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La Guerra Fredda: Crisi Energetica e Transizione Economica in Occidente e Oriente, Dispense di Storia

Storia EconomicaStoria politicaStoria moderna

La crisi energetica del 1973 e i suoi effetti sulla economia occidentale e orientale, con un focus sulla politica di reagan e la risposta sovietica sotto gorbacev. Viene inoltre trattata la riunificazione tedesca e la transizione economica in russia.

Cosa imparerai

  • Come la crisi energetica del 1973 ha influenzato le economie occidentali e orientali?
  • Come la transizione economica in Russia ha avuto luogo dopo la dissoluzione dell'URSS?
  • Come Reagan e Gorbacev hanno risposto alla crisi energetica e alla situazione economica dei loro paesi?

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 31/01/2022

angela-russo-22
angela-russo-22 🇮🇹

4.6

(41)

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Scarica La Guerra Fredda: Crisi Energetica e Transizione Economica in Occidente e Oriente e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! La guerra fredda 3 Nel 1973 il mondo occidentale viene investito da una pesante crisi energetica dovuta alla decisione dei paesi esportatori di petrolio, riuniti nell' OPEC, di ridurre l'estrazione la vendita del greggio. Ciò provocò un forte aumento del prezzo del petrolio, con conseguenze molto serie sulle economie occidentali. Diversamente invece in Oriente il sistema economico comunista mostrava i primi segni di cedimento, non c'era rinnovamento dei macchinari e non si perseguiva nessuna razionalizzazione dei metodi di produzione. I direttori delle fabbriche si preoccupavano solo di raggiungere i livelli quantitativi fissati dalla pianificazione, senza preoccuparsi di produrre merci scadenti o in quantità inferiore alla domanda proveniente dai consumatori. Nel 1980 fu eletto presidente americano Ronald Reagan. In politica interna Reagan si rifece alla tradizionale in linea economica dei repubblicani incentrata sul primato del iniziativa privata. Tale politica economica aprì negli Stati Uniti un periodo di forte sviluppo, da cui furono trainate anche le altre economie del mondo capitalistico. In politica estera il nuovo presidente si fece promotore della cosiddetta "dottrina Reagan", con il quale sottintese l'appoggio alla resistenza sovietica. Nel corso degli anni il sistema produttivo sovietico non conobbe gravi crisi, ma solo perché era chiuso in sé stesso. L' Unione Sovietica ridusse gradualmente la propria funzione di paese fornitore di materie prime, mostrandosi visibilmente in affanno sul piano della modernizzazione. Mercato nero, diffusione del secondo lavoro e in alcuni casi ritorno ai pagamenti in natura costituivano segnali inquietanti dello sviluppo di un economia sommersa, capaci di eludere il rigido controllo statale. Nel 1985 divenne segretario del partito Michael Gorbacev, il più giovane tra i massimi dirigenti sovietici. Nelle relazioni internazionali Gorbacev rilanciò la distensione, dal 1985 al 1987 tra Reagan e il leader sovietico si svolsero alcuni incontri bilaterali, che culminarono nel 1987 a Washington con la firma di un trattato per il ritiro delle testate nucleari
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