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HEGEL FACILE E COMPLETO, Slide di Filosofia

PDF su Hegel completo e facile da capire. Citazioni e esempi.

Tipologia: Slide

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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Scarica HEGEL FACILE E COMPLETO e più Slide in PDF di Filosofia solo su Docsity! HEGEL DOMANDE STIMOLO  LA STORIA È RETTA DA UN PROGETTO?  LA NATURA HA UNO SCOPO?  ESISTE IL DESTINO?  https://www.youtube.com/watch?v=VYBuW9u5QYc  https://www.youtube.com/watch?v=Gdc95XaCfT0  https://www.youtube.com/watch?v=W7voy1vit6Y OPERE  Scritti giovanili di natura teologica tra il 1793 e il 1800 tra cui Vita di Gesù e lo Spirito del cristianesimo e il suo destino.  Fenomenologia dello spirito nel 1807  Scienza della logica 1812 (prima parte), 1816 (seconda parte)  Enciclopedia delle scienze filosofiche nel 1817.  Lineamenti di filosofia del diritto nel 1821. RAPPORTO CON IL PENSIERO DELL’EPOCA  Riguardo all’illuminismo Hegel ne riconosce il valore, considerando la preminenza che esso ha dato alla ragione, ma ne critica la visione astratta e la pretesa di dire alla realtà come dovrebbe essere.  Del romanticismo Hegel condivide molte tematiche come lo sviluppo provvidenziale della storia e il concetto d’infinito, ma non ritiene che ad esso si acceda con il sentimento, con l’arte o con la fede, ma attraverso la ragione.  Di Kant non condivide la filosofia del limite: non si può definire a priori cosa la ragione possa conoscere, sarebbe come dire che si possa stabilire la capacità di nuotare prima di essersi buttati in acqua. Nessun limite preliminare può essere posto alla ragione che aspira all’infinito. In Kant il noumeno (la realtà in sé) era inconoscibile, in Hegel è conoscibile perché non c’è una scissione tra la mente e la realtà. GLI SCRITTI TEOLOGICI GIOVANILI Una rivoluzione sociale che sostituisca l’antico regime Avverrà solo attraverso una rivoluzione culturale con una presa di coscienza del popolo in merito al valore della libertà e dell’uguaglianza E avverrà attraverso il vero spirito religioso che non si basa su dogmi, comandamenti, divieti, ma sull’esperienza interiore del divino, sulla pratica dell’amore e della libertà di Gesù SISTEMA HEGELIANO  Nel sistema hegeliano così come in un puzzle, il tutto precede le parti. Le tessere possono essere sistemate perché esiste già in precedenza un insieme che le comprende e definisce il loro senso.  «Il vero è l’intero» dice Hegel, il tutto si spiega dal rapporto tra le singole parti. RISOLUZIONE DEL FINITO NELL’INFINITO  Tutte le cose finite (alberi, animali, persone, case, eventi ecc.) sono parti o manifestazioni di una Realtà infinita e assoluta. La Realtà è un organismo unitario che non ha nulla fuori di sé o oltre se stessa come un aldilà. Questa realtà non è immutabile ma evolve nel tempo; è un processo di autoproduzione che solo con l’intelligenza dell’uomo prende coscienza di se stessa. IDENTITÀ TRA REALE E RAZIONALE  «Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale» (Hegel).  La realtà infinita è manifestazione della Ragione assoluta. Il mondo è una totalità processuale necessaria formata da una serie ascendente di momenti definiti in base a strutture razionali. Nulla avviene a caso. La realtà è pervasa da una razionalità profonda che la governa dall’interno.  Ciò che è razionale è reale: tutto quello che riguarda il programma razionale universale si realizzerà. C’è una razionalità (idea) che precede la realtà.  Ciò che è reale è razionale: si è già realizzato. La triade dialettica Secondo Hegel, sia la realtà sia la ragione che la comprende procedono dinamicamente per cicli triadici % | d Ogni sintesi può a sua volta diventare la tesi di un'ulteriore triade dialettica E O] ogni posizione (TESI) manifesta la propria =] De limitatezza e richiama così il suo opposto tuttavia, anche l'opposto della tesi {ANTITESI) deve si genera così una terza essere negato nella posizione (SINTESI), che, sua unilateralità superando gli aspetti accidentali e limitati delle prime due, ne mantiene in se quelli più validi È DIALETTICA NELLA REALTÀ L'ARTICOLAZIONE TRIADICA E CIRCOLARE DELL'ASSOLUTO TESI L'idea in sé L'idea in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella Natura e nello Spirito ANTITESI L'idea fuori di sé L'alienazione dell'idea nelle realtà spazio-temporali del mondo (= la Natura) SINTESI L'idea che torna in.sé L'idea che dopo essersi fatta Natura acquista coscienza di sé nell'uomo DIALETTICA NELLA REALTÀ  IDEA: è il programma universale, la struttura logico –razionale del mondo. È il modello di ciò che si realizzerà e pertanto non si limita ad un contenuto mentale soggettivo, ma un’informazione oggettiva. Una sorta di Dio prima della creazione. Non si tratta però, come in Platone, di una realtà trascendente ma di un principio immanente del reale. Oltre a questo, l’Idea non va intesa come struttura a priori universale e statica del mondo, è diveniente. Per tale motivo Hegel non può elencare come kant una serie di categorie a priori.  NATURA: secondo momento della dialettica. L’idea in sé è astratta, per realizzarsi deve concretizzarsi nella natura, deve assumere una forma materiale. Per questo la natura è razionale, ma in una forma meno perfetta dell’idea. Idea e Natura non sono due realtà, ma due aspetti della stessa realtà.  SPIRITO: l’idea dopo essere diventata natura, torna in sé più arricchita. Lo spirito sintetizza idea e natura, è l’idea materializzata che prende coscienza di sé attraverso l’uomo. Nello Spirito ci si rende conto di essere più che Natura. DIALETTICA NEL PENSIERO: LA LOGICA  La realtà è fatta come il pensiero, cioè è dialettica. Il pensiero ha tre momenti: 1) ASTRATTO O INTELLETTUALE: consiste nel concepire l’esistente sotto forma di una molteplicità di determinazioni statiche e separate. Si basa sul principio d’identità e non contraddizione in base al quale ogni cosa è se stessa e diversa dalle altre. A questo primo momento corrisponde la categoria dell’essere, cioè una realtà in sé identificabile secondo quantità e qualità. 2) NEGATIVO-RAZIONALE: mostra come le determinazioni astratte vadano relazionate con le altre. Per capire ciò che una cosa è, bisogna sapere ciò che non è. «Omnis determinatio est negatio» diceva Spinoza. Esempio: Per conoscere bene Tommaso devo sapere ciò che non è. Bisogna andare oltre il principio d’identità per relazionare la cosa con il suo opposto ( il bene con il male, la felicità con il dolore). A questo secondo momento corrisponde la categoria dell’essenza intesa come sistema di relazioni dinamiche fra esseri. DIALETTICA NEL PENSIERO: LA LOGICA 3) POSITIVO-RAZIONALE: divengo consapevole che le determinazioni opposte sono aspetti di un’unica realtà che le ricomprende tutte. La verità è la sintesi delle differenze. L’intelletto è un modo di pensare statico e astratto, la ragione è un modo di pensare dinamico e concreto. L’intelletto è l’organo del finito distinguendo le parti, mentre la ragione dell’infinito ricollegandole. A questo terzo momento corrisponde la categoria del concetto cioè la realtà pensata e unificata nell’idea.  Il percorso del pensiero è: analizzare con l’intelletto le differenze della realtà-- cogliere le relazioni che le mettono in collegamento- costruire con tali relazioni la totalità vedendo come cose diverse e anche opposte si richiamano ad un unico principio.  Realtà e pensiero non sono due cose diverse. Il pensiero è analizzare la realtà nella sua forma astratta. FILOSOFIA DELLA NATURA  Hegel non vuole ne sminuire la natura come aveva fatto Fichte, ne esaltarla come espressione dell’assoluto come Schelling.  La natura è l’idea materializzata senza consapevolezza di sé. Non ha la perfezione dell’idea, perciò è inutile cercare Dio nella natura alla maniera dei romantici. La natura è un sistema meccanico, necessario e privo di spiritualità.  Tuttavia la natura resta un momento necessario nella ricerca dell’assoluto, poiché senza il momento dialetticamente negativo dell’altro da sé non si potrebbe compiere la sintesi finale.  Hegel in una sua opera giovanile «Diario di viaggio sulle alpi bernesi» critica la visione dei romantici che vedevano nella natura l’espressione della potenza di Dio. La natura non ha uno scopo a differenza della storia. FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO  Lo spirito è già verità fin dall’inizio ma in modo potenziale. Diventa verità compiuta solo alla fine della storia.  «Il vero è il tutto. Il tutto però non è altro che l’essenza che si compie attraverso il suo sviluppo. Dell’assoluto bisogna dire che è essenzialmente risultato, che solo alla fine è ciò che è in verità» (Hegel, La Fenomenologia dello spirito)  Esempio: il codice genetico è l’idea; le cellule sono la natura; la coscienza è lo spirito. La coscienza nel tempo attraverso il conflitto acquisisce sempre più consapevolezza fino a rendersi conto che tutta la realtà è espressione di una grande ragione universale. FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO  «Se l’embrione è certo, in sé, un essere umano, non lo è però per sé; per sé lo è soltanto quando sia ragione formata che ha fatto di sé ciò che essa è in sé»  (Hegel, Prefazione alla Fenomenologia dello spirito) Il termine fenomenologia e E —] |Poiche nel sistema indica la descrizione di || nella fenomenologia. |_ ciò che appare. dello Spirito (1807) Il principio della risoluzione del finito nell’infinito può essere visto da due punti di vista diversi 1. prospettiva diacronica 2. prospettiva sincronica (quella (quella della Fenomenologia dello spirito) dell’ Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio) FASI storica. della presa di coscienza jda parte dell’uomo, del viaggio dello spirito attraverso la coscienza umana per giungere a possedere se stesso e a concepirsi come Assoluto analizza la coesistenza dei tre “momenti” del l6gos, della natura e dello spirito delineando ASS TE] Leriange dalla fenomenologia sapere AUTOCOSCIENZA  L’autocoscienza non trova appagamento negli oggetti ma ha bisogno per esistere del riconoscimento di un’altra autocoscienza. Nei rapporti umani che implicano il desiderio è necessaria la condizione della reciprocità. Non ci si può innamorare di una matita perché nell’amore è necessaria la risposta di un altro soggetto desiderante. Solo da quel tipo di risposta deriva la piena consapevolezza di sé.  Ogni autocoscienza desidera la stessa cosa: soddisfare il proprio desiderio di riconoscimento senza soddisfare quello dell’altra autocoscienza; essere riconosciute senza riconoscere; usare l’altra autocoscienza per affermare se stessa senza riconoscerla. Se la riconoscesse, la coscienza sarebbe costretta ad ammettere un soggetto indipendente non dominabile fuori di sé. A quel punto la verità non si ridurrebbe più a qualcosa di afferrabile dentro la propria coscienza, ma includerebbe la relazione. La Verità diverrebbe indefinibile perché altra (fuori di me) rispetto alle possibilità della mia coscienza. Ricordiamo che in Hegel la coscienza non è solo attività cognitiva, ma anche desiderio, azione. AUTOCOSCIENZA  Dalla coscienza degli oggetti alla coscienza di me stesso. Nell’autocoscienza la coscienza smette di considerare il vero come l’altro da sé, perché si è resa conto che il mondo degli oggetti esiste solo attraverso e nella coscienza. La consapevolezza di sé come consapevolezza della verità è una sorta di ritorno a casa. Questo ritorno però, è al tempo stesso confortante e terribile, poiché la coscienza deve ora ammettere l’esistenza di altre coscienze come oggetto del proprio desiderio. Ogni coscienza desidera affermarsi e divenire consapevole di sé, ma questo non può essere ottenuto rapportandosi ad oggetti, ma solo con altre persone.  Ogni coscienza desidera la sua autonomia e la sua libertà, eppure sperimenta continuamente dipendenza da oggetti che desidera. Il desiderio si può appagare solo appropriandosi del suo oggetto. Ma è un appagamento temporaneo e illusorio, perché continuamente sorgono nuovi desideri.  L’autocoscienza comprende che l’appagamento può derivare solo da un’altra autocoscienza e non da oggetti, eppure per assetare la volontà di dominio e per affermare se stessa tende a ridurre l’altra coscienza ad oggetto. AUTOCOSCIENZA  DIALETTICA SERVO-PADRONE: un’autocoscienza si afferma come padrona e l’altra come serva, perché pur di sopravvivere rinuncia alla propria libertà. Il padrone è colui che ha combattuto e si è imposto sull’altro, il servo è colui che si è sottomesso pur di aver salva la vita.  Sia il servo che il padrone sono indispensabili l’uno per l’altro perché è grazie al lavoro del servo che il padrone ha le sue ricchezze. Il servo, soltanto in quanto lavoratore, servo, oggetto viene riconosciuto dal padrone, così come il padrone, soltanto in quanto dominatore viene riconosciuto dal servo. Pertanto, nella dialettica servo-padrone, non siamo di fronte a un vero riconoscimento, perché questo avviene solo tra due soggetti che reciprocamente si riconoscono. Per arrivare a quest’ultima consapevolezza la coscienza deve effettuare un percorso. AUTOCOSCIENZA  Tra le esperienze storiche nel cammino di ascesa della coscienza ci sono due filosofie che hanno tentato di risolvere il conflitto tra le autocoscienze: la filosofia stoica ha pensato di liberarsi da ogni passione e desiderio, mentre lo scetticismo ha negato il valore del mondo e della verità. Entrambe hanno pensato che l’indifferenza all’altro fosse la condizione della realizzazione di sè.  La coscienza non trovando soddisfazione nella relazione con gli altri, perché non riceve in cambio un vero riconoscimento cioè un autentico desiderio, allora preferisce chiudersi in sè. Se Il mondo e gli altri non mi aiutano a liberare il mio spirito e non mi riconoscono per quello che sono, allora è meglio allontanarsi dal rapporto con gli altri, smettere di desiderare il desiderio degli altri. AUTOCOSCIENZA  Ma tutto questo è un illusione; per quanto cerchiamo di fare a meno degli altri ne abbiamo bisogno. Così nasce la coscienza infelice incapace di realizzare il proprio desiderio a causa di una scissione tra la coscienza e la natura (tutto ciò che è fuori di sé). La coscienza infelice è lo spirito che negata ogni verità nella natura cerca la verità in Dio.  Dio è l’unico essere che possa desiderarci veramente, che possa dirci chi siamo. Ma una relazione con Dio frutto del nostro desiderio insoddisfatto, rischia di trasformarsi in una forma di idolatria che genera un nuovo asservimento. Dio diventa un idolo, un nuovo padrone, nel quale alieniamo tutta la nostra identità fino al punto da scomparire sotto la sua luce. Il desiderio idolatrico di essere desiderati da Dio, annienta il desiderio stesso e con esso la nostra libertà. AUTOCOSCIENZA  La coscienza infelice è tipica della cultura ebraica dove l’uomo sperimenta da una parte la separazione tra l’aldiquà e l’aldilà, e dall’altra l’irraggiungibilità di Dio (per questo infelice). Il cristianesimo ha tentato di sanare questa distanza con l’incarnazione senza però riuscirci. Dio rimane trascendente.  Nell’ascetismo ultima fase dell’autocoscienza lo spirito raggiunge la massima perdita di sé. È il tentativo ultimo di raggiungerlo mortificando il corpo, ma è fallimentare. Finisce così l’epoca medievale per lasciare spazio alla cultura moderna fondata sulla ragione. RAGIONE  In questa seconda fase la ragione soggettiva diviene attiva cercando non solo di conoscere le ragioni del mondo ma di imporle con il pensiero. Nell’azione libera emerge lo spirito oltre la natura. Questo è stato ben analizzato da kant nella Critica della ragion pratica secondo Hegel. In kant la legge morale mi eleva dalla mera natura. In kant Dio mi desidera non se mi anniento, come nella coscienza infelice, ma se seguo una legge morale, se tratto gli altri come un fine, se ne riconosco il valore assoluto. Secondo kant, riconoscendo gli altri, non è detto che sarò felice, ma è ciò che si deve fare sperando nell’esistenza di un Dio. Hegel però non si accontenta di un possibile riconoscimento da parte di Dio. Per Hegel è possibile un reciproco riconoscimento grazie al diritto , alla morale, all’etica in questo mondo. RAGIONE  Il limite della ragione illuministica, sia osservativa che attiva, è che resta estranea al mondo e si limita a giudicarlo. La ragione pura kantiana ha cercato di definire categorie a priori con le quali conoscere il mondo, mentre la ragione pratica ha definito imperativi morali a priori. Secondo Hegel la verità e il bene non possono essere definiti a priori, ma solo all’interno di un contesto storico. Nel momento in cui il concetto astratto si realizza concretamente nella storia la ragione diviene spirito.  A questo punto si apre la riflessione sullo Spirito, ossia la realizzazione piena dell’autocoscienza nella concretezza storica. SPIRITO  Approfondisce la filosofia dello spirito nell’Enciclopedia delle scienze filosofiche.  Lo spirito è l’idea che dopo essersi materializzata nella natura prende coscienza di sé. È la sintesi tra mondo logico-ideale e reale ( per questo supera il dualismo platonico). È nello spirito che sorge la coscienza e la libertà che si manifesta attraverso le opere, le istituzioni, il pensiero.  Lo sviluppo dello spirito avviene attraverso tre momenti: 1) Spirito soggettivo 2) Spirito oggettivo 3) Spirito assoluto SCHEMA SPIRITO OGGETTIVO —_ > proprietà ————» | DIRITTO » | contratto Volere universale —_T_—> | giustizia sotto forma della necessità {> |proposito SPIRITO ) __—_—+»+ | MORALITÀ >» | intenzione OGGETTIVO Sentire comune ————> |Bene e male famiglia —» r—Ò |ETICITÀ Società civile Moralità come realtà ——_T_—_- Stato interiore dell’individuo DIRITTO ASTRATTO  Il diritto definisce le regole generali secondo le quali le singole persone devono agire senza curarsi di come tali azioni avvengano concretamente. Il diritto regola il rapporto tra gli uomini tutelandoli dagli illeciti tramite le sanzioni.  Il valore del diritto consiste nell’essere universale e uguale per tutti; il suo limite è l’astrattezza e la non considerazione delle volontà soggettive.  Tramite il diritto ho un riconoscimento come persona giuridica DIRITTO  È GIUSTA LA PENA DI MORTE?  Per Cesare Beccaria no, perché lo Stato è un contratto tra cittadini che nasce per tutelare i diritti individuali tra cui il diritto alla vita. Per Hegel lo Stato non è un contratto e la pena deve essere commisurata al crimine, dal momento che a compierla è un essere razionale. Sarebbe disonorevole per un essere capace di governare la sua volontà non rispondere delle scelte fatte. Per Hegel il dovere verso gli altri viene prima dei diritti individuali. Chi delinque compie un’azione che ricade sulla cittadinanza. ETICITÀ  Il bene universale tradotto nella realtà concreta è l’etica. La morale analizzava la volontà soggettiva mentre l’etica il bene oggettivo realizzato nella storia. L’etica sintetizza l’esteriorità del diritto e la soggettività della morale. Nell’etica il singolo si realizza nella collettività.  Tre momenti dialettici: famiglia, società, stato.  La famiglia è la più piccola unità spirituale fondata sull’amore, sulla fiducia, sull’educazione dei figli. L’individuo da solo non si realizza e non riesce neanche a prendere vera coscienza di sé.  Dall’unione di più famiglie nasce la società civile all’interno della quale però si scontrano gli interessi individuali. ETICITÀ  Per risolvere tali conflitti nasce lo Stato il quale è una sorta di grande famiglia. Lo Stato di Hegel non è lo Stato liberale di Locke il quale garantiva sicurezza e tutela dei diritti individuali. Non è neanche lo stato democratico di Rousseau che considerava il popolo come una massa indistinta. Il popolo non deve governare perché spesso non sa cosa vuole e confliggono in esso gli interessi individuali.  Hegel vuole una monarchia costituzionale (principi, diritti, doveri) basata sul diritto in quanto devono essere le leggi e non i singoli individui a definire cosa è bene per un popolo. Le leggi non devono essere imposte dall’esterno ma scaturire dall’ethos di un popolo con le sue tradizioni, per questo non vanno scritte a tavolino in base alle teorie universali. È uno Stato non dispotico ma ostile al suffragio universale. ETICITÀ  Lo Stato non è fondato sugli individui ma sull’idea di Stato cioè sul concetto di bene universale. È lo Stato che fonda gli individui perché il tutto è superiore alle parti che lo compongono. Il bene collettivo è superiore a quello individuale. I doveri del cittadino vengono prima dei diritti individuali. Lo Stato è un organismo unitario che va al di là dei singoli individui che lo compongono (come una squadra non si limita ad essere la somma dei singoli giocatori). L’individuo, solo in sé, non realizza la natura umana e non è veramente libero, rispetto all’individuo inserito in una comunità. Si è liberi nello Stato, non rispetto allo Stato. Una società individualista alimenta i conflitti e non rende liberi.  «Se lo stato viene scambiato per la società civile, e se quindi la sua destinazione viene posta nella sicurezza e nella protezione delle proprietà e della libertà personale, allora l’interesse dei singoli in quanto tali diviene il fine ultimo per cui essi sono uniti, e, a un tempo, il fatto di essere membro di uno stato finisce col dipendere dal capriccio individuale» (Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto») SPIRITO ASSOLUTO - Lo spirito soggettivo dopo aver preso coscienza di sé come individuo attraverso la relazione con gli altri, e dopo essersi realizzato nella storia e nella società (spirito oggettivo), riprende coscienza di sé non più come individuo ma come assoluto. Lo Spirito assoluto è la sintesi dello spirito soggettivo ed oggettivo, in quanto è la coscienza individuale che ha acquisito un punto di vista universale, assoluto, ha compreso l’espressione dell’idea nella storia. La coscienza in quanto spirito, dopo aver attraversato la società e la storia, può tornare in se stessa e riconoscersi finalmente in tutta la sua assolutezza nella filosofia dello spirito assoluto. Soltanto grazie all’arte, alla religione e alla filosofia la coscienza può sentirsi pienamente libera, consapevole, autonoma, indipendente in quanto capace di riconoscere la propria assolutezza.  Tale coscienza assoluta è il risultato di un processo dialettico triadico: 1) ARTE 2) RELIGIONE 3) FILOSOFIA ARTE  La verità assoluta viene intuita in una forma estetica sensibile.  Nell’opera d’arte si ha la natura spiritualizzata così si percepisce l’unità tra spirito e natura.  L’artista si ispira a ciò che va al di là del mondo sensibile (idea) ma si avvale della materia e di strumenti sensibili. RELIGIONE  La religione non si avvale della sensibilità come l’arte e non intuisce l’assoluto, ma lo rappresenta attraverso simboli, miti, immagini.  La religione entra in contatto con la verità assoluta non più immediatamente come nell’arte, ma in modo mediato da una rappresentazione di Dio che è fuori dal soggetto che la rappresenta. La religione è un concetto concretatosi in una forma esteriore da venerare, è una sorta di metafora del concetto. A fondamento della religione non c’è la ragione, ma il sentimento; per questo Hegel è contrario al deismo (alla religione razionale). Nel cristianesimo Dio è l’assoluto in sé, il figlio è l’assoluto fuori di sé, lo spirito santo è il figlio che torna al padre dopo aver fatto l’esperienza della morte e resurrezione.
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