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I fragili equilibri del primo dopoguerra in Europa, Russia e Stati Uniti, Schemi e mappe concettuali di Storia

Situazione di Europa, Russia e Stati Uniti dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019

In vendita dal 18/02/2019

Lenny4280
Lenny4280 🇮🇹

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Scarica I fragili equilibri del primo dopoguerra in Europa, Russia e Stati Uniti e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! I FRAGILI EQUILIBRI DEL DOPOGUERRA – ECONOMIE E SOCIETÀ ALL’INDOMANI DELLA GUERRA La prima guerra mondiale aveva portato con sé: • una grave crisi economica, in quanto, dal momento che durante il conflitto le industrie erano state convertite quasi integralmente alla produzione bellica, una volta interrotte le commesse statali, ci fu uno squilibrio tra la capacità produttiva sovradimensionata delle fabbriche e la contrazione della domanda; • un aumento della disoccupazione, aggravata dal ritorno alla vita civile dei combattenti che reclamavano un posto di lavoro; • una crescente inflazione (perdita del potere d’acquisto del denaro: con gli stessi soldi non posso più comprare le stesse cose) e un conseguente aumento del costo della vita; • un aumento degli iscritti nei sindacati europei; Inoltre per quanto riguarda il mondo del lavoro ci fu uno scontro sociale tra gli industriali che tentarono di scongiurare il pericolo di un rovesciamento dei rapporti capitalistici di produzione, e il movimento operaio, incapace di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato, a causa della debole alleanza con il mondo contadino; nel mondo contadino si verificarono scioperi e occupazioni di terre nelle campagne; mentre i ceti medi ottenevano stipendi sempre più bassi e vedevano i propri risparmi farsi sempre più inconsistenti, a causa della continua svalutazione della moneta. In Europa: • in Ungheria cadde la repubblica parlamentare e, dopo che una vasta mobilitazione operaia aveva occupato le fabbriche e aveva costituito i soviet, nel marzo 1919 i comunisti riuscirono ad andare al potere sotto la presidenza di Bèla Kun, proclamando una Repubblica sovietica; tuttavia il dominio comunista durò molto poco perché fu abbattuto da un colpo di stato dell’ammiraglio conservatore Miklòs Horthy, aiutato dall’esercito rumeno e anche dai contadini che non accettarono la collettivizzazione delle terre fatta sul modello sovietico. • In Germania dopo la fuga di Guglielmo II in Olanda, si formò un governo repubblicano, a capo del quale fu posto il socialdemocratico Friedrich Ebert; tuttavia la socialdemocrazia dovette fare i conti con una corrente comunista, gli spartachisti, che, come in Ungheria, tentarono di prendere il potere con un’insurrezione popolare, repressa poi nel sangue dal governo socialdemocratico aiutato anche da corpi armati dell’estrema sinistra. Inoltre il 19 gennaio 1919 alle elezioni per l’Assemblea costituente il partito socialdemocratico ottenne la maggioranza ed Ebert fu nominato presidente della repubblica, mentre il governo fu composto da una coalizione di socialdemocratici, cattolici e liberali; fu dunque improntata una nuova Costituzione, detta di Weimar, che riconobbe, tra l’altro, il suffragio universale maschile e femminile, la centralità del Parlamento e la valorizzazione dei partiti come strumenti di partecipazione democratica. Tuttavia nel paese, accanto alle correnti socialiste e cattoliche, oltre all’indignazione già suscitata per il Diktat di Versailles, si diffuse un nazionalismo autoritario antiparlamentare e antisocialista. Nel frattempo a Monaco nacque una formazione di estrema destra, il Partito nazionalsocialista dei lavoratori di Adolf Hitler, il quale tentò un colpo di stato, marciando con 3000 uomini armati verso il Ministero della Guerra, con l’obiettivo di rovesciare il governo della Baviera e poi puntare verso Berlino, ma fallì e fu incarcerato. In questo periodo di crisi politica ed economica, la Germania riuscì a risollevarsi solo grazie ad aiuti provenienti dagli USA, i quali, secondo il programma del finanziere Dawes, le garantirono prestiti a lunga scadenza, per far sì che le imprese riavviassero le attività produttive. • In Gran Bretagna alle elezioni del 1923, alle quali parteciparono, grazie all’allargamento della base elettorale, anche le donne e gli operai, prese il potere il Partito laburista e, con l’eclissarsi dei liberali, si delineò un nuovo “bipartitismo” fondato sull’alternanza al governo di conservatori e laburisti. Venne affrontata anche la “questione irlandese” e l’Irlanda fu riconosciuta come Stato libero, nonostante le regioni protestanti dell’Ulster fossero escluse dall’accordo. DALLA CADUTA DELLO ZAR ALLA NASCITA DELL’UNIONE SOVIETICA In Russia nel 1917 un governo di impronta liberale guidato dal principe Georgij L’vov aveva costretto lo zar ad abdicare, per poi arrestarlo. Tuttavia anche questo governo provvisorio, nonostante fosse sostenuto dal partito costituzionale-democratico dei “cadetti”, dai menscevichi e dai socialisti rivoluzionari, era minato dai soviet, che si erano ricostituiti in tutto il paese e, oltre che nelle fabbriche e nelle fattorie, anche nelle caserme. Questi fatti riportarono in patria dall’esilio svizzero Lenin, leader dei bolscevichi, che nelle cosiddette “Tesi d’aprile” propose pace, terre ai contadini e “tutto il potere ai soviet”. Lenin si venne dunque a scontrare con il socialrivoluzionario Kerenskij, che era il sostituto di L’vov al governo, tanto che a Pietrogrado tra il 24-25 ottobre 1917 Lenin alla guida di 25000 bolscevichi armati assaltò il Palazzo d’Inverno, sede del governo, impadronendosene. Si era inoltre nel frattempo istituito il Consiglio dei commissari del popolo, presieduto da Lenin e composto dai bolscevichi e da alcuni membri della sinistra socialrivoluzionaria, che sarebbe rimasto al governo fino all’elezione di un’Assemblea costituente. Tuttavia alle elezioni del 1917 la maggioranza non era andata ai bolscevichi, bensì ai social rivoluzionari; i bolscevichi dunque sciolsero con la forza l’Assemblea costituente e instaurarono la Repubblica dei soviet. Sul fronte interno, subito dopo l’uscita dalla prima guerra mondiale, in Russia si scatenò la guerra civile contro le armate bianche, ovvero truppe di insorti a favore dello zar, appoggiate anche da contingenti militari provenienti dai paesi occidentali (inglesi, francesi, polacchi, serbi, rumeni, giapponesi). Così per scongiurare la restaurazione della monarchia, il 17 luglio i bolscevichi fecero giustiziare Nicola II e tutta la sua famiglia; allestirono poi l’“Armata Rossa”, un nuovo esercito guidato da Lev Trotzky, che riuscì a resistere alla controffensiva dei bianchi. Intanto Lenin si era convinto del fatto che anche nel resto d’Europa fosse necessaria una rivoluzione, come quella di ottobre in Russia, e dunque a nel marzo 1919 fu fondata a Mosca la Terza Internazionale, o Comintern, costituita da soli comunisti, e alla quale si poteva essere ammessi solo se si aderiva al modello bolscevico, secondo il quale il partito fosse il principale strumento della rivoluzione, con il quale scardinare i “governi borghesi”. Con il Comintern si crearono spaccature all’interno delle sinistre europee, in quanto socialdemocratici e socialisti ruppero con i gruppi più radicali, i quali fondarono partiti comunisti, che rimasero però minoritari. Ciò portò al fallimento anche dei moti rivoluzionari organizzati dai comunisti in Ungheria, Austria e Germania tra il 1919 e il 1920. Era dunque chiaro che l’esperienza rivoluzionaria russa sarebbe rimasta isolata. Inoltre durante la guerra civile i bolscevichi avevano acquisito l’appoggio dei contadini, tuttavia quando si cominciò a privare le campagne di risorse indispensabili, allo scopo di alimentare le truppe impegnate nella guerra contro i bianchi, i contadini opposero resistenza e in molti vennero arrestati o uccisi. Alla fine però Lenin cercò un compromesso con le campagne e diede vita alla Nuova Politica Economica (NEP) che sancì la fine delle requisizioni forzate dei grano e la reintroduzione di elementi di libero commercio (per cui i contadini potevano vendere parte dei loro prodotti in più). Infine nel 1922 il Congresso panrusso dei soviet sancì la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), ossia l’unione della Repubblica russa e di Ucraina, Bielorussia, Azerbaigian, Armenia e Georgia; in concomitanza però il regime sovietico soppresse ogni forma di dissenso politico e adottò il monopartitismo, estromettendo dal governo esponenti democratico-borghesi, menscevichi e socialrivoluzionari. IL MONDO EXTRAEUROPEO TRA COLONIALISMO E NAZIONALISMO Per quanto riguarda l’impero britannico, la colonia dell’India gli aveva dato un importante contributo durante la guerra, con le riserve di materie prime e con un esercito di circa 1000000 di uomini. Proprio per questo gli autonomisti avevano sperato che la Gran Bretagna mostrasse riconoscenza, trasformando la colonia in uno Stato autonomo, legato alla madrepatria solo dalla fedeltà alla Corona, ma rimasero delusi. In questo contesto cominciò la battaglia del Mahatma Gandhi, che aveva studiato diritto in Inghilterra e aveva esercitato in Sudafrica la professione di avvocato, denunciando le discriminazioni razziali che avvenivano nei confronti dei neri e degli indiani. Egli stesso dunque condivise la causa dell’indipendenza del proprio paese, adottando una forma di lotta non violenta, il satyagraha (“forza della verità”), che consisteva nella disobbedienza civile e nella resistenza passiva e che raccolse subito molte adesioni. Dunque la sua azione, pur sottoposta a dure repressioni, ebbe grande seguito e portò l’India nel 1935 ad avere una più ampia autonomia. GLI STATI UNITI DAGLI “ANNI RUGGENTI” AL NEW DEAL Gli USA non uscirono particolarmente indeboliti dalla prima guerra mondiale, anzi, dopo gli anni 1920-21, cominciò una grande fase di sviluppo in campo industriale e nel terziario. Aumentarono i consumi definiti “secondari” (ossia diversi dai beni di prima necessità), che portarono ad allargare le basi del consenso sociale nei confronti del capitalismo: si diffusero gli elettrodomestici, i grandi magazzini e le automobili. Dal punto di vista politico aveva cominciato a propagarsi la cosiddetta “Red Scare”, ossia “paura dei rossi”, in seguito alla rivoluzione russa: infatti anche negli USA si erano intensificate le agitazioni sindacali e si era costituito un piccolo partito comunista e vari gruppi anarchici. Proprio due anarchici italiani Sacco e Vanzetti furono inoltre accusati di omicidio nel maggio 1920 e condannati a pena capitale, senza comunque avere prove evidenti della loro colpevolezza. Inoltre, in nome della lotta alla degradazione fisica e morale che si riteneva causata specialmente negli strati inferiori
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