Scarica HEGEL pt.3 : LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO; PRIMA PARTE DELLA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO; COSCIENZA; AUTOCOSCIENZA e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO Il termine fenomenologia (dal gr. Phainòmenon “fenomeno, apparenza” e Logos “discorso, dottrina”) Indica la descrizione o la scienza di ciò che appare. Poiché nel sistema hegeliano l’intera realtà è lo spirito, la fenomenologia consisterà nell’apparire dello spirito a se stesso, cioè nel pervenire dello spirito alla consapevolezza di essere tutta la realtà, cioè l’Assoluto quale identità di finito e infinito, reale e razionale. Hegel descrive quindi il progressivo affermarsi e “conoscersi” dello spirito, e lo fa attraverso una serie di figure, cioè di tappe ideali che sono momenti della progressiva conquista della verità da parte dell’uomo. La fenomenologia è la storia romanzata della coscienza, la quale, attraverso contrasti, scissioni, infelicità, dolore, esce dalla sua individualità, raggiunge l’universalità e si riconosce come ragione che è la realtà e realtà che è ragione. L’intero ciclo della fenomenologia si può vedere riassunto nella coscienza infelice cioè quella che non sa di essere tutta la realtà, perciò si trova scissa in differenze, opposizioni o conflitti dei quali è internamente dilaniata e dei quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutte. La fenomenologia si divide in due parti: 1. La prima parte comprende i tre momenti della coscienza (tesi), dell’autocoscienza (antitesi) e della ragione (sintesi). 2. La seconda comprende le 3 sezioni dello spirito, della religione e del sapere assoluto. Nella fase della coscienza predomina l’attenzione verso l’oggetto. Nella fase dell’autocoscienza predomina l’attenzione verso il soggetto. Nella fase della ragione predomina l’unità profonda di soggetto e oggetto. PRIMA PARTE DELLA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO COSCIENZA La coscienza si articola in: certezza sensibile, percezione e intelletto. ♦ La certezza sensibile appare a prima vista come la forma di conoscenza più ricca e sicura; in realtà è la più povera, poiché non rende certi che di una indeterminata e generica cosa singola, (questo albero o questa cosa) in quanto presenti qui e ora davanti a noi, e non, come potrebbe sembrare, dell’albero o della cosa in quanto tali. Pertanto, è la forma di conoscenza più astratta e indeterminata. ♦ Il passaggio dal sapere immediato al sapere mediato si realizza con la “percezione”, la quale esplicita quella distinzione tra soggetto che percepisce e oggetto percepito che era implicitamente presente nella certezza sensibile. Nella percezione il generico “questo”, che si cercava di afferrare con i sensi, diventa la “cosa”, percepita dall’io come sostanza. L’oggetto non può essere percepito come uno, se l’io non riconosce che l’unità dell’oggetto è da lui stesso stabilita. In tal modo l’oggetto si risolve interamente nel soggetto. La coscienza dell’oggetto è coscienza di sé quale centro unificatore dei dati dell’esperienza. ♦ L’intelletto consiste nella capacità di cogliere gli oggetti non come tali, ma come “fenomeni” cioè solo come risultati di una “forza” che agisce sul soggetto secondo una legge determinata.