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I problemi dell'Italia unita, Appunti di Storia

I problemi dell'Italia unita (istruzione, infrastrutture, sanità e pareggio del bilancio)

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 30/09/2021

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sara-lanfranchi-1 🇮🇹

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Scarica I problemi dell'Italia unita e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! PROBLEMI DELL'ITALIA UNITA do 1861-1875, L’Italia aveva 22 milioni di abitanti (con Lazio e Veneto che non facevano parte del regno sarebbero stati 26 milioni) ma solo 5 milioni avevano frequentato le scuole elementari, quindi di conseguenza era presente molto analfabetismo(analfabetismo medio del 78 %), maggiore soprattutto nel mezzogiorno e nelle isole (90 %). Solo circa 200 mila persone parlavano italiano, le altre parlavano i dialetti locali. Napoli aveva 450 mila abitanti. Torino, Milano Palermo e Roma intorno ai 200 mila abitanti. La popolazione urbana era il 20% del totale e il resto abitava nei sobborghi e nelle campagne. A parte Milano, Torino, Genova e Napoli, le altre città non avevano attività produttive di rilievo. Dal 1860 al 1910 le attività industriali principali si sviluppavano a Milano (Falk Breda Pirelli), a Torino(fiat), a Genova(cantieri navali) e nella zona di Domodossola con molte industrie tessili. Nel 1860 l’Italia era un paese completamente agricolo. Il 70% era occupato dal settore primario con l'agricoltura, il 18% era occupato dal settore secondario con le industrie e il 12 % dal settore terziario con industria e servizi. L’agricoltura dava il 60% del prodotto interno lordo mentre l'industria a malapena il 20%. L’agricoltura non era favorita dalle condizioni del territorio perchè i 2/3 dell’Italia era montagnosa e inoltre erano presenti i territori appartenenti alla manomorta ecclesiastica che non erano vendibili, quindi o andavano alla malora o erano affittati a poco. Per questo la manomorta ecclesiastica fu un pesante limite per lo sviluppo agricolo italiano. Si trattava di un’agricoltura povera, con territori paludosi (delta del Po, Agropontino), con pochi mezzi e con rendite medie inferiori rispetto a inglesi e francesi. La vita nelle campagne era pessima ed era presente la divisione poderale, soprattutto in aree boschive, mentre nel mezzogiorno c'erano enormi latifondi caratterizzati da una condizione servile dei lavoranti e appartenenti a potenti che avevano combinato affari con la monarchia. AI nord si trovavano molte varietà di colture di grano e di riso ma era presente la mezzadria: un contratto agrario con cui il mezzadro, che è un contadino abbastanza ricco e colto rispetto agli altri, affitta ettari ad un latifondista, dandogli metà del raccolto. Un caso minore è rappresentato dalle proprietà allodiali, cioè terreni che alcuni contadini nel tempo avevano fatto diventare per usufrutto di loro proprietà. Dopo la morte di Cavour nel 1861, si ebbe un periodo cruciale di ristrutturazione della nazione che ne uscì stanca e povera (per le guerre d’indipendenza), ma unita territorialmente e istituzionalmente con una serie di forze interne che non erano d’accordo (potenti del sud, intellettuali). Il governo che reggeva il paese, ovvero la monarchia(che segue statuto albertino) con a capo Re Vittorio Emanuele, si trovò nella condizione di dare il parlamento in mano alla destra storica (con Cavour), composta dalla borghesia e dalla nobiltà e rappresentata da uomini rispettabili dal punto di vista morale-etico, legati però alla ricchezza e alla cultura. (con Cavour). Mentre la sinistra storicalcon Cattaneo) che derivava dal nascente socialismo e dalle tesi comuniste di Marxs aveva per ora una funzione di minoranza. Il centro(con Gioberti) invece era rappresentato dai cattolici. La Destra ebbe potere dal 1861 al 18 76 e dovette affrontare grandi problemi: chiamati problemi dell’Italia unita.(problema della qualità di vita, problema delle infrastrutture, problema legato alla salute pubblica e sanità, problema legato al brigantaggio, problema legato all’istruzione). Un altro problema era legato a casse dello stato: infatti i Savoia erano ricchi ma dovevano provvedere ad un'intera nazione, quindi i soldi che entrarono dalle tasse vennero usati per cercare di risollevare la nazione dai problemi. La destra storica si pose come obbiettivo il pareggio del bilancio che prevedeva una ristrutturazione economica della nazione. Ci si arriverà a prezzo di durissime richieste nei confronti dei ceti popolari e dei contadini (ad esempio molte tasse tra cui la tassa sul macinato). Intorno al 1865 la qualità di vita nelle città era buona per i borghesi e nobili, discreta per operai e commercianti, pessima nelle campagne con povertà diffusa e con la mancanza di una rete ferroviaria (presente soprattutto in Piemonte e in Lombardia) che non permetteva la circolazione. Inoltre alcune zone del paese soprattutto quelle montuose erano impraticabili e c'erano persone che vivevano in caverne (in Basilicata e Molise). Un altro problema era legato alle infrastrutture, infatti si ebbe la necessità di risistemare e ricostruire ponti, strade, scuole, ospedali, prefetture, questure, palazzi giustizia ecc.. Grazie ai bergamaschi e ai bresciani che erano ottimi costruttori, si riuscirono a costruire e ristrutturare molte infrastrutture. Su questo settore si investì tanto dal punto di vista economico, per modernizzare il paese e per dare agli abitanti d’ Italia la possibilità di spostarsi con carrozze e treni. Un altro grande problema era legato al brigantaggio, diffuso soprattutto al sud, dove gli abitanti e soprattutto i potenti non erano abituati e d’accordo all’idea di stato accentrato. | Borbone dovettero gestire gli interessi dei potenti (in Sicilia, Calabria e Campania) con cui raggiunsero accordi di compromesso. Tanti di questi potenti erano feudatari e avevano eserciti privati. Tra il 1859 e il 18 60 vennero istituite leggi speciali(istituzione dei prefetti, leggi su istruzione, nascita comuni e province, pesante fiscalità, servizio di leva obbligatorio) legate alla centralizzazione del potere, per andare contro e limitare i potentati. Tutto questo scatenò una reazione: la borghesia del sud non voleva pagare tasse e sul territorio erano presenti molte bande di briganti, composte da contadini insorti ed ex militari borbonici, che assalivano i paesi. Queste bande erano eserciti piccoli legati a baronie o a potenti che posero le condizioni per nascita dei poteri mafiosi. Il governo centrale riuscì a stroncare il brigantaggio, già nel 1863 120 mila uomini furono spediti ad assediare il sud. Finalmente nel 1865 le bande più importanti furono isolate e distrutte. Ma Localmente(al sud) rimaneva il problema di gestione della terra e della divisione dei terreni. Un altro problema era legato alla sanità. In Italia la tradizione scientifica legata alla medicina e alla biologia era eccezionale, erano presenti molte scuole mediche (a Padova, Salerno, Milano, Bologna, Torino e Genova), gli ospedali erano ben organizzati ma non essendoci i medici condotti, si partoriva in casa. La medicina del 1860/70 era modesta, si operava poco e non si sapeva nulla di fisiologia cerebrale. Il problema della salute pubblica era legata all’alimentazione e alla qualità dell'igiene, buona per nobili e borghesi ma pessima per i ceti poveri sia nelle città che nelle campagne in quanto non avevano riscaldamento e acqua calda. La cattiva alimentazione priva di
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