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i partigiani e il ruolo delle donne nella resistenza, Guide, Progetti e Ricerche di Storia

chi erano i partigiani e la loro formazione, il ruolo delle donne nella resistenza

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2018/2019

Caricato il 29/01/2019

Camilla9902
Camilla9902 🇮🇹

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Scarica i partigiani e il ruolo delle donne nella resistenza e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! I partigiani le formazioni partigiani sono gruppi armati di antifascisti volontari, nei venti mesi della liberazione hanno avuto una composizione libera e variabile fino ad arrivare ad una vera e propria divisione nei maggiori gruppi. I partigiani operano del giorno dell’armistizio dell’8 settembre 1943 fino ai primi giorni del maggio 1945. Subito dopo l’8 settembre molti soldati che erano usciti dall’esercito regolare cercano di sottrarsi alla cattura da parte dei nazisti e alla recluta da parte della neo nata Repubblica di Salò (Repubblica Sociale italiana) , rifugiandosi nelle aree più esterne della città, di solito nelle zone montane. I gruppi partigiani oltre ad essere formati da ex soldati vi erano anche elementi della popolazione locale, questo porta alla nascita delle prime bande, che erano organizzate grazie anche all’esperienza post bellica, soldati in grado di usare le armi, riuscirono anche a dare un organizzazione al gruppo. Durante i mesi della resistenza nei gruppi partigiani affluirono tutti i disertori alla leva militare indetta dal Mussolini, questa affluenza porta anche ad una connotazione politica, questo lo si ha anche grazie all’entrata di ex prigionieri politici, ex confinanti, antifascisti e combattenti al fronte antifascista. Un fattore importante dei gruppi partigiani è proprio la presenza di parte dell’esercito è molto positiva perché così le bande partigiane potevano occuparsi in prima linea della difesa verso lo straniero occupante e il nemico interno il fascismo. La liberazione è fatta da attacchi mirati a obbiettivi minori, rapidità degli spostamenti e con azioni rapide e di disturbo danneggiando delle strutture che sostenevano il nemico. Il Comando generale Corpo Volontari della Libertà è un passaggio fondamentale per la lotta partigiana, il comando generale viene fondato a Roma il 9 giugno 1944, su iniziativa del CNL (Comitato nazionale di liberazione) A quel punto, le formazioni partigiane trovano una guida politica e un coordinamento militare, divenendo un organismo unitario al vertice e strategicamente frammentato alla base operativa. Pur unite in un unico Corpo, le varie formazioni mantengono le caratteristiche politiche che le contraddistinguono, trovando omogeneità nel comune obiettivo della lotta contro il nazismo e il fascismo. I principali gruppi partigiani sono: le Brigate Garibaldi, i GAP e le SAP, organizzati dal Partito Comunista Italiano. • le formazioni di Giustizia e Libertà, coordinate dal Partito d'Azione. • le formazioni Giacomo Matteotti, del Partito Socialista di Unità Proletaria. • le Brigate Fiamme Verdi, che nascono come formazioni autonome per iniziativa di alcuni ufficiali degli alpini, e si legano poi alla Democrazia cristiana, come le Brigate del popolo. • le Brigate Osoppo, autonome e legate alla DC e al PdA. • le formazioni azzurre, autonome ma politicamente monarchiche e badogliane. • le piccole formazioni legate ai liberali e ai monarchici, come la Franchi di Edgardo Sogno, o quelle trotskiste, come Bandiera Rossa, e anarchiche, come le Bruzzi-Malatesta. Durante l’inverno del 1944-1945 le brigate partigiane vennero trasformate in unità militari regolari così da essere riconosciute dalle Forze Armate nazionali, dal Governo e dagli alleati. Le donne nella resistenza Le donne nella resistenza italiana sono una presenza fondamentale per il movimento partigiano nella lotta contro il nazifascismo. In tutte le città le donne lavoravano quotidianamente per prendere i beni di prima necessita per il sostentamento per i compagni. Vi erano dei gruppi di donne che si battevano completamente nella lotta antifascista raccogliendo fondi e facendo assistenza ai detenuti politici ed erano impiegate anche nel mantenere le comunicazioni durante le operazioni militari. Le donne che presero parte in questo movimento facevano di organizzazioni come GAP (Gruppi di azione patriottica) e le SAP (Squadre di azione patriottica) ed oltre a questi gruppi venne fondato anche Gruppi di difesa della donna, erano gruppi aperti dove ogni donna di qualsiasi ceto sociale, di ogni fede sia religiosa e politica volessero partecipare alla lotta per la liberazione della patria e la propria emancipazione, che si trovavano ad essere capifamiglia al posto dei mariti che erano partiti in guerra . I compiti delle donne erano molteplici, fondarono le squadre di primo soccorso per i militari feriti e gli ammalati, contribuirono alla raccolta di alimenti, indumenti e medicinali, oltre a questi compitivi si dovevano occupare dell’identificazione dei cadaveri e fare da assistenza alle famiglie dei caduti. Le donne sono state fondamentali nella colletta partigiana: oltre a lavare, cucire e assistere i feriti partecipavano alle riunioni dando un aiuto organizzativo e se fosse stato necessari riuscivano anche a destreggiarsi con le armi. Altro aiuto fondamenta e prezioso era il passaggio delle informazioni, che riuscivano a passare senza farsi scoprire ai posti di blocco nemici, raggiungendo così l’obbiettivo. Le donne partigiani avevano lo stesso rischio degli uomini perche nel momento un cui venivano scoperte e cadevano in mano straniera subivano le peggiori atrocità. Anche se va detto che le donne erano abili a nascondere armi e munizioni, e nel caso di controlli ai posti di blocco riuscivano a non farsi perquisire dicendo che dovevano andare da bambini affamati, persone ammalate gravemente. Le donne oltre ad aiutare i gruppi partigiani, acquisirono un ruolo importante anche a livello economico- produttivo. Mentre gli uomini venivano richiamati alle armi, esse dovettero sostituirli nell'industria e nell'agricoltura. Le donne lavoravano soprattutto nel settore tessile, alimentare e industriale, ma erano presenti anche in larga misura nella catena di montaggio. Un altro compito delle partigiane era quello della staffetta, ruolo che veniva svolto dalla giovani donne in un età compresa tra i 16 e i 18 anni per il semplice fatto che potevano destare meno sospetto. Le staffette avevano il compito di garantire un contatto tra le varie brigate e di conseguenza tra i partigiani e le loro famiglie n alcuni casi avevano anche il compito di accompagnare gli eventuali resistenti. Senza i collegamenti che loro assicuravano, tutto si sarebbe fermato ed ogni cosa sarebbe stata più difficile. Le Staffette non erano armate e per questo il loro compito era molto pericoloso l’obiettivo era quello di passare inosservate: infatti erano vestite in modo comune, ma con una borsa con doppio fondo, per nascondere tutto ciò che dovevano trasportare. Altri collegamenti che si rivelarono indispensabili sin dagli inizi della guerriglia erano i collegamenti che tenevano le staffette tra città e montagna.
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