti vs. sunniti curdi... 7. sottovalutazione dei fattori economici 8. non considera organizzazioni internazionali regionali come UE, Asean, Unione africana, che uniscono facilmente “civiltà” diverse Guerra in Afghanistan (7 ottobre 2001- 31 agosto 2021) Su mandato dell’Onu, gli scopi dichiarati sono: - la cattura di Bin Laden, leader di Al-Qaeda e responsabile dell’11 settembre → individuato e ucciso in Pakistan il 1° maggio 2011 - imporre la democrazia, anche con la forza - liberare il popolo dai talebani e dall’applicazione dogmatica della sharia • liberare le donne dal burka → Negli Usa (e in larga parte dell’Occidente) si forma il clima del “fronte interno” simile a quello delle guerre totali Conseguenze: si costruisce un’immagine degli Usa come potenza aggressiva → per il rifiuto di Bush jr. di delegare all'Onu il controllo delle operazioni → per la diffusione di foto di bombardamenti sui civili → per il prolungarsi della presenza militare • È la guerra più lunga nella storia degli Usa → soprattutto per la mancata pacificazione del territorio Ritiro truppe Usa e alleati dopo accordi di Trump con leaders Talebani – 53 caduti italiani; 2.312 Usa – Stima dei costi: mille miliardi di dollari (fonte: discorso Biden 8/7/21) • Caos nella gestione del ritiro delle truppe • Immediata capitolazione del governo filoccidentale – ulteriori critiche a Usa (Biden) – pare che Putin decida l’attacco all’Ucraina, convinto da debolezza Usa - 1747: Indipendenza afgana dalla Persia - 1839-42, 1878-79: guerre contro influenza Gb, afgani sono appoggiati da Russia – indipendenza per politica interna, sussidi da Gb per appoggio in politica estera – 1919: terza guerra afgana, ritiro britannico e completa indipendenza - 1979-89: invasione Urss, gli Usa finanziano, armano ed addestrano i mujaheddin (letteralmente “combattenti per la Jihad”) • Oggi i mujaheddin in Siria lottano contro Daesh (Isis) e Bassar al-Assad - 1989-96: scontri a causa delle divisioni etniche e religiose (sempre in ambito Islam) - 1996: I talebani (studenti pashtun filopachistani) conquistano Kabul – Impongono una rigida sharia (2001: distruzione Buddha di Bamiyan, 500 d.C.) – Al nord Alleanza antitalebana: Fronte islamico per la salvezza - 1998: bombardamento Usa per rappresaglia all’attentato di Nairobi - 2001: intervento Onu, 13 nov. Kabul capitola, 5 dic. Accordi di Bonn – Governo con varie etnie: Pashtun, Tagika, Hazara, Uzbeka – Presidenza Hamid Karzai (pashtun) – Confermato alle elezioni 2004, le prime dopo 35 anni, e 2009; 2014: dopo difficili elezioni (attentati e brogli: riconteggi) viene eletto Ashraf Ghali, ex ministro di Karzai, riconfermato nel 2020, fuggito in EAU il 15 agosto 2021 - Feb. 2020: Accordi di Doha tra emissari di Trump e talebani – Ritiro truppe Nato in cambio di una generica promessa dei talebani ad impedire che il territorio sia usato come base del terrorismo internazionale • Obama nel 2011 aveva parlato di un ritiro entro il 2014 • Trump: “riporto a casa i soldati Usa” • Biden mette in atto i propositi dei suoi predecessori nell’estate 2021 – 1° maggio 2021: inizio ritiro Usa – Nessun impegno dei Talebani verso una tregua: attentati continuano • 15 agosto 2021: i Talebani entrano a Kabul - Vanificato l’impegno italiano in Afghanistan nelle due missioni Enduring Freedom (ISAF 2001-14) e Resolute Support (2014-24, interrotto nel 2021), missione Nato di assistance, training and mentoring delle forze di sicurezza - La mobilitazione dell'opinione pubblica (fronte interno, rally around the flag) porta ad un appiattimento dell'informazione Usa – Sistemadeipooldigiornalisti - Ricatto di un falso “patriottismo”, più vicino allo sciovinismo – InformazioneUsaperdeautorevolezza - 1996: Al Jazeera la “Cnn araba” fondata in Qatar Dalla parte delle ragioni israeliane peso molto il fatto che si usciva da una fase in cui la shoa aveva lasciato sul campo uno sterminio di 6 milioni di ebrei e questo diede forza alle rivendicazioni. Nonostante fosse appena nato lo stato di Israele respinge l’attaccamento e contro attacca invadendo una serie di territorio, viene firmata una tregua che permette a Israele di mantenere ì territorio dei onu e di incorporare nuovi territori. Gli altri territori destinati allo stato palestinese vengono spartiti dall egitto e la Giordania, l’Onu prevedeva la nascita di 2 enti tra, di fatto nasce solo lo stato ebraico e non quello palestinese. Da quel momento i palestinesi appaiono sui media occidentali come un popolo senza nome, invisibile e impossibile da distinguere da altri popolo arabi. Per i media non è possibile cancellare il problema, si tratta di una terra con valore religioso per le religioni monoteiste, è una terra sulla quale gli Stati Uniti ripongono grande attenzione, ma si tratta di una terra per 2 popoli e la guerra tra i 2 popoli si gioca sul terreno della informazione e comunicazione. Quello che conta ricordare che anche l’immagine della guerra cambia in base agli aspetti identitarie, secondo i media quella guerra tra queste 2 entità tra il mondo arabo è un conflitto limitato a istraeliani e palestinesi, secondo altri conflitto tra stato ebraico e arabi, secondo altri è un conflitto religioso tra Islam ed ebraismo. All’inizio sono soprattutto un media israeliani e gli alleati (Europa occidentale e soprattutto USA), i media istraeliani e occidentali tendono a negare ai palestinesi il diritto di esistenza come stato, dipingendolo come stato democratico circondato da stato più grandi che si rifiutano di riconoscerlo. Immagine destinata nel tempo a cambiare periodicamente, De Angelis ci dice che alla fine degli anni 50 alcuni gruppi contribuiscono a dare per la prima volta maggiore forma e sostanza alla identità palestinese, fedain. CONFLITTO CHE SEGNO QUESTO PERDURANTE STATO DI CONFLITTUALITÀ: GUERRA DEL 1967: GUERRA DEI 6 GIORNI. COMBATTUTA TRA IL 5 E IL 10 GIUGNO 1967, TRA ISRAELE E UN GRUPPO DI STATI ARABI (EGITTO, SIRIA, GIORDANIA). LA GUERRA DEI 6 GIORNI SCOPPIÒ IN SEGUITO ALLA DECISIONE DELL’EGITTO DI BLOCCARE GLI STRETTI DI TIRAN, PRECLUDERE I PASSAGGI ALLO STRETTO DI TIRAN SIGNIFICA IMPEDIRE A ISRAELE DI AVERE UNO SBOCCO SUL MAR ROSSO E SULL’OCEANO INDIANO. QUESTA DECISIONE DELL’EGITTO SEGNO LA REAZIONE DEGLI ISRAELIANI, FU UNA GUERRA LAMPO, GLI ISRAELIANI MANIFESTARONO UNA SUPERIORITÀ MILITARE. Oltre alla vittoria geopolitica ottenerlo dei territori: penisola Sinai, fino al canale di suez (mediterraneo- oceano indiano). In seguito a questa guerra Israele andò oltre ai territori assegnati dall’Onu, espansione evidente dello stato di Israele. La guerra dei 6 giorni favori al ritorno della questione palestinese all'attenzione mediatica internazionale. Fu una guerra che portò Israele a delle conquiste territoriali, anche onu si pronuncio con una risoluzione (n.242) che intimo allo stato di Israele di ritirarsi da quei territori, Israele non lo farà, lo farà solo in parte in tempi successivi (Sinai torna all’egitto nel 89). Con quella guerra l’immagine di Israele sui media internazionali inizia a cambiare, fino ad allora era stato descritto come stato democratico assediato da altri paesi, questa immagine cambia e lo stato di Israele si afferma come potenza militare e questo aiuta a risvegliare una coscienza nazionale dei palestinesi, oltre ai fedain, nuove iniziative che porteranno la questione palestinese all’attenzione internazionale. Si apre la stagione dei dirottamenti aerei, rapimenti, azioni che verranno coinvolte organizzazione i per la liberazione della Palestina, per porla al centro dell attenzione. Arafat: parlerà di fronte all’assemblea nazionale dell’assemblea dell’Onu. ALTRO PASSAGGIO DA RICORDARE: 8 DICEMBRE 1987, UN AUTOMEZZO ISRAELIANO INVESTIRÀ ACCIDENTALMENTE ALCUNI PULLMINI CON A BORDO OPERAI PALESTINESI, 4 MORTI E 6 FERITI, QUELL’ATTO RAPPRESENTO UNA SCINTILLA CHE FECE SCOPPIARE UNA BOMBA CHE SEDIMENTAVA: PRIMA ENTIFADA (SCROLLARSI DI DOSSO) LOTTA CHE SOPRATTUTTO GIOVANI E NON SOLO PALESTINESI PORTERANNO AVANTI FATTA DI SCIOPERI, AGGUATI CON COLTELLI, GUERRIGLIA CHE DAL PUNTO DI VISTA MEDIATICO DARA GRANDE VISIBILITÀ AI PALESTINESI E PER LA PRIMA VOLTA PORTO AL RICONOSCIMENTO COME POPOLO DISTINTO. In generale il fatto che usassero armi povere, agevolo la costruzione di una immagine positiva di questi guerrieri, immagine di Davide vs Golia, esercito israeliano vs un popolo con sassi e bottiglie provava ad affermare la loro volontà di riscatto. Anche le politiche repressive attuate da Israele in quei territori iniziarono a sollevare le pesanti critiche della comunità internazionale, sui giornali dell’epoca si vede l’immagine dei media occidentali, la Palestina cambia, c’è piu attenzione e i palestinesi entrano in maniera piu chiara e netta nella descrizione. Altro passaggio significativo: ACCORDI DI OSLO 1993, importanti perche sanciscono per la prima volta il riconoscimento reciproco tra stato di Israele e OLP (organizzazione l’interazione Palestina), che rappresenta il popolo palestinese che in prospettiva potrebbe portare alla nascita dello stato palestinese. Nel frattempo gli israeliani si impegnano a ritirarsi da alcune zone di gaza che verranno amministrare te da una neonata autorità palestinese, formula che nascondeva una politica israeliana per aumento di colonie in Cisgiordania, i territori amministrato dai palestinesi costituisce in realtà delle enclave separate senza possibilità di creare tessuti unitari e con possibilità di spostamento limitate. In quel periodo gli accordi di Oslo aprono una V nuova vena comunicativa in cui a prevalere e la tendenza di non minare il processo di pace, sui media occidentale la narrazione prevalete è quella dei dire che forse il processo di pace può essere portato avanti e giungere a risultati. Gli accordi vengono portati avanti anche dagli Stati Uniti che portano avanti la linea di non bloccare i trattati di pace e pongono l’accento su gruppi terroristi con una forte connotazione religiosa che si oppongono agli accordi si Oslo, non era quella la strada da perseguire. Questo distrae i media dall’occupassi dei problemi reali.ù MITI DI CAMP DAVID Luglio 2000, il presidente degli Stati Uniti Clinton contatta baraK (presidente israeliano) e quello palestinese Arafad e li invita a camp David, residenza del presidente e li invita per metterli a un tavolo a discutere di pace e negoziare faccia a faccia. Il vertice si terra a porte chiuse, importante perche si gioca una importante battaglia dal punto di vista mediatico, gli israeliani si dotano di uno staff di esperti della comunicazione capace di monitorare l’opinione pubblica e per orientarla a proprio vantaggio. A camp David si confrontano 2 leader politici e intorno c’è una macchina della comunicazione, gli israeliani sono piu avanti, quei negoziati falliscono anche perché ARAFAD non accetta le proproste iraeliane, ma non è tanto questo, quello che conta è che nel momento in cui gli accordi saltano sono soprattutto gli israeliani a riuscire a monetizzare mediaticamente da quell’evento. BaraK afferma che è colpa dei palestinesi se gli accordi sono saltati e questa versione viene rafforzata dagli stati uniti che volevano consolidare dal punto di vista politico BaraK per le elezioni dell anno successivo. I palestinesi si mostreranno timidi e passivi da questo punto di vista e questo segna una vittoria mediatica di Israele. L’ultimo passaggio su ciò mette l’accento De Angelis è la seconda entifada, il fallimento del camp David apri la porta alla stagione della II entifada che ricevette una intensa copertura mediatica che fu sfruttata da entrambe le parti in modo diverso. La sproporzione tra le 2 fazioni gioco a favore dei palestinesi nella prima entifada, Davide vs Golia, l’esercito israeliano lamento spesso che i media occidentali documentassero solo israeliani vs palestinesi e mai contro i cecchini palestinesi vs israeliani. L’immagine di quel nuovo conflitto cambiò, i palestinesi nel frattempo si erano organizzati militarmente rispetto al passato e per la prima volta quella guerriglia sembro essere una guerra tra stati e non una rivolta di giovani,i fattori religiosi iniziarono ad assumere un peso, gli arabi manifestarono sempre piu pubblicamente il sostegno ai palestinesi. Atteggiamento fi maggiore interesse per la causa palestinese, nacque un emittente araba che per la prima volta racconto il conflitto soprattutto dal pinto di vista arabo e palestinese, nel mente diverse organizzazione i iniziano a mettere in atto attentati a Israele, toccando anche civili. Questo passaggio fu significativo anche dal punto di vista mediatico, non piu ragazzo che lancia sassi, ma il martire suicida. A emergere con grande forza è la forza di quei nuovo tipo di guerriglia anche con connotazioni religiosi, l’Islam inizia a offrire una attraente alternativa identitaria rispetto la politica, il martire sostituisce il Golia vs Davide, immagini capace di suscitare simpatia e identificazione non ci sono più nella II entifada, in essa risalta soprattutto odio verso il nemico, fanatismo religioso. In questo contesto si inseriscono gli attentati dell 11 settembre 2001 che incroceranno la questione palestinese. Forniscono al mondo occidentale nuovi elementi per ripensare la figura del martire suicida che ha ripercussioni sulla causa palestinese. Aerei che vengono lanciati contro uno dei simboli della potenza americana, l’indomani dell attentato arafat leader dell olp condannerà quell attentato e farà atti simbolici per dimostrare la vicinanza alle vittime, ma saranno soprattutto gli israeliani a monetizzare meglio dal punto di vista mediatico, gia il 14 settembre sosterranno in maniera chiara che Arafat era come Billaden, il terrorismo palestinese è infondo solo un pezzetto di un terrorismo piu ampio, gli USA sono diventati come Israele che si oppongono a questo nemico globale, fondamentalismo islamico. Anche il conflitto Israele palestinese diventa parte integrante di un vasto conflitto che è diventato un conflitto di civiltà, in questo clima anche per i palestinesi diventa difficile far valere le loro ragioni, resta solo l’odio religioso fra i 2 paesi. Scontro sempre piu duro, lo scontro diventa fortemente accentuato, un segnale di tutto ciò, è la vittoria di amas alla vittoria delle elezioni del 2006, che di fatto porterà al compimento al processo di delegittimazione internazionale dello stato di Israele, secondo molti media occidentali i palestinesi con la vittoria di amas alle elezioni ha scoperto la sua vera faccia. Le cause della vittoria di amas sono molte e complicate.
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