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Iconografia e Iconologia. Introduzione allo studio dell'arte del Rinascimento, Sintesi del corso di Storia Dell'arte

Il riassunto è relativo alle prime pagine della parte prima del libro di Erwin Panofsky "Il significato nelle arti visive" (pp. 29-57).

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 16/12/2021

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chiara-valentini 🇮🇹

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Scarica Iconografia e Iconologia. Introduzione allo studio dell'arte del Rinascimento e più Sintesi del corso in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! L’iconologia è quel ramo della storia dell’arte che si occupa del soggetto o significato delle opere d'arte contrapposto a quelli che sono i loro valori formali. Il significato fattuale è il significato di natura elementare e facilmente comprensibile che viene percepito con la semplice operazione di identificare certe forme visibili con oggetti a me noti dall'esperienza pratica e identificando il mutamento nei loro rapporti con azioni/eventi, sia oggetti che eventi identificati produrranno in me una certa reazione e queste sfumature psicologiche conferiranno un ulteriore significato ovvero quello espressivo. Il significato espressivo è differente da quello fattuale, in quanto viene appreso non per semplice identificazione ma per empatia cioè è necessaria una certa sensibilità che rientra comunque nella mia consuetudine quotidiana con oggetti ed eventi. Tanto il significato fattuale quanto quello espressivo possono essere classificati insieme poiché costituiscono la categoria dei significati primari o naturali. Il significato intrinseco o contenuto è essenziale a differenza degli altri due generi (primario o naturale e secondario o convenzionale) che sono fenomenici; pertanto, lo si può dire anche come un principio unificante che spiega tanto l'evento visibile che il suo significato intellegibile e determina perfino la forma in cui l'evento visibile si configura. Trasferendo i risultati di questa analisi dalla vita quotidiana all'opera d’arte possiamo distinguere nel suo soggetto o contenuto gli stessi tre strati: soggetto primario o naturale diviso in soggetto fattuale e soggetto espressivo che lo si apprende identificando le forme come certe configurazioni di linee/colori o come rappresentazioni di oggetti naturali/animali/umani/piante/case oppure cogliendo certe qualità espressive come il carattere doloroso di una posa o gesto, il mondo delle pure forme così riconosciuto come portatore di significati primari o naturali può essere chiamato mondo dei motivi artistici; soggetto secondario o convenzionale che lo si apprende riconoscendo che una figura virile con un coltello rappresenta San Bartolomeo mentre una figura femminile con una pesca in mano è una personificazione della Verità, in questa operazione andiamo a stabilire una connessione tra motivi artistici e combinazioni di motivi artistici (Composizioni) con temi e concetti, pertanto, i motivi riconosciuti come portatori di un significato secondario o convenzionale possono essere chiamati immagini e le combinazioni di immagini sono le invenzioni (come dicevano gli antichi teorici dell’arte) che noi chiamiamo storie e allegorie e l’identificazione di ciò è competenza dell’iconografia, difatti quando parliamo di soggetto contrapposto alla forma intendiamo principalmente la sfera del soggetto secondario o convenzionale cioè il mondo di temi specifici/concetti espressi in immagini/storie/allegorie di contro alla sfera del soggetto primario o naturale espresso invece in motivi artistici; significato intrinseco o contenuto lo si apprende individuando i principi di fondo che rivelano l'atteggiamento fondamentale di una nazione/periodo/classe/concezione qualificato da una personalità e condensato in un’opera, la scoperta e l’interpretazione di questi valori simbolici (che possono essere ignorati dall'artista stesso e possono divergere da quello che l'artista consapevolmente si proponeva di esprimere) è l'oggetto di quella che possiamo chiamare iconologia in opposizione a iconografia. Il suffisso “grafia” deriva dal verbo greco graphein (scrivere) e sta a significare un modo di procedere puramente descrittivo spesso statistico, perciò l'iconografia è una descrizione e classificazione delle immagini cioè è uno studio limitato e ancillare che ci dice quando e dove certi temi trovarono formulazione visiva attraverso certi motivi, ad esempio, ci dice quando e dove il Cristo crocefisso appare panneggiato con un semplice perizoma oppure è chiuso in una lunga tunica e facendo questo l'iconografia è di aiuto per fissare date, stabilire provenienze e naturalmente fornisce la base necessaria per ogni interpretazione successiva. Tuttavia, essa non tenta di elaborare quest’interpretazione poiché pur raccogliendo e classificando i dati oggettivi non si ritiene obbligata o qualificata per indagare la genesi e il significato di questi dati, in breve prende in considerazione solo una parte di tutti gli elementi che costituiscono il contenuto intrinseco di un'opera d'arte e che devono essere resi espliciti se la percezione di questo contenuto deve divenire articolata e comunicabile. In realtà, come il suffisso “grafia” indica qualcosa di descrittivo, il suffisso “logia” indica qualcosa di interpretativo: Panofsky intende l'iconologia come un’iconografia che vuol essere anche interpretazione e in questo modo diviene l’arte integrante dello studio dell’arte; dunque l’iconologia è un metodo d’interpretazione che si fonda sulla sintesi più che sull'analisi e come la corretta identificazione dei motivi e la condizione preliminare della loro corretta analisi iconografica così la corretta analisi delle immagini/storie/allegorie è la condizione preliminare per una corretta interpretazione iconologia di esse (a meno che non si tratti di opere d’arte in cui tutto il mondo dei contenuti secondari è eliminato e si verifica un passaggio diretto dai motivi al contenuto come avviene per la pittura di natura morta o di genere). Quando si può considerare coretto il lavoro d'indagine a questi tre livelli: descrizione preiconografica, analisi iconografica e interpretazione iconologica? Nel caso della descrizione preiconografica che si limita alla sfera dei motivi la cosa sembra semplice, poiché la rappresentazione di oggetti e fatti (mediante linee/colori/volumi) costituisce la sfera dei motivi identificati tramite la nostra esperienza pratica, infatti, ognuno può riconoscere la figura e il comportamento anche se in alcuni casi l’esperienza non basta (tipo nel caso in cui ci si trova dinnanzi alla raffigurazione di un utensile fuori dal comune a noi sconosciuto) ed in tali situazioni bisogna ampliare l’esperienza pratica consultando un libro o un esperto. È comunque impossibile, in linea di principio, giungere a una corretta descrizione preiconografica o identificazione del contenuto primario applicando indiscriminatamente la nostra esperienza pratica all'opera d'arte, perciò essa è indispensabile e sufficiente come materiale per una descrizione preiconografica ma non assicura la sua correttezza. L'analisi iconografica che ha per oggetto immagini/storie/allegorie anziché i motivi presuppone di più che la semplice familiarità con oggetti ed eventi che si acquista tramite l’esperienza pratica; pertanto, presuppone una familiarità con temi specifici o concetti trasmessi dalle fonti letterarie e acquisiti attraverso letture ad hoc o una tradizione orale. Di fronte a rappresentazioni di temi diversi da quelli della Bibbia, della storia o della mitologia dobbiamo cercare anche noi di familiarizzare con quello che gli autori delle rappresentazioni hanno letto o conosciuto per altra via, ma seppur una certa familiarità con temi e concetti specifici (trasmessi attraverso fonti letterarie) è materialmente indispensabile e sufficiente per l’analisi iconografica non ne garantisce però la correttezza poiché è impossibile dare una corretta analisi iconografica applicando le nostre conoscenze letterarie ai motivi, allo stesso modo che è impossibile dare una corretta descrizione preiconografica applicando indiscriminatamente alle forme la nostra esperienza pratica. Infine, l’interpretazione iconologica richiede qualcosa di più della familiarità con temi e concetti specifici quali sono trasmessi dalle fonti letterarie. Quando vogliamo fissare i principi fondamentali che presiedono le presentazioni di motivi, nonché la creazione e l’interpretazione di immagini/storie/allegorie e che danno un significato anche alle soluzioni formali e ai procedimenti tecnici impiegati, non possiamo sperare di trovare un altro testo che risponda a quei principi; tuttavia, quanto più soggettiva è questa fonte d’interpretazione e tanto più sarà necessario l'intervento dei controlli (indispensabili quando si trattava semplicemente dell'analisi iconografica e della descrizione preiconografica), se perfino la nostra esperienza pratica e la nostra conoscenza delle fonti letterarie possono fuorviarci tanto più pericoloso è fidarsi della semplice intuizione e, pertanto, anche la nostra intuizione sintetica deve essere corretta. Lo storico dell’arte dovrà definire quel che egli crede essere il significato intrinseco dell’opera a cui dedica la sua attenzione, di contro a quel che egli crede essere il significato intrinseco del maggior numero possibile di altri documenti storicamente riferiti a quella suddetta opera (tipo documenti che illuminano su tendenze politiche, religiose, filosofiche e sociali). In conclusione, adottando una terminologia rigorosa dobbiamo distinguere tre gradi di soggetto o significato dei quali il primo è comunemente confuso con la forma e il secondo è il campo specifico dell’iconografia
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