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i comuni in italia (basso medioevo), Dispense di Storia

nascita del regno di sicilia nascita dei comuni tipologie di comuni (consolare, podestarile, popolare) lotte fra comuni e federico babarossa federico II gli ordini mendicanti l'autunno del medioevo: il 1300 papi e antipapi dal comune alla signoria (il caso di milano, venezia e firenze)

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 26/10/2020

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benedetta-bodini 🇮🇹

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Scarica i comuni in italia (basso medioevo) e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! LA NASCITA DEL REGNO DI SICILIA I normanni, derivanti dalla scandinavia, arrivano nel nord della francia, nella regione della normandia. Da qui, si spostano: -in inghilterra con guglielmo il conquistatore -nel mezzogiorno d’italia. In questa seconda zona arrivano come truppe mercenarie al soldo dei duchi locali. Approfittando della debolezza del sistema feudale, i fratelli ruggero e roberto d’altavilla, si impongono in puglia, calabria e sicilia. Un grande vantaggio è la legittimazione da parte del pontefice, data in cambio dell’omaggio vassallatico e del compito di sconfiggere gli infedeli. Inizialmente questi territori sono semplicemente un’aggregazione di ducati; ma dal 1130, dopo l’unzione papale concessa a ruggero II, diventano una monarchia unitaria, il regnum siciliae, con capitale palermo. I COMUNI La ripresa economomica, la crescita degli scambi e determinano lo sviluppo delle città, in particolare nell’italia centro-settentrionale. La cosa dipese anche dal fatto che, i centri urbani, riescono a raggiungere l’autonomia politica e il controllo sistematico del territorio circostante, entrambe gestite da tutti i ceti sociali, da quello mercantile all’aristocrazia, che rinuncia al potere temporale in campagna attorno ai propri castelli, per spostarsi all’interno delle mura. Inoltre, molti servi della gleba si affrancano dal proprio signore per i meriti lavorativi e diventano liberi di spostarsi. Contemporaneamente, le città di connotazione romana, diventano poli di attrazione: questi due fattori determinano l’inurbamento, cioè lo spostamento in massa dalla campagna alla città. Questa, inizialmente, era ancora governata dal vescovo conte. Nelle città vive una società variegata: -artigiani -mercanti -miles, i vecchi vassalli -nasce un nuovo ceto, la borghesia, coloro che lavoravano e non erano né contadini né nobili Quando però, la figura carismatica del vescovo conte non basta più, e c’è necessità di nuove leggi, nascono i comuni, le comitas, un regime di tipo repubblicano, governato da un’assemblea. La storia dei comuni vede tre fasi: IL COMUNE CONSOLARE La prima magistratura collettiva del medioevo è il consolato, composto da liberi cittadini, ha il compito di rappresentare e gestire la giustizia. L’efficacia e l’imparzialità dei consoli spinge anche i signori più piccoli a porsi sotto la protezione della città. viene considerato cittadina chiunque possa permettersi il mantenimento di uno o più cavalli da guerra, partecipando così alla milizia. IL COMUNE PODESTARILE Questo sistema porta però allo scontro tra le famiglie aristocratiche per il possesso delle cariche consolari. Si trova una soluzione nella figura del podestà straniero, al quale il consiglio comunale affida l’amministrazione della giustizia, la guida dell’esercito e la riscossione delle tasse. Il podestà viene scelto da un’altra città per garantire la sua imparzialità. Il suo incarico ha una durata limitata, solitamente un anno, dopo il quale si spostava in un’altra città. Nascono così anche gli statuti, raccolte di leggi che regolano un comune, che garantiscono l’efficienza del sistema normativo urbano. IL COMUNE POPOLARE Mentre i centri urbani crescono, segue di pari passo l’importanza del ceto mercantile, popolano. Questi si organizzano spesso in maniera extra-istituzionale contro l’aristocrazia, costituendo talvolta dei regimi contro di essa. Questo bisogno di partecipare alla vita politica anche dei ceti più bassi, era dettato dal fatto che essi volevano riequilibrare la gestione della fiscalità. LE LOTTE FRA I COMUNI E FEDERICO BARBAROSSA Nel 1152, l’ascesa al potere di federico barbarossa, implica il consolidamento del potere imperiale e le sue pretese in italia. Lo scontro con il papato si ha quando in vaticano sale alessandro III, storico nemico dell’imperatore. In contemporanea si accendono degli attriti con i comuni italiani, per la gestione delle regalie, cioè, ad espio: -pagare pedaggi e tasse -amministrare la giustizia -battere moneta -organizzare l’esercito Per entrambi i motivi federico scende in italia a più riprese, e convoca due diete, cioè concili, nel 1154 e 1158, a roncaglia, con alcuni giuristi laici dell’università di bologna, alcuni signori feudali e uomini di chiesa, per spiegare a chi spettava il possesso delle regalie. Infine stila una carta delle prerogative imperiali. Alcuni comuni si sottomettono all’impero, altri formano la lega lombarda, capitanata dalla città di milano, altri ancora si schierano con il papa, sostenuto a sua volta anche dai normanni. Nel caso di cremona, filo imperiale, si hanno delle lotte sanguinose sia con milano che con crema. La battaglia più famosa è quella di legnano, del 1176: l’imperatore viene sconfitto e scende a patti con i comuni e il papa mediante la pace di costanza, del 1183. Con questa pretende che i rappresentanti dei comuni giurino di pagare un tributo, cioè di garantire fedeltà, ed in cambio lascia a loro l’amministrazione interna comunale. In più ottiene che il figlio enrico VI sposi costanza d’altavilla, regina normanna, in modo da garantire al loro erede un regno ed un potere vastissimo. FEDERICO II Con federico II, erede sia dell’impero germanico che del regnum siciliae, proseguono i difficili rapporti con il papato. Infatti, orfano precocemente di entrambi i genitori, viene affidato ad innocenzo III, che lo incorona prima re, e dopo la battaglia di bouvines, che avrebbe dovuto garantirgli il titolo imperiale, gli promette di concederglielo se avesse preso parte alla prima crociata contro gli infedeli. Federico rifiuta, quindi viene scomunicato. Allora parte per la terra santa con intenti pacifici, ha dei colloqui con il sultano e ne sposa addirittura la figlia. Tornato in italia, deve fronteggiare il papa, i comuni a lui fedeli, e addirittura il figlio enrico che si schiera con loro: si hanno dunque delle nuove lotte. Federico II emana nel 1231 le costituzioni di melfi, cioè un insieme di leggi valide in tutto l’impero. In questo modo: -faceva chiarezza -sorpassava le leggi locali feudali -instaurava una monarchia assoluta, incentrata sulla sua figura Contemporaneamente cerca di tenersi fedeli i comuni ghibellini, quindi lascia loro diverse libertà e autonomie. Quando nasce però una nuova lega lombarda, si ha uno scontro a cortenuova, nel 1237, dal quale esce vincitore. Tuttavia le scomuniche e la deposizione dal trono da parte del papa, indeboliscono la sua figura. Solo nel 1250, con la sua morte, finiscono le lotte fra impero e papato. GLI ORDINI MENDICANTI Ad esempio, l’ordine dei francescani, nasce a metà del 1200 con la figura di s. francesco. Essi, per regola, rispettavano il voto di povertà, vivevano di elemosine ma praticavano allo stesso tempo la carità. Vivevano in comunità nei conventi, luoghi diversi dai monasteri benedettini, che si trovavano nelle città. Con il tempo, questi ordini si arricchiscono. Si ha quindi una scissione tra due correnti: -i conventuali, che appoggiavano la ricchezza
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