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I totalitarismi, Italia-Germania-Unione Sovietica, Sintesi del corso di Storia

spiegazione generale dei regimi totalitari del '900 e approfondimento alla situazione italiana con Mussolini, tedesca con Hitler e dell'unione sovietica con Stalin.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 24/09/2021

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Scarica I totalitarismi, Italia-Germania-Unione Sovietica e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! | TOTALITARISMI Il comunismo staliniano in Urss, il fascismo degli anni Trenta e il nazismo imposto in Germania da Hitler vengono indicati dagli storici come regimi «to-talitari». Il concetto di «totalitarismo» nacque in Italia già nei primi anni Venti e fu coniato dai liberali per sintetizzare le condizioni in cui si trovavano gli italiani sotto il regime fascista, che controllava ogni aspetto della loro vita. Mussolini alla metà degli anni Venti lo riprese e lo adottò. Il leader del fascismo esprimeva l'intenzione di subordinare l'intera vita sociale e culturale del Paese allo Stato. Nella definizione di «totalitarismo» adottata dal fascismo italiano coesistevano due aspetti: da un lato, un carattere rivoluzionario, capace di sovvertire le istituzioni esistenti per «risanare» la vita politica del Paese, dall'altro un carattere statalista, che consisteva in una concezione contraria al pluralismo politico e sociale esistente nelle democrazie. Nel 1929 il termine fu utilizzato per definire un tipo di regime che si pone di acquistare un controllo totale sullo stato e sui cittadini secondo alcune caratteristiche: - la costruzione di un'ideologia organica e coerente. Il cittadino del sistema totalitario subisce condizionamenti fisici e psicologici affinché aderisca completamente a tale ideologia - la vita politica è interamente controllata da un partito unico. Lo Stato elimina qualunque forma di opposizione. Il partito è il solo organismo incaricato di mediare tra le masse e il potere, che è detenuto dal capo del regime - Il capo del regime è un dittatore carismatico, depositario dell'intero potere dello Stato. Imponendo la sua immagine come una forma di fede civile e costruendo un culto della propria persona. Stalin, Mussolini e Hitler incarnarono questo tipo di leader - il totalitarismo legittima le proprie azioni mediante un uso sapiente dei mezzi propagandistici di massa, come la radio, i giornali, il cinema, sui quali esercita un monopolio che gli permette di manipolare le informazioni a proprio favore - le masse sono tenute in costante mobilitazione attraverso una serie capillare di organizzazioni scandendola attraverso celebrazioni collettive - l'economia è sottoposta al controllo dello Stato, e tale dirigismo si traduce in una forte burocratizzazione dell'apparato produttivo - Formazione di un sistema organizzato di repressione degli oppositori Il regime cercò di plasmare un uomo nuovo che corrispondesse all'ideologia sulla quale essa si basava. Infatti l'individuo ha senso solo come espressione del regime. L’Unione Sovietica Alla morte di Lenin (1924), in Urss si apre la lotta per la successione che contrappone Trockij, fautore di una «rivoluzione permanente», e Stalin, sostenitore del «socialismo in solo Paese». Stalin riesce ad avere la meglio sulle opposizioni e nel 1927 Trockij è costretto a fuggire all'estero. Stalin ricorse alla Gosplan, una Commissione statale per la pianificazione .La costruzione del regime stalinista inizia con un programma di piani quinquennali per trasformare l'economia sovietica da agricola a industriale. Stalin voleva superare tecnicamente ed economicamente i Paesi capitalistici più progrediti. Nel giro di dieci anni l'Urss diventa la seconda potenza industriale del mondo con un aumento nella produzione e una diminuzione nel numero dei disoccupati , anche se vari fattori impediscono una completa modemizzazione. Nel 1929 Stalin avvia una collettivizzazione forzata per trasformare l'agricoltura, espropriando le proprie terre per creare aziende agricole statali, deportando milioni di kulaki (contadini agiati) e procedendo a requisizioni forzate che provocano una terribile carestia in Ucraina (1932-1933). Viene imposto un rigido controllo sull'arte e sulla cultura («realismo socialista») e Stalin è esaltato con un culto della personalità. Il cinema, la letteratura, la pittura e la scultura divennero infatti strumenti di propaganda. Per combattere i nemici interni Stalin dà il via nel 1934 al «Grande terrore», epurando migliaia di dissidenti e deportando milioni di cittadini. Strumenti della repressione sono la polizia politica e i campi di lavoro forzati (gulag). Ignari di questi crimini, i partiti comunisti occidentali seguono la linea politica imposta da Stalin e rifiutano l'alleanza con i partiti socialdemocratici; solo a metà degli anni Trenta il Komintern sostiene la nascita dei Fronti popolari dei partiti di sinistra contro l'avanzata dei regimi autoritari di destra. L'Italia Dopo che le leggi fascistissime (1925-1926) hanno delegato tutti i poteri a Mussolini e al Gran consiglio le elezioni del 1929 confermano l'appoggio della popolazione e segnano il passaggio al totalitarismo. Nel 1934 Mussolini vara il corporativismo, creando 22 corporazioni che riuniscono rappresentanti di padroni e lavoratori di uno stesso settore e diventano parte integrante dell'ideologia dello Stato fascista. Il crollo della Borsa americana causa anche in Italia fallimenti e disoccupazione. Per fronteggiare la crisi Mussolini sostiene un maggior intervento statale in campo economico, creando l'Imi (1931) e l'iri (1933); grazie a un imponente plano di lavori pubblici l'Italia supera la crisi alla metà degli anni Trenta. Anche nell'agricoltura lo Stato interviene con una massiccia pianificazione dopo Il fallimento della battaglia del grano, Mussolini vara un programma di bonifiche la produzione agricola aumenta vengono fondate nuove città. Lo Stato totalitario interviene in ogni aspetto della vita dei cittadini, lavoratori della pubblica amministrazione hanno l'obbligo di prendere la tessera del partito per conservare il posto di lavoro e nelle scuole viene introdotto il libro di testo unico. L'indottrinamento si rivolge in primo luogo al giovani, con organizzazioni che hanno il compito di impartire un'educazione fascista fin dalla più tenera età. La cultura e l'informazione sono controllate dal Minculpop (1937)e la propaganda utilizza anche radio e cinema. Centrale è il mito di Roma, da cui derivano molti simboli del regime, il mito della grandezza italica e la figura del duce. Dopo aver difeso l'Austria dal tentativo di annessione della Germania (1934), Mussolini si accorda con Francia e Regno Unito (Patto di Stresa 1935) in funzione antitedesca. Convinto che gli alleati lo appoggeranno, nell'ottobre 1935 Mussolini invade l'Etiopia e il 9 maggio 1936 nasce l'impero italiano in Africa orientale. Mussolini strutta l'opposizione della Società delle Nazioni per denunciare l'ostilità internazionale contro l’Italia, avviando una campagna di autarchia. Compromessi i rapporti con le democrazie occidentali, si avvicina a Hitler e il 25 ottobre 1936 sottoscrive un'intesa con la Germania nazista Asse Roma-Berlino. Subito dopo vi è una ripresa dell'ideologia razzista che culmina nel Manifesto degli scienziati razzisti (luglio 1938) e nelle leggi razziali (settembre) che vietano agli ebrei l'esercizio di molte professioni, escludono i bambini ebrei dalla scuola pubblica, rendono illegali i matrimoni misti. Negli anni Trenta gli antifascisti rappresentano un'esigua minoranza della popolazione, anche a causa della spietata repressione e l'anti fascismo è diviso al suo intemo. Tra gli oppositori del regime vi sono il liberale Croce, i cattolici Sturzo e De Gasperi e un fronte socialista che fa capo all'associazione Giustizia e libertà fondata a Parigi dai fratelli Rosselli. Molti comunisti operano in clandestinità nonostante l'arresto di Gramsci e la fuga di Togliatti.
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