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Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), Sintesi del corso di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Sintesi dettagliata dell'argomento

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 04/09/2023

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Scarica Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) e più Sintesi del corso in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901) Arte umanità dai cabaret ai possibili di Parigi La sfortunata vita del conte Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa si svolge in gran parte nel quartiere parigino di Montmartre. Nato il 24 novembre 1864 ad Albi, nella Francia meridionale, Henri trascorre una prima fanciullezza serena. Di salute cagionevole, ha la sventura di subire tremendi traumi ai femori che gli impediscono un armonico sviluppo scheletrico e sono all’origine di quelle sofferenze fisiche e psicologiche che non lo abbandoneranno per tutta la vita. Frequenta buone scuole, ma il suo desiderio principale è quello di diventare pittore. Studia dal 1882 al 1886, negli atelier parigini di Léon Bonnat e di Fernand Cormon; presso quest'ultimo conosce Vincent Van Gogh al quale resterà sempre legato. Frequentatore di cabaret, di circhi, di cafés-chantants, di case di tolleranza, Henri de Toulouse-Lautrec, divorato dalla sifilide e dall’alcol, muore il 9 settembre 1901 a Saint-André-du-Bois, nel castello di Malromé. Solo due mesi dopo avrebbe compiuto 37 anni. I suoi amici ritenevano che i suoi eccessi altro non fossero che “un modo piacevole di suicidio“, mentre lo stesso artista affermava: “possa dipingere fino a quarant’anni, a partire da quarant’anni voglio essere svuotato“. Toulouse-Lautrec ha ben assimilato l’esperienza impressionista, ma ne ripudia i principi e i soggetti preferiti: la pittura en plein air e il paesaggio, i colori luminosi, la mancanza di prospettiva geometrica, l’indifferenza per il disegno preciso e per la linea di contorno. Su quest’ultima si fonda il disegno dell’artista, una linea spezzata, elastica e rapida, alla quale talvolta si aggiungono dei toni di colore. Il disegno Gueule de bois (Cerchio alla testa) è il ritratto di una giovane donna ubriaca, seduta a un tavolino rotondo, davanti una bottiglia e un bicchiere semivuoti. Spinto in avanti, verso destra, ella si appoggia con i gomiti ai bordi del tavolo, mentre la mano sinistra è portata a sostenerle la testa. Il disegno è stato eseguito con un lieve tratto di matita azzurra ripassato a punta di pennello intinto nell’inchiostro bruno. L’azzurro è stato impiegato anche per definire le ombre ad ampie campiture o per dare visibilità e risalto alle presenze architettoniche o agli elementi di arredo. All’azzurro si unisce l’effetto della matita nera che rinforza il bordo del tavolino rotondo, definisce la boiserie e suggerisce l’ampiezza dell’ambiente accennandone lo spigolo destro. Lo stile Per Toulouse-Lautrec “solo la figura esiste, il paesaggio non è che un accessorio“. Il suo interesse è riservato al mondo della notte e la luce che illumina i suoi quadri è quella dei lumi a gas o delle prime lampade elettriche. Il taglio dei suoi dipinti è quello fotografico, suggerito dalle stampe giapponesi e ripreso dalle opere di Degas, che molto ammira e di cui si ritiene continuatore. Toulouse-Lautrec ricorre a un limitatissimo insieme di colori secondo una gamma non estesa: il verde, il rosso, l’azzurro, il violaceo, il giallo; e dipinge per giustapposizione di tratti, per sovrapposizioni o per linee incrociate, usando il pennello come fosse una matita e diluendo molto i colori a olio. Spesso il fondo della tela e il beige della carta colorata o del cartone traspaiono fra un tratto e l'altro ed entrano a far parte della cromia. I suoi dipinti non brillano, ma tendono all’opacità. L'effetto che Lautrec ottiene è assimilabile a quello dei pastelli. Il suo segno è nitido, veloce, nervoso. Tuttavia l’immediatezza è tale solo a un’osservazione superficiale. Infatti, dipingendo in atelier, ogni sua opera finita è cromatico di due metà della tela, definite dalla diagonale verso destra: da una parte i colori sono più decisi, forti e brillanti, dall’altra, invece, i chiari prevalgono sui pochi scuri. Cha-U-Kao rivela forme flaccide. L’abito è reso con pennellate verdi, azzurre e viola che determinano un tono violaceo contro il quale brilla il giallo, suo complementare, del grande colletto ad ampie onde di tulle. Il giallo si spegne sul rosso del divano e sul verde della parete, non riuscendo a conferire al ritratto nulla di vivace e scherzoso. La toilette L’ambiente delle case chiuse è l'unico nel quale Toulouse- Lautrec si sente profondamente a proprio agio, dove nessuno fa a caso alla sua malformazione, ma neppure alla sua alta condizione sociale di facoltoso aristocratico. Lautrec può girare all’interno delle case chiuse, ben accolto dalle prostitute che si lasciano ritrarre nelle occasioni più varie della loro giornata. É il caso della Donna che si tira su le calze, colta in un momento di intimità mentre si sta vestendo, o della Toilette, un dipinto del 1896, emblematico sia delle telematiche sia della tecnica dell’artista. Il taglio prospettico della composizione di quest’ultimo dipinto appare arditamente fotografico, con un’evidente accentuazione del punto di vista dall’alto verso il basso. I poveri oggetti dell’ambientazione (la poltroncina e il divanetto di vimini, il bagno, il parquet a listoni paralleli) rimandano a Degas. Il disegno sicuro ed espressivo è evidenziato da pennellate veloci e marcate, nei capelli e lungo il contorno esile del corpo. I colori, graduati e giustapposti con equilibrio, sono usati con grande parsimonia, cosicché il fondo brunastro del cartone affiora qua e là. La lezione impressionista è qui arricchita e consolidata grazie anche a suggestioni di forte realismo, vicine al gusto di Van Gogh. Questa giovane sconosciuta che volge inconsapevolmente le spalle all’osservatore e indossa delle calze nere tirate fin sopra il ginocchio si aggiunge così alla lunga schiera di quell’universo di personaggi femminili dei quali Toulouse-Lautrec ha popolato i suoi dipinti e le sue affiches (manifesti, cartelloni pubblicitari). Au Salon de la Rue des Moulins È del 1894 circa il dipinto Au Salon de la Rue des Moulins, il cui soggetto è il salone d’attesa della casa chiusa di Rue des Moulins dove Toulouse- Lautrec trascorreva gran parte delle sue giornate. Le donne sono raffigurate in un momento di tranquillità, in sottoveste, in vestaglia o chiuse entro lunghi abiti dal colletto alto, quasi monacali. Sono in piedi o sedute su comodi, grandi divani rosso-violacei. Ciascuna pare silenziosa e assorta nei propri pensieri. Dal leggero colore lasciato sulla tela dall’olio molto diluito traspare il sottostante disegno a carboncino, in particolare nella posizione destra del dipinto, in corrispondenza dell’architettura della sala, volutamente lasciata in uno stato non del tutto definito. La veduta è prospettica: il punto di fuga è in alto a destra, all’esterno del dipinto, e l’orizzonte è molto vicino al margine superiore della tela. In tal modo l’architettura sontuosa e le figure sono viste dall’alto, alludendo a un osservatore in piedi. Le attitudini rilassate delle donne, in primo piano una di esse, appoggiata a un cuscino, ha una gamba distesa e l'altra piegata e ben trattenuta dalla mano destra, suggerendo una delle diagonali della tela, creano un clima di calma posata che Toulouse-Lautrec ha sottolineato attraverso il taglio prospettico e il tono caldo dell’ampio locale. Così un luogo sordido è trasformato dall’artista in uno di vita quotidiana dove alcune donne, legate dalla sofferenza e dall’emarginazione, private della propria individualità, costantemente soggette a soprusi e malattie, ritornano a essere, per un po’, quello che sono: persone.
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