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Hegel: Fenomenologia dello spirito , Dispense di Filosofia

Breve dispensa sulla fenomenologia dello spirito di Hegel

Tipologia: Dispense

2016/2017

Caricato il 18/06/2017

laura_di_sante
laura_di_sante 🇮🇹

4.7

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Scarica Hegel: Fenomenologia dello spirito e più Dispense in PDF di Filosofia solo su Docsity! G. W. FRIEDRICH HEGEL (1770-1831) BIOGRAFIA. (noterete sottolineate le città che Hegel tocca nel corso della sua vita. Le città in un certo senso scandiscono anche lo sviluppo del suo pensiero: Stoccarda, Tubinga, Berna, Francoforte, Jena, Bamberga, Norimberga, Heidelberg, Berlino. Vale la pensa segnalare di sfuggita la differenza rispetto a Kant, abitudinario, che non si mosse mai dalla sua Könisberg). Georg Wilhelm Hegel nasce il 27 agosto 1770 a Stuttgart, capitale del Granducato del Würtemberg (Germania), da famiglia benestante di religione luterana. Frequenta il ginnasio della sua città natale, dove riceve una solida formazione classica, ma ebbe anche una buona formazione scientifica, specialmente matematica. Nel 1788 Hegel si iscrive all’università di Tubinga per studiarvi teologia e ottiene un posto come borsista nello Stift, seminario destinato alla formazione dei pastori protestanti. Qui stringe amicizia con il poeta Hölderlin e con Schelling, più giovane di cinque anni, ma molto precoce. Con loro celebrerà l’anniversario della presa della Bastiglia piantando un “albero della libertà”, simbolo di entusiasmo per la Rivoluzione francese. La formazione ricevuta a Tubinga da Hegel è in linea con l’ortodossia luterana dal punto di vista teologico, mentre dal punto di vista filosofico aperta alle influenze di Spinoza, Rousseau e, soprattutto, Kant. Hegel conclude gli studi a Tubinga nel 1793 e non si dedica alla carriera ecclesiastica, ma si trasferisce a Berna, in Svizzera, dove insegna come docente privato in una ricca famiglia borghese. In questo periodo i suoi interessi sono prevalentemente di natura teologica e risalgono a questi anni gli scritti pubblicati postumi da Hernest Nohl (Scritti teologici giovanili). Nel 1797, per intervento dell’amico Hölderlin, che si trova a Francoforte sul Meno, Hegel ottiene un nuovo posto di precettore presso una famiglia di questa stessa città. Continua ancora a comporre scritti di carattere teologico. Nel 1799, in seguito alla morte del padre, eredita un piccolo patrimonio e decide di lasciare la professione di precettore privato per dedicarsi agli studi di filosofia e tentare la carriera universitaria. Pertanto, due anni dopo, su consiglio di Schelling, si trasferisce a Jena, nella cui celebre università avevano insegnato Reinhold, Fichte, Schiller, i fratelli Schlegel e dove insegnava già come professore ordinario lo stesso Schelling. Qui compone la sua prima pubblicazione, la Differenza tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schelling (1801). Nel 1805 viene nominato professore straordinario nell’università di Jena, ma in seguito alla vittoria di Napoleone sull’esercito prussiano avvenuta proprio a Jena nel 18061, l’università viene chiusa. Nello stesso anno Hegel scrive la sua prima opera importante Fenomenologia dello Spirito, che però verrà pubblicata a Bamberga. Lasciata Jena, infatti, nel 1807 il filosofo tedesco si trasferisce a Bamberga, in Baviera dove ricopre il ruolo di redattore della gazzetta locale. Ma alcuni contrasti sorti con la censura per gli articoli pubblicati da Hegel nel giornale lo inducono a lasciare Bamberga, per cui nel 1808 lo ritroviamo a Norimberga come rettore del Ginnasio del posto. Qui si sposa e ha due figli. Nel 1812 pubblica il primo volume e nel 1816 il secondo volume della Scienza della logica. Quest’opera gli procura una serie di chiamate come professore ordinario in diverse università, tra cui quella di Heidelberg dove insegnerà per qualche anno. Nel 1818 ricoprirà invece la cattedra di filosofia che era stata di Fichte, presso l’università di Berlino. Muore di colera il 14 novembre 1831, a soli sessantun anni. 1Durante l’occupazione francese di Jena, Hegel vede Napoleone a cavallo e scrive all’amico Niethammer di aver scorto in lui «l’anima del mondo concentrata in un solo punto». TESI DI FONDO DEL SISTEMA HEGELIANO Hegel è il massimo esponente dell’idealismo e dobbiamo immediatamente chiarire come la filosofia hegeliana si presenta come un sistema, un tutto armonico e unitario in cui ogni parte si presenta come manifestazione del tutto. Per comprendere ciò bisogna innanzitutto spiegare:  la risoluzione del finito nell’infinito  l’identità tra ragione e realtà  la dialettica. LA RISOLUZIONE DEL FINITO NELL’INFINITO. Hegel recuperando in parte la riflessione schellinghiana, sostiene che il negativo non può essere qualcosa di posto dal positivo, e quindi in un certo qual modo secondario (come aveva sostenuto Fichte), ma piuttosto si trova nel positivo stesso. Tuttavia Hegel supera Schelling, il cui Assoluto è una notte in cui «tutte le vacche sono nere»2, introducendo nell’Assoluto schellinghiano il movimento, il divenire, come cifra essenziale. (lo comprenderemo ancora meglio successivamente trattando della dialettica). Dunque finito e infinito coincidono, laddove il finito, o meglio tutto ciò che noi chiamiamo finito, non è altro che manifestazione dell’infinito, espressione parziale dell’infnito. L’Assoluto hegeliano è dunque un Soggetto spirituale in divenire di cui tutto ciò che esiste è manifestazione nel senso di “tappa”, “momento” di realizzazione. L’Assoluto hegeliano ricorda la Sostanza di Spinoza: si tratta di un monismo panteistico che vede nel mondo finito la realizzazione di un piano divino e onnicomprensivo3, ma mentre la Sostanza di Spinoza era qualcosa di statico, l’Assoluto hegeliano, che Hegel chiama SPIRITO (GEIST) è un Soggetto in divenire continuo. Tanto che, vedremo meglio in seguito, la verità è nel risultato e non può essere data come immediata (come ad esempio faceva Cartesio, con l’intuizione del cogito). L'assoluto di Schelling, come quello di Spinoza, per Hegel è indeterminato, astratto, non reale. La storia umana è in un certo senso la storia di questo Spirito che “cammina” attraverso le sue figure e lentamente giunge, attraverso lacerazioni e opposizioni (=dialetticamente), giunge alla piena consapevolezza di se stesso come unità nelle opposizioni di finito e infinito, di natura e spirito, di realtà e pensiero. IDENTITÀ TRA RAGIONE E REALTÀ. Un noto aforisma di Hegel recita: «Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale» 4. Che cosa significa? Anche qui il richiamo a Spinoza è sentito. Con la prima parte della formula Hegel intende dire che la razionalità non è pura astrazione, schema o dover essere, ma è la forma stessa di ciò che è, ossia è la realtà stessa così dispiegata. D’altra parte 2Mi riferisco alla polemica fatta da Hegel nella Prefazione della Fenomenologia dello spirito, nello specifico ai passi in cui polemizza con il formalismo di Schelling, o meglio dei “ripetitori” di Schelling. Per Hegel se Schelling ha giustamente superato Fichte nel riconoscere che positivo e negativi sono risvolti dello stesso Assoluto, non ha considerato il movimento di scontro tra negativo e positivo e il superamento, restando in un’indifferentismo statico di natura e spirito. 3Se ci ricordiamo la Sostanza spinoziana era l’unica realtà che comprendeva natura e Dio («Deus sive Natura» scriveva Spinoza, trad. «Dio ovvero la natura»). Il mondo e le cose del mondo non erano altro che manifestazioni in atto dell’unica Sostanza. Rispetto a Giordano Bruno (che parlava di Natura come volto temporale di Dio), tuttavia, la Sostanza di Spinoza non era un’entità creatrice che generava varie sostanze, varie realtà, ma piuttosto una sorta di legge razionale che governava e ordinava il cosmo, la struttura razionale del reale. In questo senso lo Spirito o Assoluto hegeliano è molto simile. La differenza si trova nell’introduzione del divenire, del movimento dialettico dello Spirito, detto in altre parole della storia come dispiegarsi dialettico dello Spirito. 4Tratta dalla Prefazione a Lineamenti di filosofia del diritto.
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