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I classici della sociologia, Appunti di Sociologia

- Auguste Comte - Karl Marx - Emile Durkheim - Max Weber - Georg Simmel - Vilfredo pareto - Thomas e la scuola di Chicago

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 29/08/2023

rebecca-iodice
rebecca-iodice 🇮🇹

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Scarica I classici della sociologia e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! Unità 2 I classici: la sociologia come scienza. Auguste Comte Auguste Comte fu il primo autore a parlare di sociologia come sapere scientifico, dotato di autonomia e specificità. Nei suoi studi fa riferimento al positivismo, corrente di pensiero filosofica, letteraria, che vede nei suoi pensatori l’impegno e la sicurezza di poter interpretare la società moderna del tempo. Nell ‘800 gli effetti delle tre rivoluzioni diventano tangibili con uno sviluppo e processo economico. Con l’aumentare delle città si diffondono una nuova urbanistica e nuove professioni. La civiltà è in costante e rapido movimento. Comte ritiene che l’umanità sia giunta a una tappa fondamentale della sua evoluzione: il momento dell’affermazione dello spirito scientifico, da lui definito “positivo”, ossia concreto, preciso. Per spiegare questa evoluzione enuncia la “legge dei tre stadi”, facendo riferimento alla conoscenza umana e al suo tentativo di spiegare la realtà. 1. Il primo è lo stadio teologico nel quale i fenomeni naturali e storico-sociali vengono attribuiti all’azione di divinità. 2. Lo stadio successivo è definito metafisico nel quale i fenomeni vengono spiegati con concetti astratti e non scientificamente verificabili. 3. L’ultimo stadio, quello a cui, secondo Comte, l’umanità è giunta, è detto positivo. Tutto è osservabile e misurabile, ciò che non lo è non viene studiato; per questo è possibile stabilire relazioni diretto o indirette. L’uomo perviene a una conoscenza scientifica dei fenomeni, libera da influenze mitico-religiose. L’approccio positivo è valido sia per fenomeni naturali, sia per i fenomeni storico- sociali. Questo approccio è definito monismo metodologico, secondo cui il metodo scientifico è uno, a prescindere dalla varietà di ambiti a cui può applicarsi. Comte, però, afferma che non tutte le discipline sono approdate allo stadio positivo. la sociologia, termine coniato dallo stesso Comte, rappresenta proprio la conoscenza positiva dei fatti sociali. Per dare valore alla sua scientificità, lo studioso la definisce anche “fisica sociale”. Questa scienza deve privilegiare il metodo di studio comparativo e quello storico. Presenta le società poste in diversi stadi di sviluppo. La fisica sociale viene suddivisa da Comte in due percorsi di indagine: 1. La statica sociale, che mira a chiarire la struttura del sistema sociale; 2. La dinamica sociale, che studia lo sviluppo de sistema stesso, la sua evoluzione e le sue trasformazioni. Secondo Comte il dominio della scienza avrebbe di fatto portato a un superamento della religione; questa non sarà più una forma di conoscenza ma verrà soppiantata dalla scienza, considerata una religione laica. Karl Marx Al contrario di Comte, Karl Marx utilizza un approccio globale nei suoi studi; desidera realizzare un’analisi completa della realtà e della storia che spazi dalla filosofia all’ economia alla politica, nella quale rientra anche una precisa concezione di società. Secondo Marx, non sono le leggi, lo stato le forze politiche o la religione a determinare la struttura della società, ma è la struttura economica a farlo. Le forze motrici della storia sono di natura materiale, cioè socioeconomica e non spirituale o astratta. A partire da questo assunto sviluppa la teoria definita “materialismo storico”. Secondo tale teoria in ogni epoca storica gli individui associati lottano fra loro per la sopravvivenza, di conseguenza la storia deve essere letta con un processo materiale, che ha come base il lavoro volto a soddisfare i bisogni umani. Ogni epoca storica è caratterizzata da un determinato livello di sviluppo di ciò che Marx definisce “forze produttive”. Le forze produttive sono l’insieme della forza lavoro (uomini che producono), dei mezzi di produzione e delle conoscenze (che contribuiscono alla buona riuscita della produzione sotto vari aspetti). Ad ogni livello di sviluppo corrisponde una precisa configurazione della società determinata dai diversi rapporti di produzione. Il termine si riferisce alle relazioni che gli individui intrattengono tra loro, le quali regolano il possesso dei mezzi di produzione e l’impiego dei vari soggetti determinando una gerarchia sociale dei ruoli. Le varie “posizioni” occupate dagli individui vengono denominate “classi sociali”. L’insieme delle forze produttive e dei rapporti di proprietà definisce il modo di produzione. Invece, l’insieme dei diversi rapporti produttivi delinea la struttura della società e quella economica. La divisione in classi sociali, ritiene Marx, è sempre esistita, così come il costante conflitto instauratosi tra esse. In particolare, Marx vede contrapposte le due classi sociali sorte dalla rivoluzione industriale: - La borghesia, proprietaria dei capitali investiti nell’industria; - Il proletariato, la classe operaia che possiede solo la forza lavoro. Secondo lo studioso, a differenza di altri conflitti, questo non si risolverà con la vittoria di una delle due classi, ma è risolvibile solo con la rivoluzione comunista. Il comunismo prevede una società senza classi e dove è proibita la proprietà privata. La borghesia esercita il suo potere anche sulle idee che circolano nella società. Va a creare un’ideologia, ossia una rappresentazione falsata della realtà con il fine di difendere i loro interessi (“il sistema economico in atto va bene così”). La riflessione di Marx sull’ideologia mette in luce la tendenza degli uomini a elaborare una visione della realtà condizionata dalla propria condizione sociale ed economica. Questo processo è accompagnato da ciò che l’autore definisce disincantamento del mondo, ossia il venir meno degli aspetti magici e religiosi della vita. La realtà viene ridotta a un complesso di dati razionalmente comprensibili e tecnicamente manipolabili. Il processo di razionalizzazione ha portato ad alcune conseguenze: - Lo sviluppo di scienza e tecnologia e parallelamente l’aspettativa che possano dare risposta e soluzione ai problemi dell’esistenza umana; - La nascita della burocrazia, che ha creato una rete entro cui coordinare le azioni degli individui e soddisfare i loro bisogni; - L’affermarsi dell’economia capitalista che pianifica l’attività produttiva in odo sistematico. Georg Simmel Georg Simmel è un ecclettico, un autore multidisciplinare, secondo cui l’oggetto della sociologia è l’agire degli individui, in particolar modo le loro interazioni. È nell’azione reciproca che si crea e si struttura la società tramite un processo di sedimentazione di modalità interattive che Simmel chiama sociazione. Diversamente da ciò che pensava Durkheim, la società non è un ente a sé, ma un costrutto che la nostra mente elabora a partire da strutture formali nate da costanti interazioni; a crearla è l’assunzione di un determinato punto di vista sulla realtà umana. Simmel definisce l’unità sociale, cioè l’unità base di studio per la ricerca sociologica nella quale occorre distinguere: - La forma, ovvero i diversi modi utilizzati dagli individui per costruire un’interazione; - Il contenuto, ossia l’impulso, l’interesse, gli obbiettivi che guidano l’agire sociale. La sociologia è dunque una disciplina formale, in quanto si rivolge di più alle forme d’interazione umana e non alle loro manifestazioni storiche specifiche. Lo studioso conduce analisi sul mondo a lui contemporaneo che gli permettono di individuare tratti caratteristici della modernità. Condusse una ricerca sul fenomeno della moda, da lui interpretato come l’incontro di atteggiamento complementari: l’imitazione, la tendenza ad omologarsi con gli altri, e la differenziazione, la volontà di distinguersi. E un’altra sul denaro come simbolo dell’epoca moderna, caratterizzata dall’affermazione di una personalità “calcolatrice” che valuta ogni cosa in termini di quantità. Vilfredo Pareto Pareto fu un sociologo italiano e scrisse la pietra miliare della sociologia: “Trattato di Sociologia generale”. Pareto ritiene che la sociologia non possa essere studiata come disciplina autonoma; si tratta di un corpus di concetti e dottrine che riguardano la società, il diritto, la morale e la politica. Il fulcro di tali questioni è l’agire umano, che lo studioso classifica. Secondo il sociologo le azioni umane possono essere: 1. Logiche, cioè le azioni in cui la connessione tra scopo e mezzi presente nella mente del soggetto agente ha una corrispondenza oggettiva nella realtà; 2. Non logiche, cioè azioni per le quali non vengono messi in campo i mezzi per perseguire i fini, o si introducono mezzi basati su una percezione soggettiva che quindi si rivelano inutili o dannosi. Definire un’azione non logica non significa ritenerla priva di significato: - Innanzitutto, la distinzione tra le due tipologie di azioni è un’astrazione poiché nelle situazioni concrete spesso si riscontra una mescolanza dele due; - In secondo luogo, anche le azioni non logiche hanno dei fondamenti: dipendono da ciò che Pareto chiama “residui” e dalle “derivazioni”. I residui sono impulsi e stati emotivi propri della natura umana. Le derivazioni, invece, sono razionalizzazioni fatte a posteriori che l‘essere umano adduce a sostegno della sua condotta. Le azioni non logiche sono responsabili del processo definito eterogenesi dei fini, principio generato pochi anni prima da Wundt. L’eterogenesi dei fini si verifica quando il soggetto agente attua un comportamento che porta al raggiungimento di fini diversi rispetto a quelli che stava cercando di perseguire. Pareto accoglie questa teoria e la estende dalla vita psichica individuale all’interno della realtà sociale. Dunque, gli effetti più importanti delle interazioni vanno al di là delle finalità intenzionalmente perseguite dai loro autori, e pertanto la realtà sociale non può essere compresa unicamente partendo dagli scopi che gli individui perseguono o dai valori che orientano il loro agire. Pareto ritiene che gli individui che riescono ad agire in maniera logica ottengano indubbi benefici rispetto agli altri: possono raggiungere facilmente i loro scopi e possono trarre vantaggio dalle altrui azioni illogiche. Si tratta in genere di persone che assumono un ruolo di comando entrando a far parte di una élite. I soggetti che la compongono sono dotati di forza, con cui obbligano la massa ad ubbidire, e persuasione, con cui convincono gli altri a sottomettersi, dando origine a un potere più stabile. La lotta fra classi descritta fra Marx viene interpretata dal sociologo italiano come l’affermazione di una minoranza privilegiata su una massa subordinata. Lo studioso individua nella storia l’esistenza di due élite: - La prima è quella che detiene effettivamente il potere e che si sforza e fatica per mantenerlo. Ciò però, con il tempo, la porta ad essere affaticata e ad indebolirsi al punto che verrà soppiantata dalla seconda. - La seconda è quella che attende il momento di crisi della prima perché vuole soppiantarla e salire al potere. La sociologia in America: Thomas e la scuola di Chicago A Chicago nel 1892 viene fondato il primo dipartimento di sociologia nel quale prenderà forma la prima riflessione sulla realtà urbana. Gli studiosi che se ne occuparono sono ancora oggi conosciuti come “Scuola di Chicago”. La Scuola di Chicago fa capo in particolar modo a due studiosi: Robert Park e William Thomas. Il primo sviluppa la teoria dei Mosaici Umani. Con questa accezione fa riferimento a tutte quelle aree urbane fisicamente vicine, ma molto lontane dal punto di vista culturale. Thomas, invece, ha come scopo studiare l’agire umano all’interno del tessuto sociale per arrivare a comprendere i legami tra le scelte e le situazioni che i soggetti si trovano a vivere. Secondo Thomas, tali situazioni hanno incidenza sui comportamenti individuali solo nella misura in cui gli individui stessi sono in grado di interpretarle e dar loro un significato. L’agire sociale è preceduto dalla “valutazione della situazione”, ossia la percezione che il soggetto agente ha della realtà che lo circonda; essa è più decisiva di quanto non lo sia la reale situazione. Tale considerazione è definita ancora oggi teorema di Thomas: << se gli uomini definiscono come reale una situazione, essa sarà reale nelle conseguenze >> Ogni azione sociale è determinata da: - Atteggiamento, cioè la tensione della coscienza individuale; - Valori sociali, ovvero i significati che attribuiamo ad ogni realtà sociale. Thomas fa il primo studio di sociologia in termini qualitativi, ponendo l’attenzione sulla popolazione polacca (immigrata) con lo scopo di comprendere come questi percepiscono la loro condizione. Sceglie la comunità polacca perché non godeva di buona fama: molti suoi membri erano coinvolti in fenomeni di criminalità. La percezione dei polacchi appare segnata dalla percezione di sradicamento, ossia la mancanza di cornice sociale e culturale. Essi vivono in un contesto dove la mancanza del potere normativo della famiglia e della comunità, fondamentale nel paese di origine, espone gli individui al rischio di condotte devianti. Il lavoro di Thomas e di Znaniecki è importante anche per l’uso sistematico di documenti personali come lettere, documenti personali e scritti autobiografici, una metodologia innovativa.
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