Scarica I MAESTRI PEDAGOGICI DEL 900 e più Appunti in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! I maestri del 900 DON MILANI Era un sacerdote italiano che si pone come obbiettivo quello di riuscire a istruire anche coloro i quali venivano tralasciati dalla riforma Gentile (classi più umili). Esponente che entra nel mondo dell’istruzione nel secondo dopo guerra, che sente su di se i limiti della formazione gentiliana e che si pone come obbiettivo quelle classi sociali che erano state lasciate al margine. Don milani lo fa con questa esperienza educativa da cui poi nasce “lettera a una professoressa”, con l’obbiettivo di dare il diritto di parola, di istruzione, di esperienza, di dialogo a chi non era stato preso in considerazione dalla formazione gentiliana. Negli anni ‘60 si avrà una altra riforma che porterà alla scuola media unica poiché viene operata una scelta di unificazione; il triennio viene reso uguale per tutti con gli stessi contenuti disciplinari, con gli stessi strumenti, ecc.. Al termine di questo grado istruttivo ci sarebbe stato un esame che attesta la licenza media e dopo ci sarebbe stata la possibilità di lavorare o continuare gli studi. E Don Milani è esatto uno dei protagonisti del processo che ha portato alla formazione della scuola media unica perche nessuno doveva essere lasciato fuori e doveva avere cittadinanza nell’istruzione e educazione italiana. ALBERTO MANZI 1943: partecipa alla seconda guerra mondiale dopo aver terminato gli studi 1946: prende servizio all’istituto «Aristide Gabelli» a Roma 1948: ottiene il premio Collodi, con la sua opera «Grogh» 1950: prende la laurea in Pedagogia e Filosofia 1954: insegna presso la scuola «Fratelli Bandiera» a Roma e successivamente si reca in Sud America 1960: venne scelto per presentare il programma «Non è mai troppo tardi» sulla Rai 1995: diventa sindaco di Pitigliano Non è mai troppo tardi Negli anni Sessanta la Rai realizzò un’iniziativa di Dad: Didattica a Distanza. Il maestro Alberto Manzi, attraverso la trasmissione “Non è mai troppo tardi”, insegnò a leggere e scrivere agli adulti che non avevano ricevuto un’istruzione in età scolare. Il sottotitolo della trasmissione lo definiva anche "Corso di istruzione popolare per il recupero dell'adulto analfabeta". Manzi parlava ad una classe in studio, ma la sua vera classe era di migliaia di persone, ognuna a casa sua. Le puntate di Non è mai troppo tardi andavano in onda nel tardo pomeriggio, per favorire la partecipazione dei lavoratori, e duravano circa un’ora. Tuttavia, ciò che è rimasto famoso è stato il suo metodo di condurre le lezioni accompagnandole con dei disegni a carboncino che tracciava in diretta. La tecnica di Manzi era quella di non far capire subito cosa stesse disegnando, ma di condurre a scoprilo gradualmente, in modo da tenere desta la curiosità degli allievi. Ancora oggi, di fronte a tante lezioni super digitalizzate, l’immediatezza comunicativa dei disegni di Manzi resta un esempio di come si possa fare scuola efficacemente con metodi semplici. Nonostante le grandi capacità pedagogiche di Manzi, il suo lavoro sarebbe stato probabilmente inutile se limitato all’intervento televisivo. Infatti, Non è mai troppo tardi non avrebbe avuto alcun impatto effettivo senza la presenza dei 2000 maestri e maestre sparsi sul territorio nazionale. Ogni insegnante
