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I servizi segreti di Venezia. Spionaggio e controspionaggio ai tempi della Serenissima, Sintesi del corso di Storia Moderna

sintesi completa del libro di Paolo Preto

Tipologia: Sintesi del corso

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Scarica I servizi segreti di Venezia. Spionaggio e controspionaggio ai tempi della Serenissima e più Sintesi del corso in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! I servizi segreti di Venezia Cap.1 Spia, esploratore, confidente e agente segreto Ci sono vari modi nella Venezia dei tempi moderni per indicare la figura della spia Abbiamo innanzitutto la parola spia con connotazione peggiorativa di chi opera all’interno dello stato Ovviamente è utilizzato in senso negativo, come sinonimo di delatore e riferito spesso al sistema politico veneziano Spia  -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le mosse politiche e militari, sia quella che all’interno dello stato indaga i comportamenti ostili e devianti dei concittadini -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le Nel 1621 compare anche l’espressione spia doppia Spion  espressione peggiorativa che opera all’interno dello stato, sia a servizio degli stranieri, sia degli inquisitori di stato, macchiandosi di infamia agli occhi dei concittadini Nel Quattrocento più che spia o spion si utilizza la voce latina di explorator Esploratore  uomo mandato in avanscoperta a indagare le mosse dei nemici, soprattutto durante le campagne militari Molti scrittori rinascimentali con esploratore, sinonimo di spia, indicano ance l’informatore interno allo stato Confidente  indica informatore segreto all’interno della repubblica per acquisire notizie utili alla sicurezza e all’ordine pubblico, oppure una persona, spesso di ceto sociale elevato, che dentro un’amministrazione straniera rivela segreti a Venezia Refendario  voce colta, usata da storici e scrittori italiani con forte connotazione negativa, per indicare chi riferisce qualcosa con malignità Emissario  nel significato di agente segreto Delatore  raro nel linguaggio spionistico veneziano Altri termini  rapportista-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le riportista, corrispondente, novelliere, indagator Cap.2 Lo spionaggio e il consiglio dei dieci l’esistenza di organi pubblici chiamati a vegliare sulla sicurezza interna ed esterna è una caratteristica che si riscontra soltanto negli stati moderni il consiglio dei dieci istituito il 10 luglio 1310 come tribunale eccezionale, assolve sin dall’inizio il compito di tribunale politico, cui sono demandati gli affari segreti della sicurezza dello stato l’atmosfera di segretezza che circonda l’attività del consiglio dei dieci crea un alone di terrore cui poi le aspre contestazioni degli avversari e le veementi polemiche politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le storiografiche finiranno per conferire addirittura contorni mitici e favolistici dall’iniziale repressione dei delitti di ribellione si passa più in generale all’ordine pubblico e poi a tutte le principali materie della gestione dello stato sino ad arrogarsi la conclusione della pace con i turchi nel 1540 e nel 1573 dal suo interno nascono nuovi organismi, volti a tutelare la sicurezza e la tranquillità dello stato permanenti diventano gli inquisitori di stato, inizialmente deputati all’esclusiva tutela dei segreti pubblici secondo la legge del 18 dicembre 1468 il consiglio dei dieci si occupa di tradimenti, sette, perturbazione del pacifico stato, trattati contro terre e luoghi sudditi, sodomia, scuole, cancelleria, promissioni di rettori e ufficiali e di cose che meritano di esser trattate secretissime opera sull’assassinio di nemici interni ed esterni e ci forniscono le sue parti miste puntuale documentazione dell’uso di exploratori cap.3 il segreto di stato tra sospetto e tradimento: gli inquisitori di stato il culto e quasi l’ossessione del segreto permeano la prassi politica veneziana sin dall’istituzione del consiglio dei dieci; avvolto nel segreto è il rito inquisitorio; segrete sono spesso le denunce a carico dei traditori affidate ai raccordi e alle bocche di leone e le esecuzioni di eretici, spie nemiche e prigionieri di guerra difatti si può notare come solo per i delinquenti comuni e alcuni grandi traditori prevale l’interesse a una spettacolare ed esemplare esecuzione pubblica poggio Bracciolini  nel Quattrocento richiama l’attenzione dei contemporanei sulla straordinaria segretezza dei patrizi veneziani, adducendo l’esempio dell’inchiesta su condottiero Francesco carmagnola, durata otto mesi nel più profondo silenzio tra le grinfie del consiglio dei dieci finisce anche Giorgio valla nel 1496 sotto l’accusa di spionaggio valla riesce a provare la sua innocenza e viene “cum lode liberato” lo stillicidio di fughe di notizie del senato e persino dal consiglio dei dieci non si ferma neppure nei primi decenni del Cinquecento, che vedono Venezia impegnata in logoranti conflitti con i turchi, con i collegati di cambrai e con Carlo V nel Quattrocento e nel Cinquecento in materia di segreti ci sono una serie di interventi  senato e consiglio dei dieci disciplinano ogni aspetto del loro funzionamento interno, con l’obiettivo di garantire segretezza di sedute e delibere e custodia delle carte, e ad ogni violazione imposta adeguata sanzione, pecuniaria o di interdizione dai pubblici uffici la svolta decisiva nella lotta contro la divulgazione del segreto di stato arriva il 20 settembre 1539 quando il consiglio dei dieci elegge tre inquisitori sopra qualunque un decreto del 19 aprile 1583 ripristina le funzioni specifiche dei tre inquisitori contro i propalatori dei segreti la loro attività inquisitoria si estende a tutto quanto riguarda la sicurezza e la tranquillità dello stato, tradimenti, congiure, ma anche ordine pubblico e moralità: restano ovviamente al centro delle loro competenze la materia delle spie, interne ed esterne, e la tutela del segreto di stato negli ultimi anni di vita della repubblica ritorna il leitmotiv della tutela del segreto Grimani tenta nuovi approcci ma nel frattempo i servizi segreti veneziani sono attivissimi: intercettano a Venezia e a Napoli, la sua corrispondenza con la moglie, la figlia e altre persone, arruolano a Napoli nuove spie La farsa dei rapporti grimani-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le venezia continua senza soste nell’ottobre del 1618 presenta all’ossuna un piano per sollevare i nobili poveri di Venezia Nell’ottobre 1624 Grimani è ancora segnalato a Napoli, a progettare nuove imprese anti-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le veneziane in Dalmazia, Albania e Istria, poi finisce di nuovo in carcere e viene relegato a Capua Diventa di nuovo confidente degli inquisitori di stato, cui invia numerosi dispacci Da questa azione di spionaggio si aspetta l’autorizzazione ad avvicinarsi a Venezia in attesa della grazia, ma non abbiamo più sue notizie dal 10 settembre 1630 Cap.5 Venezia, centro di <<nove>>, di <<avvisi>> e di spie l’Europa di fine Quattrocento e inizi cinquecento è affamato di <<nove>> (notizie, nuove) sia per quanto riguarda i turchi e le loro offensive, sia sui grandi disegni dei re di Francia e spagna in duello per l’egemonia in Italia e nel continente, sia sui grandi viaggi in africa e nelle indie e sulle scoperte e conquiste degli spagnoli in America ogni veneziano che si trovava all’estero si credeva obbligato a farsi confidente o spia del proprio governo il servizio delle informazioni non si concentra solo sull’aspetto militare ma su tutti i settori della vita pubblica soprattutto nell’impero ottomano la professione di novellista o scrittore di rapporti delle cose del mondo si colloca in una zona di confine tra la raccolta lecita e libera di notizie di pubblico dominio e la captazione, più o meno legale, di informazioni riservate o coperte dal segreto di stato tutti i governi diffidano dei novellisti, ne sorvegliano le fonti di informazione, ne reprimono gli abusi a Venezia il consiglio dei dieci interviene contro i novellisti e rapportisti troppo disinvolti ai divieti formali seguono a più riprese processi e condanne e un’intensa attività dei confidenti per sorprendere novellisti e rapportisti al servizio di corrispondenti stranieri negli ultimi anni del Seicento sembra che l’attività dei novellisti si faccia ancora più audace o forse le loro azioni sono più note perché in giro per Venezia opera Camillo Badoer che riesce a pizzicarne più di uno cap.6 lo spionaggio straniero a Venezia e il controspionaggio i turchi notizie su spie turche nei domini di levante o a Venezia sono numerose nelle fonti veneziane dopo la presa di Costantinopoli nel 1453, la paura nei confronti di questo popolo barbaro e infedele diventa una costante nella vita di molti popoli europei l’immagine di Venezia figlia prediletta della chiesa, baluardo della fede cristiana nella secolare lotta contro la mezzaluna islamica, è un evidente mito politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le religioso contraddetto dalla realtà dei fatti in quanto oltre a vari periodi di pace, ci sono stati anche periodi di vera e propria alleanza politica ma ovviamente quando le guerre con l’impero ottomano scoppiano e il pericolo diventa concreto, la paura del turco invade i veneziani arresti, torture ed espulsioni di presunte spie turche continuano numerose negli anni delle guerre la tensione e quindi anche gli arresti di spie non cessano del tutto negli anni seguenti le fonti veneziane sono insolitamente mute su eventuali azioni di spionaggio turco durante del 1538-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le 42 la prova più impegnativa per il controspionaggio veneziano è la guerra di Cipro del 1570-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le 73 l’8 maggio 1560 un eunuco bosniaco informa il bailo del progetto di un suddito veneto di dar fuoco ai depositi di munizioni e all’arsenale, infiltrare mille turchi e poi sorprendere Venezia con la flotta il 4 agosto 1562 lo stesso bailo informa il provveditore generale a Corfù delle azioni sospette di un gruppo di rinnegati spagnoli e veneti il 13 gennaio 1566 l’ambasciatore francese a Costantinopoli confida al bailo del progetto turco di invadere Cipro tra il 1567 e il 1°luglio 1570, quando forze turche sbarcano a limisso, i segnali di un’intensificazione dello spionaggio turco sono inequivocabili nello spaventoso incendio nella notte tra il 13 e il 14 settembre che devasta l’arsenale, molti veneziani sospettano lo zampino dei servizi segreti turchi il controspionaggio veneziano dimostra in molte occasioni di essere ben informato nel giugno 1593 cerca di mettere le mani su martin altmann, un ingegnere tedesco che ha avuto contatti ebrei a Venezia e ora è in viaggio verso Costantinopoli per rinnegare e consegnare ai turchi disegni di fortezze, square per artiglierie e altre invenzioni l’invasione di Candia (creta) nel 1645 e la venticinquennale guerra per l’isola riaprono il capitolo dello spionaggio turco in levante e a Venezia gli uscocchi nemici mortali dei turchi ma anche di tutti quelli he solcavano l’adriatico, gli uscocchi sono annidati nell’imprendibile base di segna, negli ultimi anni del Cinquecento e nei primi del Seicento conducono contro i veneziani una spietata guerra di corsa, accompagnata da efferate crudeltà la repubblica reagisce con raid navali, spietate rappresaglie, il consueto sistema delle taglie e addirittura una guerra di due anni la Francia spie francesi operano in territorio veneto durante la guerra di cambrai il grande colpo dello spionaggio francese a Venezia è quello dei segretari del 1542 negli ultimi anni del Seicento lo spionaggio francese da evidenti segni di presenza sulle lagune il controspionaggio veneziano intercetta anche agenti francesi in terraferma una forte attività dello spionaggio francese a Venezia si registra durante la guerra di successione spagnola l’ambasciatore pomponne impianta una rete di informatori nei Balcani, intercetta lettere sulle strade di Padova, invia spie nel campo austriaco negli anni centrali e finali del Settecento gli ambasciatori francesi sono molto meno interessati alle vicende politiche e militari di uno stato ormai privo di influenza sulla scena europea ovviamente la situazione muta bruscamente nel 1789, con lo scoppio della Rivoluzione francese L’Inghilterra L’Inghilterra non ha mai avuto stretti rapporti politici con Venezia I suoi interessi, prevalentemente proiettati sull’atlantico, rendono meno vitale che per altre nazioni la conoscenza rapida e sicura delle nove di levante Di qui lo scarso interesse a tenere a Venezia un efficiente servizio informativo Nell’unico periodo della storia dei rapporti inghilterra-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le venezia in cui è forte l’interesse reciproco per più stretti legami politici, compare anche un’intensa attività spionistica inglese sulle lagune L’Austria Poco sappiamo dello spionaggio austriaco a Venezia nel Cinquecento Per tutta la prima metà del Cinquecento i servizi segreti austriaci agiscono in coordinazione con quelli spagnoli nell’ambito della politica imperiale di Carlo V Nella seconda metà del Cinquecento, quando per gli Asburgo d’Austria diventa sempre più preminente il problema turco, le interferenze dei servizi segreti austriaci con quelli veneziani diventano più frequenti La chiesa Il problema dello spionaggio della chiesa nella repubblica di Venezia è complesso in quanto la chiesa è presente, cioè struttura ecclesiastica di preti secolari e ordini regolari e come stato secolare, dal 1485 rappresentato stabilmente da un nunzio che agisce come un normale ambasciatore ma tende a diventare il tramite naturale del clero nei rapporti con la curia Il timore di una fuga di notizia verso Roma all’interno degli organi di governo induce Venezia a prendere una serie di misure per escludere dai consessi deliberanti i papalisti, cioè i nobili con parenti ecclesiastici o comunque con legami di interesse con la curia Tutti i timori per le attitudini spionistiche del clero esplodono durante l’interdetto  ordini severissimi impongono di non intrattenere relazioni con Roma e spie degli inquisitori sorvegliano sudditi e religiosi filo curiali Gli altri stati italiani Poche e frammentarie le notizio sullo spionaggio a Venezia dei piccoli stati italiani I visconti e gli sforza hanno spesso inviato spie a Venezia o nei territori lombardo-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le veneti oggetto di contesa e di operazioni militari infatti le fonti veneziane ci segnalano qualche sospetto e cattura La spagna Da Carlo V all’interdetto Ci sono lunghi periodi del regno di Carlo V e di filippo II in cui Venezia è più proclive a tenere buoni i turchi che gli spagnoli e in alcuni casi isolati li informa puntualmente Durante la vertenza dell’interdetto i turchi offrono il loro aiuto militare, peraltro cortesemente declinato Venezia è insieme a Ragusa la base operativa dello spionaggio spagnolo in terra turca la corruzione di dragomanni del bailo e di funzionari di reggimenti delle isole ionie consente agli spagnoli l’acquisizione di preziose notizie sui turchi importante il ruolo spionistico di molti greci residenti, come agenti o come consoli, nelle isole di Corfù, Cefalonia, zante frequenti sono anche i raccordi che segnalano pericoli e tradimenti contro il palazzo ducale e immaginano la sua distruzione come parte di un più complesso e diabolico piano per distruggere la zecca e uccidere i nobili riuniti in maggior consiglio il flusso di raccordi continua ininterrotto per tutto il Seicento, con un impennato subito dopo la fallita congiura di bedmar altrettanto ricca e articolata è la fioritura dei raccordi sui trattati macchinati contro le fortezze e le piazze di levante e di terraferma altri raccordi toccano temi nodali del rapporto fra Venezia e i turchi e con gli uscocchi i raccordi politici calano nettamente nella seconda metà del Seicento le denunce segrete e le bocche di leone la denuncia può essere fatta da una persona segreta, che si riserva di comparire in un secondo momento e si fa rappresentare da un terzo o che si sottoscrive ma che i magistrati tengono segreta ma la denuncia può essere anche anonima denuncia segreta  se il denunciante è un semplice cittadino chiede di fruire della taglia o di una parte del patrimonio de reo, o del premio stabilito dal legislatore allora la non denuncia segreta non differisce molto dal raccordo il 13 agosto 1635 i dieci vietano di prendere in considerazione tutto ciò che viene infilato nell’apposita cassella le denunce di grande interesse devono essere dichiarate tali all’unanimità dai consiglieri ducali e dai capi dei dieci e da almeno 5/6 del consiglio dei dieci le famose bocche di leone in realtà compaiono piuttosto tardi per molto tempo le denunce segrete sono recapitate ai magistrati da terze persone o gettate in qualche luogo pubblico di norma le denunce segrete vengono gettate in apposite casselle mobili, per lo più di legno, appese sulle pareti dei palazzi ove si trovano le magistrature alle quali si riferiscono bocche di leone  -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le si tratta di mascheroni, talvolta anche di notevole pregio artistico, accompagnate da un’epigrafe indicante l’oggetto delle denunce -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le attraverso una fessura le polizze segrete scivolano nella cassella incorporata nella parete e apribile dall’interno le lettere orbe e denunce segrete ai fini di giustizia penale e delazione politica sono in uso in età moderna in varie città italiane e in alcuni stati stranieri come la Russia e la Cina sono ovviamente le denunce in materie di stato che attirano di più l’attenzione queste si caratterizzano per la sottoscrizione retorica e ampollosa, concentrata sui valori preminenti dell’amor di patria e dello zelo del pubblico bene molte denunce in materia di stato segnalano comportamenti politici vietati dalle leggi o comunque sospetti le più insidiose, e anche le più desiderate dagli inquisitori, sono le denunce di spionaggio e complotto Cap.9 Ordine pubblico e confidenti nel Cinquecento e seicento Ordine pubblico, moralità e spionaggio I confidenti del Seicento coprono tutta la gamma degli interessi spionistici ma pian piano si coglie un avvio alla specializzazione delle sue funzioni I confidenti sono naturalmente attentissimi a qualsiasi forma di dissenso politico, sia tra il popolo, sia tra il patriziato Il controllo e la repressione sempre più attenta del dissenso politico, religioso, sociale da parte degli inquisitori si colgono in molti provvedimenti, dalla destinazione al loro servizio Il consiglio dei dieci tende a estendere il suo controllo repressivo a qualsiasi turbamento dell’ordine sociale, inserendosi con precisi interventi normativi in molti settori della moralità pubblica e privata I confidenti degli inquisitori e gli albori dell’opinione pubblica veneziana Per tutto il Cinquecento siamo quasi completamente privi di notizie sui confidenti interni, o meglio abbiamo le notizie ma di chi le da non sappiamo nulla L’attenzione per quanto concerne la sicurezza dello stato, il dissenso politico, l’ordine pubblico è ovviamente il compito primo di questi confidenti Temi spiccatamente politici anche nello spionaggio di Camillo Badoer  sorveglia diplomatici, nobili che frequentano prostitute visitate anche da diplomatici ecc. Tra il 1645 e il 1669 si susseguono gli interventi inquisitori per moralizzare i comportamenti dei fedeli nei luoghi di culto Interesse crescente per tutti gli aspetti della pubblica moralità, anzi immoralità I confidenti del capitan grande il capitan grande, cioè il capo degli sbirri i confidenti assunti dal capitan grande sono addetti alle indagini di bassa polizia anche se non disdegnano osservazioni su materie di rilevanza politica cap.10 i servizi segreti veneziani in occidente l’ambasciatore, <<spia onorata>> che l’ambasciatore abbia come compito primario la raccolta di notizie e il vero e proprio spionaggio è quasi ovvio sin dal tardo medioevo e nei primi tempi dell’età moderna il perfetto ambasciatore è una certa specie di spia onorata spiare è azione lecita, raccomandata e non soggetta a castigo, cui invece soggiacciono i suoi esecutori, come i mercanti le spie degli ambasciatori e dei consoli un’anonima relazione su Venezia assicura che i suoi ambasciatori scrivono alla repubblica tutte le azioni il complotto informativo degli ambasciatori veneziani, sanzionati con l’obbligo dei dispacci e poi delle celebri relazioni, è ben noto a tutti sin dal 1400 gli ambasciatori veneziani sono il centro di molte attività spionistiche all’estero, curano operazioni di sabotaggio in tempo in guerra, di spionaggio economico, intellettuale, sanitario e di acque, fanno intercettare lettere, vigilano sulle maestranze emigrate, in particolare i vetrai muranesi, organizzano assassinii politici la spagna è ovviamente una delle mete d’obbligo dell’attività informativa dei diplomatici veneziani: già nel 1504 l’ambasciatore collabora, inviando alcune lettere da medina del campo a Venezia, a una delle principali operazioni di spionaggio di Venezia nei primi anni dell’età moderna lontana per lunghi periodi dai suoi più immediati interessi l’Inghilterra non è tra gli stati ove più intenso si esplica lo spionaggio politico di Venezia i paesi bassi, giunta alla formale indipendenza solo con la pace di westfalia del 1648 (Guerra dei trent’anni) attirano gli interessi dei veneziani per la prima volta nel 1697 quando il console ad Amsterdam riceve dagli inquisitori l’incarico di seguire in segreto i lavori del congresso di pace di ryswick (guerra della lega di augusta) spie veneziane agiscono più volte a Milano e in Lombardia per tutta la seconda metà del Cinquecento i residenti sono spesso impegnati nel raccogliere raccordi di ogni genere la loro attività spionistica subisce un’accelerazione nei primi decenni del Seicento quando più tese sono le relazioni veneto-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le spagnole un altro centro nevralgico dello spionaggio veneziano all’estero è Napoli, però non abbiamo molte notizie a riguardo anche a Roma, presso la curia papale, gli ambasciatori veneziani esercitano un’intensa attività di spionaggio anche l’ambasciatore a Torino non disdegna l’attività spionistica e quando le relazioni diplomatiche sono interrotte provvedono i colleghi di Milano delle attività spionistiche dei residenti a Firenze siamo informati dagli ultimi anni del Cinquecento spiare non rientra tra i compiti istituzionali dei consoli ma gli inquisitori ricorrono anche a loro per informazioni, soprattutto in aree geografiche non coperte da rappresentanze diplomatiche stabili le spia dei rettori in terraferma i rettori delle città di terraferma e gli altri magistrati straordinari non dispongono in modo permanente di un apparato spionistico naturalmente sono meno intense e frequenti le attività spionistiche dei rettori di Padova e Treviso, città lontane dai confini e quindi da tutti i problemi di informazione che essi comportano molto attivo è il rettore di Chioggia fortemente interessati allo spionaggio. In terra austriaca sono ovviamente i rettori di Feltre e Belluno il Friuli è il naturale punto di partenza delle missioni esplorative nei territori slavi soggetti al dominio turco e nelle province austriache meridionali Bergamo è la base di spie in molteplici direzioni, verso la Lombardia e il Piemonte e verso la svizzera, lungo le valli seriana e Brembana il ruolo strategico di Bergamo nello spionaggio veneto di terraferma risulta evidente anche nelle numerose notizie fornite anche dopo la fine delle guerre d’Italia oltre ai rettori anche i vari magistrati straordinari in terraferma arruolano spie di volta in volta, secondo le necessità le spie dei dieci e degli inquisitori il consiglio dei dieci e gli inquisitori di stato tengono all’estero delle spie alle loro dirette dipendenze è spesso difficile tracciare un profilo biografico a meno che non si tratti di personaggi altolocati per il resto de cinquecento e seicento non compaiono confidenti diretti da Parigi Cap.13 Le cifre e gli altri mezzi occulti di comunicazione Origine ed evoluzione della crittografia moderna Le scritture cifrate sviluppate in Europa si possono distinguere in  1. Trasposizione, cioè quando gli elementi di un testo chiaro sono cambiati di posizione secondo una regola convenuta 2. sostituzione, quando gli elementi del testo chiaro vengono sostituiti da altri secondo determinate regole i principali metodi di cifratura per trasposizione sono  semplice, a chiave, doppia, con griglie o con figure quelli per sostituzione  monoalfabetici semplici o polialfabetici frequente l’uso di nulli cioè segni senza significato corrispondente e di omofoni, cioè più segni usati per e lettere più frequenti fondamentale è l’uso dei repertori nomenclatori, lunghi elenchi di lettere, numeri, sillabe, parole o intere frasi sostituite da cifre particolari, talvolta oggetto di un’ulteriore operazione di sopra cifratura sussidio importante sono la ruota o disco cifrante, elaborato da leon battista Alberti, e le griglie ideate da Girolamo cardano la crittografia entra in un’epoca completamente nuova con l’invenzione del telegrafo leon battista Alberti  -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le invenzione della cifra polialfabetica a chiave, con alfabeti disordinati mutati continuamente in segreto -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le disco cifrante -usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le principio dell’analisi delle frequenze delle lettere Nei primi tre secoli dell’età moderna accanto ai vari sistemi di cifratura numerici e letterari in progressivo sviluppo sopravvivono i cifrari in gergo, in cui le singole parole sono sostituite da altre in lingua convenzionale In molti di essi più che le capacità di celare la segretezza del messaggio, colpiscono i fantasiosi e ingenui termini prescelti, specchio della cultura e delle passioni dei compilatori Alla nascita delle moderne strutture statali nelle grandi monarchie europee corrisponde un rapido sviluppo della crittografia in uso nelle cancellerie Le cifre di Venezia La prima testimonianza di una scrittura cifrata risale a Venezia al 13 marzo 1226, quando in un passo del liber plegiorum communis alcune vocali sono sostituite dalla maiuscola X Nel XIV secolo si sviluppano i nomenclator e il linguaggio convenzionale spesso mutuato dal mondo mercantile Il Quattrocento vede l’ulteriore ampliamento dei nomenclatori e la comparsa di lineette trasversali e di segni e figure di fantasia, spesso tratti dal linguaggio alchemico L’innovazione e il progresso nell’arte delle cifre vanno di pari passo con la sopravvivenza di forme tradizionali di scrittura segreta, scientificamente meno elaborate e teoricamente meno sicure, ma molto pratiche e alla portata di tutti Spie locali, informatori semiufficiali, privati o nobili che carteggiano con parenti usano semplici ziffrette, costituite di alfabeti in cui le singole lettere sono sostituite da numeri, oppure di brevi repertori in cui ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a un personaggio pubblico o privato o ad un sostantivo di frequente uso Naturalmente uh prezioso contributo allo sviluppo della crittografia veneta viene anche dalle numerose cifre intercettate ai nemici Esemplare dell’efficacia della crittografia veneziana è l’incontro-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le scontro con lo stato turco, che non dispone di una diplomazia stabile e neppure di un qualsivoglia sistema di cifratura dei messaggi: i turchi reagiscono con rabbia e indignazione a un metodo di comunicazione occulto che sembra violare i tratti più elementari della fiducia nelle relazioni interpersonali e interstatali Tra le più singolari cifre usate da Venezia sono quelle sillabiche dette babuini: dal latino medievale babuinare cioè miniare le iniziali di un manoscritto con figure, mostri, babbuini; riferito alla credenza diffusa tra gli egiziani sulle presunte capacità di questo animale di comprendere le lettere, e in connessione con una forma di abbecedaria preparata per il nuovo pubblico nei primi anni della stampa, che per ogni vocale riporta su cinque colonne tutte le possibili combinazioni sillabiche Altri mezzi occulti di comunicazione Mezzi occulti e spesso originali per trasmettere notizie in pace e in guerra sono già noti tra gli antichi Anche nell’Europa delle cifre il problema di trasmettere messaggi importanti in modo sicuro e occulto viene talvolta risolto con mezzi singolari Durante la guerra di cambrai lettere cifrate vengono nascoste negli stivali, nell’asta di una partesana e nelle scarpe Già i romani conoscevano le proprietà del titimalo, il cui succo bianchissimo evapora senza lasciar segno apparente e ricompare una volta cosparso di cenere Nei primi secoli dell’età moderna la gamma degli inchiostri simpatici o invisibili si arricchisce notevolmente  titimalo o erba caprina, succo di limone, cipolla, melarancia, mela, fico, aglio, paglia bruciata con fuliggine, urina, sale ammoniacale, cristallo, monossido di piombo, sebo o altro grasso, gomma Cap.14 L’intercettazione delle lettere tra seicento e settecento le principali monarchie europee mettono in funzione quei “gabinetti neri” o “camere nere” specificatamente deputato alla intercettazione della corrispondenza ordinaria che passa attraverso i servizi postali, privati o pubblici, ormai in via di radicale riorganizzazione in tutto il continente Venezia non ha una vera e propria camera nera ma pratica sistematicamente l’intercettazione e lo svaligio della corrispondenza, si dei suoi nemici politici stranieri sia dei propri cittadini sospetti il Settecento è il secolo d’oro delle camere nere europee e la corrispondenza veneziana finisce più volte nelle loro maglie Venezia pratica l’intercettazione delle lettere a danno dei suoi nemici pressoché ininterrottamente nel corso di tutta l’età moderna per tutto il Seicento la camera nera non ufficiale del bailo agisce puntualmente i principali governi europei e anche molti privati sono convinti che Venezia pratichi normalmente l’apertura della corrispondenza più che a Venezia la sottrazione o apertura delle lettere avviene nelle città di terraferma, durante le soste dei corrieri per il cambio dei cavalli o il riposo Cap.15 Spie militari, sabotaggi e guerra chimica e batteriologica Le guerre d’Italia nel Cinquecento I condottieri e i magistrati veneziani incaricati di seguire le operazioni militari usano esploratori nel campo nemico e nel territorio, secondo prassi e tecniche di tutti gli eserciti del mondo La guerra di cambrai ne stimola la vigorosa volontà e capacità di resistenza e mobilitazione: lo spionaggio militare, gli attentati e i sabotaggi ne costituiscono uno dei momenti più significativi si rafforza la vigilanza contro lo spionaggio nemico francese e austriaco un ruolo di primo piano giocano i contadini, protagonisti della disperata guerra rustica che da filo da torcere ai nobili filoimperiali ai todeschi di Massimiliano sono loro infatti ad infiltrarsi negli accampamenti nemici e a portare i messaggi dei comandanti Venezia non esita a usare tutte le armi, anche quelle più segrete e moralmente opinabili: invoca e negozia in segreto il soccorso militare turco e progetta senza esitazioni assassinii di ribelli e sovrani la propensione dei veneziani per i cauti e segreti modi nel toglier di mezzo i nemici non è ignota all’imperatore Massimiliano abbiamo notizie di varie azioni di sabotaggio condotte durante la guerra di cambrai l’episodio più clamoroso di questa guerra segreta è senza dubbio la serie di incendi dolosi appiccati nel 1512 in varie località dell’Austria da agenti veneziani le attività di informazione militare e politica si intensificano tra il 22 maggio 1526, quando Venezia aderisce alla lega di cognac, e il 23 dicembre 1529 quando viene sottoscritta la pace di bologna rettori e provveditori mandano regolarmente esploratori nelle retrovie nemiche e infiltrano spie negli accampamenti sabotaggi, assassinii e attentati antiturchi durante le numerose guerre contro i turchi una delle azioni segrete più frequentemente accarezzate da Venezia e spesso oggetto di volontari è l’incendio della flotta turca, direttamente nell’arsenale di Costantinopoli o nelle varie località dove opera durante i conflitti anche la guerra di Candia vede molti progetti e tentativi di sabotaggio, ma con pochi risultati concreti un’ennesima offerta di bruciare la flotta turca viene, nell’ottobre 1695, da giacomo galizi, un greco di Napoli di Romania (città greca nel Peloponneso) molto introdotto nel mondo turco dove pratica il riscatto di schiavi, ma gli inquisitori di stato esitano anche perché alcune soffiate insinuano che il galizi faccia il doppio gioco e miri invece a bruciare proprio la flotta veneziana Venezia è ostinata a far fuori il sultano gli ultimi due attentati al sultano sono discussi in occasione delle due grandi guerre di Cipro e Candia il primo consiste nella solita generica offerta di un gentiluomo spagnolo in cambio di ricompensa, il secondo invece matura durante la guerra di Candia, proprio nel segreto del palazzo ducale la pace del 1670 non mette fine anzi, sembra intensificare i progetti di attentati ai capi turchi in Dalmazia e in levante i documenti testimoniano una spietata e cinica efficienza dei veneziani nell’eliminazione segreta dei prigionieri turchi, di guerra e non Cap.17 I veleni Italia e Venezia, le patrie dei veleni La convinzione che gli italiani del rinascimento facciano spesso e volentieri ricorso al veleno per risolvere i loro problemi politici è largamente diffusa Che l’Italia sia davvero la patria dei veleni si ricava da un episodio successo a Ragusa Benché la piccola repubblica abbia già usato i veleni quando, nel dicembre del 1654, pensa di impiegarli in grande stile contro gli haiduzzi che infestano i confini, ricorre al gran duca di toscana che ne manda una cassetta col relativo antidoto In questa Italia dei veleni i veneziani non sono secondi a nessuno anzi, sono addirittura considerati maestri dell’arte degli avvelenamenti Veleni antichi e moderni Tra i veleni minerali più diffusi ci sono l’orpimento e il resegallo (bisolfuro di arsenico), i grandi veleni politici dell’Italia del rinascimento, la polvere di Borgia, la polvere di successione, l’acquetta di Perugia, l’acquetta di Napoli sono tutti a base di arsenico Celeberrima è l’acqua di tofàna o acqua di Palermo, una soluzione acquosa di arsenico, che prende il nome di teofania di Adamo, un’avvelenatrice palermitana Tra gli altri veleni minerali spesso menzionati a Venezia oltre all’orpimento ci sono il sublimato (bicloruro di mercurio), il sale ammoniaco (ammoniocloruro), il verderame (solfato di rame), l’argento vivo, l’allume di rocca, il slnitro (potassio nitrato) Tra quelli vegetali  mandragola, oppio, cicuta, titimalo, il princeps venenorum cioè l’aconito e la scamonea Molto usata anche la polvere di cantaridi (piccoli coleotteri) Un largo uso di veleni giustifica anche un forte interesse per gli antidoti I veleni dei dieci e degli inquisitori Avvelenamenti privati non sono rari nella storia di Venezia ma le fonti non indicano di solito il tipo di veleno usato Sappiamo però da Camillo Badoer che alla fine del Seicento circola l’acqueta del petesin che da morte a tempo senza segno ne rimedio Il governo veneziano provvede molto per tempo a disciplinare la vendita dei veleni Il capitulare medicorum e quello de specialibus vietano la somministrazione di veleni a scopi criminosi Le ricette dei veleni non devono essere la cura principale dei segretari dei dieci, che spesso le smarriscono e devono chiederne di nuove agli speziali o ai professori dell’università di Padova Ogni tanto dieci e inquisitori tornano ad interessarsi dei veleni, seguono le novità del mercato e si procurano ricette o materie prime sempre pronte per l’impiego I dieci e gli inquisitori sembrano avere un’alta considerazione dei pregi del veleno come arma silenziosa ed efficace per risolvere delicati problemi politici Qualche dubbio semmai riguarda ogni tanto l’opportunità di mettere in mano a sicari poco affidabili uno strumento di morte così tremendo e facilmente applicabile anche a fini privati Nel Cinquecento i dieci dispongono in palazzo ducale di un piccolo deposito di ricette e materie prime, periodicamente aggiornato con l’apporto degli speziali cittadini o di altri tecnici Cap.18 Tre grandi operazioni segrete L’insabbiamento dell’affare Pietro gallo Bernardino Pietro gallo, comincia nel 1644 a macchinare operazioni ostili ai confini tra la repubblica e l’Austria, arruola croati e albanesi e si dice che voglia guidare trentamila turchi in Friuli L’ordine al provveditore di palma  ucciderlo in segreto Quattro soldati del capitano dranzi si recano in un’osteria di Codroipo e lo ammazzo Il capitano dranzi però in seguito ha il dubbio di aver ucciso un altro uomo e due giorni dopo la ricognizione del cadavere lordo di sangue conferma che si è trattato di un fatale scambio di persona Il provveditore di palma supplica gli inquisitori di trovare una via d’uscita per il dranzi e i suoi cappelletti che, terrorizzati, hanno varcato il confine imperiale, meditano di arruolarsi nell’esercito spagnolo e potrebbero anche propalare tutto Ma tra il 10 e il 20 febbraio gli inquisitori di stato realizzano una perfetta azione di insabbiamento Il provveditore fa in modo che la notizia sia soppressa, poi esegua la rassegna dei reparti della guarnigione e dichiara assenti i quattro omicidi, il luogotenente contatta la famiglia del morto e le da soddisfazione, poi emana un proclama con nomi falsi e intanto i soldati vengono trasferiti a Brescia Per quanto riguarda gallo il 19 febbraio alcuni informatori lo segnalano a Venezia ma scappa Il 4 marzo è al servizio del granduca a Firenze L’atroce morte del dragomanno marco pace L’avventura di marco pace, dragomanno (interprete) al servizio della repubblica a Costantinopoli, comincia nel 1659 quando, irritato per il mancato o ritardato pagamento dello stipendio e per altre cose, lascia improvvisamente il servizio, si reca in Dalmazia e minaccia di farsi turco Il 19 dicembre parte l’ordine all’ambasciatore a Vienna di levarlo di vita Gli inquisitori preparano veleni che fanno l’effetto senza mostrarne la causa L’affare torna di attualità quattro anni dopo  il 22 novembre 1664 pace si rifà vivo col nuovo ambasciatore, minaccia di nuovo di farsi turco e di raggiungere Costantinopoli, ottiene anche un salvacondotto per Venezia ma poi scompare Dopo quattro mesi di nuovo L’ambasciatore Giorgio corner incarica dell’operazione un colonnello Baglioni ma il colpo fallisce: colpito da un colpo di pistola alla schiena pace si trascina verso la casa dell’ambasciatore dove il personale ferisce l’attentatore, che ora deve curarsi in segreto insieme a un complice Pace ricoverato in un convento si fa alimentare dal frate guardiano La decisione degli inquisitori è ormai ostinata  se va a Costantinopoli il bailo deve toglierlo di mezzo Corner dopo aver saputo cosa ha combinato pace con conte Pietro di idrino, raggiunge Costantinopoli e offre una somma di denaro al conte per farselo consegnare o ammazzarlo durante il viaggio in Croazia Al castello di legra viene arrestato, tenta la fuga in barca ma viene finito a colpi di manarino La caccia spietata all’indemoniato traditorie Andrea barozzi il 6 settembre 1669 dopo 25 anni di guerra logorante e 28 mesi di furibondo assedio, Candia capitola a Venezia l’improvvisa decisione de comandante morosini suscita polemiche, recriminazioni e un tentativo di processo la classe dirigente prende coscienza che alla precipitosa resa di morosini hanno contribuito le falle nel sistema difensivo provocate da vari traditori tra questi c’è Andrea barozzi  di origine veneziana, ma nato nell’isola conoscitore delle fortificazioni ha passato ai turchi i segreti delle artiglierie, delle parallele e una pianta della città incisa su pietra molle ha suggerito al gran visir di concentrare gli attacchi contro i più deboli bastioni di sant’Andrea e sabbionera questi preziosi consigli, decisivi per l’assalto finale, sono compensati a guerra finita con una pensione di tremila talleri, investiti in terre pubbliche dell’isola per dodici anni i baili che si succedono a Costantinopoli ricevono la speciale commissione di toglier dal ondo questo infame giacomo querini riesce a conoscere gli spostamenti e i maneggi a corte dell’indemoniato traditore nel maggio del 1673 dopo un soggiorno in polonia, torna a Candia e contatta paolo nani accenna alle insidie già macchinate alla sua vita, si mostra disposto al pentimento e gli porge un dispaccio con informazioni sui turchi il requisito arriva a Costantinopoli ma il Barozzi fa assaggiare i cibi da un servo, fa mangiare prima i forestieri e amici e si porta il vino da Candia per quattro anni i baili devono limitarsi a screditarne la figura presso il governo turco nell’aprile del 1681 il segretario del bailo convince un bandito a uccidere il traditore i due gli propinano una pozione di veleno ma grazie ad alcuni antidoti barozzi si riprende e sopravvive anche alla polvere di diamante il 6 giugno il barozzi invitato ad una festa di carnevale all’ambasciata di Francia, ha bevuto un caffè avvelenato ed è morto cap.19 lo spionaggio economico i segreti dell’allevamento del baco da seta e della produzione della porcellana, ambedue sottratte ai cinesi, l’uno dai bizantini, sono due esempi emblematici dello spionaggio industriale in età medievale e moderna Venezia è il primo stato europeo a concedere le patenti industriali, che consentono non solo uno sfruttamento monopolistico, ma anche una licenza di servizio in Inghilterra nella seconda metà del Cinquecento le patenti, disciplinate per legge, costituiscono i veri precedenti delle moderne privative industriali ma si deve attendere la Rivoluzione francese perché la legge sui brevetti fissi i diritti dell’inventore lo spionaggio industriale assolve la funzione fondamentale di incentivo al progresso scientifico e alla nascita dell’industria un po’ ovunque nell’Europa dei lumi ministri riformatori e società di promozione scientifica inviano negli stati ritenuti più progrediti nelle singole branche produttive spie tecnologiche, sotto le vesti di colti viaggiatori in viaggio d’istruzione tutta la storia del commercio veneziano è intessuta di episodi di spionaggio di singoli mercanti, attentissimi a cogliere su piazza notizie utili per i loro affari Le spie anticontrabbando Aperta con le sue frontiere verso molteplici realtà economiche e commerciali Venezia convive, col contrabbando Nel Settecento quando crescente rilevanza finanziaria va assumendo il monopolio del tabacco e quindi ampio è il contrabbando, i processi relativi alla delicata materia passano alla competenza degli inquisitori di stato Per fronteggiare questo sfuggente esercito di contrabbandieri le spie sono uno dei mezzi più frequentemente messi in campo dalle autorità Oltre allo sbirro  personaggio abietto, un malandrino, una canaglia della peggior specie Opera nella penombra il confidente che si infiltra nella banda dei contrabbandieri, scruta le mosse dei sospetti e dà la soffiata giusta al capo degli spadaccini Alla caccia dei contrabbandieri contribuiscono anche i confidenti del capitano delle barche del consiglio dei dieci che sorvegliano traghetti, alberghi, caffè e barberie I generi più comunemente contrabbandati oltre al solito tabacco sono il vino, l’olio, i drappi di seta Cap.22 Lo spionaggio intellettuale Lo spionaggio intellettuale è uno dei mezzi con cui il governo veneziano cerca di assicurarsi il consenso dell’opinione pubblica e di garantire, all’interno e all’estero l’immagine di uno stato pacifico, ben regolato, fondato sull’equità e la giustizia Gli inquisitori tengono d’occhio tutte le pubblicazioni che possono pregiudicare gli interessi e l’immagine della repubblica Tra le sue molteplici attività spionistiche Camillo Badoer non trascura il mondo delle lettere La presenza delle opere dei grandi philophes d’oltralpe sui tavoli degli uomini colti veneziani è costante e ampia, a dispetto di una censura dalle maglie più larghe di quanto non sembri a prima vista Passa il meglio della cultura europea, si ristampano i grandi filosofi italiani Il controllo sui libri di importazione in teoria è rigido, in pratica fa acqua da tutte le parti e non impedisce una larga, costante introduzione furtiva di libri forestieri perniciosi alla religione e alla cultura Tra il 1763 e il 1781 le spie degli inquisitori sono prontissime a intercettare le pubblicazioni empie o comunque pericolose per la religione, lo stato e la società, ma mai come in questo caso si coglie l’immenso divaria tra la conoscenza dei mali e l’azione per estirparli  gli inquisitori acquisiscono l’informazione e tutto finisce lì I confidenti sorvegliano anche la diffusione di stampe e pubblicazioni oscene e pornografiche, è casanova protagonista, per ora come vittima, di questo singolare spionaggio Tra il novembre 1754 e il 1755 il confidente Giambattista Manuzzi lo segnala autore di satire contro l’abate Pietro chiari e di un’empia composizione Lo stesso casanova si lascia andare ad un’imprudente esaltazione del suo parto poetico Un’attività spionistica del tutto particolare è quella volta a sottrarre alla circolazione i libri pregiudizievoli per l’immagine della repubblica Cap.23 Le spie di sanità e di acque Le spie di sanità L’organizzazione sanitaria di Venezia diviene ben presto una delle più efficienti e collaudate dell’Europa moderna Venezia è uno dei primi stati europei a praticare e diffondere un costume nuovo della morale internazionale  quello di partecipare anche ai concorrenti commerciali e agli avversari politici gli avvisi in materia di sanità Di qui l’obbligo sistematico degli uffici di sanità delle città suddite, dei singoli cittadini, dei consoli e dei rappresentanti diplomatici stabili di informare i provveditori alla sanità decessi sospetti Per stimolare la collaborazione dei cittadini al rispetto delle rigide norme igienico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le sanitarie Venezia ricorre al consueto sistema delle denunce segrete  bocche di leone per denunce in materia di sanità sono aperte in occasione delle grandi epidemie di peste Nell’agosto 1678 Camillo Badoer sfrutta le sue amicizie alla corte di Mantova per raccogliere notizie sui sospetti di peste Le spie di acque Anche nella gelosa materia delle acque la repubblica ricorre allo spionaggio per acquisire informazioni sui progetti dei confinanti, corrompere funzionari, sabotare opere idrauliche dannose a suoi interessi Il 20 ottobre 1483 il consiglio dei dieci ordina nel più profondo segreto al provveditore di lagoscuro e al capitano della flotta del po di incidere gli argini e procurare quindi la distruzione totale dei campi del duca di Ferrara I ricorrenti progetti ferraresi-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le pontifici di immettere le acque del reno nel po sono oggetto di aspre controversie con Venezia Una spinosa questione di acque è anche quella del fiume tartaro che segna per u tratto il confine tra il territorio veronese e quello mantovano Forse l’operazione segreta più clamorosa in materia di acque riguarda la chiusa proposta dai trentini sul torrente Fersina e avversata dalla repubblica perché renderebbe non navigabile l’Adige e provocherebbe inondazioni della brenta Cap.24 Il mondo delle spie Infame delatore o emissario onorato al servizio dello stato? Necessarie al bene dello stato, ma comunque infami le spie d’Europa non si scrollano più da dosso questa singolare contraddizione, che talvolta macera la loro coscienza, specie quando si tratta di nobili attenti al senso dell’onore, personale e familiare In pieno secolo dei lumi l’infamia della professione di spia viene ribadita da due grandi philosophes: voltaire e Montesquieu A Venezia manca una trattatistica pubblica sul tema della liceità e infamia dello spionaggio, ma le voci dei confidenti ci lasciano tracce preziose dei dubbi e delle incertezze che accompagnano la loro professione, quasi mai abbracciata liberamente, come una scelta di vita, ma sotto la spinta di necessità economiche, familiari o politiche Sono soprattutto i nobili e le persone di civile condizione a vivere con angoscia il marchio indelebile di infamia impresso alla “riputazione” all’onore personale e familiare della professione di spia Invocano la più totale segretezza sul loro lavoro non solo per renderli inabili a proseguire la loro attività ma soprattutto per allontanare ogni macchia da sé e dalla propria famiglia Le necessità economiche sono la spinta decisiva a scegliere la professione di spia, sia pure dopo sofferte esitazioni C’è infine qualche spia, fuori della classe nobiliare, che di problemi di onore proprio non si preoccupa e bada sola alla concreta prospettiva di un buon lavoro, equamente remunerato Le spie onorate In un lavoro che consiste in primo luogo nel penetrare i segreti politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le economico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le militari delle grandi monarchie abbondano le spie onorate spesso cadetti di famiglie nobili italiane o straniere, che sfruttano il loro status sociale e le buone relazioni in ambienti di corte, nella diplomazia e nell’esercito, per carpire notizie a favore di Venezia Troviamo innanzitutto una serie di nobili spagnoli, assillati dalle strettezze economiche, che vendono i segreti del loro re Un bel manipolo di spie onorate esce dalle fila della nobiltà milanese vicino al governatore spagnolo Gli uomini di lettere Neppure gli intellettuali, o gli huomini di lettere, mancano tra le fila delle spie Il dottor Sigismondo Boldoni, titolare di una lettura a pavia nel 1623 spera in una cattedra a Padova, ma le sue avances non hanno seguito, anche per la scarsa stima di cui gode nell’ambiente milanese Il Settecento è il secolo più fecondo di intellettuali di piccola e media levatura, inquieti e di mutevoli convinzioni politiche, che in qualche spezzone della loro vita segnata da difficoltà economiche trovano un incerto pane come confidenti I mercanti Il mercante è il prototipo ideale della spia sin dall’antichità  una tradizione trasmessa dalle fonti greco-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le romane accredita i fenici di una diabolica astuzia nel commerciare e insieme nel carpire informazioni utili al loro governo Quando è in corso una guerra, o una tensione politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le militare in qualche aerea di vitale importanza per Venezia, sono gli stessi capi del consiglio dei dieci a richiedere a parenti e amici di mercanti operanti in zone calde di passare ogni notizia di immediato valore politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le militare oppure a commettere a qualche mercante in partenza una specifica azione spionistica Spesso al travestimento come mercante ricorrono anche spie ordinarie, alla ricerca di un mezzo sicuro di infiltrazione in terra nemica Frati, preti, vescovi e cardinali La massiccia presenza di religiosi, soprattutto frati, nelle fila dei servizi segreti europei dei primi secoli dell’età moderna è ben nota Il generale rispetto per gli uomini di chiesa, il prestigio sociale, il facile accesso alle case dei potenti e a tutti i luoghi pubblici, la buona cultura, la facilità di trovare alloggio nei conventi e nelle innumerevoli istituzioni ecclesiastiche disseminate un po' dovunque e infine l’abito, favorisce l’anonimato e cancella origine sociale e geografica in un mondo fortemente marcato dal costume, tutte queste caratteristiche fanno del religioso una spia ideale Le prime notizie di religiosi in missione spionistica in terra turca per conto di Venezia sono degli anni della guerra di Cipro Preti-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le spie sono in piena azione durante la guerra di cambrai Cap.2 Le spie di Venezia assediano Trieste il 18 marzo 1719 Carlo VI istituisce i porti franchi di Trieste e fiume dopo un avvio lento e faticoso il porto di Trieste e la compagnia orientale decollano e sottraggono a Venezia una fetta consistente di traffici a ciò si aggiunge la fuga verso Trieste di operai specializzati di ogni genere, attratti da favorevoli condizioni economiche Venezia viene a sapere tutto ma nulla può fare se si eccettua qualche occasionale rimpatrio di operai, per impedire alla sua potente vicina di dar vita a un porto destinato a vibrare u colpo decisivo alle sue residue ambizioni politico-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le economiche in levante tra il 1718 e il 1725, quando ormai il governo veneziano sembra rassegnato al fatto compiuto, le missioni di spionaggio sono numerose e continue ovviamente Venezia cerca di avere notizie anche direttamente da Vienna cap.3 tre grandi spie del Settecento Michelangelo bozzini i suoi dispacci rivelano un’ottima introduzione negli ambienti governativi ma non sempre si riesce a distinguere quanto sia opera di fantasia da quanto egli abbia realmente appreso da persone vicine alla segreteria di stato richiamato a Venezia dagli inquisitori vaga per un po' in Italia sinché a Ferrara riesce a penetrare alcuni progetti di commercio dal marchese guido Bentivoglio perduto l’incarico di spia egli inquisitori parte per la Sicilia e a Barcellona si mette a produrre sapone, poi è al servizio dell’esercito spagnolo e infine viene arrestato per spionaggio a favore dei veneziani e degli austriaci bozzini è un agente dei servizi segreti austriaci Giovanni cattaneo convinto di essere un rispettabile funzionario statale, che serve fedelmente gli inquisitori di stato in un ufficio delicato, un onorevole contatta gli ambasciatori per rilevare destramente dai medesimi nelle presenti circostante tutto ciò che ad essi ministri arriva di interessante cattaneo prepara il terreno alle trattative ufficiali, copone amichevolmente vertenze, risolve i più delicati problemi di protocollo ma anche quotidiani problemi pratici, trasmette in forma amichevole suppliche su materie scottanti come contrabbandi, salvacondotti, revoche di bandi il buon cattaneo pratica anche la lettura delle gazzette, ma non le stima molto il qualche occasione la sua attività si configura più nettamente come spionistica in senso stretto giacomo casanova dal 19 febbraio 1776 la sua collaborazione con gli inquisitori diventa pressoché regolare, e le riferte, coperte dal nome convenzionale di Antonio parolini cominciano a toccare molteplici aspetti della vita sociale e culturale di Venezia il 3 ottobre 1780 giunge la nomina a confidente ordinario il 28 egli presenta il suo programma di lavoro articolato in quattro punti: 1. Religione 2. Costumi 3. Pubblica sicurezza 4. Commercio e manifatture Forse egli si è fatto prendere la mano nello stilare un programma troppo ambizioso, che comprende in realtà tutte le varie brache dello spionaggio interno veneziano, o forse la Venezia di questi giorni è avara di importanti nove politiche da captare Infatti, tre mesi dopo gli tolgono lo stipendio fisso e decidono di pagarlo di volta in volta a seconda delle prestazioni Le sue riferte continuano per altri due anni ma spesso sono di bassa lega L’avventura spionistica di casanova si conclude il 31 ottobre 1782 Coinvolto in una velenosa controversia finanziaria con un conte Carletto e il nobile giovan Carlo Grimani si vedica di quest’ultimo con un opuscolo satirico, ma le violente reazione del patrizio lo costringe ad abbandonare Venezia Cap.4 attivismo e miseria dei confidenti settecenteschi le spie al servizio del capitan grande sono occasionalmente impiegate in indagini politiche di alto profilo e invece per lo più sono incaricate di seguire contrabbandi, furti, rapine e in genere gli aspetti della vita quotidiana della città i confidenti degli inquisitori sono equamente distribuiti in tutti gli strati della società e compongono un mosaico completo delle diverse realtà civili, professionali e morali cap.5 una Venezia di donne di mondo, bari e stoccheggianti una presenza importante, vitale e umanamente forte della società veneziana quella delle prostitute, delle meretrici sumptuose e cortigiane del grande cinquecento i confidenti hanno un occhio perennemente puntato su questo esercito di donne di ondo e riempiono quasi quotidianamente le loro riferte di notizie di ogni sorta i confidenti sono particolarmente solerti nel segnalare la presenza di meretrici nelle botteghe di caffè, negli innumerevoli casini privati e nel ridotto i magnamaroni sono una presenza consolidata nel mondo della prostituzione veneziana anche per il gioco, i confidenti hanno un occhio particolarmente vigile verso il comportamento dei nobili cap.6 contro perturbatori, geniali e giacobini tra il 1776 e il 1780 vari confidenti segnalano unioni di persone malcontente, discorsi antigovernativi nelle botteghe di caffè, comenti sfavorevoli verso nobili che non raggiungono i roro reggimenti i geniali e i massoni durante la guerra di successione spagnola, un anonimo confidente segala la pertinacia de geniali che commentano gli eventi bellici e formano una conventicola scandalosa la guerra di successione polacca non sembra appassionare molto l’opinione pubblica veneziana i geniali ricompaiono durante la guerra dei 7 anni (1756-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le 1763) e si dividono tra ammiratori di Maria Teresa e fanatici di Federico II di Prussia nel 1757 Manuzzi constata sorpreso che nelle botteghe di caffè e nei luoghi di riunione i geniali delle due parti fanno un bisbiglio grande e parlano senza rispetto e con espressioni molto ingiuste dei due sovrani il 19 marzo 1768 Manuzzi raccoglie diffuse lamentele per l’eccesso di libertà di stampa e di parola in argomenti di religione lo stesso Manuzzi riesce a conoscere aderenti, luogo e modalità di riunione della loggia di ca’ mosto a san marcuola per ottener informazioni finge con uno dei confratelli di essere stato in passato iscritto alla loro setta per qualche anno i confidenti non registrano segni di attività della società l’interesse e le scoperte si riaccendono dopo lo scoppio della Rivoluzione francese i geniali francesi e i giacobini quando si aprono a Versailles gli stati generali, il 5 maggio 1789, Venezia ha alla corte francese Antonio cappello che per oltre un anno la informa con prontezza degli sviluppi della situazione politica il temporaneo spostamento della sede diplomatica a Londra e la spregiudicata e imprevedibile condotta del direttorio accentuano nella classe dirigente veneziana l’angosciosa sensazione di isolamento e ignoranza degli eventi il 4 marzo 1797 siamo ormai agli sgoccioli della vita della repubblica, gli inquisitori scrivono di nuovo a Parigi con tono accorato: non riescono a penetrano il così gran segreto di Bonaparte la rigorosa ma sempre più difficile neutralità di Venezia spinge gli inquisitori a indirizzare una quota crescente delle proprie azioni spionistiche alla sorveglianza degli emigrati sciamati nel suo territorio, a mano a mano che a Parigi la rivoluzione ha assunto sviluppo radicali il 26 luglio 1796, quando le gazzette riportano le notizie delle travolgenti vittorie napoleoniche e dell’ingresso dei francesi a Milano, spadon suggerisce agli inquisitori di vietare tutti i fogli a stampa e addirittura le lettere private trattanti di novità i confidenti registrano con preoccupazione anche le voci dei geniali francesi i francesi che approdano a Venezia per affari e turismo sono tenuti d’occhio in ogni modo in terraferma e nelle province e isole del levante sin dal 1790 i rettori sono in allarme contro gli emissari francesi vigilano dunque contro francesi, forestieri, mercanti, falsi preti, ecc. lotta di spie con Bonaparte tra le armate francesi e quelle venete non c’è mai una guerra nel 1796-usata dai veneziani per indicare la persona mandata in territorio nemico a osservare le 97 chiusa nella sua ostinata neutralità Venezia non attacca i soldati di Bonaparte neppure quando dilagano nel suo territorio, lo taglieggiano e favoriscono apertamente la democratizzazione delle città di terraferma la neutralità ufficiale della repubblica favorisce lo spionaggio francese, visto che persino ufficiali dell’armata di Bonaparte possono soggiornare, come normali turisti a Venezia tra il 9 giugno e il 15 luglio 1796 esploratori e ufficiali francesi sono segnalati più volte a Venezia da vari confidenti e i loro atteggiamenti non danno luogo a equivoci sugli intenti spionistici lo spionaggio militare veneziano contro le armate di Bonaparte è lo specchio della politica della moribonda repubblica: incerto, frammentario e del tutto inconcludente la rete è probabilmente dissolta quando il 28 aprile 1797 gli inquisitori di stato ordinano al rettore di Padova di promettere soldi a un generale francese in attesa delle definitive trattative di pace quindici giorni dopo il 12 aggio 1797, il maggior consiglio adotta il sistema del proposto provvisorio rappresentativo governo e pone fine alla repubblica
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