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HEART OF DARKNESS - riassunto ITA, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

Riassunto Heart of Darkness, in italiano, per letteratura con Bertinetti

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 16/01/2022

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Scarica HEART OF DARKNESS - riassunto ITA e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! CUORE DI TENEBRA La Nellie è sul Tamigi che aspetta che la marea sia favorevole, il cielo è scuro, si sta facendo notte. Il direttore delle compagnie è il capitano. Il mare li teneva tutti uniti, sono 5 dell'equipaggio. All’inizio non parlano, aspettano che faccia notte per partire Quante navi avevano navigato sul Tamigi, prima che venissero costruiti i villaggi. La narrazione passa dal narratore anonimo a Marlow Poi Marlow inizia a parlare, non è un marinaio come gli altri, non solo appassionato al mare, lui voleva conoscere e sapere —> Parla dei Romani che quasi 2000 anni prima, quando c’erano solo tenebre, avevano attraversato quel fiume. Era stato coraggioso, c’era solo peste, devastazione, tenebre, morte, boschi selvaggi, natura primitiva. Il fascino dell’orrido però ha attratto quel capitano della nave dei romani, avrebbe voluto andarsene da quel posto orribile ma non poteva andarsene.. Loro però non sono come quei romani, erano predatori, toglievano quello che trovavano, incuranti dell’inferiorità di chi avevano di fronte, depredavano tutto, sterminavano genti, si dovevano orientare tra le tenebre. Intanto di notte c’è un via vai di imbarcazioni sul fiume Marlow continua a parlare: vuole raccontare di come è arrivato al Fiume Congo, che era il limite estremo alla navigazione, lo affascinava da tempo, l’acqua era scura, ma in lui emanava una luce. Aveva navigato per 6 anni in tutti gli oceani ed era tornato a Londra ma poi voleva rimettersi in viaggio e si mise a cercare una nave. Da bambino gli piacevano le carte geografiche e gli sarebbe piaciuto esplorare tutti i luoghi ancora sconosciuti, ma ora la sua voglia è scomparsa. Lo spazio che lo attirava di più sulla carta geografica però era vuoto, il Fiume Congo lunghissimo e maestoso gli ricordava un serpente e lo affascinava, ne era attratto. Poi gli venne in mente che c’era una compagnia navale che commerciava su quel fiume, forse avrebbe potuto lavorare per loro. L’impresa di navigazione aveva sede nel continente e iniziò a mettersi in contatto con un po di persone che conosceva, ma non gli diedero aiuto. Poi chiede aiuto ad una sua zia di cercagli lavoro, e lei rispose che avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, conosceva delle persone importanti. Divenne quindi capitano di un vapore fluviale, perché uno dei capitani della compagnia era stato ucciso dagli indigeni (in realtà era colpa di una storia di galline, un capitano danese aveva comprato delle galline e pensava di essere stato ingannato dagli indigeni, quindi si scagliò contro uno di quei neri, e uno degli indigeni che assistevano, lo colpì con una lancia per fermare la lite. Il suo corpo non venne recuperato da nessuno, se non da lui stesso quando Arrivò lì, gli indigeni lo avevano lasciato stare ed erano scappati nella foresta per paura. Va a firmare il contratto nella città dove aveva sede la compagnia, in giro non c’era un’anima, 2 donne (1 grassa e una magra che facevano una coperta nera con i ferri) lo accolgono, vede una cartina sulla parete, colorata in tanti modi diversi che stavano a simboleggiare tutti i luoghi dove si lavorava parecchio o no. Poi entra nell'ufficio di un uomo, il capo, uomo molto potente, firmò i documenti. Le due donne all’ingresso ancora come giardini delle porte delle tenebre, salutano gli uomini che partono, molti di questi non toneranno mai. Prima di partire deve essere visitato dal dottore, beve qualcosa mentre aspetta con un giovane che lo accompagna, e lui gli parla con entusiasmo della compagnia, ma dice che non si sarebbe imbarcato perché non era stupido (cita il vangelo). Poi viene visitato dal medico, che gli dice che molti non tornano, molti cambiano psicologicamente quando sono sul luogo, sarebbe interessante studiare i comportamento delle persone in quel luogo. Poi il medico gli consiglia dimantenere la calma e non prendere troppo sole quando sarà là. Poi va a salutare la cara zia, bevono il te, lei lo vede come un profeta che va in quei posti a portare luce e conoscenza, anche i giornali esaltavano le imprese dei colonizzatori come degli eroi. Ma la compagnia era commerciale, tutto era finalizzato a creare denaro. Marlow crede che le donne non vedono la realtà, non si rendono conto di come sia davvero la vita degli uomini. Marlow poi si sentiva molto strano, aveva la sensazione che il viaggio fosse una trappola, pieno di incognite. Si imbarca su una nave francese, vede le coste, dove la foresta nera arrivava quasi al mare. Il mare luccicava e il sole era inesorabile, c'erano vecchi insediamenti con delle bandiere ancora su. la nave si fermava di continuo, scendevano operai, soldati, esattori delle tasse, anche se in quei luoghi non c’era nulla, la nave si fermava in porti commerciali. Ogni tanto arrivavano da terra delle navi con su dei neri, che sprizzavano vitalità selvaggia, erano parte di quella natura primordiale. Poi Marlow continua a sentirsi strano, incontrano una nave da guerra francese che bombarda una costa che sembra disabitata, era tutto surreale per lui, la nave puntava ad un campo di indigeni. Continuano la navigazione tra commercio e morte, l’acqua sembrava fango, nessun luogo lo colpisce, avverte sensazione di cupa meraviglia di fronte a quel paesaggio spaventoso. Dopo 830 giorni arrivano alla foce del fiume Congo, ma Marlow deve raggiungere il suo piroscafo e chiede un passaggio ad un battello, sul fiume, il capitano era uno svedese, biondo, stanco e dall'espressione poco allegra, non gli piacevano gli impiegati del governo, si chiedeva come se la cavassero all’interno, addirittura c'era u uomo che si era impiccato durante il viaggio. Poi attraccano e vede delle rocce e delle catapecchie di un insediamento, quella era la sede della compagnia. Marlow vede solo rottami di macchine, desolazione, alberi, poi il suono di un corno, i neri iniziano a correre, fumo sulla rupe, che era stata fatta saltare in aria per la costruzione di una ferrovia. Dietro di lui dei neri incatenati, magrissimi, portavano cesti in testa, poi un altro botto contro la terra e persone indifese.La legge degli uomini bianchi si era scagliata su di loro come i colpi di cannoni su quella terra. Gli schiavi sono seguiti da un uomo bianco armato, e gli sorride perché lo vede della sua stessa razza, con quegli occhi è come se gli stesse dicendo che entrambi facevano parte di una giusta causa. Mesi dopo mentre attraversa le colline, vede un fossato. cerca riparo dal sole in un boschetto, cupo, tutto era immobile. Cerano i corpi di neri per terra, morenti, sofferenti, una mina esplode e la terra trema, il lavoro andava avanti mentre quegli uomini che avevano lavorato si stavano spegnendo, ora non erano più incatenanti, erano scheletri, uno affianco a lui è quasi del tutto esamine, e Marlow gli porge un biscotto. E’ pietrificato dall’orrore che vede in quel boschetto, e non ce la fa più, si dirige verso gli uffici della compagnia. Vede un uomo bianco, vestito di tutto punto, bianco, stivali luccicanti, capelli impomatati, era il capo contabile della compagnia, stava facendo una pausa per prendere un po’ d’aria. L’uomo inizia a parlargli, stava Îì da 3 anni, aveva istruito un’indegna a fargli i vestiti così curati. Rimane in quel posto 10 giorni, andava a trovare il capo contabile, gli dice che una volta raggiunto il paese avrebbe incontrato sicuramente il Sig Kurtz, un uomo in gamba, che era alla guida di una zona commerciale molto importante, procacciatore di avorio. L'uomo non sopportava più i primitivi perché facevano baccano nel loro lavoro e per fare il suo lavoro ci voleva “concentrazione”. Poi chiede a Marlow di dire a Kurtz che stava andando tutto bene là. Poi parte per in marcia con altri uomini, per 600km, per giorni, tra sentieri, foreste, solitudine, villaggi abbandonanti, morti nell'erba. Un giorno incontrano un uomo bianco, ubriaco che diceva di controllare che le strade fossero in ordine, ma strade non ce n’erano. Un altro uomo bianco sovrappeso viaggiava con lui, sveniva spesso, era venuto in quel posto per i soldi, poi si ammalò e dovettero trasportarlo, ma gli uomini non volevano farlo e lo avevano abbandonato dietro un cespuglio. Dopo 15 giorni di marcia arrivano ad una postazione della compagnia, un uomo bianco gli disse che il battello di Marlow era naufragato e il direttore della compagnia lo aspettava. Lui era un uomo in grado si ammaliare e spaventare a morte, veniva celebrato come fosse un dio)) Marlow fu molto dispiaciuto per la perdita del compagno, anche se in realtà era solo un uomo come un altro, Marlow butta il cadavere in acqua, come una sorta di funerale e tutti sono scandalizzati dal suo gesto, ma lui aveva deciso che solo i pesci avrebbero potuto mangiare il suo amico e non i cannibali. Credevano che la stazione fosse bruciata e Kurtz morto. Arrivano alla Inner Station, con delle costruzioni sulla riva, pochi alberi, non c’era recinzione, sulla riva c’era un bianco, vestito con tante toppe colorate che li invita a seguirli, dopo averli fatti attraccare. Quell'uomo lo sfinisce di parole, è un marinaio russo, che aveva lavorato un po sulle navi inglesi, e poi aveva incontrato lì il sign Kurtz, era stato lui a dargli la legna e l’avvertimento nella capanna, così Marlow gli dà il libro che aveva preso nella capanna e lui è felicissimo perché pensava di averlo perso. Poi dice che gli indigeni non sono cattivi, non volevano uccidere nessuno, volevano solo che Kurtz non se ne andasse, e con un uomo così non si parla, lo si ascolta e basta. Il marinaio dice che la cosa importante era portare via Kurtz da là. Dice che quell’uomo gli ha aperto la mente, era sempre in cima ai suoi pensieri, non faceva altro che pensare a lui. L'uomo dice che Kurtz non passava molto tempo alla stazione, era sempre solitario nelle foreste, seguito dalla tribù che lo adorava. E’ impossibile giudicare il signor Kurtz, una volta ha anche minacciato di ucciderlo se non gli avesse dato l’avorio. Kurtz soffriva, odiava quel posto ma allo stesso tempo non poteva farne a meno, partiva per settimane intere per le spedizioni e si fondeva con le tribù. Kurtz era tornato da poco da una delle sue spedizioni al fiume, ed è malato. | pali della recinzione che erano rimasti erano ornati in cima da palle rotonde, teste impalate, col volto girato verso la casa. Quella rivolta verso di lui era di un nero. Quelle erano le teste dei ribelli, Il direttore disse che i metodi del signor Kurtz avevano rovinato tutto. Gli accampamenti degli indigeni circondavano la stazione e i capi andavano tutti i giorni a trovare Kurtz. Marlow appare al marinaio come un non ammiratore di Kurtz. Vedono poi un gruppo di uomini che trasportavano una barella, si sentì un urlo forte e un gruppo di indigeni si rivelò nella foresta. L’uomo nella barella si tirò su e alzò un braccio, Marlow ironicamente spera che quell'uomo che ben sapeva parlare dell'amore e altri argomenti che ammaliavano tutti ma non lui, potesse dire qualcosa per fermare gli indigeni che venivano verso di loro. Kurtz in tedesco significa corto, ma lui era alto quasi due metri, magrissimo, era l’immagine della morte, gridò con voce tenebrosa e cadde di nuovo sulla barella. Lo portarono in barca, gli consegnarono la posta che Marlow e gli altri avevano portato sul battello, Kurtz si presentò, sapeva chi era Marlow, gli avevano detto che lui aveva amici potenti. La sua voce era profonda. Sulla spiaggia appare poi una donna nera, con i capelli acconciati, piena di bracciali, collane, orecchini. Camminava fiera, arrivò al battello, non parlò, alzò le braccia al cielo e in quel momento l'oscurità scese in terra. Il direttore poi parla con Kurtz in cabina, dopo avergli detto che volevano portarlo via, dice a Marlow che è molto giù, devono salvare l’avorio, dice che il metodo di Kurtz è inadeguato, non è più come una volta. Il marinaio disse a Marlow che la reputazione di Kurtz doveva essere tutelata e lo dice a Marlow perché ha capito che anche lui ci tiene a Kurtz. Il marinaio gli dice che è stato Kurtz a dare l’ordine agli indigeni di attaccare il battello, pensava che si sarebbero spaventati e sarebbero andati via. Marlow riferisce che quelli del suo equipaggio volevano ammazzarlo, quindi il marinaio dice che se ne sarebbe andato, ha una barca con qualche nero che lo aspetta. Chiede in prestito della cartucce della pistola, delle scarpe e un po di tabacco e se ne va. Dopo una dormita Marlow si sveglia di notte e vedessi falò e dei tamburi degli indigeni che adoravano Kurtz, infatti Kurtz non c’era nella sua capanna. Marlow dà l’allarme che Kurtz non c’era più, ma nessuno lo sente, si mette in cammino perché non credeva potesse andare lontano, pensava che lo avrebbe picchiato, era pieno di rabbia verso quell'uomo. Vede dei movimenti, raggiunge Kurtz in mezzo alla foresta, è come se gli avesse tagliato la strada, andando verso quegli indigeni. Kurtz gli dice di andare via, nascondersi, Marlow gli dice che se non torna è un uomo finito, ma tanto già così era messo male. Non voleva ucciderlo, voleva solo rompere il suo incantesimo che lo attraeva verso la foresta. Marlow si rende conto che Kurtz non è una persona normale, per rivolgersi a lui lo deve invocare come facevano gli indigeni. Kurtz era del tutto lucido, concentrato, ma era la sua anima che era diventata pazza, lottava anche lui contro se stesso. La sua anima non conosceva più paura. Marlow riesce a portarlo via, e lo fa tornare nella sua capanna. Il giorno dopo portano Kurtz sul battello e intanto tutti gli indigeni si erano riversati sulla costa, emettevano schiamazzi che sembravano maledizioni, c’era anche la donna che gridò qualcosa e tutti gridarono. Marlow chiede a Kurtz se capisce cosa dicono. Il battello fischia, l'equipaggio era pronto a sparare, tutti gli indigeni si disperdono nella foresta. Si mettono in moto, portano via Kurtz sul battello lungo il fiume, e Kurtz se ne stava andando lentamente, delirava e parlava della sua vita passata, dei suoi successi. Lungo il corso del fiume, il motore ebbe problemi, si dovettero fermare, diede a Marlow un pacchetto , perché non voleva che il direttore frugasse tra le sue cose. Kurtz sapeva di star morendo, ora su quel volto d’avorio stava rivivendo la sua vita. Gli altri dell'equipaggio stavano mangiando. Uno dei neri arriva dicendo che Mr Kurtz è morto, tutti si alzano per andare a vedere ma non Marlow. Il giorno dopo lo seppelliscono e lui rimane distaccato, per rimanere fedele a Kurtz, anche dopo la sua morte. Mesi dopo Marlow in Europa stava molto male, i desideri della gente Europea erano sciocchi, banali, ostentavano tutti e lui li odiava tutti. La zia cerca di curarlo, ma era la sua mente a dover essere curata. Incontrò un uomo della compagnia che chiese di dargli le lettere del pacchetto di Kurtz, dicendo che era tutto proprietà della compagnia, ma lui gli diede solo la Guida che aveva scritto lui, dopo aver strappato la parte in cui diceva di ucciderli tutti. Tutte le altre lettere non volle dargliele perché erano private. Intanto in tutto questo Marlow non aveva ancora capito di cosa si occupasse Kurtz. Quello che rimase a Marlow di Kurtz è un pacchetto di lettere e una foto di donna: allora decide di tornare dalla ragazza per restituirglielo, ma di tutto il resto ne era solo memoria. Va a casa della ragazza ma in mente ha solo l’immagine di Kurtz sulla barella, degli stregoni, dei fuochi, degli indigeni. Si ricorda di quando Kurtz gli disse che la compagnia non pagava per l’avorio che lui si era procurato da solo rischiando. La donna era bianca e vestita di nero, a lutto, non tanto giovane, capelli biondi, occhi innocenti, si stringono le mani, era come se Kurtz fosse morto il giorno prima. Le porge le lettere. La ragazza era fiera di sentirsi come l’unica persona che l’avesse capito al mondo. Kurtz pero non sapeva se quelle lettere fossero per lei. La donna parla della capacità oratoria di Kurtz, con cui attirava le persone a se, nessuno poteva resistergli. Lui era tutto per lei e ora non rimane che il ricordo. Marlow continuerà a vedere l’ombra di kurtz, e della donna per tutta la sua vita. La donna vuole che Marlow le ripeta le ultime parole che Kurtz ha detto prima di morire, per avere qualcosa a cui aggrapparsi, ma le sue parole erano state “che orrore, che orrore”. (cio che Kurtz avrebbe voluto che lui dicesse, ma sarebbe stato troppo tenebroso) Le disse che l’ultima parola che ha pronunciato fu il suo nome. Sulla nave poi Marlow non parlò più, e loro stavano navigando sulle acque scure di quel fiume che portavano direttamente nel cuore di un’immensa tenebra.
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