Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il biennio rosso in Italia e l'ascesa di Mussolini, Appunti di Storia

Il periodo del dopoguerra in Italia, caratterizzato da grandi agitazioni sociali e scioperi, in particolare nel movimento operaio. Viene descritta la vicenda di Fiume e l'occupazione delle fabbriche. Si parla anche della figura di D'Annunzio e della sua occupazione di Fiume. Il documento si conclude con la fine della questione di Fiume grazie all'intervento di Giolitti.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 11/08/2022

martina-scoglio
martina-scoglio 🇮🇹

13 documenti

1 / 16

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il biennio rosso in Italia e l'ascesa di Mussolini e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL BIENNIO ROSSO IN ITALIA L’Italia era uscita vincitrice dalla prima guerra mondiale, però in realtà i problemi riscontrati dall’Italia sono simili a quelli di un paese sconfitto, perché rispetto agli altri paesi, Era un paese più povero, e soprattutto era una fragile monarchia costituzionale (il sistema liberale italiano non era strutturato come quello inglese o quello francese o persino quello tedesco, le strutture liberali erano poco solide). Di conseguenza dal punto di vista politico, economico e sociale l’Italia visse gli anni del dopoguerra in maniera molto tormenta, non a caso durante questo periodo vi furono molteplici scioperi. In particolare il movimento operaio fu il più fortunato rispetto ad altre categorie sociali, perché mentre la maggior parte dei contadini andarono a combattere, gli operai erano più preziosi quindi rimasero a casa a lavorare nelle fabbriche, anche se le fabbriche vennero militarizzate (fronte interno gli scioperi erano vietati). In ogni caso gli operai riuscirono a rimanere in patria e a difendere i loro salari, in quanto il loro lavoro era prezioso ai fini bellici. Però da un certo punto di vista cominciarono ad essere considerati come degli “imboscati” da coloro i quali avevano realmente vissuto la guerra. Poi c’era il problema di chi dalla guerra aveva guadagnato, i cosiddetti “pesce cane”, i grandi manager delle aziende che lavorarono e produssero per lo Stato munizioni, armi e uniformi. Finito il conflitto quindi si trattava di riconvertire le industrie, come si faceva anche in tutti gli altri paesi, cioè tornare a produrre per la pace non più soltanto per la guerra. Tuttavia questi furono anni di grandi agitazioni sociali, il numero degli scioperi aumentò in maniera esponenziale e non riguardarono soltanto l’industria ma anche la popolazione civile; il problema principale era il CAROVITA (l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità). L’agitazione sociale coinvolse anche le campagne, i contadini cominciarono ad organizzarsi sempre di più in leghe rosse (corrispondono ai sindacati), guidate dai socialisti, e in leghe bianche, guidate dai cattolici. È una situazione molto convulsa che nel caso italiano diventa ancor più grave in quanto avvengono due episodi molto significativi: 1) la questione di fiume 2) l’occupazione delle fabbriche. LA VICENDA DI FIUME 1) Quando l’Italia aveva stipulato il patto di Londra per entrare in guerra a fianco della Francia e dell’Inghilterra le era stato promesso un nutrito bottino di guerra, cioè le era stato promesso che alla fine del conflitto l’Italia avrebbe ottenuto tutta la penisola Istriana, il Trentino e la Dalmazia, cioè le coste attuali della Croazia, ad esclusione della città di Fiume perché si era pensato di lasciare Fiume all’impero austro-ungarico come unico sbocco sul mare, ma nessuno poteva prevedere che alla fine del conflitto non vi sarebbe più stato l’impero. Finito il conflitto e dissoltosi l’impero austro-ungarico l’Italia vuole tutto quindi non soltanto ciò che le era stato promesso prima ma anche la città di Fiume. All’epoca il primo ministro, Vittorio Emanuele Orlando, e il ministro degli esteri, Sonnino, si soffermarono sulla questione durante le trattative di pace a Versailles ma non riuscirono a spuntarla, anche perché vi fu la netta opposizione del presidente americano Wilson. Infatti nei 14 punti Wilson aveva previsto quello dell’autodeterminazione dei popoli secondo cui ogni popolo doveva avere una patria, quindi secondo il presidente americano non solo all’Italia non spettava Fiume ma nemmeno la Dalmazia, perché la Dalmazia era in prevalenza slava. Di conseguenza la delegazione italiana abbandonò le trattative, convinta di mettere gli alleati con le spalle al muro. In realtà si peggiorò la situazione in quanto allontanandosi dalle trattative, le altre delegazioni decisero anche per gli italiani, quindi alla fine l’Italia dovette accettare il fatto compiuto, cioè che Fiume e la Dalmazia, tranne Zara, non sarebbero stati territori italiani. Tuttavia non volle accettare questa decisione Gabriele D’Annunzio, e nell’autunno del 1919 D’Annunzio insieme ad un gruppo di volontari, nazionalisti ed ex ufficiali, occupa Fiume e compie quindi un atto che va contro tutti i principi degli accordi internazionali. La città venne occupata per circa un anno e mezzo mentre la comunità internazionale chiedeva al governo italiano di intervenire e il governo italiano non sapeva come comportarsi. D’Annunzio inventa lo slogan della vittoria mutilata, lui dice che L’Italia ha vinto la guerra ma i suoi alleati non vogliono darle ciò che le spetta, quindi viene dato soltanto un pezzo del totale che spettava agli italiani, per tale motivo occupò fiume e la tiene per un anno e mezzo, è uno degli episodi più noti della crisi del biennio rosso in Italia. Nel frattempo il nuovo presidente del consiglio, Francesco Saverio Nitti, non sa come intervenire perché se agisce contro D’Annunzio pensa di scontentare l’opinione pubblica italiana perché si sarebbe trattato di provocare qualche morto italiano, mentre se non lo fa ovviamente fa fare una figuraccia a livello internazionale perché a sopprimere D’Annunzio e gli alleati sarebbero state le truppe straniere. Di conseguenza Nitti per un anno e passa decise di non agire, scelse la via della passività, è un’attendista, cerca di prendere tempo e non interviene. LA FINE DELLA QUESTIONE DI FIUME Nell’estate del 1920 torna sulla scena politica Giolitti, oramai era molto anziano però era ancora popolare. Nitti non era riuscito a risolvere la questione di fiume e allora Giolitti formò un nuovo governo appoggiandosi ai popolari e liberali. Prese in mano la situazione e riuscì a sbloccarla. Per quanto riguarda la città di Fiume venne stipulato un trattato con la Jugoslavia, il trattato di Rapallo, in virtù del quale Fiume venne dichiarata città libera. Con gli accordi di Rapallo quindi, l’Italia dovrà accontentarsi dell’Istria, del Trentino-Alto-Adige (anche una piccola parte del territorio austriaco, per compensare), l’unica città della Dalmazia che è Zara. Di conseguenza ora bisognava solo far sgomberare D’Annunzio, e a tal proposito Giolitti inviò l’esercito nel Natale del 1920, provocando la fuga di D’Annunzio e dei suoi “seguaci” (D’Annunzio parlerà di un Natale di sangue). La questione di Fiume fu di notevole importanza, perché D’Annunzio instaurò una dittatura che per certi versi rappresenta un’anteprima del fascismo. D’Annunzio e Mussolini si detestavano, perché erano entrambi dei leader, però erano allo stesso tempo erano sotto certi aspetti molto simili, perché D’Annunzio a Fiume fece quello che poi Mussolini farà durante il regime: le grandi adunate, le marce, i discorsi, l’atteggiamento marziale. Dopo averlo cacciato da Fiume D’Annunzio rischierà di essere imprigionato poi, quando Mussolini prenderà il potere, lo relega al vittoriale. Mussolini finge di disegnarlo come suo mentore ma in realtà lo esilia e Mussolini prende il sopravvento. I NUOVI PARTITI Il 1919 fu un anno molto importante in quanto nacquero due nuovi partiti: uno è il Partito Popolare Italiano (PPI), che era un partito cattolico (il primo partito cattolico). Il fondatore era un siciliano Don Luigi Sturzo proveniente da Caltagirone. Sturzo sottolineò come il suo partito fosse aconfessionale, cioè il partito era di ispirazione cattolica ma allo stesso tempo autonomo dalle gerarchie ecclesiastiche, non è uno strumento della chiesa, è un partito laico. Il partito presentò un programma molto moderno e avanzato, in quanto si schierava sin dall’inizio dalla parte dei più deboli, quindi delle fasce sociali più disagiate. Sicuramente sterzo agisce in buona fede ma è ovvio che il partito si basi su principi cattolici, egli è pur sempre un sacerdote. Dopo il patto gentiloni ora i cattolici italiani entrano effettivamente a far parte della scena politica. Nello stesso anno nasce il Fascismo, all’inizio si tratta di un movimento, “il movimento dei fasci da combattimento”, diventerà un vero e proprio partito solo qualche anno dopo nel 1921 fondendosi con altri elementi, soprattutto col nazionalismo italiano tanto che poi diventerà PNF (partito nazionalista fascista). Il movimento venne fondato a Milano nel marzo del 1919 da Benito Mussolini centro-settentrionale, in maniera particolare nella Pianura Padana, poi nel resto delle regioni dell’Italia centro-settentrionali e in parte anche al Sud, per esempio in Puglia. Proprio in quanto il movimento agiva soprattutto nelle campagne, venne definito fascismo agrario. Infatti bisogna ricordare che l’economia italiana era prevalentemente agricola, inoltre L’agricoltura italiana era variegata: - al Nord l’agricoltura di tipo capitalistico e i lavoratori della terra e salariato, infatti a nord erano nati dei sindacati dei lavoratori della terra, le cosiddette leghe rosse, si tratta di sindacati con tante sigle diverse che proteggono gli interessi dei contadini del Nord, il Nord era molto più progredito, soprattutto la zona della pianura padana, i contadini erano molto forti, organizzati, scioperavano e le loro organizzazioni erano chiamate leghe rosse, rosso è il colore del socialismo; - Al centro era molto diffusa la Mezzadria sicuramente meno evoluta del capitalismo agrario però anche migliore del latifondismo del sud. L’obiettivo della cultura del centro Italia era quello di favorire lo sviluppo della piccola proprietà, non a caso in quest’area del nostro paese e si erano invece diffuse le cosiddette leghe bianche, organizzazioni sindacali però di stampo cattolico. In realtà le leghe bianche erano presenti anche al nord nel senso che i cattolici cercavano di fare concorrenza ai socialisti; - Al sud invece c’era il latifondo, c’erano spesso delle rivolte cui obiettivo era quello di occupare le terre, la gente era talmente povera che occupava le terre incolte. Come agivano i fascisti? Attaccavano i loro nemici e cioè le leghe bianche e rosse. Il fascismo non nasce al sud, nasce nelle arie in cui la lotta politica era più intensa, nasce in particolare nell’area della pianura padana, Lombardia, Veneto, per questo viene detto fascismo agrario. Quindi i loro nemici erano sia le associazioni che difendevano i contadini dalla parte della sinistra socialista sia dalla parte dei cattolici. I nemici sono sostanzialmente questi due: i cattolici e i socialisti (con i socialisti si tratta di una questione personale). Il fascismo si presenta come il rappresentante dell’ordine perché secondo i fascisti il governo non è in grado di mantenere l’ordine, I fascisti sono perlopiù giovani, il movimento era organizzato attraverso i Ras, ovvero dei capi che esercitavano il proprio potere in una determinata area. I fascisti fin dall’inizio si presentavano in divisa, camicia nera, pantaloni alla zuava e sono armati con manganello, armi da fuoco e pugnali. Il fascismo agrario si caratterizzava per la sua violenza, gli squadristi (così chiamati perché si organizzavano in squadre di azione) agivano di notte, attaccavano i loro nemici, facendo le cosiddette spedizioni punitive, li rapivano, li portavano in aperta campagna, li legavano ad un albero, li picchiavano e denudavano e li costringevano a bere l’olio di ricino (è un purgante). La cosa più sconvolgente fu che le autorità pubbliche non fecero nulla per evitare questa violenza perché al governo conveniva che altri facessero il lavoro sporco (poi la violenza dilagò anche nelle città Mussolini fece incendiare la sede dell’”Avanti”, il giornale del PSI). L’opinione pubblica era in parte divisa, ma sempre più vicina al fascismo, perché molti cominciarono a pensare che la colpa di tutto questa era dei socialisti, cominciarono a pensare che erano violenti e che volessero unicamente la rivoluzione. Di conseguenza i fascisti ebbero innanzitutto l’appoggio dei proprietari terrieri, ebbero l’appoggio della destra e del centrodestra, in generale tutti coloro che erano ostili ai socialisti. Si trattó Di un avere propria guerra civile tra i socialisti e i fascisti, si scannavano. Ci sono vari eventi sanguinosi che caratterizzarono la storia di quegli anni: I fatti di palazzo d’Accursio, il municipio di Bologna. Lì c’erano state le elezioni durante le quali era stato eletto un sindaco socialista, mentre la gente festeggia l’elezione del sindaco I fascisti intervengono per scatenare il finimondo nella piazza, vengono lanciate le bombe a mano e muoiono molte persone tra la folla, sono anni veramente tremendi. Il fascismo agrario dunque si sviluppa tra il 1919 e il 1922 e proprio nell’ultimo anno oramai Mussolini ha molto più appoggio perché a sfruttato quel vuoto politico riuscendo ad avere l’appoggio non soltanto dell’estrema destra ma anche la Chiesa lo appoggerà, in questa fase Mussolini all’appoggio di tutti i moderati e conservatori di destra Poiché si vede nella sua persona un elemento d’ordine. Nel 22 vi fu la marcia su Roma e qui Mussolini, fa un esperimento, egli non è sicuro dell’esito, tanto è vero che vigliaccamente se ne rimane in disparte, io non partecipo alla marcia su Roma, aveva già progettato un esilio in Svizzera. In questo periodo Mussolini fa una sorta di doppio gioco, da una parte si atteggia a politico serio, diplomatico, che agisce sul piano politico per avere un compromesso, dall’altra prende segretamente accordi con i suoi per tentare un vero colpo di stato, che verrà effettuato il 28 Ottobre del 1922: è la famosa marcia su Roma, si trattava di una grande adunata di fascisti che si dovevano recare con mezzi propri a Roma invadendola E minacciare un colpo di Stato. Quindi i fascisti con i propri mezzi convergono tutti nella capitale in più giorni minacciosi e armati. Nella capitale si riverseranno migliaia e migliaia di fascisti e il re Vittorio Emanuele III avrebbe potuto firmare lo stato d’assedio E mandare l’esercito a disperdere questa gente, infatti i rappresentanti del governo chiedevano al re di fare qualcosa e fermare l’avanzata dei fascisti, ma il re non lo fece, anzi testimonianze riportano che il re abbia risposto “oggi mia moglie ha cucinato le quaglie“ proprio per evidenziare come il re non fregasse nulla, anzi addirittura il giorno dopo incarica Mussolini di formare il governo, Vittorio Emanuele III non ferma il fascismo. Nell’Ottobre del 1922 Mussolini formerà il suo primo governo con esponenti del centro e della destra, la chiesa sta dalla parte del fascismo, tanto che in seguito verranno fatti i patti lateranensi e ora Mussolini viene definito l’uomo della provvidenza. A questo punto il fascismo da movimento illegale e violento diventa una forza politica, una forza di governo. Il fascismo porta quindi la violenza a livello di governo perché la violenza nelle campagne continua, e a questo punto Mussolini la sostiene come capo del governo. Nasce un governo di quali azione, Mussolini è il presidente del consiglio, in seguito sarà lui stesso a darsi il titolo di duce, deriva da dux ed è una carica con valenza militare, condottiero, perché sovrapporrà i due ruoli da un lato sarà a capo del governo, dall’altro a capo del fascismo, questi due ruoli si sovrapporranno dopo 2 anni. Nel 24 non si potrà più distinguere il partito dallo Stato. FASCISTIZZAZIONE DEL PAESE Il fascismo porta quindi la violenza a livello di governo perché la violenza nelle campagne continua, e a questo punto Mussolini la sostiene come capo del governo. Nel 1924 vi furono le nuove elezioni. Mussolini fino al 1924 era al potere in maniera legale, aveva ottenuto l’incarico dal re e governa in alleanza con liberali, cattolici e con il potere popolare. Nel 1924 si tengono le nuove elezioni con una “legge truffa” detta anche “legge acerbo” che era stata varata nel 23, secondo la quale il partito che avrebbe ottenuto la maggioranza relativa con almeno il 25% dei voti, otterrà i 2/3 dei seggi della camera, è una vera e propria truffa. Le elezioni si svolgono nel fine primavera del 24 con violenze inaudite nei seggi, che portano ovviamente alla vittoria al blocco nazionalista, formato dai fascisti e dai loro sostenitori (cattolici, liberali della destra che sostengono il fascismo solo perché lo vedono come una lotta al socialismo. Quindi ottenne la vittoria senza aver fatto scattare la legge truffa, perché ottengono più del 60% dei voti ma in ogni casso la ottenne in maniera non democratica, sono voti ricavati con la violenza. Da un lato ci sono gli squadristi fascisti che assaltano le campagne, dall’altro mussolini oramai controlla la magistratura quindi esercita anche una violenza legale, quindi c’è sia la violenza illegale degli squadristi alla base del suo partito ma anche quella legale perché Mussolini adesso è a capo della magistratura quindi scatena anche la polizia contro i suoi avversari politici, quindi la violenza è raddoppiata. A denunciare queste violenze fu un deputato di un piccolo partito socialista, Giacomo Matteotti, molto stimato conosciuto per la sua correttezza e come conseguenza di questa sua presa di posizione nel Giugno dello stesso anno scompare, viene rapito, il suo corpo verrà ritrovato due mesi dopo massacrato da pugnalate. Tutti sanno che il mandante era mussolini, lo sapevano tutti. In pochissimo tempo, così come era diventato popolare, il fascismo rischiava di crollare e i seguaci di Mussolini non si facevano nemmeno più vedere in giro. Questo era il momento per fermare il fascismo infatti le altre forze politiche avevano chiesto il re di intervenire denunciando lo squadrismo, chiedevano che il re togliesse l’incarico al presidente del consiglio, Mussolini, Siccome la maggioranza del parlamento appoggiava Mussolini, l’unico a poter sfiduciare Mussolini era il re, ma Vittorio Emanuele III decide di non intervenire. Allora l’opposizione, cioè socialisti e cattolici di sinistra tra cui Luigi Sturzo, scelsero la via dell’ostruzionismo, la famosa secessione dell’Aventino, Aventino perché quando nell’antica Roma vi fu la disputa tra plebei e Patrizi perché i plebei chiedevano più diritti e i plebei si ritirarono sul colle Aventino, socialisti e comunisti decisero di abbandonare il parlamento, si rifiutarono di ritornare in parlamento finché il re non avrebbe tolto la fiducia a Mussolini. Passano mesi, inizialmente la popolazione pubblica era dalla parte degli oppositori perché erano disgustato da ciò che era successo a Giacomo Matteotti e i fascisti erano anche quasi scomparsi dalla circolazione, non si facevano vedere con i loro simboli perché non godevano di grande popolarità ma Il re non interviene, la fiducia non la toglie, si prende tempo, per cui l’Aventino fu un boomerang perché i deputati socialisti e cattolici che si ostentano ai lavori del parlamento non rientrano in parlamento, vengono addirittura nel gennaio del 25 ritenuti decaduti da Mussolini, ma la cosa più famosa, anche agghiacciante, il 3 gennaio del 25 mussolini fa un famoso discorso al parlamento, in cui con enorme arroganza dichiara Che se il fascismo era una associazione a delinquere allora egli era il capo di questa associazione, mi assumo la responsabilità morale delle mie azioni, sfida l’opinione pubblica, addirittura minaccia il parlamento perché lo avrebbe potuto trasformare in un bivacco, una specie di stato, a quel punto dichiara decaduti i deputati i deputati dell’Aventino e insatura il regime, nasce realmente il fascismo dal 25 in poi. Mussolini entro il 28 fascistizzerà tutto il paese, con una serie di legge tra cui le cosiddette leggi fascistissime: - vengono sciolti tutti i partiti e chiusi i giornali anti-fascisti, e rimarranno solo alcuni giornali che si adegueranno al fascismo, quindi al governo, e da qui nascerà il termine velina, la velina nel gergo giornalistico è la notizia che viene passata da qualcuno al giornalista, colui che comunica la notizia, prima si faceva passando un foglietto, una velina, perché durante il fascismo sono loro a decidere cosa pubblicare. Rimane in vita ad esempio il Corriere della Sera, ma Sturzo non gli darà la soddisfazione di sciogliere il partito, ma scioglierà lui stesso il partito e poi se ne andrà esule in America; Sturzo si sentirà abbandonato dalla chiesa perché al tempo appoggiava mussolini, quindi la chiesa sconfessa Sturzo, allora Sturzo scioglie il partito. Nel frattempo il pnf, partito nazionale fascista diventerà l’unico partito legittimo - viene istituito un tribunale speciale, una sorta di polizia segreta ridare al Papa un potere temporale però su una realtà microscopica ma dal grande valore simbolico, perché questo stato ha tutti i privilegi che hanno anche gli altri Stati, oggi ha anche un posto all’Onu. Quindi il Papa riconosceva ufficialmente il regno d’Italia E i confini dello Stato italiano, rinunciando ai suoi vecchi domini, però dall’altra parte l’Italia riconosceva l’esistenza dello Stato della Chiesa, la città del Vaticano, con determinati confini riconoscendolo come uno Stato sovrano a tutti gli effetti. - L’altro accordo è di tipo finanziario, dopo l’unità d’Italia e l’annessione di Roma, il Governo aveva varato la legge delle Guarentigie, dando ogni anno alla chiesa una cospicua somma di denaro (il Papa aveva rifiutato questo accordo, e inizialmente anche la quota in denaro). Ora il governo italiano stipula anche un accordo di tipo economico, per cui ritorna a riproporre a questa cifra a titolo di indennizzo già previsto nel non expedit che questa volta la Chiesa accoglie. - E poi c’è un concordato, Per concordato si intende un accordo tra Stato e Chiesa in materia sociale, per esempio viene riconosciuto il matrimonio religioso in chiesa valido a tutti gli effetti come quello civile, è vietato parlare di divorzio, è obbligatorio l’insegnamento della religione in tutte le scuole, il concordato stabilisce anche alcuni principi veramente folli, cioè lo stato, si impegnava a non dare lavoro pubblico ai preti spretati, se un monaco decideva di lasciare l’abito non poteva essere assunto nel settore pubblico, rendendo la vita difficile ai sacerdoti che rinunciavano al loro ruolo. Era importante che le donne facessero tanti figli, ci si doveva sposare per fare i figli, tanto che i celibi pagavano più tasse, venivano penalizzati per il fatto di non avere figli. Questo perché il fascismo italiano si presenta come una potenza proletaria, una potenza basata sul numero dei figli a differenza delle potenze plutocratiche che invece basavano la loro potenza sulla ricchezza. L’Italia secondo Mussolini ha bisogno di crescere la propria popolazione per aumentare la potenza dello Stato, più figli si fanno più soldati nell’esercito ci saranno. Quindi le famiglie che facevano molti figli venivano premiate viceversa quelli che ne facevano pochi poiché non si sposavano venivano penalizzati. Questi patti risultano come paradossali, intanto perché Mussolini era un anticlericale, quindi è soltanto un accordo che ha i suoi vantaggi, la chiesa addirittura fu talmente grata a Mussolini, che lo definì come l’uomo della provvidenza. In questo modo la Chiesa rimase sempre per tutto il ventennio, un potere forte e solido. In sintesi la chiesa non mette il becco negli affari dello stato. La chiesa di fatti la farà ciò che aveva fatto mussolini, perché il fascismo (prima del nazismo), creò delle organizzazioni fasciste e i giovani fin dalla più tenera età vennero inquadrati nelle organizzazioni. Al di là delle organizzazioni Dove i giovani venivano inquadrati sotto il regime fascista, vi erano anche le varie associazioni cattoliche a cui i giovani continuavano ad aderire perché in Italia l’azione cattolica era molto forte, ad esempio molti bambini andavano all’oratorio, seguivano il cursus tipico dei sacramenti, prima comunione cresima, quindi la Chiesa parallelamente al fascismo svilupperà le sue associazioni e questo farà sì che poi dopo la caduta del fascismo tutti quelli che si erano formati nell’ambito del cattolicesimo sociale, saranno la nuova classe dirigente, Per questo da noi sono così presenti politici legati al cattolicesimo, perché l’unica alternativa al fascismo erano le associazioni cattoliche a cui Mussolini lascia libertà dalle questioni di Stato. MEZZI DI PROPAGANDA L’ideale di Mussolini è quello di mantenere l’Italia legata ai vecchi valori, i valori della tradizione, la campagna e la terra, gli italiani erano descritti come lavoratori soprattutto impegnati nell’agricoltura. In realtà le cose non stavano esattamente così, la società italiana comunque era cambiata, ad esempio in Italia era molto forte l’urbanizzazione, molti andavano a stare in città, però è chiaro che l’Italia era un paese diverso rispetto ai paesi più avanzati dell’epoca, era molto più arretrata rispetto all’America, l’Italia era indietro da molti punti di vista, ad esempio i salari italiani erano un quarto rispetto ai salari tedeschi; in Italia vi era un’automobile su 100, in Italia vi era una radio ogni 40 abitanti mentre in Gran Bretagna il rapporto era di una radio ogni sei abitanti, in Francia di 1 a 8, da noi la radio era ancora un apparecchio di lusso. Altri strumenti di propaganda sono la stampa, i giornali, tutti quelli che non erano allineati al regime erano stati chiusi e altri riformati, per cui i giornali che volevano continuare a pubblicare e vendere dovevano adeguarsi alle direttive del regime. Nasce la Velina, le notizie che il governo passa direttamente ai giornali e il giornale può pubblicare. Quindi ovviamente fascistizzazione della cultura, della stampa nel mondo della scuola e dell’università. Anche gli insegnanti furono costretti ad adeguarsi al manifesto del fascismo, per cui chi aveva un lavoro e voleva tenerselo, doveva prendere la tessera del partito fascista, e anche chi voleva trovare un lavoro. Nacque anche un ministero della propaganda MinCulPop, (ministero della cultura popolare) la stessa cosa c’era in Germania e venne affidata a “ghebbens”. Divenne un ministero che all’inizio nacque come una sorta di commissione che doveva aiutare il governo in questo senso, ma poi divenne un ministero a parte, il ministero della propaganda, che ebbe proprio questo compito, il ministero, e comunque il fascismo, agì in tutti i campi dove fosse possibile agire come ad esempio la radio (EIAR, ENTE ITALIANO RADIOFONICO Che poi Diventerà RAI). Questo è anche uno degli strumenti di cui il fascismo si servirà, all’epoca il fascismo non era molto diffuso, ma dopo gli anni 30, poco prima dello scoppio della guerra, diventeranno più diffuse, e le notizie saranno quelle che il regime vorrà diffondere chi non aveva la radio andava nelle piazze. Proprio perché soltanto un italiano su 40 possedeva la radio, Mussolini inventerà la radio rurale, farà in modo che nei paesi si mettessero altoparlanti nella piazza principale e quindi anche i contadini e la povera gente poteva sentire i discorsi del duce attraverso l’altoparlante, infatti i discorsi che Mussolini farà da palazzo Venezia, quei discorsi erano ascoltati non soltanto dalla gente che stava sotto il balcone ma anche dagli italiani, alcuni tramite la radio che avevano a casa, altri tramite le radio rurali. Il cinema è un altro mezzo, Mussolini fa costruire la cinecittà, il suo obiettivo era quello di fare concorrenza ai paesi esteri, vuole restituire agli italiani una forte cultura italiana, per questo era contrario alla musica o il cinema importati e voleva che venissero esaltate le cose italiane e non americane. Alla fine però il cinema italiano finì per copiare quello hollywoodiano e per questo nacque la cinecittà. L’Istituto luce invece è un istituto che produceva i cinegiornali, all’epoca non esisteva la TV né tantomeno i telegiornali, ma Mussolini non si rese conto, differenza di Hitler e Stalin, del potere propagandistico del cinema, per cui non esiste un cinema fascista, però prima della visione di ogni film chi andava Al cinema doveva sorbirsi la visione del cinegiornale, un riassunto delle notizie ad esempio della settimana, ovviamente presentati dal regime secondo modalità volute dal regime stesso. IDEALE DI MUSSOLINI Tutti i partiti vennero chiusi, tutti i sindacati vennero chiusi, il diritto di sciopero venne abolito, i lavoratori erano del tutto indifesi da questo punto di vista perché il fascismo era totalmente contrario alla lotta di classe, non può tollerare l’idea che nella società i ricchi combattono contro i poveri, devono essere tutti uniti, allora il fascismo non vuole stare né dalla parte dei capitalisti né dalla parte dei comunisti, si presenta come una terza via, questo è il progetto di Mussolini, il cosiddetto corporativismo, è una sorta di pacificazione tra lavoratori e datori di lavoro, egli vorrebbe tornare al medioevo quando esistevano le corporazioni, Cioè associazioni che comprendevano sia i lavoratori che i datori di lavoro, ma è naturalmente impossibile, lavoratori e datori di lavoro non potranno mai andare d’accordo perché hanno progetti diversi. Quindi l’obiettivo fondamentale è quello di rappresentare una terza via, evitando il capitalismo sfrenato ma evitando anche il comunismo, un futuro che non si realizzerà mai. In generale la classe che più appoggia Mussolini è il ceto medio, non tanto i lavoratori, né tantomeno gli operai perché essi furono danneggiati dal fascismo, ma neanche le classi più alte perché esse guardavano il fascismo con disprezzo e opportunismo, ma la classe che appoggiò effettivamente il fascismo è il ceto medio, coloro i quali non sono né troppo ricchi né troppo poveri, gli insegnanti, i liberi professionisti, il terziario, il ceto medio ha appoggiato il fascismo, il che significa la stragrande maggioranza della popolazione. LA SCUOLA Mussolini spese molto denaro ed energia per la propaganda, la scuola è uno di quei settori, per esempio il suo ministro dell’istruzione fu Giovanni Gentile, un celebre filosofo idealista italiano, che varerà la riforma della scuola che porta alla nascita degli esami di stato. Al tempo si privilegiavano gli studi umanistici, I licei erano considerati istituti scolastici per la classe dirigente, c’andavano i figli delle famiglie più ricche, mentre gli altri andavano all’istituto tecnico. Giovanni gentile ha inventato l’esame di Stato perché al culmine del corso di studi si verificava il titolo e le competenze, lo scopo è quello di equiparare la scuola pubblica a quella privata. Così facendo gentile fa un favore la Chiesa, perché le scuole private in Italia sono scuole cattoliche, quindi era un modo di mettere allo stesso piano scuole cattoliche e scuole pubbliche, alla fine del corso di studi entrambi tenevano l’esame di Stato che permetteva di dare validità al titolo di studi. Da parte del fascismo vi fu anche particolare attenzione per l’università, ad un certo punto nel 31 il fascismo impose a tutti i docenti dell’Università di firmare un documento in cui dichiaravano la propria fedeltà al fascismo, all’epoca gli insegnanti ordinari erano più di un migliaio e tutti firmarono a favore di questo documento per avere naturalmente una vita tranquilla. Sono l’1% si rifiutò di firmare e vennero licenziati, Però erano perlopiù anziani quindi vicini alla pensione, dunque era una pensione anticipata. La stessa cosa accade nella scuola, molti insegnanti per poter lavorare dovevano essere iscritti al partito fascista, allora si iscrivevano tutti pur di lavorare, quindi quest’adesione di massa è sicuramente effetto della propaganda, ma fu anche una scelta di opportunismo, cioè ci si scrive al partito fascista per non perdere il proprio lavoro. ECONOMIA Il fascismo attraversa alcune stagioni diverse. Quando Mussolini prende il potere, nel 22 fino al 25, mussolini è liberista, cioè a favore del libero scambio, lascia indisturbati gli imprenditori, lascia l’economia libera di gestirsi come meglio crede perché Mussolini ha un debito di riconoscenza, nel 22 infatti prese il potere anche grazie ai forti nuclei industriali, degli imprenditori. Mussolini fino al 25’ dove non si impiccia di economia, si disinteressa (lasciando una libertà imprenditoriale). Quindi fino al 25’ l’economia italiana è improntata al liberismo, l’economia si deve autogestire e quindi autodisciplinare. Ovviamente questo da un lato avrà effetti positivi ma anche negativi, da un lato l’economia è totalmente abbandonata a sé stessa, da un lato avvantaggia chi segue il proprio profitto, il proprio interesse ma può creare anche crisi e l’inflazione (cosa che avviene). Nel 25’ però le cose cambiano, dopo che evidentemente ha pagato il popolo, adesso prende il potere e trasforma il suo potere in un regime, il 25’ è quel periodo dove supera la crisi di Matteotti, fa quel discorso famoso in parlamento dove dice che ‘siamo dei delinquenti e io sono il capo di questa associazione a delinquere’. Il 25’ quindi è l’anno cui pianta il regime e non deve più dire Fino al 35 l’Italia rimase vicina ai suoi alleati della prima guerra mondiale ovvero Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, ma dopo il 35 questi buoni rapporti falliscono perché l’Italia decide di dare l’assalto all’Etiopia, lo fa per una questione di nazionalismo, di propaganda, anche perché durante il periodo di Crispi, l’Italia aveva subito queste sconfitte sonore in Etiopia, quindi adesso mussolini lo fa per riscattarsi. L'Italia riuscirà a conquistare l’Etiopia con qualche difficoltà tra l’autunno del 35 e la primavera del 36, ci manda due generali Graziani e Badoglio, due generali per con conquistare l’Etiopia utilizzando anche le armi chimiche, abbiamo bombardato la popolazione con i gas, sopprimendo la popolazione civile. Siccome era un impero, l’Italia si trasforma in un impero, Per cui Mussolini con grande enfasi enuncia la rinascita dell’impero, il re che era Vittorio Emanuele 3, oltre che essere re dell’Italia, diventa imperatore dell’Etiopia. Fu una conquista inutile perché l’Etiopia era un paese povero, non aveva grandi risorse, solo questione di prestigio e propaganda. La conseguenza fu che le grandi potenze ci infliggono le sanzioni, in quanto l’Etiopia era un paese sovrano addirittura rappresentato dalla società delle nazioni, l’Italia quindi si è macchiata di una colpa, quindi le grandi potenze vogliono punire l’Italia imponendo le sanzioni che non avranno grande effetto perché tolte dopo un anno, e inoltre riguardavano solo le merci che erano di uso bellico, ma tonnellate di ferro venivano mandate ugualmente con la scusa di costruire ad esempio ferrovie. Quindi non ebbero gravi effetti perché le sanzioni durarono soltanto un anno perché in realtà non obbligavano i paesi che non facevano parte della società delle nazioni, Germania e Stati Uniti. Anche coloro che facevano parte della società delle nazioni facevano finta di imporle, quindi le sanzioni non ebbero effetto, ma addirittura scatenarono negli italiani una reazione opposta, gli italiani si strinsero ulteriormente Attorno a Mussolini, ed egli fece dei discorsi infuocati dicendo “ecco vedete fanno la predica a noi”, e tutto sommato avevano anche ragione, “francesi e inglesi ci puniscono perché abbiamo preso l’Etiopia quando loro hanno degli imperi coloniali enormi”, in questo modo fece passare dalla sua parte la popolazione italiana che andò in massa a donare l’oro, gli italiani su base volontaria donavano l’oro e i poveri donavano la fede nunziale. Il governo in cambio dava l’anello di latta però lo stato apprezzava il gesto della gente povera. L’Italia Ha rovinato i rapporti con i suoi vecchi alleati per questo passerà dalla parte della Germania, Hitler è oramai pronto ad accogliere Mussolini, isolato dal contesto internazionale, quindi dal 35/36 c’è questo avvicinamento dell’Italia alla Germania. Dal 35/ 36 in poi Italia Germania saranno buone amiche tanto che nasce l’asse Roma-Berlino, che inizialmente è solo un trattato di amicizia che poi diventerà un’alleanza militare a tutti gli effetti. Prima l’Italia entrerà a far parte del patto “anticomintern”, chiamato patto tripartito contro il comunismo di cui facevano già parte il Giappone e la Germania, l’alleanza Italiana-tedesca è il patto d’acciaio, alleanza militare firmato nel 39, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Inizialmente si tratta solo di un trattato di amicizia ma in seguito l’Italia si unisce al patto tra Germania e Giappone nella loro contro il comunismo. L’vera e propria alleanza tra Germania e Italia viene siglata l’inizio della seconda guerra mondiale ed è il patto d’acciaio. Nel 38 vi è l’errore più clamoroso di Mussolini, vengono varate anche in Italia le leggi razziali, questa è la cosa più ignobile che Mussolini potesse fare, infatti lo fa solo perché Hitler glielo impone. All’epoca gli ebrei in Italia erano circa 50 mila, non avevano mai avuto problemi, erano perfettamente integrati ad esempio a Roma o al nord, addirittura nel fascismo delle origini vi erano anche fascisti ebrei. Nel 38 mussolini decide di attuare queste leggi in quanto ormai egli è succube della politica di Hitler che glielo impone. E dato che Mussolini vuole assomigliare ad hitler fa quello che fa lui, poiché voleva che l’Italia diventasse sempre più simile alla Germania. Da qui in poi l’Italia si avvia alla sua partecipazione alla guerra e al suo tracollo. I giovani fin qui avevano sostenuto il regime, quelli che sono cresciuti con il fascismo, poi con lo scoppio della guerra E soprattutto col fatto che quest’ultima comincerà ad andare subito male per gli italiani, si creerà uno scollamento tra regime e italiani. L’opposizione al fascismo è avvenuta sostanzialmente in due modi, Pochi rimasero in Italia a combattere il fascismo, perché si rischiava grosso, infatti molti furono uccisi, altri scomparsi, o mandati al confino, ovvero un provvedimento che prevede la delegazione nei posti più sperduti: per gli omosessuali venne stabilito il confino. Anche l’essere sospettato di attività sovversiva ti condannava al confino, gli oppositori interni furono pochi perché subirono la persecuzione da parte del regime. Ad esempio un luogo di confino era Lipari. Gli unici che hanno resistito con difficoltà furono i comunisti, altri scelsero l’esilio e andarono in Francia e lì nacquero delle organizzazioni che combattono il fascismo da fuori, per esempio organizzazioni socialiste o giustizia e libertà, queste organizzazioni poi le vedremo attive tra i partigiani quando scoppia la guerra, torneranno in Italia come partigiani.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved