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I dolori del giovane Werther - riassunto e analisi, Appunti di Letteratura

Analisi approfondita e riassunto de I dolori del giovane Werther di Goethe

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 11/10/2020

niki_28
niki_28 🇮🇹

4.7

(25)

20 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica I dolori del giovane Werther - riassunto e analisi e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Goethe – I dolori del giovane Werther Rapporto con Shakespeare: Goethe è un grandissimo ammiratore di Shakespeare e questo perché il culto di Shakespeare nasce prima tra i tedeschi che tra gli inglesi. Infatti, la prima Shakespeare Society nasce in Germania, non in Inghilterra e una delle prime cose che fece il regime nazista quando era al potere, fu quella di occupare le società shakespeariane. I romantici tedeschi erano letteralmente innamorati di Shakespeare (‘’unsere Shakespeare’’). Se prendiamo ad esempio il discorso dell’autoannullamento, la sincerità assoluta che è presente nei sonetti di Shakespeare, qui nel Werther non lo ritroviamo. Da un punto di vista formale, vediamo una variante rispetto alle confessioni di Shakespeare e di Montaigne: Montaigne si confessa attraverso i saggi, Shakespeare attraverso un diario scritto in versi, la struttura de I dolori del giovane Werther è invece quella delle lettere rivolte ad un amico, è un romanzo epistolare. È un romanzo epistolare sui generis perché è scritto come un diario. Si tratta di una confessione in quanto sembra un diario, perché si avverte il bisogno di confessarsi. Il romanzo epistolare è dichiaratamente una forma di confessione, di scrittura privata. C’è una legge che protegge la privacy delle lettere, si incorre nel reato penale. Se qualcuno apre le nostre lettere o mail, può essere denunciato. Il romanzo epistolare come lo intendiamo noi oggi nasce a metà ‘700 circa con Samuel Richardson e il suo Pamela del 1740: la protagonista Pamela racconta attraverso una serie di lettere di come il padrone di casa la insidi mentre lei è al servizio di questa nobile famiglia. In realtà, però, c’erano già state delle opere importanti sotto forma di lettere: ad esempio, le Lettere persiane di Montesquieu del 1721, scritte formalmente da due nobili persiani che vengono in Europa e soggiornano a Parigi. Montesquieu se ne guardò bene dal palesarsi come autore nella prima stesura dell’opera perché venivano fatte forti critiche ai costumi europei e francesi, in particolar modo. Oppure anche le Lettere inglesi di Voltaire del 1734 che sono delle riflessioni sotto forma di lettere in cui vengono descritti i costumi inglesi. Però non sono lettere personali, ed ecco che allora si può arrivare alla grande divisione che c’è tra i diversi romanzi epistolari, poiché ci sono due grandi filoni: 1) romanzo epistolare che si occupa di argomenti pubblici; 2) romanzo epistolare che si occupa di argomenti privati, cioè il romanzo epistolare come espressione dell’io interiore. In questo senso, già prima di Richardson abbiamo avuto una serie di opere epistolari: le Lettere portoghesi del 1669 scritte da un francese e falsamente attribuite da un monarca portoghese, in cui si parla dei lamenti di questa giovane monarca portoghese che è stata abbandonata dal suo amante, un ufficiale francese, e quindi gli scrive. Poi ci sono anche i romanzi di Aphra Ben che è la prima donna a mantenersi con la scrittura e che scrive lettere d’amore tra un nobile e sua sorella (si scrivono le reciproche pene d’amore), sempre verso la fine del 1600. Il romanzo epistolare comincia a formarsi agli albori della rivoluzione globale che avviene nel ‘700 ed è una scrittura soprattutto femminile, si espongono molto gli io femminili e i loro lamenti d’amore, mentre da questo punto di vista il Werther esprime una confessione d’amore totalmente maschile. I dolori del giovane Werther viene scritto un po’ di getto, nel giro di un paio di mesi, tra il febbraio e l’aprile 1974 e viene poi pubblicato nell’autunno dello stesso anno. Riflette su alcuni episodi della vita di Goethe ampiamente documentati. I documenti di Goethe mostrano come il confronto tra biografia e opera inevitabile: l’uomo e l’opera si confondono visto che le lettere vengono dal diario di Goethe ma l’autore non ha fatto neanche niente per nasconderlo questo diario. Sono passati due secoli da Shakespeare e in questi due secoli, l’alone di mistero attorno agli autori si è in gran parte dissolto. Di Goethe infatti sappiamo praticamente tutto grazie alle lettere che ha lasciato e poi grazie al fatto che veniva da una famiglia molto importante (famiglia che si muove in circoli importanti, che aveva una vita pubblica importante), quindi si è usciti dall’epoca in cui l’autore era sconosciuto. Il romanzo incontra fin da subito un successo straordinario, Goethe diventa famoso da un giorno all’altro e molti considerano quest’opera come il primo vero best seller mai esistito. I dolori sono dolori d’amore ma non solo: sono dolori di un giovane che non riesce a trovare il suo posto in società, che rifiuta il sistema, che si sente perso in mezzo alla volgarità del mondo salvo per qualche anima gemella e che alla fine si suicida per amore. È una storia tragica. Vengono poi fatte molte traduzioni e anche parodie (infatti se di un’opera vengono fatte parodie significa che è veramente un successo  le gioie del giovane Werther). I giovani iniziano successivamente a prenderlo d’esempio, cominciano a vestirsi come Werther, hanno gli stessi atteggiamenti, dicono le stesse frasi e in alcuni casi, sono anche spinti a suicidarsi: ‘’fenomeno Werther’’. Una donna si è suicidata tenendo in mano il libro di Werther. Di fatto, è vero che il protagonista si suicida ma non è vista come una cosa negativa, ma come qualcosa di inevitabile per uno come Werther. LO STILE EPISTOLARE: Richardson, scrivendo il suo manuale di lettere, ha in mente una cosa molto pratica e scrive qualcosa che all’epoca era molto comune, quindi di un padre che scrive alla figlia perchè ha saputo dalla figlia che il padrone per cui lei è a servizio, sta cercando di sedurla. Quello che poi succede è che Richardson lascia da parte il manuale di lettere e si dedica al romanzo, così preso da quest’idea, e da lì nasce Pamela. È una storia totalmente personale, quella di una giovane donna sola e in pericolo in una casa: Pamela infatti è una ragazza di 17 anni che vive nella campagna inglese nella casa di un potente nobile (che è anche giudice di pace) e non ha nessuno a cui rivolgersi e viene trattenuta anche a forza nella casa. Con “Pamela” entra in gioco la psicologia , Richardson è l'inventore del romanzo psicologico, è il primo a raccontare la psicologia della persona, le sue paure, le sue ansie; i personaggi di Defoe come Crusoe o Moll Flanders o Roxana rarissimamente ci dicono di problemi personali o interni, non scavano all’interno, hanno principalmente problemi pratici. Con Pamela abbiamo dei problemi reali (giovane insediata in casa che vorrebbe andarsene ma non riesce, a un certo punto è anche rapita) e abbiamo una persona che descrive le sue paure e i suoi sentimenti. Quando Goethe sceglie di scrivere un romanzo epistolare nel 1774 ha già alle spalle una tradizione che è fortissima in termini di nomi e di confessione dell’io, è lo strumento più chiaro per una confessione che sembri decisamente immediata. E come accade, il romanzo è epistolare però è inserito in una cornice che è aperta dalle parole di un presunto curatore: “Ho raccolto con cura e qui espongo quanto ho potuto trovare intorno alla storia del povero Werther, e so che me ne sarete riconoscenti. Voi non potrete negare la vostra ammirazione e il vostro amore al suo spirito e al suo cuore, le vostre lacrime al suo destino (= già in una sensibilità romantica). E tu, anima buona (si rivolge direttamente al lettore), che come lui senti l'interno tormento, attingi conforto (= rispecchiati nel suo dolore) dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi.” Non vuole libri, vuole qualcosa che lo calmi perché ha già dentro di sé abbastanza passione, non gli serve leggere quei libri. È costante il riferimento a sé stesso (ama sé stesso più di ogni altra cosa). Lettera del 22 maggio: si mescolano il tragico e il comico: la vita è un sogno e la nostra esistenza è circondata dal sogno. Per Werther non è semplice inserirsi nel mondo degli uomini: non sopporta la gente. C’è sempre l’apprezzamento nei confronti della natura e, altro aspetto tipicamente romantico, i fanciulli: fin dall’inizio Werther si diletta a guardare i bambini fuori dalla locanda, i figli dei contadini e la prima volta che vedrà Carlotta o Lottie (la donna di cui si innamorerà) lo affascinerà per primo il fatto che dia da mangiare ai suoi fratelli più piccoli. Questo corrisponde ad un aspetto biografico di Goethe perché amava molto i bambini e anche loro erano molto coinvolti da lui. Nella parte finale della lettera, si nota come la vita borghese non si addica a Werther: la lotta alla borghesia è qualcosa che nasce con il movimento romantico infatti. Un movimento dei giovani contro gli adulti e contro i capitalisti. Sostiene che tutti cercano di crearsi un proprio spazio nel mondo e per quando per molti la vita non sia un granchè, ciò che importa è vedere la luce del sole almeno per un minuto. La lettera termina con la parola carcere e vuole sottolineare come la natura sia la sola guida possibile nella vita dell’uomo. Lettera del 26 maggio: Isolamento nella natura (aspetto tipico). Alternanza stati di umiltà della gente semplice e l’innalzamento eroico che emergerà poco alla volta. Lettera del 30 maggio: Un giovane contadino incuriosisce Werther e i due cominciano a parlare: gli racconta una storia d’amore infelice. C’è una sorta di empatia amorosa, ascolta questo contadino raccontare le sue pene d’amore e lo comprende. Ci si innamora quando si è pronti a farlo: è questo che accade a Werther. Lettera del 16 giugno: Se le lettere prima erano piccoli manuali di romanticismo, Goethe nel Werther è anche capace di inserire frasi molto moderne e veloci. Vi è un accento di sincerità tipica di una confessione. Quando siamo innamorati è come se immergessimo la persona amata in una polvere magica e riemergesse piena di tutte le virtù possibili. Vi è la descrizione dell’episodio che lo porta ad innamorarsi di questa donna unica: nella sala d’entrata sei fanciulli dai due ai sei anni si agitavano intorno a una bella giovinetta, di media statura, ornata di una semplice veste bianca con nastri rosa al petto e alle braccia. Aveva in mano un pane nero e tagliava a ciascuno dei piccoli che le erano intorno un pezzo proporzionato all’età e all’appetito; lo porgeva a ognuno gentilmente e ognuno proferiva il suo spontaneo ‘’grazie’’, dopo aver tenuto a lungo le manine in alto, ancor prima che il pane fosse tagliato. […] ‘’vi prego di perdonarmi – disse lei – se vi ho dato il fastidio di entrare e se ho fatto attendere le signore. Nel vestirmi e nel dar le disposizioni necessarie alla casa durante la mia assenza, ho dimenticato di dare la merenda ai miei piccoli ed essi vogliono che il pane sia tagliato proprio da me’’. Balbettai un complimento insignificante; tutta la mia anima era presa dal suo aspetto, dal suono della sua voce, dal suo portamento […]. Questo racconto è però preceduto da una conoscenza, il consigliere S. (scritto proprio così, senza specificare il nome). Danno un ballo, e a Werther vengono assegnati una dama e una carrozza. Nella carrozza, la sua dama gli dice che andrà a conoscere una dama molto bella e la cugina di questa misteriosa dama, che era con loro in carrozza, gli suggerisce caldamente di non innamorarsene, in quanto è già promessa sposa di un uomo molto buono e di buona famiglia, che è in viaggio per lavoro per mantenere sua moglie. Werther rimase piuttosto indifferente. Scese poi dalla carrozza, si diresse all’interno della villa e quando aprì la porta fu deliziato dall’episodio riportato sopra. Carlotta è molto gentile ‘’vi prego di perdonarmi’’ e lui, che è un uomo di spirito, non sapeva cosa rispondere. I fratellini di Carlotta si prendono subito molto con Werther tanto che lo chiamano cugino. Arrivati al ballo, i due notano subito molte cose in comune come l’amore per certi libri, i romanzi  Vicario di Wakefield. La conversazione poi cadde sui piaceri della danza: Carlotta amava la danza. Werther scrive all’amico che la sua donna dovrebbe ballare il valzer solo con lui e non con altri: accenno di gelosia. Nel momento in cui si conoscono, non ci sono veri e propri ostacoli però, durante il momento della danza, una signora chiede a Carlotta di Alberto e in questo modo viene introdotto il fidanzato di Carlotta. Questo perché le signore e amiche, essendo un po’ invidiose, vedendoli ballare davano l’impressione di essere una coppia che stava bene insieme. Quindi per interromperli, le chiedono di Alberto. Quando poi Werther le chiede chi sia Alberto, lei gli risponde in un modo un po’ titubante: gli dice che è un uomo onesto al quale è QUASI promessa. Scena finale: c’era stato un grande temporale e quando il temporale finisce, i due si ritrovano soli in una stanza  il temporale, la tempesta, i due che si ritrovano soli in una stanza sono temi molto romantici. I due guardavano fuori dalla finestra, lei aveva gli occhi pieni di lacrime e posava la mano su quella del Werther e pronuncia il nome di Klopstock  si tratta di un richiamo letterario alla generazione precedente a quella di Goethe, neoclassicismo. Quando poi si salutano, il Werther le bacia la mano: c’è una fisicità in questo primo incontro che non si ripeterà più per lungo tempo perché il loro è un amore fisico mai consumato. Lettera del 19 giugno: "Finché vedrò questi occhi aperti, le dissi fissandola, non corro rischio di addormentarmi” - Risposta cortese di Werther alla donna che lo invita a dormire. La lasciai, pregandola di permettermi di andarla a vedere il giorno stesso: acconsentiì, e io andai: = non vengono usati termini particolarmente romantici, é molto semplice come frase. Insieme a delle pagine tipicamente romantiche, Goethe trova anche questi slanci assolutamente attuali. Nelle lettere tra il 21 e il 29 giugno, non si ha subito l’inizio della passione tra i due. Ci danno un’altra visione dell’io lirico. C’è una serie di detti e non detti e salti temporali. Lettera del 21 giugno: Comunione con la natura. Quando la mattina al levar del sole io esco per recarmi al mio Wahlheim e lì nel giardino colgo da me stesso i piselli, poi mi siedo e li sgrano mentre leggo Omero; quando scelgo un pentolino nella cucina, taglio il burro, metto i piselli al fuoco, li copro, e siedo lì vicino per poterli di tanto in tanto rigirare, allora io capisco perfetta- mente come i superbi pretendenti di Penelope uccidessero buoi e maiali, li facessero a pezzi e li arrostissero. = quotidianità. Riferimenti un po’ strani, descrizione molto casalinga e poco eroica. Lettera del 29 giugno: Tocca un tema squisitamente romantico, cioè i bambini. ‘’Sì, mio caro Guglielmo, i bambini sono particolar- mente cari al mio cuore. Quando li osservo, e vedo in quei piccoli esseri il germe di ogni virtù e di ogni forza che un giorno sarà loro necessaria, quando nell'ostinazione io scopro la futura costanza e fermezza di carattere, nella vivacità il buon umore e la facilità con la quale passeranno fra i pericoli della vita…’’ = sono insistite le descrizioni dei fanciulli. Werther entra nella famiglia di Carlotta grazie ai fratellini e alle sorelline che lo adorano (chiaro riferimento biografico: Goethe amava i bambini e li divertiva con il teatro dei burattini o con le sue storie che raccontava). Nelle lettere successive del 1 luglio e del 6 luglio: altro aspetto che ritarda la storia d’amore. La bontà dei sentimenti e delle azioni: la cura dei malati. -Il cosiddetto romanzo sentimentale, i buoni sentimenti, si collega a Sterne, scrittore inglese che scrive un libro di grandissimo successo ‘’Sentimental Journey’’ (idea di tesi di laurea?). Inaugura il viaggio sentimentale attraverso il Grand Tour tra Francia e Italia ma non ha niente a che fare con il Grand Tour. Sterne è meno interessato ai grandi monumenti dell’antichità classica ed è invece molto più interessato alle scene di vita quotidiana: si commuove quando vede un contadino che piange per il suo asino che sta morendo. Il viaggio sentimentale in Werther invece é più privato, è una confessione. Carlotta assiste un malato e l’attacco é un esempio interessante di come l’autore riprende dei clichés Petrarcheschi e li adatta a una situazione diversa. Che cosa deve essere Carlotta per un malato, io lo sento nel mio povero cuore, che è più sofferente di uno che giaccia in un letto di dolore. Questo tema andrà avanti per un po’. 1) Le lacrime: iniziano ad essere di moda e considerate come il requisito di un animo nobile. È una caratteristica importante del ‘700 che inaugura un tipo di sensibilità moderna. Le lacrime nella letteratura classica sono insolite, abbiamo esempi come Mia nonna raccontava la storia di un monte magnetico. Le navi che si avvicinavano troppo ad esso perdeva- no a un tratto tutti i loro ferramenti; i chiodi volavano sulla montagna e i poveri naviganti perivano tra le tavole che precipitavano le une sulle altre. Le navi che si avvicinano troppo alla torre magnetica perdevano tutti i chiodi e i naviganti e i marinai sono in acqua, affondano (vecchia leggenda) = non sa resistere all’attrazione ma c’è una premonizione di disastro. Non è un caso che questa attrazione mortale arrivi subito prima della lettera del 30 luglio. Lettera del 30 luglio: Alberto è arrivato, e io me ne andrò; = lettera molto importante perché comincia la crisi, inizia la fase in cui la storia entra nel secondo atto. Entra in scena il rivale, l’antagonista, è un rivale particolare perché é concreto (fidanzato e marito poi di Carlotta), è molto diverso da Werther, é l’antitesi. Il rapporto è un po’ curioso: Werther prova la gelosia. Io sono innamorato di Carlotta e arriva il suo fidanzato ‘’fosse il migliore di tutti gli uomini!’’. Werther si auto definisce il personaggio romantico per eccellenza quindi è tutto ardori, lacrime, e Alberto è il tranquillo borghese. Inoltre, Werther scrive che Alberto non la bacia davanti a lui: perché? Perché si é accorto dei suoi sentimenti? Perché lo rispetta? Non si sa. Carlotta e Alberto sono fidanzati e Werther é sempre con loro, situazione molto strana. Riprende da vicino una situazione reale vissuta dal Goethe in prima persona. io capisco che è per merito di Carlotta piuttosto che per sua propria inclinazione: perchè le donne in questo sono abili = c’è un fondo di luoghi comuni sulle donne, non che non sia vero questo, ma il sentimento e l’atteggiamento di Werther non sono luoghi comuni, ama una donna totalmente. -Tema della gelosia: mi ritiene un uomo di buon senso e l'attacca- mento, la calda amicizia che ho per Carlotta, l'interesse che prendo a tutto ciò che fa, rendono più glorioso il suo trionfo ed egli la ama ancor di più. = Gelosia che ritorna, che non è propria di Alberto che potrebbe sospettare che a lei piaccia Werther ma tanto è lui il padrone della situazione, lei rimane comunque la sua fidanzata quindi non si preoccupa. E ora, da povero pazzo, mi meraviglio perchè l'altro viene davvero e mi porta via la ragazza.= glielo avevano già detto che era fidanzata, di non innamorarsi. Werther in loro presenza ha atteggiamenti eccessivi, mostra un’allegria eccessiva per non mostrare la sua gelosia. E Carlotta glielo dice di non fare più scenate del genere. Con la chiusa, dice che è felice quando lui se ne va per lavoro e la trova da sola. Lettera dell’8 agosto: Come reagisce Werther? Racconta la storia fittiziamente al suo corrispondente, è sempre Guglielmo, e gli dice una cosa molto semplice: O tu hai speranza in Carlotta - mi dici - o non ne hai affatto: nel primo caso cerca di agire, di arrivare al compimento del tuo desiderio; nel secondo fatti forza e cerca di liberarti da una passione funesta che consuma le tue energie! Strategia dell’aut-aut: o fai una cosa o fai l’altra. Lettera del 12 agosto: confronto diretto tra Werther e Alberto. Si manifesta la differenza di carattere, una rivalità neanche tanto sottintesa ma soprattutto in primissimo piano, il tema del suicidio. Modo di ragionare molto perbenista di Alberto, ipotizza un’eccezione al comportamento prevedibile poi cambia, torna indietro, lima, aggiusta. Per noi non sarebbe così grave ma per Werther era insopportabile. io finii col non ascoltarlo più, mi misi a fantasticare, e con gesto rapido mi appoggiai alla fronte la canna della pistola, al di sopra dell'occhio destro. = tema del suicidio. La pistola é scarica ma Werther mima il suicidio di fronte a lui e non di fronte a lei. Potrebbe essere perché vorrebbe uccidere lui ma, per il complesso di Edipo, ucciderebbe sé stesso. O perché vuole uccidersi con le pistole di Alberto così sarebbe colpa sua; o perché vuole fargli capire che il suo perbenismo lo ucciderà. Sei incapace di amare Carlotta perché il tuo amore segue delle regole. "Ecco le tue solite fantasie, disse Alberto, tu esageri tutto, e in questo caso hai per lo meno il torto di paragonare il suicidio di cui ora è questione, con delle grandi gesta, mentre esso non può esser considerato che come una debolezza, poiché certo è più facile morire che sopportare con fermezza una vita dolorosa”. = continua il dibattito. Si continuano a dedurre le condizioni favorevoli e contrarie al suicidio. Si sente che Goethe conosceva a memoria l’Amleto di Shakespeare = Vediamo se possiamo in altro modo figurarci quale coraggio deve avere un uomo che si decide a gettare il fardello della vita = citazione in Shakespeare. Alberto dice che tutti i casi che Werther gli fa non sono collegabili al discorso che stanno facendo loro. Werther racconta di Ofelia che viene trovata morta dopo l’abbandono del fidanzato, ma non convince Alberto, e Alberto non convince Werther, e così Alberto se ne va dicendo che ne riparleranno. Nella lettera del 12 agosto il vero protagonista è il suicidio, con le pistole dall’inizio alla fine, e sarà così che Werther poi si ucciderà. Dirà al servo di andare a prendergli le pistole di Alberto poiché doveva partire per un viaggio, Alberto gliele lascia senza problemi e lui si uccide. Carlotta invece non viene mai citata. La prima parte si chiude con la separazione, che è un clichés delle grandi storie d’amore come Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta. Gli amanti sono separati e poi il ricongiungimento è fatale. Prima della separazione ci sono le lettere dal 15 agosto al 10 settembre che raccontano un altro tipo di climax. Lettera del 18 agosto: Si perde nella natura, cerca di dimenticare Carlotta. Si chiude con il senso della propria mortalità: mi atterrisce la forza annientatrice che è nascosta nell'essenza della natura; la quale non produce nessuna cosa che non sia distrutta dalla sua vicina, o che da se stessa non si distrugga. Così io vado barcollante e tormentato fra il cielo e la terra e le forze creatrici che mi circondano: e vedo soltanto un essere mostruoso che eternamente divora e rumina. Sente la natura come distruttrice, il sentimento di suicidio che ha dentro che comincia a crescere é sempre più forte perché corrisponde ad un amore irrefrenabile e non realizzabile. Lettera del 21 agosto: Invano io le tendo le braccia al mattino, quando mi sveglio da sogni penosi, invano la cerco la notte sul mio letto quando un dolce, puro sogno mi fa credere di sede- re vicino a lei sul prato e di tenere la sua mano, e di coprirla di baci. Ah, quando sono ancora quasi immerso nell'ebbrezza del sonno, e la cerco... e poi mi sveglio, un torrente di lacrime irrompe dal mio cuore oppresso, e io piango sconsolatamente nella prospettiva di un cupo avvenire. Lettera del 22 agosto: è una passione che lo sta distruggendo. Non ci sorprende che la chiusa questo impulso che mi spinge a cambiare di condizione non è forse un'intima, morbosa impazienza che dovunque mi perseguiterà? Come il tipico eroe romantico, Werther è un esule continuo, tipica figura del romanticismo è l’esiliato spesso volontario. Lettera del 28 agosto: in Werther è chiaro il senso che il suo amore é una malattia. Lettera del 30 agosto: la sua malattia dell’amore lo porta alla follia = tutto questo porta alla convinzione che ci sia solo una soluzione: la partenza. Lettera del 3 settembre: devo partire. Lettera del 10 settembre: ultima lettera della prima parte. Comincia con un’altra notte insonne. Werther si presenta in terrazza, sa già che dovrà partire. Corre incontro a lei, le prende la mano, la tira a sé e la bacia. Conversano un pochino e poi arrivano al padiglione, una zona riparata. Lì si siedono, Carlotta entra si mette a sedere, Carlotta è in mezzo ai due. È troppo inquieto Werther, non riesce a stare seduto. Cosa succede dopo la morte? Ci rivedremo? Domanda che pone soprattutto a Werther e non al futuro marito Alberto. Carlotta proietta il discorso nella vita dell’aldilà; Werther invece lo proietta nella sua mente che sa che tra poco dovrà partire, le prende la mano, piangendo, le dice che si rivedranno. -Carlotta - dissi, e le tesi la mano mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime - ci rivedremo; qui e lassù, noi ci rivedremo. - Non potei dire altro. Guglielmo, doveva lei farmi questa domanda mentre io avevo in cuore l'angoscia dell’addio? Si tratta di una lettera strana. Dio vi benedica, amici miei cari, e vi dia i bei giorni che a me sono negati! Tendenza anche un po’ esagerata di autocommiserarsi di Werther. Gli amici a cui si riferisce sono quasi sicuramente Alberto e Carlotta. Io ti ringrazio, Alberto, di avermi ingannato; aspettavo di apprendere quando avrebbe avuto luogo il vostro matrimonio, e avevo deciso che quel giorno avrei solennemente staccato dalla parete la SILHOUETTE di Carlotta, e l'avrei sepolta fra le altre carte. Perché l’ha ingannato? Perché evidentemente non l’avevano avvertito del loro matrimonio. Ora voi siete sposi, e la sua immagine è sempre lì. Non si torna più indietro, siamo in un’epoca in cui non si divorzia a meno che non ci siano dei problemi molto gravi. Che vi resti! perché non dovrebbe rimanervi? Io so che sono vicino a voi, che, senza farti torto, sono nel cuore di Carlotta; in esso occupo il secondo posto, e voglio e devo conservarlo. Il manage a trois é ancora evidente (sono nel cuore di Carlotta…). Diventerei pazzo se lei potesse dimenticare. Alberto, c'è un inferno in questo pensiero. Addio, Alberto! Addio, angelo del cielo! Carlotta, addio! Da qui si intuiscono due cose: che ormai la storia é segnata da un certo punto di vista, anche se la maggior parte delle storie d’amore sono storie di adulterio. È una strada che però Werther e Carlotta non seguono il che rende forse anche più comprensibile il suicidio, Werther non ha uno sfogo e non vuole fare a meno di questa relazione, conserva la silhouette di Carlotta e vuole conservare il secondo posto. Serie di lettere che raccontano l’addio di Werther al posto in cui si trova e il ritorno da Alberto e Carlotta  15 marzo – 9 maggio Lettera del 15 marzo : Ho dovuto sopportare una mortificazione che mi caccerà di qui. Mi mordo la lingua: diavolo! la cosa non potrà accomodarsi, e la colpa sarà vostra, perché voi mi avete spronato, tormentato, incitato ad assumere un posto che non corrispondeva alle mie inclinazioni. La notizia del matrimonio spinge Werther al ritorno. Una grande motivazione é quella che si vede all’inizio di questa lettera, non si trova in questa società di apparenze e arrivismo e non sopporta la mortificazione sociale, cioè che l’ambasciatore e la signorina B. Si muovano in una cerchia aristocratica e in certe occasioni lui venga escluso. Barriere sociali che portano ad un incidente di società che ritroviamo in questa lettera. Voi amici avete voluto che io trovassi un posto in società per dimenticare quanto accaduto con Carlotta ma non funziona così. Dunque, pranzo dal Conte; dopo pranzo passeggiamo in lungo e in largo nella gran sala, io parlo con lui e col colonnello B... che era sopraggiunto, ed arriva così l'ora della riunione. Dio mi è testimone che non pensavo a nulla. Arriva la nobilissima signora S. con il suo egregio consorte e con quell'ochetta di figlia dal seno appiattito e dal grazioso abbigliamento; essi prendono EN PASSANT un'aria sdegnosa. Werther non é accettato da questa società perché non é nobile. e, poiché io ho per questa gente una cordiale antipatia, volevo congedarmi e aspettavo soltanto che il Conte fosse libero dalle loro chiacchiere, quando la mia signorina B. entrò, poiché il cuore mi batte sempre un poco quando la vedo, rimasi in piedi dietro la sua seggiola, e osservai soltanto dopo qualche tempo che lei mi parlava con meno franchezza del solito, ed era un po' confusa. Rimasi sorpreso. […] infine il Conte venne da me, e mi trascinò nel vano di una finestra. Voi conoscete, mi disse, i nostri strani costumi, vedo che la società non è contenta di vedervi qui; io non vorrei per niente al mondo... Io lo interruppi: Eccellenza, vi faccio mille scuse; avrei dovuto pensarci prima, e so che voi mi perdonerete questa assurdità; avrei già voluto prender congedo; un cattivo genio mi ha trattenuto, gli dissi sorridendo, mentre mi inchinavo. Il Conte mi strinse le mani con un'espressione che rivelava tutto il suo animo. […] Giunge il signor Adelin, posa il cappello, mi guarda, e mi dice piano: Hai avuto delle noie? - Io? domandai. - Ma sì, il Conte ti ha fatto abbandonare la sua società. - Vada al diavolo, esclamai, sono stato felice di respirare aria libera. - È bene, disse lui, che tu prenda la cosa leggermente; mi dispiace soltanto perché ormai se ne parla dappertutto. Sente quest’offesa soprattutto dalla signorina B. La signorina B. È molto più simile alla vera Lottie autobiografica di Goethe che non Carlotta. 24 marzo - 19 aprile - 5 maggio: continua a parlare della partenza. Lettera del 5 maggio : Domani parto da qui e poiché il mio paese nativo non è che a sei miglia dalla via che dobbiamo percorrere, voglio rivederlo, voglio rivivere gli antichi giorni felici, trascorsi come in sogno. Voglio entrare proprio per quel- la porta per la quale uscii con mia madre quando, dopo la morte di mio padre, lei abbandonò quel luogo tranquillo e caro per andarsi a rinchiudere nella sua città na- tale. Addio, Guglielmo, avrai notizie del mio viaggio. Werther andrà nel paese nativo, torna alle radici. Lettera del 9 maggio : Lettera un po’ lunga, il ritorno al paese natale porta alla luce un grande tema romantico ovvero l’infanzia, riflette su quanto il fanciullo o la fanciulla che eravamo influenzi l’uomo o la donna che siamo diventati. Il ritornare ai luoghi conosciuti e misurare le emozioni che ci danno è un tema molto romantico. Il paese natale è rappresentato dal tiglio: Mi fermai sotto il tiglio che, quando ero bimbo, era stato meta e confine delle mie passeggiate. Come tutto era mutato! Allora, in una felice ignoranza io aspiravo a slanciarmi nel mondo ignoto, dove credevo di trovare per il mio cuore un tal pascolo e un tal godimento. Torna alla sua città: Varcai la porta della mia città e mi orientai subito e completamente. […] Osservai passando che la scuola dove una buona vecchia rinchiudeva e ammucchiava noi ragazzi, era stata trasformata in una bottega di vendita al minuto; Cerca nella natura un po’ di conforto per tutti i cambiamenti che sono stati fatti, quindi per il presente. Il passaggio dal paese natale è una tappa inevitabile per ritrovare la sua identità. Quelle che seguono sono una serie di lettere molto brevi che precedono l’incontro con Carlotta e Alberto: 25 maggio, 11 giugno, 18 giugno. Sono per lo più lampi di coscienza. Lettera del 25 maggio: […] Volevo entrare in servizio militare; ci ho pensato a lungo e, specialmente per questo, ho seguito qui il principe che è generale agli ordini di... Durante una passeggiata gli esposi la mia idea, ma egli mi dissuase e, per non dare ascolto alle sue ragioni, avrei dovuto esser guidato dalla passione piuttosto che dal capriccio. Delusione d’amore = mi arruolo e dimentico il grande amore. Lettera dell’11 giugno: Mi rimetto a vagabondare. Lettera del 18 giugno : Dove penso di andare? te lo dirò in confidenza. Resterò qui ancora quindici giorni dopo i quali ho detto che desidero visitare le miniere di...; in fondo non c'è nulla di vero; voglio avvicinarmi a Carlotta, e questo è tutto. Rido del mio cuore... ma finisco col far sempre la sua volontà. Non ci viene detto il luogo che vuole visitare ma ci dice che il suo vagabondare in realtà é come della polvere di ferro che viene attirata da un magnete: é il mio cuore che mi porta lì, faccio la sua volontà. Prima di arrivare alla lettera del 5 settembre, ci racconta delle fantasie, ad esempio: quando uno scozzese pubblica una serie di storie di Ossian sostenendo di averle ricavate da materiali antichi. Le storie di Ossian sono basate sull’eroe Fionnghall, sono storie di natura forte e selvaggia come torrenti, burroni, e di passioni che non trovano sfogo e che terminano spesso con il suicidio. Lettera del 19 ottobre: come tutto é vuoto. Lettera del 26 ottobre: caducità della vita. Lettera del 27 ottobre: disperazione d’amore. Lettera del 3 novembre : consapevolezza, desiderio inconscio, del suicidio. Dio sa quante volte io vado a letto, anzi con la speranza di non risvegliarmi più: e la mattina apro gli occhi, rivedo il sole... e sono infelice. È un suicidio desiderato. Soffro infinitamente perché ho perduto quella che era per me l'unica gioia della mia vita: la benefica forza vivificatrice con la quale creavo un mondo intorno a me: essa è scomparsa! Quando dalla mia finestra guardo verso i colli lontani e vedo il sole mattutino dissipare la nebbia e illuminare i prati giù nelle valli, quando vedo il fiume serpeggiare fra i salici spogli, quando questa meravigliosa natura sta dinanzi a me senza vita come un quadretto colorato, e tutta la bellezza non può fare sgorgare una scintilla di gioia dal mio cuore al mio cervello, io, misero, sto là al cospetto di Dio come una fonte inaridita, un secchio disseccato […]. Carlotta si accorge e comincia a rimproverargli il suo stato delirante. Lettera dell’8 novembre: Carlotta gli rimprovera l’abuso di alcolici. Lei mi ha rimproverato i miei eccessi, ma con quanta grazia! I miei eccessi perché talvolta, da un bicchiere all'altro di vino, arrivo a bere una bottiglia. - Non fate così, mi disse, pensate a Carlotta! - Pensare!, dissi io, avete bisogno di dirmelo? Che io pensi o non pensi, voi siete sempre presente nel mio spirito. Oggi ero seduto in quel luogo dove voi recentemente scendeste in carrozza... - Lei parlò d'altro e non mi lasciò continuare il discorso. Caro mio, sono un uomo finito: Lei può fare di me ciò che vuole. Luoghi e situazioni che sono legati a Carlotta sono sacri. Lettera del 15 novembre : Il suicidio in questo caso con rimando alla religione, sa benissimo che non si deve fare ma ha il pensiero che lo stesso figlio di Dio, Gesù ha parlato dell’’’amaro calice’’. Il manage a trois cade verso la tragedia attraverso delle osservazioni, piccoli episodi. Lettera del 21 novembre : Si comincia con una constatazione psicologica mentale. Lei non vede, non sente che prepara un veleno che trascinerà me e lei nell’abisso. Io invece ne bevo con piena voluttà. Episodio: ieri quando se ne va, lei le dice: ciao caro Werther. Lo mette in agitazione e in delirio amoroso. È la prima volta che lo chiamava caro. Sono andato a letto e mi sono detto ‘’Buonanotte caro Werther’’ e ho riso di me stesso. Effetti che possono avere le parole su un’anima innamorata. Lettera del 24 novembre Musica = tema tipicamente romantico. perché non ho osato gettarmi ai suoi piedi? perché non ho osato gettarmi al suo collo e coprirla di baci? Lei è fuggita al pianoforte. Non ho mai visto così seducenti le sue labbra; pareva che si aprissero ardenti per bere i dolci suoni che sgorgavano dallo strumento, e ai quali la sua bocca pura rispondeva soltanto come un'eco divina. Ah, se potessi esprimermi... Non resistetti più a lungo; m'inchinai e giurai: mai oserò imprimere su di voi un bacio, labbra sulle quali aleggiano spiriti celesti. Eppure, io voglio... Vedi, dinanzi alla mia anima sta come un muro di separazione. Questa felicità... e poi morire per espiare questo peccato... è un peccato? Werther come desiderio non consumato, vuole, non vuole, ha un muro davanti all’anima e dall’altra parte c’è la felicità. Potrebbe abbattere questo muro ma poi dovrebbe espiare le sue colpe per questo peccato. Lettera del 4 dicembre : Seduto vicino al pianoforte e gli vengono le lacrime agli occhi. Punto in cui Carlotta si rende conto che Werther sta diventando pericoloso. C’è la musica, Carlotta comincia la melodia e Werther non riesce a stare fermo, va su e giù per la stanza tanto che ad un certo punto le dice di non suonare più. Va verso di lei e le dice di non suonare più. Questa musica che per voi era così bella per voi ora non riuscite più a tollerarla; quello che vi piaceva tanto mangiare ora lo ripudiate. Lettera del 6 dicembre : Ultima breve lettera. Fine che prelude al suicidio. È letteralmente perseguitato dalle visioni, di giorno e di notte. I suoi occhi neri sono sempre davanti a me se chiudo gli occhi sono là come un faro. Cos’è l’uomo? È un semi-Dio. Che cos'è mai l'uomo, questo semidìo tanto apprezzato? Non gli mancano le forze proprio quando gli sarebbero più necessarie? E che egli prenda lo slancio nella gioia o si sprofondi nel dolore, non è forse in entrambi i casi arrestato, ricondotto al cupo, freddo sentimento di se stesso, mentre aspirava a perdersi nell'oceano dell’infinito? Dopo questa lettera del 6 dicembre si interrompe l’epistolario e inizia l’editore al lettore. L'EDITORE AL LETTORE Molto avrei desiderato che sugli ultimi giorni del nostro amico, pieni di interesse per noi, ci fossero rimaste sufficienti testimonianze di sua mano, così da non dover interrompere con un racconto il seguito delle lettere che egli ci ha lasciato. Ho cercato con cura di raccogliere notizie esatte dalla bocca di persone che potevano essere ben informate sul- la sua storia; essa è molto semplice. Tutte le relazioni concordano fra di loro salvo in qualche piccolo particolare: soltanto riguardo al carattere dei personaggi le opinioni differiscono e i giudizi sono disparati. = ricostruire i fatti è più facile che non ricostruire i sentimenti. L’io che si racconta: Goethe era di fronte a due possibilità: o teatro o opera. È importante il luogo in cui interviene il curatore: nei romanzi di Richardson le lettere spesso si interrompono perché è scomparso l’autore. Perché il romanzo non si chiude sempre nel nome dell’io che non si confessa? Non ci sono risposte e se ci sono sono diverse. Il narratore sceglie una via intermedia. Leggendo si vede che ci sono ancora delle lettere e dei biglietti di Werther, l’epistolario continua: 12 dicembre, 14 dicembre, 20 dicembre. 21 dicembre: morte e suicidio di Werther. A mezzogiorno Werther morì. La presenza del borgo- mastro e gli ordini che diede calmarono l'agitazione della folla. La sera, verso le undici, egli fu sepolto nel luogo da lui designato. Il vecchio e i figli seguirono il feretro; Alberto non ne ebbe la forza: si temeva per la vita di Carlotta. Alcuni artigiani lo trasportarono, e nessun sacerdote lo accompagnò. Quando poi il suo servitore entra in stanza, lo vede pieno di sangue con le pistole con cui si era sparato. Werther si suicida con il vestito del primo incontro al ballo con Carlotta, che poi comunque diventa parte della sua persona. Il suicidio è contrario alle leggi di Dio ma é anche un reato per gli uomini ancora oggi. Il suicidio di Werther ha scosso talmente tanto Carlotta che poteva fare anche lei qualche pazzia. I suicidi non potevano essere sepolti in terra consacrata per questo nessun sacerdote lo accompagnò. Differenza Goethe e Shakespeare: di Goethe conosciamo tutto, di Shakespeare quasi niente per quanto riguarda l’io autobiografico. L’io romantico che non ha paura di esprimersi, é quasi esibizionistico nel presentarsi di Goethe; in Shakespeare c’è qualche dubbio: li voleva pubblicare? Che sentimento c’è dietro?
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