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Hegel Riassunto sintetico e comprensibile, Schemi e mappe concettuali di Filosofia

Riassunto di Hegel con approfondimento schemi in modo da facilitare la comprensione

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 17/04/2024

Giagietto
Giagietto 🇮🇹

1 documento

Anteprima parziale del testo

Scarica Hegel Riassunto sintetico e comprensibile e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! Capitolo sesto I. La vita, le opere e la genesi del pensiero di Hegel ® Nato a Stoccarda nel 1ZZ0, Georg Wilhelm Friedrich Hegel frequentò il gin- nasio della città natale. Nel 1788 si iscrisse all’Università di Tubinga dove studiò filo- gOfia e teologia; qui strinse rapporti di amicizia con Hòlderlin e Schelling. Terminati gli studi, Hegel fu precettore a Berna (1793-96) e a Francoforte. (1797-99). Dopo la moîte del padre, grazie all'eredità toccatagli, poté dedicarsi interamente agli studi e nel 1801 si recò a Jena, dove conseguì la do-_ cenza e insegnò prima da libero docente, poi da professore straordinario. 7 Nel 1801 pubblicò la Differenza Tra il sistema filosofico di Fichte e quello di Schel- Jing, prendendo posizione a favore di quest'ultimo; insieme a Schelling, inoltre, pubblicò dal 1802 al 1803 il «Giornale critico della filosofia», dove comparvero im- portanti suoi saggi. Aena fhaturò la sua prima grande opera, la Fenomenologia dello Spirito, terminata nel 6 e pubblicata l'anno seguente. In difficoltà economiche “per via della guerra, si trasferì prima a Bamberga, per dirigerne la «Gazzetta» locale, poi a Norimberga, dove fu preside del ginnasio fino al 1816; qui pubblicò la Scienza della logica, la sua opera più complessa. Dal 1816 al 1818 fu all'Università di Heidel- Berg, dove diede alle stampe l'Énciclopedia delle scienze filosofiche in compendio. Nel 1818 passò a Berlino, dove rimase fino al 1831,.anno della sua morte. Fu questo il periodo di maggior successo; qui videro la luce solo i Lineamenti di filosofia del diritto (1821), ma fervida fu l’attività per preparare i suoi corsi di lezioni (dalla storia all'e- stetica, dalla religione alla storia della filosofia), pubblicati postumi dai discepoli. Lo vita $1 * La Fenomenologia dello Spirito segnando sul piano personale oltre che filo- sofico la rottura definitiva con Schelling, inaugura la fase matura del pensiero he- geliano. Dopo Îa Fenomenologia, che costituisce l'introduzione” al sistema specu- lativo, i vertici del pensiero di Hegel sono raggiunti*Telle altre Tre î capolavori monumentali opere da lui pubblicate in vita: La scienza della logi. hegetiani ca (1812-16), l'Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio e le diverse (1817, riedita con ampliamenti nel 1827 e nel 1830; un'ulteriore valutazioni edizione in tre volumi, contenente i chiarimenti dati da Hegel nel di essi corso delle sue lezioni, fu pubblicata postuma dai suoi allievi fra l > $23 1840 e il 1845) e i Lineamenti di filosofia del diritto (1821). Tutte queste opere sono di rilievo assai notevole e ciò spiega perché, in tempi diversi o in ottiche diverse, ciascuna di esse sia stata considerata come il vero ca- polavoro di Hegel. La Fenomenologia, pur con i suoi difetti, è l'opera per certi aspetti più viva e affascinante, ma la posizione storico-teoretica di Hegel emerge, probabilmente con maggior chiarezza e completezza nella Grande Enciclopedia, in ‘e volumi,le cui integrazioni dei corsi di lezione sono straordinariamente ricche di analisi e di notazioni ancora oggi degne di essere meditate a fondo. 99 Capitolo sesto - Hegel e l’Idealismo assoluto 0 I. I capisaldi del sistema == * | nuclei concettuali cui tutto il sistema hegeliano può essere ricondotto, se- guendone in concreto lo sviluppo fino al suo compimento, sono tre: 1) la realtà in quanto tale è Spirito infinito; . capisaldi 2) la struttura e la vita stessa dello Spirito, quindi anche Îl concettuali procedimento secondo cui si svolge il sapere filosofico, èla dialet- S$1 tica; 3) la peculiarità di questa dialettica, assai differente da tutte le forme prece- denti di dialettica, è l'elemento “speculativo”. ® Un punto di vista fondamentale del pensiero hegeliano è quello di intende- re la verità non come Sostanza fissa e immutabile, ma come Soggetto, come piri3 ‘ "to, cioè come attività, processo, automovi Per HegetTo Spirito si autogeriera, enerando a Un tempo To fropria determinazione e superandola completamente: To Spirito è infinito perché si attua è s7 realizza, sempre come infinito che pone € insieme supera ITfimito. Lo] come un a = 3 La concezione infinito hegeliano è dello spirito Lg na in maniera di- infinito. namica, C @ spirale in cui il particolare è sem- Le novità ‘pre posto e sempre dinamicamente risolto nell’universale. rispetto "È questa la novità che Hegel guadagna rispetto a Fichte, nel cina quale la scissione di lo e non-io (tra soggetto e oggetto, infinito e — $.2.1.2.5 finito) restava insuperata. Rispetto poi all'identità originaria tematizzata da Schelling, che appare a He- eruola, artificiosa e ingiustificata («la notte in cui tutte le vacche sono nere lo Spirito infinito hegeliano è un unum atque idem che si riplasma in figure sem- pre diverse: l'Assoluto è un’uguaglianza che continuamente si differenzia per ricosti=. tuirsi Ogni momento del reale è momento necessario dell’Assoluto, il quale si fa “e sì realizza appunto in @iascuno e in tutti questi momenti: il reale è dunque un processo che si autocrea mentre percorre i suoi momenti successivi, e în cui il po- sffivo è appunto il movimento stesso come progressivo autoarricchimento. e Il movimento proprio dello Spirito è il riflettersi in se stesso, una riflessione circolare in cui Hegel distingue tre momenti: 1) l'essere-in-s6; 2) lessere-gltro o essere-fu dello spinto. 3) il ritorno a sé o essere-ii -per-Sé. secon Il movimento autoproduttivo dell’Assoluto ha dunque un rit- _;f movimento mo triadico, che si ripete strutturalmente a tutti i livelli del reale e dialettico che nell'Assoluto stesso dà luogo a tre momenti originari e para- —»$2.6-2.8 digmatici: 1) l’idea in sé, che è Logos come razionalità pura (oggetto della Logica); 2) la Natura, che è l’Idea fuori di sé, cioè alienatasi (oggetto della Filosofia della Natura); 3) lo Spirito in generale, che è l’Idea ritornata a sé dall’alienazione e divenuta in sé e per sé (oggetto della Filosofia dello Spirito). Tutto è dunque sviluppo dell’Idea, che sopporta e supera la sua negazione, e la famosa frase di Hegel «tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale» indica appunto che la realtà è lo stesso svilupparsi dell'idea, e viceversa. B Idea. 1'“Idea” è per Hegel il ter- mine più idoneo per esprimere In generale l'Assoluto, cioè il Dio uno e trino del Cristianesimo, nella sua to- talità. L'idea assoluta si autogenera, generando a un tempo la propria de- terminazione e superandola com- pletamente: essa si attua e si realizza sempre come infinito che pone e insie- me supera il finito. L'idea assoluta hegeliana è così co- me un circolo in cui principio e fine coincidono in maniera dinamica, o meglio come un movimento a spira- le in cui il particolare è sempre po- sto e sempre dinamicamente risolto nell'universale. L'automovimento dell'idea assoluta è infatti il movimento del riflettersi en- tro se stessa, è una riflessione circola- re in cui Hegel distingue tre mo- menti: 1) l'essere-in-sé; - 2) l’essere-altro o essere-fuori-di-sé; 3) il ritorno a sé o essere-in-sé-e-per-sé. Il movimento autoproduttivo dell’|- dea assoluta ha dunque un ritmo triadico, che si ripete strutturalmente a tutti i livelli del reale e che nell’ dea assoluta stessa dà luogo a tre momenti originari e paradigmatici: 1) l’Idea in sé, che è Logos come ra- zionalità pura; 2) la Natura, che è l’Idea fuori di sé, cioè oggettivatasi e alienatasi; 3) lo Spirito in generale, che è l’Idea ritornata a sé dall’alienazione e dive- nuta in sé e per sé, Tutto è dunque sviluppo dell'idea, e la famosa frase di Hegel secondo cui «tutto ciò che è reale è razionale e tutto ciò che è razionale è reale» in. dica appunto che la realtà è lo stes- so svilupparsi dell'idea, e viceversa. LA EG IGN 1 glio 1 die pialettica. unico metodo in i ‘re la conoscenza di innalza- do Hegel il metodo dialetti i del quale la verità può finalmente TI osa del sistema cevere la forma rigori della scientificità. La dialettica era nata nell'ambito rattutto CON della Scuola di Elea, SOP nella Grecità aveva rag- vertici CON. PI Ila dialettica classica, do movimento € dinamicità alle essenze € ai concetti universali che, già scoperti dagli antichi, erano. | erò rimasti presso costoro in UNA. | sorta di rigida quiete, quasi solidifi- cati. Il cuore della dialettica diviene così il movimento, € precisamente il movimento circolare 0 A spirale con ritmo triadico. I tre momenti del moto dialettico sono: ‘ 1) la tesi, che è il momento astratto 0 intellettivo; e è il momento dialet- 2) l’antitesi, ch tico (in senso stretto) O negativa- mente razionale; 3) la sintesi, che è il momento specu- Jativo © positivamente razionale. laccia a Mw Speculativo. Lo “speculativo”, che costituisce una scoperta tipica- mente hegeliana, è il terzo momento 4 della dialettica e consiste nella cono- 3 scenza degli opposti nella loro unità: ‘ | esso è la riaffermazione del positivo * che si realizza mediante la negazione * del negativo proprio delle antitesi dia- - lettiche, e quindi è un'elevazione del. 4 positivo delle tesi a un più alto livello. 4 Per Hegel, infatti, la negazione specula- - i tivanonè affatto un annientamento to- : j tale, né un accantonamento definitivo, ma è propriamente una conservazione ; 4 di ciò cheviene negato e la sua elevazio-. ne a un livello superiore è un suo “inve- 4 ramento” e una sua “positivizzazione”. | Egli usa in proposito i termini, divenuti molto famosi, aufheben e Aufhebung, i cheintedesco hanno il duplice signifi- ; cato di “levare, mettere da parte” e di | “conservare”. Lo speculativo costituì | sce dunque il vertice cui perviene la ra- 3 gione,ladimensionedell'Assoluto. mi Logica. La “logica” di Hegel none un puro “strumento” © "metodo come logica tradizionale, ma è lo s dio della struttura dell'intero, nel sen- so che la Logica stessa, in quanto Idea-in-sé, è l’autostrutturarsi dell’im- palcatura dell'intero. . La Logica inizia e si svolge interamen- te sul piano definitivamente guada- gnato dalla Fenomenologia dello Spiri- to, cioè sul piano del Sapere assoluto, in cui è scomparsa ogni differenza fra “certezza” (che implica soggettività) e “verità” (che è sempre oggettività), fra “sapere” come forma e “sapere” come contenuto. La tesi di fondo della logica hegelia- na, che si rifà all'antica posizione di Parmenide, è che “pensare” e “esse- re” coincidono: il pensiero, nel suo procedere, realizza se stesso e il pro- prio contenuto, e questa realizzazio- ne dialettica è a un tempo, in modo di volta in volta rinnovato, un “pensare l'essere” e l’“essere del pensiero”. La Logica coincide così con l’ontologia (ossia con la metafisica), e in tal senso costituisce la sintesi speculativa dei contenuti che si trovano nell’Organon e nella Metafisica di Aristotele. Nel suo complesso, dunque, la Logica è il regno del pensiero puro; è /a Verità come essa è in sé e per sé senza velo, è l’esposizione di Dio come Egli è nella sua eterna essenza prima della creazione della natura e di ogni spirito finito. Il Logos della Logica va concepito an- ch esso come sviluppo e processo dialettico: l’“Idea logica” è la totalità delle sue determinazioni concettuali nel loro dispiegamento dialettico. STE a fondamentali della Logica È re, l'essenza e il concetto. V.la filosofia della Natura === — ————————— e Il passaggio dell'idea alla Natura è il punto teoretico più problematico della filosofia di Hegel, soggetto a diverse interpretazioni che sorgono dalle stesse ambi- gue affermazioni del filosofo in proposito. Ciò dipende soprattutto dal fatto che He- gel fa fatica a dominare le diverse suggestioni che confluiscono su questo punto: a) la processione dialettica del N . Molteplici È eoplatonismo, che concepi- suggestioni i va lo svolgimento della realtà in senso triadico come manenza € schema (moné), uscita (préodos) e ritorno (epistrophé): per Hegel la Natura dialettico corrisponde all'uscita”; >$1-2 b) il dogma della teologia cristiana della creazione; di dogmi dell'incarnazione, passione, morte e risurrezione di Cristo; d) la concezione tipicamente romantica del farsi-estraneo dello Spirito a se stesso allo scopo di prendere consapevolezza di sé e di realizzarsi compiutamente Capitolo sesto - Hegel e l'Idealismo assoluto 199 VI. La Filosofia dello Spirito ne Lo Spirito è l’idea che ritorna a sé dalla sua alterità, è la più alta manifestazione dell’Assoluto, l'autorealizzarsi e l’autoconoscersi di Dio. In questa ottica, Idea logica e Natura vanno viste come poli dialettici di cui lo Spirito è la sintesi vivente. Anche la Filo- sofia dello Spirito è strutturata in maniera triadica, ed è quindi divisa in tre momenti. .1 )lo Spirito soggettivo è quello ancora legato alla finitudine. Le sue tappe sono: a) l'antropologia, che è lo studio dell'anima considerata nella sua fase aurorale; b) la fenomenologia, che studia il processo che dalla coscienza, attraverso l'autocoscienza, porta alla ragione; Lo Spirito d la psicologia, chi i îri “ci N . soggettivo p: gia, che studia lo spirito del singolo fino alla sua li. —$2 bertà. *2)lo Spirito oggettivo è quello che si realizza nella famiglia, nella società, nelle leggi dello Stato: è l'ethos della vita etico-politica, è la storia-che-si-fa. Le tappe della sua realizzazione sono: a)il diritto astratto, în cui la volontà libera si concretizza nel rap- Lo Spirito porto con le cose e gli oggetti esterni; oggettivo b) la moralità, in cui la volontà libera formula i suoi giudizi 53 morali secondo regole universali; ©) l'eticità, in cui la volontà del soggetto vuole fini concreti e si realizza gradual- mente attraverso la famiglia, la società civile e lo Stato: lo Stato è l’Idea stessa che si manifesta nel mondo, e il cittadino esiste solo in quanto membro dello Stato. La Storia del mondo, nata dalla dialettica degli Stati, è dunque il dispiegarsi dell’I- dea e si svolge secondo un piano razionale, mentre la filosofia della Storia, in quanto conoscenza scientifica di questo piano, diviene la “teodicea” che giustifica ciò che ap- pare come male di fronte al potere assoluto della Ragione. Nella Storia, lo Spirito og- gettivo si particolarizza come “spirito del popolo” (Volksgeist) e tutti gli spiriti naziona- li sono manifestazioni diverse dello “Spirito del mondo” (Weltgeist), il quale si serve dei popoli per tessere i suoi disegni (è questa “l'astuzia della Ragione”). Ora, delle grandi fasi della Storia del mondo (orientale, greco-romana, cristiano-germanica), l’ultima è quella in cui lo Spirito sembra essersi pienamente realizzato. E così, in modo piuttosto aporetico, la dialettica storica infine parrebbe arrestarsi. e 3) L'idea conclude il suo “ritorno a sé” nell’autoconoscersi assoluto. Lo Spirito as- soluto è l’idea che si autoconosce in maniera assoluta, è Dio che si concilia con la sua co- munità e con se stesso. Anche lo Spirito assoluto si sviluppa in un senso triadico, che corre parallelamente alla Storia del mondo per conciliarsi e unificarsi Lo ss con essa nella fase della cristianità germanica. Le fasi principali di GRU s4 questo processo sono: 0 . n a) l'intuizione sensibile, cioè l'Arte, la quale presenta alla coscienza la Verità sotto forma sensibile; n "E uv b) la rappresentazione della fede, cioè la Religione, la quale trasferisce l'Assoluto nel- l'interiorità delsoggetto; —___ inatienià î aa d) il concetto puro, cioè la Filosofia, in cui si unificano l'oggettività dell'Arte e la soggettività della Religione: qui, dice Hegel, l'idea eterna essente-in-sé-e-per-sé si atti- va, si produce e gode di se stessa eternami lente come Spirito assoluto. ‘Il risultato finale dello sviluppo, che si incarna storicamente e necessariamente nella fi- losofia hegeliana, è Diostesso in quanto si autoconosce e porta cosìa compimento tutte le cose.
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