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Le Terme di Massenzio: scopri la storia e l'architettura delle antiche terme romane, Traduzioni di Archeologia

Terme romaneStoria romanaArcheologia romanaCostruzioni Romane

Questo documento rivela nuovi dettagli sulla costruzione delle Terme di Massenzio sul Palatino, tra le più belle e misteriose costruzioni romane. Scopri come le terme furono ampliate in età severiana, come vennero utilizzate le stanze esterne e come le sale interne erano riscaldate. Il testo illustra anche come le terme di Massenzio siano state una delle prime costruzioni a utilizzare spolia e come il praefurnium aggiunto alla sala S3 possa essere stato aggiunto in un secondo tempo.

Cosa imparerai

  • Come furono utilizzate le stanze esterne delle terme?
  • Come le sale interne delle terme furono riscaldate?
  • Quando furono costruite le Terme di Massenzio?

Tipologia: Traduzioni

2017/2018

Caricato il 04/06/2022

gianluca27
gianluca27 🇮🇹

5

(1)

9 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Le Terme di Massenzio: scopri la storia e l'architettura delle antiche terme romane e più Traduzioni in PDF di Archeologia solo su Docsity! BULLETTINO DELL’ISTITUO ARCHEOLOGICO GERMANICO SEZIONE ROMANA OSSERVAZIONI SULLE TERME DI MASSENZIO PRESSO IL PALAZZO IMPERIALE John J. Hermann La parte sud-orientale del Domus Augustiana, una grande terrazza al di là del Ippodromo comunemente noto come "costruzioni di Settimio Severo", è sempre stata ben visibile, ma fino a poco tempo fa era tra le aree meno studiate sul Palatino. Tra il 1964 e il 1970, tuttavia, la Soprintendenza alle antichità di Roma sotto la direzione di Gianfilippo Carettoni intraprese opere di restauro, scavo e di rilievo che hanno aperto nuove prospettive per la comprensione di questa parte del palazzo. Probabilmente la più importante scoperta è stata la coppia di piscine con pavimenti cavi sostenuti da pilastri di mattoni di piccole dimensioni, scavate sulle sostruzioni che si affacciano sul Circo Massimo (fig. 1. 2). Questi due bacini appartenevano ad una grande sala absidata (F), che potrebbero quindi essere identificati con delle terme. Molti bolli laterizi dell’epoca tetrarchica sono stati trovati tra i piani delle vasche. Alla fine, è emerso che la sala absidata del bagno e le camere adiacenti a sud-ovest (S1 - 6) sono stati, infatti, costruiti in base alla muratura in età tardoantica distinta da quella severiana, presente soprattutto in questa zona del palazzo. Un esame delle fonti letterarie ha portato alla conclusione che queste rovine spettacolari fino al limite della terrazza appartenevano alle "thermae in Palatio" costruite da Massenzio, secondo il Cronografo nel 354. Le indagini del Carettoni sono state rivolte in primo luogo a definire i limiti delle varie murature utilizzate in questa parte del palazzo. L’edificio termale di Massenzio, tuttavia, era solo vagamente caratterizzato. Carettoni non riusciva nemmeno a mettere da parte i dubbi che il progetto poteva semplicemente rappresentare il ripristino di un bagno di età severiana, di cui, a dire il vero, nessuna traccia è stata ritrovata con sicurezza. Mentre i resti sono davvero frammentari e anche se il lavoro di rilevamento ed escavazione è incompleto, molti aspetti della ricostruzione e del funzionamento dei bagni può essere chiarita ulteriormente. Un esame più attento rende evidente che le terme sono un progetto indipendente, raffinato e funzionalmente autonomo del tempo di Massenzio. Diverse peculiarità delle terme possono essere spiegate solo prendendo in considerazione le sostruzioni sulle quali sono stati costruite. Le sostruzioni sono un prodotto di diverse epoche. Carettoni ha fatto notare che il palazzo Flavio terminava con una fila di ampie sale, quasi totalmente distrutte (fig. 2, Z); la successione di camere che proseguivano a sud-ovest oltre la terrazza di età domizianea, sembra essere un aggiunta del II sec. Sotto Settimio Severo, è stata costruita un'altra fila di camere a due piani che creano una terrazza inferiore esterna, continuando su questo livello a nord con l'inserimento di volte nelle sostruzioni più antiche. Uno degli scopi dell’ampliamento severiano deve essere stato quello di creare un piano di servizio lontano dagli sguardi (del popolo), ma con facile accesso agli edifici principali sulla terrazza a sud. Alcuni ambienti di servizio sul terrazzo erano rivestiti di piccole lunette, che ancora sopravvivono all'angolo ovest (fig. I, C). Non vi è alcuna indicazione che il piano di servizio sia stato creato in connessione con un allestimento della vasca, e, come si vedrà, per l'architetto delle thermae di Massenzio, la profondità di 2,5 m. sembra anche aver creato problemi alla terrazza di servizio. Le sostruzioni esterne, con arcate alte due piani hanno creato quattro grandi volte a botte, di cui solo tre rimangono in piedi, appartengono ad un altro progetto: la distinzione è evidente anche da lontano dal momento che queste volte esterne ostruiscono le finestre nelle sostruzioni più arretrate (tav. 138). Come Carettoni ha fatto notare, le volte esterne, senza dubbio, fanno parte del progetto massenziano delle thermae in quanto la loro muratura ad alto modulo (PL 140, 1, a sinistra) è simile a quella utilizzata nei bagni presenti sopra. Queste sostruzioni continuano fino al livello della terrazza severiana. La parte anteriore dell’ampliamento severiano non era parallela alle pareti poste dietro, e le sostruzioni massenziane seguono l'orientamento della facciata severiana. Le stanze esterne delle Terme di Massenzio (S3 sala rettangolare e ottagonale S2) riflettono l'orientamento differente delle sostruzioni sulle quali sono costruite (fig. 1). Nell'antichità, la terrazza proseguiva ulteriormente anche a sud-ovest. Più sostruzioni, completamente distrutte, sono state recuperate (tav. 139). Lo scavo è incompleto ad ovest, e una lettura di quanto si è conservato è complicata dal fatto che si avvicinano ad una zona con strutture più antiche, che sono state incorporate e ricostruite. In ogni caso, sembra che le tre campate occidentali siano state estese progressivamente più all’esterno (figg. 2. 3, tav. 139). Sembra chiaro, inoltre, che i pilastri scavati si ergevano ad una considerevole altezza da una cornice che segna la divisione tra il primo e il secondo livello di arcate martellate (tav. 139). Le proiezioni erano probabilmente eliminate per consentire il calcestruzzo della serie esterna di sottostrutture per risolvere in modo uniforme durante l'asciugatura. Le aggiunte furono probabilmente eliminate per consentire al calcestruzzo della serie esterna delle sostruzioni di fissarsi in modo uniforme durante l'asciugatura. I pilastri esterni devono essere necessariamente contemporanei con le sostruzioni massenziane confinanti in quanto la loro muratura è accuratamente allineata a quella della serie precedente (tav. 140, 1). I pilastri esterni apparentemente rappresentano un ampliamento della terrazza, mentre le Terme di Massenzio erano in costruzione. Il punto di partenza per la disposizione delle terme deve essere stato il cambiamento nel livello delle terrazze. La grande sala absidata F è stato posizionato più in alto, rispetto alla terrazza pre-severiana (fig. 2). Il livello è stato leggermente sollevato per consentire alle condutture di acqua di passare sotto il pavimento in marmo. L’abbassamento del livello della terrazza di servizio severiana è stata utilizzato per le piscine con pavimenti cavi. La differenza di 2,10 m. tra il fondo della piscina e il livello di servizio era, tuttavia, ritenuto troppo elevato solo per un semplice sistema di suspensurae, quindi è stata creata una piattaforma di calcestruzzo rivestita con bipedales sui quali potevano essere costruiti pilastri di piccole dimensioni (pilae) alti solo 75 cm. (fig. 2). Solo la grande piscina orientale (v) è stata effettivamente riscaldata. Quella occidentale (v’) non mostra tracce di canali di scarico per il fumo. E’ probabile che il pavimento sia stato sollevato sulle pilae solo per ridurre il peso. I bacini sono racchiusi su tre lati e appartengono a una serie di esedre. Le due exedrae sono collegate con le piscine tramite archi con l’esedra centrale che conduce ad altri ambienti a sud- ovest. Le pareti posteriori ed esterne delle exedrae sono state abbellite ai lati con nicchie incorniciate da colonne (figg. 2. 4, tav. 141). Anche se non espressamente menzionato da Carettoni, rimangono le tracce delle parti superiori delle exedrae che sono stati consolidati nei recenti restauri. La parete di fondo dell'exedra centrale conserva parte della sua copertura con volta a botte (tav. Nella sala ottagonale S2, il davanzale lungo nel lato NW 38 cm. al di sopra del livello del pavimento sono presente con tutta probabilità i resti di un caldaia come quello nella sala S1 (fig. 3). Le nicchie, invece, non sembrano essere stato riscaldato; nessun foro di sfiato si è conservato (PL 142). In ogni caso, le pareti rettilinee di S2 potrebbero essere state riscaldate da tubi; nella vasca da bagno probabilmente come l’heliocaminus della Villa Adriana, l'ottagono ha nicchie che sono escluse dal sistema di riscaldamento a parete. Vi è una finestra aperta nella lunetta sopra la nicchia settentrionale di S2 (fig. 3, tav. 142). La volta della sala sembra aver avuto una cupola a zucca che, come in altri nicchie ottagonali di età tetrarchica, aveva sezioni solo debolmente articolate. Tre fori circolari si aprono alla base della volta (tavv. 138-142). Essi possono anche essere stata causata dalla estrazione delle grappe in ferro che sono stati utilizzate per contenere un’intelaiatura interna di una volta portante; tali concamerationes era consentite per volte e pareti da riscaldare. Una cavità a sinistra di quelle conservate sembra essere stata riempito durante la ristrutturazione. In teoria, sia tubi di sfiato o recipienti vuoti per alleggerire il calcestruzzo potrebbero aver causato tali cavità. In assenza di un esame diretto, la questione deve essere lasciata aperta, ma dal momento che nessuna traccia di tubi o vasi di terracotta può essere visto dal basso, queste spiegazioni sembrano molto meno probabili. A prima vista, l'asse principale delle Terme di Massenzio sembra terminare con una coppia di exedrae (S4-5). Originariamente, però, c’era un gruppo di camere tra l'ottagono e il bordo del terrazzo. Le aperture presenti al livello del pavimento nei lati esterni dell'ottagono devono essere delle porte con passaggi inferiori alle soglie di scambio termico, il modello per la ricostruzione è fornito dalla porta tra S1 e S2. La struttura S4, che è accessibile dalla nicchia sud dell'ottagono, era evidentemente circolare (fig. 2). La parte esterna della camera, che conclude l'asse principale (S5) si estendeva oltre il bordo terrazza e doveva anche essere sostenuta dalle sostruzioni inferiori, i cui resti sono stati recuperati dallo scavo (fig. 3, tav. 139). Ben poco si può dire nel dettaglio circa la forma di questa stanza. L'unico punto in cui ci sono i rivestimenti originali è nello stipite di un passaggio che proviene dalla sala rotonda S4. L'attuale sala S5 in parte esagonale è un'ipotesi non provata della Soprintendenza. La camera S6, accessibile attraverso la nicchia occidentale dell'ottagono, è stata quasi completamente distrutta, ma resta da confermare la sua esistenza per una proiezione nella parete esterna dell'ottagono (fig. 1). Mentre non ci può essere alcun dubbio che le camere S1-6 fossero riscaldate, ci sono più problemi nel definire i ruoli precisi nel processo di balneazione, dato lo stato frammentario delle camere lungo i bordi esterni del terrazzo. Sembra abbastanza certo, in ogni caso, che la sala S1 era un tepidarium poiché le pareti erano riscaldate e avrebbe agito come un punto di passaggio tra il frigidarium e le camere calde al di là; l'ottagono apparentemente aveva una camera voltata per il riscaldamento e, di conseguenza aveva in parte le pareti riscaldate, la sala S3 rettangolare avrebbe avuto le pareti riscaldate. Queste camere esterne presentano una somiglianza impressionante con un gruppo di camere nelle Terme presso Villa Adriana con il cosiddetto heliocaminus (fig. 5). In entrambi gli edifici un ottagono ha la funzione di un vestibolo per un gruppo di camere che si sviluppano verso SW. In entrambi i casi, la stanza S è una sala rettangolare, mentre quella affianco è circolare. La camera S5 ad ovest della rotonda non può essere stata rettangolare, come è la stanza corrispondente delle Terme con heliocaminus, ma continuava avanzando verso l'esterno. Nonostante le differenze di dettaglio e la proporzione, la disposizione è talmente simile che sembra probabile che le sale S2 ed S nelle Terme di Massenzio, riprendano chiaramente (l’impianto delle terme di Villa Adriana). Tale ipotesi è comprensibile tipologicamente, dal momento che si tratta per entrambi giaceva di residenze imperiali. Inoltre, attualmente il bagno nella villa sembra essere stato oggetto di particolare attenzione, ma forse era restaurato e modificato leggermente all'inizio del IV secolo. L'analogia non è probabilmente solo formale, i piani simili forse corrispondono a una funzione simile. Nella villa, l'ottagono serviva come centro per un gruppo di sudationes: camere riscaldate ben esposti al sole, ma senza piscine. La stanza rotonda (il cosiddetto heliocaminus) era dotata, come un teatro, di gradini che scendevano verso il basso sotto il livello del pavimento, che richiamano la laconica delle terme repubblicane. Nel gruppo ottagonale delle thermae sul Palatino, non vi sono, in effetti, punti adatti per le piscine, e queste sale potrebbero anche aver formato una serie di differenziate "camere di sudorazione". L'analogia offre una base per la ricostruzione delle due stanze più lontane ad ovest, che sono quasi del tutto assenti nelle Terme di Massenzio. Il lato interno della stanza S5 deve essere stato condizionato dal passaggio obliquo della sala S4 rotonda. Ci sarebbe stato probabilmente un passaggio corrispondente sul lato della camera da S6 e un passaggio assiale dalla sala S ottagonale. Nelle Terme con il cosiddetto Heliocaminus, una curva segmentale serve a "raccogliere" corridoi assiali e obliqui che alimentano un lato della stanza a sud. Una curva segmentale probabilmente aveva lo stesso ruolo in S5 (fig. 4). Allo stesso tempo, la forma più comune e più facile per coprire con una volta i tre lati disuguali di un esagono è stato ricostruito dalla Soprintendenza (fig. 1). La sala S6 ad ovest deve provvisoriamente essere ricostruita come il caldarium passo che si sviluppa verso l'esterno. Le sostruzioni esterne non sono state scavate in questa zona, ma è probabile che i limiti stabiliti dalle fondamenta sull’asse principale (fig. 3) e la sala circolare a nord- ovest (fig. 1, R) continuava a ovest all’angolo del complesso. Su questo allargamento della terrazza si può riprodurre agevolmente il caldarium delle Terme con Heliocaminus con la sua riscaldato due immerge (figg. 4. 5). La posizione della sala interna (NE) lato è dato dal pezzo di muratura sporgente vicino alla caldaia dell'ottagono (fig. 1). Normalmente c'erano tre caldarium. Nelle Terme di Massenzio, una terza piscina potrebbe essere localizzata nella metà esterna di S5, ma questa disposizione avrebbe richiesto un accorciamento della sala S6 per consentire al corridoio praefurnium di passare lungo il bordo della terrazza. Ovviamente, il modello della Villa Adriana non era riprodotto esattamente. Oltre alle proporzioni diverse, la differenza più notevole nelle Terme di Massenzio, è che gli ambienti asimmetrici, riscaldati che si sviluppano verso l’esterno sono legati a una grande frigidarium con esedre simmetriche; la combinazione era già stato visto nelle Terme del Foro di Ostia circa 160 d.C.. Sul Palatino, inoltre, l'ottagono/gruppo sudationes era legato con un asse principale partendo da un asse del frigidarium. Le Terme di Massenzio sono orientate intorno a questo asse funzionalmente e strutturalmente. Sembra che sia stato previsto che la maggior parte dei bagnanti avrebbero iniziato e terminato il loro bagno passando per il frigidarium e il tepidarium, la coppia di porte che collegano le due sale erano probabilmente intesa come entrata e uscita. È stato quindi rispettato il classico modello per la balneazione. Però, modelli alternativi di balneazione probabilmente esistevano. Anche se questa parte dell'edificio è ora mancante, una porta probabilmente collegata con le sale S3 e A3, che permette di aggirare il frigidarium e tepidarium, quando entrano o escono dai locali riscaldati e quindi la creazione di un percorso anulare attraverso le thermae. L’ambiente circolare in piedi a nord-ovest isolato dalle stanze riscaldate (fig. 1, R) era una forica, come notato da Platner e Ashby. Il profondo avvallamento lungo il suo muro perimetrale ed i buchi delle grappe nella muratura per sostenere i sedili evidenziano il suo impiego evidente (Tav. 144, 1). L'intonaco al di sopra del livello dei sedili ha ancora le tracce di un rivestimento di grandi lastre di marmo. La depressione della latrina era ripulita dall'acqua della piscina v’ nel frigidarium; lo scarico si trova contro la parete di fondo della piscina v', ha alimentato un canale aperto che passava per la cantina (C) che si apre al largo della corridoio P praefurnium. La latrina, la cantina e il corridoio di riscaldamento rendono questa zona delle terme come un'area di servizio o utilità. La zona non era, tuttavia, limitata a funzioni strettamente pratiche. I bagnanti che utilizzavano il forica non era necessario che ritornassero immediatamente al frigidarium; c’erano gradini dalla parte superiore della cantina alla parte superiore del corridoio di riscaldamento (fig. 4). È chiaro che queste scale non erano semplicemente riervate ai vigili del fuoco poiché le pareti circostanti avevano evidenti incrostazioni di marmo. Un piccolo pezzo di marmo verde della Tessaglia è ancora al suo posto sulla parete posteriore del frigidarium. Pioli di marmo come quelli utilizzati per fissare l’intonaco della struttura circolare del forica (Tav. 145, 1). Evidentemente la zona di servizio è stato anche una terrazza solarium da cui i bagnanti potevano godere il panorama. Sebbene la costruzione delle terme può essere attribuita all’opera di Massenzio sulla base di un testo antico, il problema cronologico non è completamente risolto. Le strutture di età tetrarchica sulla terrazza sud hanno dimostrato molto estesa, che Carettoni ha messo in dubbio che tutto potrebbe appartenere al breve regno di Massenzio (306-312). Oltre al progetto delle terme, la prima fila delle sostruzioni si estende verso l'angolo sud-est del Palatino, evidenziando che la muratura sia stato costruita alla fine del terzo o quarto secolo. Solo la fila di sostruzioni più arretrate, le cui volte sono tutti crollate, sono di età severiana. Il problema posto da queste sostruzioni, che non sono direttamente connesse con le terme, in questa sede non può essere trattato, ma Carettoni ha proposto un inizio di quest’impianto termale sotto Diocleziano. Mentre l’ipotesi non è di per sé plausibile, i bolli laterizi non supportano l'idea. Il bollo CIL. V 1596, che si trova su più di trenta mattonelle nel pavimento rialzato della piscina v, non è necessariamente dell’epoca di Diocleziano, come suggerisce Carettoni, anche se è molto comune nei bagni sul Quirinale, ma continuò ad essere usato nelle costruzioni di Massenzio e nelle Terme di Costantino. Un mattone del davanzale della finestra nella volta dell'abside della sala S1 porta il timbro CIL. XV 1622, che appare pure nella maggior parte degli edifici datati del primo quarto del secolo. I bolli CIL. XV 1649 b-c, che si trovano su tre mattonelle dell’ipocausto della piscina v, invece, non appaiono nella raccolta immensa di bolli dalle Terme di Diocleziano, che è il punto di riferimento per la conoscenza di tale periodo. Bloch li data più tardi, preferendo il periodo costantiniano, anche se due esempi sono stati trovati nel tetto di una scala nella parete ovest della Basilica Constantini, una parte della Basilica, che appartiene alla prima fase, di quella massenziana. Mentre il tetto sarebbe stato, infatti, l’ulltimo elemento completato in questo edificio, alla luce degli esempi ritrovati nelle piscine dei bagni del Palatino sembra probabile che i bolli siano dell’età di Massenzio. In ogni caso, l’epoca di Diocleziano può essere certamente esclusa. In molti dettagli tecnici, però, le Terme di Massenzio sono strettamente legate al progetti del tempo di Diocleziano. Uno dei pochi pezzi della decorazione marmorea conservata mostra questa relazione in modo molto chiaro. Una cornice di marmo proconnesio si trova vicino al muro che separa le zone A6 e A2 (fig. 6, tav. 145, 2. 3). Non solo la sua posizione ma anche il suo stile rende evidente che il pezzo deriva dal progetto delle thermae. L'allungamento delle forme e l’instabilità, incurante dell’esecuzione, sono tipiche della decorazione architettonica tardo antica. La decorazione ed i dettagli sono molto simili a quella di una cornice delle Terme di Diocleziano (foto 146). Il rapporto è così vicino che sembra probabile che i due pezzi siano stati prodotti dalla stessa bottega.
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