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Riassunto completo Hegel, Dispense di Filosofia

Riassunti realizzati integrando il libro di testo con le spiegazioni fornite dal professore in classe. Comprendono tutta la filosofia di Hegel, spiegata chiaramente e impaginata in maniera chiara e strutturata.

Tipologia: Dispense

2014/2015

In vendita dal 06/03/2015

SaraJo
SaraJo 🇮🇹

5

(3)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Riassunto completo Hegel e più Dispense in PDF di Filosofia solo su Docsity! HEGEL Come altri esponenti dell'idealismo tedesco (Fichte e Shelling), anche Hegel muove da un ripensamento della filosofia kantiana, pensando di doverla liberare dai dualismi irrisolti, come il permanere di una "cosa in sé" o il contrasto tra necessità e libertà. Hegel sostiene che queste opposizioni impediscono alla ragione di cogliere la realtà nella sua totalità, e non permettono alla ragione di superare i limiti dell'esperienza. Inoltre egli afferma che la filosofia critica è responsabile di aver di aver separato e contrapposto diversi aspetti della realtà che vanno invece compresi unitariamente. Per Hegel dunque tra realtà oggettiva e ragione non esiste un dualismo insuperabile, ma c'è invece affinità. La ragione, chiamata da lui anche idea o spirito, rappresenta il principio dal quale tutto si genera e tutto si fonda, designato come Assoluto. Il compito di comprendere la realtà nel suo insieme spetta alla filosofia che per Hegel è scienza, il sapere dell'assoluto. La totalità del reale è compresa come prodotto di un unico principio (assoluto, o ragione o idea) che governa il pensiero e il mondo degli uomini e che comprende la natura, le società, la storia. Per Hegel la filosofia deve assumere una forma sistematica: essa deve dunque essere articolata in modo univoco, nessuna parte ha senso senza il resto e cerca di dare una descrizione di tutti gli aspetti della realtà, per descrivere dunque la realtà nel suo insieme. Secondo Hegel la natura è provvista di una sua razionalità, che si esprime ad esempio nelle leggi fisiche e chimiche e nella vita animale. Tuttavia egli ritiene che la realtà umana sia ben distinta da quella naturale. Hegel designa la realtà umana come il mondo dello spirito. I rapporti familiari, la vita economica, le istituzioni politiche e la cultura rendono ben visibile la traccia della razionalità collettiva. È per questo che nel sistema hegeliano la filosofia dello spirito occupa una posizione più importante rispetto alla filosofia della natura. La realtà naturale infatti, anche ai suoi livelli più elevati di organizzazione, come la vita animale, non conosce sviluppo: i movimenti cosmici e le specie tendono a riprodursi in cicli sempre identici. Invece la realtà umana si sviluppa nella storia e ciascuna civiltà storica rappresenta una manifestazione della razionalità più matura rispetto a quella delle epoche precedenti. Secondo Hegel il progresso storico dello spirito coincide con l'autocoscienza, che è la coscienza di sé, la consapevolezza dei propri pensieri e delle proprie azioni. Nella storia conta soprattutto l'autocoscienza di soggetti collettivi, quali i popoli. L'autocoscienza nel corso del tempo si affina e diviene più matura. In prospettiva morale e politica, l'autocoscienza coincide con la libertà: la persona autocosciente intende determinare da sé, consapevolmente e liberamente, il corso della propria vita. La storia umana è storia dell'affermazione della libertà. Anche se guidata verso la libertà dalla razionalità, la storia umana genera sempre opposizioni e conflitti. Secondo Hegel, lo spirito va verso la libertà solo vincendo resistenze e contrasti; in ogni conflitto si scontrano forze e principi spirituali opposti, nessuno dei quali riesce come vincitore annullando definitivamente l'altro. Di volta in volta però, dal conflitto si genera un'idea più profonda (e dunque un grado maggiore di autocoscienza), oppure in campo politico, un assetto più razionale e libero della vita collettiva. In questo risultato, le posizioni che in precedenza si combattevano sono superate: di esse si conservano solo gli aspetti più importanti e significativi, inseriti in un quadro differente e più ricco. Per Hegel opposizione, conflitto tra opposti e superamento del conflitto rappresentano il nuclo della dialettica. Ogni aspetto della realtà, e ogni azione dell'uomo, è caratterizzato da un movimento dialettico che si svolge attraverso tre momenti: - Tesi; - Antitesi, che si contrappone al primo momento; - Sintesi, momento conclusivo in cui il contrasto è superato e le due posizioni in conflitto vengono riconciliate, in quanto aspetti di una posizione più ricca e complessa. Concreto e astratto Astratto è la fase antitetica, concreto è la sintesi. L'astratto è assegnato alla fase antitetica perchè noi riconosciamo essere e nulla come antitetiche secondo il principio di non contraddizione. Infatti è possibile affermare che due cose sono in antitesi grazie al principio di non contraddizione. Questo è un principio logico e la logica è astratta. Il superamento della fase antitetica è invece concreto perchè ciò avviene nella sintesi che ha come caratteristica la concretezza. Esposizione della dialettica. Che cos'è la dialettica? Per Hegel la dialettica è il processo attraverso il quale il reale diviene, ed anche il metodo attraverso il quale è conoscibile la realtà. Per Heglel qualunque posizione non sia dialettica non coglie l'essenza del reale. La dialettica avrà un'influenza notevole nella filosofia che segue, questo processo verrà utilizzato in più campi da vari filosofi (Marx). Per tutti gli idealisti la realtà è espressione di un principio infinito (senza limiti) avente carattere ideale (del soggetto) → io, idea, spirito, entità che coincidono con l'assoluto che è un'entità immanente (dentro la realtà), in divenire. Per Hegel l'assoluto non è un composto di cose, ma l'incessante trama dialettica della realtà, un processo in divenire di differenziazione tramite le contaddizioni (elementi dialettici in divenire di cui si compone l'assoluto), che si svolge nella storia, che altro non è che un divenire dialettico di fatti. L'assoluto è pensabile come un movimento o un processo articolato in più momenti. L'assoluto (o spirito o idea) in Hegel non è soggettivo o oggettivo; è piuttosto unità di soggettivo e oggettivo, ma non unità immediata, ma unità mediata, dialettica. Esso quindi si sviluppa sempre attraverso i tre momenti di tesi, antitesi, sintesi. - L'assoluto (o spirito o idea) pone se stesso, si pone come essenza; - L'assoluto pone poi se stesso in altro, si aliena (l'alienazione rappresenta per Hegel la negazione della semplicità del primo momento) - Manifestandosi attraverso la propria oggettivazione l'assoluto diviene consapevole di sé come in sé e per sé, ossia come unità di puro pensiero e manifestazione. Fenomenologia dello Spirito E' il primo testo dove Hegel cerca di dare una descrizione della realtà nel suo insieme, attraverso il processo dialettico. In seguito avrà dei ripensamenti riguardo ciò che scrive in questo testo, dove troviamo i contenuti esposti secondo lo schema di tesi, antitesi, sintesi. Il sistema Hegeliano è rappresentato dalle triadi. In tutte le triadi la fase antitetica comporta qualcosa da superare e dunque trova il suo compimento nella sintesi. Lo spirito Nel sistema hegeliano è lo spirito a produrre le piu alte realizzazioni umane. Lo spirito si dialettizza come ogni altro momento della filosofia hegeliana in tre momenti: spirito soggettivo, oggettivo, assoluto. Lo spirito descrive le produzioni culturali dell'umanità, è una descrizione di ordine metafisico. SPIRITO SOGGETTIVO e' la descrizione delle manifestazioni culturali, e delle modalità con cui il soggetto arriva a manifestare tali produzioni. Sono valutazioni che riguardano il soggetto come singolo. Lo spirito soggettivo è il momento di transizione in cui lo Spirito emerge dalla Natura e attraverso essa passa nell'uomo cosciente e infine nella sua attività di pensiero e azione. Comprende l'antropologia (studio dell'anima), la fenomenologia (studia lo spirito come coscienza, autocoscienza e ragione) e la psicologia (studia lo spirito nelle sue manifestazioni: conoscere teoretico, attivita pratica e volere libero). L'individuo in cui si è incarnato lo Spirito soggettivo ha raggiunto la sua completezza e quindi riprende quel compito di una ricerca del vero e del bene universali andata delusa nelle fasi precedenti. A questo punto il soggetto individuale si rende conto di dover affrontare un compito infinito con forze finite. Lo soccorrerà lo spirito oggettivo che incarnandosi in forme e istituzioni superindividuali potenzierà le sue forze finite. Questo avverrà in un primo grado nella Legge esteriore che indicherà il vero e il bene a tutti coloro che la riconosceranno come tale. SPIRITO OGGETTIVO: Occorre giustificare dialetticamente il passaggio da spirito soggettivo a oggettivo: La coscienza acquista consapevolezza, gli elementi che erano esterni alla coscienza ora sono propri di essa. Si arriva dunque ad una condizione di libertà (ritroviamo l'emergere della condizione di libertà dopo il superamento di ostacoli anche in Fichte). La libertà individuale del soggetto non è ancora tuttavia totale, ma deve ancora passare attraverso i momenti dello spirito oggettivo, che studia e mette in evidenza i rapporti tra diversi individui (ovvero come gli individui si pongono in relazione tra loro. La triade piu generale dello spirito oggettivo è quella rappresentata dai tre momenti: diritto (astratto), moralità, eticità. Per Kant la vera libertà si realizza nella moralità (superamento della posizione kantiana). - Il DIRITTO ASTRATTO, solitamente è astrattociò si trova nell'antitesi, tuttavia Hegel non lo chiama così per sottolineare questo aspetto, ma perché generalmente al di fuori dell'idealismo è l'insieme di leggi e norme. Anche in questo caso si parla di elementi giuridici (contratto, pena, illecito) ma non esaurisce tutto quello che fa parte del diritto, e quindi quello che c'è è solo un punto di partenza; la realizzazione del diritto avviene nell'eticità. La dinamica interna del diritto è data dal contratto, che è visto come accordo tra due persone. Esso sembra essere il massimo dell'espressione della libertà, ma per Hegel non è così perché è legato a dei vincoli giuridici (è vincolato giuridicamente dalle leggi), dunque Hegel ne ricava che i contratti non sono espressione di libertà. Hegel fa una critica al contrattualismo (Hobbes, Locke), che non rispecchia la posizione politica di Hegel. La libertà dunque non si realizza pienamente ma in astratto. L'astrattezza consiste nel fatto che la libertà dell'individuo non è ancora completa. Nel diritto le leggi limitano la libertà. Come puo l'individuo recuperare la dimensione di libertà? - Nella MORALITA' (recupero dell'insegnamento kantiano), dove le leggi se le da l'individuo, sono prodotte dal soggetto. Dunque qui l'individuo recupera una dimensione di libertà, perché le leggi non sono più esterne ma interne. Tuttavia la moralità non realizza pienamente la libertà. Riprendendo la dottrina di Kant, infatti, la moralità è caratterizzata dall'imperativo categorico, il dovere si realizza appunto attraverso una legge formale; il dovere è presentato in forma universale. Hegel afferma che il dovere è un dover essere senza realizzarsi in qualcosa, tuttavia non viene detto cosa sia il dovere ma solo l'aspetto formale. Avviene dunque una critica alla morale kantiana, accusata di formalismo. - La realizzazione nella libertà avverrà nell'ETICITA', costituita a sua volta da una triade interna: *famiglia, società civile, stato. La libertà si realizza nello stato che a sua volta è la realizzazione della famiglia e della società civile. 1) Famiglia: Avviene la descrizione della famiglia secondo Hegel, famiglia come nucleo. Essa persegue uno scopo che una precisa caratterizzazione data dai singoli familiari. Essa produce un altro da sé (aspetto dialettico): una nuova famiglia, in quanto è incentrata sul matrimonio che è la realizzazione di una scelta → due individui attraverso vincololi d'amore danno vita ad un progetto. 2) Società civile: (pluralità) descrizione dei rapporti economici e sociali tra gli individui. Per Hegel però non è ancora ragione di libertà, che implica il superamento, lo stato. Il processo in cui l'autocoscienza attraverso l'attività pratica manifestava la propria libertà trova compimento nello stato (critica al giusnaturalismo). Secondo Hegel lo stato si realizza pienamente attraverso il potere monarchico, il monarca non è autoritario. Lo stato è il luogo dove si realizzano i diritti (forse si ispira al modello Prussiano, seppur rivisitato e corretto). Lo stato diventa il luogo ontologico della libertà dell'individuo e dell'attuarsi dell'autocoscienza. SPIRITO ASSOLUTO Rappresenta il momento in cui l'idea giunge alla coscienza di sé stessa, della propria infinità e assolutezza, ovvero del fatto che tutto è Spirito, e che il finito è la stessa vita dell'Assoluto. L'individuo ha a questo punto la possibilità di cogliere l'Assoluto e può farlo in tre diversi modi. → arte → religione → filosofia - Con l'ARTE si ha l'intuizione dell'infinito nel finito (il bello). Hegel suddivide l'arte in tre momenti: 1) simbolica: ovvero quandoil messaggio spirituale non viene espresso in forme adeguate alla sua altezza, ma attraverso il simbolo; 2) classica: contenuto e forma sono in uno stretto equilibrio; 3) romantica: in cui si rompe nuovamente l'equilibrio tra contenuto e forma, in quanto nessuna forma può più esprimere la compiutezza dell'Assoluto, che cerca altre strade per esprimersi al meglio. Nonostante l'arte greca sia il momento antitetico del processo triadico dell'arte, è ritenuta da Hegel la forma più completa, dal momento che c'è un connubio perfetto fra contenuto e forma. Perché allora è l'antitesi di questa triade? Perché Hegel, nello sviluppo dell'Assoluto considera elemento decisivo quello del progresso, dell'evoluzione. L'arte greca quindi non può essere la sintesi, il momento conclusivo della storia dell'arte, perché quell'equilibrio tra forma e contenuto che caratterizzava l'arte greca si è ormai rotto ed è superato dall'arte romantica che si presenta come negazione della negazione ossia sintesi. - Con la RELIGIONE si raggiunge l'unità dell'infinito con il finito, l'unione dell'anima con il divino. Questa unità si coglie però nella forma della rappresentazione o del sentimento. La forma immaginativa della vita religiosa fa sì che questa unione dell'infinito col finito sia attribuita ad un Essere trascendentale, mentre l'Assoluto è immanente alle coscienze, posto al di là del mondo e dell'uomo e nello stesso tempo è un Assoluto che si rivela all'uomo mentre esso è nell'uomo. Quel processo di unione del finito coll'infinito è eterno, è interiore mentre viene rappresentato dalla religione come compiutosi nel tempo e in un fatto e per virtù di un personaggio storico. Hegel identifica nella storia dell'umanità quattro tipi di religione: naturale, di libertà, dellindividualità. - La FILOSOFIA è l'ultimo momento dello spirito assoluto. Anch'essa è frutto di un processo storico dialettico che vede ogni filosofia negare e conservare la precedente. La filosofia è storia della filosofia. Questo processo che va dalla filosofia greca a quelle di Fichte e Shelling si conclude con l'idealismo la cui definitiva conclusione è la filosofia hegeliana. Le filosofie precedenti non devono quindi essere viste negativamente ma piuttosto come un insieme di tappe necessarie che man mano negano quelle precedenti e vengono negate da quelle successive in un processo che termina con l'ultima filosofia: quella di Hegel. La filosofia giunge sempre troppo tardi perché arriva quando la realtà si è già compiuta Così come nella Religione, anche nella Filosofia è presente lo stesso contenuto, il rapporto tra finito ed infinito. Nella Religione questo rapporto è già dettato, e deve essere solo appreso per fede, mentre nella Filosofia la comprensione di questo rapporto è data tramite un processo di mediazione razionale, una serie di passaggi, fino alla comprensione dell'assoluto. La Filosofia, infine, riesce ad esprimere il pensiero in modo adeguato, essendo puro concetto, così come il Pensiero stesso.
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