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I cieli e i gironi del lusso, Appunti di Sociologia Del Lavoro

Riassunto del secondo capitolo del libro

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 10/06/2021

alessa1234
alessa1234 🇮🇹

4.3

(4)

7 documenti

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Scarica I cieli e i gironi del lusso e più Appunti in PDF di Sociologia Del Lavoro solo su Docsity! CAPITOLO 2 LA RIVIERA DEL BRENTA La Riviera del Brenta è un’area di produzione di calzature da donna si media e alta qualità, dove hanno investito alcuni dei principali brand mondiali nel corso degli ultimi 15 anni, come Armani, Louis Vuitton e Prada. I consumatori dei beni di lusso vogliono infatti che siano il frutto di una lunga tradizione, merci esclusive e lontane dalla medietà, che posso essere acquistati solo da una clientela ricca, ancor prima che raffinata Infatti Le imprese che hanno investito in Riviera sostengono e rispondono ad un’immagine di produzione artigianale basata sulla capacità degli “operai-artigiani” di creare delle “opere d’arte” (identificano le loro merci come oggetti preziosi). Peròi processi utilizzati sono largamente standardizzati, ben lontani dall’ideale dell’uomo artigiano, inoltre la manodopera non dispone sempre di particolari capacità professionali. Nel mercato del lusso:  i guadagni sono consistenti, ma la produzione deve corrispondere a specificità tecniche riconosciute dai consumatori e anche a una specifica lavorazione, infatti i consumatori, oltre ad essere interessati alla qualità dei materiali e dei prodotti finali, sono interessati ad acquistare una merce che risponda ad una rappresentazione dell’eccellenza della produzione occidentale. Per fare ciò, Louis Vuitton, per esempio, cura anche l’interno delle sua fabbriche con quadri, sculture, parchet.  un elemento centrale è il fatto che il processo di sviluppo del prodotto è accelerato per la presentazione di nuove linee nei momenti topici della stagione (è diffuso infatti il toyotismo, per rendere più efficiente l’intera catena di fornitura e organizzare il lavoro e le mansioni.) infatti Si tiene di più alla tempestività dell’innovazione nello stile che alla qualità Negli anni ‘50 ci fu l’inizio di uno sviluppo territoriale, che subì un’accelerazione e ha coinvolto alcune aree del Centro e del Nord-Est, interessando soprattutto aree a industrializzazione diffusa dove la disponibilità del lavoro era elevata, i salari relativamente bassi e le infrastrutture minimamente adeguate. Dal 1989 parte della produzione italiana è stata delocalizzata nell’Europa orientale, in Africa Settentrionale e in alcuni paesi asiatici. Infatti le caratteristiche principali del settore calzaturiero italiano sono: * la presenza di forti nuclei attrezzati per produzioni specializzate La catena globale del lusso è gestita dalle griffe e le forme di scambio si sono basati a lungo su elementi importanti alla gerarchia necessaria al coordinamento del just-in- time. Esse operano solitamente con una forte divisione del lavoro. Le imprese terziste:  hanno maggiore sicurezza di continuità del lavoro e nei pagamenti  dimensione di ordini consistente  riduzione dei costi di pubblicizzazione di un proprio marchio  devono però sottostare a tempi e condizioni di consegna molto stretti  perdono autonomia produttiva e accesso indipendente al mercato  devono adattarsi a raccogliere le commesse più complicate e meno remunerative  si occupano di fasi che vanno dallo sviluppo del design alla consegna della scarpa finita al cliente La necessità di mantenere bassi i costi di produzione e al contempo di sviluppare le proprie collezioni in tempi molto rapidi hanno spinto le aziende a servirsi di contoterzisti collocati in loco, grazie alla presenza di imprese con titolari cittadini cinesi. La vicinanza territoriale e l’estrema tempestività nel soddisfare gli ordini fanno delle imprese cinesi un elemento centrale per quella che abbiamo definito delocalizzazione di prossimità. Queste imprese possono lavorare direttamente per conto di grandi marchi o più spesso si inseriscono nella catena della subfornitura, garantendo un crescente livello di qualità delle calzature prodotte a prezzi ridotti e secondo tempi velocissimi di esecuzione. Nei laboratori cinesi è costituito dal titolare, dai familiari, e circa 8- 10 persone esterne al nucleo familiare e negli ultimi anni ha subito una svolta: - il passaggio dal lavoro dipendente all’imprenditoria è diventato più difficile; - i migranti cinesi degli anni hanno un retroterra sociale e culturale diverso rispetto alle prime immigrazioni; - aumenta la presenza di figli di emigrati cinesi che vogliono staccarsi dal settore dell’abbigliamento e delle calzature e vogliono impegnarsi in altro; Questa imprenditoria però è molto stigmatizzata perché si ritiene che non rispettino le norme di protezione dei diritti dei lavoratoti e le regole generali del lavoro. Una parte delle grandi imprese teme di essere coinvolta in un’impresa cinese che non rispetta le regole e perdere parte della sua immagine a causa di questo, così mirano a tutelarsi attraverso dei codici etici (spesso solo una copertura per preservare la propria immagine). La composizione della forza lavoro nella Riviera del Brenta si è fortemente modificata negli ultimi 10 anni:  nuove figure professionali e meno figure impegnate in marketing e commercio  la spina dorsale rimane la generazione di italiani degli anni ‘60, con conoscenze tecniche e buone capacità professionali, ma scarsa istruzione  donne e migranti sono in posizione subalterna (donne in operazioni ripetitive e serializzate, uomini in servizi progettazione, taglio di pelli, montaggio…)  più grande è l’impresa, più i diversi reparti sono separati  la tipologia contrattuale più diffusa è il contratto a tempo indeterminato, anche se ci sono molti più contratti atipici a causa del prolungarsi della crisi. Sono molto utilizzate anche le agenzie di somministrazione, che si occupano soprattutto di figure operaie o impiegatizie a bassa qualifica (sopperiscono alle necessità immediate) e sono segnale della difficoltà di reperimento locale. Coloro i quali vengono assunti sono controllati sia dall’agenzia che dall’impresa, avendo così un doppio controllo sul loro lavoro Quindi la composizione della forza lavoro si è modificata perché i locali hanno voluto smarcarsi dalle occupazioni manuali (considerate poco prestigiose e a basso salario) e perché alcuni imprenditori hanno preferito lavoratori migranti per motivi di gestione interna e costi.  ai migranti non sono assegnate migliori occupazioni perché c’è una retorica che li vede come coloro che prendono i posti di lavoro che gli italiani non vogliono, la Riviera del Brenta evidenzia un processo più complesso e diverso grazie al quale gli imprenditori hanno continuato a scegliere le proprie maestranze sia direttamente attraverso la selezione sia indirettamente collocandosi in alcuni segmenti produttivi e non in altri. A tal proposito il libro riporta l’intervista ad una imprenditrice padova che paragona il lavoratore straniero alla mela marcia che marcisce quelle buone: il lavoratore italiano di fronte ad un lavoratore straniero pensa “ma io devo lavorare anche per te ?” e così rallenta anche lui il lavoro. Nell’area delle Riviera del brenta il voto alla Lega Nord non è mai stato Cosi massiccio come altrove, ma i sentimenti anti immigrati di stampo razzista sono diffusi e talvolta penetrati anche nel sindacato. Le catene migratorie sono state fondamentali per l’inserimento della forza lavoro migrante: hanno permesso un piu facile accosso al lavoro e il sostegno nei primi momenti, quando è maggiore il disordientamento. L’inserimento di migranti attraverso reti di connazionali è un processo sostenuto anche dagli stessi imprenditori, sicchè il neo-assunto si trova sotto il controllo e la gestione di due soggetti: il datore di lavoro e colui che ha favorito l’assunzione. Le griffe hanno una particolare attenzione verso i propri lavoratori, per questo per le piccole imprese è diventato sempre più difficile reperire forza lavoro. Il turnover non è mai stato molto utilizzato, anche se alcuni lavoratori più capaci hanno cambiato azienda cercando di migliorare il loro salario. Negli ultimi anni la crisi economica ha ulteriormente rallentato il turnover, e sono solitamente i più giovani a spostarsi. In tutto ciò le imprese di lusso attirano i lavoratori per sicurezza, ambiente lavorativo,discreti livelli salariali e anche per il prestigio che comporta lavorarvici e per la gratificazione che ricevono. Un elemento messo in risalto dai lavoratori è però l’usura del corpo, dovuta ai movimenti continui e ripetitivi di alcune mansioni.
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