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Heart of Darkness di Conrad, Appunti di Letteratura Inglese

Giudizio di Achebe e Said; il racconto; wilderness; enigmaticità del titolo Le pagine si riferiscono all'edizione Penguin Classics 2007 (libro in inglese)

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 14/03/2020

giulia-d-angelo
giulia-d-angelo 🇮🇹

4.4

(11)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Heart of Darkness di Conrad e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Heart of Darkness di Conrad è considerato uno dei classici della letteratura britannica e al tempo stesso uno dei più discussi. Questo racconto modernista può essere considerato colonialista o anticolonialista? Chinua Achebe, in “An Image of Africa: Racism in Conrad's Heart of Darkness” (1977), accusa Conrad di razzismo. Nel suo romanzo infatti gli indigeni vengono rappresentati non come individui, ma come massa, o come una mandria: “arti umani che si muovono” (human limbs in movement, glistening of bronze colour, II, p.97); “corpi respiranti dal linguaggio non umano” (a mass of […] breathing […] bodies […] They shouted periodically together strings of amazing words that resembled no sounds of human language, III, p.138). Vi è l’episodio in cui Marlow, ripensando al suo timoniere morto, lo definisce “a savage who was no more account than a grain of sand in a black Sahara” (II, p.107), o peggio ancora, an instrument che deve essere controllato. [II, p.77-78]. [“Heart of Darkness projects the image of Africa as "the other world," the antithesis of Europe and therefore of civilization, a place where man's vaunted intelligence and refinement are finally mocked by triumphant beastiality” // “The point of my observations should be quite clear by now, namely that Joseph Conrad was a thoroughgoing racist. That this simple truth is glossed over in criticisms of his work is due to the fact that white racism against Africa is such a normal way of thinking that its manifestations go completely unremarked”] Secondo questa visione, Conrad è etnocentrico, eurocentrico. È razzista, come qualunque scrittore bianco metta in scena dei nativi nel proprio romanzo in epoca imperialistica. Edward W. Said risponde implicitamente a questa accusa di Achebe ne “Two Visions in Heart of Darkness”, in Culture and Imperialism, (1994). Conrad scrive dal cuore dell’Impero britannico, sua patria d’elezione, e condivide e supporta apertamente la politica imperialista dell’Inghilterra vittoriana. Come giustamente osserva Edward W. Said, non avrebbe senso parlare di un Conrad ‘anticolonialista’: la cultura e l’esperienza di Conrad non gli consentono di posizionarsi al di fuori dell’ideologia imperialista, di immaginare alternative al dominio politico-economico dei Paesi europei sul resto del globo. È questa la visione dominante, esplicita, della narrativa conradiana, e Heart of Darkness non fa eccezione: «Heart of Darkness works so effectively because its politics and aesthetics are, so to speak, imperialist, which in the closing years of the nineteenth century seemed to be at the same time an aethetic, politics, and even epistemology, inevitable and unavoidable.» Sarebbe pertanto inutile cercare nel romanzo un’altra prospettiva, una visione anti- imperialista. La ‘seconda visione’ rintracciabile in HoD cui allude il titolo di Said (“Two Visions in Heart of Darkness”) è piuttosto il senso della contingenza dell’imperialismo, e dunque il presentimento della sua fine; e tuttavia Conrad non è in grado di vedere cosa potrebbe sostituire il dominio occidentale, se non un ritorno della ‘tenebra’: «Marlow and Kurtz are also creatures of their time and cannot take the next step, which would be to recognise that what they saw, disablingly and disparagingly, as non-European “darkness” was in fact a non-European resisting imperialism»  Non si può non essere imperialisti nell’Inghilterra vittoriana. Infatti il narratore Marlow in apertura ci presenta la storia che sta per raccontare come l’illustrazione di un’alternativa tutta interna alla logica imperialista, ossia la contrapposizione tra un ‘colonialismo cattivo” (quello belga in Congo), e un ‘colonialismo buono’ (ovviamente quello britannico). Ma questo messaggio esplicito del romanzo è messo in questione proprio dalla configurazione del personaggio di Kurtz: inizialmente presentato come perfetto emblema del colonizzatore idealista (in cui, come in Crusoe, l’abilità commerciale si sposa con la sua abilità di salvatore), si rivela invece: • dominato dall’avidità (il «flabby demon») e dall’orgoglio • è un razziatore senza scrupoli e assassino su larga scala • cede al fascino della barbarie In Kurtz stesso la distinzione tra colonialismo buono e cattivo appare dunque invalidata: si tratta di una divaricazione tra autore reale e autore implicito? Civiltà vs Barbarie: • le Donne: l’innocenza, l’idealismo da preservare (a ogni costo) • la vendetta della wilderness • struttura del ‘viaggio agli inferi e ritorno’: ma il ritorno è inquietante, non rassicurante, perché l’eroe ha compreso che l’Altrove è qui • L’alterità del primitivo, la darkness, è la nostra stessa alterità. Heart of Darkness: il racconto • doppio livello della narrazione: i due narratori e la loro diversa prospettiva • la reticenza di Marlow; la difficoltà di raccontare • la ‘menzogna’, e il suo significato nel messaggio del romanzo • i personaggi allegorici; la narrazione allegorica (mancano riferimenti a luoghi e circostanze precise) • il significato del titolo: a chi o cosa si riferisce l’espressione ‘heart of darkness’?
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