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I PROBLEMI DELL'ITALIA UNITA, Appunti di Storia

ANALISI ASPETTI SOCIO-ECONOMICI DELL'ITALIA UNITA

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 02/06/2024

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paola-barberis-4 🇮🇹

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Scarica I PROBLEMI DELL'ITALIA UNITA e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! CAPITOLO 9 I PROBLEMI DELL’ITALIA UNITA. Il governo della destra rivelò molti aspetti negativi: la base elettorale rimase ristretta a meno del 2% della popolazione, non venne effettuata alcuna riforma agraria, la questione meridionale fu affrontata con la repressione, il tasso di analfabetismo rimase altissimo, il pareggio di bilancio ottenuto nel 1876 attraverso la pressione fiscale, inasprì il malcontento popolare. La destra fu battuta alla Camera il 18 marzo del 1876 e il primo ministro Marco Minghetti si dimise. Il re affidò l’incarico di formare il nuovo governo a Agostino Depretis, esponente della sinistra. Il programma elettorale che Depretis presentò in vista delle elezioni, verteva su quattro punti: l’ampliamento del diritto al voto, il decentramento amministrativo, l’istruzione obbligatoria e gratuita, l’equità fiscale. Con questo programma la sinistra vinse le elezioni nel novembre del 1876 con una netta maggioranza. 9.1 LA SINISTRA STORICA. Nel raggruppamento politico della sinistra erano confluiti uomini di diversa provenienza e di diverso orientamento e questa eterogeneità rappresentò proprio la debolezza della sinistra. Un primo gruppo era costituito dalla sinistra storica piemontese, moderatamente progressista e guidata da Depretis, un altro gruppo era formato dalla sinistra riformista espressione della borghesia del nord e guidata d Zanardelli, vi era poi la sinistra meridionale che comprendeva proprietari terrieri, professionisti e intellettuali del sud, infine c’era la sinistra “estrema” di cui facevano parte radicali, repubblicani e socialisti. Il programma elettorale fu in parte realizzato: *nel 1877 la legge Coppino stabilì nuove norme per la scuola dell’obbligo, *nel 1882 fu varata la nuova legge elettorale in base alla quale il diritto al voto era riservato ai maschi che avessero compiuto 21 anni, che sapessero leggere e scrivere o che avessero pagato almeno 19,80 lire di tasse. *Nel 1884 fu abolita la legge sul macinato. La sinistra storica non seppe però attuare alcuna legislazione sociale a sostegno dei ceti meno abbienti. Inoltre Depretis attuò la politica del “trasformismo”, una strategia politica che costruiva maggioranze parlamentari non stabili, ma variabili di volta in volta in base ai problemi da affrontare. In politica estera la sinistra decise una svolta rispetto alla posizione assunta dalla destra: Depretis si legò all’Austria e alla Germania stipulando nel 1882 la Triplice alleanza. La decisione della sinistra fu una conseguenza della politica di re Umberto I, succeduto a Vittorio Emanuele II nel 1878. Il nuovo re volle una politica estera più aggressiva per aumentare il prestigio sociale dell’Italia e la sinistra e la classe sociale che rappresentava, ossia la borghesia iprenditoriale, si lasciarono sedurre dalle tentazioni del nazionalismo. 9.2 L’INDUSTRIALIZZAZIONE ITALIANA. La politica liberista adottata dalla destra storica da un lato favorì l’esportazione dei prodotti agricoli e dei semilavorati dell’industria della seta, ma dall’altro soffocò lo sviluppo economico dei settori meccanico e siderurgico. La sinistra storica adottò una politica protezionista, in linea con le scelte di quasi tutti i governi europei, che cercarono di porre un freno alla “Grande depressione” che colpì l’Europ tra il 1873 e il 1986 investendo prima l’agricoltura e poi l’industria. l’innalzamento delle varie tariffe doganali da parte del governo italiano, beneficiò l’industria tessile e meccanica , ma danneggiò le condizioni di vita delle masse popolari e le colture specializzate del meridione che esportavano i loro prodotti. Oltre alla politica protezionistica e il sostegno statale, vi furono altri elementi importanti per l’economia italiana: le rimesse degli emigrati, ossia il denaro inviato in Italia dagli italiani che lavoravano e vivevano all’estero, le entrate del turismo e il riordino del sistema bancario con la creazione nel 1893 della Banca d’italia. l’Italia, pertanto, realizzò un intenso processo di industrializzazione che la portò alla vigilia della Prima guerra mondiale a collocarsi al quinto posto tra le grandi potenze mondiali: tra il 1896 e il 1906 si verificò un vero e proprio “decollo” industriale. La crescita più importante fu quella dell’industria siderurgica, dell’industria idroelettrica e dell’industria meccanica. Negli anni del decollo industriale il reddito nazionale aumentò del 50%, ma si creò un grave squilibrio territoriale tra nord e sud. Le industrie si concentrarono nel cosiddetto “triangolo industriale” (Milano, Genova,Torino) e nacque lo sviluppo a forbice dell’Italia:
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