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I Malavoglia di Giovanni Verga, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Appunti sull’opera di Giovanni Verga.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 18/05/2023

sara-bellicose
sara-bellicose 🇮🇹

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Scarica I Malavoglia di Giovanni Verga e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! IL CICLO DEI VINTI Il “ciclo dei Vinti” è una raccolta di cinque romanzi di cui i primi due furono completati, ossia: 1) “I Malavoglia” che rappresenta la lotta per la sopravvivenza; 2) “Mastro-don Gesualdo” che rappresenta l’ambizione di scalare la gerarchia sociale. Invece, gli altri tre rimasero incompleti, ossia: 1)“La Duchessa de Leyra” che rappresenta l’ambizione aristocratica; 2) “L’onorevole Scipioni” che rappresenta l’ambizione politica; 3) “L’uomo di lusso” che rappresenta l’ambizione artistica. Tale raccolta prende intitolata il “ciclo dei Vinti” in quanto l’oggetto a partire dal quale Verga intende studiare e tracciare un quadro della società sono proprio i vinti, ossia coloro che hanno provato a cambiare la propria posizione nella società ma sono stati stravolti, calpestati, dalla cosiddetta “fiumana del progresso”. Per studiare tale meccanismo immutabile, Verga inizia proprio dalle sfere basse i cui meccanismi sono semplici e facilmente comprensibili. Difatti il primo romanzo di tale raccolta è proprio “I Malavoglia” che, appunto, rappresentano le basse sfere che lottano per la sopravvivenza, e per studiarle, Verga, si adegua alle categorie mentali e al linguaggio dell’ambiente popolare; man mano che l’autore procede nello studiare gli strati della società più complesse cambiano di conseguenza anche i modi di pensare e il linguaggio. I MALAVOGLIA I Malavoglia è il primo romanzo del ciclo dei Vinti, esso rappresenta la sfera più bassa della società; è la storia di una famiglia di pescatori siciliani, i laboriosi e onesti Toscano, soprannominati “I Malavoglia” in quanto spesso in Sicilia si usava il contrario delle qualità di chi li porta. Vivono nel paesino di Aci Trezza, dove hanno una casa, la cosiddetta “casa del nespolo”, e una barca soprannominata la “Provvidenza” è conducono una vita relativamente felice e tranquilla (stabile). La storia inizia ad essere dinamica quando, nel 1863, il giovane ‘Ntoni, figlio di Bastianazzo e nipote di padron ‘Ntoni, deve partire per il servizio militare; evento che stravolgerà completamente la felicità e la tranquillità di cui godeva di nucleo familiare. Dunque, quando il giovane ‘Ntoni parte per il servizio militare priva la famiglia delle sue braccia, lasciando questa in difficoltà costretta a pagare un’altra persona che lo possa sostituire. A ciò si aggiunge una cattiva annata di pesca ed in più si aggiunge il fatto che la figlia maggiore, Mena, doveva sposarsi, ma per farlo doveva avere un certo patrimonio, ossia ricchezze, terreni o altro. Così per superare tali difficoltà il padron ‘Ntoni (ossia il nonno) decise di comprare a credito dall’usuraio zio Crocifisso un carico di lupini, per poi rivenderli in un porto vicino. Ecco il punto in cui, per migliorare la propria condizione, la famiglia viene completamente stravolta da eventi tragici: la “Provvidenza” utilizzata per trasportare i lupini, naufraga in una tempesta e di conseguenza il carico va perduto; nel frattempo Bastianazzo muore; a causa del debito non saldato viene pignorata la casa de I Malavoglia; ancora, il secondogenito Luca muore nella battaglia di Lissa, e sua madre Maruzza venne uccisa dal colera. (morti: Bastianazzo, Luca e Maruzza) Nonostante queste sventure la Provvidenza venne recuperata e riparata, ma essa naufragò ancora costringendo i Malavoglia di vivere alla giornata. Nel frattempo, il giovane ‘Ntoni ha conosciuto la vita delle grandi città, trova lavoro presso un’osteria ma si circonda di cattive compagnie che lo costringono a commettere atti illeciti, come il contrabbando, e coinvolto in alcune risse. ‘Ntoni, in fuga dalla rissa viene fermato dalle guardie e finisce per pugnalare al petto Don Michele, fortunatamente non uccidendolo. A quel punto per ‘Ntoni non c’è più niente da fare e viene arrestato. Padron ‘Ntoni, nel disperato tentativo di far uscire di galera il giovane investe tutti i suoi risparmi per trovargli un buon avvocato il quale effettivamente riesce a rovesciare le sorti di ‘Ntoni, ma a discapito della verità. L’avvocato infatti racconta che la lite con il brigadiere Don Michele è scaturita dalla tresca dell’uomo con la sorella Lia e ‘Ntoni si sarebbe scagliato contro il brigadiere per difendere l’onore della giovane Lia. La tesi dell’avvocato ha successo e ‘Ntoni viene incarcerato per soli cinque anni. Questa storia però distrugge l’onore di Lia che è costretta a scappare da Aci Trezza, trasferendosi a Catania dove farà la prostituta. A causa di tale disonore Mena non può più sposare il suo compagno Alfio, così trascorrerà la sua vita ad occuparsi dei figli e del fratello; il padron ‘Ntoni, muore in ospedale. Infine, l’ultimo figlio Alessi riesce a riscattare la casa del nespolo continuando il mestiere del nonno (ecco la situazione iniziale di felicità e tranquillità...) ed ereditando il concetto di famiglia molto forte da Padron ‘Ntoni, chiede al fratello di tornare a casa, ma il giovane non ne vuole sapere e il giorno dopo la sua scarcerazione partirà prima dell’alba. ANALISI I Malavoglia rappresentano un mondo rurale arcaico in cui dominano le tradizioni, che si fondano sulla saggezza antica dei proverbi. D’altronde tale mondo arcaico potrebbe apparirci immobile, in quanto i fatti narrati sono presentati dall’ottica dei personaggi stessi (tecnica dell’impersonalità, eclissi dell’autore, la regressione) che sono abituati a concepire la loro realtà statica. Ma, in realtà tale mondo non è affatto immobile poiché viene investito dai processi storici: difatti il racconto è collocato in un villaggio siciliano del 1865, quindi si tratta non più di una Sicilia sotto il regno borbonico, ma di una Sicilia che fa parte del Regno d’Italia; e tale mondo, appunto, arcaico viene stravolto dai processi di modernizzazione che, in breve, tempo trasforma la società italiana; un esempio ne è la coscrizione obbligatoria, a causa della quale il giovane ‘Ntoni è costretto a partire, sottraendo braccia al lavoro mettendo, così, in crisi la famiglia. Proprio con la partenza del giovane ‘Ntoni il racconto inizia ad essere dinamico, è come l’effetto domino basta spingere una tessera per innescare quel meccanismo che le farà cadere tutte una dopo l’altra. Tuttavia, la famiglia, oltre ad avere due braccia in meno, deve affrontare altri ostacoli come pagare le tasse salate, sopravvivere alla crisi della pesca, adattarsi alle nuove invenzioni come il treno, il telegrafo e le navi a vapore. A causa di tali trasformazioni la famiglia dei Malavoglia cade in gravi difficoltà economiche ed è costretta ad intraprendere un’altra attività, passando dall’essere pescatori all’essere negozianti, ne consegue che tale nuova attività fallisce (i lupini perduti durante il naufragio della Provvidenza) e la famiglia subisce un processo di declassazione, cioè essa passa dalla condizione di proprietari di casa e barca a nullatenenti, costretti ad andare a giornata per vivere. Tuttavia, vi sono anche processi di ascesa sociale, rappresentati dall’arrivista don Silvestro che ricorre alle arti più subdole e agli intrighi per arrivare a una posizione di potere. Il personaggio che incarna le forze disgregatrici della modernità è il giovane ‘Ntoni, uscito dal piccolo villaggio in cui era cresciuto, ha conosciuto la realtà moderna a Napoli, ed è anche per questo motivo che il giovane ‘Ntoni non vuole tornare dalla sua famiglia, nel suo villaggio dove l’esistenza non è altro che fatica e miseria. Al contrario il padron ‘Ntoni incarna lo spirito tradizionalista, i valori antichi, come la religione della casa e della famiglia, l’importanza del lavoro dell’onore della famiglia, utilizzati come antidoto alla falsità e alla corruzione della vita cittadina. Tuttavia, il romanzo rappresenta la disgregazione di quel mondo e l’impossibilità dei suoi valori.
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