Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Storia dei domini spagnoli: Milano, Napoli e le isole durante il XVII e XVIII secolo, Appunti di Storia Moderna

La situazione dei domini spagnoli a milano, napoli e nelle isole durante il xvii e xviii secolo, con particolare attenzione alle guerre, alle rivolte e alle questioni economiche e politiche che li hanno interessati. Viene inoltre descritta la situazione del regno di sicilia, con i suoi centri principali a palermo e messina, e la crisi dinastica nel granducato di toscana.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 04/02/2022

roberta-falletta
roberta-falletta 🇮🇹

2 documenti

1 / 2

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Storia dei domini spagnoli: Milano, Napoli e le isole durante il XVII e XVIII secolo e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! I domini spagnoli: Milano, Napoli e le isole A partire dal 1620 l’impegno della Spagna nella guerra dei Trent’anni portò a Milano e Napoli un forte aggravamento della pressione tributaria. Le classi dominanti approfittarono del malcontento generale per riaffermare il proprio controllo.  Stato di Milano: già colpito duramente dalla peste, fu più volte trasformato in campo di battaglia da spagnoli, piemontesi e francesi. Tuttavia, la sua importanza strategica indusse la corte spagnola a trattare questi sudditi con un certo riguardo.  Al di fuor di Napoli, metropoli più grande d’Europa, il resto del regno era costituito da sole campagne infeudate: l’indebolimento dell’autorità centrale portò ad un’estensione capillare del potere feudale e i feudatari (baroni) ampliarono le loro attribuzioni di giustizia e polizia, abbandonandosi spesso ad estorsioni e prepotenze. a Napoli l’egemonia della nobiltà era contrastata dalla presenza di un forte ceto di origine borghese (principalmente laureati in giurisprudenza) che attraverso le magistrature mirava a costituire una nuova classe dirigente  Regno di Sicilia: i centri principali erano Palermo (dove risiedeva la nobiltà feudale) e Messina (centro nevralgico per traffici e industria serica). Ruolo fondamentale aveva il Parlamento, composto da tre “bracci”: feudale, demaniale ed ecclesiastico. Anche questo territorio soffrì baronaggio, inasprimento fiscale e crisi economica. 1Una grave carestia e il malcontento creato dal fiscalismo spagnolo furono all’origine del fermento popolare a Palermo, che si espresse, nel maggio del 1647, con saccheggi e incendi. Il vicerè fu costretto ad abolire le imposte e approvare una riforma dell’amministrazione municipale che assegnava alle corporazioni il controllo dell’annona e della polizia. Tali concessioni furono poi gradualmente ritirate e i capi messi a morte. Anche Messina si ribellerà lo stesso anno, supportata dalla Francia di Luigi XIV. Ma il resto dell’isola restò fedele agli spagnoli e alla firma della pace i rivoltosi furono duramente repressi. → Napoli la causa della rivolta scoppiata nel 1647 fu una nuova gabella che colpiva la vendita della frutta. Alla testa della rivolta il pescivendolo Masaniello (poi ucciso dai suoi stessi seguaci). La rivolta proseguì e si estese alle province. In ottobre gli insorti proclamarono la repubblica e invocarono la protezione del re di Francia, ma il cardinale Mazzarino, restio ad impegnarsi in un’area così lontana, si limitò ad appoggiare timidamente l’iniziativa personale di un gentiluomo francese, Enrico di Guisa, interessato al territorio. I contrasti con il Guisa e l’arrivo della flotta spagnola fecero capitolare la neonata repubblica. Nonostante questo fallimento la situazione migliorò e i vicerè spagnoli si impegnarono a contenere la prepotenza baronale e il banditismo. Napoli divenne un vivace centro culturale. SAVOIA E TOSCANA Il lungo regno di Carlo Emanuele I aveva contribuito, con le sue iniziative espansionistiche, a rendere il Piemonte protagonista della scena internazionale. Con il trattato di Lione del 1601 Carlo Emanuele cedette al re di Francia territori transalpini. In cambio ottenne il Marchesato di Saluzzo: il ducato sabaudo dei Savoia ampliava in Italia il proprio potere. Sterile di risultati fu la 1 prima guerra per la conquista del Monferrato, soggetto ai Gonzaga di Mantova, mentre la 2seconda vide schierati i piemontesi con gli spagnoli contro la Francia. Il trattato di Cherasco sancì l’acquisizione di un certo numero di territori nel Monferrato (ma a un caro prezzo: la Francia ottenne il Pinerolo). Alla crisi economica che ne seguì si aggiunse una crisi dinastica a seguito della morte di Vittorio Amedeo I: ne approfitterà la feudalità per estendere i suoi poteri e privilegi. La situazione si tranquillizzerà con C. Emanuele II. Nel Granducato di Toscana i progressi compiuti in direzione dello stato moderno sotto Cosimo I e i suoi due figli si arrestarono sotto i successori che si appoggiarono alle vecchie famiglie della nobiltà fiorentina e ai tradizionali legami della casa medicea con la santa sede. VENEZIA NEL 600 CHIESA CHE SI SCAGLIA CONTRO PERCHE' RITIENE LESIVE ALCUNE LIBERTA' INTERDETTO DI PAPA PAOLO 5 → SI SCHIERA CONTRO PAOLO SARPI  Gguerre: Guerra di Gradisca: gli Asburgo d’Austria tolsero il loro appoggio ai pirati slavi che infestavano le acque dell’Adriatico. Guerra di Candia (Creta): contro l’impero Ottomano. Nonostante il valore dimostrato, l’isola sarà evacuata e la conquista del Peloponneso sarà di breve durata. Nello Stato Pontificio all’annessione di Ferrara nel 1598 seguì segui quella del ducato di Urbino. Mentre a nord dell’Appennino dominava (come in Toscana) il sistema mezzadrile, nella maggior parte del Lazio si estendevano enormi latifondi appartenenti alle grandi casate romane. Faceva da contrasto lo splendore della capitale, continuamente accresciuto dai grandi lavori e da una corte sfarzosa. La nascita dello stato prussiano La Prussia aveva ottenuto, con La guerra del Nord, la Pomerania orientale: questa annessione si aggiungeva ad un coacervo di territori discontinui ed eterogenei, ognuno dotato dei propri “ceti”. L'elettore Federigo Guglielmo di Hohenzollern ottenne dai nobili che dominavano la Dieta di Brandeburgo i mezzi per la costituzione di un piccolo esercito permanente: acquisì, inserendosi nel conflitto tra Svezia e Polonia (con la pace di Oliva) la piena sovranità sulla Prussia. In questo territorio i grandi proprietari fondiari (Junker) esercitavano un dominio pressoché assoluto sui contadini → in cambio della disponibilità ad eccettuare un maggior accentramento dei poteri nella persona del sovrano, gli Junker videro salvaguardati e rafforzati i loro privilegi e ottennero di essere impiegati come ufficiali dell'esercito. Come abbiamo visto, durante la guerra di successione spagnola Il figlio di Federico Guglielmo otterrà il titolo di re di Prussia come Federico I. Le premesse per la spettacolare ascesa della potenza prussiana furono poste soprattutto dal successore Federico Guglielmo I, detto “il re sergente”.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved