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HEGEL: fenomenologia dello spirito, Appunti di Filosofia

Le tappe attraverso cui lo spirito si manifesta nella storia e nel tempo, con l'obiettivo di purificare la conoscenza empirica e innalzarla fino allo spirito e al sapere assoluto. Vengono descritte le tappe della coscienza, dell'autocoscienza e della ragione, con esempi tratti dalla storia della filosofia. utile per comprendere la filosofia hegeliana e le sue tappe fondamentali.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 05/04/2022

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Scarica HEGEL: fenomenologia dello spirito e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO Significato del titolo: descrizione delle tappe o delle figure attraverso le quali lo spirito si manifesta nel tempo e nella storia. Riguarda sia il percorso di conoscenza di ogni singolo uomo sia la vita dello spirito stesso che attraverso tappe successive giunge al sapere assoluto. OBJ: Scopo di purificare la conoscenza empirica e innalzarla attraverso una mediazione fino allo spirito e al sapere assoluto. Le tappe della fenomenologia dello spirito (l’una implica l’altra) Riassunto: Ogni coscienza è auto-coscienza, a sua volta l’auto-coscienza si scopre come ragione, infine la ragione si realizza pienamente come spirito che tramite la religione nel sapere assoluto raggiunge un suo vertice. 1) COSCIENZA : Coscienza di aver presente qualcosa, da una parte c’è l’uomo,che è il soggetto conoscente, dall’altra l’oggetto conosciuto. Ci sono io che conosco che ho di fronte a me un mondo di realtà e di oggetti che sono indipendenti da me. In Hegel non c’è mai un punto di arrivo, ogni traguardo è un punto di ripartenza. La coscienza affronta tre tappe: - La certezza sensibile : momento dell’esperienza completa, quando la realtà che incontriamo ci appare qui ed ora, quel particolare ci si presenta come la verità, e sembra che sia la verità, ma nel momento in cui facciamo un passo superiore ci accorgiamo che quell’oggetto non può risolversi soltanto nel particolare ma ha bisogno di riferirsi al generale. Occorre passare al secondo momento. - la percezione: l’oggetto percepito è ad un tempo uno, ma possiede molteplici proprietà ad un tempo. Come mettere insieme l’uno e i molti? Occorre passare al terzo momento. - l’intelletto: l’oggetto conosciuto si presenta a noi come un oggetto che è prodotto da una serie di forze o di leggi che l’intelletto pone. Nel momento in cui l’oggetto appare come un oggetto che si presenta a noi come fenomeno e quindi come prodotto di forze, e quando scopriamo che queste forze dipendono dall’uomo che conosce, la coscienza non è più coscienza di qualcosa d’altro da sé, ma se tutto dipende da essa, diventa autocoscienza, sapere di sé. 2) AUTOCOSCIENZA: Come un graduale acquisto di consapevolezza. L’autocoscienza è mossa dal desiderio di appropriarsi di tutte le cose, cioè la pretesa di far dipendere tutto da sé. Deve confrontarsi con le altre autocoscienze. Quindi se ogni autocoscienza pretende di far dipendere tutto da sé deve lottare con le altre autocoscienze, nasce “la lotta per la vita e per la morte” deve esserci questa lotta, tutto è movimento dialettico, nulla accade a caso, tutto ha un significato. Nelle lotta la singola autocoscienza prende ancora più consapevolezza di sé perché si mette in confronto. Dialettica tra padrone e servo: in questa lotta il padrone ha rischiato tutto se stesso, il servo ad un certo punto, temendo per la propria vita accetta la sconfitta, pur di aver salva la vita si assoggetta al padrone. Il padrone (autocoscienza) vince e il servo ha perso. Accetta la sua condizione di schiavitù, quindi agli occhi del padrone il servo diventa uno strumento del quale lui si serve. Il servo è costretto a lavorare e a fare tutto ciò che il padrone faceva una volta e che adesso non deve più fare. Il padrone può stare tranquillo, tanto il servo fa tutto al suo posto. Il movimento dialettico porta al rovesciamento delle parti: agli occhi del padrone il servo è un oggetto, invece il servo vede ancora il padrone come un’altra autocoscienza e si confronta e si paragona con lui e acquista consapevolezza di sé. Mentre il servo gradualmente acquista sempre di più la capacità di lavorare e di costruire, il padrone sta perdendo questa capacità e quindi a sua insaputa il padrone diventa sempre più dipendente dal servo, non può più farne a meno. Quando il servo acquista questa consapevolezza, si sviluppa un movimento dialettico che porta al rovesciamento delle parti: il padrone è colui che è dipendente e diventa il vero servo mentre il servo è colui che acquista piena consapevolezza di sé attraverso il lavoro. Successivamente Hegel riprende alcune tappe della storia della filosofia, dicendo che la coscienza è rappresentata dallo stoicismo, dallo scetticismo e dalla coscienza infelice. Lo stoicismo: Rappresenta la libertà della coscienza quando si riconosce come pensiero, che si alza sopra di ogni signoria e schiavitù, il saggio stoico è colui che è consapevole di dipendere solo da sé. La forza della conoscenza gli permette di affrontare qualsiasi avversità. Il limite dello stoicismo secondo Hegel è la pretesa di libertà che in realtà rimane astratta. Nel momento in cui si acquista questa consapevolezza si passa nello scetticismo. Lo scetticismo: Pretesa di distaccarsi totalmente dal mondo, negare l’esistenza della verità, ma l’atteggiamento scettico non può che portare all’auto-contraddizione. Questo porta ad una frattura e ad una separazione, autocoscienza duplicata tra una realtà che risulta essere immutabile e l’altra invece in continuo divenire mutabile. Come descrive questa condizione dell’autocoscienza che definisce coscienza infelice? La coscienza infelice: caratterizzerebbe questa condizione di coscienza infelice soprattutto il Cristianesimo medioevale. Agli occhi di Hegel l’uomo religioso medioevale vivrebbe questa separazione tra il suo Io e la realtà di Dio che è totalmente altro. Vivrebbe la condizione di lontananza da Dio. Condizione di lacerazione interiore. Come può superare questa condizione? L’unica possibilità è che la coscienza diventata autocoscienza che vive questa condizione dentro di sé diventi qualcosa altro: 3) RAGIONE: Quando la coscienza acquista la certezza di essere ogni realtà diventa ragione. Piena unità di pensiero e di essere. E’ composta da tre tappe: - Ragione che osserva la natura: Comincia a guardare la realtà capendo che tutto ciò che è razionale è reale. - Ragione che agisce: si attiva quando si ha la consapevolezza che l’unità di io e mondo non è qualcosa di precostituito ma è qualcosa che si realizza ogni giorno, una figura emblematica che Hegel menziona per questa ragione attiva è quella di una persona delusa dalla scienza e dal progresso che si butta a capofitto nella ricerca del piacere, nel voler soddisfare i propri bisogni. Questa figura si va a scontrare con il destino che non si può controllare, e lì arriva una seconda figura della ragione attiva che Hegel chiama “la legge del cuore e il delirio della presunzione”: ossia quelle persone che lottano contro i mali del mondo e poi entrano in conflitto con altre persone che a loro volta lottano contro i mali del mondo. E qui arriva la terza figura che chiama “la virtù e il corso del mondo” con uomini virtuosi e moralizzatori che cercano di invertire il corso del mondo senza però riuscirci. -Individualità che è a se stessa reale in se stessa e per se stessa: E’ divisa in tre parti: 1) Il regno animale dello spirito: c’è un passaggio dalla virtù della ragione attiva alla dedizione per i propri compiti di vita 2) la ragione Legislatrice: è la ragione che cerca dentro di sé delle leggi 3) La ragione esaminatrice delle leggi: ragione che esamina le leggi per cercare di essere sopra alle leggi stessa, raggiunge la consapevolezza di essere dentro la sostanza etica di un popolo. La ragione che si realizza in un popolo libero e nelle sue istituzioni è la Coscienza che si riunisce alla propria sostanza etica: Lo spirito. 4) SPIRITO: “Io che è Noi, Noi che è Io” E’ la persona che si rapporta nella società, nella comunità in cui vive. E’ composto da tre tappe: - Lo spirito in sé come eticità: l’eticità data dallo spirito vero: si ritrova nella polis greca, dove si realizza la bella vita etica del popolo greco, ma questa bella vita etica è instabile, perché ha una verità immediata. Iniziano perciò a nascere dei conflitti dialettici tra legge divina e legge umana.
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