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Guzman de Alfarache e il romanzo picaresco., Appunti di Letteratura Spagnola

Analisi dettagliata del Guzman de Alfarache, le diverse interpretazioni letterarie dell'opera, collegamenti con il Lazarillo de Tormes, somiglianze tra la vita dell'autore e quella del personaggio.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 05/07/2022

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chiara-siravo 🇮🇹

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6 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Guzman de Alfarache e il romanzo picaresco. e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! L’altro romanzo picaresco è il GUZMAN DE ALFARACHE. L’autore è Mateo Alemal. La sua vita è appassionante. Ci sono molti collegamenti tra l’autore e il personaggio del romanzo. Ci sono molte caratteristiche comuni. L’autobiografia fittizia anche in questo caso regge. Un’autobiografia fittizia è quando autore, personaggio e narratore sono la stessa persona. In questo caso l’autore è mateo, il narratore è guzman e il personaggio è guzman. Nella vita dell’autore c’è tantissimo della vita del personaggio. Sappiamo perché guzman racconta certe cose ed è perché sappiamo la vita di Mateo. Mateo alemal nacque a Siviglia. Tutte le navi dell’America portavano l’oro a siviglia. Tutto l’oro d’America arrivava soltanto a Siviglia. Faceva di Siviglia una città ricca, era chiamata la Babilonia d’Europa. Nacque nel 1548. A siviglia in questo periodo arrivava tantissimo oro. Accadeva che molto spesso l’oro andava direttamente a Genova, perché i banchieri genovesi avevano fatto prestiti all’impero spagnolo sulle guerre e quindi l’oro americano gli spagnoli manco lo vedevano e lo mandavano a Genova oppure ai paesi bassi. L’impero spagnolo si finanziava in base a quello che sarebbe arrivato dall’America. Per questo la strada principale di Siviglia si chiama la Calle de Genova. Il padre e la mamma di Mateo. La mamma era di origini fiorentine. Però la mamma era nulla in confronto del padre. Il padre si era sposato due volte e lui era nato dalle seconde nozze. Il padre era converso e il povero Mateo era già preso in giro per la madre straniera e il padre che invece era converso. Mateo alemal quindi già da piccolo soffriva. Il padre nel 1557 comincia a fare un lavoro per cui tutti i conversi erano bravi, ovvero la medicina. Faceva il chirurgo, nel XVI secolo era tipo l’infermiere. Lo faceva nel carcere di siviglia. Siviglia era una delle città più corrotte, figuriamoci nel carcere. Mateo alemal accompagnava il padre nel carcere per curare e imparare il mestiere. A che giovane età mateo alemal entra in contatto con la mala vita. Lui quello che racconta lo sa perché quando era piccolo già andava in carcere. Conoscere la mala vita per lui per qualcosa di diretto. Mateo comincia gli studi di medicina. Prima comincia a siviglia però poi dopo se ne va a Salamanca che è lontano da Siviglia. Perché si sposta così lontano? Poi dopo si sposta ancora ad Alcala de Hernanes. È strano che per fare la laurea si sposta così tanto, lo fa forse perché era converso e veniva trattato male. lui studia e quando gli manca poco per laurearsi, il padre muore e si vede costretto a tornare a siviglia per occuparsi della famiglia. I suoi studi di medicina quindi rimangono così. a siviglia si dedica all’attività mercantile ed è importante. acquisisce un sacco di crediti con questa attività e viene condannato al carcere. Questa volta va al carcere di siviglia ed è un’altra conoscenza diretta. Quando esce decide di andarsene in America. L’impero spagnolo per andare in america imponeva delle misure. Non potevano andare in America i conversi perché potevano macchiare gli indios. Mateo lui lo sapeva ma comunque voleva andarsene. Nel 1582 ha tutti i permessi perché ha pagato ma gli viene offerto un posto fisso. Il posto fisso è come un revisore di conti. Quindi era un posto fisso abbastanza importante. accade che viene accusato di rubare quei soldi. E torna di nuovo al carcere di Siviglia per la seconda volta. A quanto parre dovevano essere accuse false perché poi viene ripreso nello stesso posto. Nel 1591 ed è importante, stava visitando Cartagena e gli cade l’albero maestro della nave sfiorandolo. Lui dice che si è salvato per il santo di quel giorno. Il santo di quel giorno era sant’Antonio di Padova. Quindi lui fa un voto per ringraziarlo e lui giura di scrivere la sua vita, dice di scrivere una agiografia di sant’Antonio di Padova. Non è una sciocchezza. Ci metterà 12 anni per raccontare la vita del santo. Nel 1593, decide di rovinarsi la vita. C’è una ricca famiglia tedesca che si chiamano Fucker, era una ricca famiglia tedesca che prestava soldi all’impero spagnolo. Per ridare i soldi, l’impero gli ha dato in affitto una grande miniera di rame e loro potevo prendere tutto gratis. Inoltre, avevano anche la manodopera gratis che erano coloro che erano condannati ai lavori forzati. Il tratto che la famiglia dava ai galeotti era così crudele che arrivò alla monarchia. Quindi decisero di mandare qualcuno per vedere se fosse vero o meno. E questo era Mateo Alemal. Mateo decide di prendere il mestiere sul serio. Fece ad ognuno dei galeotti una scheda. Con tutte quelle informazioni di persone della mala vita, lui lo riportò al re della spagna ed effettivamente i Fucker trattava malissimo queste persone ma queste informazioni non arrivavano alla monarchia perché i fucker avevano corrotto. Ovviamente si arrabbiarono con Mateo. Quindi questa famiglia tedesca lo costringe a lasciare il carico. Torna a Madrid e decide di dedicarsi all’attività letteraria nel 1596. Lui comincia la redazione della prima parte del Guzman. Nel 1596 comincia la prima parte. Anche in questa stessa epoca fa diverse traduzioni di Orazio. Entra in contatto con quello che potremmo chiamare il pd dell’epoca, quindi gente progressista. Progressista perché sul problema della povertà, loro hanno una proposta rivoluzionaria. Mateo alemal mentre scrive il romanzo, entra in contatto con persone che sulla povertà avevano una soluzione rivoluzionaria. E questa soluzione potremmo trovarla nel guzman. La prima parte era finita nel 1597. Quindi si è dato da fare. In un anno ha scritto molto. Ma non si pubblica fino al 1599 e il perché non si sa. Inizia nel 1596 e finisce nel 1597 ma non si pubblica fino al 1599 probabilmente per problemi di censura. Era un libro che proponeva anche un discorso troppo forte. Forse c’era una censura ideologica. Comunque, il successo fu strepitoso. Nel 1601 torna a Siviglia. Nel 1602 è un anno orribile. Così come il 1599, nel 1601 c’è uno che decide di pubblicare la seconda parte ma non era scritta da alemal. Quella seconda parte cercava di approfittarsi della prima parte del guzman. Fregava parte dell’argomento che alemal che avrebbe usato nella seconda parte. Almal aveva quasi finito la seconda parte e la deve modificare per non farla sembrare uguale a quella falsa. Poi lui acquisisce altri debiti e nel 1603 ritorna in carcere. Quindi poi quando esce nel 1604 pubblica la sua autentica seconda parte. Il Guzman si pubblica in due parti. La prima nel 1599 e la seconda nel 1604. La seconda parte apocrifa nel 1602. Pubblica anche e finalmente la vita di sant’Antonio di Padova. Mentre scriveva la seconda parte lui scriveva anche la vita del santo. Come faceva a scrivere tutto insieme? Perché nella agiografia e il romanzo picaresco ci sono tanti tratti in comune. Se analizziamo l’agiografia e il Guzman ci sono molti elementi in comune. Imposta il Guzman come se fosse un’agiografia. Nel 1607 lui decide di andarsene. Lui decide di andarsene con tutti quanti e se ne va con una nave. Se ne va in Messico. Nel viaggio che era lungo, conobbe il dispo di messico d.c. e chiede se potrebbe scrivere un manuale di spagnolo per gli indios che non sapevano parlare spagnolo. Quindi scrive la sua terza opera che è ortografia castellana che verrà pubblicata in Messico nel 1609. È un manuale per far capire lo spagnolo agli indios. Da lì spariscono le sue informazioni. Sappiamo che nel 1615 era ancora in vita ma non sappiamo quando è morto. Ci piace pensare che muore nel 1616. Ma non lo sappiamo. somma di denaro e i genovesi pensando che fosse un prestito glieli danno e invece Guzman se ne va. Quindi torna in spagna. Per tornare a Barcellona. Arriva a Barcellona, va a Saragozza dove viene fregato da un’altra donna e li arrivava con un sacco di soldi. Da Saragozza va a Madrid e qui inizia a fare il gioielliere. Lo fa così bene che si sposa con la figlia del padrone. Lui non perde i suoi vizi, ruba ancora ma niente di particolare. Si sposa quindi e gli viene promesso una dote. Accade che la figlia muore e il gioielliere gli dice che se non c’è la figlia non avrà la dote. Schifato dalla vita se ne va ad Alcalà de Henares. Lui va nell’università di lì perché vuole studiare teologia. Nell’epoca teologia era la laurea più importante. non solo per motivi religiosi ma anche per la grande formazione. Il fatto che vuole studiare teologia ci dice della sua preoccupazione spirituale ma anche della grande formazione accademica che vuole prendere. Studia teologia e diventa sacerdote. Ancora una volta ha la possibilità di cambiare da cattivo in buono. L’ha avuto con il cardinale e ora studia teologia grazie agli studi che gli ha fatto fare il cardinale. Ora studia teologia, si laurea, diventa sacerdote e per la seconda volta ce l’ha fatta. Invece non è così perché si innamora di nuovo e si sposa, quindi smette di essere sacerdote. Si sposa con una ragazza che lavorava in una locanda. Loro e tutte le sue antenate erano prostitute. Lui si sposa con una di loro che manco a farlo apposta si chiama Gracia. Gracia potrebbe essere stesso. Gracia è anche quel dono che dio ci da per raggiungere la salvezza. Si sposa con Gracia e la famiglia di questa ragazza non guadagna abbastanza. Gracia, quindi, diventa prostituta per pagare le spese della famiglia e anche lui. Poi però si spostano a Madrid. Lui fa la bella vita e lei invece fa la prostituta. A Madrid è uno scandalo terribile e vengono cacciati. E dove vanno? Nel suo paese quindi Siviglia. Nella strada da Madrid a Siviglia la moglie lo lascia perché si innamora di un soldato. Guzman torna a Siviglia e si fa passare come amministratore condominiale di una signora vecchia che è ricca. Lui le ruba e le nipoti lo denunciano e viene condannato a sei anni nelle galeras, quindi nelle navi a fare il galeotto. Cerca di fuggire da quei sei anni diventa un ergastolo. Una notte nella galeras, in quella situazione, ha una visione, un sogno. La visione dice che c’è una colonna bianca altissima così alta che lui nell’alto della colonna sembra che se toccasse in alto con il braccio toccherebbe dio ma se cadesse toccherebbe il diavolo. Lui sceglie di rimanere nell’alto della colonna, quindi non tornare a cadere nel peccato. Si converte e diventa un uomo nuovo. Gli altri galeotti preparano un complotto contro il capitano della nave per andarsene al nord dell’africa dove ci sono i fratelli musulmani. Lui che era ergastolano denuncia i complottisti al capitano. Il capitano non si fida ma se non fosse stato per lui, avrebbero perso la nave. Il capitano commosso scrive al re della spagna raccontando quello che è successo e chiedendo la libertà per Guzman. E qui finisce il guzman. È un finale aperto. Vediamo che ci sono un sacco di padroni, delle storie più evolute, non è la storiella del lazaro. I messaggi sono molto più importanti. il lazarillo è più piccolo rispetto al guzman, è più evoluto. Ora dobbiamo vedere l’autore come fa a sviluppare il suo discorso. Dobbiamo tornare ad Aristotele perché mateo alemal lavora sulla poetica di Aristotile che era il principale manuale di letteratura. Nel prologo, che si scrive alla fine, alemal non lo sa come chiamare quello che ha scritto. Non esisteva il romanzo. Alemal non sa come chiamarlo. E gli da un nome meraviglioso che serve per spiegare la struttura del romanzo, ovvero poetica historia, quindi questa è la denominazione che lui da al suo racconto. Questa denominazione fa un’allusione ad Aristotele. Quindi allude ad un concetto aristotelico. Poetica historia allude alla poetica di Aristotele. Insieme a questo concetto dobbiamo mettere anche un altro concetto di Orazio. Che era delectare et prodece. Secondo Orazio tutte la letteratura doveva servire per delectare, per farci piacere e intrattenerci ma anche per prodece quindi dovevamo estrarre un insegnamento. Per Orazio la letteratura doveva servire per intrattenerci e anche per poter estrarre da quello che leggevamo un insegnamento politico, etico etc. questi due concetti mateo alemal li aveva in testa. Tutto quello che sta raccontando quindi dobbiamo metterlo sotto due soli che sono Aristotele e Orazio. Quello di aristotele era un po' più complesso. La poetica, che in greco si riferisce alla finzione, Aristotele diceva che doveva essere universale e che doveva servire a qualsiasi persona. La storia invece doveva essere particolare, quindi la storia concreta. Già su questo Aristotele faceva una grande opposizione. Mateo alemal invece metteva queste due cose opposte insieme. Poi Aristotele diceva che la storia doveva raccontare i fatti così come erano veramente accaduti. La poesia non doveva raccontarli così come erano accaduti ma come sarebbero dovuti accadere. Quindi nella finzione c’è una idealizzazione. Alemal le mette insieme. Invece alemal ha capito perfettamente la poetica di aristotele e per analizzare la sua narrazione è fondamentale quella sintesi di due cose che sembrano diverse. Nella sua narrazione riesce a mettere insieme quello che sembrava impossibile da mettere insieme. Ovvero la storia e la poesia. Come lo mette insieme? Era una struttura un po' complessa. C’è una parte del narrato dove il narratore ci racconta i fatti del picaro come se fosse il lazarillo, legato a quella parte c’è una grossa digressione. Li dove lazaro lasciava a noi e alla nostra intelligenza interpretare, il narratore del Guzman ci racconta i fatti e la narrazione ma subito dopo ci fa la digressione su quei fatti. La parte della narrazione non fa altro che raccontarci la storia del Guzman. Però la storia particolare di un tizio non ha nulla di universale tranne se sulla storia di quel tizio qualcuno non faccia delle digressioni, si usa quel tizio per poi parlare in modo universale. Ad esempio, per lo scherzo delle uova, inizia a dire che non dobbiamo fidarci etc etc. non lascia a noi intendere ma spiega tutto. Vediamo che con questo sistema che ripete continuamente mette poesia e storia. La storia è la narrazione di Guzman, la poesia sono le digressioni che si fanno. Nel testo invece da un’altra denominazione, ovvero conceos (consigli) e conceas (tipo le storie dei nonni), lui le chiama ovviamente in spagnolo. Non ti divertire troppo con quello che ti racconto del picaro perché ti devi ricordare i conceos Poetica-conceos Storia-conceas. ---------------------------- Con questo schema scopriamo chi fa cosa. La poetica ad esempio chi la fa? Guzman adulto che è quello che racconta la storia. Guzman adulto commenta anche la sua vita da più piccolo. La poesia o los conceos lo fa guzman adulto. La storia o las conceas lo fa guzman nel suo crescere, nel suo vivere. Mateo alemal fa la biografia in cui dal presente di parla al passato. Questo appesantisce tantissimo la narrazione. Tanto che i francesi hanno fatto un’edizione del guzman senza i conceos. Perché si appesantisce ma togliere i conceos lo fa più divertente ma l’opera perde tutto il senso. Se mateo alemal diventa così pesante è perché quello che ha da dirci è importante e non può dirsi in quattro parole. Se torniamo ad Orazio, dilettare è la storia, l’insegnare è la poesia. Da dove prende l’uso della prima persona? L’utilizzo dell’io quindi. È un io molto più complesso, è l’io del lazarillo ma non solo. Da dove lo prende? L’abbiamo visto sul piano teorico comunque da Aristotele. Il primo è il lazarillo de tormes. La prima cosa che serve è imitare l’io. La seconda cosa è Luciano da Samosata che è un autore che scrisse delle narrazioni molto divertenti dove in una certa forma si raccontavano piccoli episodi dei personaggi per satirizzare la società. Quindi da lui prende l’uso dell’io per criticare la società. La terza è molto più importante. prende l’io dalle confessioni religiose. La confessione comincia con “io peccatore” etc. c’è un io che si confessa. Alla fine di quella confessione ci aspetta la penitenza e poi la soluzione. Qualunque confessione si aspetta un perdono, una conversione. E mateo che stava scrivendo la storia di Antonio di Padova la stava scrivendo nello stesso tempo. Quindi riprende dalle confessioni l’io delle confessioni perché ci vuole raccontare la sua conversione. Dal figlio di due peccati diventa un converso. Le confessioni più importanti sono quelle di sant’Agostino che ci racconta che prima era cattivissimo e solo quando la mamma stava per morire si converte. Lo schema è lo stesso e anche lì c’è un io. Dato questo schema delle confessioni religiose, nelle confessioni religiose quello che racconta la storia non è lo stesso di prima perché quello di prima era un peccatore, ora no. Sant’Agostino racconta la sua storia quando era già convertito, già perfetto. Questo non succedeva con lazaro perché quando raccontava la sua storia lui non se ne fregava degli altri, lui campava. Qui no perché quello che ci racconta la storia è un uomo nuovo. Se è così li dove c’era un Lazaro adulto, qui c’è Guzman che racconta la sua vita ma troviamo anche un uomo perfetto che racconta la vita di un uomo peccatore. Le coincidenze tra mateo e guzman. 1- Sono entrambi di Siviglia 2- Sono nati nella stessa epoca, sono coetanei 3- Hanno una sgradevole esperienza matrimoniale 4- Entrambi hanno cercato di essere mercanti e di guadagnare onestamente ma hanno fallito 5- Entrambi oltre i 30 anni, frequentano l’università 6- Entrambi frequentano anche il carcere 7- Tutt’e due decidono di andarsene in America, anche Guzman lo dice Sembra una biografia di mateo alemal. Similitudini e differenze tra il Lazaro e Guzman e così vediamo anche altre caratteristiche del romanzo picaresco. coincidenze 1- Origine infame dei due protagonisti. L’origine infame è una caratteristica dei picari, sono degli outsider, non sono inseriti nella società. Per guzman lui è nato con il peccato originale e con la mamma prostituta, quindi è nato con due peccati. L’origine infame è importante perché così, al margine della società si capisce meglio la società 2- Il servizio a diversi padroni 3- Afal de “medro”, quindi desiderio di fare qualcosa, diventare qualcuno per arricchirsi. Tutti i picari sono così. però loro sono disposti a fare qualunque cosa per questo. 4- Infamia matrimoniale Non dice la fame perché nel Guzman non è evidente come nel lazarillo Differenze 1- Lazaro cercava di spiegare l’uomo attraverso il mondo. Lazaro diceva che era così perché il mondo l’ha fatto così. Guzman cerca di spiegare il mondo dal punto di vista del picaro. È diverso. Lazaro ha prospettiva ingenua, quella di alemal è moderna, solo il picaro è in grado di calibrare e di capire com’è il mondo realmente 2- A Lazaro lo muove la fame, a Guzman è vero che fa la fame, ma lo muove la gola, ovvero quando vogliamo qualcosa, abbiamo voglia 3- Lazaro quando ruba o fa qualcosa lo fa per fame, cerca di sopravvivere, Guzman non ruba per sopravvivere ma per ostentare. Ostentare è fondamentale nel barocco. Tutto nel 2- Eterodossia giudaica. Nel testo del Guzman c’è un grande pessimismo, è vero che compare la salvezza ma accadrà dopo. La vita sulla terra ci è descritta come negativa, pessimista. C’è un enorme pessimismo nel Guzman. Da dove nasce questo pessimismo? Innanzitutto, ci troviamo nel barocco ed è un periodo pessimista, però ci sono diversi studiosi che pensano inoltre che questo pessimismo che invade tutto il testo potrebbe essere causato per l’origine conversa di Mateo Aleman. Date le restrizioni e limitazioni che la spagna metteva ai conversi, a quelli che non erano di sangue puro, si trovavano nella situazione in cui erano puniti. Questo potrebbe provocare un certo pessimismo nel Guzman. Il Guzman ci racconta la salvezza oltreterrena, ma sulla terra lui non campa molto bene. Il prima sulla terra è molto negativo perché non riesco a sviluppare le mie possibilità, erano ancora più rigidi con i conversi. Il Guzman potrebbe essere l’urlo di un converso e non importa quali siano i suoi meriti perché la società lo punisce sempre. 3- Questa è più complessa, la chiamiamo riformismo. In tutta Europa c’era un grosso problema, ovvero i mendicanti, i poveri. Nel barocco migliaia di poveri erano in tutta Europa. C’è il problema sociale della povertà. C’è il problema legato alla misericordia e la carità. D’accordo con la teoria cristiana i poveri ci vogliono. Abbiamo bisogno che ci siano i poveri. I poveri hanno la funzione di permettere ai ricchi di accedere al paradiso, i ricchi facendo la carità ai poveri possono accedere al paradiso. Quindi è una porta d’accesso, se non ci sono i poveri, con chi fanno carità i ricchi? Da questa prospettiva si intende che è stato dio a volere la povertà, è un disegno divino. Quel disegno di povertà consente una certa giustizia divina. C’è quindi il bisogno dei poveri. Il problema è quando in Europa e in alcuni posti inizia a svilupparsi il capitalismo che ha bisogno di manodopera. Non c’è manodopera perché ci sono i poveri che chiedono i soldi alle porte delle chiese, e allora non vanno a lavorare perché tanto i soldi li prendono facendo le elemosina. Questo fece sviluppare un certo problema sociale. Quindi bisogna rendere questi poveri come salariati. In tutta Europa ci sono delle persone che cominciano a predicare e a volere un altro tipo di carità. Intendono che lo sviluppo sociale, il capitalismo, non è in contraddizione con la carità cristiana. Dibattito tra quelli che vogliono riformare la povertà e quelli che dicono che la povertà non si tocca. Che fare con i poveri? O non si toccano o potrebbero diventare manodopera. Questa sarebbe la questione in tutto l’occidente. Il Guzman affronta frontalmente questo dibattito. Ci ricorda che mateo era stato in contatto con gente che negli anni in cui scriveva l’opera era preoccupata per queste cose. Il Guzman ci propone quello che sappiamo che era una linea di interpretazione di alcuni pensatori spagnoli e dei pensieri bassi. Ovvero quelli che sono poveri perché non possono lavorare, come i malati, loro vanno protetti e con loro si deve fare la carità. Ma quelli che possono lavorare, devono lavorare, perché con loro non si farebbe carità ma pigrizia. Quindi si chiede un controllo per vedere chi sono i veri poveri o meno. I veri poveri vanno aiutati con la carità, gli altri no. Nel Guzman ci espone questa teoria perché Guzman potrebbe lavorare e invece che fa? Chiede l’elemosina. Quindi ci dice che ci sono molti poveri che in realtà rubano i soldi ai veri poveri che ne hanno bisogno. Diventano delle sanguisughe sociali e la prova ne è Guzman. Se è così il Guzman ci sta proponendo la riconversione di colui che abbiamo chiamato figlio dell’ozio in un uomo economico. 4- Interpretazione letteraria. Il Guzman è un testo letterario. Cosa succede? Che il concetto che noi abbiamo di letterario è diverso da quello che c’era all’epoca. Per letterario intendiamo qualcosa che ci intrattiene. All’epoca, grazie ad Orazio e Aristotele, tutto deve divertire ma anche insegnarci. Quindi Guzman in accordo con questa teoria ci dice delle cose che potrebbero divertirci ma ci fa l’insegnamento anche di oltre cose come il libero arbitrio, l’uomo economico. Tutte queste interpretazioni, per l’epoca erano normale. La letteratura doveva affrontare altri problemi e mateo aleman lo fa. Ora vediamo i primi tre prologhi. Un’opera che compare con tre prologhi. Al vulgo, alla massa. Del mismo al discreto lector, il discreto è colui che ha cultura per capire certe cose e poi declaration para el entendimiento deste libro. Queste cose nonostante stanno all’inizio sono state scritte dopo tutto il libro. Ci fa notare che Al vulgo e Al discreto lector c’è somiglianza con il lazarillo che diceva lettura superficiale e quella profonda. Per il lazarillo, nel rinascimento, era importante unire entrambe le cose. Con il guzman, le cose non sono la stessa cosa ma c’è comunque una lettura superficiale che è fatta da Al Vulgo. Il vulgo non sa e c’è una caratteristica che lo fa diventare vulgo ovvero Desengano, ovvero che tutto quello che appare reale è una finzione perché i sensi ci imbrogliano sempre, possiamo fare affidamento solo al nostro intelletto ma il vulgo non ce l’ha e si lascia solo ingannare, inoltre coloro che non fanno parte del vulgo riescono anche a comprendere che è un inganno, il vulgo no. Tutto il guzman è un enorme desengano. Dato che sei vulgo, non sai cos’è il desengano. Di tutte le cose buone che ti offro in questo libro, tu non capirai nulla. Sei vulgo e non ti si può chiedere altro. Al discreto lettore, dedica un altro prologo. Compare (p.111) una parola fondamentale ovvero aprovechar, che noi ricolleghiamo al concetto di Orazio, ovvero è capace di prenderne un insegnamento. Il libro ha un’utilità sociale, ovvero ha scritto il libro per il bene comune. Poi torna sul profitto, ha preso tanti autori sempre in chiave oraziana. Il terzo prologo che interessa di più dice la dichiarazione per capire questo libro. Il tipico autore barocco che spiega come capire il libro, lo fanno tutti gli scrittori barocchi. “hombre de” e ci spiega com’è l’uomo alla fine del romanzo, ne fa proprio una descrizione. Ha 3 caratteristiche - Claro entendimiento - Ayudado de Letras - Castigado del tiempo Questa è la spiegazione che lui fa per le digressioni. Dottrina=digressioni. Il Guzman alla fine ha queste tre proprietà che fanno di Guzman un uomo perfetto. Ci viene descritto un uomo descritto che era lo scopo di gazman d’alfarache (atalajas). L’autore quindi ci dice: -claro entendimiento ovvero che è intelligente. Abbastanza intelligente. L’intelligenza ce l’ha data dio, siamo gli unici animali ad avere intelligenza e per i cristiani questo ci permetti di collegarci con lui. Ayudado de Letras, ovvero che ha studiato, non è solo intelligente, ha studiato. Castigado del tiempo, ovvero ha esperienza, ha sofferto delle cose. È intelligente, colto ed ha esperienza. L’uomo che raggiunge tutte e tre queste cose è l’uomo perfetto e per questo Guzman si permette di dottrinarci, di insegnarci e di fare da modello per riformarci. In un certo senso questi tre aspetti vanno collegati tra loro. Parte dalla perfezione e tutti e tre gli aspetti sono collegati, non importa se hai esperienza ma non sei colto etc. lui le ha tutt’e tre e ci racconta come le acquisisce. L’intelligenza gliel’ha data dio e gli altri le ha sviluppate lui. Lui ha usato quello che da dio per farsi la cultura e l’esperienza. Questo sarebbe l’uomo perfetto.
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