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La regolamentazione della prostituzione in Italia: dalla Legge Merlin al Sessantotto, Sintesi del corso di Storia Sociale

Storia della morale e delle pratiche sessualiStoria dell'Italia Moderna e ContemporaneaStoria della prostituzione

La storia della prostituzione regolamentata in Italia, dalla presentazione della legge Merlin per l'abolizione di quest'ultima, alla situazione sociale e morale degli anni cinquanta, fino alla diversificazione delle forme di prostituzione negli anni sessanta. Il testo illustra come la prostituzione era regolamentata in Italia attraverso le cosiddette case chiuse, e come le lotte per la sua abolizione si svolsero in un contesto di cambiamenti sociali e morali. Vengono inoltre esplorate le posizioni della Chiesa e della Sinistra, e i problemi che si presentarono dopo l'entrata in vigore della legge Merlin.

Cosa imparerai

  • Come si è evoluta la prostituzione in Italia negli anni sessanta?
  • Come la Chiesa e la Sinistra si sono schierate sulla questione della prostituzione in Italia negli anni cinquanta?
  • Che legge italiana ha portato all'abolizione della prostituzione regolamentata?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 09/11/2021

Francesca1905
Francesca1905 🇮🇹

4.2

(13)

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Scarica La regolamentazione della prostituzione in Italia: dalla Legge Merlin al Sessantotto e più Sintesi del corso in PDF di Storia Sociale solo su Docsity! I sensi e il pudore L’Italia e la rivoluzione dei costumi (1958-68) La morale sessuale degli italiani dalla Legge Merlin al Sessantotto Capitolo 1 La prostituzione regolamentata e la Legge Merlin Il 21 Settembre del 1958 entra in vigore la legge Merlin a favore dell’abolizione della prostituzione regolamentata. Questo avviene dopo 10 lunghi anni di lotte della stessa Lina Merlin, infatti lei aveva presentato al senato il suo modello di legge il 6 Agosto del 1948, con il nome di “abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui”. Lina Merlin è sempre stata una donna molto attiva dal punto di vista politico in Italia, era stata per anni nel movimento operaio, insegnante e oppositrice del regime fascista, iscritta al partito socialista italiano sin dal 1919, fu arrestata nel 1926 dalla polizia fascista ed allontanata dall’insegnamento. Si schierò così con i partigiani ed il partito antifascista. Dopo la liberazione era stata una delle fondatrici del gruppo a difesa delle donne chiamato Udi (unione donne italiane), ma nonostante tutto questo suo percorso, rimane nota al giorno d’oggi per la sua legge a favore dell’abolizione della prostituzione. Prima di questa legge, l’Italia rimase per più di 100 anni con le disposizioni fatte dal Regolamento di Cavour nel 1859 che permetteva la nascita delle case chiuse. Un’unica e piccola modifica a questo Regolamento Cavour era stata quella approvata nel 1888 dal Parlamento, con il nome di Articolo 196, che aboliva l’utilizzo di cibi, bevande e fumo all’interno delle case chiuse. Dopo questo articolo del 1888, lo stato italiano è intervenuto diverse volte nei confronti della prostituzione, con decreti e leggi dedicate all’igiene e alla sanità delle prostitute, obbligandole a controlli periodici, visite mediche e invitate a mantenere pulite le case chiuse, a regolamentare il tipo di aspetto di questi ambienti. Le case chiuse dette postriboli erano in Italia circa 730 e frequentate da più di 2 milioni e mezzo di cittadini, portando allo stato immense somme di denaro. L’Italia era allora uno dei pochi paesi a rendere ancora legale la prostituzione, in Inghilterra infatti i bordelli furono soppressi nel 1885. Anche in Polonia nel 1921 si adottarono leggi contro la prostituzione. Anche la Svizzera si schierava contro la prostituzione, così come la Cecoslovacchia. Così in Italia sotto questo scenario, della prostituzione che però non fosse soggetta a nessun tipo di forzatura, ma di libera scelta della donna, schedata e registrata e soprattutto costretta a controlli periodici per accertare il suo stato di salute. Infine, la Francia nel 1946, aveva dichiarato l'abolizione delle case chiuse in tutta la nazione. La senatrice Merlin nei suoi dibattiti descriveva la prostituzione come lo sfruttamento del corpo femminile e come la distruzione dell’atto sessuale, reso solamente un piacere fisico. La Merlin faceva leva sui capisaldi come la moralità, ed andare con le prostitute non era un comportamento morale, faceva poi leva sulla religione, ed andare a prostitute significava tradire il vincolo del matrimonio ed il sesso utilizzato solo a scopo riproduttivo. Inoltre, parlando da un punto di vista politico, citava il nuovissimo articolo 29 della costituzione creato pochi anni prima, che rendeva di fatto l’italia una società monogama e “obbligava” entrambi i coniugi a rispettarsi nel vincolo matrimoniale, cosa che andare con le prostitute non avrebbe permesso. Il fatto che questo modello di legge abbia fatto discutere tantissimo prima di essere accettato è dovuto al fatto che trattava tematiche molto personali e temi molto caldi in quel periodo del dopoguerra. La legge è stata approvata tardi, anche perché in quegli anni in parlamento, la prostituzione veniva trattata più come un problema igenico sanitario che come un problema morale. Dall’entrata in vigore della legge Merlin, infatti, le case chiuse venivano ricordate con nostalgia da gran parte della popolazione. Oltre alla legge Merlin, in quegli anni si avevano per le donne anche molte conquiste dal punto di vista sociale, si andava infatti allargando a macchia d’olio l'occupazione femminile extradomestica. Carlo Carbone, un sacerdote che fa presente che il lavoro della donna, deve essere permesso solo se questo non influisce col suo ruolo primario, ovvero quello di donna di casa, madre e educatrice dei figli. I posti più dedicati a lei sono quelli utili nel sociale, come ad esempio la maestra, la pediatra, la ginecologa, ma non sarebbe bene vedere una donna camionista e meccanico, ed inoltre non sarebbe bene che una donna guadagnasse più del proprio marito. La sinistra invece, si schiera spesso a favore delle donne, sostenendole e spingendole verso il lavoro extradomestico. La Merlin fu attaccata pesantemente e anche minacciata e riceveva anche lettere di minaccia. Capitolo 2 Chiesa e moralità pubblica nell’Italia degli anni 50 L’azione cattolica si era impegnata a fondo negli anni del fascismo, a far approvare diverse leggi a favore della morale. Ad esempio, le circolari sulla “disciplina dei costumi nelle stazioni balneari”. L’unica regola doveva essere che, foto scattate in spiaggia non venissero diffuse su giornali e riviste, perché quel tipo di abbigliamento, visto da persone straniere poteva far passare la voglia a quest'ultimi di frequentare le spiagge italiane, creando così moltissimi problemi all’economia del turismo, come era successo a Venezia nell’estate del 1933. Questa circolare non era apprezzata da tanti, infatti il comitato per l'abbigliamento della donna italiana al mare, nel 1933 aveva presentato una istanza a Benito Mussolini, dove richiedeva decenza nell’abbigliamento delle donne al mare, ormai troppo improntate ad apparire dal punto di vista fisico. Anche la chiesa si schiera contro la circolare richiedendo a Mussolini, di lanciare una legge sul tipo di abbigliamento della donna in spiaggia, non permettendo a quest’ultima di uscire dal recinto della spiaggia in costume ed in accappatoio, in quanto reputato dannoso per la morale femminile. Nonostante queste proposte in quegli anni, tantissime donne che rivendicavano i propri diritti, organizzavano sfilate di costumi sempre più scollati e che lasciavano vedere più pelle nuda. In quegli anni si tenne il Congresso Nazionale per la moralità, era il nono congresso e si svolse nel 1949. Oltre la legge sull’abolizione della prostituzione regolamentalizzata, l’obiettivo del congresso era quello di riaccendere l’interesse intorno le questioni educative e sociali della famiglia. Ci si occupava dei problemi sociali causati dalla guerra, dall’entrata nel mondo del lavoro delle donne e della crisi economica presente nel paese. Si parlava poi della morale femminile, del loro abbigliamento ed anche dell’inversione sessuale (gay). Al congresso intervennero anche due donne: Laura Bianchini e Erisia Tonietti, quest’ultima si schiera dalla parte delle mamme e lancia un modello di legge a favore dei figli nati al di fuori dal matrimonio. Non entrò mai in vigore. La chiesa, il sacerdote Padovan propone di vietare il costume a due pezzi, ma di far usare il costume intero, considerato più elegante, portando alla luce come anche in America le cover girl sulle copertine delle riviste, indossano un costume intero, che rende le donne di classe e non volgari. Invitava inoltre a prendere provvedimenti come quelli che erano stati presi in quel periodo a Genova, dove si vietava lo slip sulle spiagge e nei luoghi pubblici, vietava di uscire in accappatoio dalle spiagge e di far giocare i bimbi nudi sulla spiaggia. Padre Padovan continuò per anni ad inviare segnalazione di atti osceni e di azioni contro la moralità ad esponenti del governo, scrivendo anche al ministro dell’interno. In questi anni inizia la lotta contro lo slip, che secondo la democrazia cristiana, non copriva sufficientemente né l’uomo ne la donna e doveva quindi essere vietato. Così vennero impiegate tantissime forse dell’ordine in difesa delle spiagge italiane, con il compito di controllare tutti i bagnanti e di multare o addirittura recludere con un mese di carcere coloro che indossavano gli slip. Molti dicevano giustamente che, i tempi stavano cambiando e così come cambiavano i tempi, cambiavano anche gli abbigliamenti individuali e che, come nel 700, era scandaloso mostrare anche solo le caviglie ed oggi invece non lo era, significava semplicemente che i tempi stavano cambiando. Capitolo 3 Tratta delle donne Durante il dibattito sulla decisione di chiudere o meno le case chiuse, si inizia a parlare della paura che chiudere le case chiuse, significhi ampliare la prostituzione illegale, che se non controllata da polizia e medici potrebbe portare alla diffusione in numero nettamente superiore a quello attuale, della diffusione di malattie veneree. In un’intervista fatta nel 52 alla Merlin, si chiedeva a quest’ultima se l’abolizione delle case chiuse, e quindi ad un luogo dove l’uomo poteva soddisfare il suo desiderio sessuale, non avrebbe portato all’ aumento di L’obiettivo di questa educazione era quello di incanalare verso la sessualità un interesse naturale. Il primo articolo di per se vietava la libertà della donna, in quanto diceva di seguire la donna di piazza in piazza vietandole di prostituirsi. L’articolo due invece elevava a reato anche la prostituzione volontaria in casa propria e quindi privata, cosa del tutto impensabile, in quanto una donna libera in casa propria poteva fare qualsiasi cosa ritenesse opportuno. L’articolo due era stato proposto perché infatti, molte prostitute di quel tempo per aggirare la legge Merlin affittavano delle case in cui si prostituivano, non andando così incontro a nessun reato penale e nascevano quindi nuove tipologie di prostitute. Un altro evento in quegli anni rilancia l’attenzione sulla legge, si tenne infatti a Roma nel 1966 il XXIII Congresso della Federazione abolizionista internazionale chiamato “ La società e la prostituzione” in cui parteciparono 22 paesi. I temi chiave di questo congresso sono tutti quelli che abbiamo analizzato fino ad ora. I tre punti principali che interessavano l’Italia erano: abolire la regolamentazione e non ripristinare le case chiuse, concepire e attuare un intervento delle autorità pubbliche in via preventiva e non repressiva contro la prostituzione, e l’eliminazione o almeno diminuzione delle malattie veneree. Nel congresso si evidenzia come il diffondersi della prostituzione spesso dipenda da altri fattori scatenanti, come a esempio la mancanza di lavoro, la perdita dei genitori, un’infanzia difficile ecc. Bisognava dunque in maniera preventiva lavorare per arrivare ad abolire queste situazioni. Per quanto riguarda invece le malattie veneree, l’unica soluzione che risultava possibile era quella di offrire a tutti gratuitamente visite sanitarie ed una buona educazione sessuale. Infatti, nel 1966, con l’ingresso delle donne in un maggior numero di impieghi, la situazione della prostituzione si era ridotta. In Italia nasce il Comitato italiano di difesa morale e sociale della donna, con lo scopo di assistere, proteggere e sostenere le donne dedite alla prostituzione, che erano desiderose di cambiare vita. Era ben organizzato sul territorio italiano, presente in 92 provincie, in ciascuna delle quali c’era una volontaria incaricata di individuare le donne da assistere, risolvere i problemi pratici più urgenti e di occuparsi delle eventuali cure mediche. Dopo la nascita di questi centri, in sette anni su 17 527 donne dedite alla prostituzione 14 649 erano assistite. Capitolo 6 Il fragore dei sensi Abc in quegli anni lanciò un’inchiesta da cui emergeva che molte ragazze italiane ormai non reputavano più la nudità come qualcosa di compromettente ed erano disposte pur di entrare nel mondo del cinema a spogliarsi. In quegli anni era molto comune che uomini andassero con donne più piccole, ma anche che molte donne fossero attratte solo da uomini più grandi.
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