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La Politica Espansionista di Hitler: Il Terzo Reich, l'Italia e la Guerra in Europa, Appunti di Storia

Storia politica del XX secoloStoria Moderna EuropeaStoria della Seconda Guerra Mondiale

La politica espansionista di adolf hitler e la crescente influenza della germania in europa negli anni '30. Il testo tratta dell'intenzione di hitler di unificare tutte le popolazioni tedesche, l'annessione di austria e la crisi in cecoslovacchia, la guerra civile spagnola e l'alleanza tra italia e germania. Vengono inoltre analizzate le politiche di appeasement di inghilterra e francia e le conseguenze disastrose di queste scelte.

Cosa imparerai

  • Che popolazioni Hitler intendeva unificare nel Terzo Reich?
  • Perché l'Italia bloccò il tentativo di Hitler di espandersi verso nord-est?
  • Come la guerra civile spagnola influenzò le relazioni tra Italia e Germania?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 04/11/2022

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chiara-redaelli-3 🇮🇹

3.6

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Scarica La Politica Espansionista di Hitler: Il Terzo Reich, l'Italia e la Guerra in Europa e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IIWW: PREMESSE - Volontà di Hitler di unificare nel Terzo Reich tutte le popolazioni tedesche: Hitler rivendicava infatti il diritto di espandersi e le prime iniziative assunte da Berlino furono, nell’ottobre 1933, il ritiro della delegazione tedesca dalla conferenza di Ginevra (dove le potenze europee, gli USA e l’Unione Sovietica discutevano i termini di un accordo sul controllo degli armamenti) e, pochi giorni dopo, l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni. Nel luglio 1934, poi, il cancelliere austriaco venne assassinato per mano dei nazisti austriaci, che miravano ad impadronirsi del potere, in accordo con i tedeschi. A bloccare questo tentativo fu l’Italia di Mussolini, a cui faceva comodo la presenza di uno ‘Stato cuscinetto’ ai confini nord-orientali del Paese. Da qui il varo di una politica di riarmo dell’esercito tedesco, la coscrizione obbligatoria reintrodotta contro i patti del trattato di Versailles e la ricostruzione dell’aviazione militare, la Luftwaffe. Riunite nella conferenza di Stresa, Francia, Gran Bretagna ed Italia condannarono il riarmo tedesco, ma non assunsero alcun provvedimento concreto contro la Germania. Di fatto, però, ogni potenza tendeva ad agire per conto proprio: nel maggio 1935, la Francia sottoscrisse un accordo di reciproca assistenza con l’Unione Sovietica, accordo che impegnava le due parti a venirsi in aiuto in caso di attacco. A sua volta, l’Inghilterra stipulò con la Germania un trattato navale, che consentiva la ricostruzione della flotta tedesca. A decretare la fine degli accordi di Stresa fu l’attacco italiano all’Etiopia, che segnò l’allontanamento della Francia e della Gran Bretagna da Roma, la quale, dal canto suo, si avvicinò a Berlino, dichiarando che l’annessione austriaca non rappresentava più un problema. Il fuhrer approfittò della rottura del fronte anti-tedesco per rimilitarizzare la Renania, operazione contro al trattato di Versailles. Il silenzio da parte di Francia e Inghilterra è giustificato dal fatto che nessuna delle due potenze avrebbe voluto una guerra con la Germania in quel momento, anche a costo di mantenere il silenzio sulla crescente aggressività tedesca, che da questo silenzio ne trasse beneficio. La Francia, infatti, stava attraversando un periodo di crisi delle istituzioni repubblicane e di instabilità di governo. Nel 1938 Hitler aveva ormai messo la Germania tra le protagoniste dello scenario europeo; in più di un’occasione aveva esplicitato la volontà di unificare nel Terzo Reich tutte le popolazioni di stirpe tedesca presenti in Europa, procedendo, se necessario, alla conquista militare. Fu così che il 12 marzo 1938 le truppe tedesche entrarono trionfalmente in Austria, senza sparare colpi, accolti dalle folle. Il giorno dopo l’Austria venne incorporata dalla Germania, dopo aver costretto il cancelliere alle dimissioni per mano del Partito nazista austriaco. Il 10 aprile 1938 venne sanzionata l’annessione, Anschluss, che riduceva il paese ad una provincia del Reich tedesco. - Guerra civile spagnola (1936-1939): la fine della monarchia e l’instaurazione di un governo guidato da Manuel Azana nel 1931 portò ad una serie di riforme, successivamente abolite durante il cosiddetto biennio nero (1933-1935) della destra. La politica reazionaria di questo periodo provocò una serie di rivolte popolari, duramente represse. Le elezioni del 16 febbraio 1936 furono vinte dal Fronte popolare, che unificava repubblicani, socialisti, comunisti e anarchici, contrapposto al Fronte nazionale della destra e del centro. A questo punto la Spagna divenne teatro di una serie di violenze squadriste fomentate dalla Falange, un movimento fascista spagnolo che mirava a rovesciare il regime repubblicano con la classe dominante (proprietari terrier, aristocrazia, clero). La situazione precipitò quando, nel luglio 1936, fu assassinato Josè Calvo Sotelo, un monarchico di destra che aveva raccolto consensi. In seguito al delitto un gruppo di militari guidati da Emilio Mola e Francisco Franco, mise in atto un alzamiento, una ‘sollevazione’ contro i poteri legali che ebbe il sostegno delle truppe coloniali in Marocco e l’appoggio di vari presidi militari in tutta la Spagna. In breve tempo essi riuscirono a conquistare una parte della Spagna occidentale, grazie anche all’aiuto militare fornito da Italia e Germania. Il 29 settembre 1936, nella città di Burgos, venne costituito il primo governo golpista, presieduto da Francisco Franco. Il mancato aiuto da parte della marina militare, che non aveva aderito alla ribellione, rallentò le operazioni di trasferimento delle truppe coloniali, consentendo ai repubblicani di risollevarsi e di avvalersi dell’appoggio del popolo e dell’esercito, cominciano a contrastare l’azione dei golpisti e mantenendo il controllo su Madrid e sulle regioni del nord-est del paese, quelle più ricche e produttive. A quel punto, la Germania inviò una squadriglia di aerei (la ‘Legione Condor’) che appoggiarono le truppe di Franco e sperimentarono nuove tecniche belliche sulla popolazione (es. bombardamento su Guernica). L’Italia invece mandò uomini per il combattimento a terra. Forte di questi aiuti, Franco assunse i pieni poteri, venne costituito un partito unico, chiamato Falange nazionalista, di ispirazione fascista. Dall’altra parte, la repubblica non ricevette aiuto concreto dalle potenze europee, fatta eccezione per la Russia di Stalin, che fece giungere ai repubblicani consiglieri militari, aviatori, tecnici, armamenti, munizioni e carburante. Il Fronte popolare era anche diviso da contrasti interni; la lacerazione più profonda intercorreva tra la componente anarchica, favorevole alla trasformazione della guerra civile in rivoluzione sociale, e le altre forze politiche, più moderate. Nel 1937 la frattura politica si trasformò in scontro armato: a Barcellona l’esercito repubblicano e i comunisti si scontrarono contro gli anarchici, che finirono vittime di repressione. Il crollo definitivo della repubblica si ebbe nel marzo 1939, con una durissima repressione ad opera delle truppe di Franco, dopo aver conquistato tutto il nord della Spagna. Nel corso della guerra civile spagnola, i rapporti tra Italia e Germania si intensificarono, tanto che venne stipulato un accordo, chiamato Asse Roma-Berlino, che definiva gli indirizzi di fondo della politica estera delle due potenze e ne coordinava obiettivi e strumenti. Esso contemplava un sostegno comune a Francisco Franco e l’impegno di entrambe le potenze contro il ‘pericolo bolscevico’ rappresentato dalla Russia. A tal proposito, il 25 novembre 1936, la Germania firmò con il Giappone il patto Anticomintern, che prevedeva una stretta cooperazione politica ed ideologica per la difesa comune contro la Russia. A questo patto aderirà anche l’Italia, un anno dopo. - Inghilterra di Chamberlain e Francia con politica di appeasement: politica fondata sul convincimento di poter controllare le rivendicazioni espansionistiche del Terzo Reich per via diplomatica, per diverse ragioni. L’Inghilterra non si era del tutto risollevata dalla crisi economica del 29 e non si sentiva pronta per un conflitto; inoltre. L’opinione pubblica era in larga parte pacifista. Per queste ragioni, il governo di Londra era propenso a riconoscere le pretese di Hitler, soprattutto in merito alla riunificazione territoriale, vedendo in ciò l’occasione per crearsi una barriera protettiva contro le mire espansionistiche della Russia. La Francia, per quanto preoccupata del riarmo tedesco, era incapace di elaborare una linea politica autonoma, paralizzata dal ricordo spaventoso della Prima guerra mondiale e divisa internamente tra forze democratiche e destra filofascista. Confidando la prima nella sua flotta e la seconda nel suo esercito e nella protezione della linea Marginot, Inghilterra e Francia rimasero alle loro postazioni. - Cecoslovacchia, Sudeti: dopo l’Austria, entrò nelle mire espansionistiche tedesche per via di una minoranza tedesca presente sul territorio, ossia i Sudeti, i quali avevano fondato, nel 1933, il Partito dei tedeschi dei Sudeti, che rivendicava l’autonomia da Praga. Nel maggio 1938, in seguito al ripetersi delle minacce tedesche, il governo di Praga mobilitò l’esercito. La Cecoslovacchia era un paese industrializzato, legato a Francia e Russia da trattati di alleanza, tuttavia non confinava direttamente con nessuno di questi. Di fronte alle intenzioni di Hitler, l’Inghilterra aveva già chiarito ai francesi di non volersi schierare a difesa di Praga, cercando di convincere la Francia a fare lo stesso, e la soluzione diplomatica prevista da Chamberlain prevedeva di assecondare il fuhrer, ancora una volta. Durante l’incontro con Hitler, di fatto l’Inghilterra gli consegnò la Cecoslovacchia, senza opporre resistenza.
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