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I REGIMI TOTALITARI, Appunti di Storia

appunti di educazione civica/storia, i regimi totalitari, a.s. 2020/2021

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 04/10/2021

matilde-redini
matilde-redini 🇮🇹

3.8

(6)

17 documenti

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Scarica I REGIMI TOTALITARI e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! I regimi totalitari La nascita e l'evoluzione dei regimi totalitari sono il tratto caratterizzante degli anni tra le due guerre. L'Italia fascista, la Germania nazista e la Russia staliniana fondano la loro sopravvivenza su un rigido sistema capace di garantire repressione e consenso. Carattere principale dei regimi che sono stati definiti totalitari, pur nelle profonde differenze che li distinguono, è la pretesa di dominare in modo "totale" la società. Il regime fascista in Italia, il regime nazista in Germania e il regime, di opposta matrice ideologica e sociale, sovietico in URSS possiedono alcuni tratti comuni che li allontanano dai regimi autoritari di tipo tradizionale (autocrazie) e ne fanno moderne forme di potere assoluto tipiche della "società di massa". Elementi primari di novità sono proprio il “terrore” ovvero l'istituzionalizzazione della violenza e della repressione di ogni forma di dissenso, da un lato, e l'organizzazione del consenso (indottrinamento), dall'altro. Un potente e diffuso apparato poliziesco, costituito, oltre che dalle polizie ufficiali, da polizie segrete e milizie di partito, e nuovi sistemi di repressione dell'opposizione politica, quali tribunali e legislazioni speciali e campi di concentramento, assicurano ai regimi totalitari l'emarginazione e il soffocamento di ogni voce contraria e insieme attuano una forma di controllo della società basata sull'intimidazione e sulla coartazione delle coscienze. Parallelamente i regimi totalitari sviluppano un'opera di mobilitazione delle masse in funzione dei propri obiettivi politici attraverso le più moderne tecniche del consenso. L'uso intensivo dei mezzi di comunicazione di massa (radio, cinema, stampa), lo sfruttamento di canali privilegiati della comunicazione sociale, come la scuola e la produzione culturale, l'inquadramento della società in organizzazioni di massa legate al partito (Opera Nazionale Balilla in Italia, Hitlerlugend in Germania e il Komsomol in Unione Sovietica), l'utilizzazione di forme collettive di riconoscimento, come divise, distintivi, cerimonie e adunate, permettono ai regimi totalitari di guadagnare un vasto consenso e punte elevate di identificazione con il proprio progetto politico. Alla cattura del consenso contribuiscono anche la diffusione di miti e di parole d'ordine che fanno presa sugli istinti irrazionali e utopistici delle masse, soprattutto dei giovani. | regimi totalitari si caratterizzano per la netta predominanza di un capo, nella cui figura finisce per identificarsi, seppure in misura diversa nei differenti regimi, lo Stato stesso. Stalin, Hitler e Mussolini acquistano progressivamente il ruolo di capi assoluti, di supreme autorità in tutti i campi, e di depositari e garanti della corretta applicazione della dottrina politica che anima i rispettivi regimi. Si diffonde l'idea della loro insostituibilità, infallibilità e onniscienza. Cresce parallelamente il culto e la venerazione delle proprie persone, attraverso un'operazione volta alla sacralizzazione delle figure dei tre dittatori, sino all'assunzione di elementi mistici. Accanto alla diffusione e alla reiterazione delle loro immagini e rappresentazioni, con la complicità delle arti figurative, del cinema e della fotografia, appositamente piegati a celebrare il loro culto, si provvede a dare vita a imponenti e coreografiche manifestazioni nelle quali si realizza la comunione tra il capo e le masse accorse ad ascoltare la sua parola. Se Stalin si presenta quale padre e guida infallibile del suo popolo e diviene la personificazione stessa della rivoluzione e del comunismo, Mussolini si proclama "duce" degli italiani e interprete delle più vere esigenze della nazione. Hitler, denominato il "fùhrer", rappresenta agli occhi dei suoi seguaci il Messia portatore della nuova salvezza per la Germania e si trasforma in un simbolo vivente, privo, come tale, di una propria vita privata, in quanto esistente unicamente in una dimensione di fruizione pubblica e assoluta. Nati dalla negazione dei sistemi parlamentari di rappresentanza, che negli anni tra le due guerre mostrano evidenti segni di crisi, i regimi totalitari affermano un nuovo stile politico, basato sull'assunzione della ideologia come religione politica. | regimi a carattere totalitario non si limitano, come i passati modelli autoritari, ad assicurare un controllo sociale mediante la negazione delle libertà e la sottomissione politica a un despota, bensì interpretano in pieno le nuove richieste della moderna società di massa elaborando nuove forme di legittimazione del potere e ponendosi il problema della integrazione e della mobilitazione delle masse. La sostituzione di questa moderna politica di massa alla forma di governo pluralistico-parlamentare avviene attraverso l'elaborazione di una nuova religione laica, che si pone come tramite tra popolo e capi e che si esprime sul piano pubblico attraverso una liturgia politica. Partendo dal presupposto che nell'aggregazione di individui e nella creazione di movimenti di massa operano più facilmente fattori di natura irrazionale, emotiva, religiosa, i regimi totalitari elaborano vasti sistemi di credenze, miti e simboli che vengono messi in scena in feste e cerimonie pubbliche e attraverso il linguaggio dell'arte e dell'architettura. Attraverso l'orchestrazione di spettacolari riti collettivi, la partecipazione politica responsabile e consapevole viene sostituita da una identificazione mitica e istintiva con il
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