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i malavoglia appunti, Appunti di Letteratura Italiana

appunti sull'opera dei Malavoglia

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/11/2023

alessandra-versavia
alessandra-versavia 🇮🇹

5 documenti

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Scarica i malavoglia appunti e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! VERGA CONTESTO STORICO: Il secondo 800 assiste all’estinguersi del romanticismo e all’affacciarsi di nuove tendenze che fanno della seconda parte del secolo un’età profondamente diversa dalla prima. Gli anni di svolta in Europa sono quelli legati alle grandi rivoluzioni (1848-1849), per L’Italia invece occorre aspettare il1861 data di nascita dello stato unitario. Nel corso degli anni 60 che a Milano nasce il primo movimento post-romantico: la SCAPIGLIATURA. La letteratura post-romantica parte quindi da Milano con i suoi limiti ma caratterizzata da un anticonformismo, un tenace sperimentalismo e a una forte apertura verso L’Europa. In questo periodo vivono a Milano letterati come Giovanni Verga e Luigi Capua. L’officina scapigliata è attiva fra il 60 e il 75 ed è proprio da loro che partirà un altro importante movimento equivalente italiano del Naturalismo di Zola: il Verismo. Tra i maggiori esponenti di tale movimento troviamo Giovanni Verga. Alla fine degli anni Settanta Verga da artista ideologico diventa un ARTISTA SCIENZIATO; invece della polemica sceglie il distacco, l’oggettività e l’impersonale analisi utilizza perciò tutti gli strumenti che la nuova cultura può offrirgli. Per Verga è fondamentale la figura di Darwin a cui si ispira tuttavia, il Verga Darwinista è diverso: è pessimista, manca la fiducia nel progresso. Verga e Capua sono entrambi degli scrittori Siciliani; insieme elaborano la teoria della narrazione impersonale, la mano dell’artista rimarrà invisibile da sembrare che l’opera si sia fatta da sé. A Darwin si ispira nell’impianto del ciclo dei “VINTI” che rappresenta la lotta per la vita attiva a tutti i livelli della scala sociale; manca la fede nel progresso che porta di conseguenza al degrado e a una lotta tutti contro tutti che non porta a nulla. I MALAVOGLIA Nel 1881 viene pubblicata l’opera “i Malavoglia” che mostra un’analisi da condurre ceto per ceto, della sconfitta che tocca a chi cerca di progredire e sta meglio a chi insomma aspiri a impegnarsi a fondo nella lotta per la vita a mutare il proprio stato. Ambienta il romanzo nel piccolo borgo siciliano di Aci Trezza, per spiegare l’esistenza di tale povera umanità non soltanto inventa un linguaggio che si avvicina agli usi linguistici ma adotta il punto di vista dei suoi pescatori e contadini e il loro modo d’interpretare la realtà. i Malavoglia rispettano i valori tradizionali (onore, dovere, attaccamento al lavoro) ma, dall’altra parte il resto della comunità ha sostituito quei valori con il cinico utilitarismo dei tempi nuovi; i personaggi si dividono in due sottosistemi. Purtroppo, anche il gruppo dei Malavoglia subisce questa divisione andando a mano a mano sempre di più a dividersi in modo progressivo e drammatico e questo ruolo spetta al giovane ‘Ntonio che tenta di mutare il proprio stato. La sua ambizione porta la famiglia alla rovina ed è conforme alla filosofia enunciata nell’introduzione. Verga non sta dalla parte del nuovo ma dalla parte del passato e della tradizione che si rispecchiano nel Vecchio ‘Ntonio. Altra importante figura del racconto è il ruolo di Mastro don Gesualdo un arrampicatore sociale che diviene ricco e ottiene il titolo di DON; respinge da sé qualsiasi figura romantica e adotta uno spietato realismo. Riesce a realizzare ciò che il giovane ‘Ntonio non è capace di ottenere tuttavia, come già viene enunciato nell’introduzione, la sua ascesa sarà breve e la caduta sarà terribilmente rapida e vertiginosa. Capitolo I: Ad Aci Trezza, un piccolo paesino presso Catania, in Sicilia, vive alla casa del nespolo una famiglia di pescatori, i Toscano, soprannominati da tutti Malavoglia 1. Capo famiglia è padron ‘Ntoni, ci sono poi il figlio Bastianazzo con la moglie Maruzza, soprannominata Longa, e i figli: ‘Ntoni, il maggiore, di vent’anni, Luca, Mena, soprannominata Sant’Agata perché passa tutto il suo tempo al telaio, Alessi e la piccola Lia. Il quadro familiare è quindi variegato: se pardon ‘Ntoni è il capofamiglia, Bastianazzo ne ha ereditato la forza e la dedizione al lavoro; ‘Ntoni è da subito un giovane buono ma sfaticato. I Malavoglia, dal punto di vista sociale, sono dei “possidenti” poiché, oltre alla casa del nespolo, sono i proprietari della “Provvidenza”, una barca da pesca. L’ordine della famiglia viene turbato quando ‘Ntoni riceve la chiamata di leva 2: quest’evento priva la famiglia di una vitale forza-lavoro. Essendo in un periodo di ristrettezze e pensando di fare un affare, padron ‘Ntoni, con la mediazione di Piedipapera, acquista a credito dal ricco zio Crocifisso, l’usuraio del paese, un carico di lupini e manda Bastianazzo con la Provvidenza, a venderli a Riposto. Con lui parte pure Menico. Capitolo II: Mentre la Provvidenza salpa, vengono presentati gli altri personaggi di Aci Trezza (il farmacista don Franco, il vicario don Gianmaria, il maestro Silvestro, la Zuppidda). Mentre aspetta notizie del carico di lupini, padron ‘Ntoni discute con altri uomini sui gradini della chiesa dell’impresa dei lupini: se l’affare andasse in porto, Mena avrebbe la dote per sposare Brasi Cipolla, anche se lei è innamorato del povero compare Alfio. Alla casa del nespolo, la Longa e le altre vicine discutono della Mena e fanno pettegolezzi su altri paesani. Capitolo III: Di notte si scatena la tempesta. Tutti al villaggio pensano alla barca con il carico di lupini e, pur criticando i Malavoglia nella bettola di suor Mariangela la Santuzza, poco dopo si ritirano in chiesa a pregare. Zio Crocifisso vuole che padron ‘Ntoni, davanti a testimoni, ammetta che i lupini li ha presi a credito. Nel frattempo tutti i Malavoglia - in particolare la Longa,moglie di Bastianazzo - si disperano. Il naufragio della Provvidenza, che preannuncia la rovina economica della famiglia Toscano, viene raccontato in maniera indiretta, attraverso le voci e le reazioni di questo “coro” popolare. Capitolo IV: Sono passati tre giorni e ormai è chiaro anche ad Aci Trezza che la barca e il suo carico sono affondati e cheBastianazzo è morto affogato. Alla commemorazione per Bastianazzo tutti si interessano alla sventura dei Malavoglia (per compassione o per ineteresse) e ognuno ha qualcosa da dire sulla loro situazione. Infatti i Malavoglia con la morte di Bastianazzo, il carico di lupini da ripagare a zio Crocifisso e la Mena da maritare, per non parlare dell’infelice annata per colpa dell’assenza di pioggia, si trovano in grandi difficoltà economiche. Nel frattempo, in paese si intersecano le trame tra i personaggi per guadagnarsi un matrimonio vantaggioso. Capitolo V: Alfio Mosca fa sapere a Mena che ha sentito che i Malavoglia, per far fronte ai problemi economici, vogliono farla sposare a Brasi Cipolla, figlio di padron Fortunato, che possiede barche, chiuse e vigne. Viene nel fratempo ritrovata sulla spiaggia la Provvidenza: la barca è distrutta ma si pensa di ripararla. ‘Ntoni riesce ad ottenere la lettera di congedo e a tornare a casa e il fratello Luca decide di partire per la leva al posto suo. Capitolo VI: ‘Ntoni, tornato ad Aci Trezza per aiutare economicamente la famiglia, scopre che Sara di comare Tudda, la ragazza che egli amava, si è sposata con un vedovo. Tutti Malavoglia, nel frattempo, si mettono a lavorare per ripagare il debito che viene provvisoriamente rimandato e che lo zio Crocifisso, per non inimicarsi tutto il paese, finge di cedere il credito a Tino Piedipapera. Se i Malavoglia (che lavorano assiduamente per riparare le perdite del naufragio) non ripagheranno il debito, zio Crocifisso potrà prendersi la barca e la casa del nespolo; tuttavia, un avvocato di città cui i Malavoglia si sono rivolti assicura che non devono nulla all’usuraio, dato che non ci sono documenti ufficiali e che la casa costituisce la dote della Longa (quindi non può essere espropriata). Tuttavia, padron ‘Ntoni, per un superiore senso dell’onore, vuole rispettare la parola data. La Longa, convinta dall’ipocrita Don Silvestro (che odia ‘Ntoni per faccende sentimentali), alla fine rinuncia alla dote.
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