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Heart of Darkness di J. Conrad, Appunti di Letteratura Inglese

riassunto dettagliato dell'opera Heart of Darkness di J. Conrad

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 26/04/2020

francesca-schiavello
francesca-schiavello 🇮🇹

4.5

(9)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Heart of Darkness di J. Conrad e più Appunti in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! Heart of Darkness by Joseph Conrad Cuore di tenebra, conosciuto anche con il titolo originale di Heart of Darkness, è un racconto pubblicato inizialmente in tre puntate nel 1899 nella scozzese “Blackwood's Magazine”. Narra la storia del viaggio per risalire il fiume Congo nel Libero Stato del Congo, al centro dell'Africa, da parte del narratore Charles Marlow. Egli racconta agli amici la sua avventura, a bordo della sua imbarcazione, la Nellie, ancorata in un'ansa del fiume Tamigi, a valle di Londra e l’esperienza con il commerciante di avorio Kurtz, che abilita Conrad a tracciare un parallelismo tra Londra e l'Africa come luoghi d'oscurità. Nell'opera dell'autore è centrale in maniera evidente la tesi che ci sia poca differenza tra i popoli cosiddetti civilizzati e quelli cosiddetti selvaggi, avanzando questioni polemiche sull'imperialismo e il razzismo. ONE - Cinque membri (il capitano, un avvocato, un amministratore, un direttore e Marlow) dell'equipaggio dello yacht Nellie attendono, davanti all’ultimo tratto del Tamigi, la marea favorevole per poter prendere il largo. Il mare li tiene uniti. - Il sole cala e sull’imbarcazione giace il silenzio. - Vengono elencati navigatori e navi famose che hanno attraversato queste acque e reso fiera la nazione (Sir Francis Drake, Sir John Franklin, the Golden Hind, the Erebus, the Terror,…). - Un maturo marinaio di nome Marlow prende la parola. Dice che quel luogo è stato “one of the dark places of the earth”. Marlow non è il tipico uomo di mare: è un vagabondo e i suoi racconti non sono semplici e immediati, ma il loro significato li avvolgeva dall’esterno. Tutti sono pronti ad ascoltarlo. - Inizia a parlare della conquista da parte dei romani, che erano stati “men enough to face the darkness”. - Poi inizia a raccontare a raccontare ciò che gli accadde quando diventò marinaio d’acqua dolce, in Congo. Dopo essere tornato a Londra dai suoi viaggi, non sapeva cosa fare e iniziava a stancarsi, così decide di cercarsi una nave, ma no la trova. - Da bambino ha sempre avuto una passione per le carte geografiche. Guardava gli spazi vuoti e si prometteva di andarli a visitare. Con il passare del tempo e con l’esperienza quei buchi si sono riempiti in fretta. Però c’era un fiume lunghissimo che lo affascina, così decide di cercare una barca in una Compagnia commerciale su quel fiume. Inizia ad importunare dei parenti per ottenerla. Una zia lo mette in contatto con un uomo importante nell’amministrazione di una compagnia che si occupa del commercio di avorio. Riesce ad ottenere la nomina perché il capitano di una nave era stato ucciso durante una lite con gli indigeni (era stato un malinteso riguardo delle galline; il capitano, impegnato nella sua “nobile causa” si era sentito in dovere di bastonare il capo del villaggio, il quale era stato difeso a colpi di lancia). Marlow si prepara a partire e arriva agli uffici della Compagnia, dove incontra il responsabile. Il segretario gli fa firmare dei fogli; poi si intrattiene bevendo con un giovane, prima di essere visitato dal medico, che è francese (il medico di che “the changes take place inside” quando si torna da questi viaggi). - Infine, va a trovare la zia che l’ha raccomandato. Prendono un the insieme e poi si salutano. Marlow si sente strano, come se stesse partendo verso il centro della terra, verso un viaggio misterioso. - Finalmente parte, con un piroscafo francese. Toccano varie coste indigene e consegnano la posta ad una nave francese che sta bombardando un accampamento indigeno “nemico” (“firing into a continent”). Continua questo viaggio di morte e commercio e Marlow si sente sempre più disorientato. - Marlow arriva alla foce del Congo, poi parte verso una località a 30 miglia, dove costruiscono una ferrovia. Ci lavorano gli schiavi africani incatenati (“enemies”)e guidati da un indigeno libero, con un arma. Assistendo a questa scena, anche lui si sente ironicamente “a part of the great cause”. - Marlow si avvicina a un boschetto alla ricerca di un po’ d’ombra, che paragona alla “selva oscura” di Dante (“the gloomy circle of some Inferno”> è una denuncia della disumanità dell’impresa coloniale). - In quel luogo ci sono degli schiavi che stanno morendo. La scena è molto forte e per questo Marlow parte verso la These round knobs were not ornamental but symbolic”> le sfere che aveva visto precedentemente in realtà erano le teste di chi si era ribellato a Kurtz. Questo è ciò che Marlow vede della “trasformazione” di Kurtz. Il resto gli viene detto, o lasciato capire, dal marinaio russo. Kurtz aveva dimenticato di essere un uomo del mondo civilizzato, si era abbandonato alla parte primordiale di sé, aveva perso ogni limitazione (“restraint”), aveva buttato via quel sottilissimo strato di civiltà che ricopre la nostra natura animalesca. E si era “perduto”, ma poi la natura l’ha riscoperto e si è vendicata di lui. Marlow inizia a provare orrore per Kurtz, ma il marinaio lo difende. - All’improvviso arriva un gruppo di uomini che trasporta su una barella Kurtz, che riceve Marlow con una lettera. - In lontananza compare “a wild and gorgeous” woman, una sorta di regina africana, l’incarnazione dell’Africa stessa e dell’amante di Kurtz. - Il russo confessa a Marlow che era stato Kurtz ad ordinare l’attacco alla loro imbarcazione, per paura di essere portato via da lì, poi lo saluta e sparisce nella notte. Marlow e la compagnia vogliono riportare Kurtz in Europa. - Una notte Marlow si rende conto che Kurtz non è nella sua tenda. Riesce a raggiungerlo vicino ad un falò; vuole provare a scappare. Marlow lo avvisa che si perderà (“You will be lost”-“utterly lost”), perché ormai la sua anima è impazzita (“Being alone in the wilderness, it had looked within himself […] it had gone mad”). - Il giorno dopo, a mezzogiorno, partono e la popolazione di indigeni saluta con cori e grida il suo “padrone”. Si manifestano le sue idee di grandezza, il suo desiderio di successo e di potere. E poi “My Intended (promessa sposa), my station, my ideas”: tutto è suo. La sua anima è ormai piena di emozioni primitive. Poi dà a Marlow una busta con delle lettere e la foto di una donna. - Kurtz peggiora sempre di più. E’ il momento della morte, il volto di Kurtz è come trasfigurato. Esclama: “The horror! The horror!”. Poi, durante l’ora di pranzo, uno dei compagni annuncia che Kurtz è morto (“Mistah Kurtz- he dead”) - Marlow commenta la morte di Kurtz. Aveva tirato le somme, aveva giudicato (“He had summed up – He had judged – The Horror!”) > no si sa se si riferisce all’orrore che lui aveva fatto, oppure l’orrore per il contesto (l’impresa coloniale) in cui lui ha agito. Però poi Marlow fa capire che è la prima opzione (“It was an affirmation, a moral victory…”). - Tornato a Bruxelles, Marlow consegna ai funzionari della Compagnia (che non sanno che farsene) il retorico rapporto scritto da Kurtz sulla “Suppression of Savage Customs”. Lo affida quindi a un giornalista. Prima, però, aveva strappato il post-scriptum che compariva in fondo all’ultima pagina. “Exterminate all the brutes” per la sua lealtà verso Kurtz: così facendo gli salva la reputazione. - Nella busta rimangono delle lettere e la foto della ragazza, che decide di andare a trovare. Suona alla porta (che è di mogano, molto scura) mentre gli sembra di sentir sussurrare The Horror! The Horror!.Sta per calare la sera, lei è vestita di nero (è in lutto, come se fosse la vedova di Kurtz), la stanza diventa più scura (“the darkness deepened”). Anche a lei dice che “he was a remarkable man”. Era impossibile non amarlo dopo averlo conosciuto. Lei gli chiede quali sono state le sue ultime parole. Marlow risponde: “Your name”. Lei esulta commossa. Lui teme, che la casa possa crollare a causa di questa bugia, ma non succede niente Ma non poteva dirle la verità, sarebbe stato troppo tenebroso (“It would have been too dark, too dark altogether”). - A quel punto riprende la parola il primo narratore. Si può partire, c’è la bassa marea. L’acqua del fiume scorre via verso i luoghi più lontani della terra; e sembra che conduca “into the heart of in immense darkness”. NOTE: - c’è un narratore che dice di essere con alcuni amici su una barca alla foce del Tamigi, al tramonto, in attesa di partire ore dopo, quando ci sarà la bassa marea. Fa delle osservazioni sulle “gloriose imprese” inglesi del passato; ma poi prende la parola Marlow, uno degli amici. Fin qui si alternano le parole di Marlow con le parole del narratore. Poi, da p. 35, Marlow incomincia a raccontare ciò che gli accadde quando diventò marinaio in Congo. Da qui in avanti il narratore quasi sparisce: interviene con poche parole qualche rara volta, ad esempio a p. 55, quasi a sottolineare che lui si limita a riferire ciò che Marlow dice. Come dire che lui non ha alcuna responsabilità (come aveva invece il romanziere ottocentesco) di ciò che viene raccontato > relata refero, “riferisco ciò che riferiscono altri. Questa scelta narrativa di Conrad in un certo senso anticipa quella dei romanzieri modernisti. - Nel libro c’è un forte contrasto tra luce e oscurità/tenebre, infatti si trovano spesso nella narrazione le parole “light” e “dark(ness)”. (“The brown current ran swiftly out of the heart of darkness”, “He was an impenetrable darkness”, “I am lying here in the dark” > si capisce che il cuore di tenebra indica sia il luogo, sia l’animo di Kurtz). - “lost” è una parola chiave che si trova spesso nel testo e non indica solo uno smarrimento fisico, ma anche umano e mentale. “Kurtz discoursed. A voice! A voice!”. La voce che incantava il marinaio russo; e i suoi ascoltatori in genere. Non a caso nella versione cinematografica del romanzo, che è ambientata durante la guerra americana in Vietnam, il regista Coppola scelse per la parte di Kurtz il divo Marlon Brando, che, quando voleva, aveva una voce magnifica. E, sempre non a caso, nel film Marlon Brando legge da un libro di poesie di T.S. Eliot. Questo perché Eliot aveva pensato di usare come epigrafe di The Hollow Men l’espressione The horror (usata nel testo The horror!The horror!) e aveva poi optato per la frase in rotten English “Mistah Kurtz – he dead”.
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