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Hegel - Appunti e approfondimenti, Appunti di Filosofia

Ho realizzato un approfondimento sulla figura filosofica di Hegel. Appunti perfetti per il quinto anno, in particolare liceo classico, specialmente per docenti molto puntigliosi al riguardo.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 23/09/2018

vittorio-colacino
vittorio-colacino 🇮🇹

4

(8)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Hegel - Appunti e approfondimenti e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! HEGEL Scritti teologici giovanili Hegel parla della religione come esperienza di vita e parla del Cristianesimo delle origini come una religione pura, esente da dogmi e basata solo su una genuina moralità del dovere. Inoltre Hegel dichiara la necessità di una “religione del popolo”, ossia di una religione che sia vissuta profondamente dall’intera collettività. La religione popolare deve essere fonte di coesione, ed Hegel la trova prima nella religione della polis greca (bella eticità, spirito) e poi nel Cristianesimo stesso, che con l’Incarnazione riavvicina Dio all’Uomo. In questo periodo Hegel vede ancora nella religione un modo per raggiungere l’Assoluto. Fenomenologia dello Spirito (attenzione parte più dificile) La Fenomenologia è stata scritta da H. per narrare le tappe percorse dallo Spirito (e quindi dall’umanità) nel suo percorso di presa di consapevolezza di sé. La coscienza -La certezza sensibile Per certezza sensibile H. si riferisce alla forma di conoscenza che deriva dalla percezione immediata, come ad esempio il vedere. La certezza sensibile sembra all’uomo la forma più chiara e sicura di conoscenza della realtà, ma si rivela fallace perché è troppo legata a se stessa e poco alla realtà. Se prima vediamo un albero ma poi cambiamo posizione l’albero sembra non esistere più. Se ci affidassimo solo alla certezza sensibile, senza fare leva neanche sulla memoria, non conosceremmo nulla della realtà, ma ci resterebbero soltanto le forme della conoscenza sensibile: il qui e l’ora, entro i quali si presenta la realtà (ricordate come Kant diceva che le forme a priori della conoscenza erano lo spazio e il tempo) (Das-eine, concetto di corpo). -La percezione La percezione è l’avvertimento dell’esistenza di una realtà indipendente da noi composta da varie qualità. Per fare un esempio, la percezione concepisce l’esistenza dello zucchero, mettendo insieme le sue qualità di bianco, dolce, ecc…ecc… Tuttavia quella che la percezione conosce non è ancora la realtà in quanto è ancora legata alla coscienza che conosce, la quale quando considera la cosa in sé ne perde le caratteristiche (che sono frutto della coscienza), e quando considera le caratteristiche separatamente perde la cosa in sé. -L’intelletto L’intelletto, infine, è il mezzo che sussume tutte le cose alla loro classe di appartenenza (Fido fa parte dei cani, questo albero fa parte degli alberi ecc… ecc…). In questo modo, tuttavia, si viene a creare una divisione tra l’astratto è il concreto che non fa parte della realtà, ma è frutto della conoscenza di quest’ultima da parte della coscienza. (contraddizione astratto-concreto) L’autocoscienza La coscienza, vista l’impossibilità, o quantomeno la difficoltà, nel conoscere la realtà fisica, si ritira in se stesso, divenendo autocoscienza. Mentre la coscienza ha solo fini teorici, l’autocoscienza ha una carattere pratico e intende la realtà solo come luogo ove individuare oggetti del desiderio. Il desiderio porta l’uomo a confrontarsi con gli altri uomini. L’autocoscienza, quindi, diventa anche conoscenza dell’altro, dal quale l’autocoscienza si vuole riconosciuta (lotta dei cuori e certezza-verità) Dialettica servo-padrone (sillogismo hegeliano) La lotta per il riconoscimento dà origine ad una vera e propria guerra che non sempre trova la propria conclusione o nella morte di uno dei contendenti o nella resa di questo, resa che si traduce nel riconoscere l’avversario come vincitore e sottomettersi a questo. S’instaura in questo modo il rapporto servo- padrone. Questo rapporto è interamente basato sul padrone che fa svolgere al servo il lavoro che serve a sé, dunque il servo vive per il padrone e non per sé. Col tempo, tuttavia, il servo trova la propria indipendenza grazie al lavoro e realizza la propria indipendenza dal padrone, invertendo il rapporto. Questa liberazione, tuttavia, per Hegel non è materiale, bensì spirituale, e si compone nella trasfigurazione della coscienza in due figure: quella dello Stoico, che nega il bisogno della libertà sostenendo di essere parimenti libero sia in catene che sul trono, e poi quella dello Scettico, che arriva a negare il mondo stesso. Dallo Scetticismo si esce affidandosi al Divino e all’aldilà (specularismo), atteggiamento che però genera la figura della coscienza infelice, ossia la coscienza che avverte la sua distanza dal divino e si mortifica (vedi Nietzsche). La coscienza infelice corrisponde all’epoca medievale. La ragione La coscienza esce di nuovo da sé (Rinascimento) e riscopre il mondo fisico come terreno da indagare. In questo modo, tuttavia, perde il senso del sé (reificazione, Sartre) e può riscattarsi solo facendo leva sull’individualità che vuole affermarsi sulle cose. Essa è innanzitutto faustismo, ossia ricerca illimitata del piacere, ma trova un ostacolo nella limitatezza del mondo (Leopardi) e poi legge del cuore, ossia il desiderio di imporre il proprio volere al mondo. Il mondo, però, va avanti a modo suo, lasciando indietro chi è tra gli sconfitti della storia. Gli sconfitti cercano di lottare contro il corso del mondo imponendogli il proprio volere. Questa lotta è la lotta della Virtù. Quando la Virtù si accorge della propria sconfitta, si impegna ad affermarsi non più come individualità (che era proprio del Rinascimento) ma in un piano intersoggettivo che rispetti lo Spirito della collettività. Come trovare una tale Lo Spirito è la realtà storica, quindi prettamente umana, il momento in cui l’Idea diviene cosciente di Sé. Nello Spirito l’Idea, che era uscita da sé nella Natura, ritorna in sé. Lo Spirito si divide in Spirito Oggettivo, Soggettivo e Assoluto Spirito Soggettivo Lo Spirito Soggettivo è la coscienza individuale, che si articola in anima, coscienza e spirito -L’anima, oggetto dell’antropologia, è sì concepita come qualcosa di immateriale, ma è solo un principio vitale strettamente legato ai processi biologici dell’uomo, alle sue abitudini e alle sue reazioni rispetto all’ambiente che lo circonda -La coscienza è la coscienza è quella già descritta nella Fenomenologia e conosce l’uomo in generale -Lo spirito, oggetto della psicologia, è il culmine della presa di coscienza dell’uomo, e si compone del conoscere, dell’attività pratica e della volontà. Il conoscere è diviso in intuizione, rappresentazione e pensiero (quest’ultimo pensa la realtà in termini universali). Tuttavia è solo nell’attività pratica che lo spirito si realizza pienamente, in quanto è in quest’ultima che avviene la libera scelta. Lo Spirito Oggettivo Si parla di Spirito Oggettivo quando si parla della sfera non più individuale ma intersoggettiva. In questa sfera si realizza la libertà, intesa da Hegel a livello teoretico come conoscenza della necessità, e a livello pratico come intermediazione tra volontà diverse, intermediazione che deve essere praticata attraverso le istituzioni umane nei tre momenti del diritto, della morale e dell’eticità. -Il diritto è inteso da Hegel come diritto privato, ossia come legislazione riguardante la proprietà, vista come presupposto per l’effettiva libertà degli individui -La moralità riguarda la sfera interiore dei soggetti ed è la volontà di superare l’egoismo dell’individuo attraverso una morale del dovere (critica a Kant, questione astratto-concreto, contenuto dell’imperativo categorico, Bobbio) -L’eticità è la sfera intersoggettiva di realizzazione dell’uomo, visto che per H una morale individuale non basta. Nell’eticità la morale diventa patrimonio collettivo e la moralità è realizzarsi nei più importanti contesti sociali, che H identifica con Famiglia, Società Civile e Stato. La famiglia è fondata sull’amore e su un rapporto naturale, solo che è transitoria, in quanto i suoi membri ne escono (per formare nuove famiglie) e operano al difuori di essa (lavorando) La società civile è il terreno dell’economia, dove gli uomini operano e tessono relazioni mossi dai propri bisogni. Per H il perseguimento di interessi personali può essere conciliato con l’esistenza della collettività, ma la concorrenza può divenire, se lasciata a se stessa, una bestia selvaggia. E’ su questo terreno che per H si formano le classi sociali. Lo Stato serve a garantire la coesione sociale; è la massima istituzione, dunque nella sua struttura è identificabile al meglio lo spirito di un popolo. H si oppone al Liberalismo, il quale vedeva lo Stato solo come uno strumento per difendere gli interessi individuali. H si oppone al contrattualismo, ossia a quella visione che vedeva nella stipulazione di un contratto originale la ondazione dello Stato, dicendo che al di fuori dello Stato non si può parlare di diritto, e dunque neanche di contratto. Il fondamento dello Stato per H risiede nella sua natura etica. Lo Stato rende reali e concreti i diritti dei cittadini, rivelandosi come la “realtà della libertà concreta”. La forma migliore dello Stato è la monarchia costituzionale, che riunisce i poteri legislativo, giudiziario e del principe. La Filosofia della Storia La Storia è il terreno su cui si svolge il cammino evolutivo della ragione, cammino che va verso la libertà. H crede che vada sostituita all’indagine storica, fondata sulla mera raccolta di dati, una filosofia della storia, che consiste nel conferire significato agli avvenimenti storici. Lo storico deve sempre trovare un senso negli avvenimenti (Weber). Inoltre H critica la visione religiosa della Storia, che non cerca il senso del tutto nei grandi eventi ma in piccoli avvenimenti miracolosi. Nella Storia lo Spirito si articola in Spirito del Mondo, ossia il soggetto e il fine della Storia, per il quale gli individui non sono nulla e che si serve di questi per raggiungere altri scopi, e lo Spirito di un popolo, che è un’incarnazione dello Spirito del Mondo. Gli individui si dividono in conservatori, che permettono allo Spirito di conservarsi ad un certo livello di sviluppo, e in cosmico-storici, che permettono allo Spirito di evolversi. Nessuna epoca, tuttavia, può pretendere l’eternità, perché la Storia è un perenne divenire Per H non può esistere u diritto sovranazionale e i rapporti tra gli Stati sono sempre rapporti di forza decisi dalla guerra. H individua un progredire della libertà che va dall’estremo Oriente, dove solo uno è libero, al mondo greco-romano, dove alcune élites sono libere, al mondo cristiano germanico (protestante), dove tutti sono liberi. Lo Spirito Assoluto Lo Spirito diviene Assoluto, ossia totalmente trasparente a sé, solo nelle forme più pure ed elevate della cultura, ossia arte, religione e filosofia; queste tre espressioni hanno tutte come oggetto della loro contemplazione l’Assoluto, che viene rappresentato dalla religione, contemplato dall’arte e compreso dalla filosofia. L’arte Nell’arte l’autocoscienza si manifesta sotto forme sensibili, unica forma nella quale l’Idea può essere contemplata. L’arte supera la contraddizione per eccellenza: quella tra Natura e Spirito. H distingue tre fasi dell’arte -L’arte simbolica è la più antica e orientale ed è caratterizzata dal prevalere della forma sul contenuto (che è sempre l’Idea), motivo per cui l’Idea si intravede appena, motivo per cui è chiamata simbolica. La sua massima espressione è l’architettura. -L’arte classica ha raggiunto l’equilibrio fra Idea e forma, e riesce a dare forma umana all’ideale di equilibrio, ideale coerente con l’equilibrio tra individuo e Stato nella società greca. La massima espressione è la scultura. -L’arte romantica prova a superare i confini della materia sensibile e tralascia quell’equilibrio tipicamente classico, facendo irrompere nell’arte anche il quotidiano e il banale. L’arte romantica è anche arte cristiana, che quindi rappresenta il divino, ed attribuisce un’importanza enorme alla figura umana. La tendenza a superare il materiale la porta a favorire la poesia e la musica. La religione Il presupposto da cui parte la religione è quello della necessità di superare il finito. La religione si esprime attraverso la rappresentazione
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