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Il 500 e Egloga di Garcilaso De la Vega (analisi dettagliata I egloga), Dispense di Letteratura Spagnola

Contesto letterario e politico del 500 Carlo V Poesia all’italico modo e influenza su letteratura Garcilaso De la Vega Analisi generale 3 egloghe Analisi dettagliata della EGLOGA PRIMERA

Tipologia: Dispense

2022/2023

In vendita dal 30/05/2023

francy.03
francy.03 🇮🇹

4.4

(12)

38 documenti

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Scarica Il 500 e Egloga di Garcilaso De la Vega (analisi dettagliata I egloga) e più Dispense in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! IL CINQUECENTO Nella prima metà del Cinquecento abbiamo: 1. Contesto letterario e culturale: ➔ RINASCIMENTO a cui corrispondono le lettere spagnole perché la Spagna era un'identità politica e nel Rinascimento ITALIANO c'è ritorno dei classici greci e latini anche in SPAGNA ma 1 secolo e mezzo dopo ➔ CLASSICISMO pk in Spagna c'è anche il ritorno della lettura dei CLASSICI ITALIANI,quindi uno studio sugli antichi e sulla produzione letteraria italiana. A trarne ispirazione sono Juan Boscán ,Garcilaso de la Vega ,Fernando de Herrera 2. Contesto politico e culturale Caratterizzato dall’IMPERO DI CARLO V , il 1°della dinastia degli Asburgo a governare in Spagna, dopo che ● Isabella la Cattolica muore nel 1504 ● Ferdinando si risposa, dal 2°matrimonio nasce un figlio che vive poche ore,ma poteva portare a separazione brusca delle 2 corone = Carlo d’Asburgo è nipote di Isabella e Ferdinando, ma il figlio della figlia di questi 2 sovrani,cioè Juana de Castilla soprannominata “LA LOCA”,da cui eredita ➢ le corone di Castiglia e Aragona ➢ i possedimenti italiani e americani (1516) ➢ il titolo di re Carlo I ⇣ Dal padre (figlio dell’imperatore Maximiliano,un Asburgo) eredita i Paesi Bassi (Flandes), il ducato di Borgogna (1506) e successivamente la corona imperiale (1519). Con il titolo di Imperatore Carlo V ,incoronato dal papa a Bologna come «Imperatore del Sacro Romano Impero» il 1530 ma nel 1555 abdica. ≠ Rimangono fuori dalla cartina del suo impero: FRANCIA,STATO DELLA CHIESA,INGHILTERRA,PORTOGALLO,IMPERO OTTOMANO 1 3. Le idee imperiali di Carlo V Per quanto riguarda la Politica imperiale in ambito europeo e mondiale lo scopo era: ➔ preservare e ristabilire l’universalismo cristiano medievale dentro e fuori Spagna ➔ Un progetto ambizioso e anacronico (cioè non funziona) ⬇ Se si fa l'unione delle corone spagnole si toglie sotto la guida della corona di Castiglia: ● POTERE ● RICCHEZZA ● l'importanza dei NOBILI nel territorio iberico ⇣ Quindi c'è la rivolta dei comuneros che sono contro l'assolutismo della corona che sta creando unico centro di potere e Carlo V placa la rivolta sedandola 1521 ⇣ Avendo rassicurato la centralità in Spagna, imperatore può usare tutte le risorse economiche e umane della Castiglia (peninsulare e americana) che serviranno a gestire incessante attività diplomatica e militare al servizio della politica imperiale 4. Le sfide della politica imperiale di Carlo V Le sfide si fanno grazie al finanziamento di Castiglia,queste perché bisogna: ➔ Difendere la fede Cattolica dalla minaccia Protestante (LUTERO) ➔ Difendere la fede Cattolica dalla minaccia dei Turchi cioè l'impero Ottomano e quindi MUSSULMANI che cercavano di avanzare ➔ Difendere il Ducato di Borgogna (al confine con la Francia) dove sovrano francese FRANCESCO I se la vuole riprendere per dare vita a uno stato unitario e centralizzato ➔ Difendersi da Francesco I (il sovrano di Francia) in competizione per l’egemonia in Europa ➔ Mantenere il dominio dell’Italia ➔ Mantenere e gestire i territori americani che 'erano pochi rispetto a quelli che ci saranno dallo sviluppo coloniale dell'epoca moderna 5. Il bilancio della «politica» imperiale di Carlo V In Europa si ha un bilancio negativo infatti poi vedremo che Carlo V abdica: ⇩ ➔ è costretto a cedere il Ducato di Borgogna ma prende in cambio il Ducato di Milano e quindi l'Italia è un territorio spagnolo = pareggio con la Francia ➔ rimane sconfitto di fronte alla Riforma Protestante,Germania Fedele a LUTERO: NON riesce a frenare questa riforma che scinde la comunità CATTOLICA della chiesa romana in 2, neanche la Controriforma ci riesce con forza e diplomazia ➔ Male anche sul fronte turco pk con la battaglia di Lepanto si ferì la mano e NON entrano in Europa ma si prendono parte del Nord Africa ➔ Momento in cui Carlo V abdica a favore del figlio Filippo II,ma gli lascia Castiglia in bancarotta ,e poi succederà a lui 1 anno dopo aver iniziato a governare 2 2. SUI TEMI “NUOVI” DELLA POESIA (nulla è nuovo,c’è IMITAZIONE) «Il flusso di endecasillabi ed eptasillabi ripudiava l'espressione diretta e il realismo pittoresco comuni ai canzonieri; era invece il ritmo giusto per l'esplorazione del sé in un'analisi pausata e per esprimere il rapimento contemplativo di fronte alla natura.» ⬇ ➔ Petrarca aveva stabilito il modello per l'ESAME DEGLI STATI DELL'ANIMA. ➔ Esplorando il proprio spirito, i poeti prendevano coscienza di sé e contribuivano così alla SCOPERTA DELL’INDIVIDUO, fatto capitale del Rinascimento. ➔ D'altra parte (con CASTIGLIONE) una forte corrente di PLATONISMO aveva dato una base filosofica all'idealizzazione dell'amore, comune fin dai trovatori = grazie all'arrivo della poesia e i temi c'è una forma di poesia italiana = Umanesimo e Rinascimento che si erano sviluppati prima in Spagna e dopo in Italia avevano messo al centro l'io lirico che si esprime nella poesia,dando così vita al PLATONISMO cioè visione idealizzata dell'amore 9. Garcilaso de la Vega (Toledo 1501?-Nizza 1536 ) Per quanto riguarda la poesia spagnola della prima metà del 500 Juan Boscán e Garcilaso de la Vega, unendosi hanno dato vita ad un'opera che comprende le opere di entrambi ma a pubblicarle e ad editarle è Juan Boscán nel 1543 ⬇ Nobile famiglia toledana con una tradizione di letterati e di uomini militari,suo padre era il nipote della sorella del MARQUÉS DE SANTILLANA, poeta della prima metà del ‘400 che per primo sperimenta il SONETTO senza successo, nessuno dopo di lui scrive quindi aspettare il pronipote presente quando Navagero propone a Boscán di fare sonetti ⇣ Dal 1520 entra al servizio dell’imperatore Carlo V, fa parte della sua corte, ● lo segue per l’Europa nelle sue spedizioni militari ● è al suo fianco durante l’incoronazione a Bologna nel 1530 ● è il prototipo del POETA SOLDATO = Forse anche lui era presente alle nozze tra Carlo V e Isabella di Portogallo, al cui seguito c’era la damigella della quale si innamora, ISABEL FREIRE che poi morirà ⬇ Dopo il 1532 viene mandato a Napoli, alla corte del viceré (fa le veci del re spagnolo), DON PEDRO DE TOLEDO; introdotto nei circoli letterari italiani immergendosi nella cultura Muore in battaglia, a Nizza, nel 1536. ⬇ Risponde al perfetto prototipo del cortigiano del Rinascimento , uomo di armi e lettere,, così come lo aveva ritratto il Baldassarre Castiglione nella celebre opera: “IL CORTEGIANO” (che Boscán traduce in spagnolo) “un uomo versatile e aperto, duttile e completo; è esperto di armi e di politica, ma sa anche di lettere, filosofia ed arti, è raffinato ma senza affettazione, è coraggioso e valente, ma senza ostentazione” 5 10. Le opere di Garcilaso annotate da Fernando de Herrera 1580 Nel 1574 vede la luce la 1°edizione autonoma delle poesie di Garcilaso,ma nel 1580 c’è nuova edizione in cui Herrera commentano ogni testo = Così si trattavano i classici greci e latini si commentava x es. un’opera di Virgilio spiegandone le etimologie ecc… ⇣ Garcilaso alla fine del ‘500 già considerato un classico: modello da leggere e imitare = Per i poeti del 600 la «catena» dei classici da IMITARE si allarga: 1. prima solo classici ANTICHI (greci-latini) 2. nel 500 classici ITALIANI 3. nel 1580 classici che scrivono in lingua SPAGNOLA: Garcilaso *** Fernando de Herrera (fine del 500) Luis de Góngora e Francisco de Quevedo (600) 11. El poeta abeja (il poeta ape) Il poeta è come un ape che si poggia di qua e di là in ricerca del miglior polline e grazie a questo poi produce,si impadronisce del classico e lo supera: IMITARE VARIANDO ⇣ si riconosce la competizione con qualcuno venuto prima: POETICA DELL’ IMITATIO = Garcilaso attinge dalla tradizione ITALIANA(Petrarca, Sannazaro, Bembo, Ariosto…) ma anche dalla tradizione CANCIONERIL; nella sua poesia ci sono echi profondi di Virgilio e Orazio. 12. Le opere di Garcilaso Lascito poetico di Garcilaso non è ingente vista breve stagione dei suoi anni: ➔ composto da 39 sonetti, 3 egloghe, 1 epistola in versi, 5 canzoni ➔ opere minori quali 9 coplas, 1 ottava e 4 poesie latine = Il periodo di maggiore attività del poeta corrisponde agli anni dal 1. 1526 in poi 2. massimamente all'epoca napoletana 1532-36 ⇣ Nel 1526 giungono a Garcilaso i 2 elementi determinanti per il suo poetare 1) dall'Italia la TECNICA, i modelli che sposa subito perché avvertiti come idonei a esprimere la sua interiorità lirica 2) dal Portogallo la MUSA a cui ancorare la parola poetica,si innamorò di Isabel Freire, damigella della moglie del re Isabella di Portogallo, ma il suo amore NON fu corrisposto e lei si sposò con un altro; morì alcuni anni dopo. 6 3 EGLOGHE DI GARCILASO DE LA VEGA Lascito poetico di Garcilaso non è ingente vista breve stagione dei suoi anni: ➔ composto da 39 sonetti, 3 egloghe, 1 epistola in versi (terzina), 5 canzoni «Escribió mucho en poco» (dice Fernando de Herrera) Usa sistematicamente il verso di PETRARCA (canzoni): Forme chiuse ed endecasillabi ⬇ Inizia a pubblicare a inizio 500,ma per la poesia non è per forza destinata al guadagno l'atteggiamento di Garcilaso è aristocratico perché non voleva mischiare la sua poesia sublime con VILE DENARO e con la MATERIALITÀ del mondo 1. Le 3 egloghe EGLOGA è componimento poetico , questo nome veniva dato già nell’antichità a dei poemi pastorali e di tonalità lirica [il temine ‘lirico’ viene da ‘lira’, lo strumento musicale che presso i Greci accompagnava la poesia + intima/personale = Virgilio scrive le Egloghe chiamate anche BUCOLICHE, cioè componimenti poetici in cui si idealizza idillicamente la vita dei pastori, la vita campestre, spesso in forma dialogica cioè più pastori, il cui canto, il cui intervento si succede lungo il poema ⇣ Ricostruiamo noi in modo empirico la cronologia delle egloghe: 1. EGLOGA I, composta probabilmente nel 1534, → 421 versi suddivisi in 30 strofe, ognuna a sua volta composta da 10 endecasillabi intercalati da 4 settenari (tranne strofa n. 20 formata da 1 v. in più) 2. EGLOGA II, composta prima della I , più complessa e più lunga, predomina la 3° rima; 4 interpreti (Salicio, Nemoroso, Albanio e Camilla) 3. EGLOGA III, composta per ultima, in ottave reali, la più breve, parlano 4 ninfe ⇣ Epoca di creazione risale a soggiorno a Napoli del poeta ,grazie al mecenate DON PEDRO DE TOLEDO che lo protegge e lo inserisce nella corte,permettendogli di immergersi nei circoli dove entra in contatto con letterati della cultura italiana, in particolare con autori napoletani,in particolare Jacopo SANNAZZARO,autore dell’Arcadia ⬇ ➢ La struttura dell’Egloga: 421 versi suddivisi in 30 strofe e ogni strofa si compone 10 ENDECASILLABI (con accento sulla 10°sillaba e accento sulla 6°sillaba) intercalati da 4 SETTENARI ( fratello dell'endecasillabo perché accento obbligatorio 6°sillaba) tranne la strofa n. 20 formata da un v. in più = C'è ritorno dello stesso schema ogni 14 versi ⇣ Ecco perché da Petrarca in poi SETTENARIO e ENDECASILLABO saranno usati insieme: influiscono sulla sonorità e sono come fratelli (6° sillaba) 7 ❖ Connessioni tra le parti narrative e i lamenti : NARRATIVE: perché mentre nelle dediche c'è il “TU”qui nessun IO parla, ma un narratore L'ultima parte narrativa e la strofa 30 dove si inquadrano il tempo dell'Avvento del due pastori in un giorno dall'ALBA (Salicio ) al TRAMONTO (Nemoroso) ⇣ Ma c'è rapporto opposizione tra 2 lamenti perché x volontà geometrica sono simili ma diverse perché rappresentati metaforicamente come storia del CICLO DIURNO DEL SOLE ➢ La raffigurazione della natura: Viene descritto sia il tempo che lo spazio cioè l'ambiente pastorale anche chiamato il motivo o topos del locus amoenu = un luogo topico idealizzato e NON realistico torna sia nel canto di Salicio che nel canto di Nemoroso = con l'agua clara che attraversa il «fresco y verde prado” fra la “verdura” (v46- 48) è descritto,oltre che dal poeta,da Salicio (v216- 218 e 178) ➢ Il ruscello che attraversa il prato/ il verso finale delle strofe di Salicio ➢ Il canto di Salicio che accorda la propria voce al suono del ruscello : Il prato con un piccolo ruscello da cui scorre un'acqua cristallina è lo stesso luogo arcadico greco delle Bucoliche di Virgilio,e proponendo i suoi stessi TOPOI si mette alla prova sull’organizzazione TEMICA, SONORICA, RITMICA ➢ Allusione al monte, il «ganado», le «ovejas» ⬇ La durata dei LAMENTI: 1°e ultima strofa narrativa: ciclo diurno del SOLE metafora del TEMPO poetico ; il mormorio del RUSCELLO metafora del RITMO poetico 2. I 2 lamenti: ❖ Somiglianze e Differenze dal punto di vista FORMALE : Somiglianze: Stesso numero di strofe (12 + 12), tutte uguali (salvo 2 eccezioni: strofa 19°, il v. 11 è settenario anziché un endecasillabo; strofa 20, composta da 15 vv., anziché 14) Differenze : ● In Salicio, tutte le strofe (tranne l’ultima) terminano con lo stesso verso (ESTRIBILLO ha valore ritmico invita le lacrime a uscire senza problemi) e quindi il terz’ultimo verso è a rima fissa –IENDO ● In Nemoroso l’ultimo verso cambia sempre. ❖ Somiglianze e Differenze dal punto di vista TEMATICO : Somiglianze: Entrambi i pastori piangono la separazione, l’assenza, della propria DONNA (Galatea per Salicio che nella storia mitologica rimanda a una ninfa, ambiente bucolico pk ninfe sono in natura, Elissa per Nemoroso ) Differenze: Galatea ha abbandonato Salicio per un altro ≠ Elissa è morta ⇣ 10 ● differente condizione del lamento si riflette concettualmente su forma e senso che sono un tutt’uno pk un testo poetico dice + cose al tempo stesso, COME e COSA dice che avvengono simultaneamente ● Ricorrenza topoi (=luoghi comuni) come testo BUCOLICO ● Variazione di quei topoi pk poeta e scrittore partono da stesso punto = ● IMITAZIONE > VARIAZIONE (modus operandi) ● IO POETICO mascherato da pastore = POETA si traveste da Nemoroso e Salicio ⇣ 2 LAMENTI = 2 momenti della “RELAZIONE” d’amore che Garcilaso provava per Isabel Freire (damigella della regina portoghese e quindi damigella di Spagna) nelle nozze di Carlo V dove c’erano anche Navagero e Boscán ≠ Poeta RIFIUTATO da sua amata e poesia di Petrarca ha senso se c’è DISTANZA in amore ➔ lamento di Salicio potrebbe agganciare questo tipo di rifiuto con dama pk si convola a nozze con un altro che NON è poeta ➔ lamento di Nemoroso dovuto a morte di Isabel Freire, prematura causata da parto = dama SDEGNOSA = tipico della POESIA LIRICA ❖ Opposizione LUCE-VITA / NOTTE-MORTE (differente interpretazione lamenti) : ➔ Per Nemoroso la vita è ormai un peso, una fatica; ciò che le dava valore non è venuto meno, come per Salicio, ma è passato nel campo della MORTE: tant'è vero che ad Elissa può ancora essere unito l'attributo «vida mía» (282). Un sistema concettuale espresso, nella strofa 23, con le equivalenze oscurità, notte = MORTE ; luce, giorno = VITA ; sole = ELISSA. ⇣ Il passaggio di Elissa dalla VITA alla MORTE inverte i termini delle 2 equivalenze: ● luce, giorno = MORTE (Grazie al sole = ELISSA,lei nell’aldilà la MORTE > LUCE) ● VITA (senza il sole = ELISSA nn c’è +) = oscurità, notte La parola “MUERTE” meno frequente nel lamento di NEMOROSO e poche volte riferito alla DONNA = “DEJAS”: «Dejas morir mi bien ante los ojos» v.393 e si riferisce a colei che ha provocato la sua morte, a DIANA dea della caccia,dea casta e quindi è la LUNA che ha influenza sulle maree e quindi sulle partorienti = Diana anche chiamata LUCINA (v.371) ovvero protettrice delle partorienti e lui la rimprovera x aver causato morte di ELISSA → unita a espressione “VIDA MIA” v.282 11 ➔ Per Salicio la morte è la conclusione naturale del dolore, mentre per Nemoroso si colora di speranza. La situazione di Salicio è espressa in «derritiendo me estoy en llanto eterno» (194-95), nei vv. I32-39, in cui egli s'immagina dissolto in lacrime ⇣ Ripetizione dei termini MUERTE - MORIR nel lamento di Salicio: si riferiscono a lui stesso pk Galatea è una pastora che l’ha tradito e piantato lì (v.60, v.85-87, v.96, v.202) ❖ Il rapporto di Salicio e Nemoroso con il ciclo del sole ➔ Salicio (strofa 6 ALBA in sù) : ● SOLE quando tende i raggi sveglia la gente,ha valenza concreta = ritmo della VITA ● Ogni uomo e donna riprende proprio lavoro pk è ALBA, luce/sole che dà energia ● Contrapposizione con situazione di Salicio che ormai NON in sintonia con questa luce, per lui tutto “SOMBRA” (v.83) dal giorno all’alba ● Galatea l’ha abbandonato ma è ancora nel mondo in cui vive, che x lui NON ha più senso e quindi vuole sottrarsi a questo mondo = Salicio NON si sente in armonia con la fase crescente del sole, simbolo di VITA e GIOIA che gli sono estranee ≠ Nemoroso accompagna con l'animo la fase calante del SOLE, simbolo della MORTE che lo può riportare presso Elissa. ➔ Nemoroso (strofa 23 TRAMONTO in giù) : ● geometria perfetta dell’ égloga ● sempre ambito della comparazione =dal SOLE all’OMBRA che cresce (tramonto) ● perifrasi che si rivolge a TRAMONTO per tornare all’alba ● strofa di SPERANZA con complessità metaforica del SOLE che già in Salicio compariva con valore concreto ≠ qui più complesso pk termine compare 3 volte 1. Nel 1° caso “SOL” concreto che indica tramonto 2. “SOL” completo che indica alba 3. “SOL” metaforico che indica donna = equivalenza luce/vita/sole = ELISSA = TEMPO dell’egloga è proprio il CICLO DEL SOLE ↕ il “SOL” (Salicio strofa 6 ALBA in sù), ha un movimento progressivo («tiende» 71) che si ripercuote nei viventi («va» 74, 76, 78);gli si contrappone la staticità del DOLORE («siempre 'stá en llanto» 81), unico movimento essendo quello vano delle lacrime («Salid... corriendo» 84),che alludono a una fuga dal cantore tradito. ≠ il “SOL” (Nemoroso strofa 23 TRAMONTO in giù),viceversa ha movimento di allontanamento («partir» 3I0), con la corrispondente avanzata di ombra e oscurità («la sombra crece» 310; «se levanta | La negra escuridad» 3II-12); la transizione all'uso simbolico di “SOL” è data dal nuovo «partir» 319, riferito alla donna-sole, ma accompagnato da “sombra” e “temor” suscitati dalla partenza del sole (310,313). 12 ❖ La natura compassionevole : Salicio, dopo che il rivale fortunato gli ha tolto il bien, abbandona il lugar alla donna che lo ha caro, dato che in questo affetto non è piú incluso. ≠ Mentre l'itinerario doloroso di Salicio parte dalla donna per concludersi col lugar, quello di Nemoroso parte dal lugar per concludersi con la donna, e con lo slancio verso un altro lugar privo di dolore. È mantenuto dunque il nesso lugar-bien. ⇩ ➔ Salicio: strofa 15° ● Opposizione NATURA / GALATEA: Natura si ferma ad ascoltare canto del poeta, anche le FIERE reclinano il capo stanco solo Galatea NON si addolcisce rimane così La strofa 10 indugia crudelmente sull'unione di Galatea col nuovo amante. La disperazione di Salicio risulta definitiva e messa in relazione con la realtà. Per questo le frasi di rinuncia dell'ultima strofa sostituiscono,1° e ultima volta, il ritornello lacrimoso che chiude le altre strofe. ● IMPOSSIBILIA (=adynaton): fa riferimento a immagini impossibili della poesia come x es FIERA CHE RECLINA CAPO x ascoltare canto. Nelle strofe 11 e 12 il tradimento di Galatea è visto da Salicio come una rottura dell'ordine naturale. Essa viene espressa in termini filosofici, alludenti al congiungimento (juntar) di elementi naturalmente estranei (discordia, differente) ● Evocazione del mito di ORFEO che a cantare/suonare ammansiva animali + feroci ➔ Nemoroso: strofa 22° ● strofa 21: c’è un prima e un dopo nella relazione di Nemoroso con il mondo ● strofa 18: anche la 1°strofa del lamento ● da quando ELISSA se n’è andata la NATURA quai non produce più, è diventata STERILE dal dolore 15 ❖ La descrizione femminile (descriptio puellae) Richiama a descrizione PETRARCHESCA Salicio: strofa 10 Nemoroso: strofa 20 + topos dell’ubi sunt…?/ dove sono…? ➔ Lamento di Salicio: allocuzione e dislocazione ALLOCUZIONE ⇩ ➢ Frequenza di espressioni allocutive (vv. 57-59) forma che utilizza un pronome personale, Salicio da 1° strofa si riferisce direttamente a GALATEA come rivelano i verbi 2° persona singolare (DESDEÑAS, DEJAS) e la nomina subito → ma lei lo abbandona subito Gelo della neve contrapposizione fuoco dell'AMORE ⬇ ➢ Abbondanza di pronomi e aggettivi personali (tú ti te tú ti tus) pk Salicio interpella in continuazione la sua DONNA come fosse dialogo muto pk lei non risponde non c’è ⬇ ➢ Solo una volta si nomina un’altra ‘persona’, cioè DIO,come testimone del comportamento di Galatea = cattiveria,freddezza (vv. 91-95) = Aspetto che indica che GALATEA è ancora nel mondo,nel LUGAR ma poi poeta lascia LUGAR per far tornare la sua donna. Lei è vicina pk condividono stesso spazio esistenziale della vita,nonostante lei frequenti un amante DISLOCAZIONE ⇩ ➢ Abbondanza di termini come “Tú me dejas”, ma anche ritornello e ultimo verso conclusivo di ogni strofa di Salicio “SALID” indica allontanamento,dislocazione + Ultima strofa indica DISLOCAMENTO pastore che lascia LUGAR Questa serie di espressioni che indicano l’abbandono è rafforzata attraverso la potenza metaforica: come nei vv. 135-136 = strofa 10 = TU si rivolge a Galatea “viendo mi amada hiedra” non c’è cuore che resista anche fosse di pietra, la stessa pianta EDERA = fedeltà che si appiccia a qualcosa = simbolo dell’AMATA = Non c’è cuore che si commuove anche se di pietra quando l’edera cioè AMATA viene strappata da questo muro x poi radicarsi nel muro del nuovo amante 16 ➔ Lamento di Nemoroso: trasferimento delle responsabilità su altri soggetti NON viene nominato immediatamente nome di ELISSA e lui NON si rivolge all’amata,fino a strofa 29 ch’è l’ultima ed è APOSTROFE a ELISSA pk c’è rimprovero in quanto non accelera tempo che manca a NEMOROSO x morire e raggiungerla. Nella strofa 19 nomina “miserabile hado” cioè fato e la tela delicata è metafora della VITA, poi nominata da 1 delle parche che aveva responsabilità di tagliare filo della vita ⬇ Nel lamento di Nemoroso ci sono altri attori,come se i 2 pastori avessero bisogno di un «responsabile»,su cui gettare il peso delle recriminazioni: ● mentre per Salicio il responsabile è la DONNA STESSA ● Nemoroso attribuisce la sua infelicità a «persone» estranee, dato che sia lui sia che la sua donna sono, in modo diverso, vittime di forze avverse. = Di qui le apostrofi alla MORTE e a LUCINA (Diana protettrice delle partorienti), che non ne ha ascoltato le invocazioni,dato che Elissa è morta di parto. ⇣ Personificazione della MORTE accusata come «persona» ai vv. 344-47. Nella strofa 25 “MUERTE ARREBATADA” =MORTE causa di sofferenza ≠ Ma LUCINA è molto piú nettamente antropomorfizzata pk Lucina è Luna che diventa una persona,come fosse vera entità: è destinataria di tutta strofa 27-28, in cui, con attributi che la lirica usa di solito per belles dames sans merci (cruda, Inexorable diosa 376-77; ¡Y tú, ingrata, riendo |Dejas morir mi bien...! 392-93) A partire da ultimo verso di strofa 27 “y tù” è la rustica diosa = apostrofe a LUCINA, rustica pk Diana è dea della caccia, dei boschi Strofa 28 tutta rivolta a Lucina con “-TE” inclitico ⇣ le si attribuiscono colpevoli distrazioni, anche di carattere erotico (v.381). Cosí l'individuazione di un antagonista femminile inserisce nel lamento di Nemoroso il rapporto conflittuale proprio di Salicio e Galatea (tradimento). = Cesare Segre rimprovera DIANA di essere impegnata eroticamente pk dea casta che nn ha relazioni, BACIO CASTO che dava tutte notti a pastore ENDEMIONE che però scelse di dormire x sempre = NEMOROSO la accusa di essere stata presa da questo pastore 17
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