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Il calo della domanda turistica in Italia, Guide, Progetti e Ricerche di Marketing Internazionale

IL documento contiene poche, ma efficaci ed incisive informazioni sul calo della domanda nel settore turistico italiano (con uno sguardo più profondo sulla capitale romana), in seguito alla crisi economica provocata dall'emergenza sanitaria COVID-19.

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 17/03/2022

ilaria-perini-2
ilaria-perini-2 🇮🇹

4.5

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Scarica Il calo della domanda turistica in Italia e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Marketing Internazionale solo su Docsity! Durante l’emergenza sanitaria che stiamo ancor’oggi vivendo, fra i settori economici più colpiti, c’è ovviamente il turismo, che rappresenta il 13% del Pil nazionale con un giro d’affari di 232,2 miliardi di euro. In termini di flussi, nel 2019 l’Italia si è collocata al 4° posto per numero di presenze di clienti negli esercizi ricettivi (misurate in termini di notti spese nelle strutture), preceduta dai suoi storici competitors, Spagna, Francia e Germania, e davanti al Regno Unito, collocato quindi, al 5° posto. Le presenze in questi primi 5 Stati rappresentano quasi il 70% di quelle complessive dell’Unione Europea, che ne conta più di 3,2 miliardi in crescita costante dal 2010 (+2,4% rispetto al 2018). I primi effetti sono già stati evidenti a febbraio con lo stato iniziale dell’epidemia, ma in molti Paesi, già inizi di marzo 2020 si è giunti al sostanziale azzeramento dell’attività, dovuta principalmente ai provvedimenti generalizzati di distanziamento sociale. Secondo una stima del World Travel & Tourism Council (WTTC) sarebbero a rischio circa 50 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Considerando più nel dettaglio i mercati esteri di riferimento, l’Italia dipende in gran parte dall’Europa, da cui proviene il 79% di tutte le presenze straniere. Ovviamente, per il turismo italiano i periodi più “caldi” sono quelli del trimestre estivo (giugno- agosto), in cui complessivamente si concentra circa il 50% delle presenze totali limitatamente all’anno. La stima delle eventuali conseguenze di un prolungata emergenza da Coronavirus per il nostro Paese potrebbe generare perdite devastanti, con un calo di 971 mila arrivi e oltre 3 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro. La situazione sarebbe particolarmente grave in 4 regioni, i cui sistemi turistici sarebbero maggiormente bersagliati: Toscana, Lazio, Veneto e Lombardia con quest’ultima ad essere maggiormente esposta dagli effetti della pandemia  Il calo si assesta per l’epicentro della crisi con una contrazione di 673 mila arrivi, un meno 1,6 milioni di presenze e con una riduzione del gettito pari a circa 685 milioni di euro. Da evidenziare anche i crolli sull’andamento in Trentino Alto Adige (-458 mila arrivi; -2,1 milioni di presenze; -233 milioni di euro di spesa turistica), per l’Emilia Romagna (-246 mila arrivi; -666 mila di presenze; -253 milioni di euro di spesa turistica). Seguono sulla stessa scia Calabria (-18 mila arrivi, -111 mila di presenze, -12,6 milioni di euro di spesa turistica) e Abruzzo (-10 mila arrivi, -42 mila di presenze, -7,7 milioni di euro di spesa turistica). Altro indicatore prezioso per avere una misura della crisi è il trasporto aereo, settore chiave per il nostro turismo in particolare per l’incoming di lungo raggio. Secondo i dati di Eurocontrol (l’organizzazione paneuropea che si occupa di servizi per l’aviazione), il traffico totale nel nostro Paese, rispetto al 2019 (pre-COVID), ha avuto un calo del 93% segnando tra le peggiori performance del Vecchio Continente. Con la durata prolungata dell’emergenza, il fatturato della filiera turismo-trasporti subirebbe un vero e proprio crollo, con perdite del 41,5% nel 2020 (contro il 17,8% dell’economia italiana) e un rimbalzo del 42,2% nell’anno successivo che
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